Sfiducia al governo: facciamo due conti.

Ancora una volta ha vinto il Cavaliere e non è detto che sia una vittoria di Pirro: dobbiamo vedere se ci saranno smottamenti fra centristi e Fli che, magari, gli consentano di ricostituire una maggioranza parlamentare e durare sino alla fine della legislatura.
Speriamo di no, ma per ora è davvero grigia e non resta che sperare nel “compagno” Bossi, dopo i “compagni” Fini e Casini. Intanto non è inutile fare qualche considerazione su come siamo arrivati al disastro e su chi ne abbia la responsabilità e in che misura.
In primo luogo Veltroni e Di Pietro farebbero bene a smettere di fare politica e darsi ad altre attività più consone alle loro capacità: se Cesario, Scilipoti e Calearo avessero votato la sfiducia al governo, nel rispetto del mandato affidatogli dagli elettori, il risultato sarebbe stato il contrario 314 contro Berlusconi e 311 a favore.Già, ma chi li ha messi in lista ed in posizione tale da essere eletti? Dunque se i segretari pro tempore di Idv e Pd fossero “uomini d’onore” saprebbero cosa fare. Ma sono solo dei quacquaracquà.
Poi parliamo di Napolitano e della sua infelice idea di dilazionare il voto sino al 14 dicembre  concedendo a Berlusconi un mese per la sua campagna acquisti. “Ma c’era la finanziaria da approvare” si dirà. In una situazione del genere e con una belva come Berlusconi, la finanziaria passa in second’ordine e, comunque, dopo si sarebbe visto come fare. Al limite saremmo andati all’esercizio provvisorio, una soluzione non auspicabile ma comunque preferibile al mercato indecoroso come quello cui abbiamo assistito, con un discredito internazionale che pesa molto di più di qualsiasi finanziaria non votata.

Poi parliamo di Fini la cui inconcludenza politica risulta addirittura imbarazzante.
Insomma: a novembre del 2007 dichiara “con Berlusconi ho chiuso, mai più accordi”. tre mesi dopo ci fa l’accordo elettorale (e sceglie quei deputati che poi lo hanno tradito, come la Melloni). Ad aprile del 2009 scioglie il suo partito per fondare, insieme al Cavaliere (quello con cui “aveva chiuso”)  il Pdl. Ma già alla fine dell’anno comincia a dare segnali di irrequietezza e a marzo del 2010 già fa capire che il Pdl non va bene e che non è un partito democratico (ma, perchè, cosa si aspettava da un partito guidato da Berlusconi?). Poi ad aprile arriva allo scontro frontale con Cavaliere ma dichiarando solennemente di non voler fare la scissione; però, a luglio, costituisce gruppi parlamentari autonomi che ne determinano l’esclusione dal partito. Ma insiste a dire che non intende costituire un nuovo partito politico e di operare per un “nuovo centrodestra”, pertanto esclude anche di uscire dalla maggioranza. Tanto che, il 27 settembre, Fli offre i suoi voti determinanti al Governo che, senza quei voti, sarebbe a quota 307. Poi, neanche un mese dopo, si convince che proprio non si può andare avanti così e firma una solenne mozione di sfiducia insieme a Casini. Però, si dice disponibile ad un nuovo governo Berlusconi che non si capisce in cosa sarebbe diverso dal precedente.

Sino a 24 ore prima del voto, fa giochetti del tipo “ci asteniamo al Senato se ti dimetti” ed il Cavaliere, che al Senato non ha bisogno di niente, lo manda a quel paese.
Ma voi, un buffone del genere, dove altro lo avete visto?
Fini ha dimostrato di essere incapace di avere una linea politica minimamente coerente, ha sprecato tutte le occasioni che aveva, ha dato una immagine di sè e del suo partito come una armata Brancaleone guidata da un cioccolataio. Avrebbe potuto determinare la fine di Berlusconi –e candidarsi in seguito a leader di una nuova destra- nel 2008, quando avrebbe potuto fare la scelta di Casini, presentandosi da solo. Certamente, nell’immediato, avrebbe pagato un prezzo politico, ma il suo concorrente sarebbe uscito di scena. Poi avrebbe potuto evitare di sciogliere An per mantenere propri margini di manovra. Ancora, avrebbe avuto l’occasione di uscire dal partito già dopo la prova negativa delle Europee ed avere il tempo di presentarsi alle regionali.

L’ultima occasione grossa l’ha avuta il 27 settembre, quando avrebbe potuto far cadere Berlusconi lasciandolo a quota 307, ma ha perso anche quella. Ed ora è chiusa la partita.
E poi, diciamo una cosa: passi per la storia della casa di Montecarlo e le altre minuzie, ma, insomma, se Berlusconi dice che il presidente della Camera non può fare anche da capo partito ed esporsi in quel modo, proprio tutti tutti i torti non li ha (per quanto il personaggio sia repulsivo). Certo, non è Berlusconi che può dare lezioni di etichetta istituzionale, però anche Fini mostra un senso delle istituzioni da taverna di angiporto.

E poi veniamo al responsabile più importante, quello che determina lo scenario di fondo in cui tutto questo può accadere: il Pd ed il suo ineffabile gruppo dirigente.
Se Berlusconi ha potuto reggere l’offensiva è essenzialmente per un motivo: perchè i sondaggi dicono (ed il senso comune di ciascuno di noi lo conferma) che ancora oggi avrebbe ottime probabilità di vincere le elezioni. Se i sondaggi dicessero il contrario, la fuga dal suo partito sarebbe stata ben maggiore ed oggi non staremmo a questo punto.
Ma se Berlusconi ha questo consenso non è perchè lui sia bravo o gli italiani siano una massa di corrotti inemendabili: Berlusconi, nelle europee e regionali, ha perso 5 milioni di voti, che non è propriamente una inezia. Solo che la gente ha preferito astenersi piuttosto che votare il Pd e l’Udc. E questo dipende dalla totale inconsistenza politica delle due opposizioni. Questi, oltre che fare dell’antiberlusconismo personalizzato, non sono capaci. La verità è che il Pd è sempre di più una forma di berlusconismo senza Berlusconi, manca di qualsiasi idea alternativa,  non è capace di mobilitare il paese, ha un gruppo dirigente impresentabile e respingente. D’Alema, Bersani, Fassino, Franceschini, Veltroni, e compagnia non capiscono che la gente, appena li vede, va dall’altra parte, perchè non sono credibili, sono incompetenti, litigiosi ed inconcludenti.
Soprattutto sono simpatici come un  ascesso dentario.
Se non ci liberiamo di questa gente (e tanto per essere più chiari, anche dei Di Pietro e dei Ferrero) da Berlusconi ci libererà solo sorella morte.

Aldo Giannuli, 14 dicembre ’10

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Aldo Giannuli

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Comments (4)

  • solo due domande.
    La Polverini ha vinto le elezioni regionali del Lazio per uno 0,01 %. Se non ci fosse stata la campagna denigratoria della Chiesa contro la Bonino, avrebbe vinto ugualmente?
    In questi giorni se Ruini da una parte e Bertone dall’altra non avessero appoggiato Berlusconi, Berlusconi avrebbe avuto la maggioranza? E comunque è grave che abbiano cercato di farlo. Ma se fosse vero vuol dire che la politica italiana si decide nella terza camera: il Vaticano.

  • sono i danni del democretinismo che dal 1989 non ha saputo modernizzare nel senso sociale e politico la sinistra.Il che vuol dire non sposare tesi liberali e liberiste perchè il novecento è finito e ha fatto pure schifo.
    L’americanismo totalizzante ,la fede nelle privatizzazioni di settori strategici,l’abbandono di una importante fetta popolare di elettori per sposare minoranze sessuali e radical chic.

    Il populismo giustizialista non funziona,se nn qualora si instaurerà una dittatura chiaramente non auspicabile,perchè siamo il popolo di “speriamo di farla franca”.Come la sinistra ha perso totalmente il contatto con i lavoratori perchè sulla precarietà fa solo testimonianza e spesso anche male,senza capire che la classe operaia è indebolita e incarognita-mica son rivoluzionari a prescindere .oh cari trockjisti sognatori-i precari hanno grande rabbia ma pochissima idea di insieme.Oltretutto lasciati nelle mani di quei piccoli borghesi infilitrati da sempre nelle lotte popolari che son gli anarchici,ora black bloch.
    Un appunto:va bene di pietro,veltroni…E Vendola?Non le pare carissimo professore che i giordano,bertinotti,migliore,svendola abbiano grossissime e fortissime colpe nella fine della sinistra sopratutto quella comunista?
    Per natale chiederò una dose alta di stalinismo per cambiare il paese.
    ps:ho comprato tre suoi libri-abuso pubblico della storia,dalla russia a mussolini,come funzionano i servizi segreti-li ho trovati a loro modo utilissimi per parte della mia formazione politica.
    Potrebbe palesarsi alla mia edicola di lissone e comprarmi che ne so…10 quotidiani,è così che si consolidano le vendite e si ampia il passaparola!^_^

    scherzo,almeno un momento di leggerezza vista la situazione clamorosamente orribile della politica nazionale-dal punto di vista internazionale sono assai contento da sostenitore della cina,iran,russia-lei ha ragione dovrebbero lasciare tutti i loro posti,,ma poi?Lei che idea ha?Con cosa li sostituiamo?Con i carc,sinistracritica e roba simile?

  • Questa volta concordo solo in parte con la tua analisi. Quella persa da Fini è a mio avviso solo una battaglia (importante per carità) ma non la “guerra”. Quella alla fine la vincerà lui, se non altro per meri motivi anagrafici. Inoltre con una maggioranza così risicata se davvero Fini vuole rendere la vita impossibile al Governo può riuscirci tranquillamente. Sempre però se lo vogliano davvero anche gli altri, PD in testa…
    Sono però molto curioso di vedere come si comporterà FLI (ma soprattutto l’UDC) tra un mese, quando arriverà la sentenza sul Legittimo Impedimento.

  • Credo che di uomini come Scilipoti ce ne vogliono di più. Avere il coraggio di dire le cose come sono, dopo aver visto cosa c’è sul sito di Scilipoti, mi rendo conto di quanto sia difficile essere con Di Pietro. Eppure io sono stato uno di quelli che quando uscì fuori si metteva con i banchetti avendo ricevuto una cassetta che faceva “Hei sono Antonio Di Pietro” e tutti si giravano. Oggi Di Pietro è come tutti gli altri ed è meglio che lasci IDV che è il partito del padre padrone proprio come quello di Berlusconi. Se debbo proprio scegliere tra i due mali scelgo quello minore proprio come farà Scilipoti domani. W Scilipoti e quelli come lui che hanno il coraggio di dire quello che pensano e non essere pecoroni e sottomessi al giustizialista Di Pietro.

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