A quanto pare Renzi se la sta vedendo brutta…

Con la direzione Pd i giochi congressuali si sono riaperti, con Orlando che rifiuta la tregua ed attacca apertamente e con Franceschini che passa decisamente all’opposizione. Al contrario (stando a quel che dice la stampa), sembra che Emiliano propenda per un accordo con il segretario, in cambio di essere lui a fare le liste per la Puglia. Tuttavia, non crediamo che sia questo il maggiore ostacolo sulla via di Renzi: i suoi oppositori forse non hanno i numeri anche con il passaggio di Francescini e poi, potrebbe esserci il contro passaggio di emiliano. Soprattutto non hanno la determinazione, il coraggio, la tempestività necessari a portare sino in fondo l’operazione. Ma, anche se magari non combineranno nulla, possono efficacemente destabilizzare il partito, incoraggiare ulteriori uscite (e già ne stanno piovendo dappertutto) e pregiudicare la campagna elettorale.

Ma il problema più serio del fiorentino è un altro: c’è un’aria di licenziamento intorno a lui. Le sue recenti posizioni sull’Europa non piacciono affatto ai poteri forti che ormai non sanno come liberarsene. Ha iniziato Napolitano, dopo il referendum, con la durissima intervista sul messaggero, ma ormai anche i toni di vecchi amici come Scalfari o Bazoli non sono più quelli di una volta. Per la verità, Renzi ai poteri forti non è mai troppo piaciuto con quei suoi modi da giovane cafone di paese, ma lo sopportavano perché tornava utile. Con le elezioni europee convinse tutti che era in grado di portarsi appresso il consenso della gente, ed anche quando i consensi iniziarono a scemare era sempre la loro punta di lancia. Poi con il referendum la benda è caduta e Renzi appare come quello che li ha portati al disastro. Ormai sul portone dei poteri forti spicca un cartello: “Cercasi Macron Italiano”, ma il Macron italiano, per ora, non c’è e lorsignori non sanno come liberarsi del fiorentino.

Il guaio, per loro, è che anche il Macron italiano, se pure ci fosse, arriva tardi, troppo tardi. La crisi ha dichiarato il fallimento delle èlites nei diversi paesi occidentali, Renzi era già lui l’estremo tentativo di salvare il sistema condendo la minestra con un po’ di populismo a buon mercato. Fallito lui è molto difficile che qualcuno possa riuscire nell’impresa, anche perché i margini di manovra sono assai esili se non inesistenti. Ma questo è un discorso che le èlites non vogliono sentire. Buon per loro che anche l’opposizione non ha niente di meglio da offrire: tanto il M5s quanto la confederazione delle minutaglie di sinistra non hanno né la linea né il personale politico che ci vorrebbe e sono immaturi. Della Lega o FdI non dico neppure. Il risultato è che il paese è avviato allo sfascio e non sembra avere vie di uscita.

Stiamo pagando il prezzo di venti anni di antipolitica della seconda repubblica che ci lascia un paese senza classe dirigente politica di ricambio.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (35)

  • ACME NEWS
    L’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha assegnato il Nobel per la fisica all’italiano Matteo Renzi per la scoperta delle oscillazioni delle correnti, il che dimostra che esse correnti esistono e hanno una massa di riferimento.
    Dal canto suo, Berlusconi ha fatto sapere di essere il miglior candidato del mondo. A Tutto !!
    Intanto si apprende dai boatos di Repubblic che è in procinto di formarsi l’Associazione Italiana ex candidati di Silvio. Ne farebbero parte: Alfano, Fini, Toti, Sala, Milan etc. etc. .
    Si ritiene possibile anche l’adesione di un non meglio identifico Rubi.

  • Professore buongiorno! “Macron” cercasi e “Maccaroni” offresi. E in gran quantità. La deriva del nostro Paese è populistica anche senza il classico rapporto “cesaristico” fra capo carismatico e popolazione. Un frontman in un gruppo, fosse anche per un’esibizione di una sera, si trova sempre: son riusciti i Nomadi dopo la morte di Augusto a diventare per oltre un ventennio la cover band di loro stessi, figuriamoci il teatrino della politica. Ciò che non cambia, rispetto alla deriva populistica intesa normalmente, è la scaletta delle priorità del dibattito politico assolutamente, VOLUTAMENTE, inadeguata rispetto alle priorità reali di un Paese, come tu hai giustamente sottolineato allo sfascio: parliamo di ius soli prima di aver sistemato banalità tipo quella che che, a una coppia sposata con figli, fanno quotidianamente girare gli attributi rispetto a una coppia non sposata con figli: stesso lavoro, stesso stipendio, alla prima quaranta euro di assegni familiari, alla seconda, in genere sulla madre che figura ragazza-madre, trecento. Ne parliamo fino a farle diventare “armi di distrazione di massa” per poi mollarle a metà percorso, tranne quando non si tratta di progetti deliberatamente appoggiati da lobby, tipo quella lbgt: anche qui, è da anni che si parla di una legge sulle adozioni e, ancora oggi, una coppia senza figli fa una fatica boia ad adottarne uno, specialmente se si tratta di due salariati. Armi di distrazione di massa contro un jobs act che funziona benissimo, come strumento di repressione di classe, contro voucher che escono dalla porta per rientrare dalla finestra, contro migranti che entrano dalla porta e dalla finestra in un’Europa indifferente e che solo oggi anime belle scoprono morta e sepolta, contro il capitale straniero che fa shopping dei nostri gioielli di famiglia e terra bruciata del resto, implementando ulteriormente la tendenza economica negativa in atto ad opera del capitale nostrano, vero esperto di shopping all’estero e terra bruciata dietro il suo cortiletto. Armi di distrazione di massa per sembrare di sinistra anche quando non lo si è, oppure, più semplicemente, per passare l’estate, per arrivare al panettone, alla colomba, quindi di nuovo all’estate, lungo la strada di Weimar…
    Un caro saluto.
    Paolo

    • One step at a time. One punch at a time. One round at a time.

      PS, anzi PP, post pedalata: “Macaronì”, così ci chiamavano i francesi quando eravamo noi a emigrare, e come si intitolava una mostra itinerante (Mararonì e vucumprà http://www.calendariodelpopolo.it/Macaroni-e-Vu-cumpra-emigrazione-e#.WWMfvVHaeME) fortemente voluta dal compagno Teti, che ricordo con affetto. Ora, i-francesi-che-si-incazzano, ce ne hanno uno all’Eliseo, Macaronì di nome e di fatto… “Sorta di maccarrùne”, avrebbe detto la mia povera suocera. “Lu maccarrùne ete ‘nu fessa”, mi avrebbe poi spiegato… riducendo di molto la differenza fra campo semantico d’applicazione fra il primo e il secondo appellativo. che sicuramente esiste ma che mi avrebbe, altrettanto sicuramente, risparmiato. E Macròn, “maccarrùne” lo è tutto.
      Saggezza dialettale… così come la mia povera nonna guardava la televisione e dispensava “Mingàun” con la stessa generosità con cui versava i tortellini nel piatto, senza sapere che che, neanche tanti anni dopo la sua scomparsa, una giovane promessa della tele-canzonetta italica il “mingàun” lo avrebbe avuto nel cognome, e non per caso a questo punto. Saggezza dialettale quasi profetica, a questo punto, mi verrebbe da pensare…
      Ciao
      Paolo

    • Tenerone Dolcissimo

      a una coppia sposata con figli, fanno quotidianamente girare gli attributi rispetto a una coppia non sposata con figli: stesso lavoro, stesso stipendio, alla prima quaranta euro di assegni familiari, alla seconda, in genere sulla madre che figura ragazza-madre, trecento
      —–
      tanto l’asilo nido per il pargolo non lo vede nessuna delle due essendo occupato manu militari (e non è una battuta) da extracomunitari

  • In Italia di pseudo Macron se ne sono visti tanti, Passera, Calenda, Barca, etc…, ma nessuno sembra poter avere l’appeal mediatico di Renzi, necessario per raccogliere tanti voti.

    La sobrietà in italia non paga, tra il serissimo Monti ed il comico Renzi, gli italiani hanno preferito il secondo. Tra un severo dottore che ci somministra una cura da cavallo, gli italiani preferiscono un imbonitore che millanta speranza.

    Solo gli anziani ed i moderati votano ancora le persone serie, di vecchio stampo. Più passa il tempo e più entrambe le categorie si riducono, per motivi anagrafici ed economici.

    In un mondo iperconnesso è ineluttabile la deriva “populista”, i poteri forti hanno pensato di poterla ingannare con l’imitatore di Rignano, ieri berlusconiano, oggi leghista, domani grillino, ma le frottole hanno le gambe corte ed in nodi stanno venendo al pettine.

    E’ un processo in evoluzione da cui non si torna indietro, in Italia non è più tempo per un Macron, inutile cercarlo.

  • Qualcuno sa cosa significhi il gesto di Renzi con il palmo rivolto verso il pubblico?
    L’Albertone l’ha cantata: Te c’hanno mai mannato …
    🙂 ma ditemi voi, come si fa a non scrivere che il toscanello fa il verso a Mr. Bean.
    Quale sarà il prossimo gestaccio ?

  • Tenerone Dolcissimo

    c’è un’aria di licenziamento intorno a lui. Le sue recenti posizioni sull’Europa non piacciono affatto ai poteri forti che ormai non sanno come liberarsene. Ha iniziato Napolitano, dopo il referendum, con la durissima intervista sul messaggero, ma ormai anche i toni di vecchi amici come Scalfari o Bazoli non sono più quelli di una volta
    —-
    Secondo te ha a che fare con questo tentativo di defenestrazione anche il fatto che la BONINO ha cominciato a “cantare” e senza bisogno di accompagnamento né di musica né di coro???

  • Prof,
    a me pare che, oramai, si riesca ad intravvedere tutte le condizioni affinché “arrivino” i… militari, spalleggiati da piduisti e gladiatori (mai estinti), servizi deviati e mafiosi bel lieti di dare una mano per completare l’opera di ripulitura dello stivale dalla poca gente onesta rimasta…!
    i sedicenti poteri forti sarebbero ben felici di vedere barconi, carichi di onestà, con la prua orientata verso terre d’esilio…!
    saluti bakuniani
    tonino basile – roma

  • Io aggiungerei l’insipienza di chi poteva portare un progetto.

    Noto di sfuggita che è il suo articolo più pessimista, almeno da quando la seguo.

    Prosit.

  • Giornataccia oggi, eh Aldo!?
    Neppure il bicchiere mezzo pieno.
    Tento di risollevartela io con un O.T.: cosa ne pensi della polemica sul bagnino fascista e sulla contrarietà del M5S ad inasprire le pene per il reato di apologia del PNF?

    • Notizia ghiotta per chi vuole che le faglie politiche siano solo quelle novecentesche, salvo poi fare, dopo le elezioni, il governo con la destra, con la sinistra o con tutti e due insieme.
      Che ne sa l’acquatico di Carta del Lavoro, Sansepolcristi etc. etc. ?
      Perchè quella notizia è venuta fuori proprio ora? A che cosa è funzionale?

      • Dietrologie a parte, io considero che questo è quello che nella 1a Repubblica veniva definito “Governo Balneare”. Ed infatti, allora come ora, sui giornali tenevano banco notiziole tipo questa, in cui ad un perfetto sconosciuto viene concesso l’onore della prima pagina per aver messo qualche cartello inopportuno.
        Ora pare che siamo andati oltre: oltre ai giornali, che all’epoca in mancanza d’altro si buttavano sul gossip tanto per riempire le pagine con qualcosa, adesso se ne occupa attivamente anche l’Esecutivo e perfino il Parlamento, dove qualcuno propone una legge contro i bagnini fascisti o fascistoidi (magari con tanto di nome e cognome, per non rischiare di sbagliare la mira).
        Quindi i dubbi che esprimi con le domande finali sono fin troppo legittimi.

    • Venceslao di Spilimbergo

      Buonasera Esimio signor Roberto B.
      Mi scuso per questa mia intromissione, altamente inopportuna, all’inizio di dialogo tra Lei e il Chiarissimo professore… l’argomento però mi era parso tanto interessante da non riuscire ad astenermi dal partecipare quale terzo incomodo. Sinceramente ammetto di non essere ben informato delle ragioni che hanno portato il Movimento 5 Stelle ad opporsi alla proposta di legge del Partito Democratico; di una cosa però sono convinto: proibire per Legge un’idea (o quantomeno proibirne la diffusione), per quanto odiosa possa essere, non ha mai portato nessun risultato di sorta, anzi! Talvolta, fornendo involontariamente l’alibi della persecuzione, idee che mai avrebbero avuto grande successo di pubblico si sono potute diffondere come non mai, con buona pace degli avversari. E se questo valeva nel passato , con le difficoltà di comunicazione che esistevano, figuriamoci oggigiorno quanto la censura potrebbe funzionare. Piuttosto personalmente ritengo che dovremmo, in questo caso, prendere esempio dagli Stati Uniti sul come rapportarci a questa problematica: la libertà di pensiero e di parola, se esiste ed è realmente tale, non può essere limitata in alcun momento, in alcun luogo e in alcun modo… a patto che essa non produca effettive e dimostrabili conseguenze nocive nei confronti di altre persone. Purtroppo però è difficile che una simile “strategia” sia applicata anche in Italia: presso di no sostenitori sinceri di idee Liberali ce ne sono molto pochi. A prescindere da tutto, una cosa comunque è sicura: il PD cavalcherà quanto più possibile questa storia per tentare di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da argomenti molto più importanti e fondanti, quale quello delle migrazioni in atto nel mar Mediterraneo o le difficoltà economiche di questo nostro sgangherato Paese.
      Scusandomi ancora per il disturbo e per l’intromissione da me compiuta, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

      • Lieto di rileggerLa, gentil Venceslao.
        Con un’espressione tipica del gergo giovane attuale, Le rispondo così: “Quoto”.
        Con una sola eccezione che riguarda gli USA: solo per ricordarLe il Maccartismo ed i suoi sventurati effetti negli Anni ’50 del secolo scorso. Dal che, se ne deduce che tutto il mondo è paese e che la caccia alle streghe è sempre lo sport preferito dagli imbecilli e dai disonesti (detto tra noi, dovendo scegliere preferisco di gran lunga avere a che fare i secondi, con i quali, anche se raramente, ci può essere qualche possibilità di intendersi).
        ArrileggerLa.

        • Venceslao di Spilimbergo

          Buonasera Esimio signor Roberto B.
          Mi permetta di ringraziarla per la gentilezza da Lei dimostratami nel rispondere al mio inopportuno scritto. Accetto tranquillamente la sua correttissima critica, anzi! Da Conservatore mi sia concesso di fare di più, per quanto possa apparire paradossale: un elogio pubblico al fu Onorevole Togliatti! Come ben rammentato dal signor Martini su un suo articolo presente nel giornale “La Stampa” di oggi, a invitare a non esagerare nel censurare la oramai decaduta ideologia Fascista fu proprio “il Migliore”… poiché, come ebbe a dire in suo discorso parlamentare durante una seduta della Assemblea Costituente nel 1947, “… non si possono abolire le idee (per quanto aberranti) con un tratto di penna, ne con una legge. Le idee sono a prova di qualunque strumento di censura; tanto più se di natura poliziesca…”.
          Porgendole nuovamente i miei ringraziamenti, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

      • Concordo stavolta con l’esimio Venceslao, in particolare con le sue considerazioni finali sull’operazione “distorsiva” dell’opinione pubblica ; aggiungendovi un’ipotesi interpretativa forse maliziosa, ma… ; Una volta abortita l’operazione Pisapia, intesa a raccattare qualcosa a sinistra ( ma si sarebbe raccattato soltanto un generale senza esercito), e andata a male anche quella sullo ius soli (controproducente benché giusta, perché avrebbe sottratto al rignanese anche parte dei suoi ), si è improvvisamente riesumato dall’armadio dei progetti stagnanti quello della legge sull’apologia di fascismo, con eccezionale tempismo rispetto alla vicenda di Chioggia (ma che bravi!) , sempre perseguendo i voti degli ingenui di sinistra sperduti sul mercato.Come premessa dell’ammuina che ci attende nei prossimi mesi, non c’è male.

        • Venceslao di Spilimbergo

          Buonasera Esimio signor D’Errico
          La ringrazio per la interessante risposta che gentilmente ha voluto concedere al mio commento di ieri. Cosa posso aggiungere a quanto Lei ha già mirabilmente esposto? A pensar male si compie peccato, ma… e qui mi taccio.
          Ringraziandola nuovamente, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

    • Se ben ricordo era contrario a tutte le figure di reato similari. Oltretutto, aggiungo, mi pare che non ci sia mai stato un caso di applicazione della norma in concreto, o sbaglio?

  • Venceslao di Spilimbergo

    Buonasera professore
    Quella da Lei proposta è come sempre una analisi molto interessante… anche se, come è già capitato in passato (a causa delle nostre differenti culture politiche), personalmente dissento su due aspetti di essa: sperando che non me ne vorrà Chiarissimo, da un lato sarei più prudente nell’affermare che i cosiddetti “poteri forti” abbiano favorito la scalata e/o la permanenza a Palazzo Chigi del signor Renzi… non fosse altro che oramai in Italia, come sa bene il sempre informatissimo signor Bisignani, di cosiddetti “poteri forti” non ne esistono più (il sito “Dagospia” li sbeffeggia giustamente con il termine “poteri marci”). Piuttosto trovo più corrette le analisi svolte su codesto argomento da parte del signor La Malfa e dal signor De Mita: il signor Renzi, assieme al proprio “clan Fiorentino” (formato da un nocciolo duro di amici sinceri e da un gruppo di alleati aggregatisi in un secondo momento), dopo aver preso il controllo politico della Toscana settentrionale, ha approfittato della disintegrazione avvenuta a livello nazionale della dirigenza del Partito Democratico: alleandosi con diverse delle fazioni in cui il Partito si era diviso, ha scalato la Segreteria prima e (credendo ingenuamente che ci sarebbe stato un miglioramento della situazione economica) il Governo poi. I “vecchi ex potenti” non hanno potuto che prendere atto di quanto avveniva dinnanzi ai loro occhi, talvolta schierandosi con questo “homo novo” altre volte ignorandolo. A qualcuno andò peggio, subendolo contro la propria volontà (vedasi l’allora Presidente Napolitano). Da l’altro lato non posso non invitarla ad avere una visione diversa riguardo la cosiddetta “Seconda Repubblica”: a mio parere essa non andrebbe intesa come la corruzione della “Prima” bensì come la sua decomposizione: come ho già avuto modo di esprimere in questo sito, la cosiddetta “Prima Repubblica” era una creatura che politicamente, culturalmente, socialmente aveva la sua ragion d’essere nella cosiddetta “Guerra Fredda” (di cui era conseguenza a livello locale); terminata quest’ultima, automaticamente, anche questa forma istituzionale non poteva non soccombere… al pari del destino che attende un animale che deve far fronte allo scomparire del proprio habitat naturale. Quanto stiamo vivendo noi Italiani dal 1989/92-93 ad oggi non è altro che una situazione analoga a quella che ognuno di noi vivrebbe se, dopo la dipartita di un proprio caro, anziché seppellirlo decidesse di tenerne il cadavere in salotto: un disastro sanitario oltre che morale. Purtroppo però i nostri concittadini sono ancora troppo vincolati intellettualmente dalle passate esperienze ideologiche per fare l’unica cosa necessaria in questi casi: bonificare la propria dimora e andare avanti in questo nuovo mondo, a prescindere da come possa apparirci.
    La saluto augurandole ogni bene e una buona serata

  • Qui non posso concordare in pieno con l’esimio Venceslao, specie per quanto riguarda il giudizio sulla prima Repubblica. Essa, a mio avviso, non fu tanto il frutto della guerra fredda, quanto degli accordi di Yalta, precedenti di alcuni anni. La “svolta di Salerno” togliattiana, e i successivi cedimenti del PCI nell’ingiustificata speranza ( simile a quella di Stalin nei confronti di Hitler) di mantenere un ruolo di governo o comunque un “gentlemen’s agreement ” con la DC ebbero un effetto soprattutto nei confronti della sinistra, che adottò un comportamento apparentemente di decisa opposizione agli occhi del suo elettorato, ma in realtà assai più “cedevole” di quanto la sua forza politica reale avrebbe consentito. In sostanza, la forma istituzionale della prima repubblica fu assai meno lontana da quella successiva di quanto appare secondo la vulgata dominante.

    • Venceslao di Spilimbergo

      Buonasera Esimio signor D’Errico
      La ringrazio per l’attenzione che ha voluto gentilmente concedere al mio scritto di due giorni fa. Mi duole però renderle noto che, se da un lato prendo atto della sua interessante critica, dal altro non posso però condividerla; per studi fatti in materia non posso che ribadire il mio punto di vista: la nostra cosiddetta “Prima Repubblica” non è stata la conseguenza della fin troppo sopravalutata Conferenza di Yalta (in realtà ampiamente stralciata nelle sue conclusioni dalla successiva Conferenza di Potsdam) bensì è stata la manifestazione politica, nel nostro piccolo Paese, delle conseguenze derivate dallo scontro geopolitico in atto (sia sul piano ideologico, oltre che materiale) tra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica. Dalla volontà di queste due Potenze (in particolare dalla prima di esse) la nostra Repubblica nacque, da partiti politici referenti ad esse direttamente o indirettamente (sia sotto l’aspetto economico oltre che ideologico) è stata giuridicamente fondata e in seguito retta… continuamente condizionata dall’evoluzione della situazione internazionale: a momenti di distensione tra Washington e Mosca seguivano tentativi analoghi a livello Nazionale e ad attimi di maggiore tensione globale corrispondevano irrigidimenti tra le nostre forze politiche. “Figlia” di un determinato contesto storico (e quindi ad essa inevitabilmente legata), l’Italia Repubblicana è durata fino a quando quel determinato ordine non è venuto meno per la implosione di uno dei due contendenti… come del resto il compianto Presidente Cossiga, negli ultimi due anni di mandato al Quirinale, aveva disperatamente tentato di mettere in evidenza, senza però che alcuno lo capisse. Quanto è rimasto sono le macerie di un edificio istituzionale; macerie in continuo sbriciolamento da cui, per quanto oramai obiettivamente invivibili, non riusciamo ad uscirne; vi vaghiamo dentro sperando che i fantasmi dei nostri Padri possano parlarci e dirci cosa fare… senza accettare l’idea che, come già capitato altre volte nel nostro passato, l’unica soluzione è disfarsi dei ruderi e ricostruire, ricominciando da capo (e da Friulano le posso assicurare che per quanto sia difficile questa cosa va fatta!). Riguardo invece al comportamento avuto dal PCI, mi permetta di difendere l’oramai fu “Migliore”: sapendo che l’Italia era destinata ad entrare nel blocco Occidentale, Togliatti fece quanto riteneva possibile, ben sapendo che mai gli USA avrebbero tollerato un governo Comunista in una Paese divenuto Atlantico; la cosiddetta “Svolta di Salerno” fu un atto tanto necessario quanto intelligente in quanto permise di ricompattare il fronte Antifascista che si stava già disintegrando fra le sue varie anime. Se una responsabilità ebbe Togliatti (e in fondo se ne era reso conto Lui stesso) fu il fatto di non aver saputo recedere i legami che univano i destini del Comunismo Italiano a quelli dell’URSS… lo avesse fatto, la Storia della Sinistra Nazionale (e la Storia politica di questo Paese) sarebbe stata diversa. Due esempi su tutti: PSI e “PCI de sovietizzato” avrebbero potuto unirsi, ricompattando così i Progressisti Italiani; questi ultimi uniti, ora legittimati dinnanzi agli occhi della nostra opinione pubblica moderata nonché davanti allo sguardo degli Americani, avrebbero potuto sfidare la DC alle elezioni… e, nel caso avessero preso più voti di essa, avrebbero potuto succederle al governo, ripristinando anche in Italia l’alternanza nell’Esecutivo.
      Ringraziandola nuovamente per le sue cortesi attenzioni e scusandomi per il tempo sottrattole, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

  • Articolo condivisibile.

    Però il problema non è tanto che le opposizioni non hanno niente da offrire, è che soluzioni non ce ne sono. Il Paese è già fallito, l’impero americano si avvita nella crisi generata dala globalizzazione trascinando seco i suoi satelliti, l’euro concentra la crisi sui PIIGS (per non parlare di cambiamento climatico, estinzione delle specie e invasione di negri), e se da una parte il gregge mugugna per il continuo smantellamento del passato benessere, dall’altra un’umanità svirilizzata e degenerata non ha alcuna intenzione di fare alto e lottare per un’improbabile e parziale rinascita.

    Mi sembra che l’idea accettata tacitamente da tutti, élites ed elettorato, sia quella di prolungare il più possibile l’agonia o, se preferite, il dorato o argenteo o bronzeo tramonto, godendosi telefonino e maglioncino firmato senza pensare al futuro.

    Nelle società in decadenza l’insipienza diventa talvolta un’arte della convivenza e l’ignoranza della realtà una tecnica di governo semidemocratico.

  • Mi sorprendi Gaz!
    La specie che va verso l’estinzione è evidentemente l’Homo Italicus, sostituito evidentemente dai negri che in massa ci stanno invadendo.
    A questo proposito, faccio una facile profezia che non so se la natura mi permetterà di verificare, vista l’età.
    Scommettiamo che questi negri brutti, sporchi e cattivi, di cui adesso i nostri cugini europei non vogliono sentire nemmeno la puzza, tra una decina d’anni o poco più saranno considerati una risorsa preziosa e verranno a blandirli per convincerli a spostarsi da loro?
    Così, doppia fregatura: adesso ce li dobbiamo prendere tutti noi, con tutti i problemi che comporta una tale immigrazione fuori controllo e fuori ogni logica; ce li teniamo e li formiamo a nostre spese, poi quando saranno abbastanza integrati da poter davvero costituire una ricchezza per il Paese, arriveranno i cari amici a rubarceli. Che spasso!

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