Referendum: ricapitolando, perché NO!
1. perché le regole si scrivono insieme, le “costituzioni di partito” sono proprie dei regimi totalitari e noi vogliamo una Costituzione repubblicana nello spirito e nella lettera
2. perché questa “riforma” è stata fatta da un Parlamento politicamente illegittimo, in quanto eletto con una legge dichiarata incostituzionale e indegno, con un numero senza precedente di inquisiti
3. perché questa riforma è stata fatta da un Parlamento in cui un terzo dei componenti ha cambiato partito (senza avere il pudore di dimettersi) e, dunque, non è più rappresentativo di niente
4. perché la riforma della Costituzione non era nel programma di nessun partito, compreso il Pd e, dunque, gli elettori non hanno mai saputo che votando Pd si sarebbero ritrovati la liquidazione della Costituzione
5. perché cambiare si può e spesso si deve, ma non in peggio e questa riforma tradisce lo spirito repubblicano della Costituzione
6. perché questa riforma completa lo svuotamento della Costituzione italiana assoggettandola alla tecnocrazia europea e, con questo, abbatte i diritti sociali
7. perché, prima di cambiare la Costituzione del 1948, vorremmo attuarla
8. perché la vittoria del Si diventerebbe una autorizzazione in bianco alla maggioranza per finire l’opera abbattendo la prima parte della Costituzione
9. perché questa riforma si combina con una legge elettorale che consegna tutto il potere alla maggioranza di governo ed al suo “capo”
10. perché chiama “capo del Governo” il “Presidente del Consiglio” esattamente come la “legge sul Capo del Governo” della “legge fascistissima” 24 dicembre 1925 n 2263
11. perché priva i cittadini del diritto di eleggere i senatori che condivideranno con la Camera poteri come la revisione costituzionale, l’elezione del Presidente della Repubblica, l’elezione dei membri della Corte Costituzionale. Eccetera
12. perché espropria il Parlamento in gran parte di potere legislativo, imponendo il voto “a data certa” sui disegni di legge governativi che occuperanno la maggior parte del tempo del Parlamento stesso
13. perché, questa riforma, grazie alla legge elettorale maggioritaria, consegna al partito di maggioranza il potere di ricatto nei confronti del Presidente della Repubblica, potendolo mettere in stato d’accusa in ogni momento
14. perché con questa riforma diventa molto più semplice modificare in seguito la Costituzione
15. perché quello della riduzione dei costi della politica è solo un alibi: i costi sono soltanto scalfiti in cambio della liquidazione della Costituzione Repubblicana
16. perché è una riforma scritta con i piedi , piena di strafalcioni e che pone le premesse per continui ricorsi alla Corte Costituzionale che ne sarà intasata
17. perché è stata fortemente voluta da Giorgio Napolitano, il peggior Presidente di tutta la storia repubblicana
18. perché, giustamente dal loro punto di vista, è voluta e difesa dalla grandi agenzie di rating, dalle grandi banche come la Jp Morgan, dai vertici della tecnocrazia europea, dalla Casa Bianca, e da ogni potere forte internazionale
19. perché, di conseguenza, si rende necessario uno scatto di orgoglio degli italiani in difesa dell’indipendenza nazionale
20. perché è ora si invertire la sciagurata rotta che dall’infelice referendum del 1993, ha sistematicamente ridotto gli spazi della democrazia in questo paese, prima con il ventennio berlusconiano dopo con i governi non eletti da nessuno, infine con l’indegna esperienza del governo Renzi
21. perché è l’occasione di saldare i conti ad un governo che ha sistematicamente ridotto i diritti dei lavoratori (abrogazione dell’art. 18, job act ecc.) e salvato gli interessi delle banche ( “riforma” di Bankitalia, decreto salva banche ecc.)
22. perché Renzi è un bugiardo spudorato che mente sapendo di mentire, come quando afferma che sia possibile attraverso una legge ordinaria, restituire ai cittadini il diritto di eleggere i senatori
23. perché la campagna elettorale del Si è stata solo un seguito di bugie, inganni ed atti di terrorismo psicologico per costringere gli italiani a bersi questa “riforma”
24. perché questa non è la riforma voluta dalla P2 di Licio Gelli, però le somiglia tanto
e dunque
NO!
VIVA LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA DEL 1948.
Paolo Selmi
Il punto 7 è il migliore!
Da scrivere sui muri, ovunque, perché chi, poco più di settant’anni fa, dava il suo sangue in un’Italia distrutta, in ginocchio, ma mai doma, perché il suo fosse un Paese libero e giusto, posò il fucile e prese la penna per scrivere come si potessero e dovessero attuare quegli ideali, indicò una strada di progresso e di civiltà che era insieme sintesi delle diverse anime del Paese, delle diverse visioni di classe in un’ottica costruttiva e non distruttiva e che, in quanto tale, era premessa necessaria per l’unità e la ricostruzione nazionale.
Mi permetto un punto 25. Perché questa controriforma divide, anziché unire, nel metodo, nella forma e nella sostanza. E un Paese diviso non va da nessuna parte.
Ci hanno provato in tutti i modi, dividendo giovani da anziani, italiani all’estero da italiani residenti, in questo Paese, Nord da Sud, lavoratori più precari da lavoratori meno precari, pubblico da privato. Italiani, non facciamoci fregare! Difendiamo la nostra Costituzione, difendiamo il nostro Paese, mandiamo a casa questi impostori!
W la Costituzione, W l’Italia!
Paolo
M
Nel 1963 la Camera dei deputati con 427 favorevoli e 21 contrari, ed il Senato con 195 favorevoli e 5 contrari, entrambi in seconda votazione e a scrutinio segreto, approvarono la nuova formula dell’art.56 della Costituzione aggiungendovi una specifica molto chiara:
“La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.”
Il 4 Agosto 1993 una maggioranza ordinaria approva una legge ordinaria (proposta guarda caso dall’attuale Presidente della Repubblica) che contravviene a tale specifica e senza averne alcun titolo. Non a caso l’art.56, nel nuovo testo integrato nel 1963, rimane tuttora vigente, anche se sistematicamente disatteso. Dunque da allora il Parlamento è stato eletto in modo illecito. E’ questo il concetto che bisogna innanzitutto comprendere.
Ai 24 punti del professore, aggiungerei un 25esimo, che è ben più pericoloso del solo fatto che il Paese resterebbe diviso (in fondo la divisione, non la tifoseria, fa rinascere la dialettica): il fatto che il “Sì” ci porterebbe alle elezioni subito (prima della cancellazione dell’Italicum da parte della Consulta) e la nuova Camera di fantocci potrebbe deliberare lo stato di guerra e delegare al Governo la funzione legislativa per un periodo indefinito, dato che anche i termini della legislatura sarebbero sospesi fino a quando la stessa Camera non si degni di deliberare la revoca del medesimo (art.78). Questo nefasto evento non è stato minimamente contemplato da giornali e televisione, e proprio per questo temo che qualcuno al Viminale abbia ricevuto precise istruzioni su come effettuare brogli elettronici.
Paolo Selmi
Grazie mille M per la tua ricostruzione!
La “divisione”, di cui parlo, purtroppo, non è una divisione “normale”, salutare, come giustamente noti, fra fronti che si confrontano, dialetticamente, costruttivamente, in virtù di una piattaforma valoriale condivisa che permette loro di esprimere – e far valere! che altrimenti sarebbe un diritto di facciata – la propria posizione. Quello cui assisto quotidianamente, a partire dal luogo di lavoro, è una divisione innaturale, atomizzante, fatta di disimpegno, esclusione, egoismo – di classe, anzitutto, ma non solo – che parte dai padroni, attaversando quadri e “responsabili”, e arrivando fino all’ultimo precario appena assunto come “stagista”. Compagni di lavoro, pardon, colleghi, lasciati a casa dall’oggi all’oggi lo stesso giorno in cui gira la mail della “cena di natale”, nell’indifferenza generale che coincide soltanto con un unico pensiero: meno male che non è capitato a me. Come definire altrimenti questo clima? Una divisione strutturale cui una costituzione, drogata e colpita a morte come quella che uscirebbe in caso di vittoria del si, non farebbe altro che legittimarne e amplificarne i tratti. Siamo già in un incubo, spero solo che non peggiori. Un caro saluto e vado subito a fare il mio dovere!
Allora ditelo
La ragione di tale comma dell’art 56 era di individuare il numero di seggi con l’implicazione di un vincolo geografico nella ripartizione.
Dunque da ogni circoscrizione non poteva provenire un numero di deputati maggiore di quanto prescritto.
Nessuna legge ordinaria risulta abbia potuto derogare a tale principio.
M
L’articolo 49 recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per CONCORRERE con metodo DEMOCRATICO a DETERMINARE la politica nazionale”. Dunque dal 1948 bastava questa dizione per essere certi del dettato costituzionale sulla esclusiva applicazione del metodo Hare-Niemeyer per la ripartizione dei seggi fra le liste concorrenti.
Nel 1963, a seguito di ripetute diatribe tra circoscrizioni, si è voluto chiarire anche il criterio di ripartizione dei seggi a disposizione di ciascuna di esse, rimandando alle risultanze demografiche dell’ultimo censimento e non alle risultanze localmente rilevate alla vigilia delle elezioni.
Ora, se per fare piazza pulita delle piccole ed incerte variazioni demografiche fra aree geografiche, si è ricorso ad una legge costituzionale, approvata con una maggioranza quasi plebiscitaria, per applicare il metodo Hare, non solo alle liste concorrenti, ma anche ai seggi da riservare alle popolazioni, ci sarà una ragione?
Mi spiega dunque come è possibile che nel 1993, ad Agosto, una legge ordinaria mantiene il metodo Hare per la ripartizione dei seggi fra le circoscrizioni, ma fa piazza quasi pulita dello stesso metodo per le liste concorrenti, introducendo il maggioritario corretto? Vogliamo scherzare?
Allora ditelo
Non credo sia un caso che già prima della fine della I legislatura fosse stata varata una “legge truffa”.
Porgo alla Sua attenzione gli atti della Costituente nei quali si discute se stabilire protezione costituzionale al sistema proporzionale (puro).
http://www.nascitacostituzione.it/05appendici/06p2/01p2t1/03/05/index.htm
Ci furono persone favorevoli ai collegi uninominali ma altri non esitarono a definirli culla di corruzione.
I padri costituenti non erano tutti uguali come li si immagina oggi.
PS: Gli atti della costituente non sono esplicativi ma a rigor di logica il “metodo democratico” si riferisce al contesto parlamentare cioè alla “democrazia esterna” (in contrapposizione alla questione sulla democrazia interna sulla quale si astennero, non senza remore: veda il discorso di Merlin Umberto, Relatore sul 49 Cost.)
Allora ditelo
La legge di elezione del Senato funzionava generalmente come un “proporzionale uninominale” e gli unici candidati sottratti a simile meccanismo dovevano avere ricevuto più del 65% delle preferenze (cosa che nella storia della Repubblica è avvenuta raramente).
In ogni caso fin dal 1948 si è disposto che le leggi elettorali debbano essere modificabili con legge ordinaria e «procedura normale di esame e di approvazione diretta» ex art 72 Cost. comma 4. (dunque si approvano a maggioranza semplice ma non è possibile ricorrere a procedimenti ulteriormente semplificati come l’approvazione da parte di commissioni in sede legislativa).
In ogni caso la costituzione del ’48 era progettata in funzione del proporzionale puro e variare la legge elettorale ne altera i contrappesi.
La riforma appena cassata dai concittadini conteneva la menzione di un “statuto delle opposizioni” senza vicoli sul contenuto che era demandato meramente ai regolamenti parlamentari (cosa che può essere fatta anche oggi senza modifiche della Costituzione)
Ebbene l’italicum consegna il potere di modificare i regolamenti parlamentari ad una unica lista (che dunque avrebbe deciso che regole concedere alle opposizioni).
Ove col proporzionale puro la modifica dei regolamenti parlamentari (a maggioranza assoluta) richiederebbe la mediazione di più soggetti politici e non solo di uno.
Allora ditelo
Non ci voleva molto nel 1963 a stabilire che le leggi elettorali dovessero essere leggi di rango costituzionale.
Circa l’art 56 direi che il testo sia abbastanza esplicito per definirne lo scopo senza ricorso ad “opinioni” sulle presunte implicazioni.
Forse gioverebbe confrontarlo con la versione del ’48 che stabiliva un numero di seggi variabile sulla base della popolazione totale ma non appariva altrettanto chiaro nello stabilire che i seggi dovessero essere vincolati alla popolosità delle circoscrizioni.
L’evenienza che il numero di seggi non fosse commisurato alla popolazione delle varie circoscrizioni ha certo una maggiore salienza del modo con cui sarebbero potuti essere assegnati a candidati sulla base regole elettorali.
Con premio o meno non farebbe alcuna differenza su ciò che il vincolo intendeva garantire.
Ed il sistema proporzionale non è l’unico compatibile con il contesto di tale vincolo di «ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni» cioè quello di non assegnare ad alcune circoscrizioni seggi in più e/o scapito di altre.
Una questione seria tolta al rischio di arbitrio.
Una tendenza riscontrabile fin dalla nascita della Repubblica è che ci siano interessi che si muovano per esplorare i confini delle lacune (intenzionali o meno) della Costituzione .
Prenda ad esempio la legge attuativa del principio del referendum abrogativo ed il limite arbitrario di dover raccogliere le firme necessarie entro tre mesi al massimo. Finora nessun referendum ha chiesto l’abrogazione di tale limite arbitrario. Si renda conto che potrebbe essere ridotto anche ad un mese a discrezione di una maggioranza laqualunque.
M
Spiegazioni direi abbastanza esaurienti. Restano però due elementi dei lavori della Costituente molto significativi. L’ordine del giorno di Nitti per l’uninominale per il solo Senato, votata comunque con un pugno di voti di scarto nell’Ottobre 1947, si estrinsecò poi a Febbraio del ’48 in una legge elettorale approvata sempre dalla Costituente in cui il maggioritario riguardava solo i 3/4 dei seggi assegnati ad ogni regione. Invece il proporzionale riguardava assolutamente la Camera, sia nei lavori preparatori fino al 23 Agosto, sia nella legge elettorale approvata a Gennaio ’48. Ciò nel 1993 avrebbe dovuto far ritenere più opportuno ricercare una maggioranza qualificata almeno per l’approvazione della nuova legge elettorale maggioritaria per la Camera, a meno che non si fosse demandato al popolo l’elezione di una nuova assemblea costituente con il mandato di approvare, con la sola maggioranza semplice, la nuova legge elettorale.
Da notare inoltre che paradossalmente dal 1994 il Senato ha funzionato come l’aula più rappresentativa dell’elettorato.
M
“L’evenienza che il numero di seggi non fosse commisurato alla popolazione delle varie circoscrizioni ha certo una maggiore salienza del modo con cui sarebbero potuti essere assegnati a candidati sulla base regole elettorali”.
Di questa superiorità (maggiore salienza) non sarei tanto sicuro: se è doveroso impedire che gli elettori di una regione italiana abbiano un accesso alla rappresentanza sproporzionato alla sua propria effettiva demografia, e a discapito di altre regioni, mi sembra ovvio che la stessa cosa potrebbe dirsi per gli elettori che abbiano votato una delle liste, che sia poi risultata più forte di altre.
In altri termini, se non si può far torto agli elettori solo per il fatto di risiedere nel posto sbagliato, altrettanto dicasi per il fatto di aver scelto la lista perdente.
cinico senese
Troppa grazia, prof. A me che faccio parte dell’accozzaglai degli “indesiderabili”bastano 3 NO:
1) Un NO politico: NO a Renzi e PD: il governo ha fallito, se ne devono andare;
2) Un NO democratico antifascista e patriottico: NO per non dare l’Italia in mano ad un uomo solo agli ordini delle oligarchie di Bruxelles che ci scriveranno le leggi;
3) un NO umano: se l’accozzaglia di Marchionne Prodi Briatore Goldman Sacks Saviano Fondi di Investimento avvoltoi il crucco Schauble Napolitano e tutti i banchieri dicon di votare SI, allora è giusto il NO senza manco pensarci
Mi sbilancio. Come pronosticai in questo blog la vittoria di Trump, così dico: vincerà il NO con percentuali tra il 55% e il 60%.
Hasta Siempre NO
Tenerone Dolcissimo
A me ne basta uno
CON LA DEFORMA L’ITALIA DIVENTA SCHIAVA DELLA UE CHE POTRA’ IMPORCI IL PROPRIO PORCO COMODO SENZA CHE LA CORTE COSTITUZIONALE POSSA METTERCI BOCCA
ed il resto e’ silenzio
Tenerone Dolcissimo
Mi sbilancio. Come pronosticai in questo blog la vittoria di Trump, così dico: vincerà il NO con percentuali tra il 55% e il 60%.
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Io invece penso che il SI sia in vantaggio e se vincesse il NO lo farebbe al massimo con il 52%. Il che significa perdere
Lorenzo
La mia pancia parlava bene per la Brexit e Trump, anche quando la stampa di regime li dava per spacciati. E parla bene per l’Austria quanto a vittoria dell’estrema (per ridere) destra contro l’accozzaglia europeista.
Non ho un buon sentimento per il referendum. Dagl’italiani non c’è da aspettarsi un briciolo di orgoglio o di combattività. Temo che le regalie elettorali di Renzi e soprattutto il terrorismo psicologico del regime abbiano trovato terreno fertile. Primo campare tranquilli, secondo non pensare troppo, terzo godersi l’attimo fuggente.
Ma la mia pancia lascia il tempo che trova. Presto sapremo.
Tenerone Dolcissimo
A me sta tremando lo sfintere anale
francesco maggiurana
Che i NO li seppeliscano tutti (democraticamente…)!
tonino basile
il punto 24…. : “la riforma voluta da verdini, parlamentari plurinquisiti ed eletti con legge elettorale incostituzionale é peggio di quella scritta a… castiglion fibocchi dai 962 traditori della costituzione scritta dai partigiani col loro sangue per sconfiggere i padri putativi di questi pseudo nuovi costituenti neonazifascisti…”!!!
saluti bakuniani
tonino basile – roma
andrea z.
Speriamo che l’eventuale vittoria del NO rappresenti l’inizio di una rinascita nazionale.
Dopo aver perso il 25% dell’apparato produttivo del Paese, aver visto l’acquisto da parte delle banche straniere dei pezzi più pregiati dell’industria pubblica, la fuga di grandi gruppi industriali verso i paradisi fiscali, l’aumento del debito pubblico, questa del referendum sembra la battaglia per sostenere il muro di una casa, mentre il resto delle abitazioni sono crollate.
Forse è troppo tardi per salvare un Paese alla deriva, ma il successo del NO potrebbe essere un segnale di svolta. Tentiamo.
Giuseppe
La domanda che mi faccio da alcuni giorni è: perchè un politico abile come Renzi si è cacciato nel cul de sac del referendum? In fondo la Costituzione vigente non ha impedito in quasi 70 anni di Repubblica ogni tipo di nefandezze. Forse perchè è il sistema istituzionale a non reggere più l’urto di una crisi sconvolgente? Occorre rilegittimare le istituzioni, come fece De Gaulle, trovare un modo perchè la legalità non sia troppo lontana dalla legittimità, avere governi retti da esigue minoranze di consenso ma abbastanza forti da prendere provvedimenti impopolari per governare la crisi permanente. In questo senso la vittoria del Sì o del No non cambierà se non nell’articolazione interna al ceto politico la direzione neoliberista del governo della crisi.
Aldo S. Giannuli
1 perchèce lo ha attirato Napolitano
2 perchè ha sottovalutato la cosa che pensava fosse una passeggiata
Tenerone Dolcissimo
Perché la Costituzione attuale, che io non stimo, ha permesso alla UE e ai potentati stranieri di fottere gli italiani-
Ma adesso la UE ha bisogno di molto di più cioè di depredare fino all’osso gli italiani dei propri risparmi e delle proprie case e dei loro posti di lavoro, per metterci i migranti -cioè le “RISORSE”- che accettano metà stipendio e salgono sulle impalcature senza casco e senza altre protezioni.
Ma per fare ciò aveva un ostacolo: i principi fondamentali di questa costituzione e la corte costituzionale.
Con la deforma in primis la corte finisce in bocca a Renzi, m anche se fosse composta totalmente da Zagrebelsky e da suoi cloni non potrebbe fare niente perché con la deforma i trattati UE entrano in costituzione e divengono di fatto la nostra nuova carta e a quel punto possono fare qualsiasi cosa a cominciare dall’imposta patrimoniale, di cui esiste un progetto firmato da Deutsche Bank cioè da quegli scoiattolini che hanno bisogno di decine di miliardi per tappare il buco.
Se non mi credete leggete quel che scrive BARRA CARACCIOLO o ascoltate le sue conferenze.
Lorenzo
In aggiunta ai motivi indicati da Giannuli, dal 2018 entrano in vigore le nuove regole bancarie (per quanto ora che anche la Deutsche bank è in crisi profonda si parla – guarda caso – di ammorbidirle). Col che diverrà visibile il buco nero del sistema bancario, e l’unico modo per tamponarlo continuando a servire il debito saranno (oltre ai soliti tagli lineari a stato sociale e sanità) le patrimoniali e i prelievi forzosi.
All’uopo serve un governo svincolato da società civile e opposizioni per quattro anni e mezzo. Negli ultimi sei mesi inizia la tornata di mance elettorali tarate sul livello intellettivo e culturale dell’elettore medio.
Giovanni Talpone
Purtroppo, per una forte minoranza, o addirittura una maggioranza, di italiani totalmente disinteressati alla politica (e sistematicamente disinformati dai media più popolari), tutti questi punti sono meno comprensibili e motivanti di: “mandiamo a casa un po’ di parlamentari”, “finalmente decideranno qualcosa alla svelta”, “finalmente taglieranno un po’ di spese”. Lo so che sono balle, pardon, tesi difficilmente sostenibili. Ma vengo da qualche mese di discussioni reali e virtuali con “l’uomo della strada”, “la casalinga di Voghera” (luogo in cui sono nato, peraltro…), e non mi faccio illusioni.
Ercole
Ci voleva un riassunto come questo.
Domani spero nella vittoria del ‘No’ al referendum in Italia e alla vittoria di Hofer in Austria 🙂
Cave asinus
https://caveasinus.wordpress.com/2016/11/18/quindici-ragioni-per-cui-votare-no-e-sono-anche-poche/
Riccardo M
A ben vedere, qualsiasi risultato del referendum è una sconfitta, una partita lose-lose.
Se vince il SI, vince Renzi e il renzismo, e non c’è bisogno di aggiungere altro. La vittoria del NO se la intesteranno le destre ed il populismo grillino (che è un’altra variante della destra), perchè la sinistra che lei rappresenta, Giannuli, non conta niente e rimarrà in un angolo a raccontarsi per altri 10 anni come questa “vittoria” può lanciare la sua riunificazione tanto agognata.
Votare SI o NO legittima solo una lotta di potere fra gruppi e partiti, lontanissima dalla difesa degli interessi delle classi sfruttate e lavoratrici.
Quello che mi sfugge è in che modo votare NO possa fermare ad es l’esodo dei giovani all’estero perché non vedono futuro, le mafie, la deriva neoliberista, lo sfruttamento e la precarietà, l’impoverimento, il razzismo che impregna la società italiana e potrei continuare per pagine intere. Oppure difendere una Costituzione i cui principi universali non sono MAI stati rispettati per quanto sia nata dalla Resistenza e l’Antifascismo, mantra che è stato svuotato da qualsiasi riferimento alla realtà.
Il referendum è l’ennesima farsa in cui ci fanno credere di poter scegliere e contare qualcosa. Non è così, non lo è mai stato, neanche nei casi in cui si pensa di aver ottenuto una grande vittoria, come l’aborto, il sistema ha sempre trovato il modo di recuperarla nel tempo (in quel caso grazie alla possibilità dell’obiezione di coscienza).
M
La Sua analisi, gentile Riccardo, è pessimista e non dà adito ad alcuna speranza. Mi permetta però, che quando si fa un analisi non bisogna inquinarla con il proprio stato d’animo, il quale spesso impedisce di vederci chiaro. D’altra parte poi Lei stesso riconosce che Le sfugge il modo con cui il NO possa fermare una serie di sventure del nostro Paese. Eppure, a ben vedere fino al 1981 la Costituzione era stata abbastanza rispettata, e infatti avevamo subito ogni sorta di intimidazione terroristica telecomandata dai signori d’oltreoceano. Poi accadde l’irreparabile, il divorzio tesoro bankitalia e l’inizio dello SME. Grazie a questi due presidi, palesemente contrari ai dettati della Costituzione, nel decennio successivo il grande capitale d’oltreoceano lentamente iniziò a erodere tutto il resto, fino a quando nel 1992 riuscì a speculare sulla lira al punto da creare dal nulla i fondi necessari a penetrare più in profondità, corrompendo a destra e a manca, ed ottenere il consenso necessario all’approvazione anche del Mattarellum. Da allora, come ho sopra ricordato, la discesa è stata irrefrenabile.
Infine mi spiega come può definire l’obiezione di coscienza dei medici ginecologi pari ad “una emanazione del sistema che riuscirebbe sempre a rintuzzare le grandi vittorie referendarie”? Non sarà forse che il Suo confondere la coscienza dei medici con il sistema del potere, dia conto anche della Sua analisi sul voto odierno?
Gaz
Voglio ancorare il panfilo Italia al largo di Westcliff on Sea, farvi salire a bordo los traditores e comprare a man bassa per un boccone di pane industrie, banche, assicurazioni, giornali, tv, squadre di calcio …
Gaz
Il prestigioso Capo Spulico Tribune ha intervistato in esclusiva l’on. Cetto La Qualunque, uno dei pochi politici del Dppì ad essersi prontamente dichiarato favorevole all’astensione nel voto sul referendum.
– Onorevole, come mai dopo un primo endorsement a favore del Si, ha avuto un repentino e originale revirement ?
– Qualunquemente fatti i caxxi tuoi !
_-Onorevole, cosa vorrebbe dire al segretario del suo partito?
– In partitura e cantato da un tenore: “intu c. ” così impara a dividere l’Italia.
– Onorevole, cosa ci dice in merito alle voci che la vorrebbero alla guida del suo partito?
– Segretario, pù, pù, pù, Caino!
Gaz
Bomba, back home !