Temo che Renzi stia preparando il suo contrattacco.
Non so se Renzi riuscirà ad attuare il suo piano fiscale. Per ora pare che l’ “Europa” (termine che deve essere un sinonimo di “capitale iperfinanziario”) gli si sta mettendo di traverso, però la partita è solo all’inizio.
C’è chi ha “consigliato” a Renzi di iniziare non dalle tasse sulla casa ma da quelle sul lavoro. E Renzi potrebbe benissimo invertire l’ordine degli interventi, anche se, in verità, la casa rappresenta un flusso fiscale più facilmente sostituibile, a meno che la riduzione delle tasse sul lavoro non sia una cosa del tutto ridicola che resterebbe senza effetti.
Comunque la partita è appena iniziata ed anche un veto europeo potrebbe essere speso dal nostro Tamarro come argomento propagandistico (“vorrei ma non me lo fanno fare”) e non è detto che non gli renda qualcosa in consensi.
Per ora i sondaggi (per quel che valgono i sondaggi… lo sappiamo) segnano ancora un Pd in discesa e una incredulità verso le promesse renziane che supera il 50%. Questo però è abbastanza logico: lo studio dei comportamenti elettorali insegna che, nei sei mesi successivi alle elezioni, l’elettorato continua a seguire la traiettoria percepita dal risultato.
Chiarisco meglio: non importa se un partito ha in effetti aumentato o diminuito i voti e quanto, ma se il suo risultato è stato visto come un successo o un insuccesso. Ad esempio, nel 1979 i radicali ebbero una buona affermazione (per quei tempi) con il 3,4% che in sé era un successo, ma la sensazione di vittoria fu sensibilmente smorzata dal fatto che tutti i sondaggi prevedevano un 5%, per cui quel 3,4 fu un po’ una delusione, anche se, una settimana dopo, alle europee, aggiunse ancora uno 0,3%. Qualcosa di simile è successo a Sel fra il 2011 ed il 2012, con dondaggi che la davano al 7-8% ma che poi erano smentiti dalle amministrative in cui non superava mail il 5% e poi dalle politiche in cui, pur rientrando in parlamento, ottenne un deludente 3,2%.
Il M5s l’anno scorso, nelle europee, ottenne un risultato in sé non disastroso (calando di 3 punti e mezzo rispetto ad un anno prima) ma psicologicamente la cosa fu percepita come una pesante sconfitta per le forti aspettative di vittoria della vigilia. Vice versa, nelle amministrative di questo anno il M5s si è attestato intorno al 15% medio, che significa una flessione molto più dura dell’anno scorso, ma il risultato è stato accolto come un successo del movimento, perché si dava per scontata la minore capacità di raccolta elettorale nel test delle amministrative, da sempre sfavorevole ad esso. Ed, infatti i sondaggi lo danno in forte ripresa, addirittura oltre il 25% di due anni fa.
Il Pd ha subito una sconfitta secca percepita come tale, per cui il riflesso sull’elettorato è di segno negativo e lo sarà ancora per alcuni mesi, esattamente come l’anno scorso, dopo il 41% delle europee, i sondaggi segnalavano un Pd il crescita sino al 46% ancora a novembre.
Dunque, questa attuale contrazione nei sondaggi è del tutto fisiologica. Ma non vuol, dire che automaticamente si ripeterà nelle votazioni del prossimo anno. Molto dipende dalla capacità di iniziativa di Renzi che è una bestia (ne sono convinto), ma è una bestia che ha fiuto e non è uno che resta, con le mani in mano, che gli mangino in testa, come un Bersani qualsiasi. Questa delle tasse è la prima mossa.
Poi c’è un altro segnale da non sottovalutare, in se non significativo, ma che potrebbe vere conseguenze che vanno ben al di là della modesta entità delle forze (o debolezze) in questione: la decisione di Alfano di sciogliere Ncd per confluire nelle schiere renziane, a quanto pare seguito anche dai casiniani. Messi insieme, non fanno neppure il 4% e, presumibilmente anche i verdiniani non portano molto di più. Eppure questa mossa può dare effetti molto superiori alle premesse. Questa trasmigrazione di “massa” (si fa per dire) nel campo del centro sinistra mette nell’angolo i vari Passera, Fitto, Marchini, Spacca ecc, e quindi liquida, prima di nascere, ogni ipotesi di un centro o centro destra “pulito” . Di conseguenza, lascia Salvini come unico avversario in pista del Pd. Resuscita Berlusconi come ago della bilancia a destra fra alleanza subalterna alla Lega o polo alternativo ad essa. Pone le premesse per un duello Salvini Renzi e con esso, della probabile vittoria del tamarro fiorentino. Come vedete conseguenze che vanno molto oltre quel miserando 4-5% che forse (forse) mettono insieme tutti questi transfughi.
Ripeto: attenzione a non sottovalutare Renzi: non è intelligente ma è astuto, non diamolo per spacciato prima del tempo.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, alfano, elezioni, m5s, renzi
giovanni
Renzi è spacciato perchè viene in un momento di crisi nera del paese, e quindi la stragrande maggioranza dell’elettorato non si può accontentare di parole o di “riforme” che proseguono la devastazione del welfare state che è doppiamente dannosa in tempi di recessione, quando l’intervento anticiclico dello stato dovrebbe aumentare. Per questo ha fatto il botto alle europee con gli 80 euro: non perchè, come sostengono i grillini, si è comprato i voti con l’elemosina (fosse vero, visto che gli 80 euro ancora oggi vengono dati, il 40% del PD non sarebbe dovuto venire meno nei voti successivi, e invece…), ma perchè davano un enorme segnale di speranza di inversione di tendenza nell’atteggiamento dello stato verso gli italiani martoriati dalla crisi. E il fatto che a quegli 80 euro non sia seguito nulla (anzi, al contrario, ulteriori controriforme filopadronali e anti-lavoratori) ha portato come risultato a una fuga del PD ancora maggiore di quella che c’era sotto il pessimo Bersani, che sarà pure un fesso, ma per ottenere gli stessi risultati almeno non ha buttato via soldi…
Alberto Capece
E’ assolutamente vero che Renzi potrebbe trarre beneficio dalla partita di giro chiamata piano tasse, sia che l’Europa dia il via libera, sia che si opponga. Ma il fatto è che questo conisglio tirato fuori dal cilindro è un segnale di disperazione del personaggio che si sta accorgendo di aver sbagliato i tempi: ha fatto fuori Letta precipitosamente pensando che davvero ci sarebbe stata la ripresa e che questo gli avrebbe garantito molti anni al vertice. Così non è stato e da molto tempo il governo naviga sul bluff mentre i media si affannano a mostrare vedere luci in fondo al tunnel alla minima sciocchezza.
Tenerone Dolcissimo
Non diciamo eresie. Nessuno -neanche il peggiore dei decerebrati- avrebbe pensato che quando Letta era PdC stava per arrrivare la ripresa. Anzi chi ha messo lì Renzi lo ha fatto proprio per meglio gestire la crisi e avere una faccia giovane e simpatica per gestore la predazione del patrimonio degli italiani a favore dei parassiti (rileggetevi gli articoli di Amato e quelli dei grandi sindacalisti come la Camusso e la Furlan che gli fanno da controcanto), visto che mancavano proprio gli introiti derivanti dalla ripresa.
Dafni Ruscetta
Professore, premetto che non sono affatto un renziano, anzi lo critico aspramente da ancor prima che diventasse segretario e premier. Tuttavia, mi permetta di suggerirle, qui occorre chiarire un dubbio ai suoi lettori: dica da subito da che parte sta. Non che non si sia capito, però molti suoi lettori (me compreso) ormai la leggono quasi come se fosse l’editoriale di un giornale – e anzi mi stupisce di come ancora non lo faccia in maniera ufficiale per uno dei vari quotidiani – pertanto si aspetterebbero anche una chiara presa di posizione da parte sua. Personalmente ad esempio, sebbene il ‘nostro’ non mi sia per niente simpatico e nonostante auspichi a breve un governo a guida M5S, non mi è difficile riconoscere alcuni meriti dell’attuale governo e nemmeno quelli ipotetici – di cui sarei felice se attuati realmente – di un’eventuale riduzione della pressione fiscale ed altro (semplificazione ed efficientamento della PA ad esempio). Lei, invece, come già le ho fatto notare alcuni giorni fa, sembra tutto proteso a ‘sconfiggere’ il nemico, non importa cosa questo faccia o farà. Per lei sembra contare solo l’analisi politico/elettorale e la possibilità che Renzi possa ‘volare’ nei sondaggi, affievolendo la minoranza che in questo momento le sta più a cuore, cioè quella pentastellata. Ora, ripeto, anche a me farebbe piacere avere un governo M5S – e sono certo che prima o poi ciò avverrà, anche solo per un fattore ‘anagrafico’ dell’elettorato – ma allo stesso tempo guardo al bene di questo Paese e se qualcuno – che si chiami Renzi, Democrazia Cristiana, PD o M5S – interviene con delle misure che vanno in quella direzione non me ne dispiaccio. Anzi, lo riconosco! Con obiettività…Ecco, forse alcuni suoi lettori la richiamano solo a questo, a un po’ di obiettività. Valore che peraltro spesso l’ha contraddistinta in tutti questi mesi, nonostante fossero chiare da subito le simpatie politiche.
Aldo Giannuli
Capiamoci: il mio mestiere è prima di tutto analizzare la situazione ed in questo le mie opinioni personali contano poco e non devono contare affatto se voglio fare un servizio decente
poi non nascondo le mie posizioni ed ho ripetutamente dichiarato di voitare per il M5s anche se non vi aderisco perchè non convinto di diverse cose a partire dal modello organizzativo, ma spero che le cose cambino. Vorrei un decente partito di sinistra ma purtroppo non c’è. Tutto qui
Dafni Ruscetta
Professore, anch’io voto M5S e ancora vi aderisco per certi versi.Anch’io, come lei, provengo dal mondo della sinistra ed ho a lungo sognato una sua rinascita. La differenza è che per me avere un partito di sinistra decente è da tempo un’utopia. Però, come le dicevo, se qualcuno fa del bene (o semplicemente dice che ne farà) per la gente e per il territorio del mio Paese, non cerco a tutti i costi di suggerire una soluzione per fermarlo perché quelle azioni lo porterebbero in seguito a mantenere il governo del Paese. Semmai il ‘nostro’ avesse davvero la bacchetta magica e riuscisse a fare qualcosa di buono – cosa che dubito fortemente come le dicevo – ma chi se ne frega!! Era solo questo il senso della mia (benevola) critica…
Aldo Giannuli
be io ci spero sempre
Paolo Federico
Giannuli, lei ci spera sempre perché è una brava persona, come tanti che, con le più diverse opinioni, commentano i suoi articoli. Purtroppo il sistema dell’appropriazione delle tasse e del loro utilizzo è criminale, così come criminali sono i consessi che lo gestiscono, si chiamino essi partiti o mafie.
Il problema è che ci fa troppo male guardare questa realtà con crudo realismo e constatare dove siamo precipitati.
Un signore c’ha campato vent’anni dicendoci che era lì lì per abbassare le tasse, ma il sistema si nutre di tasse e consente solo la gestione dello sfascio.
Pertanto io, che sono un signor nessuno, vi dico che questa storia dei 50 miliardi comunque vada a finire sarà un imbroglio.
Aldo Giannuli
be tutto mi si può dire ma non che non abbia attenzione ai fenomeni criminali, ma anche questi possono essere superati
Tenerone Dolcissimo
Non so se Renzi riuscirà ad attuare il suo piano fiscale. Per ora pare che l’ “Europa” (termine che deve essere un sinonimo di “capitale iperfinanziario”) gli si sta mettendo di traverso, però la partita è solo all’inizio.
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Insomma, il professore -persona che sicuramente non ignora le dinamiche politiche- ci dice che:
1) Renzi vorrebbe abbassare le tasse.
2) L’europa o il grande capitale glielo vuole impedire.
Ma il grande capitale non voleva abbassarle le tasse????
Aldo Giannuli
il grande capitale non viuole affatto abbassare le tasse se servono a pagargli gli interessi sul debito
Tenerone Dolcissimo
Sembra proprio che il grande capitale non sia tanto liberale.
Aldo Giannuli
infatti è liberista, cioè un’altra cosa
benito
il fatto che il grande capitale (alta finanza) vuole le tasse dimostra una volta di piu’ come ragionare per categorie sia il modo migliore per prendere cantonate. La politica si spiega soltanto con il tornaconto del momento. E dato che “pecunia non olet” ecco che chi porta la bandiera del libero mercato (libera impresa e meno tasse) sono al momento i maggiori responsabili dell’ alta tassazione, mentre nelle chiacchiere da bar ci si azzuffa tra liberali, comunisti, fascisti, dipendenti statali e pubblici etc…
perdendo completamente di vista la situazione reale
Aldo Giannuli
la politica si spiega solo con il tornaconto del momento? Questa è la visione della politivca dei politivant, non è la Politca
Tenerone Dolcissimo
Mi accorgo solo ora che liberista fa rima con comunista. A pensarci bene l’europa, considerata patria del liberismo, mostra una volontà predatoria che ricorda quella di stalin in ucraina, quando faceva requisire il grano ai contadini condannandoli a morte per fame.
Se volete scoprire se uno è liberale (vero) c’è un metodo infallibile. Dite ad alta voce “LE TASSE SONO UNA COSA BELLISSIMA” e osservate. Se il vostro interlocutore comincia a schiumare una bava rossastra è un liberale vero.
leopoldo
ritieni che l’arco politico dei partiti stia ancora per liquefarsi ulteriormente?
Gaz
E mo’ so Casini sua … e nostri. Moriremo mezzi democristi.
mirko g. s.
Urge un pezzo, da lei promesso, sulla differenza tra liberalismo e liberismo.
andrea z.
A proposito dei rapporti tra Renzi e poteri forti:
http://www.esserecomunisti.it/?p=78254
Vincenzo Cucinotta
Può darsi che Renzi ce la afaccia ad uscire dall’angolo, può darsi di no, ma bisogna in ogni caso tenere conto del fasttore tempo.
Renzi fa ciò che fa non perchè sia davvero convinto che riagguanterà il consenso, almeno non ne può ragionevolmente esserne certo.
Tuttavia, lo fa lo stesso per il semplicissimo motivo che deve stare dove sta il più alungo possibile.
In questo modo, ottienbe due effetti, l’uno è portare avanti il piano criminale di distruzione dell’economia italiana che gli ha ordinato l’elite finanzairia globale che l’ha messo lì dove sta, l’altro è mettere uomini suoi fedelissimi nei gangli decisivi del potere per aumentare il suo potere di ricatto, che poi è ciò che realmente conta nel sistema italia.
Che poi il consenso verso di lui risalga, è per lui è un di più, non lo scopo effettivo delle sue mosse. Se non ci convinciamo che non siamo in una vera democrazia, finiamo per non capire granchè di ciò che accade davanti ai nostri occhi.
GUB
Renzi non solo si sta preparando per il prossimo confronto elettorale, ma, dall’inizio del suo incarico, fa riforme e cambia le leggi già con l’obiettivo di vincere. Perché Renzi con il 41% in tasca non è andato subito alle elezioni? Perché il pastrocchio di legge elettorale, gli avrebbe garantito la vittoria ma non gli avrebbe dato in parlamento la maggioranza e non avrebbe potuto portare al governo i pecoroni e pecorelle che lo assistono.