Siamo nelle mani di Scilipoti.
Non sappiamo se Berlusconi riuscirà ad ottenere la fiducia martedì prossimo. Comunque vada, uno schieramento prevarrà sull’altro per pochissimi voti. Ma le cose cambiano a seconda che prevalga il si o il no.
Se a prevalere (magari per un 313 a 312) fosse la sfiducia l’esito quasi scontato sarebbero le elezioni a breve. In una situazione del genere, infatti, sarebbe molto difficile ipotizzare un governo tecnico o “del Presidente” o un ribaltone, perchè bisognerebbe mettere insieme una armata Brancaleone che da Fini al Pd e da Casini a Di Pietro, per di più senza neppure una maggioranza assoluta, per via di quei quattro o cinque astenuti. Unica possibilità di evitare il voto: che ci sia un tale terremoto monetario da indurre la Ue ad imporre all’Italia un rinvio delle elezioni per evitare di affondare definitivamente l’Euro (ed, anche in questo caso, sarebbe cosa più facile a dirsi che a farsi).Vice versa, se dovesse prevalere la fiducia al governo, non è detto che le cose vadano nello stesso modo. Infatti, respinto vittoriosamente l’attacco finiano, Berlusconi cercherebbe di provocare una frana nello schieramento Udc e Fli con buone possibilità di successo: le “colombe” finiane potrebbero dire che Fini ha sbagliato tutto e spiccare il volo, i singoli Udc potrebbero pensare che quella del grande centro è una chimera irrealizzabile ed il Cavaliere ha da offrire 10 posti (peraltro aumentabili) di ministro e sottosegretario, senza contare gli incarichi di sotto governo. Basterebbe rimediare una quindicina di transfughi per riprendere la corsa puntando a finire la legislatura. In fondo non ci sono turni elettorali generali di mezzo (europee e regionali sono alle spalle) ed un nuovo “assalto alla diligenza” non apparirebbe probabile dopo una sconfitta il 14 dicembre.
Semmai le insidie potrebbero venire dalla Lega e dal suo alleato Tremonti o da qualche scherzo degli americani –se avranno tempo e voglia di occuparsi dell’Italia-.
Dunque, il rischio di ulteriori anni di berlusconismo c’è e molto serio. Per di più, se il Cavaliere vincesse questa mano si sentirebbe autorizzato ad insistere su tutte le “riforme” ad uso personale: legittimo impedimento, immunità a vita, legge sulle intercettazioni eccetera. Il paese resterebbe sostanzialmente non governato (salvo riforme orrende come quella della Gelmini) e mentre si avvicina una nuova ondata di crisi peggiore di quella di due anni fa. Bella prospettiva!
Ma questo deve farci riflettere anche su un altro aspetto della vicenda riguardante la compravendita dei parlamentari. Certo i corruttori non sono figure simpatiche, dei maiali ben peggiori sono i corrotti. Se qualcuno compra è perchè c’è qualcuno che vende. Insomma: che Parlamento è questo dove non solo i parlamentari vendono il loro voto, ma lo fanno senza neanche un briciolo di pudore? Nel Parlamento inglese del settecento c’era addirittura un botteghino dove i parlamentari andavano a vendere liberamente il loro voto: siamo tornati a queste civilissime usanze?
Ma, almeno, i parlamentari inglesi del settecento erano eletti nei propri collegi uninominali: quattro gatti di elettori, siamo d’accordo, ma pur sempre liberi di scegliere i propri rappresentanti. Quindi, in qualche modo, erano “proprietari” (si fa per dire) del loto mandato, quel che, dava una parvenza di legittimità al loto comportamento. Stesso ragionamento potremmo fare dell’Italia umbertina, quando i parlamentari –eletti ugualmente in collegi uninominali- trattavano con i vari governi vantaggi personali e/o benefici per il proprio collegio.
Qui, invece, abbiamo dei signori che sono stati eletti a scatola chiusa, nell’ordine di presentazione, perchè qualche vertice nazionale li ha messi al n° 7 piuttosto che al 23 nella lista di partito. Insomma, mercenariato allo stato puro. I trasmigranti, potrebbero costituire un gruppo parlamentare e chiamarlo “Legione straniera”.
Però questo, a sua volta chiama direttamente in causa quelli che li hanno scelti. Insomma, Di Pietro non ha diritto di lamentarsi del tradimento di parlamentari che ha personalmente scelto: dove li è andati a prendere? con quali criteri li ha scelti, con quali verifiche democratiche? E chi è quel genio del Pd che ha scelto Calearo perchè “quello ci porta i voti degli imprenditori del Nord est”?
Chi ha fatto di queste scelte dovrebbe trarne le conseguenze ed uscire dalla comune chiedendo scusa per il fatto di esistere. Ma non ci aspettiamo tanta dignità da parte di questo ceto politico.
Brutto affare quando un paese è ridotto a dipendere da quel che fa uno Scilipoti qualsiasi.
Scilipoti: chi era costui?
Aldo Giannuli, 13 dicembre ’10
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