Referendum: da Onida un involontario assist al partito del rinvio.

Scampato il pericolo di un rinvio del referendum causa terremoto, si  sta profilando una minaccia ancor più insidiosa di rinvio a chissà quando, con il ricorso del prof. Onida che, sostanzialmente ripropone la frusta questione dello spacchettamento del referendum in più quesiti. Se il ricorso fosse sciaguratamente accolto, ne seguirebbe il suo rinvio alla Corte Costituzionale.

Ipotizziamo che questo (fra una cosa e l’altra) avvenga fra otto giorni (l’11 novembre). La Corte ha un suo calendario di lavori e difficilmente potrebbe discutere subito la questione che andrebbe iscritta a registro, peraltro, data la delicatezza della questione, è immaginabile che si riservi un tempo congruo per studiarla. Dunque, la discussione si sposterebbe di alcuni mesi, realisticamente in primavera, poniamo a marzo, per fare presto. Nel frattempo, però, si porrebbe la questione preliminare del rinvio. Infatti, se il 4 dicembre si andasse comunque a votare, la questione sarebbe risolta nei fatti, essendo impensabile un annullamento del referendum ed una sua ripetizione “spacchettata”.

Dunque, rinvio del referendum. A quando? E qui si mettono in moto una serie di effetti a catena che potrebbero farlo slittare di molto. Innanzitutto, alla discussione dovrebbe seguire la decisione e la pubblicazione delle motivazioni (ipotizziamo fra fine aprile e primi maggio), dopo di che, è da vedere se non ci debba essere un nuovo passaggio per la Cassazione (molto probabilmente non dovrebbe essere necessario, ma se si dovesse profilare una tattica dilatoria, anche questo passaggio potrebbe verificarsi. Ma facciamo conto che ciò non sia. Il governo dovrebbe fissare da data del referendum fra i 30 ed 70 giorni a partire dalla data di pubblicazione della sentenza e qui si andrebbe a cadere fra i primi di giugno e ferragosto. Ipotizziamo luglio come termine medio, tenendo conto, però, che, se la decisione della Corte dovesse accettare la tesi dello spacchettamento (poniamo in 6 quesiti), si tratterebbe di stampare quasi 300 milioni di schede e centinaia di migliaia di manifesti: una impresa ragguardevole anche per la tipografia dello Stato. Per di più, fare un referendum in piena estate è cosa mai successa e che esporrebbe il governo alla critica di puntare ad un forte assenteismo per svuotare il referendum di ogni significato. Pensate un referendum a luglio su sei quesiti diversi, per cui occorrerebbe fare la campagna magari con indicazioni differenziate (“sulla scheda rosa vota Si, su quella gialla No, su quella rossa fai tu…”)!!

A quel punto si sarebbe a pochi mesi dalla scadenza naturale delle camere e sarebbe forte la tentazione di uno scioglimento anticipato del Parlamento, con voto a fine settembre-ottobre e, siccome la legge stabilisce che negli anni in cui si svolgono le elezioni politiche non possono esserci referendum, si andrebbe al 2018. E questo farebbe molto piacere al Pd, in primo luogo perché  questo eviterebbe il rischio di una sconfitta referendaria prima delle politiche, pregiudicandone il risultato. In secondo luogo, perché una eventuale vittoria del No (soprattutto nel caso improbabile , ma pur sempre possibile, di spacchettamento) sarebbe totalmente svuotata di significato ed, infine, il governo non correrebbe il rischio di cadere nell’ultima fase della legislatura.

Ma allora, perché Renzi si è opposto al rinvio causa terremoto? In primo luogo, Renzi può anche desiderare che il referendum salti nei fatti, ma non vuole e non può assumersi la responsabilità di un rinvio che suonerebbe come paura del voto, per poi guadagnare solo qualche mese. Diverso è un rinvio lunghissimo con possibilità di scansare il referendum prima delle politiche. E, per di più, lui ci farebbe anche una bella figura essendosi opposto al rinvio poi deciso da altri e sulla base del ricorso di uno del No, il che permetterebbe di rivoltare la frittata indicando il No come quello che ha voluto il rinvio.

Tuttavia, potrebbe esserci anche un motivo diverso che spiegherebbe la sua avversione al rinvio: non essendo scontato quando andremmo a votare, le opposizioni farebbero un baccano d’inferno per chiedere una sollecita fissazione della data, con il risultato di una campagna elettorale eterna che prosegue per mesi, con un governo inchiodato fra scontro referendario, scontro con la Ue e questione terremoto. Il che, dal suo punto di vista, potrebbe essere un rimedio anche peggiore del male, con un anno e mezzo di governicchio in permanente debito d’ossigeno.

Anche se sul Colle qualcuno potrà sorridere, questo sarebbe un disastro per il paese, con un ingorgo istituzionale senza precedenti. Un esempio? La Corte Costituzionale aveva deciso improvvidamente di rinviare la sua decisione sulla legge elettorale, per non influenzare il referendum, logica vorrebbe che, ad un rinvio della data del referendum segua un nuovo rinvio della sentenza sulla legge elettorale. E magari, nel frattempo, il Parlamento tira fuori una nuova legge elettorale ancora peggiore dell’Italicum, per cui la decisione si di esso sarebbe superata dai fatti, ma realisticamente seguirebbe un nuovo ricorso nei confronti della nuova legge, in una fuga senza fine di ricorsi, rinvii, revisioni ecc. E magari, nel frattempo si andrebbe a votare sia per la Camera che per il Senato (che sarebbe ancora vigente senza il Si definitivo del referendum). E, stante l’attuale situazione, potrebbe anche venir fuori un Parlamento con due maggioranze opposte. Un caos senza precedenti.

Allora come evitare questa frittata? Il tribunale milanese sarebbe il primo a poter evitare questo marasma respingendo il ricorso di Onida per due ottime ragioni:
1.    perché pervenuto fuori tempo massimo, in quanto, una volta indetto un referendum costituzionale nessuno ha il potere di sospenderlo e rinviarlo (come sostenuto dall’avvocatura dello Stato)
2.     Perché manifestamente infondato nel merito, essendo inammissibile la richiesta di spacchettamento (e magari riprenderemo il discorso).
Poi toccherebbe alla Corte Costituzionale constatare di non avere il potere di sospendere il referendum e respingere il ricorso di Onida sempre perché pervenuto oltre il limite dell’indizione del referendum.

Onida è un grande giurista, è stato un notevole Presidente della Corte Costituzionale, ma anche un grande giurista può fare grandissime sciocchezze.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (27)

  • 1. perché pervenuto fuori tempo massimo, in quanto, una volta indetto un referendum costituzionale nessuno ha il potere di sospenderlo e rinviarlo (come sostenuto dall’avvocatura dello Stato)
    2. Perché manifestamente infondato nel merito, essendo inammissibile la richiesta di spacchettamento

    Apodittico : è solo il parere dell’Avvocatura, e a quanto pare anche del Prof Giannuli

    PS.Quella cosa che chiamano “tribunale milanese” se ne è salomonicamento lavato le mani

    • sullo0 spacchettamento ho già detto e scritto diverse volre per motivare e si vada a vedere gli articoli
      anche sul rinvio una volta avviatop ho motivato il perchè e si vada a vedere l’articolo precedente

  • Buongiorno, Professore.

    Segnàlo.

    “Paradossalmente, però, il pesante gioco sulla data del 4 dicembre investe anche quei settori del Sì fortemente preoccupati dalla personalizzazione di fatto impressa alla consultazione dal premier, ormai onnipresente testimonial tv del Sì. Cioè tutti coloro convinti che la trasfigurazione del referendum in plebiscito su Renzi alla fine si rivelerà catastrofica. E qui in primissima fila c’è il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha pure criticato pubblicamente il premier per la personalizzazione. Non solo. L’Emerito avrebbe preferito una maggiore incisività renziana sul promesso maquillage dell’Italicum. L’altro giorno, alla Camera, esponenti misti del No, sia ex democrat sia forzisti, hanno ragionato a lungo sui “mandanti” del ricorso di Onida, oggi tra i sostenitori del No alle riforme ma che vanta un antico legame con Napolitano. Non a caso fu uno dei saggi scelti dal Quirinale per prendere tempo sulle riforme durante il governo Letta. Fu lo stesso Onida ad ammetterlo in una finta telefonata di un programma radiofonico.” [dall’articolo]

    Soltanto… “dietrologia”?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/renzi-lultima-manovra-per-fermare-il-no-il-rinvio/

  • Quando si leggono certe analisi dire che uno rimanere sconsolato francamente è dire poco.
    E’ di tutta evidenza come dietro questo referendum, così come è stato concepito e “gestito” , si profilino elementi di indubbio rischio per il nostro Paese.
    Se dovessero vincere i No le prospettive di scivolare nel caos non sono poche. Caos economico, magari con una detonazione nel sistema bancario, visto che ad esempio è lo stesso Monte Paschi a scrivere che in attesa del risultato del referendum i fondi esteri non cacciano una lira per ricapitalizzarlo. Caos istituzionale dal momento che la sconfitta ci porterebbe ad uno stallo, ed anche un bambino capisce che il bicameralismo perfetto, il Cnel, l’eccessivo numero di parlamentari ecc sono istanze che reclamano assolutamente una soluzione.
    Poi ci sono i rischi del Si, cioè quelli di trovarci di fronte ad un sistema che, così come disegnato, non sia funzionale. E anche, in tutta onestà bisogna dirlo, di un rischio di neocesarismo posto che la vittoria del Si incoronerebbe Renzi unico dominus della scena politica (e questo in conseguenza dei ripetuti errori che i suoi avversari non mancano di offrire).
    L’iniziativa di Onida non è un assist per il rinvio (quindi lei lo farebbe così sciocco da prestarsi ingenuamente a togliere le castagne dal fuoco a beneficio Renzi??), bensì è l’iniziativa di una persona intelligente che ha compreso tutto ciò e che ha a cuore l’interesse vero del Paese.

  • Beh, se si avverasse questa ipotesi di un rinvio sine die del referendum, proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno.
    Trattandosi di legge sottoposta a referendum confirmativo, se non viene tenuto la porcata costituzionale renziana non può entrare in vigore: questo sarebbe già un bel passo avanti. Certo non avremmo la soddisfazione di vedere il grullo fiorentino preso a calci nel fondoschiena e, si spera, accompagnato con fermezza alla porta. Però la vera minaccia sarebbe scongiurata ed alla fin fine anche Renzi non ne uscirebbe certo bene: sarebbe come un accusato che la scampa grazie alla prescrizione.
    Ma vorrei anche dire qualcosa sulla supposta vittoria del “NO” che mi pare che troppa gente dia per sicura. Provo a fare due conti ed un ragionamento.
    Anzitutto i sondaggi; danno un vantaggio dai 3-4 fino persino ai 10 punti al “NO”. In genere però la maggioranza si assesta su un 55%. Do loro credito, con beneficio d’inventario, e rilevo che:
    1) chi risponde ai sondaggisti è quasi sempre gente già convinta, in un senso o nell’altro. Ed è risaputo che chi vota per il governo, perchè è questo il caso, malvolentieri si espone (ricordate la 1a Repubblica? Non trovavi un cane che ammettesse di aver votato DC nemmeno a pagarlo! Stesso discorso per il 2o o 3o governo Berlusconi).
    2) chi farà la differenza, su questo tutti sono d’accordo, saranno gli indecisi, cioè una bella fetta dell’elettorato che nella quasi totalità non solo non ha mai letto la Costituzione, tantomeno ha letto (e capito davvero) le proposte di revisione della Boschi. Secondo i calcoli degli esperti, siamo ben oltre il 50% di indecisi; tra questi, ci metterei anche una certa percentuale di gente decisa a votare “SI” ma non lo dichiara, per i motivi anzidetti.
    3) nello schieramento del “NO” a parer mio ci sono un sacco di amici del giaguaro. E, a parte i vari Bersani, Cuperlo, eccetera, figure come D’Alema non rappresentano certo una buona propaganda, viste le antipatie che sono stati capaci di attrarre in tanti anni di mala-politica. Più di qualche indeciso, in linea teorica anche propenso per il “NO”, potrebbe essere tentato di votare “SI” solo per non dargli ragione. Tant’è che gioisco e ringrazio quando sento la Merkel, Obama, Juncker, e tutto il cucuzzaro fare appelli per il “SI”; li considero tutti assist alla causa del “NO”.
    Concludendo, il supposto vantaggio dei “NO” si limita ad una percentuale di poco più della metà di chi ha le idee chiare, più o meno il 45% degli aventi diritto.
    Ben poca cosa, suscettibile di essere ribaltato con grande facilità senza rappresentare neppure una sorpresa.
    Naturalmente poi c’è anche il bicchiere mezzo vuoto, rappresentato da tutti i pericoli messi bene in evidenza dal prof.: ma di questi tempi è d’uopo navigare a vista, scansato uno scoglio bisognerà stare attenti a vedere per tempo e scansare anche gli altri.

  • Tenerone Dolcissimo

    Occorrerebbe considerare anche e soprattutto la variabile UE. Cosa farà Bruxelles? Quali saranno le decisioni di Juncker? Non è un particolare secondario: questa deforma non è stata scritta da Renzi ma dai burocrati della UE

  • Professore, buongiorno.
    Ironia della sorte, la vicenda di Onida si accompagna a quella britannica della Brexit. L’accostamento è casuale (caro Crozza, chi prova a unire i puntini non sempre è complottista, e la tua caricatura dello sfigato social-dipendente che – guarda caso – vota No e M5S, crede negli ufo e ruba i denti d’oro alla madre, su cui mi sono imbattuto ieri sera è, di fatto, un avvallo alle teorie ufficiali, alla vulgata del potere che produce e riproduce sé stesso anche grazie a quelle teorie che definisci “ragionevoli”, non c’è che dire… la satira, anche di costume, è un’altra cosa rispetto al bagaglino); ripeto, quindi, l’accostamento è casuale. Ma non è casuale la procedura di correre ai ripari tramite cavilli legali più o meno legittimi per “correggere” una volontà popolare che, anziché essere consenso bulgaro o vittoria epica del Bene sul Male (entrambi ontologici, come si conviene alle “madri di tutte le battaglie” che si rispettino), scappa di mano agli apprendisti stregoni che l’hanno evocata o, come nel nostro caso, sono stati costretti da regole “inutili” e “farraginose” a farlo (vero piddini? Dai che se vincete non ci sarà più bisogno di questi inutili freni costituzionali! Forza, una botta di qua, una botta di là, e riuscirete ancora una volta a fare fessi il vostro popolo… quello che in buona fede ancora vi vota, e a fargli votare SI). Il tutto a meno di un mese dal voto, secondo quella nota tattica, tipica di ogni medicina amarissima che si vuole somministrare, di partire con la sua enunciazione “per piccole dosi”: Spostare la data? La parola ufficiale del potere è: non se ne parla neanche (però intanto dico la parola “spostare”). Poi la si fa dire a scalzacani dalle retrovie, per negarla nuovamente (così il popolo bue “capisce come la penso”). Poi la dice un giudice… e… “che cosa ci posso fare gente? mi hanno costretto” (ce lo dice l’europa ormai non funziona più). E questi sarebbero i nuovi che rottamano i vecchi d’alema, de mita, bersani e quant’altro. Un caro saluto e teniamo duro, non smettiamo di fare propaganda e di sbugiardarli in ogni dove. Ha ragione Roberto, non fosse l’ultimo mese ma l’inizio di una lunga guerra di logoramento, peggio per loro (anche se sarebbe peggio per noi come Paese, e questo sarebbe già l’evidenza lampante del loro senso di irresponsabilità nei confronti della cosa pubblica). Logoriamoli, giorno dopo giorno, pezzo di terra guadagnato dopo pezzo di terra guadagnato. Non arrivano all’estate prossima. Un caro saluto.

  • Professore, buongiorno. Mi scuso in anticipo per l’OT ma vorrei segnalare che mi sono appena imbattuto in un articolo interessantissimo, che riprende alcuni argomenti di politica estera di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi.
    http://www.thedailybeast.com/articles/2016/10/01/pentagon-paid-for-fake-al-qaeda-videos.html
    In sostanza, narra la storia di questo freelance britannico, che si ritrova catapultato una decina di anni fa a Camp Victory in Iraq, con l’incarico (scoperto dopo) di fare tre tipi di video:
    “The work consisted of three types of products. The first was television commercials portraying al Qaeda in a negative light. The second was news items which were made to look as if they had been “created by Arabic TV,” Wells said. Bell Pottinger would send teams out to film low-definition video of al Qaeda bombings and then edit it like a piece of news footage. It would be voiced in Arabic and distributed to TV stations across the region, according to Wells.

    […] The third and most sensitive program described by Wells was the production of fake al Qaeda propaganda films. He told the Bureau how the videos were made. He was given precise instructions: “We need to make this style of video and we’ve got to use al Qaeda’s footage,” he was told. “We need it to be 10 minutes long, and it needs to be in this file format, and we need to encode it in this manner.”

    U.S. marines would take the CDs on patrol and drop them in the chaos when they raided targets. Wells said: “If they’re raiding a house and they’re going to make a mess of it looking for stuff anyway, they’d just drop an odd CD there.”

    The CDs were set up to use Real Player, a popular media streaming application which connects to the internet to run. Wells explained how the team embedded a code into the CDs which linked to a Google Analytics account, giving a list of IP addresses where the CDs had been played.

    The tracking account had a very restricted circulation list, according to Wells: The data went to him, a senior member of the Bell Pottinger management team, and one of the U.S. military commanders.”

    Filmati che poi, aggiungo io, passavano i telegiornali facendoli passare per oro colato. E chi li avesse messi in discussione, sarebbe stato tacciato dal Crozza di turno come complottista.

    Di nuovo scusa e grazie per l’ospitalità e diffusione di questo contributo.
    Paolo

  • Credo di sapere qualcosa su come l’amparo innanzi alla Corte Costituzionale sia entrato nella bozza della bicamerale.
    Nelle intenzioni originarie era riservato alle leggi di nuova promulgazione e da esercitarsi entro un termine brevissimo.
    Dopo, invece si è aperto il vaso di Pandora.
    GaleottA fu la lettura di Fix Zamudio.

  • Professore,
    dato che il Pd sembrerebbe aver approvato una bozza di legge elettorale che definire oscena è poco e che potremmo chiamare semplicemente Anticinquestellum le chiedo cosa si può fare giuridicamente per impedire almeno quello schifo che sono i collegi uninominali.
    Sarebbe il colmo passare dall’obbrobrio dell’Italicum al superobbrobrio golpista reazionario oligarchico dei collegi uninominali.
    Aiuti il m5s a bloccare questa legge futura ventura la prego.

    • Tenerone Dolcissimo

      MI permetto di farti osservare che il periodo in cui abbiamo avuto i collegi uninominali e’ stato l’unico in cui abbiamo visto i candidati che avremmo eletto, dico visto negli occhi a mezzo metro
      Un sistema elettorale non serve a dire la propria opinione ma a consentire l’elettore di decidere, decidere CHI VOLETE CHE VI LIBERI GESU’ O BARABBA?
      Non a caso è un popolo che vota con i collegi uninominali da secoli ad avere sfanculato la UE e la Merkel e lo sbevazzone di Bruxelles

      • Non a caso?
        Il sistema elettorale non conta nulla se si intendesse soffermarsi sull’istituto referendario.

        Il sistema uninominale è stato usato anche nel Regno d’Italia e fu argomento di discussione nella Costituente giacché alcuni ne desideravano l’uso mentre altri lo ritenevano una culla di corruzione e clientelismo.

        «[Lussu] Ha dovuto constatare, nell’esperienza pratica compiuta, che il sistema del collegio uninominale è strettamente connesso alla corruzione politica italiana, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle Isole. Si dispensa dal citare dati di fatto che sono noti a tutti.» — 13 settembre 1946 seconda Sottocommissione —
        http://www.nascitacostituzione.it/05appendici/06p2/01p2t1/03/05/index.htm?003.htm&2

        In ogni caso l’uninominale (cfr regola m+1 di Cox) ha un elevata soglia di sbarramento implicita [es uninominale secco è stimata intorno al 35%= 75%/(m+1) ] e cospira per ridurre il pluralismo dei soggetti politici in competizione (a danno della scelta elettorale)

        m= (n seggi); l’italicum aveva inizialmente una soglia al 1° turno del 35% probabilmente sulla base di queste teorie (in rapporto al ballottaggio simil-uninominale).

        In Inghilterra col 10% dei voti si può avere un solo seggio e col 35% si può governare:
        Non a caso il sistema elettorale (Third Reform Act 1884) non era stato congegnato per la democrazia ma per raggiare le masse.

        «Far from heralding the arrival of modern democratic politics, single-member constituencies were conceived by the political elite as a less than satisfactory solution to the problem of ensuring that the educated and wealthy minority were not swamped and drowned out by the recently enfranchised masses. A clearer understanding of why they were introduced – of the thinking behind them, and of the widespread opposition to them – reveals single-member constituencies to be not only outdated but also anti-democratic by design. » —
        http://www.historyandpolicy.org/policy-papers/papers/electoral-reform-dilemmas-are-single-member-constituencies-out-of-date

  • Credo sia molto importante valutare alleati e avversari, o con meno ipocrisia amici e nemici, per evitare sconsiderate aperture o chiusure di credito.
    Le possibili valutazioni dell’alleato/amico Valerio Onida sono:
    1) sodale del presidente della repubblica emerito (cavallo di Troia) (complottista). La mia
    2) utile idiota inconsapevole (vecchio rincoglionito) (politicamente corretta)
    3) perdonalo, è solo un cretino (bonariamente affettuosa). Quella di Giannuli

    • Tutto questo sempre nell’ipotesi tutta da dimostrare che vincerebbe il “NO”. In caso contrario;
      4) Onida santo subito (strumento della Divina Provvidenza)

      • 5) interpretazione psicanalitica: si sente adolescenzialmente di averlo (il pensiero giuridico) più lungo, perchè ha letto più di tutti, ergo esteticamente la raffinata tecnicalità individuale può piallare la contorta politica collettiva.
        E’ dai tempi di Quinto Mucio, ma anche prima lo si sapeva, che le tecniche giuridiche non sono mai neutre !!!

      • Se ci rimbalzano il Referendum non sapremo se essere soddisfatti o abbattuti.
        In compenso avremo il presidente emerito felice di vegliare su di noi, fino a che potrà, e di far vegliare quando non potrà più.
        Non sapremo nemmeno se Onida è da considerare santo subito.

        • Ma che cos’è tutta sta camurria?
          Si vota a ottobre, si vota a novembre.
          Non si vota, si vota.
          Si vota a pezzi, si vota il due pezzi, si vota l’intero.
          Dall’estero tutti ci dicono come dobbiamo votare in ItAlia.
          La Merkel ci fa spere che non ci vuole più … nell’euro, ma figuriamoci quanto io ami la commerciante di aringhe, sebbene occorra un accordo conveniente .. anche per il debito ..
          SI VOTA E BASTA.
          Il resto sono tutte chiacchere !!

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