Il terrorismo psicologico, gli italiani all’estero e De Luca: come il Pd sta facendo campagna referendaria.

Ieri ho tenuto l’ultima lezione del corso di questo anno, al termine della quale, come al solito ho risposto agli interventi dei miei studenti. Fra loro uno ha detto di essere stato convinto a votare No, ma di aver nutrito dubbi da ieri, dopo che l’azienda per la quale lavora il padre, ha inviato un sms, nel quale dice che forse non potrà confermare l’incarico di lavoro per l’anno prossimo, perché due aziende (una di Abu Dhabi e l’altra cinese) hanno comunicato di sospendere le rispettive ordinazioni sino al risultato del referendum per cui, l’ordine è da intendersi revocato in caso di vittoria del  no.  Quanti altri sms del genere stanno arrivando in queste ore attuando una campagna di terrorismo psicologico?

Le ipotesi sono due: o l’imprenditore si è inventato tutto perché è un galoppino del Pd ed, a suo modo, fa così campagna elettorale, oppure la notizia è vera e questo peggiora ancor di più il giudizio sul Pd. Come si ricorderà, tutta la campagna elettorale è stata segnata sin dall’inizio da una martellante serie di appelli delle istituzioni finanziarie europee sui rischi di una vittoria del No simile a quella condotta sul referendum per la Brexit. Quello che è grave è che il governo, lungi dal respingere queste interferenze in difesa dell’indipendenza nazionale e dell’immagine economica del paese, se ne è giovato ed ha soffiato sul fuoco, ingigantendo ulteriormente gli allarmi. A questo punto, se degli investitori stranieri giungono davvero a sospendere loro committenze per questa ragione, è chiaro che questo è il risultato della campagna del governo che sta dando luogo alla profezia che si autoinvera. Il fatto è che forse gli italiani non presteranno attenzione a questa campagna terroristica, ma alcune aziende straniere si e con effetti negativi sull’economia nazionale.

A questo punto ci chiediamo: siamo sicuri che il comportamento delle autorità di governo sia stato penalmente ineccepibile? Chi ripaga il danno di immagine  economica del paese?

Mentre si consumano le ultime ore di campagna elettorale, parte la questione degli italiani all’estero, cui il Presidente del Consiglio appende le sue ultime speranze di sovvertire le previsioni. E veniamo a sapere che buona parte di essi ha ricevuto a casa un depliant del Pd che illustra le ragioni del Si. Chi ha dato l’indirizzo di questi cittadini al Pd? Sembra che ora ci sia un elenco pubblico, consultabile da tutti, ma comprende anche gli indirizzi? E da quando è pubblico?

In ogni caso, questo elenco sembra non sia stato consultabile sino a data recente, ma per essere arrivati già il 20 novembre questi depliant è ovvio che la spedizione è partita decisamente prima e che prima ancora sono stati trascritti gli indirizzi.  E’ realistico che questa operazione ha richiesto almeno 20-25 giorni di preparazione (fra acquisizione degli indirizzi, allestimento del plico postale, invio e consegna) e le buste sarebbero arrivate già a metà novembre. Vogliamo capirci qualcosa? Se emergesse che il Si ha goduto di questo vantaggio indebito rispetto al No, non sarebbe il caso di chiedere già da adesso, l’annullamento del voto degli italiani all’estero?

Non parliamo poi delle chiamate di comitati per il si sui telefoni cellulari: da hanno avuto il numero da chiamare?

Poi ci sono i “giochi delle tre carte” del piccolo pataccaro fiorentino, dietro cui si staglia l’ombra del grande pataccaro napoletano. Ad esempio, è scomparso il tema della legge elettorale che costituisce la pietra fondante di questo ordinamento. Renzi dice che, siccome ha raggiunto un vaghissimo accordo con la minoranza cuperliana sul superamento dell’Italicum, questa legge non c’è più.

Cosa falsa due volte: in primo luogo perché, sino a quando una legge votata dal Parlamento non introduce una nuova legge elettorale, quella vigente resta l’Italicum e nessuno può garantire che dopo il 4 dicembre ci sarà una maggioranza pronta a votare una nuova legge o che non sopraggiunga lo scioglimento anticipato del Parlamento; in secondo luogo perché noi non sappiamo di che legge si tratti: potrebbe essere ancora più dis-rappresentativa dell’Italicum. Di fatto, questo è solo un modo per cacciare dal referendum un tema scomodo e chiedere agli elettori di firmare una cambiale in bianco, con la scusa che il referendum è sulla Costituzione e non sulla legge elettorale, come se questa fosse indifferente al concreto funzionamento della riforma costituzionale.

Altra patacca renziana: la legge elettorale delle regioni farà in modo che i senatori siano scelti dai cittadini. Bugia amara: la norma costituzionale (art 57) dice testualmente “I Consigli regionali ed i consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori”. Quindi chi elegge sono i consigli regionali e non gli elettori ed una legge ordinaria (tale è la legge elettorale regionale) non può prevalere su una norma costituzionale, per cui, se si vuole reintrodurre l’elettività diretta dei senatori (ad esempio dichiarando automaticamente  senatori i consiglieri che abbiano ottenuto più preferenze) occorre prima fare una nuova revisione costituzionale. Il piccolo truffatore fiorentino non sa cosa sia la vergogna ed imbroglia deliberatamente l’elettorato.

Poi c’è il caso De Luca che è l’apice di questa campagna elettorale: ora il vicerè della Campania la sta buttando in burla, come suo solito: ho scherzato, ma credete davvero che si faccia voto di scambio con la frittura di pesce? Alfieri l’ho chiamato solo perché era vicino a me in quel momento e le mie espressioni sulla clientela erano evidenti paradossi, la riunione era aperta a tutti ecce cc.

Allora, qualche precisazione:
1.    il voto di scambio non è tanto quello fra i galoppini di De Luca e i singoli elettori ed a base di fritture di pesce (quello sarebbe solo il momento terminale e la frittura è solo un modo elegante per parlar d’altro). Il vero voto di scambio è quello che sarebbe avvenuto fra il Presidente del Consiglio ed il governatore della Campania, attraverso l’erogazione di forti quantità di denaro per opere pubbliche in Campania, in cambio di consensi alla riforma. Nessuno nega che il governo abbia il potere di erogare somme di denaro, per il passato e per il futuro, ad una regione piuttosto che ad un’altra, ma questo non deve essere condizionato o comunque messo in relazione al voto referendario. E De Luca fa proprio questo: per motivare i sindaci a muoversi dice “abbiamo avuto un fiume di denaro ed altro ne arriverà” (sottintendendo, la vittoria del si). Il ragionamento è questo: se vince il No il governo cade e quindi perdiamo i finanziamenti assicurati da questo governo. Il punto è proprio qua: che la partita dei finanziamenti deve restare separata da quella referendaria, l’elettore deve esprimersi  sul testo della costituzione a prescindere dall’eventuale vantaggio che gliene verrebbe in caso di vittoria di una delle due tesi (magari in termini di un posto di lavoro), diversamente, appunto, saremmo al voto di scambio.

2.     Quanto alle facezie, il presidente della regione Campania, politico esperto, dovrebbe sapere che in un momento delicatissimo come quello presente, è necessario essere molto accorti nell’ussso delle parole che un fraintendimento può portare a comportamenti delittuosi. Ad esempio, potrebbe esserci qualche sindaco privo di senso dell’umorismo, che potrebbe interpretare alla lettera l’indicazione di fare clientelismo (cioè voto di scambio). E poi, se la riunione era davvero quel porto di mare di cui De Luca dice, perché compiacersi all’inizio dell’assenza di giornalisti che avrebbe consentito una certa libertà di linguaggio?

3.    Alfieri non è uno qualsiasi ma un dirigente di partito che non venne candidato alle elezioni regionali dal Pd perché ritenuto “impresentabile”. E questo ha un significato poco scherzoso.

Il Presidente del Pd Orfini ha dichiarato che “il Pd non è De Luca” e che il partito (in quella regione) va rifondato. Ebbene no: il Pd è De Luca ed i suoi metodi, in primo luogo perché non c’è stata alcuna dissociazione del partito o procedimento disciplinare (fosse anche una semplice ammonizione), anzi il partito lo ha difeso in Commissione Antimafia. Ma, soprattutto, lo ha premiato con uno scandaloso decreto che gli consente di diventare commissario alla sanità nella sua regione, in deroga a quanto già stabilito, proprio per evitare il fenomeno del controllato-controllore, e con lo stesso spirito della riforma che postula una ripresa di controllo da parte del governo centrale.

Dunque, possiamo tranquillamente affermare che il voto di scambio fa parte delle modalità di intervento politico del Pd, con tutto quel che ne consegue.

Quanto alla natura giuridica dell’eventuale comportamento da sanzionare in sede penale, dobbiamo considerare che l’eventuale voto di scambio sarebbe il reato mezzo, mentre il reato fine sarebbe quello della turbativa del voto referendario. Mi si è giustamente fatto notare che l’art. 283 del cp è stato modificato nel 2006 introducendo un richiamo all’uso di mezzi violenti per attentare alla Costituzione, per cui non sarebbe qui applicabile. Ora, a parte il fatto che le norme sono sottoposte ad interpretazione  e, se è vero che in claris non fit interpretatio, è anche vero che la gravità del comportamento, che inferisce sui meccanismi più delicati dell’ordinamento giuridico, è tale da poter giustificare una interpretazione estensiva della norma (che peraltro, precedentemente era più onnicomprensiva), resta il problema di configurare adeguatamente l’eventuale reato fine, magari prendendo in considerazione altre fattispecie penali.

Concludendo: noi voteremo su un testo costituzionale, ma non possiamo ignorare il contesto di questo voto, fatto di illegalità piccole e grandi che non possono passare senza sanzione. Anche perché, se questo accade prima di una eventuale vittoria del Si, immaginiamo cosa potrà accadere in seguito ad essa e in che clima faremo le prossime elezioni politiche o i prossimi referendum.

Ed allora lancio una idea: perché non fare un “libro bianco sulle illegalità del Pd” in questa campagna referendaria? Vale la pena di discuterne, vi pare?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (30)

  • é arrivata anche a me la propaganda fascista del comitato renzicapopolo.
    un depliant delirante a favore del regime bancofascista prossimo futuro, inviato in una busta non recante il mittente (cosi non potranno essere denunciati?). ma come si permettono di violare la privacy dei cittadini liberi e pensanti questi farabutti…!?!?
    chi ha fornito loro il mio indirizzo e in base a quale normativa é consentito molestare i cittadini liberi con missive chiaramente di stampo nazifascistopiduista?
    possibile che non vi sia un comitato di avvocati per il NO che possa raccogliere le denunce e fargliela pagare a sti infami?
    qualcuno conosce un avvocato che ha voglia di patrocinare una querela?
    sono incazzatissimo
    saluti bakuniani

    • Tenerone Dolcissimo

      Mo’ avete capito a cosa serviva l’anagrafe tributaria e le registrazioni antiriciclaggio della cosiddetta legge antiriciclaggio (leggetevi il 6° comma dell’art. 36 del dlgs 231 del 2007)?!?!?!?!?
      Quando noi liberali parlavamo di tutela della privacy SOPRATTUTTO NEI CONFRONTI DELLO STATO ci rispondevano che chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere.
      Ecco serviti di barba e capelli

    • Gli elenchi degli elettori (indirizzo e tutto) sono accessibili per legge e sarebbe strano se non lo fossero.

      [-] Pubblica amministrazione – Pubblicità delle liste elettorali – 20 aprile 1998
      http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/40493

      [-] Provvedimento in materia di trattamento di dati presso i partiti politici e di esonero dall’informativa per fini di propaganda elettorale
      http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/3013267

      Gli elenchi elettorali vengono aggiornati in base alle disposizione di legge per censire coloro ai quali non è vietato votare.

      https://it.wikipedia.org/wiki/Elettorato_attivo_(ordinamento_costituzionale_italiano)#Requisiti_negativi

      • solo che è legittomo avere dubbi che questa normativa generale sia applicabile al caso particolare degli italiani all’estero.

        • Si tratterebbe di accedere alla “lista elettorale” contenente gli abilitati al voto nelle circoscrizioni estero.

          «Sono iscritti di ufficio nelle liste elettorali i cittadini che, possedendo i requisiti per essere elettori e non essendo incorsi nella perdita definitiva o temporanea del diritto elettorale attivo, sono compresi nell’anagrafe della popolazione residente nel comune o nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE)» Art 2 L15/1992

          La possibilità di accesso alla “lista elettorale” per l’estero è in vigore da tempi lontani:

          anche se nel 2004 il provvedimento del garante per la privacy (Rodotà) riteneva «opportuno a riguardo un chiarimento normativo» ma esprimeva parere positivo sull’uso dei dati dei residenti all’estero.
          http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/634369

          Sono passati più di dieci anni e svariate legislature da allora.

          .

          • si ma in concreto i residenti avevano diritto di iscriversi (se non sbaglio, sino al 26 ottoobre) e gli indirizzi non erano automaticamente disponibili. Insomma io vorrei vederci più chiaro se qualcuno ha avuto un vantaggio su altri

          • Tenerone Dolcissimo

            Mi sembra che il fronte del NO avesse chiesto di vederli e mi sembra di ricordare che la abbia preso in (bip)
            Inoltre c’era il problema degli indirizzi mi pare.
            Forse qualcuno ne sa piu’ di me.

    • Tenerone Dolcissimo

      Scusa Tonino ma tu sei residernte all’estero? Non per farmi gli affari tuoi ma dove abiti e dove ti è arrivata la busta?

    • Tenerone Dolcissimo

      MORE SOLITO direi
      Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, / Dai boschi, dall’arse fucine stridenti, / Dai solchi bagnati di servo sudor, / Un volgo disperso repente si desta; / Intende l’orecchio, solleva la testa / Percosso da novo crescente romor. / Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti, / Qual raggio di sole da nuvoli folti, / Traluce de’ padri la fiera virtù: / Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto / Si mesce e discorda lo spregio sofferto / Col misero orgoglio d’un tempo che fu. / S’aduna voglioso, si sperde tremante, / Per torti sentieri, con passo vagante, / Fra tema e desire, s’avanza e ristà; /
      … omissis…
      E sopra i fuggenti, con avido brando, / Quai cani disciolti, correndo, frugando, / Da ritta, da manca, guerrieri venir: / Li vede, e rapito d’ignoto contento, / Con l’agile speme precorre l’evento, / E sogna la fine del duro servir. / Udite! Quei forti che tengono il campo, / Che ai vostri tiranni precludon lo scampo, / Son giunti da lunge, per aspri sentier
      … omissis…
      Si vider le lance calate sui petti, / A canto agli scudi, rasente agli elmetti, / Udiron le frecce fischiando volar. / E il premio sperato, promesso a quei forti, / Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, / D’un volgo straniero por fine al dolor? / Tornate alle vostre superbe ruine, / All’opere imbelli dell’arse officine, / Ai solchi bagnati di servo sudor. / Il forte si mesce col vinto nemico, / Col novo signore rimane l’antico; / L’un popolo e l’altro sul collo vi sta. / Dividono i servi, dividon gli armenti; / Si posano insieme sui campi cruenti / D’un volgo disperso che nome non ha.

  • Sono stato invitato ad illustrare ad una platea di giovani votanti più che il contenuto del referendum, la tecnicalità referendaria ed elettorale
    Mi sono trattenuto dal mio sport preferito, ovvero prendere apertamente per i fondelli l’onorevole piddino sostenitore del Si.
    Sconsolatamente il deputato non ha compreso neppure le frecciatine.
    L’argomento che ha più interessato i neo votanti ha riguardato la tipologia di sistemi elettorali.
    Il che vuol dire che hanno compreso buona parte del problema.

    • Tenerone Dolcissimo

      Basta che ti rileggi quel messaggino che mi è arrivato da un sostenitore del SI e che ho riportato qui e capisci con chi abbiamo a che fare

  • Giannulli, il presidente degli stati uniti è eletto da delegati (electoral college) sulla base delle indicazioni dei cittadini ma non è eletto direttamente da essi:

    In Italia non esiste nessun vincolo costituzionale che prevenga che consiglieri regionali agiscano su mandato imperativo degli elettori: per i consiglieri regionali il divieto di mandato imperativo è sancito meramente da una legge legge ordinaria (legge n. 165/2004)

    Dunque sarebbe possibile imporre ai consigli regionali questa ed altre “meraviglie”:
    Se non erro il divieto di mandato imperativo è l’unico ostacolo al recall, alla decadenza per trasformismo (floor-crossing) o decadenza per inadempienza alle direttive di capigruppo (whip).

    PS: In ogni caso passasse la riforma il PD avrebbe già la maggioranza al senato la prossima legislatura. Resta da vedere quanti lustri occorreranno al M5S per avere una maggioranza al senato con la nuova costituzione.

        • Io devo invece capire a che serve tradurre dall’inglese articoli che forniscono bufale a chi è del M5S.

          «La principale fonte di preoccupazione non è tanto il referendum, ma la nuova legge elettorale, che assicura a chi vince le elezioni di ottenere la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati. Questo naturalmente interessa Renzi, che ha governato due anni con una maggioranza risicata. Ma rappresenta la più grande chance per il Movimento 5 Stelle di salire al Governo e portare avanti la sua volontà di promuovere un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Questo rende l’assenza di pesi e contrappesi così pericolosa»

          Quelli del Financial Times che hanno pubblicato l’articolo, il “combinato disposto” non l’hanno capito mica e fanno allarmismo ma i giornalisti che scelgono cosa tradurre e passano questa roba in giro sono “italiani”.

  • Viviamo nel mezzo di una crisi antropologica e di civiltà che si riflette in tutti i campi della vita associata, e quindi anche in quello istituzionale. Come i banksters hanno stracciato le regole non scritte che rendevano vitale l’economia capitalista, così i vari Napolitano, Renzi ecc. vanno stracciando quelle che rendono vitale il quadro istituzionale liberalparlamentare.

    Se si guarda all’involuzione dei partiti in consorterie imprenditorial-mafiose prive di ogni addentellato nella società civile, all’esplosione della fiducia parlamentare come mezzo legislativo, al continuo e crescente successo elettorale di guitti da avanspettacolo che invece di parlare di politica sanno arringare il gregge mediatizzato (da Berlusconi a Grillo a Renzi), si comprende che i sunnominati soggetti sono solo interpreti di linee di tendenza profonde.

    Con buona pace dei socialdemocratici la loro repubblica nata dalla resistenza (per finta) e dal compromesso fra i vincitori della 2da guerra mondiale (sul serio) sta arrivando alla frutta, ed è probabile che si troveranno a scegliere fra appoggiare l’incipiente processo di rinazionalizzazione ovvero il definitivo trionfo del capitalismo di rapina.

  • Professore buongiorno!
    La prima è così, a prima vista, una minchiata, almeno per quanto riguarda la Cina. La RPC non ha nessun interesse alla vittoria del SI, su questo ci posso mettere tutte e due le mani sul fuoco. Anzi, vincendo il NO, dal punto di vista geopolitico si assicura meno “cinghia di trasmissione” fra berlino/bruxelles e roma e può continuare a fare le sue manovre commerciali “bilaterali” concedendo contentini a uno e comprando a man bassa dall’altro. In altre parole, differenziare investimenti diventerebbe più difficile. Difficile che un arabo e un cinese, che hanno due modi di lavorare completamente diversi, abbiano la stessa idea sul referendum, ammesso che ce l’abbiano. Inoltre, dal punto di vista strettamente aziendale, mi sembra una doppia minchiata. La ditta non butta mai via soldi in SMS, ma manda mail (gratis) o appende in bacheca per le comunicazioni ufficiali. Una cosa del genere, visto che comporta licenziamenti, dovrebbe figurare in questa categoria. Ma la ditta manda un SMS. Guarda caso. Una cosa che non si può “girare” come una mail. Ma un delegato RSU, qualora ancora esistesse, sarebbe comunque in grado di rintracciare da chi viene il messaggio e chiedere il messaggio con cui, udite udite, un cinese e un arabo contemporaneamente minacciano la rescissione di un contratto così, in caso di vittoria referendaria. Sarebbe in grado, ne avrebbe tutto l’interesse, ma non lo fa. Io direi al Suo studente che, o ha le prove, e intende esibirle, per un qualcosa che è perseguibile penalmente, oppure che gli è andata male e che ringrazi il cielo o chi per esso perché la pazienza non è infinita.
    Per il resto completamente d’accordo, anche per le generazioni future. La storia non possamo permettere che la scrivano sempre le classi dominanti.
    Un caro saluto.
    Paolo

  • SE VINCE IL SÌ SARÀ LA GUERRA Il Sì, se vince, non vince perché convince, ma perché bara. Mentre chi sostiene il No, non bara, la racconta giusta. Buoni di qua, cattivi di là, noi contro di loro. Insomma, ammesso e non concesso che vinca il Sì, quelli del No dovranno passare alla guerra civile, o quantomeno alla guerriglia o alla disobbedienza civile. Le valutazioni e i giudizi che ho letto in questi giorni impongono, per coerenza logica e morale, che questo passaggio sia fatto, altrimenti sarà evidente che quelli che hanno detto certe cose sono solo tromboni e parrucconi che amano spararle grosse. Per cui se il 5 vince il Sì si dovrà passare dalle armi della critica, alle armi giudiziarie dei ricorsi e dei controricorsi, non paghi della ultima sentenza del Consiglio di Stato di ieri nella quale si afferma che il ricorso sulla formulazione del quesito è stato posto da persone che sono ignoranti o fanno gli ignoranti. E poi alla fin fine, a fronte di una deriva autoritaria, a questa nuova, subdola, “marcia su Roma” sarà forse opportuno passare dalle armi della critica alla critica delle armi, non credete? Aux armes citoyens, aux armes!

  • Illustre Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
    Ella sostiene -non senza ragioni- che la sua carica meriti rispetto,
    perchè rappresenta la Nazione intera.
    Orbene, certe pose ridicole potrebbe pure evitarle per non trascinare
    nel discredito l’Italia intera.
    Lungi da me l’idea di sostenere che Ella sia un novello Hitler, ma alcune pose
    che sembrerebbero l’imitazione del caporale austriaco potrebbe evitarcele,
    per il bene suo e dell’Italia intera, incluso me che non la voto, e che pur tuttavia sono
    rappresentato da Lei.
    http://2.bp.blogspot.com/-Y2iA0TC44ZY/UX2mD8BiWtI/AAAAAAAAEf8/POBg6gvtlaY/s1600/Hitler+rehearsing+his+public+speeches+in+front+of+the+mirror+4.jpeg

  • Nell’articolo si parla dell’ex presidente della repubblica, che da anni svolge un ruolo di collegamento tra le elites della globalizzazione e il sistema politico italiano.
    E’ difficile capire la deriva del principale partito della sinistra verso posizioni neoliberiste se non si considera il ruolo determinante di Napolitano.
    In caso di vittoria del no è probabile che il grande vecchio ci propini un governo tecnico, infarcito di ex dirigenti delle grandi banche d’affari, con il compito di attuare l’eliminazione delle parti più scandalosamente di sinistra della costituzione e soprattutto di non disturbare la Merkel con continue richieste di allentamento dell’austerità.
    Renzi, ultimamente, aveva un pò stancato la cancelliera con le sue lamentele, rischiando di metterla in difficoltà con l’elettorato tedesco, convinto della nostra inaffidabilità finanziaria.
    Questo, forse, spiegherebbe lo strano voltafaccia dell’Economist che, il 24 Novembre, in un articolo, aveva manifestato una qualche simpatia per il no.
    I grandi banchieri sono disposti ad accettare una sconfitta in Italia, pur di preservare qualche speranza di vittoria in Germania.

  • Siamo oramai alla fine e vorrei esprimere un ringraziamento veramente particolare al professore Aldo Giannuli, ringraziamento al quale spero che si aggiungeranno anche altri che lo leggono.
    Si è speso molto per questo referendum, e non solo: anche oggi c’è un suo intervento, credo l’ultimo, sul blog del Movimento dove aggiunge altri pregevoli argomenti a favore del “NO” (ma forse sarebbe più giusto dire: contro il “SI”).
    Indipendentemente dall’esito della consultazione, credo di poter dire che ha fatto tanto per la causa del “NO” ma, quel che più conta, per la causa della VERITA’; questo da solo basta per avere la mia gratitudine e, ne sono certo, non solo la mia.
    GRAZIE ALDO!

    • Davvero Aldo, a meno di 24 ore dall’ora x… grazie di tutto!
      Una sola certezza: da lunedì, comunque vada, la lotta continua! Specialmente se andasse male, ma anche se andasse bene… Nel frattempo, stanno mettendo su rai5 una replica di un documentario sul blues a cura di Clint Eastwood: già passato Ray Charles, è ora il turno di Dave Brubeck… la calma prima della tempesta!
      Grazie ancora e buona domenica a tutti!

    • Sapere che una attività apprezzata sia frutto di spontanee inclinazioni rende meno greve l’attesa che possa concretizzarsi la speranza nascosta nell’articolo due della nostra Costituzione.

      Grazie per le possibilità che il Suo continuato impegno offre, Giannulli.

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