Se lo Scudo diventa uno scudetto…
Brutto compromesso questo della Corte Costituzionale sul “legittimo impedimento”: dà torto al Cavaliere, ma non troppo e spalanca le porte ad una catastrofe giudiziaria senza precedenti.
Ragioniamoci un po’ su: se il legittimo impedimento è qualcosa che riguarda il solo Presidente del Consiglio, allora è una sorta di immunità che non può essere stabilita per legge ordinaria, ma con legge di revisione costituzionale, ed allora il provvedimento doveva essere bocciato senza se e senza ma, in applicazione da quanto stabilito dall’art. 138 della Costituzione. Ma se il legittimo impedimento non è una immunità che richieda revisione, allora costituisce una disparità di trattamento fra un cittadino (il Presidente del Consiglio, per quanto importante, è pur sempre un cittadino come gli altri) e tutti gli altri e doveva essere bocciato ai sensi dell’art. 3 della Costituzione. Allora non resta che una via: affermare il legittimo impedimento come principio generale, per il quale le udienze processuali possono aver luogo solo se l’imputato può presenziarvi e non sia in qualche modo impedito (ammalato, all’estero per ragioni di lavoro, impegnato come teste o come imputato in altro processo, in missione per conto dello Stato o per mille altri motivi). In questo ultimo caso, però, è facile prevedere che ogni imputato “eccellente”, in grado di costituirsi buoni pretesti e di pagare ottimi avvocati, solleverà sistematicamente il suo “legittimo impedimento”.
Ma, si dice, la Corte ha stabilito che è il giudice a stabilire se l’impedimento è tale da accogliere l’istanza di rinvio o no. E qui sta il trucco: questo darebbe agli avvocati il destro per trasformare il processo in una continua guerriglia procedurale. “Il mio assistito è ammalato.. deve sottoporsi ad un importantissimo accertamento fissato proprio per quel giorno” oppure “Se non avesse partecipato a questa riunione a Parigi ne avrebbe avuto un danno grave ed irreparabile” o anche “Deve deporre nel processo XY a settecento Kilometri di distanza” (magari in un processo del quale nulla sa e nulla dirà, ma nel quale è stato citato come teste da un avvocato amico proprio per far saltare l’udienza del processo dove è imputato) è così via. Il giudice cosa può fare per valutare se l’impedimento sia vero? Disporre visite fiscali, accertamenti, verifiche. Tutte cose possibili ma che richiedono tempo e, magari la richiesta di rinvio è stata presentata tre giorni prima dell’udienza.
Ma ammettiamo pure che il giudice riesca tempestivamente ad accertare che l’impedimento non è vero o che non sia tale da pregiudicare la presenza dell’imputato in aula: questo diventerà ovviamente oggetto di ricorso in Cassazione per stabilire la nullità dell’udienza e delle prove testimoniali raccolte durante il suo svolgimento.
Il giudice sarebbe comunque impegnato a districarsi in un continuo filibustering processuale ed, intanto, il tempo corre e la prescrizione si avvicina.
Aspettate che gli avvocati penalisti si accorgano di quale spiraglio gli ha aperto questa sentenza e poi ne riparliamo.
Tutto perchè la Corte, nell’ansia di un verdetto “politicamente gestibile”, non ha avuto il coraggio di affrontare la questione alla base: partecipare all’udienza è sicuramente un diritto dell’imputato, ma la sua assenza (per quanto giustificata) non è un motivo di nullità dell’udienza. E, infatti, è pacifico che la stragrande maggioranza delle udienze si svolga in assenza dell’imputato o perchè impedito o per sua libera scelta. Quello che conta è che siano fatti salvi i diritti della difesa e questa è assicurata dagli avvocati che sono gli unici a poter intervenire nel dibattimento. O, per caso, vi risulta che l’imputato intervenga quando e come vuole durante il processo? Ma, qualcuno osserverà. l’imputato. ascoltando le dichiarazioni di un teste, potrebbe suggerire all’avvocato una qualche domanda o una obiezione. In questo caso (rarissimo: ce lo si conceda), se l’imputato fosse assente e sapesse dopo di quelle dichiarazioni, l’avvocato potrebbe sempre richiedere la rinnovazione della testimonianza in contraddittorio con il proprio assistito. Quale è il problema?
Berlusconi sostiene che assisterebbe diligentemente ad ogni singola udienza se non fosse legittimamente impedito dal farlo… come dimostra la sua assidua assenza dalle aule giudiziarie nei periodi in cui non è stato Presidente del Consiglio. La verità è che questa bufala del legittimo impedimento è solo un espediente ostruzionistico della sua difesa per impedire qualsiasi processo e la Corte Costituzionale avrebbe dovuto prendere il toro per le corna ed affrontare il cuore del problema bocciando senza riserve la legge in questione. Ma gliene è mancato il coraggio: dopo il pressing subito a seguito della precedente sentenza sul Lodo Alfano, non se la è sentita di reggere una nuova offensiva della destra.
E se non è emergenza costituzionale questa, cosa altro lo è?
Aldo Giannuli, 22 gennaio ’11
aldo giannuli, avvocati penalisti, corte costituzionale, emergenza costituzionale, legittimo impedimento, pd, pdl, presidente del consiglio, processo civile, processo penale, silvio berlusconi
Daniele
Tu immagini tutti gli scenari possibili in cui chi ha potere, agganci, denaro, li sfrutta per aggirare la legge a suo favore. Wow, non ci aveva mai pensato nessuno. Ma com’è che si dice? fatta la legge trovato l’inganno? che per chi pensa che scoprire l’uovo di Colombo sia uno scoop significa che le leggi sono compromessi non possono essere senza scappatoie, non possono per questioni intrinseche alla società civile moderna. Ma abbiamo davvero bisogno di una società di leggi e di giudici e di forze dell’ordine? si? si dai diciamo di si, ma perchè? ci scanneremmo, allora accettiamo quello che si chiama compromesso sociale. ah! ecco la parola, compromesso, e se è un compromesso automaticamente risulta ovvio come non sia possibile una legislazione perfetta che esuli da scappatoie, perchè una legislazione che non ammette scappatoie, diventa automaticamente una monarchia.
Ma digressioni a parte, io voglio vedere tu, quando avrai bisogno di un legittimo e sacrosanto impedimento, se potendone usufruire per reale necessità ci sputerai stoicamente sopra, per incompatibilità ideologica! Come ho già detto, siete tutti belli a criticare, ma nessuno propone mai qualcosa, come se distruggere fosse davvero la vera base per poter costruire, ah ma i compromessi mica si trovano se distruggi l’altra parte,fazione,avversario, oggi meglio noto come nemico anche se solo politico, ma…nemico. E senza compromessi…niente società, non civile almeno.
ugo agnoletto
tutto questo non avverrebbe se gli italiani non fossero consenzienti. Con questo non dico che gli italiani non sono brave gente, ma perché Berlusconi si presenta uno che garantisce un certo status quo ed è anticomunista. La parola comunismo fa ancora tanta paura, per fortuna, perché idealmente ricorda che la libera concorrenza e il capitale non possono essere il criterio ultimo della società.
Peucezio
Io ancora non ho capito per quale motivo non ripristinano l’immunità parlamentare tale e qual era prima di Tangentopoli.
Sarebbe difficile, per qualsiasi giudice della Consulta, sostenere che la Costituzione stessa, così come è stata formulata dai padri costituenti, sia “inconstituzionale”!
Sul piano poi del merito, basterebbe far notare che l’immunità, così come era stata concepita in origine e rimasta in vigore per quasi mezzo secolo, aveva la funzione di bilanciare i poteri della magistratura da una parte con quelli del potere esecutivo e giudiziario dall’altra e che l’anomalia attuale viene proprio dalla perdita di tale bilanciamento, tranne a sostenere che dal ’48 al ’93 la magistratura sia stata ostaggio del potere politico e messa non in condizioni di combattere l’illegalità.
Cosa che si può anche sostenere, ma allora si deve ammettere che la prima repubblica sia stata una sorta di dittatura del potere politico, priva di efficaci contrappesi e che l’attuale classe politica e lo stesso centro-sinistra (con l’eccezione di Di Pietro), non solo è erede politica di una dittatura basata sull’arbitrio di un potere politico privo di controllo, ma che fior di parlamentari che ancora seggono sui loro scranni, hanno fatto parte a suo tempo di tale regime o l’hanno comunque avallato.
E comunque, indipendentemente da ciò, resta il fatto che, con questi mezzi provvedimenti che poi vengono sistematicamente cassati, in parte o in toto, dalla Corte Costituzionale, il centro-destra si espone comunque alla continua accusa di perseguire una totale impunità per Silvio Berlusconi, quindi, accusa per accusa, non capisco perché non facciano una misura che non può essere cassata dalla Corte.