Dove sono finiti gli scandali sessuali?
E’ un po’ che avverto una mancanza: sono almeno due anni che non scoppia uno scandalo sessuale. Che questo paese stia perdendo le sue tradizioni? E questa è una di quelle più radicate.
La prima occasione si presentò subito dopo l’Unità, quando la capitale era ancora Firenze, nel 1869: il deputato della Sinistra Cristiano Lobbia denunciò una storiaccia di corruzione riguardante la “Regia manifattura dei tabacchi”: subì prima un attentato e dopo, con una montatura ben congegnata dal servizio segreto della polizia, venne accusato di omosessualità e messo a tacere.
Poi, nel 1878, venne la scoperta della bigamia di Crispi, tirata fuori dal Ministro dell’Interno Nicotera.
Non mancò una pennellata porno neppure nello scandalo delle “corazzate di burro” (1903).
Ed anche il fascismo dette il suo contributo: Farinacci (1928) accusò il podestà di Milano di aver incassato qualche bustarella e, nello scontro che ne seguì, emerse che il ras di Cremona amava un po’ troppo le auto, la bella vita e le belle signore, ma se la cavò. Andò peggio al suo successore alla segreteria del Pnf, Augusto Turati, inviso a molti gerarchi perchè uomo colto e poco incline ad assecondare le pretese dei Ras. Fu tolto di mezzo con l’accusa di omosessualità.
L’Ovra collezionò molte note confidenziali sulle disinvolte abitudini sessuali di Galeazzo Ciano e di sua moglie Edda, del principe Umberto, del generale De Bono, di Ettore Muti. Si parlava molto anche di cocaina.
Ma i trionfi maggiori della nobile tradizione vennero con il periodo repubblicano. Non citeremo il caso Montesi -troppo noto per dirne ancora- con il quale Fanfani si sbarazzò del suo avversario di partito Attilio Piccioni. Anche lì, al clamore della stampa di sinistra, si rispose con uno scandalo sessuale che colpì l’avvocato Sotgiu, comunista e presidente della provincia di Roma, di cui venne documentata la pratica voyerista.
Ma ricorderemo quanto accadde, nel 1959, all’allora Ministro dell’Interno Tambroni, che scoprì che il servizio segreto del suo stesso ministero stava indagando sulla sua relazione extraconiugale con la nota attrice Silva Coscina.
Pochissimo tempo dopo Mario Scelba, allora capo di una corrente Dc, vide su un giornale di destra la sua foto, seduto al tavolino di un bar in Via Veneto, in compagnia di una avvenente signora, che però non era sua moglie, ed una innocente didascalia: rinunciò subito ai suoi progetti di secondo partito cattolico.
Ancora, l’ex capo dell’Ufficio D, Gianadelio Maletti, durante la sua audizione davanti alla Commissione Stragi dichiarò tranquillamente che il servizio controllava un Presidente del Consiglio democristiano notoriamente omosessuale e, un giorno, fotografò “un giovane in tenuta adamitica” sulla terrazza del suo attico. E poi altri scandali e mormorazioni su Toni Bisaglia, Mariano Rumor, Fiorentino Sullo. Ne fu colpito anche Andreotti da Pecorelli. Ma il grande Giulio non querelò ne Pecorelli nè altri. Mai. Altra classe, altra tempra.
La tradizione del letame è rimasta, ma con molto meno stile.
Aldo Giannuli
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Leopoldotosi Tosi
probabile che quando i problemi economici e le diaspore della disperazione hanno la ribalta, le mignotte e i vizi dei politici dove nascondere l’incompetenza e i propri intrallazzi vengono meno perché non hanno spazio per essere scritti, tempo per essere letti quindi mancano dell’attenzione pubblica (-:. CMQ la classe politica attuale rimane totalmente inadeguata
leopoldo
probabile che ci sia pure assuefazione culturale all’argomento, quindi manchi quella bieca sapidità citata da De André
Tenerone Dolcissimo
Per stare alla nostra época, gli è che una volta sistemato Berlusconi, il meccanismo degli scandali sessuali rischiava di rivoltarsi contro i attivatori, ovviamente parlando sempre della nostra época.
In altri siti mi sono permesso di dire non che SB avesse ragione, ma che fosse ugualmente da condannare, esattamente come certi uomini di sinistra che praticavano il puttanesimo oltre tutto a spese del contribuente. Mi permisi di fare il mio caso personale di bancario costretto a lavorare al posto di certe puttane protette dal presidente della mia banca (comunista di complemento). Non ha idea di cosa mi dissero!!!
Alcuni osservarono -da veri realisti scevri da pregiudizi- che quelli di cui ero stato vittima erano storie di amore casto e puro tipo Giulietta e Romeo.
Ci furono anche intermezzi comici, come certi -puritani fino al giorno prima- che mi giudicarono un pirla perché avrei avuto vantaggi ad adattarmi alla situazione. Risposi loro che avevano ragione, ma che non potevo farlo in quanto sostenitore della necessità che ognuno deve fare il lavoro che è capace di fare e io non ero portato a fare il pappone (per i non romani: pappone=protettore di prostitute).
Ne seguì una vicenda di mobbing (rectius: bossing) su cui Le (o Ti??) ho riferito in sede privata.
Cordiali saluti
leopoldo
Tenerone strano che ti abbiano lasciato lavorare. Di solito chi subisce certi trattamenti lo fanno perché non lavori, venga isolato, nei casi più nefasti non trovi più lavoro, si crea un reietto della società. Difficilmente lo si fa per affidargli un lavoro o farlo lavorare al posto di altri, quello che meno vuole chi è avvezzo a certe pratiche e che ci sia qualcuno che vada in giro dicendo che a seguito i lavori A,B,C,.. con tizio e sempronio. Mi sa che nel tuo caso si è trattato di una azione di contenimento a successivi richieste o premi [ciò non toglie che rimangono dei bastardi].
Tenerone Dolcissimo
La cosa è un po’ complessa, ma meno di quel che sembra. Nelle aziende gestite dalla Casta diventa dirigente chi appartiene a certe famiglie o le loro mignotte. Ovviamente, specie nel caso delle mignotte, il dirigente o futuro dirigente non è all’altezza del compito. Anzi spesso non è in grado neanche di pulire i cessi. Allora si prende un plebeo capace e lo si fa lavorare come dirigente facendogli capire che dirigente mai lui diventerà .
Il tutto condito da minacce e altre pressioni.
Non so se ricordi la Magica Trippy di Paola Cortellesi … ecco una cosa simile
Gherardo Maffei
L’arma del ricatto sessuale è da sempre ovunque in ogni epoca un’arma usata per colpire il nemico politico.Uscendo dai confini nazionali, perfino Hitler venne accusato dalla stampa socialdemocratica anti nazista di essere un omosessuale. Furono rubate alcune lettere scritte dal capo delle SA Ernst Rhoem, omosessuale apertamente dichiarato, il cui stato maggiore era composto in gran parte da suoi simili. Lettere scritte durante l’esilio sud americano da Rhoem, dopo il fallito putsch di Monaco, indirizzate ad un astrologo che aveva gli stessi gusti sessuali. Nelle lettere si parlava nostalgicamente dei bei giovani conosciuti nelle saune e nelle birrerie di Monaco. La stampa socialdemocratica dette il via ad una campagna di stampa scandalistica,che non risparmiò lo stesso Hitler, accusato di essere anche lui un omosessuale. Ma ci si misero pure i comunisti sovietici; Massimo Gorki, scrisse sulla Pravda organo ufficiale del PCUS che il nazionalsocialismo era di fatto un movimento di omosessuali e un pericolo per i giovani, perché nelle fila della gioventù hitleriana si praticava ” l'”amore greco”.
david cardillo
Professor Giannuli, mi permetta una chiosa al suo pezzo. Andreotti non ha querelato Pecorelli, in quanto ha preferito farlo sanzionare in un altro modo. Non per vicende erotico-sentimentali, certo, però, già che c’era……
Gherardo Maffei
Per tornare entro i confini nazionali, persino il barone nero Julius Evola negli anni trenta, veniva sbeffeggiato dallo squadrista Mario Carli dalle colonne del periodico “L’Impero” con l’epiteto infamante per il regime e l’epoca come “signorina Evola”. Alludendo che fosse un invertito. C’è da dire che Evola non ebbe mai né moglie, né figli. Girava per Roma con aria da snob,elegante,raffinato, munito di monocolo di ordinanza e frustino da cavallerizzo sotto braccio; forse per ostentare un sovrano disprezzo per l’ignobile plebaglia che incrociava per le vie.Un personaggio che risultava sicuramente odioso di prima acchito, agli squadristi, che incarnavano l’anima nazionale popolare del regime.Un giorno Evola incontrò Mario Carli per le vie della capitale, lo prese a scudisciate in faccia, finì con l’intervento dei poliziotti e a querele di parte. Ma male gliene incolse dopo la rissa fu costretto a girare per le vie con delle guardie del corpo per porre fine alle aggressioni squadriste.La triste nomea la ebbe anche nel dopoguerra. Fu accusato di palpeggiare e allungare le mani sui nerboruti giovanotti neofascisti che andavano a trovarlo in casa. Gli fu procurato una giovane avvenente segretaria, che dopo una settimana si licenziò in tronco. Si vociferò che Il motivo era lo stesso: allungava le mani.Come non bastasse tale nomea, ci si mise pure il senatore missino Mario Tedeschi, direttore de “Il Borghese” periodico con il quale Evola collaborò. Ogni qualvolta sentiva nominare Evola faceva gli scongiuri e si toccava i testicoli, diffondendo la voce che fosse pure uno iettatore e che portasse sfiga.
fabio
PRof Giannulli mi piacerebbe molto leggere un’articolo di riflessione sulle origini e radici del razzismo in italia, siamo cosi solo per colpa della lega o c’è qualcosa di + prfondo? io ogni giorno che passa resto sempre più stupito della normalità con cui nei social e nei forumn dei quotidiani i miei connazionali esprimano concetti (parolone) sempre più antisemiti e razzisti, a volte sembra di stare a monaco nel 38 …
fabio
mi correggo, antisemiti non è esatto, oggi il razzismo è principalmente vs i migranti, gli ebrei per fortuna, nonostante io sia un fiero oppositore di israele, vengono lasciati in pace.
Gherardo Maffei
Bisogna porsi invece il seguente quesito: come mai questo odio storico nei confronti dei circoncisi. In tutte le epoche storiche, presso tutti i popoli con cui sono venuti in contatto, ma proprio tutti, nessuno escluso e si badi bene che tra i nemici storici di costoro vi è il Gotha degli intellettuali, politici,religiosi, di tutti i tempi, essi sono stati perseguitati,esclusi,emarginati.Basti citare la celebre stella gialla imposta loro dai nazisti, come segno di riconoscimento. Non fu una invenzione dei nazi, ma lo fu già dal medioevo dalla chiesa cattolica,così come i ghetti in cui venivano reclusi.Per scendere dall’astratto al concreto e per fare un esempio banalissimo, se io ovunque vado, da sempre, con chiunque ho a che fare, finisce in rissa, con sputi,epiteti vari, ma cribbio avrò pure le mie colpe! Come scrisse giustamente Celine nel suo celebre saggio “Bagatelle per un massacro” ciò che gli rende particolarmente odiosi è il loro perenne atteggiamento di farsi passare per vittime, quando storicamente non lo sono mai stati.La Palestina docet!
fabio
ci sono ragioni storiche molto antiche a aprtire dalla proibizione di possedere terre per mano dei consoli romani in giudea etc , l’argomento sarebbe vasto e complesso ma non ho nessuna intenzione di discutere con un razzista con simpatie naziste e fasciste come lei. le poche volte che ho avuto modo di leggerla sono rimasto disgustato e stupito dalla liberta (anche se fa onore a Giannulli) lasciatale su questo blog, dove esprime concetti più adatti a periodi storici si spera oramai sepolti. non si disturbi più a rispondere a un mio commento perchè questa sarà la prima e unica volta che ci sarà uno scambio di vedute.
fabio
e anche se israele è oggi a tutti gli effetti uno stato pseudo confessinale , che stermina un popolo inerme , la causa palestinese dubito abbia bisogno della sua solidarietà pelosa. addio.
Gaz
Mazzabubbù !!
Una casa reale italiana ha fornito molto materiale per la materia, -che molto spesso attiene ai rapporti tra stampa e potere-, per non dire di uno scurnacchiato albionico e di tutta la sua famigliola and ancestors …
Oggi dobbiamo accontentarci di ministri, capi di stato, capi di governo, presidenti di regioni, al più di liason mormorate, ma ben celate. Sotto è difficile scendere. Però ricordiamoci che:
. u vov na pote disce crnute au ciucc;
. citte citte m’enz alla chiazze;
. ci vej chi zoccle, u muezzc t tir.
Aldo Giannuli
intervento da quale evinco che Lei è di Bolzano
Gaz
🙂 oriundo, come avrebbe detto Tottò.
Roberto B.
Caro prof., mi permetta un piccolo intervento di G.G.Belli, che in due quartine e due terzine, spiega quello che ognuno di noi sa.
Sonetto 426. Un indovinarello
Sori dottori, chi ssa ddimme prima
come se chiama chi ggoverna er monno?
Cuello che mmanna tanta ggente in cima,
cuello che mmanna tanta ggente in fonno?
Er Papa? er Re? – De cazzi, io ve risponno:
sete cojjoni, e vve lo dico in rima.
Er pelo e er priffe è cquer che ppiú se stima
pe cquanto è llargo e llongo er mappamonno.
Er priffe e ’r pelo sò ddu’ cose uguale,
der pelo e ‘r priffe sò ttutti l’inchini,
p’er priffe e ‘r pelo se fa er bene e ‘r male.
E una cosa dell’antra è tanta amica
cuanto la fica tira li cudrini,
e li cudrini tireno la fica. »
Il termine “priffe” significa soldi. Il termine “pelo”, non ha bisogno di traduzioni.
Il resto è facilmente comprensibile.
Paola sala
In fonno quella è sempre ‘la madre de li santi’…..