Una rettifica necessaria.
Al direttore de “La Stampa”
Dott. Maurizio MOLINARI
Gentile Direttore,
vedo un pezzo sulla questione elettorale ed il M5s, sull’edizione on line del Suo giornale in data 29 giugno us che, ripercorrendo una vicenda del giugno 2014, contiene diverse imprecisioni e, per quel che mi riguarda, una dichiarazione totalmente falsa: «Luigi (Di Maio) è un democristiano vero, farebbe di tutto per sedersi a quel tavolo. Non vede letteralmente l’ora». Quella frase non l’ho mai detta.
Il pezzo rilegge quella vicenda con l’ottica di oggi e suppone un M5s già convinto del fatto che l’Italicum gli fosse favorevole e, pertanto, orientato a fare un’opposizione di bandiera senza crederci più di tanto. Non è così: nel giugno 2014 c’era stato solo il caso Pizzarotti a Parma che aveva segnalato come l’elettorato di destra preferisse votare M5s piuttosto che Pd, ma era convinzione diffusa che si trattasse di un caso isolato e che, al contrario, l’elettorato di destra, nei ballottaggi, si sarebbe astenuto o avrebbe votato Pd piuttosto che una lista “antisistema”. Dunque l’Italicum era visto dal M5s come una vera minaccia, anche perché (al momento) prevedeva le coalizioni e la soglia per il premio al primo turno al 40% (ed il Pd da solo aveva preso il 41% proprio a giugno 2014). Quindi il M5s fece una opposizione vera e molto decisa sulla legge elettorale. Ad un certo momento (giugno 2014) ci fu una disponibilità di Renzi, in qualità di segretario del partito, ad incontrare una delegazione del M5s per concordare eventuali modifiche alla legge ed ottenere almeno l’astensione del movimento.
La delegazione, guidata da Danilo Toninelli (non da Di Maio) e in pieno accordo con Roberto Casaleggio), chiese tre cose:
a- l’abolizione delle coalizioni
b- il ripristino delle preferenze
c- una riduzione del premio di maggioranza, trasformato in un numero fisso di seggi.
Sulla prima questione ci fu disponibilità (e in effetti la legge odierna non contempla le coalizioni), sulle altre due il Pd prese tempo e, siccome il nuovo incontro slittava nel tempo, Roverto Casaleggio scrisse un post molto duro che di fatto segnò la fine del tentativo di compromesso.
Di conseguenza, tutto il resto dell’articolo su quell’episodio decade. Quel che accade oggi è un altro paio di maniche.
Con preghiera di pubblicazione.
Cordialmente
Aldo Giannuli
Roberto B.
Grazie Aldo!
Anche se non vedo traccia di pubblicazione, sull’edizione online e per il momento almeno.
Aldo S. Giannuli
e figurati!
Brugial
Accidenti, non sapevo che lei sedesse così in alto nell’empireo del M5S!
Aldo S. Giannuli
ero solo il consulente per le leggi elettorali
Brugial
Personalmente comunque ritengo che la sua dichiarazione su Di Maio, autentica o inventata dalla Stampa, sia oltremodo gratificante nei confronti di costui: magari fosse almeno al livello di un democristiano!
Se uno si prende la briga di andare a vedere i curricula dei 5 candidati Tories alla carica di Primo Ministro e li raffrontasse con quello di Di Maio, la cui esperienza più qualificante è stata quella di rappresentate di Istituto, capirebbe perchè il nostro Paese è e rimarrà di serie C.
Roberto B.
Niente da fare.
Per certe persone, se non è zuppa è pan bagnato. Sempre!
andrea tiscalo
Gent.mo prof.,
innanzitutto mi scuso se uso questo mezzo, che so essere improprio e fuori argomento, per chiedere il Suo pensiero in merito a quanto riportato oggi in un sito che, almeno quando non fa gossip (e non dovrebbe essere questo il caso), trovo meritevole di lettura. Oggi però son rimasto a dir poco basito leggendo qui (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/de-luca-sbertuccia-teneramente-virginia-raggi-bambolina-128090.htm) e mi incuriosiva (anche se credo di poterlo immaginare) il Suo punto di vista, e se legge quel sito. Leggerò con interesse la risposta, se crede di dovermela, e la saluto cordialmente, rinnovando la mia grande stima nei Suoi confronti.
Aldo S. Giannuli
uscita poco carina di De Luca, ma insomma… ho sentito cose mollto peggiori da lui e da altri, quedtas volta si è moderato
Militante
Buffo notare 2 cose che non vanno tanto in questa rettifica (non nella rettifica in se, che non mi permetterei di contestare, ma nella cultura politica che presuppongono….):
1) se era giusto rivedere i 3 aspetti della legge (sono d’accordo nel provare almeno a limitare i danni), sarebbe stato ancora più giusto insistere sul meccanismo proporzionale puro e non solo su aggiustamenti di un meccanismo che di proporzionale ha ben poco. Dico in pubblico, nel Paese. Capisco che porti meno voti che blaterare tutto il giorno di corruzione in un paese strutturalmente corrotto, ma andava fatto.
2) La figura di Casaleggio emerge come centrale nella vicenda. Peccato che Casaleggio non sia stato un personaggio con incarichi istituzionali e/o politici elettivi e quindi “democraticamente legittimato” a trattare su un tema così delicato (che riguarda la democrazia, non le sorti elettorali dei partiti, come si pensa in Italia). Insomma, un “non legittimato” che partecipa alle scelte politiche fondamentali del Paese. Un’altra anomalia italiana…….
Aldo S. Giannuli
sul primo punto: in politica è normale fare mediazioni e quella era appunto rivolta a limitare il danno e per di più la cosa fu fatta nel modo più averto con la diretta dell’incontro
Casaleggio… capisco la cosa insolita (e che convince poco anche me che vengo da esperienze organizzative diverse) ma dobbiamo ener presente che è stato il vero fondatore del movimento e che se avesse volutonfarsi eleggere a qualsiasi cosas non avrebbe avuto nessuna difficoltà. Poi possiamo discitere il modello organizzativo ma è un altro paio di maniche
Militante
il problema di Casaleggio non è certo il non essere stato eletto a nulla nelle istituzioni o nel movimento (che davvero non sarebbe stato un problema, visto che regole e candidature potevano essere discusse soltanto nei limiti e con il beneplacito di Casaleggio stesso e di Grillo, proprietari, nel senso letterale, del marchio M5S). Il problema è che il movimento ha una struttura verticistica che farebbe impallidire Stalin, nella quale 2 persone possono decidere regole e persone che, a loro volta, nulla possono per decidere sui 2 di cui sopra e sulle loro scelte. Il tutto mentre si fa l’apologia della democrazia diretta. Insomma, l’apoteosi della forma elevata a sostanza (mentre la sostanza resta oligocratica). Preoccupante che poche persone, di questo tipo e con questi presupposti, possano decidere il futuro della legge elettorale (e quindi della rappresentatività del Parlamento).
Aldo S. Giannuli
Tiri linee troppo dritte e non ti trovi ai conti. Il modello organizzativo in questione a me pare gravemente deficitario dal punto di vista democratico e siamo d’accordo, ma ad attenuarne un po’i rigori è stato il fatto che i due si sono posti come garanti e non come leader del movimento ed hanno inteso questo loro ruolo a tempo. In secondo luogo, guarda che se i due si fossero posti in vootazione come ticket con tutte le regole che vuoi tu, avrebbero preso il 99% dei voti e se anche Casaleggio si fosse presentato da solo avrebbe preso più del 50%. Il fatto è che Roberto aveva una sua concezione del movimento in cui dato tecnico e dato politico erano inscindibili e si lkegittimava per questo, Non è solo questione di formna ma anche di sostanza. Poi questo avrebbe aperto comunque spaventose contraddizioni, glielo ho sempre detto, ma questo è un altro paio di maniche. Sovrapponi troppo il dato oggettivo a quello soggettivo. Comunque quando avrò tempo scriverò un piccolo saggio sulle convcìcezioni organizzative di Roberto Casaleggio delle quali sono sempre stato critico, ma che non vanno banalizzate anche nella critica
Riccardo M
Questo continuo insistere sulla differenza tra “garante” e “leader” non fa altro che dimostrare che tale differenza non esiste, caro Giannuli.
Aldo S. Giannuli
non vedere le cose dal tuo punto di vista, perchè lagente può anche vederla diversamente e devi cercare di capire, giusto o sbagliato che sia, qcosa pensino
Cristina
Magari decidesse ancora Casaleggio. Magari.
Agostino Marrella
Grazie, professor Giannuli. Ho già provveduto – con i pochissimi mezzi di cui dispongo – a “rimbalzare” e diffondere la Sua opportuna rettifica.
Aldo S. Giannuli
grazie anche perchè dalla Stampa non ho segni di risposta
Tenerone Dolcissimo
nel giugno 2014 c’era stato solo il caso Pizzarotti a Parma che aveva segnalato come l’elettorato di destra preferisse votare M5s piuttosto che Pd, ma era convinzione diffusa che si trattasse di un caso isolato e che, al contrario, l’elettorato di destra, nei ballottaggi, si sarebbe astenuto o avrebbe votato Pd piuttosto che una lista “antisistema”
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Ci vuole tanto a capire che gli unici “antisistema” in Italia sono quelli di destra liberale?
Herr Lampe
Mi pareva un po’ troppo cinico come commento.
Mi ripeto: ma è sicuro di non volerli “citare” lei?
Aldo S. Giannuli
intanto mi accerto se hanno ricevuto la mail