
Americani, israeliano o russi dietro la mattanza di Parigi? Non ci credo: ecco perché.
Come era prevedibile, man mano che passano le ore si scatena la caccia al “chi c’è dietro” a proposito di Parigi. E il maggior numero di dita si appunta verso gli americani (statunitensi, per non offendere i lettori sudamericani che seguono questo blog).
Il ragionamento è questo: chi ha interesse a destabilizzare la Francia e l’Europa in generale? Gli Usa, per cui sono quelli che traggono maggiore giovamento da quello che è accaduto. Come è noto, non amo affatto gli statunitensi, e sono convinto che sia in corso una dura guerra economica degli Usa contro l’Europa, anzi oggi sarebbe dovuto apparire un pezzo proprio su questo tema, poi spostato per l’irrompere della strage parigina.
Dunque, non contesto che gli americani siano interessati a destabilizzare l’Europa, ma questa semplice constatazione non basta a sostenere un’accusa così pesante e diretta. Il “cui prodest?” può essere un indizio ma da solo non basta. Tanto più quando la logica politica complessiva va da un’altra parte.
Ragioniamo: negli ultimi tre anni, gli Usa hanno sostanzialmente abbandonato il teatro mediorientale per concentrarsi su quello ucraino, avendo scelto la Russia (e, più ancora, un eventuale asse russo cinese) come nemico strategico principale. Questa mossa va in direzione opposta: rivalorizza lo scenario mediorientale, moltiplica le tendenze verso un intervento di terra contro l’Isis e, di riflesso, spinge verso un accordo con Putin. In fondo, sia Berlusconi che Prodi hanno detto che per battere il terrorismo occorre una intesa Usa-Europa-Russia-Cina , il che, peraltro, è perfettamente ragionevole. Insomma, a meno di chissà quale strategia segretissima e di cui per ora non si ha proprio sentore, non pare che questa volta gli americani c’entrino.
Ma, per la stessa serie di considerazioni, la cosa potrebbe essere nell’interesse dei russi (accusati da alcuni) che così alleggeriscono la pressione europea nei propri confronti e sul teatro ucraino. Ed il ragionamento questa volta non fa una grinza. Anzi l’abbattimento dell’aereo russo sarebbe un perfetto pendant (a proposito: le vittime in quel caso sono state il doppio, ma la costernazione universale non è stata neppure la metà di quella di questi giorni. E’ sempre poco simpatico fare di queste comparazioni, ma si ha l’impressione che certi morti pesino più degli altri). In questo modo i russi legittimano anche la loro presenza in Siria a sostegno di Assad. Tutto logico, però i servizi russi hanno una tradizione di grande prudenza (infatti non si ricordano episodi simili di stragi di civili perpetrate da loro per addossare la colpa agli altri, anche a Katyn erano militari) e questo sarebbe un gioco troppo spericolato: se funziona, funziona, ma se poi viene a galla qualcosa l’effetto boomerang sarebbe devastante. Non è nel loro stile un azzardo del genere e, comunque, per ora, non c’è lo straccio di un indizio per sostenerlo.
Allora gli israeliani che premono per ristabilire la centralità dello scenario in cui sono situati ed avere un intervento occidentale contro l’Isis. Anche questo non è che persuada del tutto: in primo luogo perché un intervento contro l’Isis faciliterebbe le intese con l’Iran che, per Telaviv è un nemico ben più pericoloso ed attuale. In secondo luogo, sinché c’è l’Isis ed il braciere siriano, la questione palestinese passa in terzo ordine e, comunque si alimenta la guerra civile inter islamica, per cui non è che da quelle parti si faccia tutto questo tifo per l’intervento occidentale. Per lo meno a breve periodo. E poi, anche per gli israeliani valgono le considerazioni dell’assenza di precedenti specifici e di indizi pur flebili a sostegno. Il che non significa che poi qualcuno non cerchi di bagnare il pane nella zuppa preparata dall’isis…
Per cui, allo stato dei fatti temo che non ci sia alcuna particolare dietrologia da fare: la realtà, nella sostanza, è quella che appare: la strage l’hanno fatta gli jihadisti che ormai sono perfettamente in grado di portare a termine operazioni di questa complessità (e temo che sinora li abbiamo sottovalutati) ed i servizi di antiterrorismo occidentali hanno sbagliato tutto perché si muovono sulla base di presupposti totalmente errati. D’altra parte, se dopo 14 anni dall’11 settembre siano a questo punto, sono i fatti a dirlo.
Aver a che fare con un nemico di questo tipo è cosa che, per una ragione o l’altra, si fa fatica ad accettare: siamo più pronti a pensare in termini di strategia della tensione o di interferenze straniere (ed americani ed israeliani sono sempre in testa alla classifica), non ci piace sentirci “Occidentali” perché rischia di farci somigliare a solenni imbecilli come Belpietro o Salvini o la Le Pen, eccetera. Ora poi, Battista ha deciso che bisogna chiedere scusa alla Fallaci (figuriamoci!). Disagi che sento anche io (potete immaginarlo). Ma occorre arrendersi alla realtà che dice che è in atto una guerra dell’islam radicale e jihadista contro l’Occidente e quindi contro noi tutti. Lo so che questo inferno è stato scatenato dalle scellerate guerre del golfo e dell’Afghanistan, lo so che è stata una scelta dei nostri governanti e che in molti siamo stati contro quelle guerre e che dicevamo “non in mio nome”. Ma questi sparano addosso alla gente comune in un teatro o in uno stadio, non fanno alcuna distinzione fra governanti e governati e qui tocca difendersi. Quando c’è una guerra non c’è la possibilità di una pace separata da trattare individualmente.
Allora un nuovo intervento degli euro-americani in Medio Oriente contro l’Isis? Non mi pare la scelta politicamente più intelligente, anzi, messa così sono del tutto contrario. Ma di questo riparleremo.
Aldo Giannuli
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ilBuonPeppe
Sono d’accordo: non penso che gli USA o altri paesi “insospettabili” siano direttamente dietro a questa strage. Pare però un po’ difficile anche pensare (e anche tu negli articoli di questi giorni hai accennato qualcosa su questo) che nessnu servizio segreto si sia accorto di niente. Forse qualcuno ha avuto sentore, o magari qualcosa di più, e ha chiuso un occhio; magari per motivi diversi e non sempre coerenti con quelli ufficiali. Come dire “si è lasciato fare”. Possibile?
Quanto all’ipotesi che sia “in atto una guerra dell’islam radicale e jihadista contro l’Occidente”, bisogna intendersi. Che questa sia la visione della manovalanza, cioè di quelli che sparano, non c’è dubbio. Ma a chi sta sopra, chi pianifica e organizza, chi gestisce queste mattanze, dell’Islam non frega proprio niente. I motivi che muovono questa gente hanno molto più a che fare con l’economia e la politica che con la religione.
nic
Sono assolutamente d’accordo con ilBuonPeppe, sia riguardo al primo punto (tutti I servizi sono incapaci?), sia riguardo al secondo (interessi economici mascherati da guerra religiosa).
Non credo che, per fare un esempio banale, si riescano a far entrare in una capitale europea dei fucili ak47 senza che nessun servizio (o criminalità organizzata in contatto con i servizi) ne sappia niente.
Aldo Giannuli
gli ak47?
nic
ak47 altrimenti conosciuto come Kalashnikov. Sbaglio?
Gaz
Analisi interessanti, ma che se portate alle estreme conseguenze ci consegnerebbe i cattivoni come una monade completamente isolatata e scollegata col resto del mondo e una serie di servizi, che più che essere disinformati, sarebbero tutti indistintamente, al più amministrativi, se non sanitari: avremmo la metamorfosi dell’intelligence nella stupidance.
Se circa la raggiuta massa critica dei cattivoni dal punto di vista sparatorio, il numero delle vittime parla da solo, non sarei altrettanto sicuro circa eventuali agevolazioni estranee, perchè è (stato ?) richiesto un pre e un post coordinamento, una parcellizzazione e una logistica che possono passare sotto il naso di Clouseau, ma non sotto la barba di tutti gli altri e in ogni luogo, sia prima, sia dopo: vorrebbe dire che siamo totalmente indifesi, penetrabili e tagliabili come burro, sempre e ovunque.
Tecnologicamente è così?
Clouseau non è la misura di tutto e di tutti gli uomini e forse non lo è neppure la sua stupidance, in primo luogo politica.
Certo, per il futuro non è da escludere nulla, ma questo ad essere rassegnati, ne corre.
benito
Alcuni dicono che l’attentato dell 11 settembre gli USA se lo sono fatti da soli per avere la scusa per andare in Afganistan. Io sono scettico su questo, ma e’ indubbio che l’11 settembre abbia fornito un ottimo pretesto per la guerra in Afganistan. Sia che certi attentati siano autentici, sia che no, alla fine quello che conta e’ in che modo verranno poi strumentalizzati, poiche’ le strumentalizzazioni ci saranno tutte le volte che ci saranno degli interessi in gioco, quindi sempre. Nel caso degli ultimi attentati di Parigi e’ fin troppo facile prevedere che ci saranno restrizioni delle liberta’ personali in tutta Europa, e quindi non male come pretesto per una unione europea che mira a rendere obsoleta la democrazia e le costituzioni degli stati membri. Va sottolineato il fatto che in Francia e in Italia le autorita’ hanno affermato che dobbiamo imparare a convivere con il terrorismo, il che comporta restrizioni di liberta’ personale a tempo indeterminato. Perche’ non si fanno invece dei piani concreti per sconfiggere il terrorismo?
basterebbe cominciare col coordinamento delle indagini che allo stato attuale c’e’ solo sulla carta ma non nei fatti.
Vincenzo Cucinotta
Se mi permetti Aldo, vorrei provare a proporre un’analisi che sia centrata sull’Europa, piuttoasto che sul medioriente.
Sul medioriente, in effetti, mi pare che le idee siano ormai abbastanza chiare.
Da una parte c’è un fronte che ruota attorno all’Iran, e dall’altra un fronte molto composito che vede la copresenza di un articolato quadro di potenze abbastanza eterogenee, ma complessivamente nettamente filooccidentali, che va dai sauditi e gli emirati, dal Qatar che fa squadra a sè, dalla Turchia e da Israele.
Gli USA d’altra parte, fanno squadra a sè, dilaniati all’interno da uno scontro formidabile interno tra chi vorrebbe portare avanti il progetto di avvicinamento all’Iran, che vede in prima fila lo stesso Obama, e dall’altra parte, da chi sostiene Israele ed i sauditi.
Che l’ISIS sia stata sostenuta e finanziata dai sauditi, è cosa certa, che Erdogan faccia affari con l’ISIS e si guardi bene dal contrastarli, come è altrettanto certo cosa pensi Netanyau, che non perde occasione per ribadire che il problema regionale non è l’ISIS ma l’Iran, e infine gli stessi USA sono sicuramente implicati nella stessa creazione dell’ISIS come ha candidamente confessato la Clinton.
Insomma, che l’ISIS goda di potenti amicizie ed appoggi, non è un’opinione, magari elaborata da un complottista, ma un dato di fatto che sarebbe illogico mettere in dubbio.
L’ISIS rappreesneta quindi un pezzo dell’alleanza contro l’Iran, perchè è questo lo scontro che i paesi implicati considerano centrale, quello di interesse prevalente.
Vediamo adesso le cose dal punto di vista dell’Europa. In Europa, vi è in corso un’offensiva neoliberista, che vede al centro gli USA, preoccupati di possibili diserzioni di singoli paesi verso accordi con la Russia. Si vuole utilizzare la UE e le sue strutture per mantenere la saldezza delle alleanze dentro il quadro NATO in direzione di un processo ormai in avanzato stato di realizzazione, di trasformazione neoliberista dell’Europa. Si potrebbe poi discutere se davvero la UE resisterà così a lungo. A mio parere, gli USA ci vogliono imporre il TTIP, come mezzo di diritto internazionale per giustificare nel futuro possibili interventi bellici a difesa del trattato, e quindi usano la UE solo per arrivare al trattato, e dopo non si impegneranno più a far sopravvivere la UE.
La Germania che è la più birichina, mostrando sicuramente il grado maggiore di autonomia dagli USA, è stata già pesantemente colpita con i problemi che hanno coinvolto il gruppo Volkswagon, con Cameron c’è stata una forte polemica per il referendum sulla UE che si dovrebbe tenere prossimamente, e sicuramente anche la Francia merita qualche forma di avvertimento.
Credo che il discorso di ieri di Hollande abbia chiarito quale sarà l’effetto sulla Francia e sulla UE in generale dell’attentato. Attraverso l’ingiustificata e quasi comica dichiarazione di stato di guerra, di cui mancano tutti i minimi presupposti legali (se a qualcuno interessa, posso dare il link di un articolo particolarmente illuminante in proposito), Hollande tenta di trasformare la sua evidente sconfitta in un successo, attraverso la proclamazione di uno stato di emergenza che per la sua durata richiederebbe addirittura una modifica costituzionale. Un inetto, oggettivamente responsabile delle morti, chiede non si sa in nome di cosa, un aumento del proprio potere, invece come sarebbe stato logico di presentarfe le proprie dimissioni per manifesta incapacità.
Inoltre, Hollande invoca una norma del trattato UE che prevede l’automatico coinvolgimento degli altri stati in una guerra che già coinvolga uno degli stati membri. E qui, mi pare che il quadro si saldi. Il progetto UE trova un ulteriore intensificazione da questo attentato, anche attraverso la creazione di una specie di polizia comunitaria, e nello stesso tempo l’intera UE rischia di vedersi coinvolta in un processo di “emergenzizzazione”, che nei fatti aiuta molto il progetto neoliberista.
Ecco perchè, senza immaginare che gli attentati siano stati progettati dalla CIA, si può capire perchè proprio al nostro interno essi estrinsechino i loro effetti. Quindi, come al solito, non facciamoci distrarre dai nemici esterni, come sempre in politica, i veri nemici stanno a due passi da noi, sono mescolati a noi e sono i primi a ripetere che stiamo sulla stessa barca, senza che ciò sia minimamente vero.
Aldo Giannuli
perfcetta la parte sulla guerra economica deglu Usa all’Europa, ma da questa non consegue necessariamente il resto
Riccardo
Sottoscrivo anche le virgole di questo post, che è uno schiaffo al solito grottesco complottismo da 3 soldi che vede il mondo solo a forma di false-flag.
D’altronde, se proprio si deve cercare razionalità dove forse non c’è, o una risposta all’eterna domanda “cui prodest?”, è plausibile che Isis cercasse volontariamente una ritorsione a base di bombe, per alimentare il racconto della guerra di civiltà che fa parte della loro visione.
monica
tutto può essere, ma… ma io guardo le armi che adoperano questi mercenari-terroristi, como sono apparsi, e tengo presente uno scopo ben chiaro, preciso e dichiarato dal G20: Assad deve essere fatto fuori (a qualsiasi costo, sembra essere la frase non detta). Quindi ai autoproclamati leader del mondo poco importa se muoiono 100.000 siriani, 300 russi, 150 francesi; loro vanno avanti per la loro strada e tutto fa brodo. E continuarono così. Questa non è una terza guerra mondiale, perchè per questo ci vorrebbe che i paesi se accusassero a vicenda. Questo è chiaramente il risultato di democrazie basate sulla menzogna continua per coprire altre menzogne e coprire le spalle a governanti indecenti e delinquenti come Bush, Blair, Putin, ecc. ecc. Siamo governati dai baroni e dagli interessi economici di pochi. Ho visto un video del Isis dove due giovani francesi chiamavano alle sue ridicole battaglie: erano così giovani, in buona salute, con i loro uniformi nuovi, puliti abbracciando il suo kalashnivok e il coltello da cacciatore nel suo nuovo astuccio di cuoio (una cosa surreale), e questi qua parlavano a quelli che i nostri servizi chiamano cellule dormenti (o cosa del genere) e dicevano “dovete attuare, cosa state aspettando? il lavoro, lo stipendio minimo”. Incredibile, qua i nostri governi bugiardi ci parlano di religione, ma i mercenari li comprano con soldi.
monica
Per ricordare quanto ci mentono e che è inutile fare ragionamenti di geopolitica allo stile servizi segreti dei nostri ben amati paesi
“…Il conflitto nello Yemen ha finora causato più di 4000 morti, di cui almeno 400 bambini, e 20.000 feriti – di cui circa la metà tra la popolazione civile – provocando una catastrofe umanitaria con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di aiuti umanitari. Solo due settimane fa, dall’aeroporto di Cagliari, era partito un cargo contenente tonnellate di bombe italiane. Destinazione: la base militare delle forze armate saudite a Taif….”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/16/arabia-saudita-litalia-esporta-bombe-ma-il-governo-resta-silenzio/2215345/
leopoldo
‘lunico retroscena che c’è, a mio aviso, è la guerra tra sciiti e sunniti dove gli uni vogliono esterminare gli altri, per biechi interessi commerciali iniziata 1300 anni fa circa. Per gli stessi interessi l’occidente ci è finito in mezzo e 2 presidenti francesi ci fanno la campagna elettorale.
monica
sciiti e sunniti convivono da sempre in santa pace, anzi le loro famiglie sono miste
leopoldo
non sembra che ci siano molti matrimoni misti tra Persiani e Suaditi (-:
Massimo
A me pare che le stragi le facciano sempre i gruppi sunniti piu’ retrogradi legati a doppio filo con la casa Saud che governa l’Arabia Saudita nel modo che sappiamo; non ricordo a mia memoria recenti stragi rivendicate e attribuite agli sciiti.
L’esempio ultimo e’ la bomba di Beirut scoppiata il giorno prima o forse due, non ricordo bene, rispetto ai fatti di Parigi e per cui non ho visto nessuno suonare l’ inno libanede o csmbiare la foto del proprio profilo facebook.
andrea z.
Il suo articolo spiega in modo chiaro perchè è poco probabile il coinvolgimento dei servizi di un qualche Stato occidentale nell’attentato.
Resta però sempre da spiegare perchè l’ISIS avrebbe dovuto portare un attacco così violento proprio contro la Francia, mentre in questo momento è la Russia che sta bombardando le sue basi e i suoi uomini.
Sarebbe stato più logico lanciare un attacco sul territorio russo o contro basi, ambasciate o cittadini di quella nazione all’estero.
Quando i terroristi ceceni volevano vendicarsi dei bombardamenti e dei massacri russi, non organizzavano attentati in Giappone o in Argentina, ma contro obiettivi russi.
Aldo Giannuli
be ai russi hanno fatto lo scherzo dell’aereo che non è poco
andrea z.
L’abbattimento dell’aereo russo ha una logica, ma attaccare uno Stato che ha sempre fatto finta di far la guerra all’ISIS, sembra un’azione masochista.
Basti ricordare che la Francia nel 2013 aveva spinto l’Europa a togliere un embargo sulle armi da far giungere ai jihadisti.
Poi nel 2014, un membro dei corpi speciali francesi, tale David Drugeon, che aveva costituito una cellula quaedista all’interno dell’ISIS, è stato ucciso in combattimento e questo fatto aveva creato qualche grattacapo al governo francese.
Non ci resta che accettare l’idea della follia dei capi dell’ISIS, novelli Frankenstein che si ribellano ai loro creatori.
Aldo Giannuli
noin sono affatto folli solo che bisogna capire la loro strategia vera
andrea z.
Ho letto un articolo di Thierry Meyssan in cui si dice che circa un mese fa la Francia, dopo anni di finta lotta all’ISIS, avrebbe deciso di intervenire seriamente, ma non per fermare i massacri, bensì per creare un nuovo Stato coloniale, il Kurdistan, nel nord della Siria.
Questo voltafaccia sarebbe stato interpretato come un tradimento meritevole di vendetta da parte dello Stato islamico e dei suoi finanziatori: non solo Arabia e Qatar, ma anche Exxon Mobil, i fondi di private equity KKR, l’esercito privato Academi (ex Blackwater) e una parte dell’ amministrazione Obama, che conduce una politica in opposizione al Presidente.
Certo che seguire tutti i contorcimenti economici e strategici che avvengono in Medio Oriente e tutte le interpretazioni degli esperti, richiede una bella dose di pazienza.
andrea
scherzo confermato dai russi solo oggi,prima erano tutti scettici,e non escludo che sia stato sminuito il tutto per non aver ripercussioni in russia e sulle sue operazioni militari,quindi anche questo è uno dei motivi per cui la gente si è indignati di meno.
Maurizio Melandri
Io mi continuo a domandare: chi finanzia ISIS? Campi d’addestramento, soldati sul campo, cellule in Europa etc necessitano di un flusso di denaro continuo e non basta ipotizzare che questi vendano petrolio o pezzi archeologici.
Non potrebbe essere uno stato?
Aldo Giannuli
secondo te Arabia Saudita e Quatar non ne sanno niente?
silvio
Ma mi chiedo, siccome è appurato ufficialmente (visto che pure in televisione ne stanno parlando apertamente) che Arabia Saudita e Quatar sono i principali (ma non solo) finanziatori dell’ISIS, non sarebb il caso di andare a colpire sia sul piano politico ma io direi anche sul piano militare questi due paesi e eliminare dalla faccia della terra entrambe le casate reali che li governano?
davide
E. vero che sia necessaria organizzare una difesa verso possibili ulteriori attacchi, ma il fenomeno Isis forse non e’ stato ancora ben compreso. La Francia e’ sicuramente piu’ vulnerabile di altri Paesi europei; data la sua storia coloniale nel nordafrica, si sono formate estese comunita’ di origine nordafricana nel suo territorio, che probabilmente mantengono forti legami con le terre di origine. A partire dalla guerra civile algerina degli anni 90 e’ sicuro che si sono formate sacche ampie di fondamentalismo islamico, dovuto a varie ragioni, appoggio francese al governo algerino contro i fondamentalisti, discriminazione della popolazione immigrata, che ha tassi di disoccupazione molto piu’ alti e di fatto vive segregata dal resto della comunita’. Su questo disagio ha sicuramente inciso la propaganda fondamentalista. Su questo retroterra poi possono contare i vari network internazionale del terrore. Qui veniamo all’Isis, che si e’ proclamato califfato, e che la rende differente rispetto ad altri gruppi come al qaeda. il califfato sarebbe la forma statuale perfetta per il “credente“ perche’ e’ ispirata direttamente dalla volonta divina e ogni musulmano dovrebe dare perfetta sottomissione alla volonta’ del califfo. Questo pare esercitare una forza di attrazione notevole verso il mondo fondamentalista, anche perche’ il califfato deve avere una consistenza territoriale da cui espandersi continuamente per imporre la sharia. E l’Isis una base territoriale se l’e’ data tra Siria ed Iraq. Questo lo rende decisamente piu’ attrattivo di altri gruppi operanti in questo momento tanto che pare stia fagocitando al qaeda. Allora che fare. Secondo me le risposte non sono difficili, ma complicate in termini politici. Lavoro di intelligence su tutto il mondo dell’islam fondamentalista. Se da un lato occorre promuovere la piena integrazione delle comunita’ islamiche che operano dentro il quadro legale e accettano di operare in un ambiente multireligioso, dall’altro occorre fare un lavoro di indagine e di repressione rispetto al brodo di coltura da cui si formano i fondamentalisti. Sul medio oriente mi sembra evidente. Lasciare vincere la guerra ad al governo siriano (con dovute garanzie di elezioni libere) e ai curdi; se ci fosse una pressione internazionale concertata su Arabia Saudita e Turchia nello strangolare economicamente lo Stato Islamico l’Isis puo’ essere seriamente sconfitta. I curdi con un armamento inferiore sembra stiano riportando vittorie militari. Se lo Stato Islamico perdesse la sua territorialita’, il suo prestigio come califfato verrebbe meno. Un califfato per essere considerato autentico deve essere vincente e espansivo, per un “credente“ fondamentalista questo sarebbe un segnale della sua “elezione divina“. Un califfato che perdesse la sua consistenza territoriale invece perderebbe questa aura. Questo ovviamente non garantirebbe che altri gruppi come al qaeda che invece sono piu’ propensi ad un lavoro clandestino (al qaeda infatti si propone l’instaurazione del califfato, ma non si considera essa stessa tale) possano riprendere forza. Ma qui e’ necessario un ripensamento su tutta la politica americana ed europea verso il medio oriente, ma anche verso l’Africa e l’Asia centrale. Cioe’ la distruzione di intere compagni statuali lascia dei vuoti pericolosissimi, dalla Somalia, all’Iraq alla Libia. Inoltre il fondamentalismo si nutre di consenso anche perche organizza una vera e propria rete di solidarieta’ sociale islamica, con tanto di assistenza sanitaria e aiuto agli strati piu’ vulnerabili della popolazione. E’ noto come il regime baathista in Siria abbia iniziato a perdere consenso soprattutto da parte di settori della popolazione sunnita perche’ i primi anni di governo di Assad junior videro un’apertura verso il mercato internazionale, con abolizione di sussidi di sostegno a vari settori economici e relativo impoverimento di parte della popolazione. Su questo deve avere sicuramente giocato la propaganda del radicalismo islamico (all’inizio immagino sostenuta dalla Fratellanza Islamica, ma di cui poi le reti terroristiche hanno tratto vantaggio). Dunque se l’imposizione di politiche neoliberiste e’ dannoso da noi in Europa figuriamoci in Paesi meno sviluppati. Se a cio’ si aggiunge il costringere queste popolazioni a vivere in continuo stato di guerra, con Paesi in cui l’autorita’ statale svanisce e le popolazioni sono in balia dei vari signori della guerra che le taglieggiano in vario modo, si creano ovviamente le basi per cui la propagnada di un califfato che applichi la legge islamica (che lo si ricordi non e’ solo fatta di frustate, tagli di mano, lapidazioni e dacapitazioni, ma anche della creazioni di strutture di sicurezza minimali per i “credenti“) trovi terreno fertile in non ristretti settori di popolazione, Dunque un’azione internazionale concertata e’ necessaria, un lavoro di intelligence fondamentale; ma senza un lavoro politico di prospettiva non si va da nessuna parte.
david cardillo
Professor Giannuli, lungi da me contestare la sua autorità, non fosse altro perché molte delle cose che so le ho imparate leggendo i Suoi libri. E però, Professore, un garbato appunto me lo deve consentire. Io è da vent’anni che studio il fenomeno del terrorismo in tutte le sue connotazioni, e ho imparato che esistono due tipi di gruppi terroristici: quelli che nascono autonomamente e spontaneamente, e che vivono di vita propria fino al giorno in cui il potere (nazionale, ma soprattutto transnazionale) decide di infiltrarli per far loro compiere un salto di qualità; e quelli, invece, creati di sana pianta dal potere stesso, usando la ragione sociale di tali gruppi e la loro proclamata ideologia come pura copertura. Un esempio del primo tipo di gruppo terrorista sono le Brigate Rosse, che nascono in maniera, se così possiamo dire, naturale nel 1969, e che per sette anni si dedicano esclusivamente ad azioni simboliche e incruente, fino a quando i loro fondatori, Renato Curcio e Alberto Franceschini, fautori di questa linea “morbida” vengono arrestati. A quel punto, la guida delle BR viene presa da Mario Moretti, fortemente sospettato da più parti di essere un agente del Mossad, e improvvisamente, quelle che fino ad allora erano state azioni tutto sommato innocue assumono la dimensione tragica che ben sappiamo. E dal momento che Moretti, per quanto potesse essere fanatico di suo, era un soggetto troppo banale e mediocre perché potesse essere all’altezza del ruolo grandiosamente tragico che la storiografia e la magistratura gli hanno attribuito, qualche legittimo sospetto si pone, specie considerato che ad una delle nuove leve delle BR entrate nell’organizzazione dopo gli arresti di Curcio e Franceschini, tal Bruno Seghetti, al momento della sua cattura aveva in tasca i nominativi e i numeri telefonici dell’ambasciatore israeliano in Italia e dell’addetto militare della stessa ambasciata. Per quanto concerne il secondo tipo di organizzazione terroristica, valgano per tutti due esempi: Ordine Nuovo, a tutti gli effetti un organismo interno al Ministero della Difesa; e il circolo “anarchico” XXII Marzo, fondato nel maggio 1968 dal presuntamente anarchico e realmente neofascista Mario Merlino, dipendente dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interni, e da questi appositamente incaricato di attrarre a sé quanti più sprovveduti possibile da plagiare e manovrare. Mi scuso per questa divagazione storica, è indispensabile per chiarire come ci si trovi di fronte ad uno scenario se non uguale quantomeno simile, applicato su scala globale. Soprattutto, ci troviamo di fronte ad una serie di attori, la CIA e il Mossad su tutti, che sono identici a quelli di 40-50 anni fa. L’Operazione CHAOS, Professor Giannuli, non è un residuo della storia, come un eccesso di ottimismo potrebbe indurre a ritenere, bensì la bussola che orienta tuttora le iniziate dell’occidentalismo (non l’Occidente, attenzione). Creare il caos, destabilizzare aree geopolitiche cruciali, seminare zizzania tra un miliardo e mezzo di persone da una e un miliardo e mezzo di persone dall’altra, generare panico e paranoia collettive e proporre, come soluzione che nessuno potrà rifiutare, guerre su vasta scala: cambiano i nomi, mutano le specificità dei luoghi e delle parti in causa, si modificano gli obiettivi precisi, ma quel filo lungo che si è creato nel 1945 non si è ancora spezzato.
Aldo Giannuli
per carità fa benissimo a dirlo: certi dubbi vengono anche a me, però riconosciamo l’autonomia del soggetto
Mauro Poggi
“Ma questi sparano addosso alla gente comune in un teatro o in uno stadio, non fanno alcuna distinzione fra governanti e governati e qui tocca difendersi”.
Non è che le bombe degli aerei o dei droni siano più selettive. A meno che – come è stato osservato – la distanza che separa la vittima dall’aggressore sia il metro di paragone per stabilire chi è carnefice e chi no.
Aldo Giannuli
verissimo
david arboit
Responsabilità diretta certamente no, ma indiretta certamente sì e anche molta. Nel gioco della balance of power mondiale fatti come quelli di Parigi possono essere considerati effetti collaterali, anche se l’impatto mediatico è enorme.
Basta citare il fatto che fonti militari USA comunicano che il 70% delle azioni aere si sono concluse senza sparare un colpo.
Basta citare il fatto che la fonte principale di finanziamento di Daesh è il petrolio (450 milioni di euro all’anno, 90% della disponibilità finanziaria). Non credo sia un’impresa militarmente complicata bloccare del tutto questo flusso di oro nero verso gli stati del mondo e il correlativo flusso di dollari nelle tasche di Daesh.
Ecc. Ecc. Ecc.
Come al solito l’apprendista stregone occidentale pensa di avere il potere di strumentalizzare questi omuncoli islamici, da Lawrence d’Arabia ad oggi il pensiero è sempre quello. Certo, ci sono dei danni collaterali, ma tanto chi muove le pedine sulla scacchiera non li subisce.
P.S. Hollande deve capire che chi: da sé fa per tre, e che gli amici amici americani lo informano solo quando a loro fa comodo; i servizi segreti deviati non sono solo una esclusiva italiana. È questo il punto.
Aldo Giannuli
profondamente d’accprdo
Gaz
La politica estera di Parigi dal dopo guerra ad oggi ha oscillato tra gaullismo striato di antimericanismo e atlantismo non sempre convinto. Parigi non è Roma.
Enri
Mah, un post che fa finta di essere di essere critico nei confronti degli idioti Salvini, Belpietro e Le Pen e poi giunge sottilmente alle stesse conclusioni.
Io mi chiedo altro. Prima di decidere a chi dare la colpa, mi interrogo su quello che ho visto e quello che ho sentito. Ho imparato che per formare un pensiero coerente prima si deve osservare ed ascoltare con attenzione per riuscire a mettere in fila i dati.
Noto che tutti già si lanciano in previsioni su futuri scenari su obiettivi certi quando non c’è ancora nessuna assoluta sicurezza su chi ha commesso questa mattanza e perchè.
ma non vedo nessuno che si chiede cosa è veramente successo. Ci hanno raccontato che ci sono state 3 esplosioni allo stadio con il record del minor numero di morti: 1. Abbiamo 3 esplosioni ma nessuna immagine. Ci sono un passaporto siriano falso, un kamikatze che vule entrare allo stadio ed ha anche il biglietto ma gli negano l’ingresso (ho sentito un cronista motivare il respingimento ai cancelli “perchè vestito male (!!!) e allora va a farsi saltare in aria da solo. Il suo amico si fa saltare nelle vicinanze di un McDonald. Si vede che non voleva sporcare le vetrine.
Invece per quanto riguarda il teatro questa vlta si è superato Samiel Bekett nel suo famoso scritto. Il Teatro dell’Assurdo. Qui i terroristi arrivano e ammazzano 81 persone circa. Ci impeigano un’ora. 1,35 persone di media al mminuto. Con un a calma olimpica direi.
Poi, ci raccontano, all’arrivo della polizia si fanno saltare in aria.
Questo è il punto cruciale per la mia provocazione nei vostri confronti (sempre che vogliate accoglierla).
Non è vero. Nessuno si è fatto saltare in aria al Teatro Bataclan. Non esiste nessun riscontro di due esplosioni al Bataclan. Io ero sintonizzato su SkyTG24. C’era un loro giornalista in collegamento telefonico continuo. Il gornalista si trovava a 200 metri dal teatro. Le esplosioni allo stadio sono avvenute fuori, nel parcheggio. Ed all’interno, con 70.000 persone che facevano gazzarra si sono sentite benissimo. Il giornalista Sky che si trovava sul posto ha saputo la notizia in diretta dalla sua collega in studio a Roma o Milano. Via comunicato ANSA. Lui non si era accorto di nulla ed è rimasto interdetto. Non esiste un’immagine che reca segni di esplosione. A questo link la testimonianza di un ragazzo che era dentro il Teatro Bataclan, disteso vicino al palco e non ha sentito le due esplosioni che “dovrebbero” essersi verificate a pochi metri da lui.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/15/attentati-parigi-pierre-era-al-bataclan-cosi-abbiamo-aspettato-che-tutto-passasse/439498/
Andate pure a leggere i commenti sotto. Ho posto il questito e hanno risposto come al solito. Ma evidenze mai.
Ce ne sono ancora tante, troppe, di incongruenze. Perchè, se non è stato un’affare interno, creare così tanti punti oscuri. Non ditemi che è segreto di stato o che serve alle indagini. Evitiamo di rendeci ridicoli.
Penso che questo basti per evitare di vantare la verità su cosa effettivamente sia successo ed additare improbabili colpevoli utili sola alla causa di chi sappiamo bene.
Nanni
Gentile Aldo,
ma davvero “si ha l’impressione che certi morti pesino più degli altri”? Ma davvero per lei è solo un’impressione? Quelle sono “unworthy victims”, le nostre invece “worthy”. Mi sorprende che lei non conosca questa fondamentale distinzione della propaganda, descritta ed evidenziata con incredibile profluvio di prove in “Manufacturing consent” di Noam Chomsky e Edward S. Herman, libro ormai di quasi trent’anni fa (uscì nel 1988), e che mi sorprende davvero lei non abbia letto. Si affretti a farlo se davvero non lo ha ancora.
Caruto
Ho poche idee ed anche confuse.
Il ragionamento del post di Giannuli mi convince, pero’ mi ha colpito l’intervento di Obama, primo fra tutti, praticamente in diretta, che si dice solidale con la Francia. Ammetto che esistono le coincidenze.
Pero’: i servizi segreti, Echelon, NSA, ecc. ecc. non servono a niente?
Proporrei di seguire, terra terra, quello che succede a livello internazionale e capire se accade qualcosa di concreto, soprattutto dopo che a questo G20 hanno chiacchierato molto e pare che siano rimasti della posizione ante-Parigi.
Oppure hanno deciso qualcosa, e lo sapremo nelle prossime settimane.
Dico questo perche’, anche solo seguendo la posizione del governo francese mi ritrovvo con una nazione che fa interventi armati in nord africa e nel sub-sahara, appoggia la Turchia permettendo il passaggio di ribelli contro Assad (mi riferisco a quello che dice Negri del Sole 240re), poi ha un’alzata di testa e va a bombardare quelli dell’Isis. Poi si riuniscono in Turchia quelli che subiscono l’attacco dei terroristi, quelli che li hanno finanziato fino a ieri, e quelli (tutti?) che gli permettono il commercio del petrolio a prezzi inferiori a quelli di mercato.
Allo stesso tempo la Turchia dice di bombardare l’Isis e invece bomabrda i Curdi; e l’Arabia Saudita dice di bombardare l’Isis e in Sudan bombarda guerriglieri sciiti in chiave anti-iraniana; il quale Iran, che cerca di uscire dall’isolamanto dopo gli accordi con gli USA, e’ costretto ad annullare una visita in Europa prevista per questi giorni.
E magari seguendo la pista anti-iraniana ne capiamo di piu’.
Pero’, lo ripeto, penso che sarebbe meglio capire se succede qualcosa di concreto, altrimenti ci facciamo prendere per il naso.
Nanni
Gentile Aldo,
“lo so che è stata una scelta dei nostri governanti”: il fatto che la scelta sia dei governi non solleva le popolazioni dalla loro responsabilità di legittimazione di quei governi. Non le è mai venuto in mente che, molto molto semplicemente, questi attacchi sono esattamente la strategia che l’Occidente (e cioè noi tutti che abbiamo guadagnato e molto da queste guerre) ha adottato e ancora adotta in giro per il mondo? Cioè gruppi paramilitari, collaterali a eserciti regolari o meno, che gettano terrore nelle città (per esempio che so in Nicaragua, Guatemala, Iraq, Afghanistan, Siria, Timor, ecc ecc ecc) allo scopo di effettuare un “cambio di regime”?
Nanni
Qualche giorno fa ho visto una foto che ritraeva una “sura” del Corano, in cui vi era scritto che il “mussulmano non ucciderà gli innocenti”: ecco il punto è qui. Per costoro nessuno delle popolazioni occidentali è innocente: per loro siamo tutti, ed è in effetti non distante dal vero, come effettivi arruolati che in questo conflitto stanno dalla parte dei ricchi e dei potenti e violenti che ci governano e sono i nostri padroni.
Antonio
Siamo sicuri che gli Americani non abbiano interesse a mettere i piedi a terra in Siria?
Il fatto che se ne siano andati dall’Iraq non vuol dire che abbiano dimenticato il Medio Oriente. E se il nemico da limitare è la Russia allora diventa fondamentale eliminare innanzitutto Assad e poi l’unica base navale Russa nel Mediterraneo che è proprio in Siria.
Lorenzo
Professore, non riesco a mettere a fuoco con precisione le relazioni che legano la Turchia agli attori di questo vasto conflitto. Qual è l’importanza strategica della Turchia? Capisco che gli eredi dell’impero Ottomano vogliano ristabilire un’egemonia su una parte dei loro ex possedimenti, ma come mai nessuno degli altri attori in gioco sembra in grado di ridurli a più miti consigli? Faccio il punto di ciò che mi sembra aver compreso: gli U.S.A. stanno cercando di contenere o controllare lo sviluppo della Cina, e la loro l’ostilità verso la Russia è palese, ma non riesco a comprenderne lo scopo (si limitano al contenimento temendo rapporti troppo stretti e reciprocamente vantaggiosi con i cinesi? o cercano di rendere definitivamente inoffensiva l’unica – credo – nazione in grado di tenere loro testa in aperto conflitto?). L’Iran mi sembra di aver capito essere una sorta di rubinetto petrolifero dal quale dipende lo sviluppo della Cina, quindi per gli U.S.A. acquisirne o influenzarne il controllo è vitale. Se questa è la partita, che peso ha sulla scacchiera la Turchia? L’indipendenza dei Curdi sembra essere fuori discussione soprattutto a causa turca, basta questo a non far nemmeno prendere in considerazione a nessuno degli attori il sostegno ad un’ ipotetico stato che controllerebbe i pozzi petroliferi nord iraqeni ed eliminirebbe l’isis? Spero che le mie domande non la secchino!
Herr Lampe
Israele che vuole un intervento contro l’Isis?
Lessi tempo fa su Repubblica che, nel delirio mediorientale, non meglio precisate organizzazioni sanitarie israeliane curavano i miliziani fondamentalisti ostili ad Assad, Isis incluso. Su richiesta posso anche recuperare la data.
Aldo Giannuli
interessante
Caruto
Ricordo la vicenda. Israele dichiaro’ che loro curano tutti i feriti che si recano nei presidi sanitari israeliani.
PS: Oggi ho postato un intervento (di cui non ho copia) che non vedo. Forse si e’ perso?
Aldo Giannuli
non lo vedo. dove lo hai mandato?
Caruto
Penso di averlo postato in questa parte della discussione.
Ho visto ache la scritta “…in attesa di approvazione”.
Penso che sia andato perso.
Comunque il succo era che “avevo poche idee ed anche confuse” visto l’estrema pericolosa ambiguita’ di tutte le parti in causa.
Herr Lampe
L’articolo, un paginone interno sul MO, è del 10 settembre 2015.
Peraltro il riferimento è, come accennavo, un passaggio assai conciso.
andrea z.
http://www.ilfarosulmondo.it/sempre-piu-salda-la-cooperazione-tra-israele-e-fronte-al-nusra/
Ercole
La realtà è davanti a noi ancor prima che nei retroscena.
Certo non bastano solo gli occhi per comprenderla. Ci vuole la memoria anche. La capacità di ricordarsi di fatti distanti nei tempi e nei luoghi.
Ad esempio nel 1980 Saddam s’impegnò in una sanguinosa guerra contro l’Iran degli Ayatollah che avevano appena deposto lo scià grande amico dell’America. Che nel frattempo finanziava i mujhaeddin afghani, definiti da Reagan emuli dei padri pellegrini, in chiave anti-Russia. Solo pochi anni dopo Israele sponsorizzava Hamas in Palestina in chiave anti-Arafat, pur sapendo che era diretta emanazione di quella fratellanza mussulmana che in Algeria aveva sgozzato interi villaggi. Questo per dire che la religione e i suoi fondamentalismi spesso sono stati utilizzati proprio da coloro che più li condannano. Ciò è reso ineludibile non tanto dalla Storia recente riguardo l’Isis e di chi l’ha legittimata inizialmente in chiave anti-Assad. Ma soprattutto per l’identico risultato prodotto. Per come il moloch di turno si sia, sempre, rivoltato contro i suoi creatori.
Perché l’occidente è incapace di una risposta diversa? Perché siamo superbi. Dall’alto della nostra tecnologia, del nostro laicismo, della post-ideologia. Un vuoto pressurizzato di valori sostituito solo dal denaro. Incuranti perfino delle fratture sociali che vanno creandosi all’interno delle nostre stesse società.
Un’ultima riflessione: gli aspetti economici, il petrolio e gl’interessi che muove sono dinamiche molto complesse e con molti attori. Personalmente credo che l’occidente non potrà non fare i conti con i bric. Ossia Brasile, Russia, India e Cina, specie considerando quanto debito pubblico statunitense sia in mano a quest’ultma.
Vincenzo Cucinotta
Non ci sono riuscito col primo commento, ma vorrei ancora invitare gli intervenuti a considerare anche le implicazioni in ambito europeo dei fatti di Parigi, che risultano tra l’altro ancora più evidenti dopo le dichiarazioni demenziali di Hollande.
In una unione euroepa ormai alla frutta anche a seguito dei risultati delle recentissime elezioni in Portogallo, Polonia e Croazia, rischiamo di creare una forza armata, forse di polizia, comune, cioè si creano nuove strutture che a mio parere servono per puntellare la UE almeno fino a che il TTIP non venga approvato.
Parliamo di un passaggio fondamentale nella strategia USA, è possibile credere che il formidabile aiuto che questi fatti forniscono a tale progetto non dia un senso agli stessi attentati?
Aldo Giannuli
no vincenzo non ci siamo, anche se lo scontro economico Usa Ue c’è ed è rilevante
Jhonni&jak
Una sola cosa errata. Non è vero che non fanno distinzione fra governanti e governati. Nell’esecuzione degli atti terroristici la fanno, eccome, a danno di questi ultimi. E’ più facile e semina terrore benché non ottengano gli effetti sperati, il panico e il caos fra le popolazioni inermi. Semmai il contrario. In realtà pur avendoli notevolmente sottovalutati non vanno nemmeno sopravvalutati. Il vero grosso lavoro è quello stanno facendo adesso i servizi, la polizia e l’esercito, stanarli ed arrestarli se possibile. Purtroppo li uccidono come se fosse una vendetta. In realtà si deve arrivare ad avere dei collaboratori di giustizia anti-terrorista (stanno usando la tortura?) per conoscere le dinamiche reali che stanno muovendo questi gruppi composti da individui del tutto integrati (sono cittadini francesi, belgi, egiziani e anche siriani) sebbene fortemente frustrati e quindi facilmente suggestionabili. E’ molto più un problema di ordine pubblico e socio culturale interno alla civiltà occidentale che di geopolitica militare. O almeno il lavoro deve andare in entrambe le direzioni con la medesima intensità.
massimo
Mi permetto di incollare il link di un pezzo del giornalista Meyssan sugli attacchi parigini che ho trovato molto interessante: la chiave degli attentati parigini sarebbe in sostanza da ricercare negli altri manovratori occulti dell’Isis per punire la Francia che si sta sfilando dalla sua posizione oltranzista di sponsor anch’essa del califfo per rovesciare Assad.
Mi sembra una posizione realistica purtroppo.
Saluti
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=124671&typeb=0&la-repubblica-francese-presa-in-ostaggio
roberto buffagni
Lei trova “un’imbecille” Marine Le Pen? In confronto a de Gaulle forse, ma paragonata agli altri leader europei? Mah.