Riforma elettorale: si sono incartati
Dopo l’ottimismo della settimana scorsa, che dava per fatto l’accordo fra partiti sulla legge elettorale, nuova battuta d’arresto e le probabilità di una riforma prima del voto sono ridotte al lumicino. Per la verità, l’ottimismo dei giorni scorsi era del tutto immotivato: l’accordo sembrava fatto, salvo che per qualche dissenso su dettagli come l’entità del premio di maggioranza, se attribuirlo al singolo partito o alla coalizione, il voto di preferenza e i collegi uninominali. In pratica, tutto, esattamente come prima dell’estate. E così sono restate le cose. Non ci metteremo il lutto per questa mancata “riforma” che si prospetta più indecente del “Porcellum” e va detto che le proposte del Pd erano ancora più oscene –da un punto di vista democratico- di quelle del Pdl e dell’Udc. Il Pd ha ereditato solo le cose peggiori del Pci, come, ad esempio la totale mancanza di laicità e la sostanziale incomprensione della democrazia pluralista: una cosa (come il premio di maggioranza o il maggioritario secco) è cattiva se serve agli altri, ma diventa improvvisamente buona se serve a sé stesso. La legge truffa era infinitamente più democratica e rispettosa del principio di rappresentatività, ma all’epoca il Pci condusse una battaglia memorabile in difesa della proporzionale (in silenzioso accordo con Msi e Pdium, va detto, ma la cosa non ci scandalizza affatto). Quando era Craxi a dire che si poteva sacrificare un po’ di principio democratico per assicurare la governabilità, mancò poco che il Pci lo linciasse in nome della più ideale delle democrazie (ai festival dell’”unità” si serviva la “trippa alla Bettino”, ricordate?). Oggi, è il Pd a chiedere il massimo premio di maggioranza possibile, proporre quella bruttura elettorale che sono i collegi uninominali, sostenere l’innalzamento della clausola di sbarramento ecc. Non sarà perché sente odore di vittoria e si immagina beneficiario di questi meccanismi?
Chissà, poi, se queste aspettative di vittoria saranno coronate da successo.
Chi scrive queste righe era ostilissimo alla proposta di riforma elettorale craxiana e resta ostile allo stesso modo a quelle attuali del Pd. Sulle questioni di principio ogni concessione tattica è opportunismo. Duole scriverlo, ma il Pd è un fattore di inquinamento della vita democratica di questo paese.
Ma torniamo al problema del perché del nuovo (e forse definitivo) stallo della “riforma” elettorale. Al di là del problema dell’accordo di merito che manca, la questione è ingarbugliata sulla data delle elezioni. Berlusconi le vorrebbe a tutti i costi a novembre, perché a dicembre c’è la sentenza sul caso Ruby e fare una campagna elettorale con una condanna da macrò non è il massimo, per cui mette come condizione all’accordo sulla legge elettorale il voto anticipato. Anche Napolitano vuole votare a novembre, perché vuol essere in carica quando ci sarà da nominare il nuovo Presidente del Consiglio e pilotare, in questo modo, un Monti bis. Ma qui le cose sono complicatissime: si dà per scontato che l’ultima data utile per votare in autunno potrebbe essere il primo fine settimana di dicembre (2-3), dopo si va a marzo (3-4), perché è impensabile votare a febbraio, ma per votare il 3 marzo, il Presidente dovrebbe sciogliere le Camere al massimo entro 70 giorni prima, cioè il 23 dicembre. Quello che Napolitano non può fare, perché il 15 dicembre inizia il suo “semestre bianco” in cui non può sciogliere il Parlamento. E, peraltro, molti protesterebbero per una data ancora invernale in cui fa ancora troppo freddo.
Dunque, se Napolitano vuole arrivare in carica alla formazione del nuovo governo, si deve votare nei primissimi di dicembre e questo significa sciogliere le camere al massimo 45 giorni prima, quindi entro il 15 ottobre. Ma, naturalmente, il Capo dello Stato non può indire le elezioni se il sistema elettorale non è perfettamente messo a punto. Perché le cose stiano così, occorre tener presente che è necessario un passaggio, per quanto rapidissimo, fra le due camere, quindi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e la vacatio legis di almeno 15 giorni, dopo di che, gli uffici del Ministero dell’Interno hanno bisogno di almeno 6 settimane per ridisegnare i nuovi collegi e circoscrizioni. Dunque, se già lunedì prossimo fosse trovato l’accordo e la nuova legge fosse approvata con un simulacro di dibattito, considerando che va votata articolo per articolo e poi nell’insieme, che possono esserci emendamenti ecc, sarebbe letteralmente impossibile approvarla in meno di una settimana per ciascuno dei due rami del Parlamento. Pertanto, prima del 15 settembre non se ne parla neppure nella più rosea delle ipotesi.
Mettendo al lavoro gli uffici del Ministero già durante la vacatio legis, i 42 giorni necessari –nell’ipotesi più rapida- al ridisegno delle circoscrizioni scadrebbero il 27 ottobre, troppo tardi per votare a novembre.
Tirando le fila, le cose sono due: o si vota a novembre con questa legge elettorale e della riforma se ne riparla (forse) dopo le elezioni, oppure si cerca di fare la riforma (e non è detto che ci si riesca) e si vota in primavera. Ma, se si supera novembre il Pdl sarà ancora disposto a fare la riforma? Anche solo per ripicca, per il fatto di andare al voto dopo la (scontata) condanna di Berlusconi, non ci sarebbe da attendersi un atteggiamento diverso? E, soprattutto, siamo proprio così sicuri che in primavera gli orientamenti dell’elettorato restino ancora così favorevoli al centro sinistra?
Aldo Giannuli
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valter bracali
Veramente dal P.C.I il P.D. non ha ereditato le cose peggiori;non ha eridatato proprio niente.
Sandro Butelli
Non e’ un problema la nuova legge elettorale. Il problema e’ solo riuscire a mandarli tutti a casa non dando loro nemmeno un voto. Dopo, con le nuove leve, sara’ il momento di considerare l’oparato degli attuali, e riformare in fatto di privilegi e costi.
carlo
Se la tempistica di legge con le sue rigidità è quella che descrivi si tratta di un’ulteriore conferma di come questa classe politica sia come minimo un accozzaglia di maldestri incompetenti capaci solo di ficcarsi in vicoli ciechi istituzionali da cui urlare all’antipolitica cattiva. Le telefonate tra Napolitano e Mancino (qualsiasi sia il loro contenuto)lo dimostrano: ma è possibile che Mancino sapendo di essere a rischio indagine non abbia preferito una visita a quattr’occhi al Quirinale e che Napolitano non gliel’abbia suggerita chiudendo in tutta fretta il telefono? Forse Mancino voleva tirare dentro la presidenza come Sansone con i filistei e provare a salvarsi grazie al polverone… ma Napolitano?!?
Maldestri e incapaci prima che corrotti.Comincio a pensare che anche tra i più forsennati e livorosi anti-casta ci sia un livello medio di abilità e competenza più alto.
Un caro saluto
Manuel
E ancora: dopo le elezioni americane non e’ plausibile un acutizzarsi della crisi europea? In quel caso Monti, non eletto, si troverebbe a dover prendere decisioni talmente importanti da condizionare interi decenni della repubblica.
David Arboit
Aldo, Aldo… credevo che fossi di quelli che lavorano sulla ragione e invece hai cominciato anche tu a lavorare sulla pancia. E ci riesci bene, si vede dai commenti. Bravo.
Oggi in Italia c’è chi parla alla pancia del paese (Pdl, Lega, 5 stelle, IDV) ciascuno in modo anche molto differente dagli altri e c’è chi parla alla ragione del paese (gli altri) ciascuno in modo anche molto differente. Da sempre, sul piano della cultura, tra destra e sinistra.
Il punto non è vincere le elezioni il punto è come si vincono le elezioni perché dopo c’è da governare il paese in una situazione di recessione economica mondiale, di crisi politico-economica dell’Europa, e con un’Italia che è messa molto male. E per questo io do una lettura completamente diversa della discussione sulla legge elettorale. Si può vincere le elezioni ma si può perdere la prova del governo del Paese, i governi Prodi lo insegnano chiaro e limpido. E si può perdere la partita del governo del paese perché a sinistra domina il narcisismo parossistico, e cioè un criticismo demagogico e populista, che genera un frazionismo devastante, perché per fare una maggioranza devi imbarcare cani e porci che ti ricattano continuamente, perché la legge elettorale non ti dà il potere di governare. Divide et impera è una politica che i nemici della sinistra hanno cominciato ad applicare dagli Settanta ad oggi e che evidentemente funziona sempre. Allora mi sembra politicamente sensato lavorare per poter governare (gestire il potere) dopo aver preso il potere con le elezioni. Qui si tratta del potere, non facciamo gli ipocriti per favore, non riempiamoci la bocca con la parola democrazia, che in Italia democrazia si trasforma subito in potere di ricatto e caccia selvaggia alla visibilità politica. Se Lenin avesse seguito i tuoi principi la Russia dei soviet sarebbe durata la massimo fino al 1921 o forse nemmeno, e questo per il proletariato mondiale sarebbe stato un danno enorme.
Nell’età del narcisismo parossistico di massa e del correlativo atomismo sociale e politico la parola democrazia deve essere messa seriamente in discussione perché si trasforma necessariamente nel populismo carismatico e eplebiscitario.
Attaccare il PD, che è l’unico partito che può fare da asse portante di un governo di centrosinistra, cioè di una gestione possibile del potere che guarda a sinistra, è un atto suicida per un uomo di sinistra. Un po’ come quel marito che si taglia gli attributi per fare dispetto alla moglie.
Le elezioni del 2013 non sono come le altre, hanno un carattere epocale, rappresentano una svolta epocale. L’Italia ha bisogno di una guida sicura per i prossimi 5 anni, di un timoniere affidabile e di una squadra di ufficiali competenti. Su questa cosa siamo tutti chiamati a decidere.
Allora, rispetto alla prossima campagna elettorale, l’unica questione politica sensata è la seguente: a chi io con il mio voto voglio affidare il governo del Paese? Vista la crisi economica mondiale, vista la crisi dell’euro e la crisi politica dell’Europa, vista la situazione di recessione italiana e visto il caos politico italiano, ha chi io voglio affidare il timone della nave, quale classe dirigente reale (non ideale, ma tra quelle effettivamente presenti sul mercato) mi dà maggiore fiducia (non totale fiducia, solo un po’ di più, magari anche poco di più)? La questione e molto seria, i problemi del nostro paese sono enormi, e la serietà della questione impone una risposta seria. Ne va della qualità della vita di tutti noi.
Non si può predicare l’indifferenza delle differenze. Non si può fare come gli utili idioti che dicono Obama/Romney tanto e la stessa cosa perché sono tutti e due servi del capitale, servi dei padroni, servi di Wall Street e delle grandi banche. Ne va della qualità della vita di tutti.
In Italia la politica del tanto peggio tanto meglio è di fatto fiancheggiatrice cosciente o incosciente dell’ipotesi di affidare il governo dell’Italia nei prossimi 15 a una oligarchia tenocratica massonica.
aldogiannuli
Caro David,
sei sicuro che sia io a lavorare sulla “pancia” e non sei tu a pensare con “le ragioni del cuore che ragioni non intende”? Devo dire che ho molta simpatia per te perchè sei il tipico militante di base del Pci: generoso ma fazioso, coraggioso ma incapace di guardare in faccia alla realtà. Il Pd un partito di sinistra? Dove si vede questo film? Erede della tradizione comunista cha vada Gramsci a Togliatti a Berlinguer (e tu, sfidando ardimentosamente il ridicolo ci metti anche Lenin!)? Si, il Pd è l’erede dell’erede giuridico del Pci, su questo non c’è dubbio, ma con questo criterio lo IOR è l’erede dei 12 apostoli e di Gesù!
L’unica vera eredità che il Pd ha tratto dal Pci è il suo apparato di burocrati. E, con esso, la solenne incapacità di autocritica, la mancanza assoluta di laicità, l’antico errore di scambiare sè stesso per la sinistra, qualsiasi politica faccia. Di suo il ceto politico del Pd ci ha aggiunto l’assoluta incompetenza (il Pci i suoi quadri li curava e bene) e l’incapacità di comunicare alla gente (cosa che il Pci sapeva fare).
Oggi noi siamo chiamati a scegliere fra il Pdl che si impegna a proseguire nell’attuazione della agenda Monti, l’Udc che fa sua l’agenda Monti ed il Pd che si impegna a garantire l’agenda Monti. Poii, siccome al Senato la maggioranza non la fa nessuno (a meno di una legge elettorale tipo la Legge Acerbo) finirà che tutti tre si alleerano per un nuovo governo “oligarcico tecnocratico massonico” come quello attuale che, mi risulta, sostenuto dal Pd. Mi sai dire un solo motivo per distinguere il Pd dagli altri in termini di loijnea politica? Trovami queste differenze sostanziali e prendo in considerazione l’idea di appoggiare la coalizione elettorale del Pd. In realtà il Pds-Pd èp stato solo l’altra faccia del berlusconismo. L’odio per Berlusconi (che di suo meritava questo ed altro, ma la soluzione politica non è mai l’odio di pancia… a proposito di chi parla alla pancia della gente) è stato per venti anni il principale motivo di appeal elettorale del Pd, ma ora inizia a non funzionare più. Non vi siete resi conto che ild eclino del berlusconismo è anche il declino del Pd e nonriuscita e a capire che la gente non ne poteva più del Cavaliere, ma inizia a non poterne più neanche di Bersani, d’Alema, Veltroni e così via. Come al solito, non avete mai il sospetto di stare sbagliando: sono sempre gli altri che sbagliano. W E, al solito, l’argomento trito e ritrito è sempre lo stesso: chi attacca il Pd (e prima il Pds e prima ancora il Pci) non è di sinistra perchè il Pd-Pds-Pci “è” la sinistra, qualsiasi cosa faccia. E’ così che si sono messi insieme 50 anni di sconfitte elettorali… non vi dice nulla la storia?
Quanto poi al fatto il Pd sia la pura e semplice prosecuzione del Pci, ti accorgi che è solo un frutto dell’immaginario di gente che non vuole arrendersi alla realtà dei fatti?
Ripeto quel che ho già detto: il Pd è un partito con una base di sinistra (anche se fanaticamente cieca) che chiede i voti per fare una politica di destra.
Stefano
Professore, mi permetta una domanda che non c’entra nulla e al tempo stesso c’entra moltissimo con l’argomento in questione: il vecchio PCI, l’attuale Rifondazione Comunista e affini vari sono stati o sono attualmente coalizioni democratiche ? Perchè non ho ben chiaro che cosa si intenda o cosa, nella fattispecie, intenda Lei per democrazia. Mi rendo conto che, forse, una risposta a questa mia domanda richieda un articolo a parte. Cordialmente e con la stima di sempre..
aldogiannuli
Va bene, ci rivediamo in uno dei prossimi articoli
GA
Ah ah ah lo Ior erede dei 12 apostoli non è male.
Secondo me a parte qualche tic nel nuovo Pd del vecchio Pci resta davvero poco. Autocritica se ne fa anche troppa, si è fatta talmente tanta autocritica che tutto è stato distrutto.
Il Pds di Occhetto ha cambiato radicalmente il modo di agire del vecchio partito, la ricerca di una egemonia culturale è stata sostituita da una ossessione smisurata di andare al governo (ovviamente per fare ciò che altri chiedevano loro)
Il Pci e la Dc nei governi di solidarietà tra il 76 e il 79 hanno fatto riforma sanitaria a altre cosucce.
Il Pd-Pds ha solo fatto controriforme: pensioni, lavoro eccetera, nessuna, dico nessuna riforma che aggiungesse diritti. In più, con Draghi direttore generale del tesoro, han fatto le privatizzazioni: adesso si che abbiamo una buona rete internet, acciaierie che non inquinano, eccetera.
La riforma elettorale è diventata un mantra da Occhetto, da quando probabilmente qualcuno ha detto alla nuova leadership: io vi faccio andare al governo e voi fate quello che voglio io. È dal 1993 che sento parlare di leggi elettorali e di italiani furboni che la appoggiano.
Tra i sostenitori insospettabili il buon vecchio Vendola… che tanto avrebbe voluto fosse fatto il referendum per rifare il Porcellum trasformandolo in qualche cosa di ancor peggio.
Quanto alla cultura democratica: beh la democrazia è un mezzo e non un fine non dimentichiamolo. Chiedete ai Russi come si vive in democrazia!!
Quanro alla mentalità in parte sono d’accordo, ma se la mentalità dei dirigenti Pd è simile, beh tutto è differente: partito, correnti, sezioni, giornali, tutto!
paola sala
@ David. Io il mio voto al PD non lo daro’ mai piu’, per anni votai PCI, poi PDS, poi PD. adesso basta, le risposte che aspettavo non sono arrivate, pertanto muoia sansone con tutti i filistei
David Arboit
Aldo, francamente alle ragioni del cuore sono attaccato pochissimo se non per nulla. Cerco solo di fare bene i miei calcoli.
Su chi ha ragione chi ha torto sentenzierà la storia e poi forse nemmeno quella perché la storia la fanno gli uomini a partire dai loro orizzonti ermeneutici.
Non perdiamo tempo a discutere sul perché sì o il perché no il PD è l’erede del PCI, che una discussione così in campagna elettorale è ben che vada stucchevole.
Discutiamo di cose reali e concrete: a chi vogliamo affidare il timone di questo povero paese? Da qui non si può e non si deve scappare, perché a questa responsabilità siamo necessariamente inchiodati e nessuno potrà dire a maggio del 2013 io non c’entro, non è colpa mia.
Tu dici: «Oggi noi siamo chiamati a scegliere fra il Pdl che si impegna a proseguire nell’attuazione della agenda Monti, l’Udc che fa sua l’agenda Monti ed il Pd che si impegna a garantire l’agenda Monti.»
L’impressione e che questa semplificazione sia un tantinello superficiale. Se è così come dici allora il tuo obiettivo politico è semplicemente spazzare via PDL, UDC e PD perché come diceva una simpatica canzone dei veneziani Pittura Freska “quei che ne comanda i se tuti la stesa banda”.
È un programma politico minimalista e che dimostra la sua debolezza nel momento in cui si prova euristicamente a immaginare che cosa potrebbe accadere se questo repulisti avvenisse.
Supponiamo che la banda dei tre porti a casa il 30%. Allora sicuramente (se si guarda ai sondaggi attuali e si pensa a una crescita rigorosamente proporzionale dei soggetti politici) il primo partito sarà 5 stelle (supponiamo 25%), seguiranno IDV (12%), SEL (12%), FDS (7%). Che programma di governo questi sono in grado di proporre? Chi fa il presidente del Consiglio? Uno del partito che ha avuto la maggioranza dei voti? Quali sono i ministri e i sottosegretari?
Ma soprattutto che cosa aspetta la banda degli antimontiani a mettersi insieme per scongiurare l’ammucchiata devastante dei filomontiani? Attenzione perché se non sei capace di vedere e perseguire il bene comune della tua parte (l’unità di pensiero e azione, programma e azione di governo) ben difficilmente sei all’altezza di perseguire il bene comune di un Paese. Comunque la giri, caro Aldo, si pone sempre e in ogni caso un problema di unità e di disciplina, un problema di virtù come l’umiltà, la modestia, una intelligente capacità di mediazione che la banda degli antimontisti (campioni assoluti del narcisismo parossitico) non sono e non saranno mai in grado di risolvere. Questo è il problema politico principale e ha a che fare anche con la qualità umana delle persone. E anzi quando il povero Vendola, sapendo che l’unità dei narcisisti non si può fare, si orienta in altro modo viene lapidato.
Dove sta il cuore Aldo? Dove sta la ragione?
Il cuore non sta forse nel sogno irrealizzabile dell’unità dei narcisisti? All’Italia serve una maggioranza blindata in ogni caso. Non volete la nostra? Bene, fatevi la vostra, ma che sia blindata però, perché se no non serve a nulla, se no non si governa.
Dove sta il cuore Aldo? Dove sta la ragione?
Oppure, più banalmente, si sta giocando a far perdere il PD. E magari ci si può perfino riuscire, ma a quale prezzo per la qualità della vita degli italiani? Allora ditelo, noi non giochiamo per vincere, giochiamo per fare perdere il PD, e poi diremo che abbiamo vinto perché abbiamo preso l’1,5% in più.
E poi, insomma, finiamola con la storia che il “tipico militante di base del PCI” ha un cuore d’oro ma è un somaro (animale da soma) e si fa prendere per il culo dai dirigenti. Anche questa è una semplificazione un po’ eccessiva. Il PD è 5000 circoli in tutta Italia dove ci si ritrova almeno una volta alla settimana (ma a volte anche due o tre volte alla settimana) a parlare di politica locale, nazionale e internazionale, e non è più il tempo di quando il compagno segretario dettava la linea. Tutti deficienti? Intelligentoni voi, allora, un applauso!
Francesco Acanfora
Pero’ l’invincibile armata le ha prese di santa ragione a Parma, a Napoli, a Palermo. E’ la democrazia baby, c’e’ l’avvicendamento dei gruppi dirigenti, e dei governi. Il problema del PD e’ il suo essere interno a un sistema politico che e’ al collasso.
Motivo brevemente questa affermazione. Il conflitto di interessi lo avete risolto? No. Le posizioni sulle liberta’ personali e sui diritti, le avete mai fatte valere? No, e imbarcando Casini sarete bloccati definitivamente. Il problema della disoccupazione lo avete mai affrontato? No, solo Prodi balbetto’ qualcosa sul fatto che l’ingresso in Europa bla bla, e non continuo perche’ ci siamo capiti. Il risparmio e la piccola impresa, li avete tutelati? No. Riforme liberali (e servono, in un paese ancora semi-feudale)? Ma quando mai, un timido passetto di Bersani, qualche anno fa, poi tutto come prima. Riforma della pubblica amministrazione? Riforma della giustizia? Riduzione dell’eccessivo carico fiscale? Ma chi le ha viste queste cose.
La verita’ e’ che il PDS/DS/PD NON E’ UN PARTITO RIFORMISTA, e nel ventennio della seconda repubblica ha fatto tutto fuorche’ tentare strade di innovazione.
Veniamo al collasso. Uso questo termine non perche’ vi sia una inspiegabile voglia dei cittadini di votare qualche novita’, ma nel senso dell’esistenza di una crisi economica alla quale il governo consociato PDL-UDC-PD non e’ in grado di far fronte. Il debito pubblico e’ esploso negli anni 80 per via della politica deflazionista di aumento dei tassi di interesse. Poi si e’ avuta una relativa stabilizzazione, cioe’ una crescita, meno rapida. Ora ci risiamo con la deflazione, e il debito aumentera’ perche’ i tassi sono insostenibilmente alti, e l’imposizione fiscale su un paese stremato riuscira’ sempre meno a pagare interessi sempre piu’ ingordi.
Ci si aspetta una qualche parola su questo da chi annuncia con la solita spocchia di voler governare, e si appresta a votare una legge elettorale a hoc prima delle elezioni (scandalo, gia’ questo pone l’allegra combriccola PDL-PD_UDC fuori dal campo democratico comunemente inteso nei paesi democratici veri) per ottenere cio’ che il voto gli potrebbe negare, e cioe’ una maggioranza parlamentare. E invece nulla, il PD-SEL e il mainstream parlano d’altro, delle nipoti dei presidenti egiziani, dei fascisti web 2.0 che si permettono di chiamarci zombie, delle intercettazioni, delle ribalderie delle burocrazie regionali.
l gruppo dirigente del PD ormai vive in un altro mondo, dei problemi dell’Italia non ha alcuna percezione, non riusce neanche a formularli verbalmente. Bersani lo ha anche detto chiaramente, di non promettere nulla e di non aver un programma preciso, quel che ha rilasciato e’ una serie di vaghi intenti, condivisibili, certo, ma non decisivi per il futuro di questo paese.
Largo ai giovani, e per l’inesperienza, beh, dovranno farsi aiutare, tanto per cominciare da tecnici preparati, dalle competenze della societa’ civile, e dalle altre forze di opposizione, che, occorre anche dirlo, a questa porcata di legislatura Berlusconi-Monti l’opposizione l’hanno fatta seriamente, fuori e dentro il Parlamento.
giandavide
a parte che lo dicevo da tempo che non se ne faceva nulla di sta riforma, devo dire che david ha affinato i suoi strumenti discorsivi rispetto all’altra volta, e in effetti ha sollevato dei punti significativi, mentre ho notato un’eccessiva tendenza alla generalizzazione, sia per quanto riguarda la polarizazione tra i malvagi dirigenti e gli stupidi elettori (ma qualcuno vi ha detto che esistono le sfumature di grigio?), sia per quanto riguarda la natura stessa del partito, che ingloba non solo gli ex pci, ma anche i margheritos, i coniugi del matrimonio contro natura con cui è nato il pd e che forse al prossimo congresso si levano dai cosiddetti. non mi convince questa semplificazione dato che renzi per le primarie sta puntando sulla promessa (poco realistica) di azzerare gli attuali vertici di partito, che a parte le considerazioni sul personaggio, è un segno che comunque il problema è avvertito. io credo che sia più semplice ritenere che molti elettori del pd vorrebbero semplicemente votare un partito socialdemocratico normale, trovano inconsistenti e minoritarie le proposte più a sinistra, e si accontentano del pd, che non è un partito socialdemocratico, sperando che cambi rappresentanti. tutto il resto oramai gli elettori lo sanno già, quelli che volevano passare con grillo lo hanno fatto, e non mi sembra che ci sia niente di nuovo, quindi aspettarsi in un repentino crollo della fiducia non è molto realistico, a meno che non ci siano nuovi risvolti penali. insomma, anche se il pd fa schifo, aspettare che si riduca per miracolo è un atteggiamento buono per gli sciamani, ma non per chi pensa che marx serva ancora a qualcosa, e forse è più produttivo pensare che al momento esiste e viaggia oltre il 20%. bersani è stato stupido a non proporre alleanze post elettorali a grillo come ha fatto con casini, gli avrebbe tolto più voti che facendo teatrino, e avrebbe usato con successo la famosa tecnica dell’abbraccio della morte, che provoca l’immediato avvizzimento degli alleati del pd.
ma credo che il punto dolente sia quello del narcisismo della sinistra italiana: io non credo che aldo, come studioso, possa credere ancora alle sinistre arcobaleno, e non capisco perchè una formula che in passato si è rivelata perdente, oggi si dovrebbe rivelare vincente, nonostante lo squallido contesto attuale prevede al massimo accordi sottobanco tra i segretari per oscure alleanze post elettorali, ma per il resto zero prospettive di formare un’alternativa credibile di governo, dato che tutti preferiscono tenersi i propri elettori piuttosto che trovare programmi comuni. insomma, dietro a questa ricerca del voto puro io ci vedo prevalentemente una tendenza a fare a gara a chi è più di sinistra, di chi è di più con la ggente (il potere ci temano), insomma a chi ce l’ha più lungo.
rosario
Ecco, premesso che di matrice politica sarei repubblicano (…alla Mazzini però) perchè dovrei votare un partito come il PD, che ha sottratto, insieme al PDL ogni possibile differenziazione politica e visione della società differente (un po’come la grappa, che se gli togli la testa e la coda diventa molto buona..)? Semplicemente non comprendo perchè sia intelligente votare il PD (per questioni di potere) quando la matrice ideologica mi è completamente aliena? E perchè poi sarei narcisista o “antipolitico” come si ama dire di questi tempi, quando il PD palesemente non propone un programma politico chiaro, una visione del Paese comprensibile, per paura di attizzare le tensioni interne? Quando avrò risposte decenti a queste domande, allora inizierò a ragionarci sopra. Nel frattempo mi affido al buon Dio!
Manuel
Francesco mi hai emozionato 😀
David Arboit
Francesco, precisiamo, e facciamo delle differenze. A Parma si è saldata una naturale alleanza tra populisti, un vero voto di opinione: tutti i populisti (Pdl, Leghisti ecc.) hanno votato il populista. Direi quasi una scelta ideologica.
A Napoli la sconfitta è stata un benedizione. Su Napoli sono d’accordo con l’antipdismo radicale del criticismo. Primum tabula rasa del Partito, poi ricostruire un Partito degno di questo nome.
Palermo. Palermo e la Sicilia sono posti poco chiari, dove il gioco degli specchi è quasi indecifrabile. Comunque chi ha silurato la Borsellino per quanto mi riguarda andava epurato: in Siberia! Orlando inevitabile. L’unica soluzione possibile, auspicabile e ragionevole. Un applauso. Io lo avrei votato senza problema e mi risulta che il Partito è così che ha fatto.
RIFORME. È disonesto scaricare tutta sul PD la responsabilità di una serie di grandi riforme mai fatte. Noi del PD, a partire da Bersani e poi a scendere, lo sappiamo benissimo dove abbiamo mancato. Il fatto è che ai nostri errori e alle nostre miopie e alle nostre divisioni interne e ai nostri cedimenti ideologici, si sono aggiunti con effetti letali, e in ultima istanza determinanti, le impertinenti bizze narcisistiche (lo dico con benevolenza perché in realtà penso assai peggio, cioè che qualcuno era a libro paga di qualcun altro, che la politica del dollaro non è terminata nel 1989) dei nostri alleati. Troppo comodo, semplicistico e direi superficiale dire: le grandi forme non sono state fatte per colpa del PD.
LEGGE ELETTORALE. E queste mancate riforme ci ossessionano così tanto da indurci a lavorare per costruire, anche con una legge elettorale, un’alleanza solida, che ci dia il potere (!), si proprio il potere, il potere di governare (Comincia! Devi sapere tutto, tu! Tu devi prendere il potere, Bertold Brecht). Sì perché che che ne dicano i sedicenti custodi della vera sinistra se il PD va al governo nel 2013, è certo che il sistema finanziario mondiale non la prenderà bene e ci darà dentro con le armi pesanti per farci fare una figura di m… Statene certi, che questa è una profezia facile facile. E scendere in battaglia con questi a mani nude e magari con un braccio legato con un filo d’acciaio che tiene in mano il Diliberto di turno non vale proprio la pena. Meglio starsene a casa, non scendere in battaglia, e comodamente seduti parlare, e qualche volta anche gridare in manifestazione con grande sdegno e indignazione, contro la plutocrazia massonica del capitalismo finanziario mondiale.
POLITICA ECONOMICA DI MONTI. A noi del PD non ci piace, non piace ai dirigenti e non piace alla base, ma la questione politica reale, concreta, il calcolo dei vettori di forza in campo nel novembre 2012 dava una unica risultante: aut Monti aut Morte. Sarebbe sufficiente seguire qualcuno dei dibattiti di Reggio Emilia per vedere che a Monti non si fanno sconti (fa anche rima) e che il PD si candida a governare con un programma molto differente da quello di Monti. Prima informarsi, poi criticare altrimenti si fa solo disinformazione, cioè guerra psicologica.
GRUPPO DIRIGENTE DEL PD. Anche qui se si fanno affermazioni senza informazioni si fa solo PSYOP, volenti o nolenti. I dirigenti del PD sono il terminale di una rete di circoli (quale partito in Italia mantiene una organizzazione così?) fatti da gente che combatte ogni giorno sul territorio, che discute con la gente nei banchetti al mercato, che fa opposizione o governa in migliaia di comuni, in città piccole e grandi, tutti questi vivono sulla loro pelle i problemi della gente, la vita reale. Questo è il PD, una rete di persone che vivono la vita vera, una rete che è intelligenza collettiva e responsabilità collettiva, una rete che è flusso continuo e in tempo reale di informazioni dalla vita reale verso i vertici del Partito. Poi c’è il circo Barnum della politica mediatica che ipnotizza tutti, ipnotizza lo sguardo in particolare del criticismo di sinistra, che parla in stato di ipnosi. Provate a entrare nel mondo reale, in un circolo del PD e stare la gioco. Quella è la realtà del partito. E non mi venite a raccontare che siamo bestie da soma, ottusi portatori d’acqua, perché è un pregiudizio ridicolo.
GIOVANI. Ai giovani in tutta la storia politica dell’umanità non ha mai fatto largo nessuno, mai nessuno ha steso tappeti rossi, né ai giovani né alle donne. Che si facciano avanti, che lottino (con le unghie con i denti) per prendere il potere in nome di un ideale e di un progetto di società più giusta.
CONCLUDO. Per uno come me, per quelli come noi che battono il marciapiede con la bandiera del PD e il volantino in mano, facendo sacrifici a volte enormi, l’impressione è che gli argomenti del criticismo siano da salotto, magari da salotto intellettuale in cui è presente grande erudizione e grande acume, ma pur sempre da salotto, da poltrona, poltrona magari posizionata davanti a un video che si pensa sia una finestra sulla realtà. Non c’è la strada, non c’è il battere il marciapiede, non c’è il cammino passo dopo passo di una lunga marcia, non c’è il fango della strada, non c’è il sangue, non c’è la merda, perché nella vita vera la merda c’è, nella vita virtuale no.
E allora, “medice cura te ipsum” (criticismo cura te stesso), chi è veramente lontano dalla realtà?
rosario
…e così abbiamo separato le acque del Mar Morto! Da un lato il popolo di Dio,laborioso e pio e dall’altro lato i perfidi egiziani, molli e decadenti nel loro oziare davanti al web, che non saprebbero fare niente senza i loro intelligenti schiavi. Ma c’è il profeta, chi crede in lui sarà salvato (ma è opportuno non fare critiche o porre domande sul programma, anche se un giorno si sente il segretario del popolo eletto dire che lui è per superare la fase Monti e il vicesegretario nello stesso giorno è per Monti, al quale ha scritto peraltro teneri biglietti amorosi,e propone il suo programma addirittura come patto di legislatura).Ma si sa, le strade del signore sono misteriose. E gli altri, gli ignavi, i dubbiosi? Le sacre scritture non li citano, non esistono e d’altronde sono una massa indeterminata, anzi un gregge da guidare. Io, per quanto mi riguarda resto sulla sponda del Mar Morto a godere lo spettacolo del popolo eletto che attraversa il Mar Morto!
stefano
Caro Aldo e cari lettori,
ma ancora state cercando di spiegare le dinamiche di una probabile riforma della legge elettorale o di una probabile corsa alle urne con l’attuale porcellulm??? Vi state rendendo conto che la maggioranza della base elettorale di qualsiasi partito è stanca e non voterà le ormai stantie e inqualificabili figure politche. Fate un piccolo sondaggio, magari su questo blog, allora scoprirete quello che già a palazzo sanno…il movimento del comico è oramai fuori controllo…a loro andranno i voti. fate un sondaggino su questo sito.. a presto
stefano
giandavide
qua non si tratta di votare un partito come il pd (io non ci penso nemmeno in effetti), ma di capire le possibilità di esistenza di un’alternativa al pd. a parlar male del pd ci vuol veramente poco, ma a parte l’aver dimostrato di avercela più lunga degli altri (l’ideologia ovviamente) non mi sembra che ciò basti a far si che il voto a sinistra valga di più di una sana fetta di mortadella messa nella scheda elettorale, che è la scelta più coerente se si vuole votare per orientamento ideologico, dato che non mi sembra che i partiti (personali) presenti nel campo politico attuale possano rappresentare la molecolarizzazione dell’elettorato italiano nonostante siano tanti e frammentati. nel mio caso, se fossi costretto a votare ferrero in quanto meno peggio, percepirei la cosa come una sconfitta, non solo perchè ritengo ferrero un’incapace, ma anche perchè penso che il suo partito non supererà mai la soglia di sbarramento e quindi se si vota per non fare eleggere parlamentari, l’effettività del voto è pari alla fetta di mortadella. io continuo a sperare nella foto di vasto, anzi per dirla tutta io credo che la foto di vasto sarà la coalizione di centrosinistra che si presenterà alle elezioni, in quanto è l’unica che abbia possibilità di vincere. e credo anche che le manovre del pd per le alleanze in quest’ultimo anno siano state semplicemente una tattica per fare perdere voti agli elettori e non farsi soffiare il ruolo di maggiore azionista, facendo scappare di pietro e proponendo alleanze con de magistris e gabbando vendola e indirizzandolo verso compromessi poco convenienti. sotto questo aspetto la strategia avrebbe pure funzionato, e sarebbe stata ancora più efficace se avessero coinvolto grillo proponendogli un patto post elettorale come quello proposto a casini.
per il resto vorrei vedere in piazza grillini e relativi alleati: gli ex ferrero, e quelli di forza nuova, i dipietrini e gli evasori pidiellini… saranno tutti uniti dal fatto di non essere nè di destra nè di sinistra in quanto si tratta di categorie superate? oppure si meneranno tra di loro? oppure non scenderanno mai in piazza (se non nei contesti locali dove si sono già conosciuti e si sono stabilite già delle egemonie), dato che il capo capisce che è meglio non mettere troppo in contatto i suoi seguaci in quanto essi potrebbero tavolazzarsi contro di lui?
giandavide
“e credo anche che le manovre del pd per le alleanze in quest’ultimo anno siano state semplicemente una tattica per fare perdere voti agli elettori e non farsi soffiare il ruolo di maggiore azionista”. ho scritto “elettori” al posto di alleati facendo si che tutta la frase non avesse senso
Filippo
Professore le richiedo soltanto due precisazioni; la prima è che non ricordo la formazione politica Pdium, mentre la seconda è relativa alla tempistica: perchè per votare i primi di marzo il Presidente Napolitano dovrà sciogliere le camere al massimo entro 70 giorni, mentre se l’intenzione di voto è per i primi di dicembre lo scioglimento si riduce a 45 giorni? Grazie e a presto.
aldogiannuli
il Pdium era il partito dei monarchici che nel 1953 ebbe un buon successo e poi iniziò a calare sino a quando nel 1972 enbtrò nella Destra nazionale con il Msi
La Costituzione prescrive che le elezioni debbano tenersi in una domenica compresa fra il 45° ed il 70° giorno dallo scioglimento dferlle camere ed io ho considerao l’ipotesi minima in casdo di sciogimento autunale e quella massima in caso di voto a priomavera
David Arboit
Giandavide. La foto di vasto si ricompone dopo le elezioni. Si tratta solo di andare a ranzare l’erba nel giardino del vicino e portare il fieno nella cascina di Vasto. Quanto meno questo è quello che io mi auguro.
giandavide
se la foto di vasto si ricompone dopo le elezioni senza premio di coalizione per idv e con soglia di sbarramento che non farà passare l’idv al senato non ci sono i numeri per una coalizione, e credo che questo lo sai anche tu. e quindi in quel caso votare pd sarebbe come votare ferrero, alla faccia della vocazione maggioritaria. quindi state attenti a non prendere per i fondelli gli elettori in questo modo idiota, dato che io vedo molta demotivazione in giro, l’esaltazione che vedevo nei confronti di grillo è parzialmente scemata, ma la sfiducia verso un partito che promette che dopo le elezioni si alleerà forse con di pèietro e vendola e forse con udc e pdl rimane grande, e se non riescono a fare una catzo di alleanza prima delle elezioni è finita
Francesco Acanfora
Teorema (di unicita’)
Ipotesi (si dice cosi’ perche’ la si assume come vera, e sottostante, senza bisogno di dimostrazione).
La maggioranza degli italiani non cambia il suo orientamento elettorale, e, se lo fa, la misura del cambiamento non influisce perche’ esigua.
Svolgimento argomentativo (procedimento di deduzione).
Casini dice che mai si apparentera’ con Vendola, che usa a proposito di Monti termini dispregiativi come “macelleria sociale”. Bersani dice che per poter avere un governo solido non puo’ non apparentarsi con Casini. Vendola dice che senza il PD in Italia non si muove neanche una foglia, ma che lui vuole inclinare, o contaminare, o trasmettere l’onda lunga del pensiero utopico, o inventatevela voi perche’ io la pazienza l’ho persa. Cicchitto bolla il tutto dicendo che essi sono inaffidabili, non sono d’accordo su niente.
Tesi (detta anche soluzione, o conclusione).
Restano insieme travolti da un insolito destino nell’azzurro mare del debito incolmabile. O Monti o Morte! Veramente si puo’ fare il tutto anche senza la persona fisica di Monti, va bene un tecnico qualunque, il ragionier Fantozzi, Toto’, Peppino, la malafimmena (e su questo ritorneremo), pero’ una qualche forma di gradimento papalino e di severa rispettabilita’ non guastano. Di Pietro? Si fa, si fa. Grillo? Si fa, si fa. Riina? Si fa, si fa. L’orizzonte e’ chiuso, il destino e’ segnato, la rotta e’ univocamente determinata.
Di solito un ragionamento di questo tipo non riscuote molto successo, in particolare nel pubblico dei ragazzi che dai 20 ai 40 anni sono esclusi da qualunque prospettiva non oso neanche dire riformista, ma semplicemente di tirare a campare soffrendo e mettere su famiglia, problema che nei circoli politici e’ evidentemente considerato irrilevante. Pero’ chi ha un minimo di onesta’ personale non puo’ non dire che le cose stanno cosi’. Che devo dire alle mie alunne (maggiorenni), che la escort se la passa peggio della precaria? Non ne ho la forza morale, tutto qua. Questo e’ l’orizzonte che propone, nominiamoli uno per uno, il PD, il PDL , l’UDC, o altri utili idioti di complemento che porteranno il trepercento a rafforzare la foto dello strangolamento di questo disgraziato paese. io non ci sto, e non perche’ ho un presunto raffinato sapere intellettuale, ma perche’ e’ una vergognosa schifezza e un tradimento.
David Arboit
Giandavide. Vedremo il pastrocchio della legge elettorale, si tratta di pochi giorni e poi se ne parla con informazioni più solide.
Ti è sfuggito un Pdl di troppo. IDV sì, SEL sì, Udc sì, Fds sì (io al mio paese ho fatto così) Pdl assolutamente NO, è una ipotesi al limite della diffamazione, e non mi si dica per favore “ma come, e adesso che cosa state facendo?”, perché la ragione dell’adesso è evidente.
David Arboit
Francesco. Per me è sufficiente che PD, UDC, SEL si accordino sulla questione lavoro, alla facciazza di P2 Cicchitto e soprattutto che evitino accuratamente di mandare tutto in vacca accapigliandosi su temi liberal libertari radicaleggianti come la legge 40 che già qualche idiota, o provocatore prezzolato, sta tentando di sbandierare. L’emergenza è quella indicata dall’ISTAT: crollo dell’occupazione 1,5 milioni di giovani in più senza lavoro. Su questo sì può SI DEVE ASSOLUTAMENTE TROVARE UN ACCORDO e sarebbe sensato che anche altri sedicenti di sinistra si adoperassero per questo obiettivo.
Parlo anche per interesse personale perché di giovani ne ho in casa 3, i miei figli, due sopra i vent’anni e uno sotto i vent’anni. E i figli sono un buon modo per tenersi saldamente attaccati alla realtà, altro che il politico distante dalla realtà. E lo so qual è il ragionamento che riscuote, lo so per esperienza personale.
Guardo i miei figli e dico, ammesso e non concesso che vogliano mettere su famiglia, che faranno? Non si può fare. E so per esperienza che la famiglia e una macchina tritareddito, e cioè una macchina che genera una domanda aggregata spaventosa. Affossare la famiglia significa distruggere una grande quantità di domanda aggregata, significa distruggere l’economia di un paese.
Solo una incurabile e pervicace forma di sordità e cecità (psicologica? intellettuale? morale? fisiologica?) o di autismo, o di malafede (Beppe Grullo), possono consentire anche solo di avanzare l’ipotesi che PD UDC e PDL abbiamo lo stesso orizzonte ermeneutico e le stesse proposte in materia di lavoro.
Roberto Buffagni
“A chi affidiamo il timone del paese?” Mah, prima di affidarlo bisognerebbe avercelo, mentre attualmente ce l’hanno Altri (non italiani) e lo affidano a chi gli pare, per esempio, ora, al Prof Monti, la prossima magari a voi del PD, per fare quel che fa il Prof. Monti, etc.
giandavide
@ david
purtoppo non è sfuggito a me, è sfuggito a enrico letta in primis (vicesegretario mai smentito da nessun’altro nel partito) senza contare frattini e quaglierello. e purtroppo dopo veltroni è lecito anche aspettarsi che il pd si candidi per perdere come fece quella volta, e per regalare alle destre altri 5 anni di governo borbonico.
io penso comunque che grillo e soci siano comunque proporzionalmente ancora peggio, soprattutto perchè nonostante non siano ancora corrotti dal potere, come si suol dire, presentano dei caratteri di schifo che per chi sostiene di essere un’alternativa sono assolutamente improbabili
ad esempio qua c’è l’esposto presentato all’agcom dagli epurati di grillo
“GRILLO DAVANTI ALL’AGCOM. Espulsioni che hanno toccato tutte le province bolognesi, e che hanno convinto una parte degli epurati a creare una rete online di ribelli, il Movimento Revolution, che ha deciso addirittura di portare Grillo e Casaleggio davanti all’Agcom. L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha aperto un fascicolo sul M5s, per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente. Secondo l’esposto il non-partito del blogger genovese, in realtà sarebbe una società di e-commerce (la Casaleggio Associati) e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore. In sostanza dietro ci sarebbe né più né meno di un’azienda che ricava un introito attraverso il blog e la vendita di vari prodotti, con tanto di padrone: Casaleggio.
«Il blog Beppegrillo.it non può ritenersi un partito» è scritto nella segnalazione arrivata a Roma «non avendo una struttura gerarchica, e non può ritenersi un movimento politico avendo un proprietario». Il portavoce degli scontenti è Gaetano Vilnò, ex grillino parmense espulso nel 2009, che ha scritto anche una lettera al presidente della Repubblica”.
a me sembra che viviamo in un paese di idioti: per cambiare l’italia non trovano di meglio da fare che votare un’azienda di e-commerce, dopo avere votato il pianista delle crociere. e ora scopriamo che votare un’azienda è l’unico modo per essere di sinistra. e quindi piuttosto che votare dei “traditori” è meglio devolvere il proprio diritto di voto a un amministatore delegato di una società di ecommerce, in modo che esso possa essere monetizzato in un ambito di libero mercato. ma a voler essere più precisi, piuttosto che ipotizzare cadute improvvise del pd, è più realistico chiedersi se il movimento 5 stelle sia ancora in espansione oppure se non abbia già raggiunto un picco dal quale è destinato a scendere a causa degli enormi difetti di democrazia interna che stanno emergendo, e francamente se non ci fosse la minaccia azienzale rappresentata dalla casaleggio sarei ancora meno intenzionato a votare. insomma forse non è solo il pd a regalare voti a grillo….
carlo
Credo che l’analisi del prof. Acanfora batta le altre per KO tecnico.
Credo che il blocco anti-monti possa imparare a governare -e bene- in fretta grazie al sostegno di una società civile di alto profilo tecnico e morale che non aspetta altro e si sta preparando da anni con forme di resistenza locale e reti d’azione nazionale (vedi i comitati referendari sull’acqua ma non solo).
Detto in forma di “narrazione”: in ogni comune, assessorato, ministero,banca, azienda, e anche in ogni vecchio partito c’è un pugno di gente onesta e competente che condivide l’autopsia su questa partitocrazia (non anti politica, nè anti partito-il M5s di fatto lo è- ma antipartitocrazia)che è pronta a intervenire.
L’organizzazione non c’è solo in questi partiti e non morirà con questi partiti.
Grillo sarà solo una testa d’ariete, tra cinque anni lo ricorderemo con gratitudine, niente di più.
Ciao Franco, hai commosso anche me
AldoGiannuli.it » Archivio Blog » Dilettanti allo sbaraglio sulle leggi elettorali
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