Se Grillo e Landini…

Si legge sui giornali di proposte della Fiom a Grillo per la formazione di una lista che raccolga i movimenti di protesta in un unico polo ed è di qualche giorno fa un appello di Giulietto Chiesta che andava in questo senso. Un mese fa era stato Di Pietro a proporre un accordo elettorale a Grillo, che ha respinto la proposta. Prima ancora ci aveva provato Pannella. Tutti tirano per la giacca il vincitore delle ultime amministrative, ma non tutti per gli stessi motivi, con le stesse proposte politiche e con la stessa credibilità. C’è chi pensa ad una aggregazione politica  permanente simile a Siryza, chi ad una vasta alleanza anti montiana e c’è chi pensa solo di prendere un tram per Montecitorio. Il Movimento 5 Stelle si trova ad un punto di svolta che determinerà la sua storia successiva, ha di fronte a sé tre scelte base (con alcune varianti interne a ciascuna).

-andare alle elezioni da solo con la propria sigla;

-accordarsi con movimenti  della società civile (associazioni, sindacati, gruppi culturali, movimenti ecologisti) e con la variabile del proprio simbolo o di un simbolo unitario;

-fare un cartello con altre formazioni politiche (Idv, Rifondazione, forse Verdi o radicali) e movimenti della società civile e presentarsi con un nuovo simbolo unitario;

Ciascuna di queste scelte comporterebbe vantaggi e svantaggi che andrebbero soppesati.

La prima scelta: avrebbe il vantaggio di preservare l’immagine del M5s come novità assoluta nel panorama politico e non compromessa con alcun altro soggetto, ma manterrebbe il movimento nella sua attuale indeterminatezza cosa che potrebbe rivelarsi molto pericolosa in seguito quando, inevitabilmente, le scelte che occorrerà fare finiranno per deludere una fascia del proprio elettorato o l’altra. In breve il movimento si troverebbe costretto a scegliere se irrigidirsi in una qualche ortodossia o restare una aggregazione variegata e molto lasca, in tutti due i casi, affrontando rischi di ripetute scissioni.

Avrebbe altresì il vantaggio di mantenere un simbolo che ormai è abbastanza riconosciuto, ma questo precluderebbe la porta ad altri possibili elettori soprattutto futuri. In definitiva, probabilmente consentirebbe di fare il “pieno dei voti” alle prossime elezioni, ma pregiudicherebbe le possibilità di espansione successiva.

La seconda scelta: amplierebbe lo spettro di raccolta elettorale, ma probabilmente, l’accordo con la Fiom e con associazioni della stessa area marcherebbe a sinistra la lista, facendone una sorta di “sinistra arcobaleno ampliata”. Probabilmente una parte degli elettori non gradirebbe ed il risultato finale sarebbe quello di una raccolta di voti inferiore a quella del M5s da solo. Però questo comporterebbe una precisazione dell’identità del movimento che, facendo perdere non pochi elettori oggi, ridurrebbe i rischi di fratture future e stabilizzerebbe l’identità e la struttura organizzativa del nuovo soggetto politico (sul punto tornerò nei prossimi giorni).  Inoltre, il rischio sarebbe quello di complicare la scelta dei candidati per la presenza di vari soggetti che chiederebbero visibilità. In compenso, questo potrebbe permettere una maggiore espansione in futuro.

La terza scelta: sarebbe, probabilmente la meno produttiva: in primo luogo il M5s si troverebbe assaltato da molti partiti e partitini della più diversa estrazione: Idv, Rifondazione, radicali, forse anche qualche gruppo di destra, oltre le associazioni ed i movimenti di cui sopra, e non sarebbe facile stabilire con chi allearsi e con chi no. Alla fine, a decidere dovrebbe essere Grillo con il suo ristretto entourage. Questo, peraltro accentuerebbe i problemi di formazione delle liste che assumerebbe necessariamente la forma di una trattativa fra gruppi dirigenti per la spartizione dei collegi: decisamente, quanto di più verticistico e meno gradito all’elettorato del M5s si possa immaginare.

In teoria una “alleanza antipartitocratica” potrebbe sfondare il tetto del 20%, ma il movimento perderebbe molto della sua “alterità” e i problemi di formazione del programma si moltiplicherebbero. Peraltro, l’esperienza passata insegna che i patti elettorali funzionano poco e male (Psi-Psdi nel 1968, Dp 1976, Nsu 1979, Pr-Pli-Pri europee 1984, Psi-Psdi-Pr senato 1987, Ppi-Patto Segni 1994,  An-Segni europee 1999, Di Pietro-Occhetto europee 2004, da ultimo Sinistra Arcobaleno 2008) prendendo regolarmente meno della somma delle singole liste e spesso meno dei voti della lista maggiore da sola. C’è qualche relativa eccezione come la lista Msi-Pdium alla Camera nel 1972, e Sel alle europee 2009 ma si tratta di casi assai particolari che meriterebbero un discorso a sè.

Peraltro un cattivo risultato del M5s alla prima occasione di presentazione nazionale ne pregiudicherebbe, ovviamente, anche l’espansione futura. Dunque, nel complesso, la soluzione meno auspicabile.

D’altro canto, molto dipende dalla legge elettorale con cui voteremo: con quella attuale potrebbero esserci altre liste apparentate a quella del M5s nella coalizione, ma se ci fosse una nuova legge che (come sembra profilarsi) scioglie le coalizioni ed attribuisce il premio alla sola lista più votata, questa soluzione sarebbe preclusa.

Semmai, in caso di nuova legge elettorale (che farebbe salire al 5% la soglia di sbarramento) a rischiare grosso potrebbero essere l’Idv e Sel (ed, in questa prospettiva, emerge con chiarezza quale solenne fesseria ha fatto Nichi Vendola con la sua affrettata e non necessaria intesa con Bersani). Infatti, non è detto che possano raggiungere ognuna il 5% fra la concorrenza del M5s e il “voto utile” al Pd per la conquista del premio di maggioranza. In questo caso, sarebbe semmai saggio pensare ad una lista Di Pietro-Vendola-Fiom-Alba con quel che resta di Rifondazione che, almeno, avrebbe la garanzia di arrivare in Parlamento. Peraltro, questa lista potrebbe stipulare un accordo tecnico al Senato con il M5s (soprattutto nelle regioni in cui nessuno ha la possibilità di farcela) e per il resto avere un rapporto di buon vicinato politico con esso.

C’è un unico caso che potrebbe far riconsiderare tutto: sembra che la nuova legge elettorale si baserà sul modello spagnolo di piccole circoscrizioni di 3-4 seggi. Questo significa che una lista, per poter ottenere un seggio in una singola circoscrizione, dovrebbe ottenere almeno il 25-33%. E’ ovvio che il M5s (che prevedibilmente si attesterà su un 12-16% nazionale, salvo smottamenti da una parte o dall’altra oggi imprevedibili) otterrebbe in prima battuta solo una manciata di seggi (forse meno di 5) nelle circoscrizioni piemontesi ed emiliane in cui è più forte, mentre gli altri (Idv-Sel ecc) non avrebbero nessuna speranza salvo eventuali casi locali. La cosa troverebbe un suo compenso attraverso il meccanismo del recupero dei resti nel collegio unico nazionale, dove, comunque, M5s e liste con più del 5% parteciperebbero alla distribuzione di una porzione di seggi molto modesta, decurtata dei seggi già attribuiti e del 15% del premio di maggioranza. Ma, immaginiamo che qualche spiritoso del Pd o del Pdl (sempre alleati quando si tratta di far danni alla democrazia) decida che facciamo a meno della clausola di sbarramento e del recupero dei resti in sede nazionale, per cui c’è solo il recupero in sede circoscrizionale, questo significa che il M5s non andrebbe oltre i 20-25 seggi (pur ottenendo magari un 16% che, in proporzione, darebbe oltre 100 seggi) e gli altri semplicemente non entrerebbero in Parlamento.

Forse, contro questa ipotesi potrebbe giocare  il fatto che la norma metterebbe seriamente a rischio l’Udc, ma non si sa mai. In questo caso di legge ultra-liberticida forse occorrerebbe pensare ad un listone unico in difesa della democrazia contro il golpe partitocratico.

Ma, insomma, sino a quando non vediamo la legge elettorale è inutile fare accordi prematuri, ripetendo l’errore di Nichi.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (30)

  • In ogni caso, la cosa da notare è come si spinga per una legge che determini lo status quo piuttosto che la giusta rappresentanza dei cittadini in parlamento. Finchè l’obiettivo della classe politica sarà l’autoconservazione non ci sarà mai democrazia.

    • Giustissimo e di questo capolavoro dobbiamo ringraziare il Pds di Occhetto che, distruggendo la proporzionale, ha realizzato l’unico colpo di stato riuscito della storia repubblicana. Colpo di Stato che ha poi beneficiato Berlusconi ma Occhetto che passerà alla storia come “Il golpista cretino”.

  • Mi permetto un piccolo consiglio per migliorare visivamente il blog:

    Io renderei tutte le immagini in bianco e nero, questo piccolo accorgimento dovrebbe rendere l’impatto visivo piu’ coeso ed elegante.

  • Non credo che il M5S farà accordi, né prima, né dopo. Snaturerebbe la sua stesa, proclamata, natura, di anti-partito e, come dici tu, farebbe perdere voti a una lista che pesca un po’ dappertutto (anche se molto a sinistra, pare).
    Dopo i sondaggi post-amministrative che davano l’M5S seconda lista nazionale nelle intenzioni di voto, c’è stato poi un calo, e bisogna vedere in autunno quale sarà la tendenza.

  • Francesco Acanfora

    Ma l’ipotesi che M5S vada verso il 20%, con IDV-FIOM-FDS verso il 10%, separatamente, con qualche accordo politico VERO (non elettorale) sulla difesa della democrazia, la lotta alla corruzione, la difesa della sovranita’ nazionale, come la vedi? Io penso che l’accordo politico sui principi, e non sulla composizione delle liste, potrebbe motivare le necessarie desistenze per esempio al Senato.

    Poi vi e’ la questione della vittoria sicura del blocco montiano. IL sondaggio di Ipsos che gira sulle elezioni siciliane, che darebbe in testa Fava, puo’ apparire assurdo, ma confermerebbe una tendenza apparsa a Palermo, a Napoli, e in minore misura a Milano e in Puglia.

    La mia sensazione e’ che gli italiani diffidino del PD, non perche’ comunista o socialista, ma perche’ corpo estraneo, chiuso a testuggine, che protegge solo i propri interessi e le proprie alleanze, rifiutando la logica della competizione aperta. Le primarie sono state l’unico terreno in cui si e’ potuta manifestare la pacifica invasione del sociale, e infatti sono un terreno sempre piu’ accidentato. Fatto sta che oggi non sarebbero vissute come una scelta di linea politica, essendo la competizione Renzi-Bersani-Vendola giocata sulle sfumature. Quando e’ che fu rifiutata la tessera del PD a Grillo? In un altro secolo? No, nel 2009, luglio, circolo di Arzachena.

  • certo un masaniello con la ferrari e il panfilo,mentre la gente muore di fame.chi ha le qualita li deve usare a favore dei piu deboli,non metterli al proprio servizio e a quello dei suoi simili.e i palloni prima o poi si sgonfiano!

  • l’ipotesi liberticida delle circoscrizioni è tenebrosa, ma non è detto che garantisca risultati sicuri, in quanto di fatto il campo politico è già frammentato. la cosa potrebbe al massimo fermare la nascita di partiti come fermiamo il declino, ma se si considera la lega che preme per la clausola che faccia passare i partiti che prendono il 5% in tre regioni, e che probabilmente verrebbe sacrificata insieme all’udc in caso di una legge del genere. anche se l’udc è un partito forte al sud, non è detto che sia tanto forte da prendere il 20% dappertutto. e non parliamo del pdl, che potrebbe sparire a macchia di leopardo. insomma una legge del genere sarebbe un’arma ta fine ti monto che probabilmente riuscirebbe a garantire l’ingovernabilità che serve per l’insediamento di un nuovo governo tecnico, ma al prezzo di una probabile dispersione dei voti, dato che il clima che si creerebbe probabilmente arriverebbe a togliere molto consenso persino al pd

  • Grillo, Di Pietro e Landini…assieme…non sarà facile farli passare dal “no a prescindere” a politiche di governo che non ci facciano fare la fine della Grecia o peggio. Alla fine qualcuno dovrà iniziare a fare qualcosa dopo tanto parlare e questi tre assieme non mi danno molta fiducia, soprattutto non ne daranno a chi dovrà decidere se esistono le condizioni per investire in Italia o no. Quando abbiamo avuto questa sinistra pauperista al governo siamo implosi prima ancora di provare a fare qualcosa; a quando un modello che si preoccupi di creare ricchezza e ridistribuirla equamente invece di limitarsi ad impoverire alcuni per il gusto di farlo senza che vi sia un reale beneficio per le classi meno abbienti?

  • M5stelle non si allea con nessun altro partito, se no perde voti. Preferisce pochi eletti, le famose videocamere dentro le stanze del potere.

    La legge elettorale che progettano questi felloni(dicon entro la fine del mese sarà partorita)ha 2 fini antidemocratici di stabilizzazione sistemica:
    1) garantire la sopravvivenza secula seculorum della casta e della sua greppia (compresa la Lega che verrebbe salvata dal meccanismo della legge elettorale sulle circoscrizioni) con l’eliminazione o sterilizzazione numerica degli anticasta, in primis M5stelle, a seguire IDV (SEL scommetto che andrà col cappello in mano da Bersani per elemosinare una qualche forma di alleanza per non scomparire – in questa ottica Vendola si sta già muovendo); per gli altri non c’è mai stata partita;
    2) garantire la riedizione del governo Monti con lo stesso mucchio selvaggio PD PDL casiniani, per realizzare le cose che berluska non ha fatto e che sono un bagno di sangue per il PD; in particolare quelle richieste dalla BCE per scudarci lo spread e garantirci di fronte ai mercati internazionali il rinnovo del debito pubblico. In seconda battuta chiudere una volta per tutte la partita aperta da ManiPulite, eliminando la anomalia democratica di giudici che indagano sulla corruzione di politici e poteri economici e mafiosi.

    Il regista neanche occulto di tutta l’operazione è Napolitano – che è il vero capo del PD (menoL). I miglioristi ex PCI come lui ci sguazzano nei mucchi selvaggi.E Grillo o chi per lui lo ha ben individuato.

    Di fatto stiamo entrando in un regime similPutin, in cui il potere delle classi dirigenti criminali corrotte si aggiusta di volta in volta la legge elettorale per essere rieletto e conservare il potere. E, a scendere per li rami bassi, conservarlo per tutta la casta.

    Siamo alla parabola finale della sinistra ex PCI: ha iniziato Berlinguer col compromesso storico tra classe operaia e borghesia democristiana, fottendo la prima e salvando la seconda, finisce Bersani con l’alleanza conservatrice coi ceffi di Berluska (compresi i poteri mafiosi – vedi la questione rapporti stato mafia trattativa).

    Certo, come scritto, l’unica soluzione sarebbe una controammucchiata selvaggia anticasta per la democrazia e la legalità. Ma M5stelle non è fatto per allearsi con nessuno, gli manca la strategia, sono dilettanti politici. Ma i processi storici sono a lungo termine, chissà che non cambi idea….dobbiamo sperarlo.

    Buona fortuna all’Italia.

  • Quando si parla di M5S ho l’impressione che non se ne sia colto lo spirito e soprassiedo all’ignoranza e/o malafede di chi continua a parlare di un Grillo/Masaniello con Ferrari e panfilo ampliamento smentito dai fatti. L’obiettivo primo del M5S non è vincere le elezioni. E’ la presa di coscienza e la partecipazione reale dei cittadini e, attraverso loro, il cambiamento delle cose. Il risultato elettorale è una conseguenza, un passaggio del percorso e non il punto di partenza. Il percorso del M5S dipende dalla maturazione della voglia di partecipazione politica diretta, personale e responsabile dei cittadini. Chi vorrà partecipare e contribuire dovrà quindi farlo da semplice cittadino che si unisce ad altri semplici cittadini per portare avanti dei progetti comuni, libero da interessi di altre organizzazioni politiche.

  • La mia tesi è che questi partiti che costituiscono la maggioranza su cui poggia il governo Monti siano ormai una minoranza, forse anche una piccola monoranza, nel paese.
    La loro fortuna sta nella timidezza e nella disorganizzazione degli altri.
    Vendola in particolare, ha fatto una scelta scellerata, e credo che se egli fosse uscito dall’alleanza col PD fieramente e risolutamente, avrebbe potuto mettersi a capo di un’alleanza elettorale con chi ci stava (e avrebbero fatto la fila per farne parte). Tale alleanza, a mio parere, aveva discrete possibilità di beccare più voti dello stesso PD, i risultati delle elezioni amministrative sono davanti a noi a mostrarci quanto gli Italiani si siano proprio stancati di tali politicanti.
    Il movimento di Grillo pesca a mio parere soprattutto a destra, ed è bene che continui a farlo, meglio loro della Lega e di Berlusconi, e quindi mi pare che Grillo abbia tutte le ragioni per considerare irricevibili tutte le sollecitazioni verso alleanze politicamente schierate.

  • Aldo, definire oggi chi è antisistema, e perché lo è, un’impresa assai complessa. Personalmente giudico organiche al sistema quasi tutte le formazioni che il senso comune giudica antisistema, ma forse non è così. Non che non sia chiaro chi è il nemico (banche, sistema finanziario, ecc.) non è chiaro il che fare perché circola poca astuzia, poco calcolo politico e tanta reattività di pancia.

    Non so quale legge elettorale verrà fuori dal cilindro di chi ci lavora in questi giorni ma dovrà garantire la governabilità anche a spese della democrazia (bestemmia! Sacrilegio! Sento già le grida che si levano alte).
    Sarebbe un modo per depotenziare il narcisismo parossistico che dilaga più a sinistra che a destra.
    La storia poi insegna che dalle crisi di governabilità ci guadagno sempre quelli.

    Governabilità è anche capacità di governo (esperienza e competenza) e capacità di mediazione e di accordo (l’unità prima di tutto). Proviamo a fare una classifica e a dare i voti anche su questo, prima di andare a votare. Per chi l’obiettivo di andare al governo non ce l’ha questa valutazione non serve; può permettersi il lusso di saltare il punto.

    Videocamere dentro le stanze del potere, vecchia storia, non l’ha inventata Grillo: troppo comodo, sempre a criticare e responsabilità zero. In Italia da tanto, e ben prima di Grillo, c’è la casta degli anticasta; il Beppe gli a rubato la bandiera, dicendo io sono più anticasta di voi. Di Pietro rincorre. Risultati politici dell’anticasta storica italiana? A voi l’ardua sentenza.
    Fra il criticare il potere e gestire in modo equilibrato il potere c’è di mezzo il mare.

    «Un regime similPutin» Boooooooooooooom! «Ha iniziato Berlinguer con il compromesso storico» Badabooooooooooooooom! Ma aveva iniziato Togliatti con la svolta di Salerno. Anzi, di più, aveva iniziato Gramsci con i quaderni dal carcere e la sua teoria del partito e della guerra di posizione.

    «Il percorso del M5S dipende dalla maturazione della voglia di partecipazione politica diretta, personale e responsabile dei cittadini». Tra 5 mesi ci sarà da fare le liste elettorali, è qui la verifica. Come si fanno le liste? Chi le fa? Come si valutano le competenze e le esperienze? Andiamo a sorteggio? Perché no… Vedremo.

    L’unica domanda politica concreta e perciò sensata è: io, elettore, a chi voglio affidare il governo del paese per i prossimi 5 anni? Evitare di rispondere a questa domanda significa affidarsi al caso e quindi affermare semplicemente “in ultima istanza non è politicamente rilevante, non mi interessa, chi governerà l’Italia nei prossimi 5 anni”. Vista la crisi economica mondiale, vista la crisi politica europea, visto lo stato di degrado economico, politico e culturale dell’Italia è la scelta giusta? In quanto cittadino mi posso prenedre questa responsabilità? Ma sì, che è la scelta giusta, tanto la colpa è sempre degli altri e la mia personale responsabilità sui prossimi 5 anni non esiste. Non è e non sarà colpa mia.
    P.S. Non ho ancora trovato uno di quelli che ha votato SB che abbia affermato “è colpa mia se l’Italia è in rovina”.

  • Trovo il ragionamento di David molto interessante nel punto di partenza. Sui “voto utile” non sonoaffatto d’accordo. Trovo anzi che proprio il modello delle due grosse coalizioni avversarie, tradotto per 18 anni in “pro o contro Berlusconi”, sia stato dannatamente nocivo per questo paese. Non si puo’ vivere la vita democratica di una nazione (tutto sommato) ricca e civile come una continua emergenza. Il voto, per sua definizione, serve ad esprimere una preferenza su chi meglio rappresenta le nostre istanze. Il mio voto, singolo, non cambiera’ da un punto di vista matematico il premier, perche’ mai dovrei “scendere a compromessi”? Dicesi democrazia.

    I danni, caro David, non li hanno fatti soltanto gli elettori di Berlusconi.
    Li hanno fatti, se vogliamo, anche coloro che hanno legittimato un’opposizione “incapace” e perfino complice su diversi terreni. I danni li hanno fatti, a mio avviso, anche gli intellettuali e gli operatori dell’informazione che non si sono resi conto che ridurre il dibattito pubblico del paese a pro-contro Silvio per 18 anni, adortando sempre due pesi e due misure a seconda delle parrocchie, era esattamente parte dei giochi e finiva per ofuscare altri dibattiti vitali per la democrazia, la sovranita’ e l’economia del paese.

  • ps
    David cosa ti fa escludere che invece alcuni dei diritti fondamentali di cui godiamo oggi ed alcuni “privilegi” rispetto a tanti altri paesi non siano invece proprio il frutto di quella che tu chiami “anticasta storica”.

    Ripeto, vivere in una sorta di stato d’emergenza fa soltanto gli interessi dei Poteri e non quelli dei cittadini.

  • @ Arboit: altro che badababoom!Io penso ai bordighisti sull’Aventino!O a Piazza Fontana per l’origine della strategia filoatlantica e liberista, traditrice del blocco sociale, del PCI.Non ho dubbi che una seria analisi storica retrocederebbe.Sto dicendo a braccio;mi manca lo stomaco per avventurarmi nella storia della Sinistra italiana.Non ce la farò mai.Ed oggi non serve perchè stiamo parlando di un cadavere politico.

    Quanto alle analisi del M5s, credo che qui sia visto da troppo lontano.Anzitutto il “Movimento” e Grillo sono un bel pò scollati quanto a posizioni,ma i proseliti vanno avanti bendati.Il boss interviene poi quando c’è da portare avanti qualcuno,favorendo gli elementi più borghesi e rassicuranti.Purtroppo lì sotto ci sono ragazzi ‘meglio’ collocati politicamente che faranno la figura dei lavoratori dei sotteranei di “Underground”.
    NON hanno programma politico,andatelo a leggere: http://www.beppegrillo.it/movimento/programma ,è in pdf.Sono tre paginette,anche se a loro sembra il prodotto di una lunga e laboriosa analisi collettiva(clicca qua se ti piace,a,b,c).Quel poco si salva ma non sempre.
    Non verranno mai con Landini,nè Alba,malgrado le convergenze sui beni comuni e/o il metodo politico -ben lontano dal loro-non faranno patti di coalizione.Non gli conviene,non è 2.0 e se ne facessero una avrebbero una emorragia di voti spaventosa.Alleanze o desistenze post-elettorali sì,in primis con l’IDV,per una lunga storia di convergenza.
    Il fattore che può portare ad un grande blocco unificato di tutte le realtà di cui avete detto,non è la legge elettorale,che sarà la peggiore porcheria possibile,ma il seguito delle elezioni americane.Uno dei molti incidenti che possono capitare,dall’escalation militare in Siria/Iran o un imprevisto di borsa che faccia saltare la strategia dell’incaprettamento ‘soft’ cui ci sottopongono,e lo inasprisca;un revival di Fukushima.
    Io sarei contento intanto se la Sinistra in questo paese riuscisse a Superare l’acquiescenza implicita espressa da posizioni come quella di Syriza nel suo contesto e la smettesse di elemosinare riforme al tavolo dei padroni ed invece e una volta per tutte si desse un’identità e lavorasse per fare saltare il banco,in una logica internazionalista quanto più necessaria,in quanto si-deve-fare-saltare-l’Euro!Lo dico a tutti,ai vari Viale,Revelli,Ferrero Di Liberto Landini & Rossi.Svegliaaaa!E’ con QUESTO che si vincono le elezioni!(E si salva il blocco sociale).Se non avete capito andate in pensione,l’età -ed i contributi nominali-li avete!
    Ancora dei bacucchi a rappresentare il popolo.L’ingordigia gerontocratica sembra antistoricamente in crescita in questo paese.Qui,mi chiamo fuori pure io,che di anni ne ho troppi e sempre meno di chi scrive e commenta.Non è un pregiudizio assoluto,uno come Rodotà è invecchiato bene;ma non è di sinistra,guarda un pò.Chi ci fa la figura del rimbambito di questi tempi sono tutti-compreso Landini(Vedi Taranto)-i rintronatissimi compagni che si sono addormentati sulle scrane.E che devono riaprire tal librone di tal Karl Marx per capire dove sbagliano.

  • non so e non voglio sapere chi sia questo fiore,che per giustificare un arrivista come grillo,tira fuori l ignoranza e la malafede,ma so per certo che è per quelli come fiore e grillo che l italia è ridotta in questo stato di diritti solo per pochi farabutti!

  • Invito tutti a leggere questo intervento di Ugo Mattei (chi non l’avesse già fatto)
    http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/8746-lalternativa-possibile.html
    Mattei non è esattamente un utopista velleitario, un anticasta livoroso, ma persona di straordinaria competenza, rigore e capacità.
    Come si può non condividere la sua analisi?
    è necessario un grande blocco anti-egemonico che includa anche e soprattutto il M5s con poche, “pochissime discriminanti: l’antifascismo, l’anti-neoliberismo, e l’antirazzismo che sono poi aspetti dello stesso fenomeno.”

    “Bisogna quindi essere pronti a sporcarsi le mani anche di fronte a livelli di comunicazione grossolani, che certo a noi non piacciono, ma che sembrano essere i soli efficaci per produrre qualche effetto su un popolo «sovrano» in gran parte abbrutito dalla società dei consumi. Bisogna riconoscere senza ipocrisia che questi livelli di comunicazione esprimono il nostro stesso disagio nei confronti dello status quo e condividono molte linee essenziali del nostro programma.”

    Vai Aldo, questa posizione diventerà maggioranza (anzi lo è già tra chi non è attaccato all'”essere di sinistra” come all’orsacchiotto)

  • Credo sia utile per capire la posta in gioco fare una distinzione, perché ho l’impressione che il voto, o se vogliamo la cosiddetta democrazia borghese, per usare un linguaggio veteromarxista che a me è caro, venga caricata di responsabilità che non le competono. Alla democrazia borghese non possiamo chiedere una trasformazione radicale del sistema economico e sociale. La democrazia borghese non ha il potere di risolvere alcuni problemi radicali.
    La democrazia borghese non ha il potere e la forza di farci transitare oltre il sistema economico capitalista, obiettivo che io, ex comunista ma saldamente e più che mai anticapitalista, continuo a ritenere orizzonte principale della mia azione politica e sociale.
    Un discorso sull’identità della sinistra, e che la sinistra si dia una identità è un compito strategico, va ben oltre le contingenze tattiche elettorali, è un compito che tocca agli intellettuali. Non possiamo mescolarlo con questioni elettorali, questioni squisitamente tattiche. Su questo c’è sicuramente da riaprire i libroni di Marx, e c’è chi lo sta già facendo, la vecchia talpa scava, ma non Italia purtroppo. Dappertutto ma non in Italia.

    Manuel, per quel po’ di storia che ho studiato, i diritti di cui godiamo oggi, e anche quelli di cui non godiamo più, sono stati il risultato di una dinamica ben precisa. Lo dico in modo molto ma molto rozzo ma non lontano, credo, dal vero. Una battaglia culturale iniziata con la Resistenza e proseguita negli anni Cinquanta ha cominciato a dare i suoi frutti politici negli anni Sessanta ed è maturata con fragore dal 1969 in poi. Dal 1943 al 1958 c’è chi ha lavorato duramente (lavoro politico e lavoro culturale) per dare la dignità di protagonista della storia al mondo del lavoro. Si è costruita una soggettività storica, un soggetto della storia, qualcosa che consentiva a chi lavorava in fabbrica di pronunciare la parola io (seguito dal suo nome e cognome, una questione personale) con grande orgoglio e certezza dell’essere protagonista e motore progressista della storia. La storia siamo noi, la storia sono io, questa era coscienza di classe. Questa coscienza di classe è cresciuta nei partiti (se hai tempo leggi Angelo Ventrone, La cittadinanza repubblicana, Il Mulino). Questa coscienza di classe costruita e alimentata nei partiti a partire dagli anni Sessanta è diventata soggettività politica attiva e autonoma, anche avanguardia, che si è messa a tirare il carretto davanti ai partiti con rivendicazioni precise: non critica dei partiti e della politica, ma massa in movimento che rivendica progetti e programmi anche ben oltre i limiti culturali e politici dei partiti. Ai partiti poi si sono affidate queste avanguardie di lavoratori e dai partiti sono venute fuori conquiste come lo statuto dei lavoratori, il nuovo diritto di famiglia (non lo si cita mai ma è più importante), il divorzio ecc. Dai partiti che da sempre erano stati “fiancheggiatori” magari ritardatari, magari molto ritardatari, del movimento reale dei lavoratori. Un circolo virtuoso tra società e partiti è stato il motore della storia, ma partiti che avevano le competenze culturali, politiche e amministrative per convogliare la spinta sociale sulla strada giusta, non in un vicolo cieco. Oggi tutti gli agitatori sociali propongono obiettivi che sono niente altro che “false flag”, binari morti sui quali si investe inutilmente energia che potrebbe essere impiegata utilmente altrove.
    Il circolo virtuoso società-partiti della sinistra fece tremare il capitale che soprattutto in Italia mise in campo ogni mezzo di contrasto scatenando una guerra civile sottotraccia. Principale arma di questa guerra scompaginare le fila del nemico inducendo (provocando) uno pseudoradicalismo che ha portato la lotta di classe sulla via del codice penale, dove si è suicidata (false flag). Ma questa è un’altra storia.

    Noi oggi siamo all’anno zero del percorso. Si tratta di decidere se ciò che è accaduto il 12 novembre 2011 (dimissioni di SB) è il nuovo 25 luglio 1943 o il nuovo 25 aprile 1945. E questo non è semplicemente un problema intellettuale, da storico che vuole capire valutando documenti e posizioni, è anche un problema pratico-politico, un problema che ci riguarda direttamente uno per uno e che riguarda la prossima campagna elettorale e ciò che seguirà. Noi abbiamo il potere di fare accadere un 1943 oppure un 1945, e cioè il caos o un abbozzo di ordine, l’unico ordine possibile, cioè un governo del CLN. E a proposito di questo, forse, saranno più importanti gli eventi che seguiranno a partire dal giorno dopo le elezioni.

  • @ Salvo:
    volevo dirti,se ancora passi da qui,che si capiva bene quello che hai detto.Trattasi di grillino.Non è un danno particolare vederli qui,che si affaccino su altri lati del web,può fargli bene,anche se traspare il solito fideismo incrollabile.Non li ritengo pericolosi,opportunisti ed in futuro,deludenti sì.Mi fanno pensare ai Radicali.D’altra parte il vuoto di rappresentanza che stiamo subendo è quello in cui si infiltra di tutto,l’Aurora Dorata in Grecia, la Lega come si è visto qui,dove si sono seguiti in pratica un paio di golpe di fila,e si aspetta il terzo,con responsabilità capitale del PDS/PD.
    Solidarietà.Qui fuori(contesto turistico)è pieno di belle ladies alle quali non potrei offrire un gelato.Sono bianco come un cencio.E sto sui blog.Il lavoro ce l’ho,ma non si muove una foglia.
    @ Arboit:
    ben venga un false flag pur di non lasciare indisturbata la grosse coalitionen che si prepara ad istituzionalizzarsi.E’ una scelta mediatica,se vogliamo.Imho l’understatement ora non paga,qui o si cavalca la tigre,o ci mangia.Chiaro?Darò il mio voto a chi mi sbandiera il false flag,anzi gli dò militanza e se no me lo invento io.So benissimo del rischio che corro,so cosa sto dicendo ed un paio di date per una cosa del genere si trovano nel passato.Altri aspiranti corsari socialnazionalisti(rossobruni) stanno percorrendo la rotta,mentre a sinistra si spera che Vendola,avendola venduta, smetta di venderla.Too late,man.Di tanto balbettio non si coglie nulla.E sì,so già cosa risponderete.Ma a me la politica dei pesci in faccia tutto sommato piace.
    Saluti.

  • Grillo insiste sull’uscita dall’ Euro.
    Dott. Giannuli: l’uscita dall’euro a chi giova? E chi danneggia?

    Credo sia il mistero del momento.

  • Mi sembra abbastanza facile pronosticare, come già detto e scritto ampiamente da altri, che M5S si presenterà da solo alle elezioni. Ha la necessità di contare e di contarsi e di capitalizzare la propria “alterità” e/o “diversità” dal sistema. Una alterità che su alcune cose (salario di cittadinanza, patrimoniale, tassa sulle transazioni finanziarie, per esempio) non dice nulla di diverso da quello che altri partiti, uno su tutti il PRC, diceva già 10-15 anni fa. Ma c’è anche una diversità di M5S che può anche e giustamente spaventare. Il tema della cittadinanza a chi nasce sul suolo italiano da genitori provenienti da altri paesi ne è solo un esempio. Oggi non è certo facile circoscrivere un movimento così variegato ed eterogeneo come M5S nei soliti confini di destra e sinistra, che mai come in questo caso vanno stretti. Movimento CinqueStelle e Grillo hanno avuto per la loro prima fase di vita (V-days, ecc.) un discreto rapporto ed una quasi sovrapponibilità con IdV e Di Pietro. Oggi, se di questo si tratta, questo cordone ombellicale va reciso. Per mero interesse di M5S che si trova nella classica condizione dell’allievo che supera il maestro e vuole volare con le proprie ali e soprattutto ha tutto l’interesse a mostrare che tutto ciò che non è Cinquestelle è assoluta continuità e affinità al sistema attuale. Quindi tutti zombie, ecc.
    Il punto principale di tutta la partita è però il sistema elettorale e su questo mi sento di dire che qui il PD ha ormai reciso ogni legame identitario e di continuità storica con il PCI da cui molto parzialmente trae origine. Coloro i quali si sentono vicini al PD solo perché anima maggioritaria del vecchio progenitore PCI farebbero bene ormai a rassegnarsi ed una volta per tutte. Non esiste più alcun legame tra i due soggetti sebbene il PD detenga i diritti sull’uso di simbologie e sedi storiche. Se nell’immediato dopoguerra il PCI fece una battaglia campale contro le Legge Truffa, oggi il PD è fautore e sostenitore ad ogni piè sospinto dei peggiori sistemi elettorali che impieghino le alchimie più disoneste per trasformare con algoritmi insulsi le minoranze in maggioranze. Il fatto che si parli di accordi raggiunti tra partiti della maggioranza montiana sulla riforma elettorale dovrebbe quanto meno condurre tutte le altre forze politiche e quelle che si oppongono ad una seconda e più colossale legge truffa, a fare ben più che una manifestazione di protesta e di contrarietà.
    Ho sentito in questi giorni citare argomentazioni risibilissime sull’eventuale ritorno all’uso delle preferenze. Si è parlato, guarda caso da parte del PD, dell’impossibilità del ritorno all’uso delle preferenze perché queste farebbero scaturire una “concorrenza” interna ai partiti che sarebbe oggi deleteria per la democrazia. Ma perdonatemi se le preferenze fossero così nefaste quale immensa stupidaggine e conflitto mondiale sono le “primarie” ? Trovo che le argomentazioni più strane, intricate e contraddittorie si spendano proprio quando si parla di legge elettorale, dove invece che l’amore per la democrazia emerge solo il bieco tornaconto particolare e personale. Un sistema elettorale democratico è per me espresso solo con il principio “una testa un voto” come desiderato anche dai nostri padri costituenti e quindi con un sistema elettorale totalmente proporzionale.
    Da notare e qui concludo che le elezioni comunali, regionali listini esclusi, ed europee si svolgono con l’uso della preferenza e questo non pone i partiti di fronte ad inenarrabili cataclismi. Ricordo che mesi fa il Re Mida alla rovescia, che rovina tutto ciò che tocca, alias Walter Veltroni, diceva che peggio del Porcellum vi era solo il Porcellum con le preferenze. Anche questa volta fiero di pensarla diversamente dal “Uolter de noantri”. Ultimo appunto. Anni addietro la Comunità Europea diede, era solo un consiglio e non un vincolo, un proprio parere ai paesi che erano parte della comunità stessa. Approvare leggi elettorali nazionali di natura proporzionale perché era poi quel sistema elettorale quello con cui si elegge il Parlamento Europeo. Noi proprio in quegli anni andammo in direzione ahinoi “ostinata e contraria”. Sempre grazie al Walter nazionale riuscimmo ad introdurre più recentemente nelle elezioni europee la soglia di sbarramento. Che dire ? Per concludere con De Andrè “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”. Insomma l’utilità del PD/PDS e dei suoi gruppi dirigenti degli ultimi anni è stata assolutamente tale che almeno con certi materiali si concimano i campi…
    Scusate il tono forse troppo arrabbiato.

  • Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

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