Scissione nel M5s: sarebbe un suicidio per tutti.
Il mio pezzo precedente sull’espulsione di Artini e Pinna dal M5s ha provocato diversi dissensi, peraltro, prevedibilissimi. Alcuni in verità, si capisce che non sono andati oltre il titolo, altrimenti avrebbero scritto cose diverse. Rispondo qui brevemente a tutti.
Osservano alcuni: “le regole, se ci sono, vanno osservate”: certo, e se c’è una cosa di cui mi rammarico è che il M5s ne abbia troppo poche, ben confuse e di incerta applicazione, come dimostra il procedimento invero sommario con cui i due sono stati espulsi (in fondo, mi pare che in qualsiasi tribunale del Mondo, l’accusato abbia diritto alla difesa, o no?!). Potremmo osservare anche che dovrebbe esserci una graduazione di pene (la decapitazione per il furto di una mela sarebbe certamente eccessiva, che ne dite?) mentre nel M5s sembra esserci una sola sanzione: l’espulsione con gogna mediatica.
Qualcuno mi dice “Lei non conosce Artini…”: no non lo conosco e, come si legge nel pezzo, non entro nel merito delle accuse, ma quella di non aver versato 7.000 euro mi pare un po’ deboluccia per una espulsione. Se poi ci sono altri motivi non dichiarati non so, ma un po’ più di trasparenza non guasterebbe.
Ma, soprattutto, io pongo un altro problema: perché ora? Il comportamento della Pinna risale addirittura a 9 mesi fa e, quindi, così come si è atteso 9 mesi, si poteva attendere una manciata di settimane in più, cosi come per Artini. Farlo adesso, a ridosso della cattiva performance elettorale di domenica, quando occorre avviare una riflessione interna molto seria per avviare un rilancio, è il momento più sbagliato: avvelena l’aria e fa partire il confronto sul piede sbagliato, o non lo fa partire proprio.
Il primo risultato si è visto con la formazione del direttorio a cinque, accolta da molti con freddezza quando non con ostilità, e presentata dai media come un semplice espediente. D’accordo: i media sono ostili al M5s, ma si potrebbe anche evitare di offrir loro materiale per ricamarci su. La formazione del direttorio, nonostante aspetti discutibili come la nomina e non l’elezione ecc., segna un notevole passo avanti con la formazione di un gruppo dirigente collettivo, che è l’inizio di quel processo di autonomizzazione del movimento dai suoi fondatori di cui aveva parlato lo stesso Grillo (“dovete imparare a camminare da soli”). Si poteva fare di più o diversamente? Probabilmente si, ma per ora c’è questo risultato, che invece è stato speso molto male ed è molto sottovalutato, proprio per l’infelice coincidenza con la questione delle espulsioni.
Ma il frutto più avvelenato deve ancora venire: il rischio che dalla riunione indetta a Parma da Pizzarotti, venga fuori una scissione. Si parla di altri 17 parlamentari a rischio espulsione e di altri ancora che meditano di uscire dal gruppo parlamentare, magari per costituirne un altro. Sarebbe una sciagura.
Immaginiamo che una ventina di deputati ed una decina di senatori (fra neo fuoriusciti e vecchi espulsi) formino altri gruppi parlamentari e presentino loro liste alle prossime regionali: cosa potrebbe accadere? In primo luogo i fuoriusciti dovrebbero scegliere: o fare concorrenza al M5s sul suo terreno (rifiuto di ogni alleanza, opposizione radicale al sistema, rifiuto dell’Euro ecc), oppure prendere una posizione più morbida, cercando interlocuzioni con le altre forze politiche, Pd in primo luogo, e moderando le proprie posizioni politiche.
Insomma, o cercare di occupare l’attuale spazio del M5s, cacciandone Grillo, o occupare lo spazio a cavallo fra M5s e Pd. Nel primo caso avrebbero poco spazio e visibilità: la gente prenderebbe il nuovo gruppo come un inutile doppione del M5s, dato che la sola questione della democrazia interna difficilmente spingerebbe gli elettori a scegliere il nuovo venuto. D’altra parte, il M5s è un classico partito carismatico (uso la parola partito intenzionalmente, ma ne riparleremo) e l’esperienza insegna che le scissioni dei partiti con un capo carismatico non hanno quasi mai successo elettorale. D’altra parte, il più noto di loro, Pizzarotti, dal punto di vista mediatico è un peso piuma rispetto a Grillo.
Dunque, come già il segnale del voto di Orellana a favore del governo fa pensare, la via più probabile sarebbe quella filo-Pd. Con il che avremmo fornito al governo Renzi una ciambella di salvataggio mentre Fi si sbriciola e la minoranza Pd si ribella. Bel capolavoro!
In ogni caso, una scissione indebolirebbe il M5s al tavolo delle trattative e questo alla vigilia di appuntamenti quali l’elezione del Presidente della Repubblica e di un giudice costituzionale, la riforma elettorale, la riforma del Senato. E magari altri abbandoni seguirebbero, trasformando il M5s in un gruppo di una settantina di deputati totalmente marginale ed ininfluente.
C’è poi il discorso delle elezioni di primavera. Come si è visto, le amministrative sono sempre un test sfavorevole al M5s che, magari nello stesso giorno, raccoglie meno della metà dei consensi delle politiche. E questo, dopo le sconfitte delle europee, delle regionali appena passate, sarebbe il terzo colpo che consoliderebbe l’immagine di un movimento in rapida caduta.
Vallo a spiegare agli elettori che le amministrative sono una cosa e le politiche un’altra: se non si contiene la caduta è inevitabile che poi questa si rifletta sulle politiche. Che prospettive avrebbe il partito scissionista? Difficile dirlo in mancanza di elezioni parziali o sondaggi, ma, a naso, direi che difficilmente supererebbe l’1,5% dei voti, e realisticamente, andrebbe sotto l’1%. Ad indirizzare le cose in questa direzione sono molte cose: il carattere carismatico del movimento, l’assenza di figure di spicco fra gli scissionisti di cui la stragrande maggioranza degli elettori ha appreso l’esistenza solo per la loro espulsione dal movimento, lo scarsissimo tempo a disposizione per far conoscere un nuovo simbolo ed una nuova forza elettorale, la mancanza di risorse economiche, ecc. Senza contare che la stessa debolezza del M5s alle amministrative caratterizzerebbe anche il nuovo movimento.
Dopo di che, ottenuto un misero 1,5% alle regionali, questo schiaccerebbe il nuovo movimento su quei valori anche in caso di politiche (esattamente come sta accadendo al Ncd). Il che moltiplicherebbe le spinte verso il Pd – tutti insieme o uno alla volta poco importa- alla ricerca di una candidatura in buona posizione. Dunque, salvo evoluzioni ora imprevedibili del quadro politico (scissione del Pd, formazione di un rassemblement con Sel, Fiom, quel che resta di Rifondazione o altro ancora ecc.), direi che la forza scissionista avrebbe ben scarse possibilità di affermazione.
Ma la cosa potrebbe costare al M5s molto di più dell’1,5% degli scissionisti; forse potrebbe essere anche un 5-6%, per gli effetti di immagine e più in generale per le ripercussioni psicologiche.
So bene che nelle prossime regionali difficilmente il M5s andrà oltre il 18% complessivo, ma se dovesse sprofondare sotto il 15% o, addirittura il 10%, la ripresa alle politiche sarebbe totalmente pregiudicata.
Dunque, un suicidio sia degli scissionisti che dello stesso Movimento. Sarebbe opportuno che tutti ci pensassero su, sia gli eventuali scissionisti che gli altri. Insomma, cari amici, le regole sono importanti, d’accordo, ma la politica viene prima e qui mi pare che la politica non interessi a nessuno.
Aldo Giannuli
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mass1q
Dopo il “Matteo buongiorno” ascoltato questa sera, adesso lo conosce Artini o le serve anche la fotocopia dell’assegno che gli ha girato Renzi?
Mario Sosso
Buongiorno a tutti, Professore ha visto la puntata di ieri di piazza pulita? Che ne pensa della telefonata tra Artini e il premier Renzi?
La telefonata del Presidente del Consiglio Matteo Renzi all’espulso dal M5S Massimo Artini
http://www.la7.it/piazzapulita/video/pronto-matteo-01-12-2014-142327
Artini abbandona lo studio
http://www.la7.it/piazzapulita/video/artini-abbandona-lo-studio-01-12-2014-142329
Ho l’impressione/convinzione che Grillo abbia RAGIONE, il problema è che esterna le sue ragioni in modo ortodosso. Ho seguito anche l’incalzante Formigli nei confronti del sindaco di Parma Pizzarotti che è stato BRAVISSIMO a non farsi “fregare” dal conduttore che voleva trascinarlo in un buco nero. Artini al contrario si è rivelato per quello che è, un pollo da batteria, uno che all’età di 40 anni circa ancora non ha capito chi ha davanti e con chi ha a che fare, non credo neppure che lo abbia fatto per un suo fine pianificato prima, è solo un grandissimo imbecille! Spero vivamente che nell’arco di 15 giorni si trovi una linea e che sia quella, il M5S ha uno spazio enorme da cui attingere i propri voti, io non sono e non mi ritengo un “talebano” ma per me è l’unica forza che possa veramente dare una svolta a questo maledetto/sfortunato paese.
P.S. Da destra sta salendo una fogna impressionante!
grandavide
pizzarrotti ha evitato in tutti i modi di dire ciò che pensava, però ha mentito così male da apparire un bugiardo di livello medio basso: quando uno si mostra al pubblico in questo modo, in effetti è meglio che non si metta a fondare partiti. d’altra parte a comunicare meglio di artini credo che anche il mio tostapane.
ilBuonPeppe
Il problema del M5S è quello di sempre: hanno delle “cose da fare” ma sono privi di un progetto politico. Stanno insieme senza sapere perché, fanno delle cose che non si inquadrano in un progetto più ampio. Non hanno un’anima, non hanno ideali condivisi.
La loro politica quindi non può che essere di brevissimo periodo. Inutile aspettarsi qualcosa di più.
Giacomo Bandini
Ma no, non è affatto vero. Abbiamo un progetto politico, l’ avvento della democrazia dal basso, ove la classe politica non sia separata dal popolo governato, anzi sia parte di esso,e condividiamo l’ideale di una politica diversa, a misura d’uomo. Siamo divisi sulle modalità con cui ottenere questo progetto: alcuni pensano di poter ottenere questo applicando per primi, su noi stessi, gli ideali della democrazia diretta; altri viceversa ritengono necessario passare da una fase di controllo assoluto da parte di un gruppo esecutivo, che solo in seguito si farebbe da parte. Insomma, per usare un linguaggio che immagino le sia caro. la differenza è fra quelli di noi che vorrebbero subito il “comunismo reale” e quelli che invece vogliono la “dittatura del proletariato”.
ilBuonPeppe
Esatto: democrazia dal basso, politica a misura d’uomo, democrazia diretta. Sono tutte belle cose, ma sono metodi, strumenti, non obiettivi.
Quando parlo di un progetto politico, di ideali, mi riferisco agli obiettivi; il M5S non ha un’idea di società alla quale aspirare. Ha un’idea sul “come” muoversi” ma non sul “dove” andare.
Giacomo Bandini
In realtà non è affatto così, in quanto il metodo contiene in sè un idea di societa molto precisa. Mi spiego: noi stiamo inesorabilmente andando verso un tipo di società oligarchico, ove i pochi controllano i molti grazie al simultaneo controllo dei capitali, dei mezzi di informazione, e dei dati personali. Il progetto politico del m5s, implicitamente, controbilancia questa situazione, riportando – idealmente – il potere politico nelle mani del popolo, per poi, utilizzando questa leva, togliere almeno una parte del potere economico e “informativo” dalle oligarchie. Quindi la visione della società del m5s è decisamente antioligarchica.
grandavide
insomma due tipi di persone che la pensano in modo completamente diverso ma che stanno insieme perchè credono che grillo li porti alla vittoria. benissimo. ma vorrei capire cosa pensereste di fare una volta accorti che state calvalcando un cavallo zoppo. che peraltro sta usando il pugno di ferro per conservare il suo potere. e ogni tanto arriva pure un tizio come me e ci bagna il pane. insomma non vi invidio
Giacomo Bandini
E’ semplice, cerchiamo di curare il cavallo. Questo c’è. Non esiste nessuna alternativa logica – nessuna. Non in Italia, almeno.
grandavide
insomma di fronte a un paese completamente ingolfato la cosa più importante è curare un cavallo morto. ciò rende bene l’idea di quanto ve ne importa poco della situazione politica attuale.
Giacomo Bandini
Chissà se è morto davvero – sa, non tutti hanno la verità rivelata come lei. E poi, anche se fosse, è più probabile che un cavallo apparentemente “morto”, come dice lei, si rianimi improvvisamente, che un cavallo inesistente si materializzi nell’aria. Battute a parte, mi sembra ipocrita da parte sua, che critica con un atteggiamento così distruttivo chi cerca di costruire qualcosa di diverso, accusare di disisnteresse verso l’attualità. Se c’è qualcuno che critica per ragioni ideologiche e non per considerazioni concrete, beh, quello è proprio lei.
grandavide
fatto sta che io non simpatizzo per alcun partito o movimento al momento, quindi non si capisce nemmeno quale sia la mia ideologia. al massimo ho delle opinioni politiche, ma non vedo chi possa rappresentarle. chi simpatizza per il m5s invece ne dovrebbe condividere la linea ideologica. quindi mi sa che siamo a livelli diversi.
Giacomo Bandini
Con queste parole lei conferma quello che sostengo: lei critica solo per il gusto di distruggere, senza nessun interesse costruttivo.E poi ipocriticamente critica il mio supposto “disinteresse per l’attualità”.
Micio Nero
Pare che non sia una mancanza di alternative quella che vedono i grillino, ma una marcia luminosa verso il partito unico che governerà i soviet 5 stelle. Quando l’alternativa non la si considera proprio e si delegittimano tutti gli avversari a priori – e chi vota per loro anche – c’è odore di regime.
Giacomo Bandini
Il tuo commento è un capolavoro di ipocrisia: quello che delegittima a priori, avversari e loro elettori, sei proprio tu. Se c’è odore di regime, quello che lo emana sei tu.
Ciò detto, quanto scrivo che non ci sono alternative, faccio solo delle semplici e banali osservazioni: PD, NCD, Forza Italia sono tutte neoliberiste, e la lega di Salvini al di là del suo essere fascista, non ha nessun reale programma, nessuna reale strategia. QUanto alla sinistra cosiddetta radicale, SEL è succube del PD: inoltre, in generale, la sinistra radicale è schiava del sogno degli stati uniti d’europa, che oramai si è rivelato un illusione. Ho dimenticato qualcosa?
Micio Nero
Per me i 5 stelle non sono una alternativa. Li vedo, politicamente, come la classe media italiana qualunquista che di botto si crede statista e si pensa onesta a priori… o si attacca a questa idea moralista, d’essere migliori antropologicamente. Ma dove stavano mentre montava il marcio che tanto gli repelle? Per lo meno, ragionando con gli esempi della mia città, che in una dimensione locale posso parlare con cognizione di causa delle storie personali, i 5stelle sono in gran parte persone che spuntano dal niente. Ovvero che non hanno fatto politica nel senso ampio del termine, che non hanno un passato di lavoro politico sul territorio – e ribadisco, parlo di senso ampio della parola non di militanza in un partito.
Quanto a delegittimarli, se ti riferisci alle ultime tre paroledel mio commento precedente, lì ne manca una sfuggitami: la “i” era “stereotipi” ma non so perché mi sono mangiato qualcosa nella scrittura. Il senso è comunque intellegibile. Non li delegittimo come persone o come soggetto politico: dico che hanno tendenze che in altri tempi contribuirono a creare una società fascista. E come tali mi repellono.
Tornando alle alternative: io voterei la lista di Tsipras, ma in Italia credo che l’esperimento non sia riuscito aldilà di essere l’ennesimo cambio di nome di Rifondazione con il dubbio apporto di SEL e la solita fregatura per i comitati di base. Non gli dò molto credito. In questo momento di alternative non ne vedo, nessuna proprio. Men che meno i 5 stelle.
grandavide
la sinistra radicale in italia non ha molti elettori, al contrario del m5s. quindi avete ben poco da dire su partitini mezzi spaccati da risultati elettorali insoddisfacenti, specie simpatizzando per un partitone che si è rivelato ancora più inutile di sel.
Filippo
perchè dice “cercando interlocuzioni con le altre forze politiche, Pd in primo luogo” ?
a me sembra che i temi dirimenti ad oggi siano i rapporti del nostro paese con l’Europa, e su questi temi il PD è il peggior avversario possibile, con tutti i media schierati al proprio fianco.
grandavide
continuo a pensare che il professore sia troppo ottimista: il 15% secondo me è improbabile, e credo che sia il caso di pensare seriamente a cosa fare con il 10% circa, piuttosto che concentrarsi su come evitare un evento che probabilmente è già avvenuto. è vero che le possibilità di successo per una scissione sono basse, ma è anche vero che è molto difficile che un partito carismatico si trasformi in qualcos’altro: basta pensare ai radicali, partito per alcuni aspetti simile al m5s, e alle sue difficoltà di liberarsi da pannella.
d’altra parte credo che artini sia stato stupido ad andarsene così. è normale che un premier senza maggioranza telefoni ai parlamentari espulsi da un partito d’opposizione. e questo lo dovrebbe sapere anche grillo. eppure è da mesi che sta spingendo i suoi tra le braccia di renzi. ecco, i casi sono due:
1) il vate genovese è cretino, e sta involontariamente avvantaggiando il pd renziano regalandogli voti in parlamento e buttando merda su se stesso.
2) il caro leader è in malafede, e quindi sostiene renzi in tutti i modi: facendo cacciare bersani, perdendo le europee apposta, regalando a renzi pezzi di una maggioranza che manca.
fate vobis su qual’è la verità. ma il punto è un’altro: che opposizione volete fare stando dietro a una roba del genere?
neander72
trovo il suo appello
saggio quanto circostanziato nel tratteggiare i rischi di una scissione, però
sappiamo che ormai lo sgretolamento è in corso, c’è chi dice inarrestabile,
e allora mentre concordo nel giudicare la creazione del direttorio un passo
avanti positivo per quanto perfettibile, penso che il perfezionamento di tale
passo avanti stia solo nel rafforzamento della leadership di Grillo, non certo
in un suo passo indietro, che darebbe campo libero alle defezioni e agli
egoismi che già vediamo all’opera da diversi mesi.
Come dimostrano le ultime vicende, non c’è
niente di più funesto della trasognata democrazia in ordine sparso predicata
dai piddini de sinistra, specie per un movimento che solo grazie al suo
portavoce era riuscito a indirizzarsi (e con quali risultati) contro il sistema
dei partiti e contro la corruzione come sistema politico – cioè non
moralisticamente contro la mera o accidentale corruzione della politica (come
troppo spesso si legge anche sulle pagine di questo blog) ma politicamente
contro la politica della corruzione, contro la corruzione come metodo
dominante, non opzionale, del fare politica.
Non sono quindi d’accordo nel giudicare ugualmente
funeste le espulsioni e le defezioni: le espulsioni non sono sicuramente un
bene, ma se ci sono defezioni o tradimenti in vista, meglio buttarli fuori uno
dopo l’altro.
Roberto B.
EH, si, caro Giannuli! Nell’ultima frase Lei ha perfettamente fotografato il M5S. E’ vero, la politica non interessa, almeno non QUESTA politica. Per seguire QUESTA politica bisognerebbe essere un partito tradizionale e giocare secondo le regole dei partiti tradizionali.
Ma ormai la maggioranza dei cittadini ha ben chiaro cosa sono, come e chi servono i nostri partiti tradizionali! Qualcuno vota M5S, altri non si fidano e non si informano, risolvono tutto non prendendo posizione (cioè non votando).
Una curiosità: 7000 euro non è una cifra sufficiente per espellere. A quale importo si potrebbe arrivare prima di rischiare l’espulsione? La verità, almeno per come l’ho intesa io, è che queste persone erano già ben conosciute come soggetti inaffidabili, ma non si possono fare processi indiziari sulla pubblica piazza, per cui si utilizza il metodo Capone (Al Capone!), incastrato non per i suoi omicidi e per la sua pessima fama, ma da un funzionario delle tasse.
grandavide
che questa sia la strategia lo capivo anch’io. solo che non penso sia un grande risultato calare dall’alto 5 dei suoi in un partito che era già praticamente suo. specie se sull’altro piatto della bilancia c’è l’accentuarsi della crisi del m5s e il regalo a renzi. a meno di non pensare che un’operazione dallo scarso carisma come quella del “direttorio” produca un qualsiasi risultato positivo. anche come termine suona male pure a pronunciarlo, e ricorda un vago clima di teste tagliate. per me è un’operazione così sfigata e patetica che non posso pensare che, come al solito, sia stata fatta apposta per allontanare altri elettori avvantaggiare quell’altro eccetera.
Giacomo Bandini
Vedremo se porterà o meno nuovo consenso. In ogni caso, non credo che le espulsioni accentuino la crisi del m5s, come dice lei: credo sia abbastanza irrilevante, anche agli occhi dell’elettorato. Piuttosto Grillo teme Salvini, capace di intercettare il m5s sul lato destro: e per questo motivo, deve sbrigarsi a dare una differente identità al movimento. Per quel che riguarda il regalo a Renzi, penso che Grillo creda ad elezioni imminenti, e non ritenga importante dare uno o due deputati in più a Renzi, sopratutto in considerazione , del fatto che sono parlamentari della camera.
grandavide
lo vedremo quanto sarà irrilevante: i danni di una caduta non si vedono mentre si cade ma quando si tocca terra.
in realtà i fuoriusciti m5s se continua così non saranno uno, o due. e in caso di crisi di governo è molto probabile che sarà un numero sufficiente a non andare ad elezioni. orellana ad esempio è un senatore….
Giacomo Bandini
“In realtà” : parola grossa, che lei usa con estrema leggerezza. Comunque, sì, lo vedremo a posteriori; è la natura della vita, non possiamo conoscere il futuro e dobbiamo scoprirlo giorno per giorno. A meno di non chiamarci grandavide: in quel caso, la nostra intelligenza superiore ci permette di avere una conoscenza assoluta del futuro, e di vivere in un mondo di certezze intoccabili. Dev essere bello vivere così.,
grandavide
ci sono cose che si possono prevedere facilmente, come l’acqua che se la scaldi si mette a bollire. certo, forse è bello vivere in un modo di sorprese continue, ma anche no.
grandavide
ha fatto bene a parlare dei suoi risultati da sindaco, e delle regole, ma per il resto quando uno evita troppo palesemente di dire la sua opinione su qualcosa finisce con l’apparire come un politicante
Mario Sosso
Credo che Pizzarotti non abbia il pelo e il contro pelo sullo stomaco come certi figuri, dunque a mio modestissimo parere si è comportato egregiamente non dando soddisfazione a quella p…. di Formigli sempre pronto a mettere una tacca al calcio della sua pistola.
cesco
Le obbiezzioni sono tutte condivisibili. Il problema di fondo è però uno. Considerando il suicidio politico per entrambi all’indomani di una scissione, cui prodest?
E’ chiaro che farebbe comodo solo a quel sistema putrescente che oggi si riafferma con MafiaCapitale. Da qui si confida nel buon senso di quella cittadinanza movimentista che entrata in parlamento si scopre politicante e impersonata in novelli politici mancati in cerca d’autore. Nessun dissidente mi pare abbia lasciato tracce dopo la effimera notorietà del momento. Se invece trovassimo alte personalità in grado di dare sostanza ad un nuovo progetto sarebbe un’altro discorso. Così non è.
Tuttavia non butterei via nemmeno un movimento rinnovato che arrivasse alle prossime politiche ad un misero 10%. Sarebbe comunque una forza senza compromessi che nel tempo farà valere la propria credibilità e costantemente estranea a quelle logiche sporche che rendono la politica distante dai cittadini. Certo i tempi si allungano. Ma in attesa di nuove e valide alternative non resta altro.
E’ poi da vedere come si produrrebbe questa scissione, con una maggiore iperdemocrazia degli
Artini boys?
Cioè una consultazione con la propria base di cui si è meri portavoce o con una delibera d’imperio mossa dalla coscienza del singolo parlamentare?
Credo la seconda, come la scelta di cambiare le modalità di rendicontazione e di discreta corrispondenza con esponenti governativi.
Se ci fossero i prodromi per un Podemos italiano potrei seriamente considerare le scelte di tutti gli Orellana di turno, in mancanza di ciò osservo il massiccio gioco contro un gruppo parlamentare che nella sua azione politica rimane fedele ai programmi elettorali e che articola l’opposizione in maniera encomiabile. Certamente le egoiche sparate di Grillo appaiono spesso scoordinate ed inopportune
ma siamo alle pagliuzze e alle travi.
La scelta del direttorio è un momento importante certamente critico e da cui avremo interessanti indicazioni sulla salute prossima del movimento. Ho fiducia in queste persone anche se solamente ratificate dalla rete, vedremo.
Certo attendo ancora che i fuoriusciti, delusi dal movimento che ritenevano l’ultima spiaggia di una politica impresentabile, si accomiatino dal parlamento -postribolo che pensavano di segnare sotto l’egida di Grillo- nell’attesa di lavorare in autonomia per qualcosa di nuovo alla prossima tornata elettorale. Se si fermano la a bivaccare, qualcosa, nei principi ispiratori grazie a cui sono onorevoli, non gli era chiaro fin dall’inizio.
Micio Nero
Mi scappa da ridere. Espulsioni una dietro l’altra e messa all’indice della morale di gente che i 5 stelle hanno portato in parlamento dal nulla, sull’oda del “siamo gente per bene (e già solo per questo motivo anche capace di governare) e ora si rivelano gente qualunque scacciata dal suo stesso partito e anche accusata d’essere incapace.