Rivoluzione Civile: facciamo i conti
Mi dispiace molto per Antonio Ingroia, di cui ho stima, anche se non capisco quale medico gli abbia ordinato di mettersi alla testa di un esperimento così sconclusionato, rischiando un’ immagine costruita in decine di anni di lavoro. Mi spiace per ottime persone come Maurizio Torrealta o Ilaria Cucchi, che si sono fatte infinocchiare e sono andate a fare la copertura ad una operazione trasformistica come questa. Mi spiace soprattutto per le migliaia di compagni di base di Rifondazione Comunista (unica base realmente esistente di questo accrocco di sigle), che credono ancora in una battaglia contro il capitalismo e che si battono a mani nude nei loro posti di lavoro e nei loro circoli territoriali. Solo per rispetto di queste persone, ho evitato di dire in campagna elettorale quello che penso di Rivoluzione Civile: mi sarei sentito come uno che spara alle spalle di compagni ed amici. Ma ora la campagna è finita e possiamo fare i conti con calma.
Questa è stata una delle più indecenti operazioni opportunistiche cui abbia mai assistito: un’accozzaglia di politicanti da strapazzo (Ferrero in primo luogo, poi Di Pietro, poi Diliberto con il relativo seguito di Grassi, Zipponi, Mascia, Palermi, ecc ecc.) era alla disperata ricerca di una conferma parlamentare, ma sapeva di non avere alcuna speranza di farcela presentandosi con le proprie facce in prima fila. Allora hanno cercato di camuffarsi all’interno di qualcosa che sembrasse nuovo, all’ombra di un nome rispettabile e con una pattuglia di testimonial per bene, tanto poi, con il meccanismo delle liste preconfezionate, al riparo dal temutissimo voto di preferenza, riesce lo stesso di sistermarcisi.
Beninteso: prima si fanno fuori quelli di Alba, la parte vera di Cambiare si può ecc. (tutti pericolosi concorrenti: qui i posti, bene che vada, saranno solo una ventina…). Ingroia, che di suo dovrebbe fare il magistrato, perché la politica non è mestiere suo, si fa imbrogliare ed il Gatto la Volpe e la Faina, fanno le liste come più gli piace, mettendo insieme una porcheria mai vista: A Milano le primarie hanno scelto Agnoletto? “E chi se ne frega?! Levalo e mettici Di Pietro”. Poi un po’ di ex dell’Idv compresi 5 ex democristiani e un ex missino, più un paio di inquisiti, un sostenitore del condono edilizio e qualche valente uomo d’affari. Ci si mette anche Ingroia a rendere il pastone del tutto impresentabile e ci aggiunge Giardullo, il “sindacalista poliziotto” che si è opposto all’istituzione del reato di tortura ed al segno di riconoscimento personale per gli agenti della Celere.
Al posto della Cucchi, più che andarci in lista insieme, gli avrei cavato gli occhi.
L’esperimento è last minute, con un simbolo ed una sigla nuova che, come insegnano le precedenti esperienze di Nuova Sinistra Unita e della Sinistra Arcobaleno, di solito falliscono sempre. “Pazienza, questo passa il convento. Se va, va altrimenti pace”.
E il programma? “Programma? Quale programma? Qui l’unico programma è svoltare la pagnotta”. D’altra parte un accrocco del genere, con ex democristiani e fascisti, con sbirri ed imputati, messo su in fretta e furia, che linea politica poteva trovare? Giusto tre fregnacce in croce con l’esilarante trovata di sostituire l’Imu con il recupero dei capitali di Mafia (e, se non è chiaro perché si tratti di una cazzata col botto, ditemelo che vi spiego il perché).
Ingroia si è lamentato di essere stato “oscurato” dai mass media, ma dovrebbe ringraziare Iddio, perché se avesse avuto più spazio in Tv e sui giornali si sarebbe visto in pieno che Rc non aveva nulla da dire. Perché, diciamolo chiaro, non solo i promotori di Rc non si sono preoccupati di elaborare una proposta politica anche minima, ma non hanno neppure fatto finta di avercela. E, soprattutto, era evidente che, in caso di successo, ognuno sarebbe andato per la sua strada alla ricerca di posizionamenti più confortevoli.
Ma, insomma, signori, veramente credevate che il 4% degli italiani avrebbe abboccato ad un imbroglio così scoperto e malfatto? Questo fallimento viene da 5 anni di ozi di Capua, durante i quali Rifondazione e i Comunisti Italiani hanno macinato decine di milioni di euro per mantenere un’armata di parassiti-funzionari, il cui lavoro era ciondolare per le rispettive sedi e fare qualche telefonata in attesa dell’ora del pranzo. Non si è visto un grammo di iniziativa politica, i circoli sono stati abbandonati a sé stessi, non c’è stato un minimo di analisi della crisi ed una conseguente proposta per quanto elementare. In compenso fiumi di soldi sono stati spesi per un giornale illeggibile al cui confronto “Novella 2000” è il “New York Times”. Ora si lamentano di Grillo, ma Grillo è uno che da 7 anni sta lavorando come un rullo compressore: chi impediva a Rifondazione o alla Federazione della Sinistra di fare un blog come si deve come strumento di penetrazione? Avete mai visto il blog di Rifondazione? No? Andate a vederlo e ditemi se non sembra una via di mezzo fra il bollettino parrocchiale di Sant’Antonio e il “Courier de Pyongyang”, organo del Partito del Lavoro della Nord Corea, con tanto di culto del Segretario del Partito.
Ferrero si è dimostrato un totale zero politico, Diliberto si è prodotto in una andata e ritorno verso e dal Pd da lasciare tutti senza fiato, Salvi è solo andato. Quanto a Di Pietro le critiche sono altre –a parte quelle di ordine sintattico grammaticale che lo accomunano a Ferrero- e sono storie di figli, di appartamenti e di finanziamenti di partito. Meglio stendere un velo pietoso.
Ora è arrivato il conto: una batosta meritatissima che, speriamo, ci tolga definitivamente dai piedi Ferrero, Grassi, Diliberto, Di Pietro, Mascia, Palermi ecc Che spariscano e, nel caso interrogati, rispondano solo per dire “Mi vergogno di esistere”.
Io, però, me la prendo con i militanti di base, soprattutto di Rifondazione, che nel 2008, anziché occupare la sede nazionale e ruzzolare dalle scale tutti i dirigenti a portata di mano (e, possibilmente, dopo avergli gonfiato la faccia a schiaffoni) hanno accettato di rieleggere tutti al massimo vertice (salvo poi dividersi). Quando un gruppo dirigente incassa una sconfitta di quelle proporzioni e la base non insorge con la massima violenza possibile, vuol dire che quel partito è morto. E infatti..
Ma adesso cosa possono fare i militanti di Rifondazione che ancora ci sono e che proprio pochi non sono? In primo luogo cacciare dal partito tutti i dirigenti per indegnità politica: quando un dirigente si rende conto di non farcela e non sente il dovere di farsi da parte, ma resta, per tentare sino all’ultimo di rimediare un posto in Parlamento e risolvere i suoi personalissimi problemi di reddito, vuol dire che è una persona molto più disonesta del peggiore tangentista. E, come tale, va espulsa per indegnità politica. Solo dopo aver fatto questo doveroso atto di pulizia, credo che si possa prendere in considerazione una confluenza in Sel (che è quello che, più male che bene, resta ancora in piedi della sinistra) per dar vita ad un minimo di aggregazione da cui ripartire.
In margine ad una polemica di questi giorni: il candidato cancelliere della socialdemocrazia tedesca Steinbrueck ha detto che le elezioni italiane hanno fatto vincere due clown. Può darsi, quello che è sicuro è che i socialdemocratici tedeschi hanno scelto come proprio candidato un cretino. Fossi in loro ci ripenserei: si comincia così e si finisce come la sinistra italiana.
Aldo Giannuli
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alberto
caro dottor giannuli,
le volevo chiedere un commento sulla proposta fatta da micro-mega di ineleggibilità di berlusconi in relazione all’art 10 comma 1 della legge 361/57.
saluti
alberto
Giuseppe Patanè
Sono un elettore (non troppo convinto) di Rivoluzione Civile, iscritto al Prc da diversi anni e appassionato lettore del suo blog. I problemi da lei rilevati sono in effetti tutti veri, ma ho votato Rc se non altro per il suo profilo unitario, al di fuori della coalizione del PD. Dentro la quale sta SEL, che peraltro non mi pare faccia un risultato esaltante. Il terremoto politico che ha interessato la sinistra avrà sicuramente delle conseguenze, ma mi auguro che tra queste non vi sia la confluenza del PRC in SEL, per una serie di ragioni. Non ultima la subalternità di SEL al PD; a quel punto converrebbe entrare nel PD dalla porta principale e farsi un’onesta corrente (scherzo). Concordo con lei che c’è un grosso problema di dirigenza, ma c’è anche un problema ideologico che ha portato (oltre alle insubbie tendenze masochiste della sinistra) alla frammentazione attuale. Senza un chiarimento delle prospettive non si va da nessuna parte. A cosa serve una sinistra “radicale” oggi? Se non serve a niente che si confluisca nell’alveo del centrosinistra; se c’è qualcosa di diverso che si può mettere in campo rispetto a quanto già “offerto” dal M5s (io penso sia così), la strada per la ricostruzione di questa sinistra sarà comunque lunga e accidentata.
Maurizio Melandri
Analisi in parte condivisibile in parte falsa. Alba come Sinistra Critica se ne sono tirati fuori da subito, Cambiare si Può, dopo tante discussioni per far accettare alcuni punti programmatici, rinunciò a discutere sulle liste e solo per carenza organizzativa. Comunque si parla di soggetti politici (Alba e CsP) in cui erano fortemente presenti i compagni di Rifondazione. Una specie di gioco delle 3 carte.
Su Agnoletto concordo.
Se concordo sull’immobilismo del gruppo dirigente, non posso non notare che qui si paventa una pezza peggiore del male. Entrare in SEL, la sinistra del neo liberismo? Grazie no. Non è cercando di mitigare Monti che si ottiene un qualche risultato e vorrò proprio vedere SEL quanto durerà (una parte se n’è già andata). Dobbiamo riprendere a far politica tra le masse e non rincorrere una formazione oggettivamente di destra come M5s (cfr. Wu Ming) con blog più o meno fatti bene, con urli e strepiti più o meno accattivanti. Quelle sono le chiacchere, noi dobbiamo ricominciare a fare i fatti come formazione politica e non come singoli compagni più o meno attivi
giandavide
condivido ogni parola. e aggiungo che la mancanza di programmi è stata sostituita dall’attacco costante al pd e soprattutto a sel, con il risultato di togliere più voti possibile al pd. la sciocca idea che i voti da prendere stessero tutti nella coalizione vincente e non nel partito di grillo è stata premiata: il 47% degli elettori di sinistra arcobaleno è passata a grillo, disgustatata dallo spettacolo fratricida di ciò che sta a sinistra del pd, e devo dire che non gli posso nemmeno dare tutti i torti. insomma ingroia ferrero e dipietro hanno perso una percentuale di elettori superiore a quella di berlusconi,condannando la sinistra alla sparizione. e la cosa mi fa assolvere parzialmente vendola, che in effetti è stato chiuso nella linea del pd anche a causa del fatto che alla sua sinistra c’era un deserto politico popolato da improbabili tatticismi politici atti a mantenere la poltrona. se questi buffoni avessero portato acqua le cose sarebbero diverse, invece hanno portato acqua solo nel mulino di grillo. da quando dipietro ha iniziato a fare del suo unico tema la trattativa stato mafia (qualcuno dice al fine di fare saltare il processo creando polverone e salvando amico degennaro) rompendo l’alleanza col centrosinistra, vendola si è ritrovato a fare l’utile idiota per un anno, mancandogli il precedente “alleato” dipietro che avrebbe potuto condizionare le politiche. certo, anche vendola ha fatto i suoi errori: ha innanzitutto creduto che siamo in svezia e che l’italia non sia un paese un pò omofobo, e ha parlato poco della puglia, che era la materia sulla quale avrebbe potuto per molti aspetti vantarsi. ma riguardo alle altre cose non poteva fare altro, dato che alla sua sinistra c’era la schizofrenia più totale.
. forse se dipietro avesse accettato di dimettersi e lasciato demagistris a succederlo le cose sarebbero andate meglio, e la stessa cosaovviamente si può dire per ferrero: mettevano un agnoletto, per sparare il primo nome buono che mi viene, forse avrebbero fatto qualcosa anzichè grattarsi la pancia.
Vincenzo Cucinotta
Mi pare che se facciamo un’analisi a tutto campo del voto, vediamo che è tutta la sinistra che ne esce con le ossa rotte, mica è un problema specifico di RC, visto che anche SEL le ha prese di santa ragione.
Naturalmente, oggi magari ci sarà qualcha formazione di sinistra (per fare un esempio significativo, ALBA) che dichiarerà che sono vincitori perchè, nopn presentandosi, hanno evitato la sconfitta, ma la sostanza è che la sinistra non gode oggi in Italia di alcun credito e consenso. Può piacere o no, ma con RC cade l’unica possiible ipotesi di sinistra che potesse minimamente ammantarsi di questo nome.
Rimango del parere che la responsabilità l’abbia Vendola, che non ha avuto il coraggio di tenere duro sull’IDV con il PD, avendo così un’ottima motivazione per costituire una coalizione alternativa a sinistra, ma mi rendo conto che non posso suffragare questa mia tesi con prove di alcun genere.
D’altra parte, non mi pare che il punto fondamentale sia questo, la cosa più importante è se davvero non siamo di fronte a una svolta epocale, per cui cede di botto la dicotomia sinistra/destra come criterio fondamentale di orientamento politico. Nei fatti, già da tempo non è che ci fosse grabde entusiasmo a definirsi di destra, si votava a destra con discrezione e per motivi che ben poco hanno a che fare con i concetti tradizionalmente associati alla destra.
Rimaneva un certo credito dato alla sinistra, a ciò che rimane del marxismo, ma oggi forse sarebbe il caso di porsi il dubbio sulla congruità nell’uso di tali termini in politica. Potrebbe perfino essere la premessa per abbandonare questa visione così economicocentrica della politica, ma il discorso ci porta troppo lontano.
mario corinaldesi
Più che rivoluzionari mi sono sembrati dei “dorotei di sinistra” singolarmente impresentabili parlo dei padri nobili non dei candidati alcuni ottime persone altri solo quacquaracqua. Tutti con ottimi stipendi e carriere in corso. X fare la rivoluzione ci volevano altre persone. La nostra migliore gioventù che si fa onore all’estero.
davide falcioni
Io credo che l’unica cosa fattibile sia togliersi dalla testa le prossime elezioni e rilanciare Cambiare si Può, che è stato l’unico esperimento politico degno di nota degli ultimi tempi.
giandavide
@ melandri: dici le stesse cose di ferrero sulla non opposizione a grillo e sull’irrilevanza della rete rispetto ai movimenti di piazza che sarebbero dovuti essere il pezzo forte dei rifondaroli contrari a qualsiasi collaborazione col centrosinistra: risultato 1,8% e metàdegli elettori che se ne vanno: continuiamo così.
#vincenzo. ti faccio notare che sel ha avuto una performance mediocre nel senso che è rimasta più o meno al 3% di partenza, che è comunque meglio del dimezzamento dei voti di sinistra arcobaleno. riguardo alle responsabilità di vendola, sei molto ingeneroso, perchè vendola ci ha provato fino all’ultimo a recuperare dipietro, che intanto tentava accordi con grillo e contemporaneamente faceva photoshoppaggi di bersani zombie, dando proprio l’impressione che non volesse essere recuperato.
ma trovo allucinante l’ultima parte del discorso: prima parli di ipotesi di sinistra, e due righe sotto dici che la sinistra è un concetto superato? questa è schizofrenia allo stato puro. io sto iniziando a vederla grigia: siamo un paese becero popolato prevalentemente da gente becera, e il renzismo che avanza probabimente allungheràla durata del mio periodo “ve lo avevo detto”: a chi non credeva che bersani e vendola fossero il meglio che passava il convento, dico solo di aspettare il renzi e la relativa ondata di neoliberismo, che sommergerà un paese completamente rincoglionito da grillo che di neoliberismo non parla perchèlo considera un concetto superato (o forse per altri motivi, ma non voglio fare il complottista)
andrea
“Ma, insomma, signori, veramente credevate che il 4% degli italiani avrebbe abboccato ad un imbroglio così scoperto e malfatto?”
Lo si potrebbe credere visto che da 20 anni il 30 per cento degli italiani vota Silvietto (e non mi si venga a dire che di imbroglio non si tratta, vedi Capezzone, Scilipoti, Razzi, De Gregorio e compagnia bella, per non parlare di tutti i processi che la solita “magistratura rossa” porta avanti contro lo povera vittima indifesa).
Vincenzo Cucinotta
Giandavide, ti prego di non rivolgerti a me, non amo dialogare con chi non riesce a rispettare gli interlocutori.
Per me, rimarrà un mistero il gusto che si può provare ad insultare gli altri, quando sarebbe molto più utile tentare di capire cosa essi dicono.
Ad ogni modo, è evidente che al momento del cambiamento di un paradigma, sia inevitabile usare quello che si sta abbandonando, c’era bisogno di precisarlo?
Leonardo Annulli
Sono un elettore un po’ scoglionato di Rivoluzione Civile, alla quale ho dato il mio voto più per assenza di alternative valide che per reale passione e convinzione.
Condivido tante delle cose scritte nell’articolo, ma mi rimane un grande dubbio (vedo condiviso anche da altri) sull’opzione da lei consigliata del passaggio in massa a SeL. Allo stato attuale SeL (quantomeno la sua dirigenza) è partito totalmente subalterno al PD e a me pare che la priorità del popolo di sinistra sia, più che il tentare di dare manforte all’ennesima coalizione di centrosinistra (che palle ‘sto centrosinistra, che non è mai andato da nessuna parte!), quella di creare un soggetto autonomo di natura dichiaratamente antiliberista. Una cosa, questa, che chiaramente confligge con qualsiasi alleanza con i democratici.
Come creare questo soggetto? Be’, innanzitutto, come dice lei, facendo piazza pulita della dirigenza che ha portato la lista alla nullità politica. Poi, tentando di riallacciare i rapporti con chi, come Sinistra Critica e Cambiare si può, in principio faceva parte dei giochi e se ne è tirato fuori per un motivo o per l’altro. Una cosa, questa, che andrebbe fatta costruendo solide basi programmatiche comuni, la cui fattibilità non mi pare cosa dell’altro mondo (anche se, ovviamente, richiede tempo e dedizione: dobbiamo iniziare ORA!).
È possibile fare una cosa del genere mantenendo la cornice di “Rivoluzione Civile”? Su questo ho qualche dubbio, ma è una cosa che mi piacerebbe discutere a fondo con chi si è impegnato attivamente in quel progetto.
Vi è un’altra cosa, poi, che mi preme sottolineare. Un movimento che voglia definirsi antiliberista e anticapitalista deve mostrarsi tale non solo nell’anima ma anche in viso: in un sistema politico come quello italiano prigioniero da oltre vent’anni del protagonismo e degli ego smisurati dei suoi leader carismatici noi dobbiamo viaggiare in senso contrario. Si finisce in lista perché si partecipa e si FA lotta politica nei territori, non perché si È qualcuno importante! E, connesso a questo: nel caso si decidesse che la cornice di RC può restare, via da subito il simbolo con il nome di Ingroia impresso a caratteri cubitali (e via il suo faccione dal sito!), che dobbiamo convincere la gente a votarci per quello che proponiamo e per quello che facciamo e non per i personaggi di spicco che ci rappresentano.
Scusate la lungaggine ma le cose erano tante e la foga troppo grande per poterle tacere!
giuseppe fecondo
Condivido parola per parola
Giulia
D’accordissimo, in questa fase preoccupante della storia politica l’unico ruolo che potrà avere la base di un partito prossimo allo scioglimento come Rifondazione è all’interno di un partito di sinistra diffusa come SEL, e più precisamente il ruolo di costituire l’area comunista di SEL.
Carlo Scardeoni
Intervengo soltanto per dire che ho votato Rivoluzione Civile, anche senza entusiasmo, per svolgere il diritto-dovere del voto, sono stato educato politicamente nel dovere del voto da persone che hanno fatto la Resistenza e che hanno lottato per darci questo strumento di democrazia. In Rivoluzione civile ho trovato l’unico modo per espletare quel diritto, ripeto anche se senza entusiasmo. Non avrei mai votato Sel accomodatosi ai piedi del Pd e per la prima volta in vita mia, anche se a malincuore non sarei andato a votare. Il confluire in Sel la trovo una rinuncia ad una proposto alternativa, politica, sociale ed economica, a questo stato di cose. Se in futuro non ci sarà più un partito comunista sarò tra quelli che rinunceranno al voto.
Giuseppe Patanè
Secondo me è sbagliato pensare al PRC come un partito prossimo allo scioglimento. Con tutto il rispetto, il PRC pur malandato conserva una struttura di circoli territoriali e militanti. Non è un partito che può chiudere bottega dall’oggi al domani o sciogliersi in un’altra realtà (sia essa Rivoluzione civile o SEL) senza colpo ferire. Rifondazione Comunista andrà a congresso e deciderà il suo destino col voto degli iscritti. Personalmente mi auguro che il PRC sopravviva anche a quest’ennesima prova; semplicemente perché non vedo altre realtà che rappresentano le mie posizioni. Concordo con Leonardo Annulli che l’orizzonte per la sinistra dovrebbe essere quello di un soggetto antiliberista e anticapitalista, cosa peraltro su cui si lavora da anni (anche la Federazione della sinistra nelle migliori intenzioni doveva essere l’embrione di questo soggetto). La priorità comunque devono averla i contenuti, è sulla base di questi che partiti e movimenti devono aggregarsi.
Caruto
Ho apprezzato i toni felpati, i giudizi cauti e la sottile ironia di Giannuli sull’operazione “Rivoluzione Civile”.
Sia i toni che i giudizi sono probabilmente appropriati.
Anch’io penso che Ingroia sia stato politicamente molto ingenuo.
Sono invece molto perplesso su quasi tutti gli interventi che ho letto: in chiave tecnico-politica (alleanze passate, future), taluni vagamente ideologica (Anti-capitalismo, Anti-liberismo: a favore di cosa?).
Se la “base” che vota quei dirigenti ha queste caratteristiche, allora la sconfitta e’ giustificata e nel futuro ricorrente e puntuale.
Ragazzi e compagni: ci sono milioni di disoccupati giovani e meno giovani; centinaia di migliaia di piccole e piccolissime imprese fallite, migliaia di amministratori e politici disonesti ed idioti (accanto a migliaia di amministratori e politici onesti e capaci), scuole ed universita’ che vanno alla malora e che pagano sia docenti idioti e che non lavorano sia docenti bravi e che si fanno il mazzo, un territorio (una volta una meraviglia dell’umanita’) stuprato dal cemento ed umiliato da piani urbanistici elaborati da malfattori idioti incapaci e potenzialmente assassini (per le successive frane ed inondazioni), ecc. ecc..
Se volete essere “di sinistra” dovreste ripartire dai problemi delle persone.
Grillo ha messo in rete problemi, possibili soluzioni, persone interessate: di destra? di sinistra? L’ha fatto ed e’ stato votato.
Se qualcuno vuole essere (sempre) piu’ a sinistra di qualcun altro, deve semplicemente mettere in relazione le persone per una visione collettiva dei loro problemi e delle possibili soluzioni.
Lo so e’ faticoso. Ma si chiama attivita’ politica.
Giannuli mi ricorda che RC ha goduto di finanziamenti pubblici per gli anni successivi alle passate elezioni politiche.
Mi viene spontanea una domanda: ma se avevano lo stipendio assicurato, chi glielo faceva fare di fare attivita’ politica? Non sarebbe stata meglio una buonuscita che li avesse garantito solo per qualche mese e poi a cercarsi un lavoro, se non l’avevano gia’, come tutti? Voi dite che poi c’era il pericolo che l’avrebbero trovato e che sarebbero diventati dei comuni mortali non garantiti come decine di milioni di italiani?
Appunto, essendo dei garantiti, come possono elaborare delle strategie per i non garantiti? Il mio e’ un discorso qualunquista? Lo sarebbe stato se avessero fatto attivita’ politica organizzando il malessere e l’incazzatura generale. Ma non l’hanno fatto.
alberto
credo che oltre alla militanza vada affrontato un altro discorso, cioè il fatto che il novecento è alle spalle, con i suoi dolori, i suoi rancori, le sue certezze e le sue contraddizioni; davanti a noi non c’è che l’incertezza di un futuro che non può essere immaginato attraverso una schematismo che la storia ha decretato, non dico fallimentare, ma nemmeno risolutivo nella lotta tra capitale e lavoro.
il marxismo è una categoria che non può essere più presa come paradigma per la soluzione di questo conflitto, un conflitto esistente e vivo ma che sopravvive malgrado l’analisi di marx e l’applicazione della sua prassi.
quindi è necessario emanciparsi dalla dicotomia destra-sinistra perché essa non è più in grado di sostenere il livello della lotta; in campo ci sono diversi interessi, ma è inevitabile che questi interessi s’intreccino e amalmaghino come in una gelatina e capitale e lavoro; se dunque le categorie del novecento: socialismo, comunismo,socialdemocrazia,liberismo,fascismo,nazismo hanno, senza interruzione, permesso che il conflitto tra capitale e lavoro sia stato il propulsore della modernità, è bene prenderne atto e occorre rifare l’analisi filosofica e politica per ritrovare un punto teorico fermo su cui re-innestare il senso della lotta politica.
una lotta politica che tende come sempre a ridurre le disuguaglianze e le ingiustizie ovunque esse si ritrovano nel mondo.
le elezioni italiane sono un esempio del sovvertimento delle categorie novecentesche: la distruzione della sinistra, il flop del montismo, il rigurgito tele-mediatico del berlusconismo, il traccheggio programmatico e certamente non commendevole del pd, l’araba fenice di un improbabile quanto remota secessione del leghismo, e infine il trionfo di una formazione come il m5s, la vera novità del panorama politico italiano ed europeo se non mondiale oserei dire.
quindi è perfettamente inutile analizzare la sconfitta di una sinistra e tentarne una ricostruzione su basi vetuste e prive di consistenza; come del resto anche la destra ha cessato il suo ruolo di sostenitore del neoliberismo perché le evidenze della crisi hanno spazzato via pure le pseudo-certezze della teoria della finanza come motore dello sviluppo. il nuovo che avanza è l’unico orizzonte che al momento sia disponibile, e questo nuovo è di fatto il crollo delle verità delle posizioni politiche tradizionali.
ora questo orizzonte che a noi si affaccia non è l’avvistamento di una terra promessa, è la prospettiva di un viaggio con molte incognite che in ogni caso non preclude all’arrivo del sol dell’avvenire.
non dimentichiamoci l’obiettivo, ma ricordiamoci comunque che se i sentieri ci portano a un vicolo cieco abbiamo sempre la possibilità di cambiare strada, anche se questa non sappiamo dove ci conduce; solo il coraggio di tentare strade e vie nuove ci conduce alla meta.
saluti
alberto
menici60d15
Su Ingroia, la sinistra istituzionale, e la missione salvifica della magistratura:
Gli strani “compagni di letto” di Ingroia
http://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/
A chi non fosse del tutto soddisfatto dei fulgidi “maitresses à penser” che animano la movida politica contemporanea; a chi pervaso da furia iconoclasta intendesse abiurare dalla dottrina di Maestri come Ingroia, Grillo, Vendola etc.; agli sparuti nostalgici che volessero sentire “qualcosa di sinistra”, e magari pure aggiornata ai nostri tempi; a costoro segnalo i libri di Piero Bevilacqua, come “Miseria dello sviluppo”, “Elogio della radicalità”, “Il grande saccheggio”.
Vincenzo Cucinotta
Caruto, si rende conto di essersi messo in cattedra e, dopo aver verificato che gli alunni non sono preparati, assegna i compiti agli altri?
Non ritiene che un poco, anche solo un pizzico di umiltà sarebbe gradita ed anzi necessaria?
Apparentemente, lei parla da un non luogo, oppure lei da qualche parte stava e sta? Se sì, sarebbe gradito lo dicesse, tanto per capire se ha i titoli per dare lezioni ad altri.
Perchè, vede, io sono sempre sorpreso da quelli che definisco dell’accanimento terapeutico, con il che intendo la reazione di aumentare la dose di un farmaco che invece di guarire intossica il paziente.
Un caso tipico è Monti, che dice che non sono le sue riforme ad avere distrutto il paese, ma il fatto che non le abbiamo applicato in forma completa ed integrale.
Non vorrei che lei ed altri, di fronte a un crollo ormai prolungato della sinistra, pretendesse che si insista invece lungo questa strada, soprattutto considerando che assegna i compiti agli altri, apparentemente senza sentirsi coinvolto in prima persona.
giandavide
sono d’accordissimo con caruto. prima fanno i campioni della sinistra e poi non gliene frega nulla dei temi economici e sociali, insomma del lavoro e dei diritti. boh. forse hanno scelto lo schieramento perchè gli piaceva il colore rosso. mah.
per il resto trovo queste discussioni sul confluire in qualcosa piuttosto oziose. se si sta parlando di politica in italia e non di squadre di calcio, dovremmo tenere presente che c’è una legge elettorale chiamata porcellum, che rende ininfluenti i singoli partiti che non raggiungono l’8% nelle singole regioni. che sembra una soglia studiata demoscopicamente perchè si applichi alle formazioni alla sinistra del pd. in questo contesto la sinistra del pd è infatti all’irrilevanza: è destinata a scindersi sempre in due fazioni: una schierata col centrosinistra, che passa per un manipolo di venduti e che viene erosa proprio da sinistra, e un’altra che sta fuori, letteralmente, dato che al massimo può garantire un posto all’isola dei famosi a qualche parlamentare alla camera, ma a parte il fatto che può finifre in televisione non cambia una cippa. senza contare che il panorama diventerà probabilmente ancora più squallido: se arriva renzi non è imprevedibile una scissione del pd, e non è assolutamente detto che ciò metta fine alla zizzania: ci saranno sempre i soliti moralisti che discetteranno sull’opportunità di indossare giacche di flanella o di prendere il caffè lungo rilevandone improbabili tradimenti agli ideali sinistra. e, come logica conseguenza, andranno dietro ad altri balordi che gli dicono che la sinistra e la destra non esistono. detto questo ribadisco un concetto: qualsiasi cosa sia associabile al nome o alla faccia di renzi non lo voto, e spero che vendola non ci metta molto a capire che col pataccaro ciellino non si fa strada.
caneghira
Condivido quasi totalmente l’analisi ad esclusione dell’auspicio finale per quanto riguarda di confluire in SEL.
Per quanto mi riguarda, sino a qualche mese fa, stavo seguendo con interesse il movimento di Sinistra “Cambiare si può” che come innovativo metodo politico stava seguendo un po’ quello che il M5S già applica, con successo, da qualche anno.
“Cambiare si può” di chiara ispirazione di Sinistra ma poi cosa è successo? La decisione di partecipare a queste elezioni ed indi di dare un’accelerata con il cosiddetto progetto “Ingroia” che ho potuto quasi osservare dall’interno per il tramite dei sondaggi telematici attivati al proprio interno dal movimento di Sinistra.
L’operazione Ingroia ha disatteso, nei fatti, tutto ciò che RC avrebbe poi propagandato in campagna elettorale e subito mi è parsa un’operazione di copertura per assicurare un posto parlamentare ai soliti falsi volponi della sinistra che giustamente “fu” ma con la codardia di nascondere, loro stessi, la propria faccia.
Vigliacchi!
A tal punto, dopo che anche SEL si è alleata con coloro che hanno massacrato i lavoratori e ridotto i diritti civili; praticamente anch’essa vendutasi per una visibilità parlamentare per il tramite dell’amico di Bersani, il buon Vendola che in Puglia ha comunque forti limiti e compromissioni nelle azioni politiche (ed infatti ha pagato dazio anche nella propria regione).
Ebbene dopo tutto ciò, visto l’inutilità del voto alla presunta sinistra (che va dal PD sino al Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando) ho pensato bene di dare un voto alla speranza, alla concretezza ed al forte desiderio della decenza politica con la richiesta a gran voce di volti presentabili e non compromessi/se non addirittura delinquenziali, di dare insomma innanzitutto una potenziale credibilità alla azione politica del Paese.
Ho votato il M5S e sintanto che la Sinistra non si adoperi per rendersi credibile e realmente partecipativa dalla Base continuerò a dar fiducia ad ingenue, acculturate, inesperte, politicamente economiche, molto spesso giovani e donne persone del M5S.
P.S.: Giusto oggi discutendo con una mia amica dichiaratamente di Destra, ci siamo accorti che il voto dato al M5S ci ha, politicamente uniti! Oo
Giovanni Talpone
Totalmente d’accordo con l’analisi di Giannuli, tranne su di un punto: è troppo tenera con i compagni di base dei vari spezzoni di RC. Essi sono stati (e continuano a essere) sostanzialmente conniventi nell’opera di automummificazione delle rispettive forze politiche da parte dei gruppi dirigenti. Per compagni che si autodefiniscono comunisti, è una vergogna senza perdono possibile.
sonia
Ho votato Rivoluzione civile anche se le candidature non mi piacevano, ma era l’unica lista che, seppure con contraddizioni di varia natura(e qui condivido l’analisi) si è schierata contro l’esperimento Monti e l’ipotesi di un governo con Monti. Se non ci fosse stata non avrei proprio votato. (il movimento 5 stelle, pur avendo alcune proposte condivisibili, ha caratteristiche di gestione interna e di impianto ideologico complessivo che non mi rappresentano).Confluire in SEL non mi interessa. Se SEL abbandonasse il PD e decidesse di costruire un soggetto politico autonomo dal PD, insieme a Rifondazione, a “Cambiare si può”, ecc, allora sarebbe un’altra questione. Ma non credo che sia nei suoi piani. Si può fare militanza in tanti modi, non ho mai avuto il feticcio del partito, nel mio paese faccio parte di un gruppo di sinistra senza aggettivi, in cui convivono pochi iscritti a partiti e molti “cani sciolti”,alcuni di questi il 24 hanno votato Rivoluzione Civile,altri PD, movimento 5 stelle, SEL o si sono astenuti. In consiglio comunale siamo all’opposizione di una giunta di centrosinistra: attuiamo la rotazione del consigliere senza problemi, il consigliere è il portavoce del gruppo e si decide su tutto “una testa un voto”.Se nascesse una cosa del genere a livello nazionale ci metterei la firma al volo.
Giuseppe Patanè
@Caruto. Non so quale esperienza tu abbia dell’attività di Rifondazione Comunista, la quale per quanto ne so io è attiva sui territori e presente in tante lotte. Cito solo alcuni esempi che mi sono vicini: la lotta contro il Muos, le tante vertenze lavorative e il movimento studentesco in provincia di Catania; a Palagonia (CT) una bella esperienza di politica sul territorio si è conclusa con l’elezione di un giovane sindaco del PRC; nel mio circolo per anni abbiamo fatto un mercatino del libro usato contro il caro libri (c’ho perso le sessioni d’esame). Magari tu hai un’esperienza diversa. Ma non mi pare si possa dire che rifondazione è un partito lontano dai problemi delle persone. Ora io non voglio dire che il PRC è il partito perfetto, i problemi sono evidenti e alcuni rilevati dall’intervento del prof. Giannuli. Il quale però citava anche il lavoro quotidiano dei militanti nei circoli. Insomma, le critiche ingenerose e infondate le lascerei da parte.
Maurizio Melandri
Si certo Marx non serve più, non si sa più per chi votare e non ci sono più le mezze stagioni.
Il giorno che qualcuno mi riuscisse a spiegare (non con slogan, ma razionalmente) il perché:
a) Marx è superato
b) La rete è l’unico modo di far politica
c) Intervenire nel sociale per dare uno scopo a disoccupati e sotto occupati non serve a niente
allora potrò cambiare idea, fino a quando leggo slogan, oltretutto mutuati da realtà lontane dall’Italia, io resterò dell’idea che una sinistra comunista DEVE lavorare nel sociale, che la rete (visto i pochi italiani che ci accedono, oltretutto in diminuzione) è uno strumento limitato e sostanzialmente elitario.
Io vedo una continua proletarizzazione del ceto medio che in Italia è ampio e fortemente conservatore, vedo un aumento della disoccupazione sia nel ceto medio che nel proletariato (mi si scusi per questi termini arcaici) e vedo una sinistra comunista che fino ad oggi ha navigato poco ed a vista senza una reale analisi. Questo vedo e questo mi sto impegnando a cambiare, posso avere torto, ma fino a quando non avrò la controprova o non ci sarà qualcuno che mi dimostri, al di là di ogni ragionevole dubbio, che ci vuole altro, continuerò a perseguire.
Come? Cercando di combattere la falsa coscienza della classe (sono veramente arcaico eh?) con interventi mirati nel sociale, combattendo un gruppo dirigente (Ferrero compreso caro Giandavide) che si è dimostrato limitato e troppo focalizzato sul momento elettorale (Prof. Giannuli lei lo sa che Ferrero era disposto a non candidarsi?) e si è dimenticato che le elezioni si vincono nei precedenti 5 anni e non in 3 mesi, cercando un unità della sinistra comunista.
Utopie le mie? Sicuramente è più utopico pensare di cambiare qualcosa rimanendo nel solco del neo liberismo, leggete Friedman e capirete perché. Per combattere un avversario, prima bisogna conoscerlo, o no?
cinico senese
Professore, ma perde ancora tempo a parlare di rifondazione comunista? roba da museo delle cere.
Paolo
La sconfitta di Rivoluzione Civile e del suo gruppo dirigente è senza appello.
Ci sono però critiche che non stanno in piedi. In particolare quella sul programma. Il programma c’era, magari non entusiasmante ma c’era. C’è stata un’evidente incapacità di comunicarlo a partire da un “leader” che di economia politica non capisce nulla. E questa è un’aggravante.
Rivoluzione Civile ha costruito una campagna elettorale in due fasi, la prima in cui si presentava il personaggio Ingroia, la seconda in cui si dava spazio al programma. Non aver previsto che sul finire della campagna elettorale ci sarebbe stato un silenziamento della lista, è un’aggravante.
Non essersi attrezzati per 5 anni con propri mezzi di comunicazione è un’aggravante. Voglio però specificare che per aver provato a rinnovare Liberazione, il PRC è stato messo in croce. Personalmente ero per chiuderlo il giorno dopo il congresso di Chianciano e fare un settimanale decente ed economicamente sostenibile. Ma ci sono di mezzo questioni legali, lavoratori dipendenti, gente che ci campa.
Leggo, anche in questi commenti, la voglia di tanta “sinistra diffusa” di dar contro al PRC, alla sua dirigenza e anche alla sua militanza. Penso che sia una reazione infantile. Non si può non tenere conto che chi fa politica attiva deve pensare anche a tenere in piedi la baracca. Ci si è provato e lo si è fatto nella maniera sbagliata. Ma se avessimo distrutto tutto, sperando nel contributo di ricostruzione della sinistra diffusa, saremmo stati fermi.
Pensare che Cambiare Si Può sia naufragato perc olpa del sabotaggio di Ferrero è abbastanza sballato. CSP è naufragato perchè il suo gruppo dirigente è stato incapace di svolgere il compito elementare di portare a termine un ciclo di assemblee. I Revelli, Viale, Pepino, Sasso e compagnia portano sulle spalle una colpa pari a quella dei Ferrero, Diliberto e Grassi. Hanno portato la sinistra intellettuale in un vicolo cieco. Sono 10 anni che sento la predica del Manifesto sui nuovi paradigmi della politica, mai che abbiano detto qualcosa di concreto.
Lo spettacolo dei leader di CSP chesi sottraggono agli esiti del voto democratico (una conta voluta da loro) è stato penoso.
Non condivido l’idea di confluire in SEL, a meno di non puntare tutto su una rapida spaccatura in seno al gruppo parlamentare con le persone migliori che vanno da una parte e i Migliore, Vendola e Smeriglio che confluiscono nel PD. Ma mi sembra che ci si affidi a troppi “se”.
Paolo
E, una piccola nota su SEL. 30 secondi dopo l’arrivo dei primi dati reali, è stata messa in soffitta la sceneggiata, tutti hanno cominciato a dire apertamente che era un problema non riuscire a governare insieme a Monti.
Ben magra consolazione, ma le cose vanno dette fino in fondo per tutti,
Dementis
Non mi intendo di politica in senso partitico. Ho creduto nel progetto di Rivoluzione civile, più che nelle persone, riciclate o meno, l’ho votato e ho perso. Mi sembravano buone idee ma il professore dice che erano cazzate. Lo stesso Ingroia aveva detto che avrebbe avanzato una proposta innovativa appena entrato in Parlamento per ridurre il debito pubblico in modo drastico ma indolore per i lavoratori. Chissà qual era, a questo punto? Devo dire che le mie simpatie hanno cominciato a vacillare quando c’è stata la presentazione della formazione da Annunziata. Ho seguito attentamente i discorsi: c’era un tizio di cui non ricordo il nome che sembrava uscito da un armadio pieno di naftalina che faceva dichiarazioni di rinnovamento vacue e ingenue quasi imbarazzanti, un bilioso polemico di nome Saverio Lodato, Ingroia banalmente scivolato nella provocazione dell’astuto Klaus Kinski del giornalismo, la povera Cucchi che non ha quasi spiccicato parola, il fratello di Borsellino che ha fatto il predicozzo a Ingroia sulle candidature (cosa che poteva fare in privato, una bella zappa sui piedi), Favia su cui non spendo parola perché non mi ispira. L’unico a svettare era Latorre, ma chiuso dalla mediocrità altrui…ciononostante ho votato lo stesso, e ho perso. Non sarebbe la prima volta. Amen.
Caruto
Comunicazione di servizio per Giannuli e per chi gestisce tecnicamente il sito: sono saltati alcuni commenti (non miei) successivi a quello di Cinico Senese del 3.03.2013 delle ore 12.31.
E’ successo gia’ altre volte.
aldogiannuli
si ma non so perchè
giandavide
@amelandri: internet è una condizione materiale del progresso, e se neghi questa cosa, sei proprio tu che presenti un’analisi di tipo ideologico, dimostrando di non avere capito benissimo marx.
@ paolo
l’unica cosa che si nota è che il punto principale del vostro “programma” politico, se non l’unico, è che non si poteva votare vendola perchè si sarebbe alleato con monti. era una squallida menzogna, l’ultima risorsa di un partito di disperati che per 5 anni non ha saputo dire nulla agli italiani. ed è molto triste una volta che avete dimostrato di aver sparato cazzate per tutta la campagna elettorale, una campagna di diffamazione pro vendola che potevate lavorare per panorama, quando sui scopre che erano cazzate ve ne usciate fuori con la storia dei risultati: monti e vendola non avrebbero mai governato insieme, piuttosto siete voi che avete distrutto la sinistra italiana per rimpolpare l’anticostituzionale grillo. un pò di sana vergogna sarebbe indicata in questi casi.
ma evidentemente il vostro fine principale è che la sinistra italiana non salga oltre il 2%, in modo che per la destra la vita sia più facile: finora ci siete riusciti benissimo e sembra che bvogliate continuare a fare così. complimenti, casa pound e forza nuova, per non parlare di berlusconi, vi ringraziano.
Barbara
La ciliegina sulla torta sarebbe che il M5S riuscisse a fare qualla rivoluzione che certi incapaci hanno promesso e mai realizzato per 40 anni…
Sai che smacco…
T.S.
Non capisco a che pro confluire in Sel che dai risultati ottenuti non ha certo dimostrato di avere un appeal politico migliore di Rivoluzione Civile, per non parlare del programma… personalmente tra l’appiattimento sull’agenda monti sposata dal PD inseguendo il mito di condizionarla da sinistra e il nulla non trovo differenza alcuna.
Saluti
mimmotron
Ed anche in merito ad Ingroia Grillo aveva ragione, una foglia di fico. Sia ben chiaro che stimo e molto Ingroia, ma la sua decisione di impegnarsi in politica, beh…
Secondo me l’unica soluzione e’ votare M5S avranno tanti difetti, ma almeno riusciremo a cambiare questa classe dirigente(?). In meglio? Non lo so, ma nel dubbio cambiamola! Tutti a casa!!!
massimo
La tua analisi caro Aldo sulla serie incredibile di errori di Rc e prima del gruppo dirigente di Rifondazione Comunista, mi trova d’accordo praticamente su tutto; non capisco però la tua accondiscendenza verso Sel, i cui risultati non mi paiono molto migliori con l’aggravante per Vendola di aver fatto l’alleanza col Pd in maniera molto opportunistica per garantirsi pochi seggi sicuri al Parlamento.
Da questo ne discende che il suggerimento che fai a Rifondazione Comunista di confluire il Sel per iniziare un nuovo percorso di unità lo trovo ingiustificabile: va azzerato tutto in questa situazione, sia Rifondazione che Sel e mandati a casa a calci nel sedere i rispettivi gruppi dirigenti, Vendola compreso!
luca iozzino
Condivido pienamente l’analisi di Aldo.
Tutto ciò che ha fatto Rivoluzione Civile è riuscita a convincermi a non votarlo. io che ero un tesserato 2012 IDV. E le colpe Maggiori sono state proprio di Di Pietro molto più che del povero Ingroia o degli inesistenti Ferrero o Diliberto. Le peggiori porcherie sulle liste le ha fatte Proprio IDV non solo per salvare Personalmente Di Pietro , cosa che forse avrei anche tollerato se non giustificato, ma soprattutto per salvare i suoi inutili ies man, come a titolo di esempio Ivan Rota o Carlo Costanti , quest’ultimo ha tutta la responsabilità quale commissario del Post Maruccio, dell’indecente risultato nel Lazio, dove le liste erano molto peggiori delle già pessime nazionali.
Non condivido affatto invece di chi si lamenta di eccessivi attacchi al PD o auspica un apparentamento con il partitino personale di Vendola ( la cui sconfitta in puglia non ammette appelli ). Tutte le analisi dei flussi parlano chiarissimo, il consenso di RCivile è confluito massicciamente su 5 stelle , quindi è semmai vero il contrario, Ingroia ha fatto troppe inutili aperture che hanno fatto sospettare a chi come me segue da un po’ la politica aria di inciucio col PD. I Numeri sono chiarissimi. Semmai i pochi che hanno votato Rivoluzione Civile lo hanno fatto proprio come forma di opposizione al PD diversa da Grillo e c’è ancora un margine per cui la metà dei voti presi da RC finisca a Grillo. Cosa simile sospetto per Vendola: la maggior parte di chi lo ha votato tra le mie conoscenze lo ha fatto perchè reputava Certa ( come data da molti media e come erroneamente previsto anche da Aldo )l’affermazione di un Governo Bersani-Monti, con l’ottica di cercare almeno di orientarlo un po’ a sinistra. insomma un ottica da “contenimento del danno”. Sel secondo me è stato il vero collettore di chi ancora si è fatto forzare dal “Voto Utile” ma è chiaro che in un ottica con tre schieramenti sostanzialmente dello stesso peso quasta logica perderà di valore ed il voto di Sel è destinato a disperdersi tra PD e Grillo.
luca iozzino
Ps. ricordiamoci che Di pietro aveva La Cassa che peraltro si porterà a casa , circa 21 milioni di euro dell’attivo IDV, secondo me il Povero ingroia che fa una fine ingloriosa ha fatto l’unico errore di accettare e fidarsi di di pietro, poi ha fatto ciò che ha potuto, senza un grande carisma personale senza la cassa ne la struttura, ha messo qualche nome decentee coerente nelle Liste. Risultato: troppo poco ,ma era veramente improbabile fare di più di fronte all’incredibile ottusità dimostrata da Di pietro Ferrero, Diliberto, De Magistris , Bonelli e soci.
marcellosos
Capisco la frustrazione e l’acume caustico di chi, volente o nolente, ha studiato un pò più degli altri.
Tuttavia non venendo a mancare le contraddizioni capitale-lavoro intrinseche alla società capitalista non viene ugualmente a mancare la ragione costitutiva e l’esigenza di una forza comunista in Italia.
La dirigenza del Partito doveva essere cambiata tempo addietro.
Per questo credo che sia giunto il momento per chi non si è ancora compromesso nella dinamica correntizia e, anagraficamente, ha maggiormente il polso della realtà in cui siamo immersi, di produrre una proposta politica all’altezza.
Oscar Monaco
questo articolo è un conato di vomito livoroso, un delirio di presunzione indegno.
parassita sarà qualche giornalista che percepisce un lauto stipendio da professionista del nulla, come tutti i piccoli pseudointelletualini complici del disastro di questo paese. per quanto riguarda Rifondazione dalla segreteria nazionale in giù, i fantomatici milioni di euro esistono solo in qualche mente ormai putrefatta. la realtà è fatta di funzionari cassintegrati o con lo stipendio indietro di mesi, di militanza generosa, gratuita e di tempo sottratto agli affetti e alle amicizie. ma che ne può sapere un animo miserabile..
aldogiannuli
Monaco: quando parla di giornalista che percepisce un lauto stipendio non parla di me che non sono giornalista. Vedo che lei non è molto al corrente delle norme sul finanziamento dei pariti, ma più in generale non mi sembra una persona informata. Comunque questo blog rispetto il diritto di parola anche dei cretini. Si accomodi…
Filippo
Analisi che condivido appieno! Quello che non comprendo, o meglio che comprendo e mi scoraggia, è la passività della base di RC, come è possibile ancora subire, e poi in virtù di buoni ideali, queste ritrite macchinazioni? I nomi delle liste in Puglia erano ridicoli, paragonabili al fallimento della Lista Arcobaleno, ovvero, nomi scelti in omaggio a una vetusta logica spartitoria, nulla sulle persone, in questo particolare contesto, ma la lista era il frutto pacchiano proprio dell’accozzaglia descritta nell’intervento.
alberto valentini
Io lo sapevo, come disse G.M.Volontè al funzionario dell’OVRA che gli dimostrava che il suo partito lo stesse utilizzando per i suoi fini. E, in fondo, chi non lo sapeva? Le liste? I programmi? Io ho votato R.C. perchè volevo che in parlamento sette o otto deputati comunisti (anche sedicenti, mi accontento)fossero utili per la classe operaia, ed anche perchè volevo i rimborsi elettorali a ripianare debiti o mutui contratti nei tempi delle vacche grasse. Non mi risultano schiere di voraci funzionari nel PRC, e però le iniziative politiche costano e i rubli non arrivano.
Del resto, qualcuno di voi dieci o venti o quarant’anni addietro è diventato comunista con la prospettiva di trovarsi un giorno a votare entusiasta un giudice?
aldogiannuli
Valentini:
Comunisti? Sicuro?
quanto ai funzionari, voraci probabilmente no (anche se mi dicono di stipendi di 2.500 euro al mese per un sgeretario di federazione, che non sono proprio pochi), il guaio è che sono scandalosamente troppi: 120 perima del disastro del 2008, poi scesi ad una ottantina, poi ulteriormente decurtati con la messa in cassa integrazione di una parte, ma comunque diverse decine: troppi, per un partito che spende circa i 2/3 dei suoi residui ratei di finanziamento pubblicio per questo.
Anzi: quando si degneranno di poubblicare il bilancio dettagliato?
Il fatto è che la militanza deve essere gratuita e il personale pagato dovrebbe essere composto solo da un (ridottissimo) apparato tecnico (dattilografe, bidelli ecc) che non deve far parte degli organismi dirigenti a nessun livello e pochi dirigenti nazionali non parlamentari. Punto e basta. Non si fa politica per “svoltare” uno stipendio.
Federica Vuono
Non so se l’analisi del signor Giannuli sui dirigenti di PRC e Pdci sia corretta, in ogni caso io mi sarei sentita molto più rappresentata, in quanto elettrice di Rifondazione Comunista, da Ferrero e da Diliberto che da Ilaria Cucchi; degna persona, ma adatta a portare avanti le ragioni dell’antiliberismo? Ho votato Rivoluzione Civile per “disciplna”, anche se la lista non mi piaceva. Come alternativa senz’altro non vedo Sel, la cui nascita ha segnato una gravissima rottura a sinistra e che non rappresenta chi ritiene necessario modificare in modo radicale l’attuale modello di sviluppo. In termini elettorali se spariranno i partiti su cui il signor Giannuli tira un tratto di penna, per quanto mi riguarda vedo solo l’astensione o il voto a forze testimoniali.
aldogiannuli
cara Federica
(essendo compagni possiamo lasciare da parte il lei ed il signor), sono d’accordo sul fatto che la componente non comunista di Rc (come la Cucchi che tu citi) non si poneva il problema della lotta al liberismo, ma mi spieghi in cosa consiste l’azione (l’azione, non gli slogan o le dichiarazioni di principio) di Rifondazione contro il liberismo? Quanto al tratto di penna, non sono io ad averlo tirato, ma gli elettori e non ci possiamo fare niente nè tu nè io, salvo constatare che quel tratto di penna è meritatissimo
Federica Vuono
Evidentemente l’azione contro il liberismo in questo momento, in questo Paese, è tutta da costruire. La responsabilità di ciò è di tutti noi, anche se certo un bell’aiuto lo ha dato l’establishment (e le sue emanazioni rappresentate dai media) che dal 2008 in poi ha deciso che a sinistra di Sel non c’era niente. Avrei comunque gradito una presenza (o una pattuglia come si usa dire adesso) di parlamentari capaci di contribuire al dibattito parlamentare con una dura critica alle politiche attualmente in atto nel Paese. Non credo che RC sarebbe stata in grado di mandare più di 4-5 persone di questo tipo in parlamento (le stime dì chi dice 7-8 mi sembrano ottimistiche). Direi che più che di azione antiliberista in questo momento sia più corretto parlare di resistenza. Non credo che buttare tutto alle ortiche lamentando l’incompetenza e miopia dei dirigenti sia la strada giusta. Quanto agli elettori persi, certo la lista RC è stata “punita” e forse questo è un bene. Ma forse non questa sconfitta non deve essere letta come la fine della sinistra radicale in Italia ma come il segno che sia comunque meglio presentare alle elezioni soggetti politici riconoscibili piuttosto che formazioni vaghe con l’intento di adattarsi a “nuove forme della politica” che sono, a mio avviso, deteriori.
aldogiannuli
Cara Federica
se l’azione contro ilo liberismo in Italia è ancora da costruire vuol dire che questo non è stato fatto prima, neppure quando Rifondazione aveva oltre 50 parlamentari. Il fatto è che Rifondazione, sin dai tempi di Bertinotti, non ha prodotto una sola idea politica, ha prodotto solo delle generiche lamentazioni e qualche slogan. Perchè mai 3 (tanti dovevano essere in base agli accordi: Ferrero. Grassi e Rocchi) deputati di Rc avrebbero dovuto fare qualcosa adesso dopo che non l’avevano fatta prima (essendo stati tutti parlamentari sino al 2008)? E questo è parso a molti elettori di rc, compreso il sottoscritto, un motivo più che sufficiente per non votare ora la lista Ingroia.
Questo non vuol dire che in Italia non ci sia il bisogno di una sinistra radicale o che manchino i militanti per costruirla. Anzi è quello che penso vada fatto, ma, per favore, fuori dai piedi questi parassiti. ABBIAMO GIà DATO. Piuttostyo, siccome immagino che tu sia iscritta ancora a Rifondazione, perchè non chiedi conto ai tuoi dirigenti del disastro che hanno combinato?
Salvatore Romano
Analisi da 10 e lode….