Scenari elettorali futuri: Lega contro tutti?
E’ ancora presto per fare pronostici o anche fare il nostro gioco abituale sulle soglie al di sopra ed al di sotto delle quali un partito può dire di aver vinto o perso ed in che misura, non fosse altro perché non sappiamo quali e quante liste si presenteranno e si parla di diverse liste nuove, non presenti alle politiche.
C’è chi parla di una possibile lista della Lega Nord in contrapposizione alla Lega Nazionale di Salvini, poi c’è l’ipotesi di una nuova Dc che confedera tutti gli attuali 5 gruppi che si rifanno ad essa magari con l’aggiunta della Comunità di San’Egidio e l’appoggio della Cei, c’è poi chi parla di la lista Pizzarotti (forse con i Verdi, forse con la Bonino o forse da solo), poi c’è la ben nota lista di De Magistris già annunciata e che potrebbe comprendere Rifondazione e Sinistra Italiana ma anche non presentarsi affatto, c’è ovviamente Potere al Popolo, poi anche Mimmo Lucano ha accennato ad una sua possibile lista, non si sa che fine fa Leu eccetera.
Siccome c’è l’ostacolo delle firme, molti non giungeranno ai nastri di partenza, ma, insomma un paio di liste nuove è ragionevole che ci siano, forse anche tre.
Quando avremo il quadro completo potremo fare discorsi più fondati, per ora facciamo un discorso molto in generale prendendo in considerazione solo le due macro aggregazioni su cui possiamo ragionare: centro destra (Lega, FdI, Fi) contro gli altri; maggioranza di governo (M5s-Lega) contro gli altri.
Avvertenza preliminare: il dato delle europee è falsato dal diverso peso dell’astensione, infatti, mediamente fra le politiche e le europee c’è uno scorrimento di quasi il 10% in meno alle europee evidentemente meno sentite dagli italiani delle politiche, per cui poi è difficile capire quale partito sia più penalizzato degli altri in questa occasione. Ora veniamo al merito.
Nelle politiche del 4 marzo scorso, i tre partiti del centro destra totalizzarono circa il 38% includendo anche le liste minori che non entrarono in Parlamento.
Facciamo una previsione minima ed una massima: quella minima potrebbe essere la conservazione del 38%, con un modesto flusso dal M5s che compensa eventuali perdite di stesso valore verso nuove liste (in particolate la nuova Dc). Questa valutazione sconta un andamento pari alla media delle astensioni con variazioni n on significative sul totale. Difficile prevedere un arretramento.
L’ipotesi massima prevede il mantenimento di tutta la percentuale del 2018 cui aggiungere un consistente flusso dal M5s (ipotizziamo un 4%) mentre non è ragionevole prevedere un flusso in entrata dal Pd o da altre formazioni.
Dunque, grosso modo, un risultato intorno al 42-43%. Spiego perché non è prevedibile un flusso superiore al 4% dal M5s: è ragionevole prevedere che le eventuali perdite del M5s non saranno solo verso la Lega, ma anche verso l’astensione, una eventuale lista De Magistris o magari Pizzarotti, per cui una flessione del 4% verso la Lega corrisponderebbe ad un rispettabile -6/7% totale, difficile , allo stato attuale, ipotizzare una flessione più accentuata.
Dunque, una punta massima del 42-43% che però è poco probabile: è difficile che il blocco non abbia nessuna perdita anche minima dal suo risultato precedente, per cui realisticamente il risultato finale potrebbe oscillare fra il 39 ed il 41%. Due valori che potrebbero significare, almeno sulla carta, la conquista della maggioranza assoluta dei seggi o meno.
Valutiamo ora la maggioranza di governo: i sondaggi sinora la accreditano di un 60% di consensi, ma non tengono conto di liste nuove né di altre aggregazioni. E’ difficile pensare che il M5s conservi intatto il suo 32%, mentre è realistico pensare che la Lega avanzi, ma, anche se il M5s dovesse attestarsi ad un ipotetico 28%, la Lega dovrebbe arrivare al 32% per totalizzare il 60%.
Non è probabile, anche perché, se il M5s contiene le sue perdite (e per il ragionamento precedente, un eventuale -5% non andrebbe tutto alla Lega, mentre è realistico che il quel caso il flusso sia del 2/3%). Se poi l’emorragia del M5s dovesse essere superiore, la somma delle due forze sarebbe comunque inferiore al 60% a meno che la Lega non riassurba quasi tutta Fi e parte dei FdI: difficile. Più realisticamente è plausibile che il blocco di maggioranza si aggirerà fra il 53 ed il 54%.
E questo scenario dipinge due derby: quello Lega-M5s per chi avrà più voti nella coalizione di governo e quello fra Lega e Fi per capire se esiste ancora una destra non Lega. Ovviamente confronti per ora virtuali in vista di eventuali politiche.
Dunque prepariamoci allo scontro Lega contro tutti con una avvertenza: al di sopra di una certa soglia la Lega è costretta a chiedere elezioni anticipate, a meno di perdere il momento magico. Ma non è affatto detto che, alla fine, la Lega abbia il grande successo che gli si pronostica: 4 mesi e mezzo sono tanti ed anche se è scontato che la Lega avanzerà sulle politiche, non è affatto scontato che avanzerà addirittura di 13-14 punti.
Aldo Giannuli
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Gaz
Donald Gotic Tusk contro se stesso: “All’inferno c’è un posto speciale per chi ha promosso la Brexit senza un piano”.
Accipicchia alle conoscenze importanti di Tusk ! Roba da paura !!
Il polacchino vorrebbe darci a bere che il paradiso sarebbe la Frangermania e l’euro il suo Olimpo.
Siamo negli anni trenta del secolo scorso?
Gaz
ACME NEWS
Sul tetto dell’Ufficio Elettorale di Bruxelles è stato visto atterrare in emergenza un Rafalle a decollo verticale, armato di testate nucleari.
Dall’aereo sono scesi i membri di Plus Europe est Facile, nell’ordine; Macron, Merkel, Renzi, Junker, Moscowc, DonBrioschi, B. H. Levi, Ferrara, Lagard, Bonino e i fratelli Laqualunquemente.
Tutti insieme invece di presentare le liste per le imminenti elezioni europee, hanno prenotato invece il bagno 4566 di Rimini per tutta l’estate.
Alla domanda di un incuriosito giornalista dello Spigel, Renzi ha risposto che è meglio prepararsi in anticipo al bagno che prenderanno alle elezioni.
Gaz
La Tackhoma Movies è orgogliosa di presentare MACRò, “TOTò E LA MALAFEMMINA” un vecchio film di Stanley Algido Janrick.
Trama. Ricoletto, giovine di belle speranze, ferito nei primi turbamenti adolescenziali incerti dall’esperienza traditrice con Piddia, ragazza di vita e morte, colpita da un male incurabile, per riprendersi dallo choc, emigra a Parigi, dove inizia a recitare nella compagnia di Henri Bernard Levi. Qui incontra Mariannina, un vecchio puttanone, che si fa passare per sciantosa, residuato di guerra degli inglesi in fuga da Dunquirk, che lo inizia agli amori assatanati. Manuel, il giovin di lei marito becco, intuisce che per lui potrebbe essere la fine della sua sofferta relazione coniugale. Allora ordisce un piano segreto con l’aiuto di Anghelona, sua vecchia fattucchiera di fiducia, di cui è totalmente succube. I due pensano di ridurre in mutande il padre di Ricoletto, diffamando, screditando e boicottando i prodotti dell’industria di Totò, padre di Ricoletto.
Gli insulti si susseguono giornalmente, finatanto che Giggino e Matt, fratellastri di Ricoletto, non decidono di stendere Manuel, il quale non accetta di essere mandato in esilio a Kuel Paese. Al motto di toglietemi tutto, ma non le corna, Manuel carica a testa bassa Giggino e Matt, ai quali, grazie ai favori di un nipote di Mubarak, tal Benaqqà, aveva fatto ritirare la patente di guida, affinchè non si incontrassero più con nessuno. La campagna di insulti continua. Passano i giorni, finchè non arriva di nero travisato il vendicativo Contezio, il quale prende tra le mani Manuel e lo fa nuovo nuovo.
E vissero tutti felici e contenti.