Secessionisti veneti: sino a che punto prenderli sul serio?

Di cosa si tratta, di un piccolo manipolo di esaltati o di una cosa molto più pericolosa? E’ plausibile l’ipotesi della nascita della lotta armata in Veneto? Veneto come i paesi baschi? Queste domande sono rimbalzate per tutta ieri, alla notizia dell’arresto di 24 indipendentisti veneti, che disponevano di una certa quantità di armi fra cui un rudimentale carro armato: un trattore con delle lamiere, munito di una imprecisata arma da tiro. Le notizie sono poche, parziali e frammentarie e la fonte più ricca di informazioni sono i testi di alcune intercettazioni telefoniche pubblicate oggi dal “Fatto quotidiano” (leggetele, sono molto interessanti).

Ma è probabilissimo che nelle carte degli inquirenti ci sia decisamente di più: conosco per esperienza la procura bresciana e so che non sono prodighi di notizie con la stampa, per cui è bene muoversi con molta cautela, partendo dalle poche evidenze:

1. il “carro armato”: non sappiamo quale sia lo spessore della lamiera è come siano state effettuate le saldature, ma è con ogni evidenza una costruzione rudimentalissima ed, a primo colpo d’occhio una cosa da sfasciacarrozze non in grado di resistere ad un colpo di mortaio o, forse, anche meno

2.  Il numero dei partecipanti: gli arrestati sono solo 24 (e non sappiamo sino a che punto ciascuno è coinvolto), naturalmente è possibile che ce ne siano molti altri, pronti a partecipare alla lotta (vedremo se ci saranno altri arresti o, almeno, avvisi di garanzia). Però, anche dalle intercettazioni, si ricava l’impressione di una organizzazione non numerosa e non particolarmente complessa, come dovrebbe essere se si trattasse anche solo di diverse centinaia di persone. Né vi sono altre evidenze che facciano sospettare seguiti particolarmente numerosi. Dunque, nel complesso ci sembra che si tratti di alcune decine, al più, un centinaio di persone. Troppo poche per un’insurrezione.

3. Le armi: ci sono, ma non si dice né quante né di che calibro o potenza di fuoco, tuttavia se ci fossero stati anche alcuni kalashnikov se ne sarebbe parlato al pari del “carro armato”. Dunque, si immaginano al più qualche decina di pistole e, al massimo, qualche carabina: poca roba.

4. Livello di professionalità degli uomini: molto prossimo allo zero, almeno dal punto di vista della cospirazione sono dei veri polli,  essendosi fatti beccare prima di fare alcunché. E le intercettazioni fanno capire che il gruppo era nel mirino del Ros da un pezzo.

5. Rete di relazioni: sappiamo di un incontro con altri due gruppi indipendentisti (sardi e friulani) nel 2012 da cui sarebbe scaturita l’ “Alleanza”. Anche qui poca roba. Però dalle intercettazioni si sente parlare di viaggi in Albania (“dove c’è l’arsenale”) e di contatti con la Serbia, non sappiamo se a livello istituzionale o, più sensatamente, con qualche altro gruppo estremista. Da considerare, anche perché potrebbe trattarsi di contatti con la mafia albanese e l’arsenale potrebbe rivelarsi ben più cospicuo di quello trovato sin qui, ma neanche qui è tutto da vedere.

Tutto ciò premesso, si ricava che, con quelle armi e quel numero di uomini non si fa né una insurrezione né una guerriglia. Si può fare una azione dimostrativa eventualmente molto cruenta. Ma, al termine della quale, non ci sarebbe scampo per gli attentatori che finirebbero tutti arrestati o peggio (e, infatti, nelle intercettazioni, si dà più o meno per scontato il rischio di finire in galera).

Ma a che scopo? Una prima ipotesi è quella della “scintilla che dà fuoco alla prateria”, cioè un gesto clamoroso  a seguito del quale inizia la vera insurrezione. In effetti, nelle intercettazioni c’è chi dice che “parte della polizia sta con noi”, per cui i congiurati si sarebbero attesi (non sappiamo sulla base di quali elementi o fantasie) una defezione dei corpi armati dello Stato, il che avrebbe dato altra concretezza al piano eversivo. Ma, per quanto la situazione in Veneto sia piuttosto tesa (ad es. è una delle regioni in cui ci sono stati diversi suicidi di imprenditori ed in cui si avverte un marcato malcontento fiscale), appare del tutto improbabile lo sviluppo di una rivolta armata in qualsiasi forma. Anche il “referendum” di una decina di giorni fa che parlava di un 80% di veneti favorevoli all’indipendenza, con una partecipazione di milioni di votanti, era una palese bufala priva di ogni consistenza che solo la fame di scoop dei nostri mass media ha trasformato in qualcosa di cui valga la pena di parlare.

Se realmente gli arrestati pensavano a questa eventualità, vuol dire che avevano perso ogni contatto con la realtà e che i recenti avvenimenti ucraini ne avrebbero esaltate le aspettative. Dopo di che l’insurrezione non ci sarebbe stata, ma, magari, un po’ di morti ci sarebbero scappati. Oppure come la miccia che consente ad altri di intervenire. Ma non ci sono elementi che supportino questa ipotesi.

Dunque, potremmo concludere con il giudizio del comandante del Ros di Brescia, autore dell’inchiesta: velleitari ma pericolosi.

Però c’è qualche aspetto che induce a non accontentarci di questa soluzione così tranquillizzante. Ad esempio la presenza fra gli arrestati di Franco Rocchetta. Non sappiamo, peraltro quali siano gli elementi a suo carico e sino a che punto sia realmente coinvolto nell’affaire (lui per ora sembra smentire ogni partecipazione), tuttavia Rocchetta non è un personaggio da prendere sotto gamba: il suo nome spunta nell’elenco dei partecipanti al viaggio nella Grecia dei colonnelli, organizzato dagli uomini dell’Aginter Presse e di Ordine Nuovo. Pochi mesi dopo, l’uomo era a Praga, proprio quando arrivavano i carri armati russi: un’ottima posizione per chi debba riferire. Nel 1980 fondò la Liga Veneta, la “madre di tutte le Leghe” che , già nel 1983 ottenne un deputato ed un senatore. In seguito, la Liga Veneta confluì nella Lega Nord e Rocchetta fu deputato e sottosegretario.

Un personaggio certamente non riducibile ad un esaltato, anche se sicuramente ha posizioni estremistiche che lo hanno portato a rompere con la Lega Nord, accusata di aver rinunciato all’obbiettivo separatista. E dunque, occorre saperne di più e capire se sia realmente convolto nella cosa, perché se lui fosse dentro, dovremmo guardare al fatto con tutt’altra ottica. Ad esempio, il progetto in sè resterebbe ugualmente velleitario, ma potrebbe sorgere il dubbio che sia funzionale ad altri obiettivi non dichiarati. E magari scoprire che ci sono altri interessati a suscitare l’immagine di un paese allo sbando attraversato da fremiti di lotta armata.

E dovremmo chiederci: chi muove i fili di questa grottesca rappresentazione?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (15)

  • Tenerone Dolcissimo

    Scusi professore, ma non sarà mica tutta una pagliacciata messa in piedi per screditare i secessionisti? Un po’ come l’attentato di Preiti al carabiniere di Palazzo Chigi, di cui infatti non si parla più perché gli italiani hanno managiato la foglia. Grazie e saluti.

    • Tenertone: tiutto può essre, ad esempio screditare la Lega, il M5s, i forconi oppure… l’Italia di fronte all’estero. Comunque la presenza di Roicchetta merita qualche approfondimento

  • Pierluigi Tarantini

    …. chi muove i fili di questa grottesca rappresentazione?
    Dopo il tanto decantato movimento dei forconi ora dobbiamo preoccuparci pure del tanko?
    Non credo.

  • Tenerone Dolcissimo

    Questo è sicuro. Cmq Lei dell’attentato di Preiti sa qualcosa o ha impressioni più precise? A me incuriosisce molto il fatto che la stampa di regime non ne parli più dopo averci battuto la grancassa a lungo nei primi giorni.

  • In teoria la risposta è molto semplice: chi muove i fili è quello che ci guadagna.
    Il risultato fino a questo momento è che chi protesta (includendo di rimbalzo la lega) è stato associato a gente pericolosa che non si fa scrupoli di sparare. Un misto di demonizzazione e di ridicolizzazione che è utilissimo per tenere a distanza quasi tutti.

  • Condivido il sospetto.

    Non mi meraviglierei se dietro ci fossero i soliti Servizi che non parlano italiano.

    E’ stato il mio primo pensiero.

  • La farsa, la carnevalata della secessione con il trattore “rafforzato” non puo’ essere in questi termini.
    Che lo Stato e i mass media imbastiscano questa speculazione mediatica deve avere un motivo.
    Che poi ci siano stati dei “buontemponi” che hanno anche speso giorni a montare e saldare il carrettino per farne un arma di distruzione di massa, attesta il livello di demenza raggiunto dalle persone. E allora?
    Partiamo da un presupposto: sapete perchè, spesso viene preso e multato un bambino che ha comprato una caramella ad un negozio e non gli hanno fatto lo scontrino, e il caso, viene rimbalzato nelle televisioni?
    E’ tutto predisposto: si prende un bambino, se ne fa un caso assurdo per far parlare la gente, e si raggiunge lo scopo della deterrenza verso quelli che sono usi non fare gli scontrini. Se avessero preso uno, mettiamo, che aveva fatto 300 euro di spesa senza lo scontrino, la cosa era normale, non ne avrebbe parlato nessuno.
    E veniamo al Veneto. Con la crisi galoppante che ha sdraiato la micro economia di quelle parti, con attitudini secessioniste che sono oramai da decenni in auge, con l’esempio della Crimea, e in situazioni anche in Europa alquanto incerte, a mio avviso “qualcuno” ha voluto dare un avvertimento, attraverso questa prova di forza. E’ un avvertimento in prospettiva futura che non si può sapere come evolva, ma ben si sa che il problema c’è ed è serio.
    Con il carrarmato giocattolo tutti ne parlano e l’effetto è stato raggiunto.
    Se stanno cos’ le cose, devo anche pensare he ce stato chi, ha suggerito, ha ispirato, dal di dentro la faccenda del carrarmato, e i pesciolini hanno abboccato.
    Una cosa è certa: questi hanno superato anche il “Vogliamo i Colonnelli” di Monicelli, il che è tutto dire.

  • mah dopo avere visto il tipo con l’accappatoio verde ho avuto la netta sensazione che non si tratta di una cosa seria. vabbè che col fiscal compact dobbiamo rassegnarci alle cose raffazzonate, ma questo mi sembra troppo. se vogliono fare una manovra complottista se la studino meglio ed evitino di contemplare gente che fa dichiarazioni in tale abbigliamento. se ci fosse stata più sostanza avrebbero curato di più l’apparenza.

  • L’antico vizio delle sempre eterne “trame nere” vedo che non tramonta mai.Infatti per rendere la trama più succulenta si rispolvera il viaggio del giovane Rocchetta in Grecia ai tempi dei colonnelli.Allora ricordo che il giornale britannico “Observer” imbastì una campagna di stampa scandalistica, inventandosi il famoso ma mai identificato “signor P”.Questo fantomatico “signor P” che sarebbe stato l’agente segreto dei colonnelli greci in Italia, fu da prima indicato essere Randolfo Pacciardi, poi Pino Rauti.Poco importa che a quest’ultimo, tutto ciò costò l’arresto,ma poi successivamente il suo proscioglimento da ogni accusa. Fu il britannico “Observer” ha inventarsi la c.d. “strategia della tensione” e il “signor P”, con l’esito finale che l’unico soggetto politico a beneficiare della stagione delle bombe fu il PCI di Berlinguer non certo il MSI di Almirante.Il MSI in pratica fu messo fuori da ogni gioco politico, mentre i comunisti furono associati nella gestione del potere.E’ sempre valido il noto quesito anche nel caso dei venetisti:
    “cui prodest”?

  • Tenerone Dolcissimo

    @ SantiNumi
    Non penso che i servizi che non parlano italiano possano avere responsabilità in Preiti. In primo luogo la cosa è stata gestita in modo troppo cialtronesco; il che farebbe propendere per un’origine nostrana.
    Inoltre, i servizi che non parlano italiano avevano interesse a stabilizzare la classe politica in carica finché c’era il comunismo e, quindi, tutto doveva rimanere fermo e immobile e paludoso e anche spostare un usciere del ministero avrebbe mandato a puttane -per usare un espressione cara al Manzoni- l’assetto internazionale costruito a Yalta (ed anche a Suez, sibbene pochi considerino Suez).
    Adesso gli amici stranieri hanno un solo interesse: mantenere le basi. E in tal senso si sono già mossi ed assicurati, come dimostrano i primi abboccamenti conditi di amichevoli pacche sulle spalle al M5S.
    Se poi qualcuno scannasse l’intera classe politica, agli amici stranieri farebbe un baffo (Andreotti docet). Quindi, se qualcuno si presentasse alla nota ambasciata lordo del sangue di Casini e con pezzi di materia cerebrale di Amato sulle spalle e dicesse “no problem dear friend, ho già dato disposizioni di non toccare le basi. Adesso vado che ho finito il colpi e trovarli sarà una faticaccia”. Probabilmente gli risponderebbero “ stai tranquillo amico italiano e aspetta un attimo. Ehi Bob chiama l’armiere e digli di portare una cassa di proiettili per questo simpatico ragazzo”.

  • Buongiorno Professore, come mai liquida in due righe il referendum come una bufala? Si riferisce alla “virtualità” della consultazione o c’è altro? Io ritengo sia stato un evento significativo, anche e soprattutto considerata la sua lunghissima gestazione.

  • Tutto questo a me sembra null’altro che una cialtronata. Certamente la faccenda non può liquidarsi come mera episodio inquadrabile fra le inziative di un tardivo carnevale veneziano e ciò non perche la vicenda in sé presentasse profili di concreta pericolosità, bensì perché costituisce ulteriore riprova – ove mai ve ne fosse necessità – del malcontento che cova nell’intero Paese e che in ragione delle differenti peculiarità regionali si esprime con forme ed intensità diverse.
    In definitiva, ciò che rileva in tutta questa storia è il manifestarsi di un’insofferenza sempre più in cresicta verso le istituzioni e la persistente incapacità (se non addirittura assenza di volontà) di coloro che guidano le istituzioni nell’intercettare le reali istanze della società civile e nel dare attuazione a politiche capaci (senza facili pupulismi o proclami da “vendite straordinarie” di fine stagione) di ridare alla cittadinanza, se non l’atteso livello di benessere ed efficienza della burocrazia, almeno la speranza di una effettiva ripresa Se anche la speranza viene meno il patto sociale si risolve per inadempimento dello stato ed allora si che tutto può accadere.

  • cristiano trapletti

    Qualche anno fa era successa una pagliacciata simile? Mi sembra di ricordare che Bossi & C. avessero tolto qualche vecchia legge antiterrorismo per togliere dalla bratta i criminali falliti, in realtà cialtroni, che, comunque, non costituivano alcun pericolo per lo stato fascista e/o borghese. Al massimo occupano piazza S. Marco, poi viene l’acqua alta, si bagnano anche i piedi e tornano a casa con il raffreddore. Forse la pagliacciata serve a reintrodurre la vecchia legge, per reprimere meglio eventuali lotte operaie, o simili, o guerre di servizi modello ucragniano…

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