
Intervento in Libia: gli scenari davanti a Renzi (con un occhio ad amministrative e referendum)
Anche se la stampa è scatenata a descrivere gli imminenti scenari sul “bel suol d’amore”, a quanto pare il fiorentino ha più di un mal di pancia a pensare al da farsi e i sondaggi dicono che l’81% degli italiani è contro la spedizione. Io non credo ai sondaggi, ma qui basta parlare con il portiere, con il taxista e la signora che ha il banco della frutta per capire che non è aria di avventure militari. Per cui, se Renzi si convince a dare il via libera alla spedizione si mette contro quell’81% e sono in vista elezioni amministrative importanti e non facili per il Pd.
Ma se decidesse più saggiamente di evitare questa avventura sconclusionata dovrà affrontare nell’ordine:
a. gli industriali manifatturieri che temono di pagare di più il petrolio dopo l’estromissione dalla Libia
b. l’Eni che, nel timore di essere fatta fuori dalla Bp e dalla consorella francese, gli mette una carica di tritolo sotto la sedia a Palazzo Chigi
c. gli alti gradi militari che sognano allori bellici, promozioni e quattrini e che sarebbero capaci di marciargli sulla testa
d. gli “alleati” franco-anglo-americani che ne farebbero carpaccio da servire con limone e pepe bianco.
Insomma, come la fa la sbaglia. Vediamo gli esiti possibili in caso di spedizione:
a. l’operazione ha piena riuscita: in poche settimane il califfato di Derna è raso al suolo, gli jhiadisti tutti uccisi, catturati o in fuga, prima vittoria piena sulla jhiad dopo un quarto di secolo di tracolli
b. in breve le truppe italiane appoggiate dagli alleati, prendono Derna ed i centri occupati dai guerriglieri dell’Isis, ma inizia una guerriglia diffusa che si protrae per un tempo indefinito, inchiodando una parte del corpo a presidiare quantomeno gli impianti Eni, mentre si fa un qualche governo di unità nazionale fra Tripoli e Tobruk
c. inizia uno scontro militare prolungato, con i guerriglieri asserragliati i alcune roccaforti che resistono, e la Libia sempre divisa in potentati locali, quel che impone di fatto un prolungato regime di occupazione militare di ampie zone della Libia, per il quale occorrerà inviare man mano rinforzi.
d. già dalle prime batture il nostro contingente subisce una imprevista e catastrofica sconfitta (siamo o non siamo nell’anniversario di Adua?).
Poi c’è una variabile da considerare che indichiamo come quella “parigina”: una strage in una città italiana. Va da se che questo scenario possa accompagnarsi con ciascuno degli altri quattro, ma, ovviamente dominerebbe incontrastato su ognuno di essi, assorbendo ogni attenzione. Inutile dire che ci sarebbe una reazione feroce dell’opinione pubblica contro il governo ed il suo partito: l’Italia, sin qui, è stato l’unico grande paese europeo (in parte lo è stata anche la Germania) risparmiato dagli attentati dei fondamentalisti islamici, anche per la sua partecipazione abbastanza defilata alle sgangherate avventure militari di Francia, Usa e Uk, ora un attentato verrebbe messo immediatamente in relazione con l’avventura libica. Dunque, speriamo di no, ma mettiamo tutto in conto. Inutile dire che il governo sarebbe costretto alle dimissioni, i ministri ad emigrare per evitare il linciaggio per strada. Ed io consiglierei di tenere chiusi i circoli del Pd, per almeno un mese, per evitare che la gente le assalti pestando chiunque vi trovi dentro.
E vediamo le conseguenze degli altri scenari. Va da sé che l’unico favorevole al governo sarebbe il primo e sempre che non ci fosse alcun attentato successivo: Renzi potrebbe sbandierare il fatto che si tratta della prima vittoria piena contro i fondamentalisti, l’Italia acquisterebbe un po’ più di considerazione internazionale ed anche molti di quell’81% di contrari tornerebbero indietro: gli italiani amano quelli che hanno successo. Poi resterebbe per un bel po’ l’incubo dello scenario parigino, ma se tutto andasse bene per alcuni mesi sarebbe una ottima premessa tanto per le amministrative che per il referendum e poi le politiche. Un bel sogno: ma quante probabilità ci sono che si avveri?
I successivi due scenari, che vedrebbero l’Italia impantanarsi con maggiore o minore impegno e durata nelle sabbie libiche, ovviamente, sarebbero un secco insuccesso, non tale da imporre le dimissioni immediate del governo, ma certo sufficiente ad erodere un bel po’ di consensi: gli italiani si sentirebbero tirati per forza in una avventura cui erano contrari e per di più senza successo che la giustifichi. Sempre con il timore di attentati e di costi proibitivi che annullerebbero ogni programma di riduzione delle tasse. Magari le perdite alle amministrative sarebbero contenute ma dopo ne risentirebbe il referendum che, con la spedizione in quanto tale non c’entra nulla, ma quando uno inizia a perdere poi continua a perdere e molti voterebbero No non tanto nel merito della proposta ma contro un Presidente del Consiglio sempre più inviso. E se l’avventura si protraesse sino al 2018 le speranze di vittoria elettorale sarebbero ridotte al lumicino per il Pd.
Del quarto scenario non c’è bisogno di dire: dimissioni immediate del governo e nuove elezioni (meno probabile un governo di unità nazionale a guida Forza Italia o altro esponente di centro destra).
Fatto il pari e dispari, direi che c’è un buon 75-80% di probabilità che questa spedizione diventi la fossa del governo e del Pd, cosa tutt’altro che negativa, se non fosse per i costi umani che porterebbe con se. Nonostante tutto, per il bene della gente, non resta che sperare che Renzi sia saggio e preferisca scontrarsi con Eni, alleati, militari ed imprenditori piuttosto che rischiare l’osso del collo in questa storiaccia libica.
L’unica cosa sicura è che i rimanenti due anni di legislatura saranno, per Renzi, molto, ma molto più difficili ed insidiosi.
Aldo Giannuli
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Lorenzo
Sul fatto che la guerra abbia buone probabilità di risolversi in una catastrofe nazionale sono d’accordo e me ne rallegro.
Meno d’accordo sono sulle conseguenze politiche a medio termine. Giannuli ha il difetto di ragionare come se il gregge fosse dotato di memoria, intelligenza e volontà proprie. Le ipotesi di gran lunga più probabili di evoluzione del conflitto, fra le quattro da lui enunziate, sono la b) e la c) : dunque si va verso un conflitto prolungato, come sono state tutte le guerre energetiche americane.
Nel corso del tempo l’opinione pubblica si abituerà alla guerra, ciascun partito ci impiastriccerà gli slogans adatti a tirarci qualche voto senza dire niente di sostanziale, e dubito che la destra (pseudo)nazionalista, ma anche l’opposizione per finta del M5S, saranno disposti a picchiarci sopra quando il gioco si farà duro.
Anche le conseguenze interne di eventuali attentati dipenderanno dal modo in cui i media li faranno digerire all’opinione pubblica. Non mi sembra che l’11 settembre abbia indebolito i neoconservatori americani, tutto al contrario.
La domanda che pongo a Giannuli è: visto che è contrario all’intervento, quale sarebbe la sua soluzione?
Roberto B.
Forse non è così scontato che ci si abituerebbe; ci penseranno i sacchi neri tornati pieni a ricordarlo alla gente.
A tal proposito, c’è una domanda che mi gira nella testa da un po’.
Secondo la nostra Costituzione, l’Italia rifiuta la guerra, ma quando è stata scritta c’era la leva obbligatoria e in caso di guerra i sacchi sarebbero tornati con dentro giovani di 19-20 anni che, per loro sfortuna, si fossero trovati a fare il servizio militare proprio in quel periodo.
Ora invece l’arruolamento avviene su base volontaria, per concorso: in pratica, si tratta di mercenari, sebbene pur sempre composto solo da cittadini italiani (per il momento, almeno).
La cosa è indifferente?
mirko g. s.
“Dunque, speriamo di no, ma mettiamo tutto in conto. Inutile dire che il governo sarebbe costretto alle dimissioni, i ministri ad emigrare per evitare il linciaggio per strada. Ed io consiglierei di tenere chiusi i circoli del Pd, per almeno un mese, per evitare che la gente le assalti pestando chiunque vi trovi dentro.”
L’Italia non è un Paese da proteste serie, non succederà mai. Purtroppo.
GherardoMaffei
Professore lei sopravvaluta la classi dirigenti attuali di questo disgraziato paese. La verità è che dal 1945 i governanti italioti altro non sono che dei pupazzi ,delle marionette, dei collaborazionisti dei gangsters americani, che dal 1943 occupano il paese con un centinaio di basi militari, dopo essere sbarcati in Sicilia, con il contributo della mafia siculo-statunitense. Le pressioni dei vertici militari italioti su Renzi… ma costoro sono i degni eredi delle “badoglio truppen” , raccolgo solo il disprezzo mondiale.Disprezzo ampiamente meritato dopo la resa e la capitolazione incondizionata, la consegna dell’intera flotta militare a Malta alla perfida Albione, con la dichiarazioni di guerra nel 1945 (sic) fatta dal governo dell’antifascista immarcescibile Ferruccio Parri all’ex alleato nipponico! Siamo seri l’Ente Nazionale Idrocarburi di mussoliniana memoria, se osasse l’inosabile, una bella bomba lo mettere a tacere come fu fatto con Mattei. Questo popolo di ex santi, ex navigatori,ex inventori,ex poeti, ma pure di mafiosi,con un grado di corruzione, di inefficienza che ci collocai tra primi al mondo, è meglio che si dedichi alla vendita delle mutande Dolce Gabbana, al festival delle canzonette di Sanremo.Non c’è riuscito a trasformare la componente etnica italiota (leggi detriti razziali) neanche Mussolini dopo venti anni di regime, figuriamoci i Berlusconi i Renzi.Siamo un paese fallito,in avanzato stato di decomposizione, in attesa del rantolo finale, ma tranquilli lo faremo al canto di “bella ciao”.
Gaz
@Maffei. Yalta dovrebbe giacere sotto le macerie del Muro, ma come mai non finiamo mai di pagare il cambialone della seconda guerra mondiale? Persino la Polonia si è liberata !
Sicuro che i gangster americani non fossero da soli?
Ma noi la seconda guerra mondiale l’abbiamo persa a tavolino, l’abbiamo pareggiata, abbiamo segnato e ci hanno annullato le reti o la partita era truccata dal principio alla fine.
Sa, vedere il Closeau di turno festeggiare il cinquantenario della seconda guerra mondiale in Francia con sole tre bandiere al vento fa compredere che quelli lì pirati colonialisti erano e pescicani sono rimasti; vedere la parata dell’ex Armata Rossa con il solitario leader russo in un’occasione analoga non lascia presagire nulla di buono.
Quanto al popolo di mutandari le ricordo che l’Italia della metà degli settanta, se non al primissimo, era ad una incollatura dall’essere la prima economia d’Europa, grazie anche alla politica energetica lungimirante di Moro e dell’Eni. Del poi sappiamo.
Vito
Anche io propendo per le ipotesi b) e c), quanto meno per non dimostrare apertamente l’inconsistenza di un “nemico” che tiene in scacco 3/4 di mondo da qualche anno. Proteste ed effetti politici? Professore lei sa meglio di me cos’è l’Italia del 2016 e quali sono linee di faglia della nostra sovranità.
Attentati di rappresaglia? Più probabile qualche colpo di “convincimento”.
Comunque propendo per l’intervento, mica possiamo continuare a mangiare gratis alla mensa(usa e gb hanno ragione)!
Gaz
In Libia vorrei vedere il culo della primier dam, della regina, della first ledi, della berluscona. Li invece ci andranno ragazzini poco più che implumbi a rimetterci la pelle, mossi dalla fame e da quattro soldi bucati. Fino a prova contraria sono usa e gb che stanno mangianda alla nostra mensa.
Gaz
@Vito
“Professore lei sa meglio di me cos’è l’Italia del 2016 e quali sono linee di faglia della nostra sovranità.”
Ecco, io non le conosco le linee di faglia della nostra sovranità.
Potrebbe delucidarmi?
GherardoMaffei
@Gaz.Vi è un altro fattore di pusillanimità italiana da non trascurare: i militari italiani impegnati nelle missioni di pace (sic) all’estero,temono la morte, sono volontari per pagarsi il mutuo della casa, mandare i figli all’università; mentre i guerrieri islamici non temono la morte, sono mossi da un spirito di fanatismo radicale, combattono per la propria religione e per il proprio popolo.Poi visto che lei è appassionato di storia patria come me, estrapolo una frase dalla dichiarazione dell’entrata in guerra fatta da Mussolini il 10 giugno 1940:”…scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche dell’occidente (leggi Francia Inghilterra) , che spesso hanno insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano…” Dietro la morte di Mattei, la recente guerra coloniale francese contro la Libia di Gheddafi , forse la morte di Reggeni, vi sono sempre la Francia e l’Inghilterra, che non vogliono e non permettono che l’Italia abbia un ruolo primario in Europa e che abbia accesso diretto alle fonti energetiche petrolifere.Ne vogliamo parlare senza il tabù fuorviante dell’antifascismo ?
Gaz
@ G. Maffei.
Non mi sembra di aver risparmiato spernacchiate politiche alla franza e all’anglia (minuscolo voluto), persino su questa e anche in tempi non sospetti, al punto da floddare le ultime pagine sulla Libia.
Sulla morte del ricercatore italiano ho esplicitamente parlato del gatto e della volpe (e chi vuole che siano?) e di seguito ho invitato a guardare l’evento alla luce degli sviluppi in nord Africa.
Tutto questo però non deve far perdere di razionalità.
Personalmente dal punto di vista storico trovo molto più interessante della dichiarazione di guerra una lettera (pubblica) di Mussolini in risposta alle accuse di fascismo rivolte da Churchill all’Italia in cui M. ribatteva che il trattamento ostile verso l’Italia era stata una costante. Purtroppo non riesco a rintracciare quella lettera.
Un ex “alleato” che vota solo le sanzioni commerciali sfavorevoli, mostrando un cisnismo senza pari, non si combatte facendogli la guerra, che per altro nel suo cinismo fa fare agli altri … ma si combatte con la mente … gli si toglie l’acqua in cui sguazza.
Fino a Pearl Harbor gli americani fecero offerte serie a M. per una pace separata, malgrado l’irritazione degli anglisi, i quali avevano notizie di primissima mano sugli stati d’animo personali, ignoti persini all’inner circle di M., per cui Churchill non reputò utile offrire a M. Malta, Gibilterra e parti di Cipro, perchè lo sapeva terrorrizato da Hitler.
Tant’è che quanto M. pensò al suo futuro personale pensò agli Usa ivi depositando denari, non alla gb o a uno stato neutrale.
Una frase attribuita ad Andretti dice paola più parola mano, che ognuno ha i vicini che si ritrova: a noi sono toccati i peggiori.
Certo, se piovessero bombe su di me mi incazzerei.
Cosa vuole che le dica, che Dresda fu una strage inutile e che se fossi stato li durante la visita della regina anch’io le avrei tirato uova marce?
Vuole che le aggiunga che gli americani cercarono di non distruggere le installazioni economiche energetiche, perchè pensavano di fare dell’Italia un alleato dopo la guerra?
Pierluigi
Caro Aldo,
definire sconclusionato il tentativo di evitare che la Libia rimanga polveriera catalizzatrice di tutti i foreign fighters del Maghreb e non solo, che la nostra principale azienda statale perda importantissimi investimenti, che prosegua impunita la tratta di esseri umani dalle coste libiche…..si spiega solo con la considerazione che, oramai, pieghi qualsiasi analisi al desiderio non recondito di vedere …. il governo costretto alle dimissioni.
andrea z.
Per il 2016 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha un budget totale di 4,3 miliardi, di cui 3,76 miliardi destinati alla competitività e allo sviluppo delle imprese: di questi, 2,75 miliardi vanno a Finmeccanica, Fincantieri, Iveco-OtoMelara e alle altre aziende dell’industria bellica. Anche se il comparto si compone di 112 società, 50mila occupati e 13,3 miliardi di fatturato, a fronte delle Pmi, che contano (al netto delle microimprese con meno di 10 dipendenti) 134 mila ditte con 3,9 milioni di occupati e 838 miliardi di fatturato.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/26/stabilita-il-73-dei-fondi-del-mise-per-lo-sviluppo-delle-imprese-finisce-ai-programmi-di-armamento-della-difesa/2240083/
Le imprese belliche, a quanto pare, servono anche per spiegare le spese esagerate a favore della difesa.
Gaz
d. gli “alleati” franco-anglo-americani …
Certo, glialleati tra virgolette.
Di nefandezze e porcherie export made in franza ce ne sarebbero da raccontare, ma una in particolare mi ha colpito per la sua logica simile a quella sottesa ai campi di sterminio.
Ascoltando Gero Grassi ho appreso che per la Renault4 in cui fu ritrovato Aldo Moro in via Caetani il proprietario ha ricevuto una mirabolante offerta di 300.000 euro dalla omonima casa costruttrice francese per farne un testimonial pubblicitario, ma il proprietario ha preferito donarla allo stato, perchè sui morti non si realizza un facile guadagno.
Se questi non sono pirati pescicane, non so cosa altro sono.
Io una macchina franza non la comprerò mai.
Voi ??
Vincenzo Cucinotta
L’analisi è corretta, le previsioni meno.
La verità è che il nostro è un paese eterodiretto, e quindi gli USA quando vorranno fare la voce abbatsanza grossa, otterranno ciò che chiedono, es eproprio Renzi resiste, gli faranno scoppaire uno scandalo che lo sbatterà fuori dalla politica.
Che la guerra che prima o poi nostro malgrado l’Italia si troverà a fare in libia sarà lunga è certo, direi anzi che sarà interminabile, e ciò indipendentemente dalal capacità teorica di prevalere nettamente in tempi brevi.
Gli USA in verità in Libia non vogliono vincere, vogliono continuare la politica della confusione, e del resto l’idea assurda che possano bastare alcu8ne migliaia di soldati per vincerla è in sè già assurda.
Questo manipolo di uomini che potranano sì vincere delel battaglie ma non si capisce come potrebebro controllare un territorio, servirà a mantenere la Libia in uno stato cronico di belligeranza ad intensità medio-bassa.
Del resto, c’è qualcuno che sappia quali siano gli obiettivi che gli USA si pongono nella zona nord Africa-vicino oriente? Non li sappiamo perchè non esistono obiettivi, ma l’obiettivo è semplicemente mantenere quest’area in un perenne stato di instabilità. Insomma, ci chiedono di contribuire a garantire l’instabilità, non so se mi spiego.
Paolo Federico
Sono sostanzialmente d’accordo con Cucinotta, ma aggiungerei una precisazione: non è l’obbiettivo che manca ma la prospettiva, l’idea di mondo a cui si vorrebbe pervenire; l’obbiettivo è la destabilizzazione dell’Europa, cominciando dall’Italia, proprio perché l’allungamento della vita e la denatalità (unitamente a indubbi progressi tecnico scientifici e medici) stavano cominciando a creare spazi per una reazione al capitalismo degenere e alla demonìa dell’uomo economico.
Lorenzo
Le poche migliaia di soldati saranno sufficienti per controllare pozzi e raffinerie, difendere il governo/i fantoccio e forse cacciare gli scafisti. Sul resto del territorio le tribù saranno lasciate libere di scannarsi a vicenda verificando solo che non emerga un vincitore o una coalizione pericolosa.
Che poi il calcolo riesca resta da vedere. C’è però una domanda a cui i critici dell’intervento evitano di rispondere: quale sarebbe la loro alternativa?
Vincenzo Cucinotta
La mia alternativa sarebbe non andarci, punto.
Tuttavia, se il fine della missione è eliminare i focolai di jahidismo, allora ci vorrebbe un esercito di almeno centomila uomini (direi anche un 50% in più).
Portarci circa diecimila uomini, significa solo sottoporli ad una lenta carneficina senza ottenere alcun altro risultato che quello di ricordarci costantemente che viviamo sotto le minacce terroristiche dell’ISIS (cosa a cui con qualche ragione non credo).
Fare quest’uso puramente mediatico di vite umane e di risorse militari ed economiche è semplicemente inaccettabile, è in assoluto la scelòta peggiore tra tutte quelle che si potrebbero fare.
Paolo Federico
Eliminare lo jahidismo significa eliminare l’Islam! Guerra Santa non è soltanto farsi saltare in aria o combattere armi alla mano, è molto di più.
Gheddafi era un dittatorello tragico e ridicolo, ma rappresentava comunque il loro modo di regolarsi:francesi e inglesi sono stati i veri terroristi e sovversivi a cui noi supinamente e (diciamolo) vigliaccamente ci siamo accodati.
Si dica una volta per tutte: a queste genti interessa soltanto l’Islam e non interessa affatto la democrazia, hanno giustamente le loro tradizioni e rifiutano le nostre; dovremmo essere inflessibili con loro all’interno dei nostri confini (e cacciarli via anche sparando) e assolutamente rispettosi di ciò che fanno loro a casa propria, aiutandoli se ci chiedono aiuto, collaborando se ci chiedono collaborazione, aggredendoli se ci minacciano.
L’unica alternativa a questa guerra occulta, a questo tutti contro tutti, alla strategia del caos controllato (che controllato non è, e prima o poi si ritorcerà contro gli stessi responsabili) è la chiarezza, sì sì- no no.
Lorenzo
Sì ma… se in Libia se scoppia la guerra civile, con un milione di profughi che i vostri pregiudizi umanistici vi impediscono di mitragliare in mare, o se lo stato islamico prende il controllo di mezzo nordafrica, qualcosa si dovrà fare no? Se voi vi trovaste al governo in una situzione del genere che fareste, stareste a guardare? Questa era anche la domanda che rivolgevo a Giannuli.
Vincenzo Cucinotta
Mi sorprendo Lorenzo, qui mi pare che tu perda la tua solita lucidità.
Chiedere ad un osservatore, o analista, di sostituirsi a un governo è una domanda ovviamente improponibile.
Se scoppiasse una guera civile in Libia cosa faresti? Ma che domanda è, se scoppia una guerra civile, non è come se avvennisse un terremoto, c’è qualcuino che la fa scoppiare.
Chi ha pretese di dominare il mondo, deve controllare tutto, non ciò che gli aggrada. L’ISIS come è arrivato a Sirte, per intervento divino? Che ci sia un governo a Tobruk ed un altro a Tripoli che malgrado tutto non hann0o alcuna intenzipone di mettersi d’accordo, è anch’essa un evento ineluttabile?
La tua domanda sembra quella di uno che va a casa di un non violento dichiarato, gli distrugge tutto, magari gli sequestra i familiari, ed poi gli chiede come pensa di risolvere il problema senza l’uso della violenza.
In una società organizzata civilmente, ci sono forze deputate a controllare l’ordine pubblico.
Mi dispiace, capisco che tu hai sempre una fretta ed un piacere ad incentivare scontri armati (probabilmente per motivi ideologici), ma io non mi presto a questi giochetti.
Prima si dimettano tutti i governi dell’occidente, a partire da Obama, e poi parliamo di cosa farei io, perchè non sarò io a farlo, chiaro?
Che poi, cosa cambierebbe se la guerra invece di avvenire solo tra libici, avvenisse perchè andiamo lì anche noi a farla, sul flusso di profughi, proprio mi sfugge.
Gaz
Possibile che l’idea di togliere il gradimento ad un ambasciatore non amico dell’Italia e troppo ciarliero non venga a nessuno?
andrea z.
Sappiamo che i nostri, chiamiamoli così, “alleati” ci chiedono 5.000 uomini; non ho capito quanti uomini manderebbero i francesi e gli inglesi.
Comunque in Iraq, un Paese di 33.000.000 di abitanti e 438.000 kmq di territorio, i 170.000 soldati americani mediamente posizionati non furono mai in grado di garantire un minimo di sicurezza.
Gli esperti calcolarono in 2.000.000 di uomini il numero che sarebbe stato necessario.
La Libia ha solo 6.000.000 di abitanti, ma ha una superficie di 1.700.000 kmq.
Mandare là 5.000 uomini a controllare la Tripolitania, che è grande poco meno dell’Iraq (350.000 kmq) significa consegnarli come ostaggi a jihadisti e bande armate.
Potranno al massimo pattugliare i giacimenti e le strutture ENI.
Il problema è che se l’Italia non interviene, sicuramente l’ENI verrà tagliata fuori, per vendetta dei nostri “amici”, da tutti gli appalti relativi alla ricostruzione e dal controllo delle riserve di idrocarburi.
Gaz
L’Elf non fu tagliata fuori perchè i francesi erano contrari alla prima guerra del Golfo, mantennero le loro concessioni.
Sembra che la produzione di petrolio abbia quasi raggiunto gli stessi livelli pre crisi, ma fin ora non sono riuscito a verificare la veridicità dell’affermazione.
L’habitus mentale dei nostri “alleati” filipustieri di cui lei evidenzia le incongruenze e per il quale dovremmo andare a suicidarsi in Libia ha un nome:
C I N I S M O
Ma guarda un po’ che razza di vicini doveno toccarci !!!
Herr Lampe
Scusi professore, è inelegante ripetersi, ma mi perdonerà ugualmente spero.
Non mi par di ricordare che mr. B scalpitasse per intervenire, anzi. Poi però dovette bere, e si è già detto molte volte.
Se me lo concede infine ho trovato interessanti le riflessioni di Alberto Negri, un giornalista del Sole. Questi,oltre le considerazioni di buon senso che lei ha espresso, ha aggiunto un elemento.
La guerra non solo dovremo subirla, ma avremmo anche l’onore di un comando puramente formale: egiziani, milizie filoturche etc etc di certo non aspettano noi per farsi dire che fare. Onore che pagheremo mettendo 5000 militari nel carnaio libico.
Una prospettiva che definire un incubo è un delicato eufemismo.
Tenerone Dolcissimo
Scusa Giannuli ma a me pare che manchi una analisi di come è cicciata fuori la proposta di intervento italiano in Libia. A me sembra che i nostri “alleati” francesi ed inglesi ci stiano spingendo a sistemare i casini da loro combinati.
Ci guadagneremo da questo intervento???? Tu ne sembri convinto asserendo che ENI spinge per l’intervento per non essere esclusa dal mercato locale del petrolio.
Osservo che abbiamo partecipato anche alla precedente campagna libica per cacciare Gheddafi e non mi sembra che ne abbbiamo tratto vantaggi. Anzi mi sembra che priima con Gheddafi stavamo meglio sia per quanto riguardava il petrolio sia per quanto attineva alla gestione dell’immigrazione anche se gli umanitari “pelosi” anglofrancese storcevano il naso ben supportati dagli utili idioti nostrani.
Saluti cordiali
Aldo Giannuli
nin mi dare di aver detto queste cose, non sono stato chiaro
Tenerone Dolcissimo
Volevo solo mettere l’accento sul fatto che è molto umbratile -almeno per i miei occhi forse un po’ miopi- chi stia prendendo l’iniziativa di mandare l’Italia in Libia. Con un governo di marionette eterodirette da …. da chi ??? Mah
Gaz
Sensazionale notizia.
Libici, egiziani, algerini e tunisini, supportati da marocchini, ciadiani etc. etc. hanno preso l’iniziativa per mantenere uno stato di pace in Franza e Anglia ut armas et bellas non exportat.
Gli Usa al momento non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Intanto dall’ambasciatore americano in Luxemburgo si è appreso durante un’intervista che il Pentagono prevede di mandare in Anglia e Franza circa 5.000 marines del Sud-Sudan.
Il primo ministro del Sud-Sudan in uno stretto napoletano ha rilasciato la dichiarazione che abbiamo registrato per voi spettabili spettatori.
https://www.youtube.com/watch?v=6x5rY7EoygA
Giovanni Talpone
Ci sono però altre possibilità:
– se il deprecabile attentato “parigino” avvenisse prima dell’intervento, toglierebbe di mezzo un problema al governo
– Renzi potrebbe lasciare a un ipotetico governo libico il controllo dei centri abitati (i più pericolosi per le nostre truppe) evitando ad esso il problema di presentarsi spalla a spalla col nemico storico (gli italiani) e controllare prevalentemente dall’alto, con brevi interventi a terra, le infrastrutture ENI e le carovaniere che collegano con le altre aree islamiste in Africa. I droni , gli elicotteri Agusta (da schierare sull’inutilizzato ponte della Cavour) e il nuovo C27 Spartan (specialmente nella versione “cannoniera volante”) sarebbero perfetti per questo. E purtroppo il convertiplano non è ancora pronto…
Gaz
Mirabilia belliche !!
E il cellulare che fa il caffè e da un bicchiere di acqua fresca frizzante nel deserto lo hanno inventato?
Se lo hanno prodotto, quasi quasi parto in armi per la Libia.
M
Professore, Giovanni ha intuito tutto e mi ha tolto le parole di bocca (mai cognome poteva essere così lontano dal valore della persona che lo porta). Aggiungo solo che dovremmo cominciare a vedere la Libia non come un scatolone di sabbia e petrolio (men che mai come “oleum nostrum”), ma come un campo di addestramento, in cui i nostri padroni di sempre ci vogliono preparare bene ed in gran numero per la terza giravolta mondiale. Infatti esso apparirà come “un campo più vicino a casa, dove i nostri giovanotti disoccupati potrebbero andare portandosi dietro il telefonino e magari ogni tanto chiamare la mamma per prenotare le pappardelle”. Tutto molto soft, come molto soft sarà l’approvazione della stepchild adoption per permettere anche alle giovanotte di lasciare all’amica “lesbica” (scusate ho scritto una parola che non è nemmeno contenuta nella legge sulle unioni civili!) il figlioletto appena nato, in modo da andare a procacciarsi un lauto ingaggio da soldatessa, utile ad entrambe.
Di fatto la Libia può diventare il trampolino di lancio per altri quadranti dello scacchiere mondiale, quelli dove la guerra si prepara seriamente e dai quali non sarà facile tornare vivi.
Cosa fare allora?
Intanto non cascare nell’inganno (e i Cinque Stelle non ci cascheranno), fare tutti qualche sacrificio ulteriore, e soprattutto cominciare a parlare chiaro e senza mezzi termini (e i Cinque Stelle hanno iniziato a farlo), perché i nostri padroni stanno provando, vi assicuro, a rimettercelo di nuovo in quel posto come ai nostri avi. Poi occorre sperare (pregando la Regina della Pace) che i “nemici”, contro cui i nostri padroni ci vogliono oggi preparare, si sbrighino a completare quella trappola tecnologico-finanziaria da cui gli stessi padroni non potranno più dare ordini a noi europei senza suscitare la nostra ilarità (detta più volgarmente: “quando il loro biglietto verde non sarà più utilizzabile neanche al cesso”).
Ho scritto “si sbrighino”, perché è proprio quello che stanno cercando di fare, ben sapendo che i nostri padroni sono dei totali irresponsabili e che porterebbero noi europei al tracollo pur di non perdere la partita di risiko.
Classica obiezione: “Sì ma in gioco c’è anche il petrolio del Medio Oriente, se gli asiatici ci mettono le mani sopra ci lasciano con la candela”. Niente affatto, la penuria energetica è l’ennesima menzogna dei nostri padroni, perché di energia ce n’è per tutti e ve ne accorgerete presto.
Giovanni Talpone
Preciso che:
– non sono un sostenitore dell’intervento, sto solo cercando di vedere la cosa dal punto di vista di Palazzo Chigi (e forse di Centocelle)
– sono sempre stato convinto che, quando Karl Marx esclamò “Ben scavato, vecchia talpa!”, stesse pensando a me.
G.
Gaz
Mirabilia belli !
Dopo tutto sto popò di roba, si sono premurati di inventare e produrre un cellulare che fa il caffè e serve anche un bicchiere di acua fresca frizzante nel deserto?
Se lo hanno a disposizione parto in armi per la Libbbbbia.
Gaz
Intanto una prima conclusione da parte dei paesi che offrono il comando militare all’Italia è stato raggiunto.
Fonti che hanno chiesto l’anonimato hanno fatto trapelare l’inno militare. Eccolo:
https://www.youtube.com/watch?v=LgM2ls2SW5g
andrea z.
Come ha scritto in un precedente intervento Vincenzo Cucinotta, la guerra in Libia non sarà breve, porterà caos e, si potrebbe aggiungere, sarà redditizia per l’arcinoto apparato militar-industriale americano:
http://ilmanifesto.info/guerra-e-affari-il-decennio-doro-dellindustria-bellica-americana/
Come dice il professore di Geopolitica Maurizio Simoncelli:
“Nello specifico si osserva un processo che vede industrie del settore militare sempre più integrate con il Pentagono. E non solo attraverso semplici ufficiali di collegamento. Di norma le aziende di armi, nel senso più largo del termine, al loro interno ospitano uffici permanenti del Pentagono. Si tratta di aziende private nelle quali lavorano centinaia di addetti che invece che dipendere dall’imprenditore dipendono dal Ministero della Difesa. Inoltre, questo intreccio si rivela nell’intenso interscambio di ruoli e posizioni: alti gradi militari che, una volta in pensione, vanno a sedere nei consigli di amministrazione di aziende del settore bellico e imprenditori di questo comparto che finiscono sui banchi del Congresso… Questa lobby influenza non poco le scelte economiche del Paese, ma anche le priorità finanziarie e la stessa politica estera degli Stati Uniti. Cosa ancora più preoccupante è che ciò accade nella potenza più armata del mondo.
Inoltre negli USA circa il 30% degli scienziati e degli ingegneri impegnati nel settore della ricerca e dello sviluppo scientifico e tecnologico è legato a industrie di tipo militare. Secondo dati della National Science Foundation, il 52,7% del fatturato che lo Stato destina allo sviluppo scientifico, circa 46 miliardi di dollari, è indirizzato al solo settore militare. Una percentuale molto superiore rispetto a quella di altri Stati occidentali. Per avere un termine di paragone si pensi che, all’opposto, in Giappone si destina a questo settore il 4,3% e in Germania il 7,1%… Anche in forza di questi dati si può dire che lo sviluppo tecnologico e scientifico americano è legato a filo doppio al settore bellico. Moltissimi prodotti di uso civile sono nati prima a scopo militare: si pensi ai navigatori satellitari, estrema semplificazione dei sistemi di guida dei Cruise; o alla stessa Internet, nata come “intranet” della difesa Usa. Osservando questo modello di sviluppo, Seymour Melman, il maggior esperto di economia militare statunitense, ha definito l’economia Usa come un’economia di guerra, più precisamente un’economia di guerra permanente”.
http://www.30giorni.it/articoli_id_15980_l1.htm
In questo momento l’Occidente a guida americana appare come una macchina bellica che non può essere arrestata senza mettere a rischio sviluppo tecnologico e crescita economica.
Purtroppo l’Italia è entrata a far parte del meccanismo e non basteranno i tentennamenti di Renzi per chiamarci fuori: il Moloch americano pretende anche il nostro modesto contributo.
Gaz
Le compassate, obiettive, neutrali, indipendenti e imparziali Franzatelescions e BBC, fedeli alle direttive provenienti come al solito dall’alto hanno mandato in onda un reportage sullo sbarco in Libia.
https://www.youtube.com/watch?v=h18CzuQPA7g
Alessandro Icardi
Buon giorno professore,
vorrei porle alcune domande:
1- se mandiamo una divisione in libia come la paghiamo? altro che rinunciare alla riduzione di irpef e varie promesse dell’amico di rignano, qui servirebbero almeno 4-5 miliardi all’anno che dove si trovano? Gia abbiamo problemi a far uscire 300 milioni del pizzo a Erdogan.
2- in libia si contano almeno un centinaio di milizie che fanno guerra solo per racimolare quattrini ed avere un posto nel nuovo governo libico che verra’, e noi con 5000 soldati divisi diciamo su 3 turni al giorno pensiamo di occupare non dico un paese ma almeno una fascia costiera profonda 20km e lunga 1000 dominato da bande che avranno tutto l’interesse ad aumentare il livello dello scontro per farsi sentire dagli occidentali?
3- ma il 70% dei motivi per cui dovremmo andare in libia (concessioni petrolifere) non ci è stato tolto da francesi e inglesi quando hanno fatto fuori gheddafi?
4- l’unico modo per fare qualcosa di utile sulla “quarta sponda” sarebbe andare lì e ammazzare, è brutto a dirsi ma è così, tutti quei ladroni raccattati in mezzo mondo di isis e compagnia, ma siamo sicuri che il governo possa reggere una cosa del genere? nel senso non è che i compagni di partito dicono a renzi vai vai che ci serve, gli danno il loro appoggio e poi presentano il conto alle amministrative e magari condiscono con qualche accusa di violazione dei diritti umani (l’Aja e Bruxelles non sono molto lontane tra loro)?
Recentemente ho letto un articolo dove hanno tagliato di non poco anche i finanziamenti al comsubin….. e allora mi sorge spontanea l’ultima domanda: ma chi pensano di mandare laggiù a fare quello che bisogna? Pensano che 4 o 5000 ragazzi di 20 anni in gran parte del sud italia che hanno uno stipendio da 1200 euro ed indossano la divisa solo perchè se non lo fanno non possono partecipare ai concorsi per le forze dell’ordine (e qui si potrebbe divagare sui grandi successi del jobs act nelle terre delle varie mafie) si mettono a fare i killer modello spetznaz o deltaforce? Certo nulla voglio togliere a quei ragazzi ma qualcuno avrà sicuramente tenuto conto che per quanto presenti in missioni internazionali le nostre forze armate dal 25 aprile del 1945 non hanno piu combattuto sul serio, al massimo hanno fatto quello che fanno fare ai carabinieri e alla polizia in certe regioni o alla finanza ai tempi del contrasto ai contrabbandieri in puglia in cui ne ammazzavano 2 o 3 al giorno.
cordialità
Tenerone Dolcissimo
God bless Matteo
almeno finché è contro l’intervento
(pf non tiratemi oggetti contundenti)
Roberto B.
Chissà a cosa è veramente contrario o favorevole Renzi, se ha una sua propria opinione su un qualsiasi argomento. A parte, s’intende, sul restare o meno in sella.
Tenerone Dolcissimo
CONTRORDINE COMPAGNI !!!!!!!!!!!!!!
Dopo l’incontro con Hollande, Matteo sembra divenuto favorevole all’intervento.
Poi non dite che non è di sinistra
Gaz
@ Quesisto rivolto a tutti gli interventori.
Perchè proprio ora è venuta la fregola al gatto e alla volpe di chiedere a zio Sam di mandare più o meno 5.000 dei nostri in Libia? Sottolineo il “proprio ora”.
Per esempio:
– condizioni meteo?
– Trump che vince le elezioni?
– prospettive sul campo negative?
– frenare iniziative unilaterali?
A voi la risposta.
M
Innanzitutto direi che di solito è lo Zio Sam a sollecitare il gatto e la volpe, affinché gli chieda qualcosa.
Delle quattro ipotesi, direi che nessuna è quella effettivamente sottostante. Quello che interessa allo Zio Sam nel breve periodo è che la stepchild adoption diventi legge, in modo da aprire una breccia nella L.184/83 e preparare il contesto giuridico ideale per un massiccio arruolamento delle giovani donne italiane disoccupate. Siccome i suoi desideri non si sono avverati nei tempi che aveva dato al nostro governo (i Cinque Stelle se ne sono accorti all’ultimo momento ed hanno messo il legno fra i raggi), allora ha mandato un po’ di scagnozzi francesi in Libia per ricattare Renzi e rendere i nostri approvvigionamenti ancora più problematici di quanto non siano stati dal 2011. In altre più volgari parole, per stringere le palle al PD, attraverso l’ENI, affinché promulghi la fatidica legge sotto un nuovo titolo.
Se noi italiani siamo veramente dei fessi, ci caschiamo due volte. Prima, illudendoci di sbloccare il ricatto, approveremmo la stepchild adoption e, poi, ci ritroveremmo per giunta ancora costretti a mandare il contingente in Libia, per liberare i nostri impianti nuovamente minacciati dai mercenari e quindi per fare quell’addestramento militare, che tanto preme allo Zio Sam nel lungo periodo (ovviamente per prepararci allo scontro su ben altri teatri).
Speriamo che Putin dia qualche consiglio non solo a Berlusconi, ma anche a Renzi, magari offrendogli qualche fornitura alternativa di idrocarburi a buon mercato.
Giovanni Talpone
Ieri c’è stato questo evento all’ISPI: http://www.ispionline.it/it/eventi/evento/libia-quali-scelte-litalia Gli oratori, quasi unanimemente hanno sostenuto che: 1) la politica italiana negli ultimi anni (riferimenti impliciti ma indubbi a Berlusconi+Napolitano) è stata favorevole agli interessi USA, UK, francesi e contraria a quelli italiani 2) Un intervento militare diretto sarebbe una follia, e Renzi fa bene a rifiutarsi 3) Un eventuale governo libico di unità nazionale molto probabilmente non rappresenterebbe nessuno ma, gestendo bene le royalties pagate dall’ENI e il capitale residuo del tesoro depositato a Londra, forse un minimo di credibilità potrebbe conquistarsela. 4) E’ però improbabile che tale governo nasca, perché Turchia, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati preferiscono sovvenzionare ognuno qualche piccolo potentato locale, e non hanno alcun interesse a un governo libico unitario 5) Il denaro del tesoro libico finirà nel 2017 6) La Tripolitania sopravvive perché gli italiani, sotto l’ombrello dell’ENI, fanno arrivare l’elettricità e l’acqua nelle case 7) L’Italia dovrebbe sganciarsi dalla carovana USA-UK e soprattutto Francia, non minacciare alcuna azione militare (salvo alcune operazioni coperte contro il pezzettino controllato dal Daesh, ma con combattenti non-libici), cercare di parlare con quasi tutti, riaprire una rappresentanza almeno consolare a Tripoli 8) E’ necessario aiutare la Tunisia a uscire dalla crisi economica: molti combattenti del Daesh sono giovani tunisini disoccupati e senza prospettive.
Ogni volta che qualcuno deprecava la soluzione militare, il pubblico, molto numeroso, applaudiva calorosamente.
marco bechini
Sig. Giannuli, a proposito della variante “parigina”, attentato in una città italiana, vorrei vedesse questa breve intervista al cantante della band sopravvissuta al Bataclàn:
https://www.youtube.com/watch?v=26qE_MxDlGM
Un saluto.
Gaz
Posso assicurarvi di non essere il gost writer del Presidente Mattarella.
Leggete cosa ha detto all’Università di Yaoundè.
Altro che bordate di Gaz contro il gatto e la volpe !
“Forze violente minoritarie prendono in ostaggio intere popolazioni, scardinano la convivenza di interi Paesi. L’estremismo violento che attacca la vita umana non può avere diritto di cittadinanza in Africa come in Europa. Le responsabilità della Comunità internazionale e di numerosi Paesi anche europei nel non aver saputo affrontare le ragioni della crisi, se non addirittura nell’aver concorso a creare in passato condizioni di instabilità, sono ampie. Vanno lasciate alle spalle politiche errate, che hanno permesso al terrorismo di alimentarsi di pericolosi anti-valori permeati da irrazionali pulsioni violente. Daesh, Boko Haram, e altri gruppi dello stesso tipo, professionisti del terrore, sono questo, la negazione di ogni quadro giuridico nel quale i diritti della persona possano trovare garanzia nella supremazia della legge; la negazione dello Stato di diritto, strumento in grado di costruire relazioni con altri Stati per raggiungere obiettivi di progresso nell’interesse dell’umanità. Le conseguenze di questa barbarie del pensiero e della sua applicazione vile e violenta le abbiamo, purtroppo, di fronte ai nostri occhi, ogni giorno. Sono le immagini di inaudita violenza, provenienti dall’Africa, dall’Europa e dagli altri continenti, tutte tragicamente simili nel mostrare l’abbandono di ogni forma di dignità e il totale spregio della vita umana. Tutto questo ci richiama alla necessità di reagire con fermezza, intelligenza e, soprattutto, salda unità d’intenti.”
S. Mattarella