“Siamo in guerra.” Benissimo comandante: a chi spariamo per primo?

Hollande ha deciso che siamo in guerra e lo ha comunicato al Parlamento francese, con piglio napoleonico. Per la verità, noi pensavamo che ci fosse già uno stato di guerra da prima e che i bombardamenti franco americani si giustificassero in un quadro bellico, ma evidentemente sbagliavamo ed erano un banchetto di nozze. Oppure erano solo annunciati ma non effettuati: chissà.

Comunque non ci resta che prendere atto della decisione sovrana che ci porta in guerra, anche se, per la verità, più che a Napoleone, il Presidente francese sembra più somigliante all’ispettore Cluseau. Ma va bene lo stesso: siamo in guerra e mettiamoci l’elmetto.

Il problema, però è capire chi è il nemico. Se la mettiamo sul piano degli attentati, ovviamente il nemico sono i terroristi che stanno in casa. Certo l’operazione di Saint Denis va in questo senso, salvo il fatto che non si capice se la presunta mente dell’attentato sia proprio lui, se è stato beccato o è fuggito ecc. E, comunque, è facile prevedere che i sei o sette caduti saranno ben presto rimpiazzati e, alla fine, si tratta di un “colpetto” abbastanza modesto che non risolve certo il problema. Ed allora che si fa? Rastrellamenti di massa nella balieu?

Se la mettiamo su un piano militare, il nemico da battere è certamente l’Isis, ma come? Con la guerra aerea? Ma sinora cosa abbiamo fatto? E se non ce la abbiamo fatta sin qui, perché dovrebbe funzionare adesso? E’ solo una questione di quantitativo di bombe? Eppure, ricordiamo che, un paio di settimane prima del venerdì 13, era stata fatta una missione aerea sul Califfato giustificata proprio allo scopo di prevenire attentati in Francia: un successo!

Insomma, forse non hanno torto quelli de Il Foglio quando dicono che, senza stivali, la guerra non è guerra. Insomma, che senza intervento di terra siamo al punto di prima. Dunque, prepariamoci a sbarcare… Si però, come la mettiamo con gli alleati? Ad esempio, i turchi in che squadra stanno, con noi o con loro? Perché questo Erdogan sembra più interessato a tritare curdi (che poi sarebbero nostri alleati anche loro) che a battersi con i califfeschi. E poi, quanto ad integralismo islamico, non è che scherzi anche lui. In altri tempi, la Cia avrebbe organizzato un bell’incidente aereo e avremmo risolto il problema, ma la Cia non è più quella di un tempo e fa solo danni. Poi ci sono altri alleati come Sauditi e Quatarioti che sono alleati nostri, ma pagano quelli dell’Isis, perché hanno più la testa ad attaccare gli iraniani che Daesh. Per non ricordare che a Ryad Osama Bin Ladin era di casa… E questo non va bene. Sempre la Cia di un tempo avrebbe organizzato un simpatico attentato suicida di qualche fondamentalista islamico in presenza delle reali famiglie di Arabia Saudita o Quatar. Che poi basta colpirne uno per educarne cento. Ovviamente, dopo l’indignazione occidentale avrebbe condannato l’esecrando delitto con il valente uomo dell’Islam Moderato. Però avremmo anche risolto qualche problema. Ma anche qui non abbiamo più i tecnici capaci di fare di questi intrattenimenti, ed allora che si fa? Bombardiamo Ryiad? Sarebbe una idea.

E con quei delinquenti dei Pakistani che si tenevano al caldo Osama e dovemmo fare tutto a loro insaputa, come la mettiamo? Vi ricordate l’attentato di Mumbay? E quello al parlamento indiano? Quelli sono altri che pensano più ai problemi di casa loro che al resto. Io bombarderei anche Rawalpindi, Karachi, Islamabad (che ci ha pure un nome che tira le bombe da solo).

Poi, di passaggio, potremmo approfittarne per perdere qualche bomba dall’aereo, per errore, mentre passiamo su Tripoli e (perché no?) su Derna.

Tornerebbe buona l’occasione anche per risolvere qualche problemino in Nigeria con quelli di Boko Haram ed in Somalia… Ma non sono di strada e dovremo occuparcene in un’altra occasione.
E quei bastardi della finanza islamica dove li mettiamo? E’ comodo sapere in anticipo di un mega attentato se  giochi in borsa da ribassista! Siamo sicuri che non ci stiano tirando qualche brutto scherzo in borsa?

Qui non possiamo bombardare, anche perché se l’”effetto collaterale” è che resti a terra qualche decina di finanziaeri nostrani poi chi li sente gli altri?  Ma qualche arresto o magari un the corretto alla stricnina ci starebbe magnificamente. E quelli dei servizi, per quanto in decadenza professionale, sapranno ancora fare un “the corretto”, vi pare?!

Insomma Nostro comandante, nostro Napoleone del Moulin Rouge, a chi spariamo per primo?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (17)

  • Lo sguardo tra l’accigliato e il perplesso della donna seduta a dx con le mani giunte a mo’ di preghiera parla da solo per i suoi pensieri: “ma che accidente sta a dire sto … Che Iddio ce la mandi buona”. Il suo vicino di scanno realisticamente pensa ” ecc0, le President l’ha fatta, ci tocca. Ora sono problemi nostri. Proprio questo doveva toccarci ?”
    Non so chi siano i due.
    Sto facendo uno sforzo per ricordare l’ultimo evento politico terminato bene nel quale la Francia ha preso l’iniziativa. Non mi sovviene.
    Vive Messieur le President.

  • Il povero ispettore Hollander qualcosa lo deve pur fare per i francesi che lo hanno eletto perché cambiasse la politica del suo predecessore. Poverino, come li capisco da italiano, hanno ricevuto parecchie delusioni. Incapace di risollevare l’economia della Francia, vera malata d’Europa; ancora più succube della Germania, incapace di svolgere un ruolo da potenza neppure regionale. Insomma una delusione su tutta la linea e nessuno all’orizzonte che possa far meglio….un po come noi.

      • Quel faccia da pirla è solo uno dei prodotti del flaccido decadimento occidentale. Farà le solite imbecillate e spargerà altro caos proprio come fece il suo predecessore e come hanno fatto Barack “tanned” Obama e Antony “liar” Blair.

        Avere una faccia da pirla non significa essere un pirla, in questo caso però questa precisazione non vale.

    • sicuramente è quello che vogliono fare loro, come diceva Cuccinotta un paio di articoli fa, prima la distruzione economica del welfare e poi la limitazione delle proteste per avere una società stratificata a seconda dei diritti e del benessere a cui puoi accedere (-:  Però se ci chiediamo a chi dobbiamo sparare  possiamo incominciare dalle responsabilità politiche che hanno i diversi governi sull’integrazione, scuola, forze di polizia e discriminazione che né deriva, speso i ragazzi nelle scuole periferiche sono lasciati a se stessi senza insegnanti o con insegnanti che possono fare ben poco, la carenza di istruzione ecc… Poi manca una analisi seria su cause e effetti sulla deriva salafita wahabita (arabia suadita), i quali ergono l’isis a contenere gli sciiti considerando il petrolio di quelle zone bottino di guerra come hanno dimostrato i russi. In più lo stupido insistere degli occidentali in voler rimuovere Hasad  senza avere idee chiare chi porre dopo, Paolo Mieli è un esempio integro che vi è un ampio schieramento intellettuale a cui sta bene questa situazione iniqua in accrescimento delle disparità e rischio sociale. hollande è peggio di alfano e anche più pericoloso, possiede un esercito con la bomba atomica, l’unica cosa seria che potrebbe fare è dimettersi ma ha trovato qualcosa che gli permette di nascondere la sua inefficienza e nessuno ha ancora alzato il velo per mostrarla

  • Buon giorno professore. Utilizzare mezzi aerei, navali, uomini e armamenti ha la sua bella convenienza, ma talvolta è necessario. Tuttavia la domanda è se per caso, e dico per caso, in un mix di interventi programmati oltre alle bombe, le baionette, i piedi sulla terra, non potrebbero starci bene alcuni interventi sui circuiti finanziari e commerciali. Se osservo per il tempo che riesco a resistere i video di quei gaglioffi, noto armamenti importanti, divise belle nuove, carri armati, pick-up sofisticati, al di là della coreografia.

    Tutto ciò costa non solo in termini finanziari, ma anche e soprattutto di organizzazione. A ciò dobbiamo aggiungere la diaria giornaliera del soldato ed il mantenimento dello “stato islamico sociale” che il califfo si è dato nelle zone conquistate.

    Potessimo mandargli Renzi potremmo imporre loro prelevamenti di un massimo di mille euro al giorno. Ma siccome così non è, è dato logico supporre che questo sistema origina ormai flussi finanziari da a a b, da b a c, da c a d e via di questo passo attraverso istituti ben precisi, magari alle isole vergini, o a quelle del canale, o a gibilterra o a cipro.

    Quindi oltre alla guerra con pallottole bombe e trick e track, forse sarebbe bene prima provare ad analizzare i flussi finanziari ed a bloccarli, perchè se è vero com’è vero che non c’è più la cia di una volta, al contempo oggi ci sono i mezzi che una volta non c’erano anche informaticamente.

    E una volta bloccati risalire il filo fino all’appartenenza di ciascun flusso. E magari a sto punto vedere se la “cia” possa tornare ad essere quella di una volta. Con un incremento di incidenti a montecarlo, ginevra zug e zurigo e magari anche londra.

    E così per tutto, anche e soprattutto, ad esempio, per la mafia legata al traffico di disperati.

    Buona giornata ed eventualmente grazie in anticipo per una cortese risposta.

  • Professor Giannuli, non la facevo così bellicoso. Comunque, secondo me, il primo colpo, se non di cannone, almeno di pistola, andrebbe sparato a Washington, oppure a Wall Street. Non crede anche Lei?

  • Mi pare che la risposta sia arrivata: ai russi.
    Mein Gott, ma come ha fatto professore a non pensarci subito???

    Ora scusate, vado a comprare un po’ di scatolette e un rifugio antiatomico.

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