Perché sono convinto che Renzi è destinato a non durare.

I recenti dati sull’economia del paese sono stati la prima doccia gelata sul governo Renzi dopo i trionfi di primavera. La prima, ma non l’unica, altre ne verranno. All’indomani dell’imprevisto grande successo alle europee, molti dissero che questo implicava la consacrazione definitiva di Renzi come leader e qualcuno si spinse a parlare di inizio di un’”epoca renziana”, dopo quella berlusconiana. Ho sempre pensato che fosse una sciocchezza: Renzi, ne sono convinto, è destinato a durare poco. E vi dico perché.

In primo luogo il peggior nemico di Renzi è proprio Renzi: ha fatto l’errore imperdonabile di creare troppe aspettative su di sé. Ne ha create troppe già all’inizio, poi ad ogni scadenza non proprio riuscita ha regolarmente rilanciato: “vi faccio una riforma al mese”, “rilancio i consumi con gli 80 euro di rimborsi”, “entro la fine dell’anno superiamo le previsioni e cresciamo dell’1%”.

Un po’ come quelle finanziarie che per attirare i primi clienti promettono interessi molto appetitosi, che pagano subito con l’afflusso dei nuovi sottoscrittori e per un po’ la cosa marcia; poi arriva il momento in cui le speculazioni tentate non danno i risultati sperati, c’è un buco di cassa per cui i soldi non bastano a pagare gli interessi ed è il crack.

Ora che è arrivata la prima gelata (altro che +1%, siamo in recessione con -0,2%) la spara ancora più grossa: alla fine dei “mille giorni” l’Italia sarà paese leader in Europa e non il problema della Ue. Ma lui non ha neppure mille giorni davanti a sé, realisticamente ne ha molti meno. Ben presto quel 40,8% sarà il ricordo lontano di un risultato irripetibile. Già nelle amministrative di autunno, probabilmente sentiremo qualche scricchiolio ed in primavera le regionali (un test ormai molto ridimensionato, per l’assenza di Piemonte, Lombardia, Emilia, Lazio, Abruzzo, e regioni a statuto speciale) probabilmente segneranno diversi punti indietro rispetto al risultato del 28 maggio scorso.

Buon per lui, dopo non ci saranno altri turni elettorali di rilievo, in cui contarsi, sino al 2017. Ma l’effetto delusione delle troppe aspettative create e deluse già sarà iniziato da tempo. Come accadde a Berlusconi nel 2003, dopo la clamorosa vittoria del 2001 o a Monti, dopo il trionfale insediamento del novembre 2011: un anno dopo era già polvere.

Ovviamente, non solo l’obbiettivo del “paese leader in Europa” non sarà minimamente raggiunto e sarà servito solo a far sganasciare di risate i partner europei, ma già mese per mese constateremo il peggioramento della situazione. Anzi, non è affatto improbabile che ci si debba preparare ad una nuova tempesta dello spread per ottobre-novembre (torneremo a parlarne).

I primi guai per Renzi verranno in quei mesi in cui, comunque vada, tempesta dello spread o no, lui sarà costretto  dai diktat europei a fare una finanziaria ben diversa da quella di cui sta parlando.

Ma, su un piano diverso da quello economico, una sberla può arrivargli già fra tre settimane, quando si deciderà chi è “mister Pesc”: se non dovesse passare la Mogherini ma un altro italiano, per lui sarebbe una mezza sconfitta, ma potrebbe pur sempre vantare il risultato di un italiano, ma se il posto andasse ad un qualsiasi altro partner europeo, per lui sarebbe una sconfitta piena, tanto più che cadrebbe nel bel mezzo del suo semestre, nel quale, peraltro, vedremo cosa sarà stato capace di combinare.

Poi ci sono le partite del Senato e della legge elettorale nelle quali non è detto che siano tutte rose: in questa occasione il Senato ha operato sotto la botta del successo di fine maggio, per cui ben pochi hanno avuto il coraggio di dissentire, ma alla ripresa ci sarà un unico groviglio che mette insieme le due riforme istituzionali, l’elezione dei giudici costituzionali e quella dei membri laici del Csm per la quale il Parlamento è già inadempiente. E qui il fronte dei centristi (oltre un centinaio di parlamentari fra alfaniani, casiniani e montiani) sta iniziando ad agitarsi e potrebbe anche scapparci una crisi di governo. Vero è che potrebbe venirgli in soccorso il Cavaliere pregiudicato, ma anche lui avrà i suoi problemi fra un partito in dissoluzione e altre grane giudiziarie in arrivo.

Più che altro, il successo di Renzi è stato propiziato da due elementi: l’esasperazione della base Pd per i ripetuti fallimenti della vecchia guardia (D’alema, Veltroni, Fassino, Franceschini, Bersani, Letta…) e l’assenza di sfidanti.

Soprattutto la seconda cosa è stata determinante: il centro montiano era già dissolto dall’estate del 2013, Forza Italia in caduta libera e senza che nessun alleato prendesse quota, Rifondazione e Sel in decadenza, unico competitore il M5s che, però si misurava con  i limiti strutturali del suo bacino elettorale (ne riparleremo), per cui, di fatto, le europee sono state una partita senza squadra avversaria. Per qualche tempo ancora, questo stato di grazia che vede centro e destra in caduta libera e M5s “recintato”, durerà ancora, ma non durerà in eterno. Anzi è realistico pensare che entro qualche tempo inizierà un processo di riaggregazione fra centro e destra: o Berlusconi fa un passo indietro e permette alla destra di riaggregarsi intorno ad altro personaggio (anche se non è facile immaginare chi), oppure porta il suo partito ad una lenta emorragia che favorisce la nascita di un soggetto di centro ben più consistente del passato. Così come, se Renzi si sposta più decisamente a destra, per impedire la nascita di un nuovo polo di centro-destra, rischia una scissione sulla sinistra che potrebbe aggregare anche Sel, quel che resta di Rifondazione e Verdi e, forse socialisti e fuorusciti del M5s. Un’area che potrebbe anche superare il 10%.

Quanto al M5s è probabile che possa attraversare una fase molto travagliata, ma è anche possibile che il declino del governo Renzi possa tornare a gonfiarne i consensi. Insomma, la situazione da partita senza avversari difficilmente durerà a lungo.

Poi ci sono altre ragioni che fanno presagire che l’ “era renziana” sarà di breve durata: il governo è un insieme di comparse incolori e politicamente inesistenti. Tutto si regge sull’esuberante protagonismo del Presidente del Consiglio che, però, proprio con il suo iperattivismo rischia di logorarsi molto rapidamente. Anche perché il personaggio non è di qualità eccelsa. Lasciamo da parte le capacità di ideazione strategica, di mediazione politica, ecc che latitano del tutto e parliamo di quello che gli viene riconosciuta come la sua migliore qualità: è un grande comunicatore, si dice. Non sono affatto convinto che lo sia.

Un grande comunicatore, mi duole dirlo, è stato Berlusconi che è durato venti anni. Ma è durato tanto perché ha saputo giocare su mezzi toni, lasciar sperare senza impegnarsi più di tanto (salvo sparate come il milione di posti di lavoro mai realizzati), alternare muso duro e gigioneria, giocare un alleato contro l’altro, per un bel po’ha dato l’impressione di muoversi a suo agio nei vertici internazionali, ha sempre avuto grande tempismo ecc. Ma Renzi ha un unico registro espressivo: l’arroganza, è troppo scoperto nel suo ruolo di imbonitore televisivo, non è capace di mediare su niente e con nessuno, tratta gli alleati come pezze da piedi, è troppo provinciale e non esiste sul piano internazionale, è frenetico ma non tempista e, soprattutto, non ha a sua disposizione l’enorme apparato propagandistico del Cavaliere, a cominciare dalla reti Tv. Il suo stile mezzo boy scout e mezzo tamarro può funzionare per un po’, ma si esaurisce presto e sicuramente dura molto meno di 20 anni.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (38)

  • Impeccabile Gianulli,l`unica incognita della tua analisi e`che gli italiani piu`glie la racconti grossa,piu`si attaccano a te,speriamo hai ragione,e`penoso,come era penoso Berlusconi,per me che vivo all`estero,avere un Presidente del consiglio del genere.

  • Mi viene da dire: Speriamo che la sua analisi sia giusta, ma poi penso che via Renzi, ne arriverà uno simile e assisteremo a un prolungamento dell’agonia. In questo momento è la cosa peggiore che ci possa capitare e spero che si vada verso un cambio netto. Auspico il M5S al governo e se sono inesperti, pazienza, impareranno, tanto peggio di così non può andare. Tra onesti inesperti e incapaci disonesti, preferisco i primi anche perché è una strada nuova, mai tentata e non è detto che non porti bene. Buona domenica! La leggo sempre molto volentieri.

  • “Renzi […] è troppo scoperto nel suo ruolo di imbonitore televisivo, non è capace di mediare su niente e con nessuno, […] è troppo provinciale e non esiste sul piano internazionale, è frenetico ma non tempista e, soprattutto, non ha a sua disposizione l’enorme apparato propagandistico del Cavaliere, a cominciare dalla reti Tv. Il suo stile mezzo boy scout e mezzo tamarro può funzionare per un po’, ma si esaurisce presto e sicuramente dura molto meno di 20 anni”.

    Concordo. Renzi, molto semplicemente, non è adeguato al ruolo che ricopre. Ed è stato scelto proprio per questo motivo. Il problema è tutto qui.
    Renzi non si rende conto che insistendo con i suoi insulsi slogan, tipo “cambiare verso all’Europa”, non farà altro che oscillare tra uno smacco e un insuccesso, in un clima generale di irrisione – questa sì, “europea”.
    L’Ue non è riformabile, né governabile. Tanto è vero che alla CE è stato messo Juncker, che è sempre quello che quando lasciò la carica di presidente dell’Eurogruppo tenne un “discorso di commiato” che non colse del tutto di sorpresa chi guardava a Bruxelles con scetticismo e che in sostanza definiva l’Ue come una congerie di aspettative deluse e di fallimenti conclamati. Il che la dice lunga sulla reale credibilità dell’Ue, dal momento che Juncker è stato presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2012.
    E ora, dopo aver guidato un sostanziale fallimento, questo alfiere dei sacrifici (altrui) inutili torna ad imporci le stesse rovinose ricette, spalleggiato da Martin Schultz, presidente dell’Europarlamento, e da Manfred Weber, capogruppo del Ppe (il partito di maggioranza relativa), che Merkel è riuscita ad imporre a tutti gli altri. Altro che Europa delle scelte collegiali, delle pari opportunità e di tutte le altre frasi fatte cui Renzi troppo spesso ricorre.

    Lo scorso 28 giugno, a margine del summit europeo di Bruxelles Federico Fubini scriveva:

    «la proposta del governo di rinviare il pareggio di bilancio per ora è stata respinta. Addirittura i leader, incluso […] Renzi, hanno dato il loro “endorsement” […] a un documento ufficiale che raccomanda all’Italia di fare l’opposto di ciò che aveva chiesto: il pareggio già l’anno prossimo, non nel 2016.
    […]
    Quella raccomandazione […] è più intransigente persino di quanto suggerito dalla Commissione europea. Quest’ultima aveva chiesto all’Italia il due giugno: “Nel 2015 (bisogna, ndr) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito”. Quel testo ora è stato inasprito e ieri i capi di Stato e di governo hanno dato il loro “endorsement” al più alto livello politico-legale in Europa».

    Dunque il convinto europeista Fubini ci dice che lo sfrenato protagonismo di Renzi lo rende inadatto a impersonare il “sogno europeo”. Infatti, se prometti che cambi verso all’Europa e quest’ultima di risponde picche, ne consegue che la percezione del “sogno europeo” dell’elettore medio piddino si offusca e quindi Renzi dovrà essere sostituito da qualcuno o qualcosa assai più efficace di lui a condurre al macello gli inconsapevoli euroti. E chi, meglio della “troika” può svolgere tale funzione?

    Ed ecco che Scalfari spiega la reale funzione di Renzi, ossia quella di bruciarlo sull’altare dell’Ue, rappresentando egli la più palmare dimostrazione che non siamo in grado di governarci da soli e creando quindi le premesse per il commissariamento da parte degli enti finanziari internazionali.

    Alla fine dell’estate, a causa degli stupidi ed inapplicabili trattati europei arriverà, puntuale ed inevitabile, l’ennesima pesante manovra che ci renderà tutti ancor più poveri. E unanimemente consapevoli che Renzi non è stato in grado di cambiare una virgola in Europa.
    Non sarà un bel momento per lui.

    Qualche giorno fa la presidente della regione Friuli-Venezia Giulia Serracchiani è stata oggetto di una energica contestazione da parte dei cittadini di Gorizia, per la paventata chiusura del locale centro nascite. In tale circostanza, la popolazione sembra essersi resa conto che le mirifiche opportunità dell’Ue sono solo propaganda, e che in realtà l’Europa chiede, anzi impone – in virtù del vincolo esterno imperniato sull’€ -, ulteriori tagli alla spesa pubblica con conseguente riduzione dei servizi pubblici.
    E siccome alla fine dell’estate è probabile che il Pil, anziché crescere, continuerà a scendere, ma l’Europa di Juncker continuerà sulla stessa strada dei suoi predecessori chiedendoci nuovi sacrifici, è presumibile che contestazioni come quelle subite da Serracchiani si moltiplicheranno, e a Renzi non basterà la sua infantile esuberanza per evitare di esserne travolto.
    Il problema è che saremo travolti anche noi.

  • Bell’articolo, analisi molto dettagliata, esposta, come sempre, in modo impeccabile. Mi permetto di dissentire solo su un punto. Il paese non può resistere ancora e se questa classe politica non si fá da parte, finirá in malo modo.
    Dott. Giannulli lei è un realista. Si migliori provando ad avere più contatto con la gente, che ogni giorno lotta per mettere insieme il pranzo con la cena, più che scrivere e leggere. Siamo deliziati dai suoi articoli, almeno io, ma qui fuori le cose stanno molto peggio di come lei le percepisce e il tempo stringe sempre più.

    • override: guardi che io con la gente che lotta per mettere insieme il pranzo con la cena ci parlo quotidianamente (ed anche personalemente non creda che me la passi trtoppo bene) ed ho le idee molto chiare sulle condisioni di questo paese. Ho una percezione molto negativa e non so cosa le faccia pensare che non la abbia.

  • Caro Professore,
    dopo avere letto il suo ottimo articolo ho pensato: Fosse vero!
    Subito dopo mi sono domandato non è che Renzi sia stato messo a fare il Presidente del Consiglio per essere bruciato – dopo opportuna cottura. Sarebbe così più facile aprire la via ai “gauleiter” d’oltre alpe tanto cari a Scalfari & C ? C’è da raggelare.
    Auguri di buon Ferragosto

  • Buffagni si chiede se l’Italia durera’ altri 20 anni.

    Nell’articolo introduttivo di Limes n.7/2014, a pag. 25, si puo’ leggere:

    “La nostra repubblica viene percepita dai competitori come “failing, if not failed” nella diagnosi di un analista alleato.”

    Tendo a pensare che l’Italia affidata agli Italiani ha prodotto i risultati che vediamo e che, nonostante l’impopolarita’ dell’affermazione, la cessione di sovranita’ gia’ operata ha scongiurato guai peggiori.

    Vediamo cosa succedera’ nei prossimi mesi. Quando a Scalfari, lo aveva gia’ scritto domenica scorsa (03.08.2014) che sarebbe stato opportuno l’intervento della Troika.

    Posso sbagliarmi, ma penso che sia le modifiche degli scenari economici e politici internazionali sia la qualita’ del personale politico (e del ceto dirigente in generale) italiani rendono una “dittatura” europea la scelta meno peggiore.

    Francamente non riesco a immaginarmi un ceto dirigente italiano proteso verso le sorti progressive coartato dai grigi burocrati europei: nella vostra mente, e senza bestemmiare ad alta voce, fate l’elenco dei cavalli di razza politici ed imprenditoriali degli ultimi 20 anni.

    Se ne trovate qualcuno che abbia avuto una qualche dignita’ colpito dall’esterno (dall’estero) scrivetelo sul blog. Se c’e’ stato, sono stati gli italiani stessi a stenderlo.

  • Daccordo con Giannuli e con i commenti. Però facendo un analisi a naso (e non logica) il premier ha le doti per succedere al trio mussolini, andreotti, berlusconi che ha guidato l’italia nel’ultimo secolo. Se così sarà, se la giocherà con benito per il primo e secondo posto (di peggiore).

  • Buonasera Prof. Giannuli,

    contrariamente a Lei non formulo previsioni; diciamo che la sorte di Renzi – come quella di qualsiasi altro capo politico, forse – dipenderà molto dall’andamento dell’economia, che in gran parte non dipende da lui. Ad occhio e croce non mi sembra che il futuro economico si prospetti roseo. Vedremo.
    Saluti,
    Marco

  • Ed invece dobbiamo augurarci che il PD e il “bomba” resti il più a lungo possibile al governo, a fare danni, così dovrà fare le riforme della troika che colpiranno alla radice il suo ceto sociale: solo così può cadere la cortina fumogena del marketing comunicativo: dobbiamo diventare tutti figli di troika.

    Perchè la tempesta finanziaria perfetta sta avvicinandosi. Non ne sentite i tuoni? no no,quello è il “bomba”, ma se fate de-noising (=togliere il rumore di fondo) li sentirete i tuoni.

  • il vantaggio e l’handicap dell’ebetino è che si trovo con un partito formato da vecchi arnesi interessati alla poltrona più che alle idee, che si chiamino chiti, zanda o mineo poco importa. emblematico è l’entusiasmo della “poveraccia” finocchiaro messa alla gogna dall’ebetino non più di un annio fa ed oggi sua fiera sostenitrice. la mancanza di competitori interni, o meglio, la presenza di affaristi dietro le qinte, gli garantisce il galleggiamento necessario per tutto il tempo che vuole. se a ciò si unisce la messa a disposizione dei mezzi di comunicazione da parte della famiglia berlusacone (padre e figli), in cambio nonm si sa di cosa, agli italiani, soprattutto di sinistra, si può dire di tutto tranne che la verità. se ad oggi, pur non avendo concluso un bel nulla si sente dire in giro “almeno questo le cose le fà”, vuol dire che si sta cogliendo nel segno. tutto ciò, condito dalla sa ricerca di un nemico da combattere, ieri è toccato a draghi, ne fanno, agli occhi degli italiani, un eroe senza macchia e senza paura.
    prepariamoci al peggio.

    • pietro: d’accordo su renzi, sui vecchi arnesi come Zanda e sulla “poveraccia” finocchiaro, ma su Mineo e Chiti mi sembra un po’ ingeneroso. In fondo la loro battaglia contro corrente ed a viso aparto mi pare che denoti scarso attaccamento alla poltrona oppure spiegatemi che cosa gliene è venuto

  • @Caruto
    Lei si chiede, sfidando forse l’impopolarità, ma non certo il messaggio mediatico dominante, se la cessione di sovranità da parte dell’Italia non abbia impedito guai maggiori.
    Naturalmente, anche questa è un’opinione lecita, ma si scontra con alcune evidenze a cui lei dovrebbe trovare una risposta.
    Prima obiezione: la crisi non è stata importata dall’estero? Non dico naturalmente che l’economia italiana nel 2008 andasse alla grande, ma insomma non è fallita banca Intesa, ma la Lehman, e le altre grandi banche USA sono state semplicemente salvate da governo e FED coi soldi dei contribuenti USA.
    Seconda obiezione: la crisi non è stata un episodio, tant’è che i fattori che l’hanno creata sono tutti lì ancora presenti, solo ibernati mediante continue immissioni di liquidità da parte della FED ed altre grandi banche centrali occidentali (compresa la presunta virtuosissima BCE che ha dato mille miliardi di euro nel giro di pochi mesi al sistema bancario UE).
    Terza obiezione: la situazione economica mondiale è pessima. E’ vero in Italia è peggiore, ma perchè? proprio in omaggio ad idiote regole comunitarie che impongono all’Italia di lottare contro la crisi con le braccia e le gambe legate.
    Insomma, ciò che vedo in modo emblematico in lei, ma purtroppo è una opinione abbastanza generalizzata, è una enorme sottovalutazione
    della dimensione della crisi mondiale. Sarà che a nessuno fa piacere sapere che l’attende una catastrofe, ma la verità è che in tutto il mondo non si riesce a trovare una soluzione senza violare un certo ordine mondiale che si considera immutabile.
    Baloccarsi con i tradizionali vizi degli Italiani sarà anche un gradevole passatempo, come è sicuramente consolante sapere che se fossimo più virtuosi, staremmo a posto, ma la verità è che stiamo in guai molto più seri che riguardano l’intero globo.

  • Non mancano mai coloro che affermano che non meritiamo di governarci da soli perché “siamo corrotti”, “dovremmo essere come i tedeschi!”, e via banalizzando.
    Ora, a parte il fatto che io non intendo farmi governare da uno straniero, men che meno da un tedesco dopo aver constatato che questa unione europea fasulla a guida tedesca ci sta mandando per stracci, rimando a questo indirizzo:

    http://kappadipicche.com/2014/06/23/ich-bin-kein-berliner-e-non-mi-sento-italiano-ma-per-fortuna-lo-sono/

    dove troviamo un’interessante serie di articoli che trattano della corruzione e delle malversazioni che affliggono la “virtuosa” Germania e le altre “virtuose” nazioni europee.

    Qui di seguito elenco i titoli che rimandano ai relativi articoli:

    In Germania maxi inchiesta per frode fiscale.

    Bloomberg, Giappone: si allargano le accuse per Deutsche Bank

    Aziende tedesche tanto corrotte quasi quanto le aziende nigeriane.

    Corruzione in Germania, un macigno sull’economia da 250 miliardi di euro

    Germania, emergenza malasanità: quarantamila morti per infezioni in ospedale

    La Germania vieta la zoofilia: “Per gli animali è innaturale” Davvero molto romantica questa sana pulsione di accoppiarsi con gli animali nelle campagne teutoniche.

    Gerhard Gribkowsky, ex banchiere della Bayerische Landesbank ammette di aver accettato pagamenti illegali per 44 milioni di dollari dal patron della Formula 1, Bernie Ecclestone.

    GRASS: “SIAMO INDEBITATI E CORROTTI NON POSSIAMO DARE LEZIONI”

    La Germania non fa abbastanza contro la corruzione dei politici.

    Corruzione in Germania: scandali all’italiana

    Bayern Monaco, presidente Uli Hoeness condannato a 3 anni per evasione

    La Germania si scopre paese d’evasori fiscali

    Germania, l’asse Berlino-Atene delle tangenti: due inchieste per corruzione

    Germania record del sommerso e anche su Repubblica

    Merkel blocca Ue su divieti Co2 per soldi ricevuti da Bmw

    E’ la Germania il paradiso fiscale delle Mafie

    Golf auto più amata: è bufera sull’Automobil club tedesco

    Deutsche Bank, rosso da un miliardo

    La furbetta Merkel stanata sugli aiutini alla Mercedes

    Quando Atene comprava carri armati inutili con le tangenti tedesche

    Spunta uno scheletro nell’armadio di Schulz il moralista

    Caso Edathy: indagati 800 tedeschi

    Germania aste per coprire titoli invenduti

    E nel resto del mondo?

    […]

    Se Atene piange Sparta non ride.

    Buonuscite d’oro in Svizzera.

    Lagarde rischia l’incriminazione per lo scandalo Tapie

    Frodi e abusi: il “governo” dell’ Ue costretto a discolparsi di fronte all’ Europarlamento. Rango, stipendio e benefit.

    Tangentopoli Spagnola.

    Costretti a pagare tangenti: potranno detrarle dalle tasse

    Ue senza vergogna: più soldi ai partiti

    Truffa sull’11 Settembre: manette a pompieri e poliziotti

    Sulle tangenti siamo dei dilettanti

    Senato Usa: Credit Suisse aiuta gli evasori

    Bambini, crociata in Belgio

    Dai mondiali alle banche: se lo scandalo è globale

    Ecco, qui c’è abbastanza materiale per smantellare il luogo comune che vuole l’Italia campione di corruzione.

    Per concludere, da anni ci sentiamo ripetere che “ci vuole più Europa” e che occorre “attuare le riforme”, ma senza mai dire apertamente che le riforme che hanno in mente, ad esempio per ciò che riguarda il lavoro, sono le riforme Hartz IV implementate da Schroeder in Germania e in conseguenza delle quali circa 9 milioni di persone percepiscono un salario di € 4/500 per lavori occasionali, saltuari e di terz’ordine.
    In pratica in Germania hanno legalizzato il lavoro in nero. Un bel passo avanti, non c’è che dire, verso la condizione di ilota del XXI secolo.

  • Valore, competenze, intelligenza, punti forti e punti deboli di Renzi hanno in fondo poca importanza. L’oligarchia imprenditoriale, finanziaria e massmediatica italiana, ha fatto di tutto per fare arrivare Renzi. Sono loro, a ben guardare, che hanno pugnalato alle spalle Enrico Letta. Sono loro che hanno applicato con grande coerenza il vecchio principio della conventio ad escludendum. Sono loro che da un po’ di tempo mandano segnali denunciando un certo nervosismo. Sono loro che decideranno se è quando l’unico politico capace di stare a galla in questo mare tempestoso dovrà fare le valigie. Loro lo hanno messo loro lo toglieranno. Professore, si metta nei loro panni, si sieda euristicamente al tavolo del loro consiglio di amministrazione, e discuta con loro sul tema “se togliamo Renzi poi chi ci mettiamo”. È da questa discussione strategica che esce fuori che sì la tempesta ci sarà ma Renzi resterà in sella.

  • aldo giannuli: non sembra che qualcuno di loro abbia abbandonato la carica, o cambiato gruppo (esiste il gruppo misto). io penso che, per coerenza, se in un abito si è a disagio, bisogna cambiarlo. ma questo è solo il mio modo di pensare. se credo in qualcosa combatto anche da solo.

  • Ho sempre dubitato del 40% di Renzi, penso che abbiano truccato le carte per metterlo sulla seggiola. Quindi cadrà solo se non sarà in grado di rispettare la scaletta (cose tipo manlevare l’articolo V della costituzione ecc). In quel caso due soluzioni, la troika o un decisionista (chiamiamolo così). Spero la prima perché così(forse)gli italiani si ribellerebbero, ma sceglieranno la seconda perché è notorio quanto piaccia agli italiani la figura del cavaliere bianco.

  • Buongiorno,
    Leggo con interesse i suoi articoli e mettendo da parte le scelte politiche personali, cerco di capire con lei come potrebbe l’Italia autogovernarsi con efficacia. Abbiamo un Pil stagnante e aziende che vengono “portate” all’estero. Chi rimane e’ perché non riesce o non può far altro o perché tiene troppo ai valori e alle eccellenze dell’italianità e punta su questi per sopravvivere. Dove l’apparato statale centrale e locale e’ enormemente sproporzionato rispetto al monte di ricchezza generato (in un’azienda, e purtroppo accade, sarebbe dimezzato, per salvarla) e per di più gravemente inefficiente, complesso e clientelare e quindi ulteriormente costoso per l’utente. I giovani non hanno spazio e il potere e’ nelle mani di lobby di “vecchi seduti sugli scranni” che fanno andare avanti chi vogliono loro. Mi direte, questo accade dappertutto…forse, ma in Italia con una sfacciataggine che fa a dir poco venire il nervoso a chi si da’ da fare onestamente.
    Bene, se consideriamo che l’abbandono scolare elevato mina alle radici il futuro del nostro paese, direi che c’è n’è da fare.
    Renzi non sarà il migliore, ma chi abbiamo avuto e chi abbiamo per scardinare questo sistema malato? Aspettiamo? Chi, il Messia? Dovremmo imparare a prenderci quello che vogliamo facendo sentire la voce grossa e non cavalcando il “m’arrangio” o il “tanto è così”. Bisogna cominciare a tenere all’Italia e chiedere che chi usa i soldi per scopi personali paghi in modo esemplare e non esca dalle gattabuie per tanto tanto tempo. Di ricchezza ne generiamo e la mangiamo(qualcuno se la mangia-più di 1200 enti statali non operativi con cariche!!!!!!)/ sprechiamo molto spesso.
    All’americano che ha frodato col vino per forse 20/30 milioni di euro hanno dato 10 anni.
    Bene, cominciamo a fare sul serio. Dall’est vengono in Italia a commettere reati perché qui non puniamo. Dobbiamo cominciare a far vedere che siamo grandi…se non lo dimostriamo, come abbiamo fatto finora, e’ giusto che ci governi qualcuno più capace.
    Quindi se non lo vogliamo, scriviamo a chi governa cosa vogliamo, chiediamo a M5S di lavorare con Renzi per cominciare a mettere paletti comuni solidi di una sana democrazia.

  • @Cucinotta

    “crisi mondiale”

    Vorrei capire come si fa a non importare una crisi mondiale come quella finanziaria del 2008 con l’attuale sistema finanziario mondiale. Ovviamente ci si puo’ ritirare nel deserto per una quarantina d’anni vivendo di alberi del pane, senza internet e frigorifero e prendendo l’acqua nelle sorgenti delle oasi e vedere l’effetto che fa.

    @kthrcds

    Il livello della corruzione italiana e’ molto elevato ma il vero problema italiano e’ la sua tenuta istituzionale. Facendo la tara al problema della corruzione (cioe’ eliminandolo per convenzione dall’analisi) rimane una nazione incapace di essere nazione.

    Un anziano ex carabiniere in pensione mi diceva che l’Arma di oggi e’ piu’ o meno come la Guardia di Finanza. Evito di scendere nei particolari per evitare ad Aldo Giannuli querele per diffamazione, ma il senso e’ che si sono squagliate tutte le dimensioni istituzionali nazionali. Ne avevo accennato nella mia risposta a Buffagni che, a quello che leggo, sembra essere condivisa dal nostro Caro Ospite.

    Piuttosto che battibeccare su presunte difese nazionaliste, bisognerebbe prendere atto del fallimento di una Nazione e del suo ceto dirigente in senso lato: inclusi imprenditori e intellettuali. Ci metto anche gli italiani ordinari che pensano sempre che la colpa sia di qualcun altro appostato all’angolo del confine, proprio dietro il Posto di Dogana.

    Accade che in questo fallimento siamo dentro l’UE: sarebbe stato meglio se fossimo stati fuori? Avremmo dovuto essere fuori da: Nato, Europa, tutte le organizzazioni economiche internazionali, da tutti i trattati ecc. ecc. degli ultimi 70 anni: appunto nel deserto.

    Eppero’ Renzi e i suoi fratelli ci stanno provando (i cambiamenti istituzionali in corso) a garantirsi nelle decisioni future che saranno prese sopra la loro testa e sulla nostra pelle.

    Con una sinistra radicale inesistente, 5stelle ad inseguire le farfalle, un PD innestato del virus Renzi e devitalizzato dall’interno, per questi signori ormai e’ un’autostrada a quattro corsie senza limiti di velocita’.

    @luigi

    Anche a me e’ venuto il dubbio che la velocita’ del cambio di direzione del 90enne Napolitano (da Letta a Renzi in 5 secondi) possa avere avuto il fine di evitare il logoramento della situazione dall’esterno a causa del petulante GGiovane Renzi e buttarlo in acqua in mezzo a Caimani, Pescecani, Barracuda, con la sicurezza che tanto poi sarebbe intervenuto Draghi e C.

  • innanzitutto cito il bracconi di repubblica:
    “Di lei si è detto tanto, e molto poco ha a che fare con la politica. Bella come fosse un difetto, ventriloqua di Renzi, scolaretta alle prime armi: bersaglio troppo ghiotto perché i media se la lasciassero sfuggire. Lei invece ha tenuto botta, triangolando con i relatori, resistendo ai sarcasmi a Cinque Stelle e sfoggiando perfino – la sorridente Maria Elena Boschi – una certa incazzosità alla bisogna. Fatto sta che la riforma costituzionale più strutturale della storia della Repubblica porta il nome della ministra bella e bambina. Da oggi sempre bella, ma bambina molto meno”

    direi che un giornale su cui si leggono cose del genere possa essere considerato un house organ del partito di renzi. scalfari è una delle poche note discordi, sebbene la sua ricetta per uscire dal pericoloso populismo renziano sarebbe una riproposizione del populismo in chiave montiana, quello che siamo tutti bambini cattivi e dobbiamo essere rieducati dal buon padre che ci spiega cosa è la normalità. l’unica cosa che ha prodotto un populismo ridicolo a questo modo è stato grillo al 25% (un regalo che grillo ha usato malissimo recintandosi in un buco dal quale non so se e quando uscirà).
    quindi quanto durerà renzi? dipende tutto dagli avversari, che al momento non esistono. perchè esistano è ormai necessario un avvicendamento della classe dirigente. compito difficile per tutti, ma forse molto di più per grillo, il cui partito è strutturato in modo troppo chiuso e sedimentato per resistere al cambiamento del contesto politico. ma neanche per gli altri è facile, quindi tutto sommato renzi non durerà così poco. forse l’unico punto di partenza sensato potrebbe essere un eventuale referendum costituzionale, che comporterebbe una forte aggregazione su un tema antirenziano e che potrebbe dare visibilità a nuove (o seminuove) piattaforme politiche.

  • pensionati e lavoratori autonomi che non hanno avuto gli 80 euro, voteranno ancora Renzi? Quanto al prossimo voto è ancora più chiaro che è un meccanismo di consenso che serve solo ai politici, non a noi.

  • Renzi è arrivato a quella carica grazie ad un comitato di affari moribondo e incolore che si chiama PD. Un PD che passerà alla storia come il “partito” più scalabile in assoluto, quello in cui si elegge il proprio segretario facendo votare chiunque, anche gli avversari (altro che democrazia questa è autentica imbecillità).
    Il PD autoprivatosi della propria ideologia non può fare altro che impostare tutto sul personalismo ma non avendo molto che possa attrarre l’elettorato hanno accettato di farsi colonizzare, via primarie, da uno di centro-destra come Renzi.
    Inoltre non dimentichiamo mai che la democrazia è inclusiva e quindi è inevitabile che alle elezioni votano anche i poco dotati, pure quelli che hanno creduto in Wanna Marchi.

  • Sul piano teorico l’analisi del professore è ineccepibile. Ci sono tutte le condizioni perché il consenso di cui gode Renzi si ridimensioni velocemente, come in tempi recenti è accaduto a Monti. In pratica, però, temo che Renzi durerà a lungo.
    La destra può ambire ad un risultato superiore a quello raccolto alle ultime politiche? Solo trovando un leader giovane diverso da Berlusconi e che non appaia il suo ventriloquo. Il M5s può risalire la china? Solo dandosi una classe dirigente che non sia alle dipendenze di grillo e Casaleggio. La sinistra può raggiungere il dieci per cento? Solo mettendo da parte le antiche discordie e i vecchi capi, a cominciare da Vendola. Sono tutte condizioni che al momento appaiono improbabili se non impossibili .
    Vi sono poi delle considerazioni più generali. L’Italia è un paese vecchio e quindi propenso alla conservazione. I provvedimenti più pesanti sul piano economico sono già stati presi da Monti ed è probabile che i prossimi siano anni di stagnazione, una condizione che induce alla rassegnazione e allo scoraggiamento più che alla ribellione. Il mondo intellettuale appare inerte e silente come non mai. Le turbolenze internazionali, che potrebbero forse creare qualche problema, è più probabile finiscano con il rafforzare il presidente del consiglio. Temo che l’opposizione democratica a Renzi dovrà porsi come orizzonte almeno setto o otto anni. Per avere possibilità di successo sul lungo periodo penso sia necessario, in positivo, darsi un programma credibile e cercare un rapporto con le forze europee che si oppongono alla austerity. In negativo, dovranno essere evitati come la peste la demagogia, il giustizialismo, la demonizzazione dell’avversario (soprattutto su questioni sessuali), l’anti politica, il turpiloquio. Atteggiamenti, questi, che possono in un primo momento affascinare (parlo per esperienza personale) ma che poi si rivelano immancabilmente negativi e controproducenti

  • @Caruto
    Prendo atto che lei non ritiene di rispondere nel merito delle mie obiezioni, ma si limita a fare la caricatura di una piccola parte di quello che ho scritto.
    Anche qui però, lei dovrebbe convenire con me che la crisi è diventata mondiale, ma è nata tutta USA con qualche contagio nell’UK.
    E’ nata quindi nella capitale dell’impero, e non è un caso che da allora l’impero USA non regge più, è diventato palese che si tratta di un impero che va a morire anche se sui tempi e sui modi di questo declino non è facile fare previsioni.
    In ogni caso, è come se il conducente di un autobus cominciasse ad un tratto a compiere manovre discutibili o francamente sbagliate, non credo che sarebbe saggio rimanersene seduti e zitti a guardare senza tentare almeno di sottrarre la guida al conducente, anche se quel passeggero avesse, mettiamo, sfilato dalla tasca di un altro passeggero il portafoglio: per quanto possa essere un episodio riprovevole, non c’entra nulla col pericolo di perdere la vita per l’improvvisa inadeguatezza dell’autista.
    Uscendo di metafora, seppure non è facile indicare la via giusta per un nuovo ordine mondiale, dovrebbe essere ovvio anche per lei che una risposta che riproponesse lo stile USA corrisponde semplicemente ad un suicidio.
    Nessuno qui propone l’isolazionismo più totale, seppure io sia convinto che un certo grado selettivo di isolamento sia indispensabile (ma appunto va graduato e determinato in maniera molto selettiva). Tuttavia, non è di questo che parlavo nel precedente intervento, ma della palese inadeguatezza di chi governa oggi il mondo a far fronte ai problemi enormi che abbiamo di fronte. Per questo, trovo stravagante proprio in questa fase storica pensare che sia necessario assecondare un processo di cessione di sovranità nazionale già ampiamente in atto e che finora ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio di indurre il massimo di danno per la nostra nazione.

  • @Cucinotta

    Volevo solo dire che la nostra classe dirigente puo’ essere definito da una frase storica: “Franza o Spagna basta che se magna”.

    Per il resto sono d’accordo con lei.

    Ma, chi dovrebbe decidere il “nuovo ordine mondiale”: la nostra (Italiana) classe dirigente? questo blog? L’UE?

    E se volessimo riprendere un po’ di sovranita’ nazionale, poi a chi la affidiamo: la nostra (Italiana) classe dirigente? questo blog? L’UE?

  • Davvero un bell’articolo. La prosa di Marco T. –
    ricca ma precisa e lineare – ricorda quella di un noto professore di Scienza politica…

  • @ Caruto (11 agosto 2014 alle 10:50)

    “il vero problema italiano e’ la sua tenuta istituzionale”

    Diciamo che, a confronto di come stanno andando le cose in mezzo mondo, la nostra tenuta istituzionale appare solidissima.
    Il vero problema dell’Italia, a mio avviso, è che la politica estera la decide la Nato (noi siamo gli ascari) e quella interna è pesantemente influenzata dal Vaticano.
    Ciò che occorre, di conseguenza, è un ceto politico in grado di sottrarsi a tali indebite ingerenze.
    Nel 1978, però, è accaduto qualcosa che ha tracciato un netto discrimine tra ciò che è concesso fare ai politici italiani e ciò che invece è assolutamente proibito.
    Non appena troviamo un ceto politico che sappia comunicare alla popolazione il quadro generale della situazione e che sia disposto ad agire per modificarlo, potremo dare inizio ad un reale cambiamento.
    Fino ad allora continueremo ad essere soggetti ad intromissioni esterne e ad avere un ceto politico subordinato a voleri altrui. E finire definitivamente ostaggi dell’Ue e dal suo braccio operativo, la Bce, non migliorerà di certo la situazione.
    Per concludere, a fine 2012 un rapporto sul mercato del lavoro curato dal giuslavorista Carlo Dell’Aringa per il Cnel rilevava che «la massima espansione della produttività è avvenuta negli anni Settanta, all’epoca della lira sovrana e delle grandi battaglie sindacali per migliorare le condizioni dei lavoratori. Il declino italiano, avviatosi con il neoliberismo guidato a livello mondiale da Ronald Reagan e Margaret Thatcher negli anni Ottanta – meno Stato, più mercato – assume proporzioni catastrofiche soltanto dopo il Duemila, con il fatidico avvento dell’euro che mette in crisi l’intero sistema-Italia».

    L’€ altro non né che un marco svalutato e una lira sovrapprezzata. Finché resteremo vincolati all’€ non potremo risalire la china.
    E la strategia fallimentare intrapresa da Monti e successivamente da Letta e Renzi è lì a dimostrarlo.

  • @kthrcds
    Trovo il tuo ragionamento contraddittorio.

    Prima scrivi “la nostra tenuta istituzionale appare solidissima”.

    Dopo ci vai giu’ pesante: Nato, caso Moro, ceto dirigente italiano per quello che e’, disastro del neoliberismo che ha sfasciato di tutto e di piu’, Vaticano, equilibrio politico-monetario conseguente all’entrata nell’Euro.

    Poi concludi “Non appena troviamo un ceto politico … potremo dare inizio ad un reale cambiamento.”

    Cos’e’ uno scherzo? E dove lo vai a pescare? Te lo costruisci in giardino?

    Un ceto politico nasce dagli equilibri della stratificazione sociale di un contesto (locale, regionale, nazionale): ti pare che ci siano le condizioni perche’ ne possa emergere uno in grado di fare quello che vorresti fare tu avendone la competenza ed il consenso elettorale?

  • Facevo riferimento a quella parte di mondo dove le istituzioni sono sotto la minaccia di gruppi armati, in particolare in quei paesi dove l’occidente ha “esportato” la democrazia: Afganistan, Iraq, Libia, o di pura facciata come nell’Africa del petrolio e delle materie prime.
    Rispetto a tali realtà in Italia le istituzioni appaiono solide. Se poi la gente vota personaggi come Berlusconi e Scilipoti a rappresentarle io non posso farci nulla.

    Poi non è che ci vado “giù pesante”; è che la realtà è quella.

    “ti pare che ci siano le condizioni perche’ ne possa emergere uno”

    No, infatti. E finché la gente vota un Pancho Villa da operetta come Grillo o un leader immaturo ed incolto come Renzi non andremo da nessuna parte.

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