Si può fare un Senato nemico della Casta?
La riforma del Senato, se non altro, ha avuto il merito di portare allo scoperto una serie di questioni di alto profilo, innescando un dibattito come non se ne sentivano da tempo. Anche se si fa sentire pesantemente l’anchilosi intellettuale di trenta anni di torpore delle culture politiche. Il dibattito è interessante, ma confuso e giocato su “quel che sembri”, per cui Renzi sembra l’innovatore e chi gli si oppone un unico fronte di conservatori amici della casta. Le cose non stanno così ed una breve puntualizzazione servirà a dissolvere qualche equivoco.
Il bicameralismo, storicamente, sorge in Inghilterra, con la rivoluzione del 1689, dal compromesso fra borghesia emergente –Camera dei Comuni- e principio di nomina regia –Camera dei Lord-. Poi questa soluzione sarà adottata dal “compromesso orleanista” delle monarchie parlamentari nel continente. Con l’avvento delle repubbliche in gran parte di Europa, nel 1918, la logica avrebbe voluto che il Senato sparisse, non avendo più il suo referente fondativo, ma le cose non andarono così, perché l’ala moderata dei nuovi sistemi politici ottenne di conservare il bicameralismo, diffidando del Parlamento monocamerale nel quale vedeva l’incarnazione dell’assemblearismo giacobino.
Una seconda camera, con accorgimenti diversi (diversa base elettorale, caratterizzazione territoriale, età degli elettori, presenza di membri di diritto o di nomina presidenziale ecc) avrebbe diviso il Parlamento dando più ruolo al capo dello Stato ed all’esecutivo. E questa fu la soluzione adottata dalla Costituente, che rispondeva all’idea moderata della democrazia in essa prevalente, nella quale incise anche la tradizione municipalistica del partito cattolico, la cui concezione della democrazia esaltava il ruolo delle autonomie (il riferimento al Senato eletto “a base regionale”). Per di più, con una concessione alla concezione notabilare propria della vecchia guardia liberale: il collegio uninominale, che poi venne riassorbito nel sistema proporzionale con l’apposita legge elettorale. I dc Emilio Tosato e Costantino Mortati furono espliciti nel richiamare i rischi i una “dittatura dell’Assemblea” e sul ruolo di mediazione del governo, nel caso di conflitto fra le due Camere.
C’è chi pensa, del tutto infondatamente che la soluzione bicamerale fosse voluta della sinistra (magari immaginando una Assemblea Costituente fatta di partigiani, cosa assolutamente non vera). In realtà il Pci era per il parlamento monocamerale e finì per accettare a malincuore la soluzione bicamerale voluta da Dc, liberali e destre.
In realtà nel quarantennio della Prima Repubblica, la funzione del bicameralismo fu abbastanza limitata e, nel complesso, si risolse in un rallentamento dei lavori parlamentari, ma ebbe anche un effetto forse non previsto: per l’esigenza di ottenere la maggioranza in entrambe le Camere, si determinò una spinta ad allargare la base delle coalizioni parlamentari, in modo da coprire eventuali margini di rischio in una delle due assemblee. E, infatti, quando, come nel caso del secondo governo Andreotti (1972-3) i margini al Senato furono molto ristretti, il governo ebbe vita breve e difficile.
Le cose sono poi cambiate con l’avvento del maggioritario che, per sua natura, blinda le coalizioni, non consentendo allargamenti successivi. Ma la diversa composizione del corpo elettorale delle due camere e la loro diversa base elettorale (nazionale per la Camera, regionale per il Senato) determinava il rischio di maggioranze differenziare nei due rami del Parlamento, cosa cui si andò molto vicini nel 1994 e nel 2006 e poi effettivamente accaduta nel 2013. Infatti, nessun paese a regime parlamentare e maggioritario ha un bicameralismo perfetto, cosa di cui, colpevolmente, non tenne conto la Corte Costituzionale nel 1993, quando ammise il referendum golpista di Segni, Occhetto e Pannella, che dette il via al processo di scasso costituzionale di fronte al quale ci troviamo.
Dunque, in sé il bicameralismo perfetto è una soluzione moderata e poco funzionale, e una razionalizzazione del sistema andrebbe nel senso del suo superamento. Ma la questione non può essere affrontata solo sulla base di astratte considerazioni sistemiche, ed occorre tener conto anche delle concrete dinamiche politiche in atto. Fra le devastanti conseguenze del passaggio al maggioritario, c’è la deriva populista e la formazione di partiti personali con la conseguente tendenza a semplificare il processo decisionale, sino a ridurlo alle sole decisioni del leader. E il successo di Renzi in un partito come il Pd conferma questa tendenza anche se in forma caricaturale.
In questo quadro, l’eliminazione tout court del Senato finisce per favorire ulteriormente la deriva liberticida ed anticostituzionale del nostro ordinamento. Dunque, è del tutto ragionevole opporsi alla proposta di Renzi, ma la soluzione non può essere la difesa dell’esistente che, oltretutto, è una prospettiva perdente. Se andassimo ad un referendum di ratifica della riforma di Renzi, non c’è dubbio, almeno per ora, che lo perderemmo. Sarebbe solo un plebiscito per lui che passerebbe come l’eroe anticasta.
La strada deve essere un’altra. C’è un difetto di base nel nostro sistema: la scarsa funzionalità dei meccanismi di controllo e garanzia. Che senso ha discutere la pregiudiziale di costituzionalità in una Assemblea in cui c’è già una maggioranza precostituita che la respingerà? E che garanzia di controllo sull’operato del governo potranno dare le commissioni di inchiesta o quelle di vigilanza (Servizi Segreti e Rai) elette dalla stessa maggioranza che concede la fiducia al governo? E non cambia niente se la presidenza di alcune di queste commissioni viene data a partiti di opposizione, tanto poi la maggioranza dei commissari resta di colore governativo.
A questo punto, potrebbe risultare utile dividere le funzioni: quelle di indirizzo politico (fiducia al governo, mozioni di politica estera e attività legislative) alla Camera dei deputati e, invece, funzioni di controllo (interrogazione, inchiesta, commissioni di vigilanza, messa in stato d’accusa del Presidente, nomina delle authority ecc) e di garanzia costituzionale (pregiudiziali costituzionali, elezione dei 5 membri della Consulta e del terzo del Csm) al Senato. Magari aggiungendo anche il potere di ammonizione del Capo dello Stato che, senza incorrere nei reati di attentato alla Costituzione ed alto tradimento, faccia uso improprio dei suoi poteri.
Ovviamente un’ assemblea del genere non può essere espressione dei partiti, per cui dovrebbe essere eletta con un metodo né maggioritario né proporzionale, ma con candidature individuali in ampi collegi plurinominali (ad es le circoscrizioni delle europee o, anche, una sola circoscrizione nazionale). Aggiungo: con il divieto esplicito di simboli di partito, di dichiarazioni di voto o attività di propaganda in qualsiasi forma di partiti a favore di candidati, attività che, invece, potrebbero essere svolte dalle associazioni culturali, imprenditoriali, sindacali ecc. della società civile. Ovviamente risulterebbero eletti quanti ottengono il maggior numero di voti. Un Senato nemico e controllore della Casta, il carabiniere della Costituzione. E per un Senato del genere 70 o 80 membri sarebbero più che sufficienti.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, camera dei lored, renzi, senato
leopoldo
come mai lista tsipras e m5s non sono in grado di formulare una proposta del genere in alternativa all’idiozia di Renzi:-?
Mario
Ecco, mettiamoci direttamente i carabinieri…
mimmotron
Ma proprio qui sta il punto, come si può pensare che l’attuale classe dirigente faccia qualcosa di buono? La prima cosa da fare è impegnarsi a spazzarla via! Solo dopo si potrà parlare di riforme, ahimè.
Parafrasando Sylos Labini: “guardando i nostri Parlamentari sono indotto a pensare che la fisognomica è una scienza esatta”.
massimiliano
Caro Aldo, capisco le contingenze, però ci sono, secondo me, in questo ragionamento una contraddizione di principio e una impraticabilità di fatto.
La contraddizione riguarda appunto il monocameralismo. Perché non va più bene? Tu dici: non è che non vada più bene, ma è in corso un attacco alla democrazia parlamentare. Vero, almeno in parte, ma comunque la posizione di principio mi pare valida lo stesso. Non è la presenza di due o tre o quattro camere ad aumentare il tasso di democrazia.
A meno che non ti poni solo nell’ottica dell’intralcio burocratico e dell’opposizione eterna, perché un fattore importante è la possibilità di garantire un ricambio di maggioranza, una rapida alternanza.
Tu proponi poi delle possibili alternative, dei contrappesi. Anche qui, lodevole, però la direzione presa, come scrivi peraltro, va altrove. Verso un Senato delle autonomie (dove dovrebbe sedere gente eletta nei territori… con le tanto vituperate preferenze). Serve, non serve? Boh. Forse sì, almeno sulle cose di comptenza locale. Ma continuo a pensare che sia sempre meglio avere una sola Camera, e lasciare al “basso” un certo numero di competenze.
Il problema dei servizi segreti, della Rai eccetera eccetera, c’era già, storicamente, pure con due camere (ed era peggio fino agli anni 70). Nulla vieta di avere uno status indipendente della Rai (sarebbe il caso, da tempo) e di applicare le regole che dici tu anche con una sola Camera.
E nulla vieta anche, secondo me, di introdurre una regola che impedisca cambi di governo “a freddo”, una clausola anti-ribaltone, proprio perché il Parlamento è sovrano.
Resta il problema della legge elettorale, che fa piuttosto schifo (meno del Porcellum, ma poco meno). Tu continui a preferire il proporzionale con metodo d’Hont, ma un sistema come quello dei sindaci sarebbe onesto, con una soglia del 51% al primo turno, coalizioni di partiti e voto di preferenza, tenendo insieme governabilità e trasparenza.
Il problema di fondo è, mi pare, che la politica ha orrore del vuoto. E dunque, se non ci sono i partiti, arriva il presidente della Repubblica. O il premier. O anche i sindacati (la Cgil ha agito come un partito per anni, in mancanza di una presenza forte di un partito di sinistra collegato alle istanze sue). O qualsiasi altro soggetto, anche extraparlamentare. Non basta inventarsi regoline, purtroppo.
Mirko G. S.
Professore, come ha detto ieri, meglio sarebbe abrogarlo del tutto il Senato, opzione molto meno utopica di quella che propugna con quest’intervento. Sarebbe molto più facile farla capire all’elettorato, visto che ieri Renzi ne approfittava per accusare il M5S di essere difensori della casta (come dare del nazista a Gandhi).
Pierluigi Tarantini
Mi piace.
aldogiannuli
Pierluigi: devo aver detto una cosa molto di dstra… dove ho sbagliato?
Cinico Senese
Ottima proposta. Quindi non avrà successo. Lei che è in contatto con le alte sfere, consigli di farla adottare a M5*, vadano a farci una battaglia parlamentare e contrattino un accordo con la maggioranza. Rifiutare tout court le proposte di Renzie senza controproporre, è assolutamente perdente.
gianfranco d'atri
Bella idea. Passala a casaleggio e grillo.
Se poi nel frattempo, apprendiamo i risultati delle votazioni on line , sarebbe un passo avanti.
leopoldo
http://aldogiannuli.it/nuovotest/2014/02/il-senato-di-renzi/
ho ripreso il post sopra che è in linea con quelli di questi giorni. Ormai ci siamo si parte anche con la riforma del senato. Le discuzioni di questi giorni delineano uno schema piuttosto autoritario basato sulla incompetenza propositiva del governo. Purtroppo le forse politiche oggi presenti non raccolgono la sfida per cambiare il sistema e non fanno proposte nello spirito di questo articolo. Sarebbe interessante che SEL o M5S presentassero proposte alternative a Renzi.
Tenerone Dolcissimo
No! Non si può fare, come insegnano Cromwell prima ed i rivoluzionari francesi poi. Quindi, cominciamo ad affilare la mannaia.
SPIEGAZIONE Mi dispiace, ma nessuna aristocrazia ha mai rinunciato ai propri privilegi, anche perché si radica l’idea che discenda dal diritto divino. Vedansi aristocratici francesi e nomenklatura sovietica; quest’ultima aveva sostituito Dio con la Storia e vai col tango. Oltretutto la casta italiana è sostenuta da una massa di clientes che
1) o pensano/sperano/auspicano di diventare casta anche loro
2) o credono che la casta depredi i contribuenti per assicurare servizi a loro. A costoro consiglio un buon caffè e poi di leggere cosa disse sull’eliminazione del riscaldamento alle scuole il presidente della provincia di Torino quando si tagliarono i fondi per le province nonché cosa scrissero i giornali sulla sede nuova di pacca e faraonica della stessa provincia con supertecnologico e supermoderno impianto di di di di …. Riscaldamento. Coraggio. Oramai avete l’età per sapere che Babbo Natale non esiste.
aldogiannuli
Tenerone Dolcissimo: non per dire, ma come Tenerone Lei mi sembra decisamente sanguinario!
SantiNumi
Professore, a parte insistere sul secondo commma dell’art.3 Cost., che trova la propria realizzazione **direttamente** dall’art.1 Cost. (e quindi dovere costituzionale del governo di provvedere in ogni modo alla “piena occupazione” e quindi Keynes, Kalecky, spesa pubblica anticiclica, sovranità valutaria e fiscale e tutto il resto del martellamento pneumatico monodirezionale con cui tormento lei e gli interventori del sito… ma le prometto che quando tutto sarà finito le offro una cena e scoprirà che sono molto meglio con la forchetta che con la tastiera) e condividendo che qualsiasi cosa fermi, impaludi qualsiasi atto di questi governi oppressori è cosa buona e giusta, mi ha incuriosito la posizione sul bicameralismo a me assolutamente sconosciuta:
se ho capito bene:
il bicameralismo nasce come forma di compromesso tra l’aristocrazia e la borghesia (quindi Monti e i suoi padroni auspicano per una camera dei Lords, con accento inglese incluso) mentre B&B auspicano ad una soluzione più di stampo fascista, cioè cosmesi socialista ammantata di populismo dirigista.
Quindi pare che i neocons USA insistano più sull’ordoliberismo germanico – aka Monti – (che venne a piacere molto ad Hayek proprio per la cosmesi socialista, e quindi molto efficace nell’Europa antifascista che mal avrebbe digerito lo spudorato neoliberalismo USA) mentre i “progressisti” d’oltreoceano sembrano preferire quest’altra soluzione che ci riporta direttamente al 1925. Basta cambiare UK con USA.
Bella roba. Invece che scegliere tra monarchia costituzionale e Repubblica, si sceglierà tra monarchia assoluta o dittatura.
Pierluigi Tarantini
@ Aldo
Quando non fai agit prop sai dire cose sensate.
Non quando speri in Razzi e Scilipoti.
E credi che B. possa permettersi di non capitalizzare quel che gli resta finchè gli resta?
Deve quindi accorrere in soccorso del vincitore.
E poi, non ti sembra che su Renzi abbiano puntato poteri fortissimi e che la partita travalichi le insulsaggini della politica italiana?
Comunque, anche se il biglietto per questo spettacolo lo paghiamo caro,almeno ci si appassiona!
Silvia
a me pare che il senato di renzi sia la attuale conferenza stato regioni o la conferenza allargata (enti locali)…. che ne pensate? quindi di una inutilità totale. meglio il senato di oggi.
aldogiannuli
Silvia: con una differenza, che l’attuale conferenza stato regioni non vota per il Presidente della Repubblica ed i senatori si. E siccome ora sono in maggioranza gli amministratori di sinistra, quando Napolitano si dimetterà la cosa può tornare utile. E dopo? Dopo si vede, magari si abroga il senato.
Che ne dici?
Tenerone Dolcissimo
@ SantiNumi
“Quindi pare che i neocons USA insistano più sull’ordoliberismo germanico – aka Monti ”
***
Vorrei chiarire una cosa una volta per tutte:
Premesso che sono un liberale di quei pochi veri …
MONTI E MONTIANI CON IL LIBERALISMO E CON IL LIBERISMO E CON LA LIBERTA’ NON C’ENTRANO UNA CEPPA (do you know ceppas? per dirla con Verdone). SONO ESPONENTI DI UN DIRIGISMO CHE HA INFILTRATO LA UE PROVOCANDO I DISASTRI CHE SAPPIAMO E CHE HA LO SCOPO DI PRENDERE QUEL CHE DI BUONO C’ERA NELL’ESPERIMENTO SOCIALISTA E QUESTO DIMOSTRA CHE LIBERALE NON E’ PERCHE’ PER UN LIBERALE DI BUONO NEL SOCIALISMO CI SONO SOLO LE SALSICCE DELLA FESTA DELL’UNITA’.
Spero di non dover tornare più sull’argomento.
leopoldo
si vede che a Tenerone gli piace la tartare di carne;D
al di là delle battute, se Renzi non riesce a fare una riforma decente enon il caos che sta creando tra un po’ gli si scioglie l’elettorato(ahimé). Sta dimostrando troppa improvizzazione che sembra incompetenza. Sinceramente con la abolizione del senato mi aspettavo una proposta un po’ migliore rispetto alla legge elettorale.
Tenerone Dolcissimo
@ professoere
Ma no mano. Se no che Tenerone sarei.
Silvia
@aldogiannuli: dico che sarebbe un triplice colpo: pro elezione presidente; proabolizione senato e, se riescono a riformare gli enti locali il tris sarebbe perfetto. Tuttavia le resistenze da superare stanno anche nelle difficoltà intrinseche della riorganizzazione amministrativa post-distruzione…. con le deleghe Bassanini si era andati in un senso e adesso si va nell’altro…
SantiNumi
@Tenerone Dolcissimo
E’ evidente che non sai di cosa parli.
“ESPONENTI DI UN DIRIGISMO CHE HA INFILTRATO LA UE”
L’HANNO **FONDATA** l’UE, come hanno attivamente partecipato a mettere operativamente in pratica, dagli anni’70, il “liberismo-libertario-liberale” della scuola di Chicago che tramite la scuola Austriaca ha gettato le fondamenta ideologiche della restaurazione. In Europa, come al solito, si sono accodati alla ordoliberale Germania che avrebbe impaludato di cosmesi socialista il liberismo sfrenato ante ’29. Liberismo che non aspettava altro di mostrare il suo vero volto alla prima occasione: Maastricht, il Trattato di cui non hai idea di cosa parli, più l’EURO (detto anche “quota 90” per diversamente socialisti), dopo aver già dato gli avvertimenti con SME, divorzio Tesoro BdI e golpe italiano del’92.
Non sai nulla di storia economica poiché dimostri di non conoscere la “doppia verità” del liberismo smithiano che nasce dalla cultura liberale anglosassone: quello dei “bad samarithans”, cioè fate quello che dico non fate quello che faccio.
Scolpiscitelo in testa questa cosa: “il pensiero liberale socialdemocratico”, del welfare state, non ha MAI avuto nulla a che fare con “l’Europa federalista” e, vi vada di traverso, il Fogno Europeo.
C’è un’incompatibilità di fatto tra dimensioni dello Stato-nazione e socialdemocrazia: o una o l’altra. LO SI SA DA SEMPRE. Leggiti le analisi di Hayek negli anni ’30 che prevedeva cosa sarebbe successo a tentar di formare uno stato federale (stile USA) in un continente “eterogeneo” come l’Europa. ESATTAMENTE quello che sta accadendo in Europa e per cui già i Greci e Portoghesi ringraziano: IL RITORNO DELL’ASSOLUTISMO TRAMITE IL MERCATO. Infatti Hayek, che era liberale, lo raccomadava. Un genio. Del male, ma un genio.
I progetti internazionalisti di questo tipo sono DA SEMBRE da attribuirsi a una visione elitarista che trova nell’epoca moderna in personaggi come Kalergi,von Hayek, Lucas, Delors e, dagli anni ’60, la potentissima finanza angloamericana che ne ha finaziato la realizzazione: organizzarono i think tank da cui documenti come “The Crisis of democracy” ispirarono i vari “Programmi di rinscita” delle varie Propagande2 del Vecchio Continente.
Spinelli e Rossi furono degli ingenui idealisti che prestarono un volto “tinto di rosso” al peggior progetto eugenetico dalla WWII:
http://www.ilmoralista.it/2014/03/25/2084-bestie-di-ventotene/
giandavide
la proposta è interessante, e perciò è irrealizzabile. per il resto da una parte rifiuto la categoria di conservatore per quanto riguarda questa mania di riformare la costituzione, come se fosse il principale problema italiano. io considero di per se stessi questi tentativi come sintomo di scarsa serietà: se puoi aiutare il tuo paese con riforme che richiedono la maggioranza semplice, chi cazzo te lo fa fare, a te grande uomo politico, di impelagarti in manovre che richiedono un improbabile 66%? la risposta per me non può che essere una: perchè non vuoi fare un cazzo. e vale sia per berlusconi che per renzi.
i conservatori e i reazionari sono quelli che vogliono conservare questa struttura sociale, non quelle che vogliono conservare i meccanismi di garanzia. e i meccanismi di garanzia servono proprio ad evitare il fatto che il primo stronzo che arriva piglia e cambia la costituzione. non hanno cambiato la costituzione per togliere il falso in bilancio e conflitto di interessi e mettere le leggi fini e bossi fini. e trovo veramente scarso il dibattito politico odierno che sembra concentrato su come si cambia meglio la costituzione. direi che così non va proprio, dato che non abbiamo bisogno di una nazione di allenatori filosofi, ma di un pò di buona politica.
giandavide
ps. non è che la categoria di conservatore rifiuto solo da una parte: la rifiuto anche dall’altra. solo che poi non rileggo e non cancello.
Marco
http://editoriale.com.unita.it/politica/2014/04/03/e-ora-come-si-elegge-il-capo-dello-stato/
Tenerone Dolcissimo
@ leopoldo
Mah uno spezzatino di Amato o una bracioletta di Casini me li farei volentieri.
Tenerone Dolcissimo
Oddio, forse Casini è troppo magro per cavarci delle buone braciole che devono essere grasse per essere gustose. Forse se ne potrebbe fare un buon brodo non troppo pesante e da metterci dentro spaghetti sminuzzati.
Tenerone Dolcissimo
@ SantiNumi
Ho qualche difficoltà a trarre un filo logico nelle tue obiezioni, cmq sottolineo di non avere ipotizzato alcuna continuità fra Spinelli e le bande montiane.
Di sicuro non c’è nulla fra liberali come Reagan e Thatcher, che hanno deregulato tutto il deregulabile, e gente come Monti che ha normato anche su curvatura e misure delle banane e lunghezza dei preservativi.
leopoldo
effettivamente anche cassini è un po’ lesso (-:
XMarco, xSilvia
fa piacere che anche l’unità incomici a prosi dei dubbi, effettivamente la riforma del senato crea + confusione che soluzioni. é più comodo abolirlo e basta, nel vecchio ordinamento già erano pressenti gli ellettori per il presidente della repubblica. Credo che l’attuale proposta di Renzi sia misto mancanza di corraggio nell’eliminare il senato e mediare tra le bolge delle burocrazie, interessi dipendenti da esso.
cmq meglio iniziare a muoversi anche se all’inizio lo stanno facendo un po’ male.
chi riesce recuperi la trasmissino di rai3 gazebbo di ieri sera, c’è un performace di Renzi impareggiabile alla crozza. qualcuno dovrebbe spiegare a Renzi che quando si rappressenta ufficialmente l’italia all’estero è obbligo parlare italiano è una questione di identità nazionale, fare quello che ha fatto è solo sottomisione culturale – che lo faccessero Monti e berlusconi era una caffonata nei confronti degli italiani, loro non sono politici né diplomatici – . Se si vuole andare in EU bisogna sapere chi siamo quali esigenze abbiamo e cosa possiamo proporre: perlare italiano è un buon modo per farsi capire. I politici si facciano capire che i traduttori esistono per tradurre.
SantiNumi
@Tenerone Dolcissimo
Il liberalismo che hai in mente semplicemente non è mai esistito: la “doppia verità” del liberismo è sempre stata, dai tempi di Smith, protezionismo in casa, Stato azienda strategica del paese, mercantilismo e, una volta acquistato il vantaggio di “posizione”, proselitismi globali per far liberalizzare i mercati strategici DEGLI ALTRI, che vengono invasi dai capitali esteri (IDE) e vengono colonizzati, sfruttati e depredati. (Ciò che ora stiamo subendo)
The bad samaritans: fate quello che dico ma non fate quello che faccio. “La ricchezza delle nazioni” di Smith è un inno al protezionismo.
Monti persegue le politiche ordoliberiste di stampo tedesco che sono le stesse su cui si fonda l’UE, con la stessa doppia verità: barriere burocratiche asfissianti per le PMI degli Stati aderenti, libero flusso di capitali, corridoi preferenziali tramite “bustarella” a Bruxelles per i grandi cartelli industriali e finanziari.
QUESTO E’ IL LIBERISMO DA SEMPRE.
Spinelli e Rossi sono interessanti perché sono stati “utili diversamente furbi” che (come del resto, in modo complementare, anche Marx), si sono fatti promotori dell’internazionalismo che altro non è che il sogno erotico secolare di tutti i banchieri: non avere barriere e Stati nazionali che possano ostacolare il loro illimitato potere di controllare il credito.
L’internazionalismo è sempre stato liberista, reazionario e involutivo per un semplice fatto: per motivi prettamente culturali il proletariato non può essere internazionalizzato, il CAPITALE NASCE INTERNAZIONALE.
Quindi, almeno per la mia opinione che risente della sensibilità politica di Lelio Basso, il liberismo “moderato” in cui credo tu ti riconosca, si chiama “keynesismo”: il socialismo inglese che si compie con il “rapporto Breveridge” e che accetta l’economia di mercato. Inoltre, a fianco dell’analisi economica keynesiana e kaleckiana, riconosco e trovo fondamentale quella componente del “materialismo storico” marxiano che vede nella lotta di classe figlia del conflitto distributivo. l’anima delle dinamiche sociali.
Gli economisti sono una pessima razza perché generalmente san bene questi basilari concetti ma non lo dicono se non nei corridoi delle rispettive facoltà.
Ma, d’altronde, per ovvi motivi sono i primi a subire la “capture” degli interessi finanziar: NESSUNO CREDE ALLA DOTTRINA NEOCLASSICA, neoliberista: è un strumento ideologico per l’asservimento delle classi subalterne.
Cordiali saluti.
Tenerone Dolcissimo
Gli esponenti liberali più autorevoli della nostra epoca sono: Friedman, Thatcher, Reagan ed Antonio Martino.
Ricordo incidentalmente che:
– Thatcher fu quanto meno fustigatrice della (allora) CEE;
– sempre Thatcher era esponente della piccola impresa e dei ceti di destra estranei all’aristocrazia Tory: era figlia di un droghiere e faceva una politica favorevole alla sua operosa classe sociale: poche regole e poche tasse e lo stato mi stia a tre passi dai coglioni;
– Friedman sbeffeggiò impietosamente l’euro e previde che avrebbe sfasciato l’Europa;
– Martino ha stroncato il fiscal compact.
Questi sono i fatti. Se poi la lettura del Parerga Und Paralimonena ispirata e filtrata alla luce dell’etica Kantiana e dell’Hegelismo più spinto che erano stati e sono fonte dell’azione politica che da Spinelli e Togliatti e Renato carosone giunge sino a Monti e Raoul Bova passando per De Gaulle, Gianni Rivera e Fanfani e condizionando il substrato sociale italiano che collega ceti affluent alle frange medio-popolari ti suggerisce altro … beh non posso farci niente. I fatti fatti sono.
SantiNumi
@Tenerone
“Thatcher fu quanto meno fustigatrice della (allora) CEE;” E’ uno scherzo? La Thatcher esponente della piccola borghesia?
Non sei una persona seria: non sai di cosa parli e sei pure assertivo.
“Friedman ammonì sull’euro COME TUTTI GLI ECONOMISTI: Friedman AMMISE di aver detto una sacco di baggianate sul monetarismo: SI PENTI’
“Martino ha stroncato il fiscal compact”: questa la spieghi?
Poi, caro supercazzolaro, ti stai dimenticando che il liberismo ha fatto della SUPERCAZZOLA la sua toeria economica: mega neanchecomefosseantani SRAFFIANATE per tener insieme scemenze TOLEMAICHE: tutti quei caxxo di epicicli pur di non ammettere che è la Terra che gira intorno al Sole.
Il liberismo è solo lo strumento principe per l’asservimento delle classi subalterne: geniale intuizione di Adam Smith per servire la Corona.
Ste baggianate valle a raccontare ai piddini, non agli economisti keynesiani. Anche la FED ha dovuto ammettere che non è il Sole che gira intorno alla Terra.
Ti lascio discutere con @Giandavide, avete un sacco di cose in comune.
Te saludi.
Tenerone Dolcissimo
► “Thatcher fu quanto meno fustigatrice della (allora) CEE;” E’ uno scherzo? La Thatcher esponente della piccola borghesia?
Sulla Thatcher troverai agevolmente materiale che comprova quel che asserisco. Ti dono due perle tratte da wikipedia sui punti principali.
1) nacque il 13 ottobre 1925 a Grantham nel Lincolnshire, in una famiglia di solidi principi religiosi e di fede protestante metodista; suo padre era droghiere e impegnato nell’attività politica e religiosa locale.
2a) politica estera accentuò la sua ostilità nei confronti dell’Europa, opponendosi fermamente al progetto di creare l’Unione europea e soprattutto alla possibilità di creare una moneta unica
2b) Nel giugno 1984, al congresso per il bilancio finanziario europeo a Fontainebleau, Thatcher pronunciò la famosa frase “I want my money back!” (rivoglio indietro i miei soldi!)[17], riferendosi al 50% dei finanziamenti per l’Europa che finiva al settore agricolo.
Con questa regola, i Paesi più attivi nell’agricoltura (soprattutto la Francia, padrona di casa del congresso) beneficiavano di un importante contributo alla propria economia, a danno di quelli meno attivi come proprio il Regno Unito, che di fatto sostenevano l’altrui settore primario. Il Primo Ministro pretese e ottenne una revisione di tale accordo, che finì per creare l’assegno britannico, in pratica una forte riduzione del contributo della Gran Bretagna all’agricoltura europea[
Se poi non credi che fosse una partigiana della piccola borghesia ti cito quel che dice di lei un sito comunista “Nazionalismo e anticomunismo: sono proprio le idee piccolo borghesi di una «figlia del droghiere», una visione piccina eppure radicata in fette di società. La tragedia è stata quella che queste fette di società hanno governato per più di dieci anni, influenzando l’Europa tutta.”
► “Martino ha stroncato il fiscal compact”: questa la spieghi?”
Te la spiego subito. Ha votato contro in Pralamento e ne ha detto peste e corna preannunciando il voto. Su YT troverai facilissimamente il suo intervento.
Un consiglio. Io apprezzo molto le tue ricerche filosofiche. Ma la filosofia è come la pelle dei coglioni. La si puo’ tirare dove si vuole. Consiglierei una maggiore attenzione ai fatti.
valerio
Prima di poter anche solo pensare di modificare la Costituzione occorre recuperare la Sovranità.
Solo allora potremo discutere se il testo del 48 vada emendato e in che misura.
valerio
@santi numi
I teaparty (http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/glossario-allargato-teoria-e-pratica.html) come Tenerone vorrebbero mitigare gli effetti della violenta reazione ordoliberista, alla lunga negativa anche per il capitale stesso, con una politica economica più accomodante di tipo fordista dove il lavoratore viene retribuito quel tanto per poter consumare.
Non sanno però che prima deve essere compiuta l’opera di macelleria sociale inziata con Monti.
Solo quando il capitale, sotto forma di privatizzazioni, avrà messo le mani su tutto l’arraffabile (e quindi oltre a ENI ed ENEL anche le municipalizzate e, perchè no, i comparti giustizia e difesa) allora la morsa verrà allentata e si realizzerà quella società primitiva dove “lo stato sta a tre passi” e le classi inferiori lavorano e consumano senza rompere le scatole al capitale.
Fino ad allora, o fino a quando non si tornerà allo Stato sociale previsto dalla Costituzione, ci saranno tensioni.
Tenerone Dolcissimo
@ valerio
Monti ha fatto maceleria sociale per poter continuare a mantenere una vasta casta di mandarini di regime, che noi veri liberali, se avessimo il potere, procederemmo a macellare ma non in senso figurato, come mostrano i gloriosi precedenti della rivoluzione francese e di Cromwell.
Quanto alle privatizzazioni i primi ad essere contrari sono proprio i maGnager di stato cioè quelli che beccano 3 milioni di euro senza saper fare una ceppa.
Io ho l’impressione che tu non sappia bene chi difendi.
valerio
Difendo una cosa che si chiama COSTITUZIONE.
Non è una parolaccia, è la Carta dove sono scritti i diritti e i doveri fondamentali della Comunità Stato.
‘E dimostrato scientificamente che i tagli alla spesa pubblica in momento di recessione sono dannosi, ma tu continua pure a recitare il mantra bastaspesapubblicaimproduttivabrutto e a fare così il gioco di chi vuole stracciarla quella Carta.
Del resto è come se su una nave con uno squarcio di 10 metri nella chiglia (l’euro) ci si preoccupasse di asciugare il ponte di coperta (la spesa pubblica improduttiva).
SantiNumi
@valerio
Molla Tender Tatcher: è un troll o ha dei ritardi.
Luciano Barra Caracciolo è il miglior filologo in circolazione: oltre all’eclettismo multidisciplinare ha quella caratteristica che contraddistingue quelli del nostro gruppo: ha basi macroeconomiche f0tXXXam3nte solide.
Tenerone Dolcissimo
@ valerio
Non sapevo che la costituzione preveda l’obbligo di mantenere carrozzoni statali parassitari.
In ogni caso, ti ricordo che la spesa pubblica significa tasse. Secondo te, se tagliassimo la spesa pubblica parassitaria e mettessimo 300 euro in busta paga per l’operaio medio non pensi che l’economia ne trarrebbe un bel vantaggio. I metodi keynesiani non sempre funzionano e quando funzionano funzionano per brevi periodi, ma le mafie e il lassismo ed il parassitismo e l’immobilismo sociale che generano vanno avanti per generazioni.