Ma, come mai Renzi è cascato antipatico a De Benedetti & c.?

Scalfari non è tipo che scriva a caso e, quando usa le parole, le sceglie una per una e le combina affilandole al meglio. Domenica, la sua abituale articolessa di un ettaro si intitolava: “Quanto è bravo il premier, ma chi ripara gli errori che sta facendo?”. Che è un bel “buongiorno!”. Il pezzo si apre con una interminabile disquisizione sulla modernità che parte da Montaigne ed arriva a Nietzsche, per poi planare su Walter Veltroni. Come dire, dall’Imperatore Tiberio, Leonardo da Vinci ed il pizzicagnolo sotto casa. Ma fin qui, nulla di importante. Il meglio viene dopo, quando Scalfari, intinto il pennino nel cianuro, viene “al nostro vissuto di questi ultimi giorni”.

Anche qui una lunga introduzione sulle sorti del sogno europeo, per poi iniziare a parlare dell’occasione che hanno gli italiani di avere un leader “di notevole capacità che è riuscito nel giro di pochi mesi a trasformare in forza le sue qualità ed i suoi difetti”. Quel che sembra mettere il vento in poppa all’Italia, cosa che però è vera solo in parte.

“La sola vera conseguenza è il suo rafforzamento personale a discapito della democrazia, la cui fragilità sta sfiorando il culmine, senza che il cosiddetto popolo sovrano ne abbia alcuna percezione”. Come dire che gli concede una caramella per poi rifilargli una frustata sulle costole. Poi parla delle “esibizioni” di  Renzi, a Ypres e di Bruxelles, di “dazione” degli 80 euro che non ha funzionato, perché i consumi sono fermi (parola scelta con rara perfidia: “dazione” è il termine che Di Pietro usò nel suo celebre saggio per parlare della corruzione, e qui sembra che Scalfari voglia dire che si è trattato di una mancia elettorale, un modo per comprarsi i voti). Infine viene al dunque: Renzi vuole fare i comodi suoi per mandare la Mogherini a fare l’alto rappresentante della politica estera europea, carica che non conta assolutamente nulla, perché vuole fare i fatti suoi all’interno del partito, ed in nome di questo fa un danno incalcolabile bocciando Letta ad un incarico ben altrimenti importante.

Poi, gli dice che non capisce nulla di Europa, che non è vero che ha ottenuto lo spostamento del pareggio di bilancio al 2016, perché di fatto deve farlo al 2015 e che deve prepararsi ad una finanziaria di fuoco e che della riforma elettorale e di quella del Senato, all’Europa ed agli italiani non frega assolutamente nulla.

Pesante direi, vi pare?

Due giorni prima è uscito l’”Espresso” con la copertina che dice: “5 miliardi di tasse in più. Renzi aveva promesso di abbassare la pressione fiscale, ma ora le famiglie dovranno fare i conti con imposte sulla casa molto più alte che in passato. Vanificando così il bonus di 80 Euro”. Direi che non c’è bisogno di commenti. Nel numero non c’è un pezzo che riprenda la cover, ma ce n’è un altro acidissimo dedicato alle “quote rosa” del piano di Renzi: Mogherini in Europa, Pinotti al Colle, ecc, ma solo per fare un po’ di raccolta consensi e liberare qualche poltrona, per i giochi interni.

Infine sia La Repubblica che l’Huffinghton Post presentano le imprese europee di Renzi come un mezzo fiasco. Insomma, tutte le cannoniere della flotta De Benedetti sparano ad alzo zero sul vascello renziano. Come mai? Che si siano improvvisamente accorti che Renzi non è l’astuto stratega di cui parlavano solo un mese fa, ma solo un autentico bidone, che vuol mandare la Mogherini in Europa? Per una volta ci sembra che la scelta di Renzi sia felice, perché la carica di Alto rappresentante ecc ecc non conta assolutamente nulla, la Mogherini è come se non esistesse: sono fatti l’una per l’altra. Ed allora perché tanto e così repentino astio?

Una prima ragione è quella che dice esplicitamente Scalfari: Letta. Probabilmente il giullare di Firenze sottovaluta troppo il suo predecessore che ha amici molto potenti che già hanno mal digerito il suo siluramento a Palazzo Chigi. Poi il modo della sua esternazione “Letta? Nessuno ha fatto il suo nome”) deve essere sembrato a lorsignori un insopportabile effetto di rincaro. “Fassina chi?” lo può dire, appunto, a Fassina, ma quando tocca un membro della nobile schiatta dei Letta, vice presidente dell’Aspen Italia, certe cose non se le deve permettere. E questo stile un po’ tanghero comincia a dare sui nervi a molti.

In secondo luogo, si sa che il tamarro di Firenze vuole spedire la Mogherini in Europa per fare un rimpasto di governo che azzeri la presenza di montiani e alfaniani, in modo da liberare sedie per operazioni interne di partito. Solo che, in questo gioco, non tiene presente che montiani ed alfaniani sono un pezzo importante del “partito del Colle” e Napolitano ha fatto capire che la cosa non gli va. Il Presidente sa si essere avviato sulla via dell’uscita, ma vuole pilotare la successione, magari a favore di un suo candidato o, quantomeno, per bloccare la strada a quelli più sgraditi. Gli oltre 150 voti di montiani, casiniani, alfaniani sono un pacchetto troppo importante, che vanno ad  aggiungersi agli alleati lettiani, ai senatori a vita ed ai pochi fedelissimi nel Pd. Un blocco che sfiora i 200 voti che può fare la differenza in un Parlamento-spezzatino come quello attuale. Ma, nel frattempo occorre tutelare questi amici, per cui niente rimpasto, che Renzi se lo metta bene in testa.

Poi la riforma del Senato sta andando in modo diverso da quello auspicato da Scalfari, che vorrebbe un bel Senato dei “talenti e delle competenze” di nomina regia: docenti universitari, finanzieri, alti burocrati, “tecnici” e specialisti vari ecc. Insomma, una cosa di mezzo fra una specie di “governo Monti” allargato ed una commissione di saggi come quelle che il Presidente ama nominare. Qui, invece, si minaccia un Senato di sindaci e consiglieri comunali: gente poco fine. Quindi, questa riforma del Senato non interessa agli italiani. Sarebbe diverso se si trattasse del Senato dei talenti e delle competenze cui gli italiani si appassionerebbero.

Poi Renzi ha aperto agli insopportabili cinquestelle. Beninteso: magari non lo fa per simpatia verso di loro o per scrupolo democratico, ma per una sorta di aggiornamento della politica dei due forni di andreottiana memoria, ma non va affatto bene neanche così, perché l’uomo si sta troppo allargando, cercando di giocare a tutto campo (quell’accenno scalfariano al “suo rafforzamento personale a discapito della democrazia” parla molto chiaro). Insomma il ragazzo poteva anche andare  sino ad un certo punto, anche perché si è rivelato efficace nello sbarrare la strada ai barbari antisistema del M5s, ma ora deve stare al suo posto ed occuparsi di flessibilità che è la vera riforma che l’”Europa ci chiede”. E deve fare bene i compiti a casa. Magari ne ha trascurato qualcuno cui era particolarmente interessato l’ingegner De Benedetti. E non sta bene, torni più preparato la prossima volta.

Insomma, mi pare che la luna di miele con i poteri forti stia finendo. Accade a volte che dalla primavera si passi all’autunno di colpo, saltando l’estate. Neanche le stagioni sono più quelle di una volta, signora mia…

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (21)

  • Bello, davvero un bell’articolo, e condisibile. Soltanto che nella fretta di occuparti di Renzi, trascuri un altro dato importante dell’editoriale di Scalfari, la candidatura di Veltroni al colle (e già sul web altri cominciano a dirlo).

  • Strano però, il decreto energia che toglie al rinnovabile per dare lo sconto alle pmi, va a favorire direttamente de Benedetti nel caso Sorgenia. Caso sul quale bisognerebbe indagare meglio, Sorgenia ha costruito centrali negli anni 2000 con un’ottimo business plan, si dice poi sia saltato da una parte per la crisi, dall’altra per l’aumento delle rinnovabili, la secondo tecnicamente però non torna, perchè le rinnovabile servono a dare la base del carico, mentre le turbogas di sorgenia i picchi. Alcuni si chiedono se il motivo dei guadagni straordinari di sorgenia all’inizio fosse il loro utilizzo improprio, ovvero una truffa da parte del gse che acquistava potenza per coprire la base da chi produceva per il picco, quindi a prezzi di gran lunga superiori, ma non ho trovato nessun approfondimento sulla materia.

  • “… Renzi non è l’astuto stratega di cui parlavano solo un mese fa, ma solo un autentico bidone…”

    Che Renzi sia un bidone – così come lo era Letta – credo lo sapessero in molti sin dall’inizio: basta leggere quanto ha scritto sabato scorso Federico Fubini su Repubblica:

    «La novità passata sottotraccia nel vertice appena concluso è che la proposta del governo di rinviare il pareggio di bilancio per ora è stata respinta. Addirittura i leader, incluso il premier Matteo Renzi, hanno dato il loro “endorsement” […] a un documento ufficiale che raccomanda all’Italia di fare l’opposto di ciò che aveva chiesto: il pareggio già l’anno prossimo, non nel 2016.
    […]
    Quella raccomandazione contiene una sorpresa importante, perché è più intransigente persino di quanto suggerito dalla Commissione europea. Quest’ultima aveva chiesto all’Italia il due giugno: “Nel 2015 (bisogna, ndr) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito”. Quel testo ora è stato inasprito e ieri [venerdì] i capi di Stato e di governo hanno dato il loro “endorsement” al più alto livello politico-legale in Europa».

    Ma in occasione delle elezioni europee Renzi è servito ad indirizzare gli italiani verso l’ennesimo miraggio.
    Dopodiché bisogna anche dire che il mitologico 40% di cui Renzi si vanta ad ogni piè sospinto corrisponde in realtà a soli 11 milioni di voti su 49 milioni di aventi diritto, e quindi si riduce al 22,6%. Gli altri 38 milioni, il 77,4%, di Renzi non sanno che farsene.

    In questi giorni Renzi non fa che ripetere che “noi non chiediamo sconti all’Europa”, ma alla fine dell’estate gli italiani constateranno che le loro condizioni economiche sono ulteriormente peggiorate, che all’orizzonte si profila una gragnola di tasse, imposte, balzelli, ecc., che il debito pubblico è aumentato anziché diminuito, così come la disoccupazione, che l’Europa è matrigna e ci chiede altre devastanti “riforme” mirate a radere al suolo ogni forma di servizio pubblico per lasciare campo libero agli speculatori privati.
    A quel punto Renzi non riuscirà ad abbindolare la popolazione ripetendo le sue fanfaluche tipo “sogno gli stati uniti d’Europa”, “chi fa le riforme ha diritto alla flessibilità”, ecc., e finalmente ce lo toglieremo di torno.
    Purtroppo solo per lasciare spazio alla destra che vincerà le prossime politiche in carrozza.

  • insomma deduco che la nuova strategia di grillo è ancora più ardita di prima:dopo avere regalato un sacco di voti a renzi con una campagna elettorale allucinante, gli è venuta l’ideona di regalare un sacco di voti a renzi tramite un inciucismo degno del miglior gennaromigliore.
    e infatti, più che notare il cambiamento di impressione di scalfari (che -nonostatnte debenedetti – ha rivelato mal di pancia nei confronti di renzi già in tempi non sospetti). noto il cambio di passo del professor giannuli: anche lui, neanche un mese fa, pensava agli agganci atlantici del giovine renzi ricordandone le amicizie in aria mossad, mentre qua sopra viene descritto quasi come un’elemento antisistema. mi sembrano due discorsi che non collimano. più sensato sarebbe fare distinzioni tra i vari settori lobbistici americani, le cui rispettive simpatie per renzi non sono un fenomeno uniforme: i democratici americani avranno avuto rapporti più stretti con l’establishment precedente, ovvero letta, ma wall street e i tea party stanno neanche troppo velatamente con renzi e grillo.
    insomma, non è che i poteri forti cambiano idea ogni mese – in tal caso sarebbero più indecisi che forti. a cambiare idea ogni mese ci pensa grillo e i geniali spin doctor al suo seguito (non parlo di giannuli, che ho già ribadito sta su un altro livello di messora, ma noto che anche lui si adegua al nuovo corso)
    mah che vi devo dire: forse il tempo darà ragione a messora e casaleggio, che sono futurologi di professione, e renzi è l’uomo giusto per cambiare l’italia, e forse rischiamo l’invasione americana da un momento all’altra. ma anche no

    • scusa giandavide ma vedo che fai un po’ di confusione: gli agghanci atlantici ed i legami in 2aria mossad” non sono affatto la stessa cos. Cosa c’entra poi il preteso inciucismo di Grillo con il pezzo che ho scritto non si capisce e tantomeno si capice a cosa mi sarei adeguato. Non sarà che a furia di vedere il mondo don le lenti dell’ideologia, ormai ci vediamo doppio?

  • Caro Professore,
    forse anche De Benedetti ha sottovalutato Renzi e adesso visto che questi ha il vento un poppa cerca di porvi rimedio.
    Chissà se l’affaire Sorgenia, l’impresa produttrice di elettricità di proprietà di De Benedetti in gravi difficoltà economiche, alla quale le banche sono restie a prestare altri soldi e la riluttanza del governo a fornire aiuti non siano una causa scatenante?

  • Pierluigi Tarantini

    @Aldo
    Finalmente un post con quel divertito cinismo che tanto mi piace!
    Non ne condivido però la sintesi.
    Forse troppo impegnato a guardare le cinquestelle non ti sei accorto che Renzi con i poteri forti, o almeno con una parte degli stessi, si sta scontrando e non da ora.
    O meglio, quando te lo si faceva notare, rispondevi che non te ne importava niente.
    Evidentemente credevi nell’all in di Grillo.
    Non mi stupisco quindi del tuo registrare l’avversione nei confronti di Renzi come una novità.
    Ma è frutto di un ritardo nell’elaborazione dei dati.
    O vuoi far credere che non te lo aspettavi e che potesse andare diversamente considerando l’OPA lanciata sulla Politica italiana?
    Quanto al sermone di Scalfari, mi sembra sterile e rasenta il ridicolo dove cita
    Veltroni, dedicatosi alla letteratura ed alla politica insieme.
    Non da ora le pagine di politica italiana di Repubblica non valgono la carta sulla quale sono stampate.
    A me ciò sembra emblematico della fine di un mondo in cui perfino la fiducia nei confronti di uno come B. durava vent’anni.

    • Pierluigi: lo so che Renzi ha avuto dall’inizio conflitti con alcuni (alcuni) poteri forti, ma ad esempio Repubblica lo ha sostenuto e come! Diciamo che ci sono stati poteri forti che, non amandolo, lo hanno sostenuto solo ìin fuinzione di barriera contro il M5s e che poi, apputato che l’ondata si è infranta sugli scogli adesso vogliono ridimensionare il giovanotto, che non si faccia idee strane.

  • per carità il pezzo è critico nei confronti di renzi, ma mi sembra che si parli della fine della luna di miele con i poteri forti, e la sostituzione della maggioranza alfaniana con toppe grilline viene messo in relazione con queste reazioni dei poteri forti. di fatto mi sembra che nel complesso viene descritta una situazione in cui il premier è assediato, indebolito, meno pericoloso. e non posso fare a meno di notare il fatto che questa sensazione di abbassamento del livello di guardia sia di fatto funzionale alla nova linea “mediatrice” assunta dal m5s, tutto qua.

    sebbene sia inevitabile ammettere che chiunque governa si logora (non solo con i cittadini a volte, ma anche con alcuni elementi lobbistici), e che la cosa toccherà anche a renzi, ma il fatto di avere il vuoto più totale intorno rallenterà proporzionalmente questo logoramento, e debenedetti è una cattiva cartina tornasole: repubblica cambia linea editoriale ogni 5 minuti ormai, e in questo caso mi sembra logico che debenedetti tenti di influenzare il governo, non che tenti di abbatterlo.
    poi per quanto mi riguarda, le mie “lenti ideologiche” non mi fanno vedere di buon occhio una rapida dissoluzione del movimento 5 stelle, non adesso che renzi è pericolosissimo, casomai più tardi quando renzi sarà indebolito e ci sarà qualcosa di credibile a sinistra, ma perdere altri voti adesso e in queste condizioni di tranquillità in stile prozac nei confronti di renzi significa regalarli molto di più di quanto non vogliate.

  • mario domenico riso

    Un’analisi straordinaria, a livello internazionale Renzi sembra mettere a nudo la sua pochezza e il suo dilettantismo. Però (c’è un però…), attenzione a non cadere nella trappola di conclusioni superficiali, non mi fido del grande “vecchio” del giornalismo e mi insospettisce la fine dell’idillio con il gruppo di De Benedetti. Grandi manovre in vista? Povera Italia, poveri i nostri figli. Intanto, da alcuni giorni ho ripreso la lettura del suo libro “Come i servizi segreti usano i media”, davvero un lavoro di straordinario valore. Complimenti.

  • forse c’entra qualcosa la collezione di successi epici che il nientologo sta collezionando in europa.

    dove voleva andare a cambiare verso e invece ad oggi non gli hanno manco pagato il caffè al bar.

    alla fine per tenere in piedi le imprese di de benedetti servono soldi…e flessibilità di bilancio. ovviamente flessibilità solo dal lato dell’offerta.

  • […] delle città affidata ai sindaci Mangiamorte e il governo nazionale in mano al supersindaco, al buffone toscano che, nell’intorpidimento generale, finirà di ammazzarci di tasse vaneggiando di Stati Uniti […]

  • Caro Professore,
    da un primo esame di natura tecnico-economica sulla base dei dati disponibili in rete si possono evidenziare alcune anomalie.
    La gran parte dell’energia elettrica prodotta dalla Sorgenia è da fonte termoelettrica. La socetà dispone di 4 centrali a ciclo combinato gas vapore tre della potenza di 800 Mega Watt (MW) ed una della potenza di 770 MW alimentate a gas naturale. Si tratta di centrali ad alta efficenza di concezione moderna costruite tra il 2006 ed il 2012. Inoltre possiede le centrali della Tirreno Power di concezione antiquata con ciclo tradizionale a vaporee a basso rendimento, alimentate ad olio combustibile, carbone e gas naturale .
    Stimando le ore di utilizzo annue, che è un parametro che indica il grado di utilizzo delle centralli, saltano fuori numeri interessanti: per le centrali a ciclo combinato 1675 ore annue mentre per la centrale della Tirreno Power 4183 ore anno (tenga presente che le ore in un anno sono 8760).
    Da ciò si evince le centrali sono sottoutilizzate in particolare quelle a ciclo combinato rispetto a quelle tradizionali. Si è preferito inquinare producendo energia elettrica con basso rendimento bruciando combustibili poco costosi piuttosto che utilizzare combustibile pregiato e poco inquinante come il metano e ad alto rendimento.
    Inoltre 1675 ore di funzionamento annuo per un ciclo combinato è un numero molto basso che ben difficilmente può assicurare l’economicità. Ciò può significare che le centrali a ciclo combinato siano state usate come centrali per la copertura del carico di punta e tenute ferme per la maggior parte dell’anno.
    Probabilmente l’errore circa le previsioni di vendita dell’energia elettrica a portato ad un sottoutilizzo delle centrali.
    Per far fronte a questa situazione De Benedetti può sperare nell’aumento degli incentivi, già previsti da una norma del 2003, che lo stato paga ai propretari delle centrali elettriche per rendere disponibile una quota di potenza elettrica in caso di necessità.
    Se la cosa va in porto i risultati sarebbero i seguenti :la Sorgenia viene pagata per tenere ferme le centrali – naturalmente con soldi prelevati dalle tasche di tutti gli utenti elettrici italiani che sarebbero così chiamati a pagare gli errori imprenditoriali di un soggetto privato.
    Se le cose stanno così l’attacco a Renzi potrebbe veicolare questo messaggio : O mi aiutate altrimenti vi tolgo il supporto mediatico.
    Cosa ne pensa di questa ipotesi?

  • Fra le altre cose, stupisce che Scalfari, il paladino del vincolo esterno e della distopia europea, il cantore dei tecnici montiani, si preoccupi solo ora del “discapito della democrazia”. Dov’era in tutti questi anni in cui della democrazia si è fatto strame?

  • Ho qualche dubbio. Il fatto è che l’informazione mainstream sta cambiando. La percentuale di persone che leggono un articolo e lo accettano così com’è, è in caduta libera, tutti elaborano e vogliono sapere “cosa c’è dietro”. Non conosco a fondo il trend delle pubblicazioni targate de benedetti ma non escludo che il messaggio che si vuole far passare sia diverso da quello esplicito, o magari abbia target diversi a seconda di chi legge. Un pò come i film d’animazione per bambini che hanno più chiavi di lettura sovrapposte. Certo, questo vorrebbe dire riconoscere al giornalismo italiano una capacità che probabilmente non ha, però è difficile non pensare che senza l’appoggio dell’alta finanza targata pd, renzi finisca in un minuto.

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