Politica ed economia: arriva la Troika? Cosa bolle in pentola.
Come si sa, questo è un paese in cui le cose serie si decidono a ferragosto. Poi, al rientro, gli italiani trovano il piatto cotto in tavola. Ed anche oggi le cose stanno andando così. A rendercelo noto sono state soprattutto le articolesse domenicali di Eugenio Scalfari su Repubblica, ma, dopo, non è stato difficile scorgere qui e lì i segni del clima mutato. Da giugno, si sono infittiti i segni di una crescente insofferenza dei poteri forti e semi-forti verso Renzi: le bordare del gruppo Espresso-Repubblica, la sparata di Della Valle, i mugugni confindustriali, le denunce di Confcommercio, i rilievi di Cottarelli, la freddezza del “Corriere” e del “Sole 24 ore”…
E’ stato come se il travolgente successo alle europee, non solo non consacrasse la leadership di Renzi, ma quasi la indebolisse: arginato il M5s, Renzi non serve più.
E il preannuncio del licenziamento è arrivato con la bacchettata di Draghi che ha detto papale papale “caro Renzi, non mi incanti con la riforma del Senato, sono altre le riforme che devi fare” e, il sottinteso, neanche tanto dissimulato, era “altrimenti togliti di mezzo”.
Renzi prima si è messo sull’attenti (“D’accordo al 100%”) poi, visto che la cosa non commuoveva nessuno, sta abbozzando un goffo tentativo di resistenza (“Non decide la Bce!”). Povero illuso, non si rende conto di avere pochissime frecce al suo arco e di avere troppi avversari: gli americani lo detestano per le sue aperture a Putin, la Merkel non lo digerisce, la Buba gli darebbe fuoco, la finanza che sogna di avventarsi sul peculio berlusconiano non gli perdona il tentativo di salvare il Cavaliere, adesso ci si mette anche Draghi…
Di fronte all’arroganza di Draghi, ad uno verrebbe voglia di fare il tifo per Renzi, poi lo guarda in faccia e cambia idea. Renzi pensava di affascinare l’Europa con la sua riforma del Senato: non se l’è bevuta nessuno. All’ “Europa” del Senato non gliene può fregare di meno, invece interessa la precarizzazione totale del lavoro in Italia, arraffare quel po’ che ancora ha un valore (Eni, Cdp, Telecom, forse qualche pezzetto di Finmeccanica) e che gli italiani si spremano sino all’ultima goccia di sangue, diano fondo ai risparmi e si vendano casa per pagare gli interessi sul debito pubblico e, se possibile, ne restituiscano una parte attraverso il fiscal compact. Il resto sono solo chiacchiere.
Il punto centrale è la situazione insostenibile del debito italiano, che si è mantenuto in bilico per questi due anni di bonaccia dei mercati finanziari, ma ora la tregua sta finendo ed i conti li ha fatti Zingales sul “Sole 14 ore” del 27 luglio scorso (quando ancora si sperava in un tasso di crescita allo 0,3% e non al -0,2%, come poi è stato) : “Con un tasso di interesse reale al 3,6% ed un tasso di crescita allo 0,3%, abbiamo bisogno di un avanzo primario del 4,5% solo per non far crescere il rapporto debito Pil … Oggi il surplus primario è solo al 2,6%. Questi semplici calcoli ci dicono non solo che non saremo mai in grado di soddisfare il fiscal compact, ma anche che la situazione del nostro debito pubblico è insostenibile a meno di una significativa ripresa dell’inflazione”.
E, infatti, l’inflazione è sempre stata il maggiore alleato dei paesi debitori, ma questo presuppone la sovranità monetaria del debitore, cosa che l’Euro ci ha tolto. Il problema è che, mentre gli italiani hanno capitalizzato i loro risparmi in beni reali (essenzialmente immobili), i tedeschi li hanno impiegati per l’acquisto di titoli finanziari prevalentemente in Euro. Per cui, un’inflazione al 3% sarebbe una grande boccata di ossigeno per i paesi indebitati come Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, ma, alle orecchie dei tedeschi, suonerebbe come una tassa patrimoniale di pari importo sui titoli. E siccome la moneta comune non è mai la “moneta di tutti”, ma sempre e solo del più forte, questo non si può fare. Per i tedeschi la soluzione sta nella spoliazione dei paesi debitori, del loro patrimonio pubblico (aziende, immobili, riserva aurea, Cdp ecc.) e di quello privato (risparmi, proprietà immobiliari e, fosse per loro, anche vendita dei figli al mercato degli schiavi). Per fare questo, occorre azionare con la massima decisione la leva fiscale (ovviamente al rialzo) e svendere subito il patrimonio pubblico, entrambe cose che Monti aveva iniziato a fare con grande sollievo della platea “europea” (e sapete cosa intendo per “Europa”). Ovviamente, dopo una cura del genere un paese entra in una fase di estrema decadenza economica per interi decenni, ma questo non interessa all’”Europa”. Per i tedeschi, i partner europei sono solo sgabelli su cui arrampicarsi per reggere la sfida della globalizzazione.
Renzi non sta dando le risposte attese e si sta limitando a giocare al “piccolo leader”, cosa sommamente irritante. Per la verità, l’“Europa” non ha soluzioni politiche di ricambio: la destra berlusconiana l’ha già cacciata una volta ed è decotta, il centro non esiste e nel Pd non c’è nessuno che possa dare il cambio al fiorentino. Ed allora che si fa? Si commissaria l’Italia. Si fa governare il paese dalla troika (Ue-Fmi-Commissione Europea).
Ma, mi si dirà, la troika interviene solo su richiesta dei paesi che sono a rischio default. Certo, ma dove è il problema? L’Italia richiederà l’intervento della Troika. Non vuole farlo? Allora si procederà con un nuovo “assedio dello spread”: quando, come nel novembre 2011 (quando c’era da cacciare Berlusconi) lo spread risalirà oltre i 500-600 punti, gli italiani, soprattutto grazie al loro ineffabile Capo dello Stato, faranno quello che devono fare e si troverà il Monti di turno che faccia il lacchè della troika.
A preparare il terreno ci sta già pensando Scalfari (che non è una voce qualsiasi ma LA voce di “Repubblica”) che ha già scritto che sarebbe tanto meglio se il paese fosse governato dalla troika, tanto più che ora essa non sarebbe più l’arcigna custode dell’austerità, ma si sarebbe convertita ad una linea espansionista. Una frase buttata là, quasi come uno sfogo irrealizzabile, una boutade. E, invece, è esattamente quello che si sta preparando e a cui Scalfari sta spianando la strada, con la ben nota tecnica “repubblicana” delle idee insinuate prima che enunciate.
E Renzi cosa può fare? Il “bersagliere del nulla” ha solo due scelte davanti: o fa quello che la Bce gli dice, alla lettera e senza capricci, oppure fa saltare il tavolo. Cosa intendo per “far saltare il tavolo”? Giocare la carta del “ricatto del debitore”: “io vado in default, ma dietro di me se ne vengono molti altri, comprese le banche tedesche: poi l’Euro salta e siamo tutti seduti per terra; oppure ristrutturiamo il debito senza ricatti, iniziamo a negoziare una uscita dall’Euro, rivediamo tutti i patti.”
La forza negoziale dell’Italia sta proprio nel fatto che è un grande debitore con i suoi oltre 2.000 miliardi di debito. La Ue e l’Euro potrebbero resistere agevolmente ad un default greco pari a 300 miliardi e forse potrebbe incassare anche un tracollo portoghese, ma un colpo da 2.000 miliardi è decisamente troppo. Come ci ha insegnato un grande finanziere, un piccolo debito è un problema del debitore, ma un grande debito è un problema del creditore.
E la cosa potrebbe funzionare anche perché potrebbero accodarsi spagnoli, greci, portoghesi, mentre la parte loro potrebbero farla anche i variegatissimi movimenti “euroscettici”, che si sono appena affermati come forza politica di primo piano, nelle elezioni di due mesi fa. E dunque, la via sarebbe quella di sedersi tutti al tavolo e assumere il problema del debito come problema comune a debitori e creditori. Questo non è un tempo normale da di grande crisi che chiede scelte radicali, nel nostro caso o servi della troika o ribelli decisi a far saltare il tavolo. Tertium non datur.
Ma questo richiederebbe una intelligenza, una preparazione, un coraggio politico di cui non sospettiamo lontanamente Renzi. C’è qualcuno che ha scritto che Renzi fa a gara con Mussolini come peggior presidente del Consiglio della storia d’Italia. Non scherziamo: Mussolini è uno che ha scritto la storia (orribile, criminale, d’accordo, ma pur sempre storia), Renzi, al massimo, può scrivere la cronaca fiorentina.
La sua patetica impennata in difesa della sovranità nazionale (ridotta ad un miserrimo “E qui comando io!”) non vale una grinza sulla pelle di un rinoceronte, sarà travolto prima di aver finito di parlare. Ma quello che verrà dopo, sarà anche peggiore. Prepariamoci.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, crisi italia, decrescita italia, defaut italia, economia italia, eugenio scalfari, euro, europa, luigi zingales 27 luglio 2014, mario draghi, matteo renzi, repubblica, troika in italia
que se vayan
Ti ricordavo meno incline a sostenere il default -)
aldogiannuli
que se vayan : sono almeno 5 anni,m da quando ho scritto “2012 la grande crisi” che sostengo che l’Italia non è in condizioni di pagare il debito e che, più in generale, occorre procedere ad una ristrutturazione mnondiale del debito
Gerardo
tre cose vorrei domandare: i 2000 miliardi sono in parte titoli di stato, ma rientra anche la spesa pubblica? E chi sono i maggiori detentori del nostro debito? Insomma, come si ripartisce questa cifra? Seconda cosa: dato che si sa, renzi non ha alcuna possibilità di ritrattare i termini del debito, noi poveri cittadini che possiamo fare? Aspettare il boia? La terza: in Italia esistono poteri forti in grado di contrastare questa tendenza? Grazie
AndyMe
L’analisi è più che credibile e la ristrutturazione del debito appare come una soluzione fra le meno dolorose, che sicuramente affloscia gli appetiti di chi vorrebbe depredare paesi come l’Italia. Ma mi chiedo, in tutto questo macro-processo economico vi sarà mai una parte che veda l’emancipazione sociale di un popolo che allo stato attuale sembra solo preoccupato (in qualche misura legittimamente)a reperire espedienti per salvare il piccolo “proprio”?
Gios
Ma perché la Troika non appoggia la Riforma del senato? in fondo é proprio quello che le serve: La cessione di democrazia fatta ad un governo al servizio di Bruxelles. Forse mirano alla dittatura per acclamazione di popolo …
alex
scusa, come fai a sostenere che Renzi starebbe sul gozzo agli americani se vi sono prove evidenti che dietro la sua ascesa ci sono proprio gli States?
Umberto G.
Nel piano per la spoliazione dell’Italia, credo si sia dimenticato la privatizzazione dell’acqua e della sanita’ (a proprosito, Renzi in occasione dei referendum era a favore della privatizzazione dell’acqua).
Che il debito pubblico italiano sia insostenibile, e’ il segreto di Pulcinella anche se ovviamente i media di regime devono continuare a dire che tutto va bene (quello e’ il loro ruolo).
In realta’ l’Italia e’ gia’ fallita dato che il suo debito viene sostenuto dalla moneta che per ora Draghi sta stampando (ma i tedeschi cominciano a innervosirsi).
Il secondo segreto di Pulcinella e’ che l’Italia sara’ costretta prima o poi ad uscire dall’euro (meglio prima che poi, dato che e’ l’unica strada per una ripresa economica nel breve termine).
roby
lucido come sempre, caro professore. se solo qualcuno lassù sapesse leggere …….
giandavide
sono anche in questo caso d’accordo con molti punti dell’analisi, ma appunto per i motivi sopra elencati non credo che l’europa calcherà troppo la mano: le deroghe si sono sempre fatte e forse conviene a tutti una bella deroga piuttosto che rinchiudere renzi nel ruolo dell’oltranzista pro euro. non credo neanch’io che renzi abbia molta voglia di battagliare contro l’europa, nè grande capacità per farlo, ma se il contesto non lascia altre vie d’uscita dovrà farlo per forza: l’altra opzione è rassegnarsi a terminare la sua carriera politica in modo totalmente fallimentare.
insomma l’europa creerebbe un mostro: la cifra stilistica del dinamico vitellone toscano è la chiacchiera rivolta verso gli argomenti più vari. un’irrigidimento da parte dell’ue farebbe si che la chiacchiera in questione si incanali in un orizzonte di critica all’arroganza nordeuropea che potrebbe raccogliere alleati e consensi che normamlmente sarebbero al di sopra delle possibilità di renzi. insomma gli farebbero un regalone a trattarlo come berlusconi, che confermerebbe il culo sporopositato che ha quest’uomo.
Caruto
Sul sito del Corriere leggo che c’e’ stato un incontro segreto Renzi-Draghi (tanto segreto, che non lo sa nessuno).
Scommetto che Renzi, con la schiena dritta abbia risposto: “Obbedisco!”.
gianfranco d'atri
Leggo il tuo intervencto sul Blog di grillo. Condivide anche le conclusioni?
E’ una conclusione “fuori dall euro”?
Concludi con “prepariamoci”.
1 a chi è rivolto ?
2 Gli oltre 20000 (!) della rete sono pronti?
3 a fare che?
PS Parafrasando sciascia: i problem, se noni dell’Italia , degli italiani sono stati risolti cmq da..
RyanAir!
Michele Modica
L’analisi mi sembra corretta. Ma cosa fare?
Davanti al prossimo esproprio di tutto cio che ci appartiene credo che l’unica salvezza possibile sia in un ampio movimento di disobbedienza civile e fiscale non violenta.
Obiezione fiscale di massa, boicottaggio dei prodotti specialmente alimentari delle multinazionali e acquisto da produttori locali, catene umane e blocchi di resistenza passiva per impedire sfratti e espropri di abitazioni di cittadini in difficoltà con equitalia e con le banche. Saprà il movimento 5 stelle, l’unica vera forza che smbra voler opporsi a questo sistema, promuovere ampie azioni di disobbedienza di questo tipo? Se non lo farà temo che verrà soppiantato da altri movimenti più radicali e forse, purtroppo, anche da frange violente ee estremiste, facilmente manipolabili dai poteri forti.
Francesco
Solo per ricordare che il debito pubblico italiano non è affatto insostenibile ma, lo dice uno studio della Commissione Europea del settembre 2012!, è uno dei più sostenibili in Europa (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-10-08/italia-paese-sicuro-europa-111842.shtml?uuid=AbKGHOqI), più di quello tedesco, che tra l’altro è calcolato in modo discutibile. Il punto è che il nostro debito diviene insostenibile solo ed unicamente perché siamo nell’Eurozona e nell’euro. Altrimenti potremmo ripagarlo – magari rinegoziando qualche scadenza – come fanno tutte le economie sviluppate. La priorità secondo me non è la rinegoziazione del debito, quindi, ma l’eliminazione del cambio fisso e il ritorno a una banca centrale legata al Tesoro, che possa acquisirne i titoli invenduti per calmierare i tassi. Se infatti rinegozi il debito, ti salvi per qualche anno, ma dentro questo sistema riprendi immediatamente ad accumulare deficit commerciali e nuovo debito pubblico. E siamo a capo con gli stessi problemi.
david arboit
Ottima sintesi. Periodo di crisi che chiede scelte radicali? Vero. Tertium non datur? Falso. L’aut-aut serve a fare chiarezza, ma c’è bisogno di chiarezza? Meglio di no per l’oligarchia mondiale, che da molto tempo naviga a vista con la strategia del tirare a campare. Sì, perché per loro, visto l’imballamenato grave del sistema economico l’unica possibilità oggi è tirare a campare. Per tirare a campare non serve mettere l’Italia di Renzi ball’angolo.
luigi
Caro Professore,
concordo pienamente con la sua infausta prognosi circa i destini dell’Italia. L’unico elemento d’incertezza sono i tempi ed i dettagli dell’operazione. E’ soprendente la miopia di alcuni poteri forti che non hanno capito che sono anche loro sulla lista del boia!
A questo punto Le domando il privato cittadino che cosà di concreto può fare per cercare di limitare i danni?
cittadino italiano
egr.prof,siamo un gruppo di pensionati con il 43% di trattenute mensili sulle nostre pensioni,che stiamo valutando di trasferirci,,in posti,dove le trattenute mensili non superino l 8% ,per vedere di rivalutarci,le nostre misere pensioni da fame!
leopoldo
dare addosso a Renzi non serve a niente, caso mai peggiora le cose. Bisogna vedere se svilupperà una strategia per affrontare la situazione.
Paolo Federico
A cittadino italiano
Se l’aliquota irpef è al 43%, le vostre pensioni non devono essere poi così di fame….
lettore occasionale
Gentile professore, dissento sull’enfasi che pone sul debito pubblico, quando la crisi attuale origina dal debito estero e dal prevalente aumento di quello privato, conseguente al cambio fisso nell’Eurozona. Grazie comunque per voler porre sul tavolo della trattativa la fine dell’euro.
cinico senese
La situazione si sta incasinando.
Quando lo spread(=rapporto) debito/PIL supererà il 140%, la curva del grafico spread inizierà ad assumere forma parabolica e s’impennerà verso l’alto, cioè lo spread aumenterà di velocità geometrica: un punto di non ritorno a cui segue la bancarotta. Oggi siamo al 136,4%. A PIL a crescita 0/negativa + deflazione, l’economia va giù, il debito va sù, si accellera verso il punto di non ritorno. Da misurare in massimo 5 anni.
E’ sicuro che le banche italiane reggano e non collassino? fin ora si son rette col carry trade by BCE: BCE presta soldi a interessi 0 alle banche che comprano BOND italiani le cui cedole cioè le nostre tasse servono a rimettere in sesto i loro conti economici. Ora i tassi sono al minimo sicchè il giochino è fermo. Il default dello stato sarebbe il default delle banche.
Non sono sicuro che lo spread risalga “manovrato” dai fondi, perché i soldi sono mossi dalle “mani forti” secondo convenienze: sono affluiti verso i bond piigs tra cui i nostri perché conveniente per gli alti interessi in un mondo a interessi 0, ovvero non c’erano altre aree di convenienza. Ora i dai bond han drenato tutto. Il futuro aumento dei tassi USA potrebbe dare la stura a una vendita massiccia dei ns bond per migrare verso quelli USA. Allora si che lo spread potrebbe forse impazzire se “manovrato”.
Che succederà con l’ISIL Califfato che sta avanzando in Siria Irak Libano? inizieranno ad inondarci di kamikaze? dovremo mandare truppe lì?
La NATO USA in appoggio ai nazisti golpisti sta mettendo sempre più i piedi in Ucraina contro la Russia. Putin reagirà. Le controsanzioni russe iniziano a colpire il nostro PIL: direttamente col blocco dell’import alimentare e indirettamente (ad es. col turismo che viene disincentivato da Putin verso l’europa: sulla riviera romagnola se ne sono già accorti). La frenata del PIL tedesco dicono sia uno dei primi effetti delle sanzioni antirusse.
L’immigrazione: fin quando potremo reggere questa “invasione”? ad oggi sono 100000 arrivi.
Si sta agglomerando un potenziale globale destabilizzante. Potrà un semplice commissariamento troiesco raddrizzarci? oppure potrebbe dare la stura veramente ad un movimento europeo antieuro di popolo. Secondo me loro ci pensano a questo. Noi non siamo la Grecia, siamo 60milioni di consumatori.
Il bomba farà ciò che vuole frau Merkel. Un default pilotato è impossibile perché a danno dei crucchi. Ma vorranno veramente commissariarci? potrebbe esserci la terza via: ci fanno tracheggiare così per altri 10 anni fin quando il ns PIL diventa irrilevante.
Io resto dell’opinione: TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO. I pecoroni italioti hanno bisogno di uno shock tremendo per uscire dal 30ennale coma craxiano berlusconiano e aprire gli occhi. Con la troika andrà male per me, ma anche per tutti gli altri che han votato ste merde per 30anni: è finita la pacchia, siamo tutti sulla stessa barca che affonda, gli italioti non l’hanno capito ancora e pensano di salvarsi alla solita maniera.
SantiNumi
Tutto bene. O quasi.
Il default è DA SEMPRE stata una castroneria e mo mi inkazzo.
Questa grillinata neoliberista non ha senso se non a causa dei collaborazionisti euristi ed europeisti.
L’ipotesi di default per insostenibilità del debito pubblico è causata dalla debt deflation innescata da Monti per correggere gli squilibri della bilancia dei pagamenti causati dalla moneta unica: ovvero eccessivo indebitamento PRIVATO che invece di essere corretto tramite il deprezzamento della valuta viene equilibrato tramite la disoccupazione e la compressione salariale. Ovvero tramite la deindustrializzazione e la mezzogiornificazione della nostra Patria: ci stanno radendo al suolo e distruggendo l’identità nazionale.
Una “soluzione finale” per gli Italiani che in un delirio esterofilo, collaborazionista ed autorazzista sono i primi a chiedere il loro GENOCIDIO (sì, nel senso proprio del termine, come da progetto pan-€uropeo).
Ovvero la spirale recessiva che sta portando alla progressiva insostenibilità del debito sovrano è esclusivamente imputabile ai tagli della spesa pubblica che (andatelo a spiegare a piddini e grillini) che è componente POSITIVA del PIL.
Ora basta dire sciocchezze!
Non si possono non conoscere gli elementi di contabilità nazionale.
Fare default invece che tornare a moneta sovrana si va a finire come la Grecia!!!!!!
Che vadano le figlie degli europeisti a prostituirsi, che muoiano di fame i genitori pensionati degli euristi!!
Fare default senza uscire dall’euro è demenziale.
Ancora oggi il debito pubblico è perfettamente sostenibile.
Il vero problema non è avere il PdC che è un bimbominkia ignorante come un tamarro qualunque: la realtà è che nel nostro Paese non ci sono più le risorse culturali per gestire qualsiasi tipo di transizione.
aldogiannuli
Santi Numi: per cortesia non ci si metta anche lei a dire sciocchezze. Il default (o dichiarazione di insolvenza) non è una “grillinata neoliberista” è quello che accade (ed è sempre accaduto da molto prima della fase neo liberista: ci sono stati decine e decine di default e le consiglio il libro di Rogoff) quando un debitore non è in grado di pagare se scadenze del debito, a comunciare dagli interessi. Ora noi in breve non lo saremo più: fatevi un po’ di conti e convincetevene.
Io non ho mai detto che non si debba uscire dall’Euro e se legge il pezzo vede che è detto esplicitamente che occorre avviare una exist strategy dall’euro. Il che però ha dei costi e rende ancora meno pagabile il debito.
Peraltro io parlo di una insostenibilità mondiale della situazione che esige una ristrutturazione complessiva del debito.
cittadino italiano
a paolo federico.personalmente percepisco al netto, una pensione mensile di 1262 euro mensili!e tu quando ” guadagni?
SantiNumi
Professore, so bene quello che dico e non mi riferivo alla sua proposta nel libro – che purtroppo non ho letto – non mi permetterei mai. (E se già parlava di default per l’Italia, avrà necessariamente argomentato “politicamente”, non credo a livello “macroeconomico” ed “econometrico”: se fosse così sarei interessato a conoscere gli studi a cui fa riferimento.)
Parlo SQUISITAMENTE della situazione italiana, non dei Paesi in via di sviluppo.
Con “grillinata neoliberista” mi riferisco ovviamente al mantra “debito-pubblico-insostenibile-facciamo-default” visto che sono anni che il comico fomenta i livorosi con questa idea che NON HA NESSUN FONDAMENTO MACROECONOMICO.
Quanti paesi a industrializzazione matura e a moneta sovrana cita Rogoff?
Non scherziamo, ognuno faccia il suo.
Gli squilibri permarrebbero in caso di default, sarebbe NECESSARIO continuare a imporre austerità e si ritornerebbe insolventi. (e grecizzati)
Lo shock da eurobreak si scaricarebbe SIMMETRICAMENTE (in funzione delle “trattative” per i debiti “target 2″…) imponendo la RIVALUTAZIONE del “neomarco” con la simmetrica svalutazione della “neolira”.
Questo tipo di “haircut”, dopo un regime a cambio fisso, non viene generalmente neanche considerato “default”.
In realtà (al netto delle mie intemperanze causate dal mio nick-polemiko&inkazzato), la mia nota è in linea con quella di @lettore occasionale.
Mentre la nostra posizione è ovvio e semplice macroeconomico buon senso, è evidente (almeno dall’accento che viene dato nell’articolo) che questa sensibilità da parte sua (che ritengo “divulgatore” fondamentale per restituire identità nazionale e di classe agli Italiani) non ci sia.
(È chiaro che viene polemicamente tirato dalla “giacchetta” da – almeno – due “direzioni” diverse: sinistra collaborazionista / movimenti di gatekeeping Vs movimento per il ritorno al Dettato: ma la situazione è talmente grave che non si può transigere)
Con grandissima stima e tanta simpatia.
kthrcds
“i conti li ha fatti Zingales sul “Sole 14 ore” del 27 luglio scorso”
Nel dicembre 2012 Zingales disse per una volta la verità. Ossia che:
«La teoria economica dice questo: in un’area valutaria in cui non c’è mobilità, non ci sono trasferimenti e per di più avviene uno shock, si ha un collasso.
L’aspetto criminale dei fondatori dell’Euro è che tutto questo lo sapevano, e non solo non han fatto nulla, ma anzi l’hanno fatto apposta: la crisi dell’Euro di oggi era inevitabile. […] Non fosse successo il patatrac negli Usa sarebbe successo altro. Era una scelta premeditata: “Nel momento di crisi, ci uniremo di più“, si pensava. Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo, solo che il corpo è rimasto di qua».
Essere a conoscenza di questa logica evidenza non gli ha comunque impedito di divenire consulente economico di Renzi. Il che ci dice che Zingales non è poi così scaltro come crede di essere.
Ma, Zingales a parte, il punto è proprio questo: la scelta politica che sta alla base dell’adozione dell’€ è stata compiuta irresponsabilmente nella speranza che poi, in caso di shock esterno, le cose si aggiustassero da sole.
In altri termini, i politici europei hanno scelto di affidarsi alle formule matematiche di Maastricht, palesemente insostenibili perché per rimanere nell’ambito del rapporto deficit/Pil al 3%, con al contempo un rapporto debito/Pil al 60% occorre avere una crescita dell’economia annua del 5,26% (poniamo una crescita del 3,3% del Pil più un 2% di inflazione, mentre siamo ormai a inflazione zero e con il Pil in calo.)
Questo perché Maastricht non parla del tasso di crescita nominale dell’economia, però fissa il rapporto fabbisogno/Pil al 3% e il rapporto debito/Pil al 60%.
Ma «se di queste tre grandezze (crescita nominale, rapporto fabbisogno/Pil e rapporto debito/Pil) ne fissi due, la formula automaticamente ti determina l’altra. Detto in altre parole, nel momento in cui il Trattato di Maastricht fissa d=0.6 e f=0.03, lo stesso Trattato matematicamente impone che la crescita nominale sia il 5.26%».
Arriva quindi in ritardo, Zingales, perché ciò che lui finge di scoprire oggi era già stato illustrato dettagliatamente dal professor Alberto Bagnai nel novembre 2011. E chi segue il blog di Bagnai da allora ha visto verificarsi puntualmente le sue previsioni.
Oggi Zingales tende ad adeguarsi per non apparire come uno sprovveduto. Ma è un po’ tardi.
Per ciò che riguarda l’insostenibilità del debito pubblico italiano mi permetterei di ricordare che «Ai rapporti di debito/credito regolati dal diritto nazionale, lo Stato che uscirà applicherà il principio della Lex Monetae, in base al quale uno Stato sovrano sceglie liberamente quale valuta usare. Ne consegue che i contratti regolati dal diritto nazionale possono essere semplicemente riconvertiti nella nuova unità di conto, senza che alcuna delle parti contraenti possa eccepire questa conversione come motivo di recesso dalle obbligazioni contrattuali […]. E questo vale per i depositi bancari, e per i mutui, ecc».
Ciò che vuole Draghi è costringere l’Italia a chiedere aiuti finanziari alla Bce. Ma in questo caso i prestiti concessi all’Italia verrebbero sottratti alla lex monetae e allora sì che il nostro debito diverrebbe ingestibile.
tziprazo
Professore, tutto più che condivisibile, ma dopo un articolo così, se mi fermo un minuto a pensare, sembra quasi che non si possa che sostenere renzi, anche perché tutti gli altri fronti (tutti) sono ancor meno credibili… no!?
aldogiannuli
tziprazo: ma nemmeno per sogno, il giovanotto si metterà subito sull’attenti eforse (dico forse) gli concederanno di restare in vita sino al prossimo anno, ma come tutti i tacchini ha il destino segnato e comunque un tacchino non è un animale da difesa
Gaetano
Non c’è niente da fare,in questo paese non si può evitare di scadere nello squadrismo.Da quello grillino a quello goofyniano,non è così SantiNumi?
Umberto G.
@ Santi Numi
e’ chiaro che gli squilibri di base legati alla moneta unica rimarrebbero in caso di default.
E infatti quello che dicono i ‘grillini’ e’ di ridiscutere l’intera struttura istituzionale della UE oppure uscire dall’euro.
D’altra parte pun ti fondamentali del programma del Movimento 5 Stelle sono l’istruzione pubblica, la sanita’ pubblica, l’acqua pubblica.
Qundi quando dici ‘grillinata neoliberista’ straparli, probabilmente per fare sterile polemica.
seneca
Dice tutto bene l’Autore, anche la sua risposta è condivisibile ma monca. Infatti l’attuale classe politica soffre di accidia incurabile e di lunga data – da prima del ventennio –
Non rimane ipotizzabile qualsiasi forma di argine per le previsioni (che poi sanno molto di constatazioni) del prof. Giannuli. In questo senso vanno anche interpretati episodi, non solo nostrani, di nascita di movimenti anti-tutto, per molti versi auspicabili. Fin tanto che non si giungerà alla formazione di nuove forme partitiche capaci di selezione una nuova classe dirigente capace di esprimere politiche al di là dell’immediato e di guardare al domani del bene comune. Cosa verso cui l’attuale compagine politica è strutturalmente impossibilitata.
Come andrà a finire?
Il buon parassita non uccide l’ospite, convive con lui il più a lungo possibile finché, o ne trova altri, o muore con esso.
SantiNumi
Carissimo @Gaetano, è interessante da analizzare la tua freudianissima proiezione.
Vedi, mio inano interventore, se il Professore non avesse SOTTOLINEATO in un successivo intervento che erano 5 (ripeto CINQUE) anni che “prevedeva” un default, mi sarei limitato ad “appuntare” gli “accenti” come altri commentatori che hanno evidentemente “studiato” (che si siano letti “Il Tramonto dell’euro” o seguano Goofynomics è il passo “minimo” che si debba fare in Italia per alfabetizzarsi: semplicemente NON C’È ALTRO. E, ripeto, passo “MINIMO”).
Poiché a differenza tua conosco a sufficienza la differenza tra “doxa” ed “episteme”, non ho problemi a radicalizzare il confronto: c’è gente che soffre e muore e ce ne sarà sempre di più.
Non è chiaro questo ai collaborazionisti?
Gran parte degli “strali”, infatti, erano rivolti a quelli come te e a coloro di quelli che li rappresentano: come era evidente dall’affermazione circa la MANCANZA DI RISORSE CULTURALI PER LA TRANSIZIONE.
Se ci sarà mai una nuova “Commissione dei 75”, non “proporrei” magari il Professore per lavorare su Articoli della Costituzione economica, ma per tutto il resto non avrei dubbi…
Adesso vai a rischiararti le tuo poche e confuse ideuzze al sole agostino. Potrai essere più utile a te e agli altri: le squadracce vere verranno a prendere anche te.
Buon Ferragosto.
giandavide
@aldo paragonare renzi a un tacchino è metafora un pò ridicola, anzi rappresenta quel tipo di critica che finisce con l’avvantaggiare il “nemico”. so che voi a 5 stelle avete qualche problema quando si tratta di disconnettere la pancia dall’apparato locutivo, ma è logico che dipingere renzi un giorno come un malvagio tout court, e un altro giorno come un idiota che sta per essere spazzato via da altri malvagi rappresenta un totale sincretismo politico.
è ridicolo che nel partito di grillo nessuno sia riuscito ad elaborare uno straccio di narrazione coerente riguardo i proprio obiettivi e i propri avversari. e ribadisco, finchè non ci sarà un’opposizione in grado di parlare di altro rispetto a renzi (parlandone poi in modo così confuso), ci terremo senz’altro renzi, gombloddo o non gombloddo.
aldogiannuli
giandavide: quando mai ho descritto Renzi come un “malvagio tout court” se ci fai caso l’ho sempre decsritto come un bulletto inconsistente
giandavide
ed è triste soprattutto vedere che a cascarci è pure un buon storico, che peraltro il post prima scriveva contro l’ipertrofismo mediatico che porta a coprire solo un argomento per volta
luigi
Per un momento ho sperato che Renzi appartenesse alla razza dei tacchini selvaggi americani (agriocaris ocellata) animali combattivi che si difendono bene anche dai rapaci. Infatti Beniamino Franklin aveva proposto come animale simbolo degli USA proprio il tacchino selvaggio. Purtroppo è soltanto un tacchino d’allevamento per il Giorno del Ringraziamento.
Marco C.
Gentile Professore,
forse lei può aiutarmi a capire una cosa che mi sfugge completamente: per quale motivo questi (Draghi, Renzi, Napolitano) si comportano così?
Il potere per il potere? Per salvare il proprio destino? semplicemente per essere dei personaggi mediocri ed incapaci manovrati da alti interessi?
qualsiasi cosa sia, possibile che non abbiano un minimo di coscienza e lasciare un intero popolo ad un (inevitabile) declino condannandoci per decenni ad essere un paese da terzo mondo?
AP
Cito dal post:
“Il punto centrale è la situazione insostenibile del debito italiano, che si è mantenuto in bilico per questi due anni di bonaccia dei mercati finanziari, ma ora la tregua sta finendo ed i conti li ha fatti Zingales sul “Sole 14 ore” del 27 luglio scorso (quando ancora si sperava in un tasso di crescita allo 0,3% e non al -0,2%, come poi è stato) : “Con un tasso di interesse reale al 3,6% ed un tasso di crescita allo 0,3%, abbiamo bisogno di un avanzo primario del 4,5% solo per non far crescere il rapporto debito Pil … Oggi il surplus primario è solo al 2,6%. Questi semplici calcoli ci dicono non solo che non saremo mai in grado di soddisfare il fiscal compact, ma anche che la situazione del nostro debito pubblico è insostenibile a meno di una significativa ripresa dell’inflazione”.
Capisco che da qualche parte si deve incominciare. Ma perché, parlando di politica monetaria internazionale, si scelga di citare Zingales (che si occupa di tutt’altro), invece no.
aldogiannuli
Ap: perchè Zingales è quello che ha fatto i conti più recenti
giandavide
è vero che non è mai stata usata l’espressione “malvagio tout court”, ma dato che in due mesi (dal 16 giugno) sono qui apparsi ben 16 post su renzi, ovvero circa uno ogni quattro giorni, peraltro caratterizzati da toni variamente allarmisti, l’impressione si è evidentemente formata per accumulazione. e ribadisco: non è che renzi lo si ostacola parlando di lui ogni quattro giorni con un qualsiasi pretesto. da uno storico pretenderei che si parlasse di come siamo finiti in questo cortocircuito sociale, e soprattutto di come si possa uscire. e invece continuare a parlare sempre e solo di renzi rafforza l’idea che attorno a renzi ci sia il deserto: non è una buona prospettiva per coltivare qualcosa…
luigi
@Marco C
A parte l’assoluta modestia politica dei personaggi che proprio per questo, sono stati selezionati per accedere a quelle cariche. Esiste anche un altro motivo che costoro hanno ben presente : fare una politica indipendente a favore dell’Italia nuoce gravemente alla salute! Basti pensare a Mattei, Moro e molti altri.
Ad obbedire si hanno invece notevoli benefici altrimenti insperabili.
Politica ed economia: arriva la Troika? Cosa bolle in pentola. | NUOVA RESISTENZA
[…] AldoGiannuli.it » Archivio Blog » Politica ed economia: arriva la Troika? Cosa bolle in pentola.. ← Precedente […]
maurizio leonardi
Egr. Prof Giannuli, ma il M5S che cosa è? Un contenitore per incazzati da controllare o un movimento che si propone come alternativa di governo? La sensazione è che le carte si stiano per scoprire e sarà il tema da Lei trattato a chiarire cosa effettivamente è questo movimento. La QUESTIONE EURO è IL CUORE DEI NOSTRI PROBLEMI ED è GIUNTO IL MOMENTO CHE GRILLO E CASALEGGIO DICANO DA CHE PARTE STANNO. Spero che i militanti e sostenitori, la cui maggioranza è contro l’euro, trovino il conforto sperato poiché diversamente sarà un dramma, il vero dramma.
valerio
Come al solito ha già detto tutto Santi Numi.
Per spezzare una lancia in favore dei 5s ricordo che nel movimento ci sono fior di persone che la pensano come Bagnai e che la spiegano sicuramente in maniera meno tecnica e quindi più facile. Per tutti segnalo il blog scenari economici, dove ci si può fare un’idea dei problemi e delle soluzioni.
Invito poi @cinico senese ad informarsi prima di scrivere trattati: lo spread NON è il rapporto debito PIL ma il differenziale di rendimento dei titoli di debito pubblico rispetto ai titoli tedeschi.
Il qualunquismo gridato non aiuta sicuramente in questi bui tempi di disinformazione economica.