Rauti fascista di sinistra? Una messa a punto
Diversi intervenuti sia sul blog che sul mio profilo Fb ritengono ingiustificato quello che ho detto a proposito di Rauti “fascista di sinistra”. C’è chi, usando come pseudonimo quello che Rauti (con Giannettini) usò quando era al servizio del generale Aloja (Flavio Messalla) mi invita a documentarmi e leggere Rauti: l’ho fatto per oltre 25 anni e mi pare di aver scritto qualcosa in proposito, che è possibile trovare ancora in libreria; in compenso io noi so chi si celi dietro all’infausto pseudonimo di Messalla. Anche Ugo Maria Tassinari, che di storia della destra ne sa, mi dice che Rauti era un fascista di sinistra, antioccidentale, antiamericano ecc. Allora qualche precisazione si impone:
1. Rauti fu presente alla fondazione del Msi ma, insomma, non si può dire che ebbe alcun particolare rilievo nei primi anni di vita del partito.
2. Rauti ed i suoi amici (i Far) si collegarono subito a Julius Evola, filosofo esoterico che, fascista di sinistra proprio non lo era nemmeno da lontano, perché teorico ultra elitario e simpatizzante del nazismo. E neppure i Far possono definirsi (né si definirono) fascisti di sinistra.
3. Il Centro studi Ordine Nuovo, creato nel Msi nel 1954 (dopo la vicenda dei Far e del loro scioglimento) non si definiva affatto di “sinistra” o erede delle correnti sindacali del fascismo, né aveva la “Carta di Verona” fra i suoi testi di riferimento (cosa che invece era propria della corrente almirantiana). Piuttosto, come avverte lo stesso nome Ordine Nuovo, le loro simpatie andavano al nazismo e vorrei ricordare che le correnti di sinistra del nazismo (come Gregor Strasser o le Sa) erano già state epurate nel 1934. Il modello di On fu piuttosto quello delle Ss, che si proponevano come ordine cavalleresco del Reich e corrente elitaria e di destra della Nsdap.
4. Rauti ed On non furono affatto antioccidentali sino a tutti gli anni settanta, anzi –come dimostra la lettura degli atti del convegno di Parco dei Principi- furono fautori dell’occidentalismo più oltranzista.
5. On condivise pienamente le teorie della “guerra rivoluzionaria” che erano dottrina ufficiale della Nato e, coerentemente, collaborò con il servizio segreto militare italiano.
6. Rauti ed On collaborarono anche con la Pide (la polizia segreta portoghese) e con l’Aginter Presse, che era una agenzia collaterale della Cia per i lavori sporchi, formata da reduci dell’Oas che aveva nell’occidentalismo la sua bandiera. Infatti, l’Aginter promosse nel 1969 a Sintra un incontro di gruppi di destra europei, cui parteciparono anche i rautiani, all’insegna della “Convergencia Occidental”.
7. Rauti ed On collaborarono attivamente anche con il regime dei colonnelli greci (Maceratini fu anche fra i consulenti che avrebbero dovuto lavorare alla nuova Costituzione che non vide la luce perché, nel frattempo il regime era caduto). Ed i colonnelli greci erano quanto di più lontano si possa immaginare dai temi del fascismo di sinistra come la socializzazione, oltre che essere fedelissimi della Nato e degli Usa.
Non facciamo scomparire tanti anni di proficua collaborazione con gli amerikani dietro una immeritatissima etichetta di “fascista di sinistra” nemico dell’Occidente…
Detto questo per amor di precisione, aggiungiamo che Rauti, dal 1979-80, varò una svolta per la quale si costruì la leggenda del suo fascismo “di sinistra”. In effetti adottò slogan filo arabi (in funzione anti Israele), propose un “fronte comune antisistema” all’estrema sinistra (che non prese in considerazione la cosa neppure per un secondo) e fece discorsi vagamente antioccidentali. La cosa si accentuò con il dispiegarsi della globalizzazione che egli avversò in nome del più tradizionale nazionalismo.
Non sto a dire se questa svolta (per molti versi ambigua e contraddittoria) fosse mera tattica o se questo segnò una svolta effettiva del suo pensiero politico nell’ultima fase della sua vita, ma, tutto ciò considerato, mi pare che sia possibile definire Rauti un fascista “di sinistra” nemmeno facendo i salti mortali.
Questa, semmai è una definizione che può riferirsi ad uno come Vincenzo Vinciguerra.
Su Spiazzi: l’ho incontrato in Commissione Stragi e nel corso dell’inchiesta di Guido Salvini, l’ultima volta lo vidi nella libreria Rizzoli in occasione della presentazione del suo libro-intervista con Sandro Neri. Era un militare monarchico (faceva parte della “guardia d’onore alle reali tombe al Pantheon” dove faceva regolarmente i suoi turni di picchetto), cattolico ed ultra tradizionalista. Dunque, quanto di più lontano dalle mie idee politiche. E’ probabilissimo che abbia avuto parte in vicende come il golpe Borghese (non fu dimostrato e lui ne dette una versione che non stava molto in piedi, ma ci sono moltissimi elementi per pensarlo).
Però devo dire che non mi ha mai convinto l’idea di un suo coinvolgimento nelle stragi: qualcosa che non apparteneva alla sua mentalità di militare e Spiazzi era un uomo coerente, bisogna dargliene atto. Peraltro, se sul suo coinvolgimento nei tentativi di colpo di Stato (Rosa dei Venti in primis) sono emersi non pochi elementi, su una sua partecipazione ad episodi di stragi non è mai emerso nulla di significativo. Anche se è probabile che sapesse più di quel che ci ha detto.
Nel complesso, un avversario del quale però si può parlare con rispetto. La morte chiede pietà umana, ma non tutti i morti sono uguali…
Aldo Giannuli
aldo giannuli, aloja, fascista di sinistra, giorgio almirante, messalla, ordine nuovo, pino rauti, ugo maria tassinari
mgm
e tra l’altro non so tu, ma questo nozione di “fascismo di sinistra” o peggio”nazismo di sinistra” è talmente oscena e strumentalmente usata dai rosso bruni in realtà brunissimi che io la uso con gli studenti spiegandogli che ha da prendere con le pinze: anche le SA erano “nazisti di sinistra” secondi Hitler ma proviamo a pensare di finire nelle loro mani anche soo per un momento…
ugo maria tassinari (@ugomtassinari)
E’ una semplificazione brutale quella che mi viene qui attribuita. Io sostengo un’altra cosa: che Rauti nel 1976 legge nel nascente compromesso storico un’opportunità da cogliere e lancia lo slogan dello “sfondamento a sinistra”, slogan che spinge i suoi giovani seguaci a rivolgere l’attenzione a un sociale che la precedente generazione evoliana aveva sommamente disprezzato.
Così come non ho mai pensato a un Rauti antiamericano: tant’è che ancor’oggi – e io l’ho ricordato ripubblicando l’intervista a Mineo al tg 3 – molti suoi ex seguaci gli attribuiscono come un tradimento la posizione assunta in occasione della guerra dell’Iraq (mentre Le Pen si schierò a sostegno di Saddam).
Condivido invece la valutazione su Spiazzi.
PER NON DIMENTICARE CHI È STATO PINO RAUTI E QUALI FOSSERO I SUOI PENSIERI POLITICI / 2: lo dice anche il prof. Aldo Giannuli « Leo Rugens
[…] alla luce delle nostre consonanti opinioni riguardo Pino Rauti. Leggo oggi 7 novembre 2012 un articolo del professore pubblicato sul suo blog e che vi invito a leggere; mi consola sapere di non essere solo a pensare ed esprimere giudizi […]
federico
i rossobruni sono uno specchietto per le allodole, vedono la storia solo come scontro di stati geopolitica e non come lotta di classe, credo che la componente fascista di sinistra sia solo un modo per fare confusione, al momento opportuno questi gruppi fanno la fine dei monteneros in argentina se non si accontentano di qualche rendita di posizione. Per quanto riguarda Rauti concordo con Giannuli il porsi a sinistra era solo un modo per cooptare pezzi di sinistra, una tattica strumentale.
Ricordiamoci che i piani della Nato erano riferiti a neutralizzare il PCI e i gruppi neofascisti servivano a creare tensione nel paese, i fascisti si infiltravano nel movimento per creare scontri o manipolare dal di dentro formazioni extraparlamentari di sinistra DESTABILIZZARE PER STABILIZZARE comunque fascista di destra o di sinistra sempre al servizio della reazione
Germano Germani
Reputo opportuno una replica in sede teorica al concetto di fascismo di sinistra che lei non ammette valga per Rauti. Fermo restando che il concetto di stato organico di impronta evoliana cui lui si riferiva,è molto più complesso di quanto un ricercatore come lei, solito fare le pulci al materiale cartaceo giacente nei fondi degli archivi di polizia,può capire.Di solito si parte con il piede sbagliato, incapaci di capire che il nazifascismo, fu un fenomeno epocale moderno, che non mirava a governare con lo stato d’assedio, con la legge marziale, con i colpi di stato orditi da militari di carriera, ma con la mobilitazione delle masse, mirando al loro cuore prima che al loro cervello con miti e parole d’ordine e ottenendo il loro consenso, ma soprattutto con organizzazioni alternative sia sindacali,giovanili,culturali,politiche che rompevano il monopolio egemonico dei marxisti, proprio sul terreno delle masse.Per meglio capire che il fenomeno nazifascista nella sua dinamica essenzialmente rivoluzionaria,liquidò i vecchi e falliti sistemi giacobini ottocenteschi,ci si chieda con chi si alleò il comunismo internazionale per sconfigere il nazifascismo.Ebrei,massoni,capitalisti,preti,in combutta coi marxisti, furono i veri nemici irriducibili,che intuito il pericolo e soprattutto l’eresia, seppellirono sotto un mondo di macerie le potenze dell’Asse. Giannuli ma le pare che Rauti, fosse uno, che come il generalissimo Franco, mandava a letto presto i giovani perché non si occupassero di politica? Campi Hobbit, musica alternativa, periodici satirici irriverenti, elaborazione culturale basata sugli scritti, di intellettuali di rango come Ezra Pound, Louis Ferdinand Celine,Julius Evola, Rène Guènon,dando vita a strategie rivoluzionarie,questo fu Rauti.Mentre lei si limita a leggere materiale dozzinale come il mattinale delle questure,che fa solo cronaca nera,ma non la storia dei movimenti e delle idee che mossero il mondo.
Stregatto
Il problema di fondo è la contestualizzazione degli eventi. Rauti come l’80% dei “neofascisti” (li chiamo così per semplificare…ovviamente) è ed era antiamericano, sociale/socialista.
ON nasce grazie alle fortissime influenze evoliane e in particolare dalle “tesi” de Gli Uomini e le Rovine (ben diverso da Cavalcare la trigre). Che poi ON collaborasse con gli americani/Nato etc è un fatto legato squisitamente al contesto e alla forza che aveva il comunismo (largamente inteso). Non significa assolutamente essere filoamericani, anzi…è che il “nemico” fisico (comunisti) era molto più presente del nemico “spirituale” (l’america). Semmai è proprio la posizione sull’Iraq a non avere senso, ma non le collaborazioni negli anni 60-70.
@Federico: Ricordiamoci che i piani della Nato erano riferiti a neutralizzare il PCI e i gruppi neofascisti servivano a creare tensione nel paese, i fascisti si infiltravano nel movimento per creare scontri o manipolare dal di dentro formazioni extraparlamentari di sinistra DESTABILIZZARE PER STABILIZZARE comunque fascista di destra o di sinistra sempre al servizio della reazione
Questa cosa è FALSA l’obiettivo non era stabilizzare ma far implodere il Sistema. Leggete la Disintegrazione del Sistema di F.Freda..(non le fantasie di Lucarelli che non l’ha mai letta), non ci sono equivoci è tutto scritto. L’idea che i neofascisti volessero stabilizzare (volontariamente) un sistema borghese è pura fantasia…che serve alla sinistra a trovare un alibi ai propri fallimenti. L’antifascismo militante riprende proprio perchè non hanno più progetti, idee…nulla non resta che sprangare i fascisti.
Germano Germani
Una concisa replca a MGM e alla solita accusa di violenza cui farebbero ricorso i nazifascisti.Ma scusate è di recente l’accusa che le forze di polizia, negli anni di piombo in Italia, con l’avallo dei vertici politici della prima repubblica, hanno fatto ampio ricorso alle torture contro i brigatisti rossi, per estorcere confessioni. La violenza non è una prerogativa del nazifascismo,ma un vostro riflesso condizionato di pavloviana memoria.Tutti i regimi (democratici,monarchici,socialcomunisti) fanno ricorso al terrorismo e alla violenza, per mantenere il potere. Sostenere il contrario è mentire sapendo di mentire;furono i democratici americani e non i nazisti a far uso di bombe atomiche, contro popolazioni civili inermi, per vincere la guerra. Concludendo sulla “vexata questio” di un fascismo di sinistra, sarà bene rammentare, che i regimi reazionari militari sia europei che sud americani, una volta giunti al potere, solitamente dopo un colpo di stato, oltre ad eleminare i marxisti, liquidano pure gli antagonisti di estrema destra. L’esempio del generalissimo Franco con la Falange in Spagna è eloquente; così come fecero i militari cileni negli anni trenta, contro il partito nazionalsocialista cileno, sterminando decine e decine di militanti in piazza.Sterilizzato fu pure il movimento di estrema destra greco dai colonnelli, dopo il golpe.Solo chi è in malafede o disinformato sostiene il contrario.Gli unici seri oppositori di Hitler, furono da sempre gli aristocratici prussiani che formavano lo stato maggiore dell’esercito; non vi ricorda nulla il maresciallo Badoglio con l’unico colpo di stato militare avvenuto in Italia il 25 luglio 1943?
Germano Germani
Sempre in sede di replica e di aggiustamento del tiro, sarà opportuno leggere un ricercatore di sinistra come Massimiliano Griner, il quale in un suo recente saggio, liquida il falso mito della cosiddetta “strategia della tensione”.L’unico beneficiario di essa fu il PCI di Berlinguer, il quale venne associato alla DC di Aldo Moro, nella guida del paese, dando vita all’arco costituzionale, che escludeva ogni possibile coinvolgimento del MSI di Almirante. Il neofascismo, venne reso innocuo da una campagna mass mediatica di stampo isterico, mai vista nel dopoguerra,congiunta da una feroce repressione poliziesca-giudiziaria,da una criminale caccia all’uomo nei luoghi pubblici, comprese le scuole, a suon di chiavi inglesi e agguati sotto casa, in puro stile partigiano-gappista, il tutto all’insegna che uccidere un neofascista non è reato.Sarà opportuno rammentare agli smemorati di sinistra,come fece Rauti nel pieno degli anni di piombo, che gli squadristi negli anni venti,agivano alla luce del sole, le squadre d’azione con tanto di denominazione ufficiale (indomita,caimani,ecc.ecc.) portavano una divisa paramilitare, indossavano la camicia nera,con tanto di gagliardetti, vessilli al vento e canti a squarciagola;la logica dell’agguato sotto casa,del colpire alle spalle fuggendo,appartiene alla pura tradizione anarcocomunista. Sostiene infine il Griner che il tanto vituperato neofascismo del dopoguerra, ha cercato una autentica via rivoluzionaria, come artefice e non strumento di lotta politica, in un fronte unico anti borghese, comprendente oltranzisti sia di destra ma anche di sinistra (Freda-disintegrazione del sistema) volto alla sterilizzazione del mondo borghese, tanto da voler applicare in sede economica un regime comunistico-platonico,una sorta di stato totalitario nazionalpopolare.
germano arrosto
, che gli squadristi negli anni venti,agivano alla luce del sole, le squadre d’azione con tanto di denominazione ufficiale
CERTAMENTE ; VENENDO PAGATI DA AGRARI E INDUSTRIALI E PROTETTI DA ESERCITO E CARABINIERI.
ci sarebbe da obiettarti riga per riga a partire dall opposizione di Hitler…
MAURIZIO BAROZZI
Gent.le dott. Aldo Giannuli,
le sue precisazioni, grosso modo, mi sembrano pertinenti. Partiamo comunque da un dato di fatto: in Italia, dal dopoguerra in avanti (Portella della Ginestra, assassinio Mattei, Piazza Fontana, anni di piombo, ecc.) si è praticata, quando serviva, una “guerra non ortodossa, dietro le cui fila c’erano le Intelligence Occidentali. Il fine strategico, non era tanto la lotta al comunismo (questo era un momento tattico), che in conseguenza di Jalta, Il PCI in Italia non era ideologicamente predisposto,nè avrebbe azzardato velleitarie prese del potere, nè i Sovietici lo avrebbero voluto, ma solo quello di impedire che la nazione, la società, i nostri governanti, pur se corrotti, come ogni evoluzione geopolitica insegna, potessero portare il nostro paese, importante e delicata “portaerei” naturale nel mediterraneo, fuori dall’Alleanza Atlantica o si affrancassero dalle necessità energetica (petrolio e nucleare) fornite e imposte dagli occidentali.
Ora, i personaggi che hanno cavalcato certi ambienti di destra, non è importante sapere se vi entrarono perchè fascisti convinti e poi si collusero con i Servizi o se erano già collusi in partenza. Certo che sappiamo, da documentazioni, che già il neofascismo dei Far era sotto l’egida di J. J. Angleton e che il MSI nel 1946 venne messo in piedi per traghettare i reduci del fascismo repubblicano, accumunati a qualunquisti ed ex fascisti del ventennio, sulle sponde del destrismo. Ovvio che praticarono il più retrivo conservatorismo, rappresentando una minoranza reazionaria e qualunquista della nazione, e finirono nelle strategie stay behind, nel filo americanismo e filo atlantismo.
E veniamo a Rauti, del quale ho scritto un recente articolo pubblicato nel sito http://www.fncrsi.altervista.org, il cui titolo è tutto un programma: “Ma quale Rauti fascista!”.
Ha quindi perfettamente ragione Lei dott. Giannulli: Rauti cavalcò una politica filo occidentale, sia pure mascherata, ma in alcuni momenti neppure troppo. Quelli che contano sono gli atti, i fatti e le prese di posizione, non i generici “pseudo programmi politici”, tirati fuori per i gonzi in situazioni particolari per verniciare una politica di “sfondamento a sinistra”. Ma quale sinistra.
E’ la stessa barzelletta che dipinge Almirante come “fascista di sinistra”. Per questi personaggi, che per decenni hanno praticato una certa politica, le parole non hanno alcun senso, nè valore. Ecco perchè la “fascisteria” di Tassinari lascia il tempo che trova, non si può tracciare un profilo storico su qualche comizio, articolo e frase di propaganda. E lo sanno bene i fascisti della Federazione Nazionale Combattenti della Rsi, che appunto praticavano una politica antiamericana, socialista e anti Nato. Non a caso nel 1968, quando venne a Roma Nixon, i fascisti della Fncrsi, denunciarono e additarono l’ignobile articolo pubblicato da Ordine Nuovo, dove si elogiavano i Berretti Verdi e vi si diceva che, questi, tornando in America sarebbero stati come i Centurioni di Roma e avrebbero salvato l’America dal comunismo. In realtà dovettero scappare a gambe levate dal Vietnam.
Per finire, ha totalmente ragione Vinciguerra, quando afferma che Ordine Nuovo, all’insaputa dei suoi militanti, era in realtà un diversivo strategico dello Stato Maggiore per utilizzare personale civile nella guerra non ortodossa (ilo stato Maggiore, i nostri Servizi, non lo si dimentichi mai, sono subordinati agli alti Comandi Nato).
E ha ragione il giudice Salvini quando ha affermato che alla base Nato Fatse di Verona gli ordinovisti erano di casa. Del resto il generale Maletti ha chiaramente fatto capire che ON era dipendente dal Sid. Dunque di quali analisi ed elucubrazioni si va discutendo? Qui stiamo parlando di personaggi che hanno sempre tradito la loro Patria mettendosi al servizio dei nostri colonizzatori, in tutti i campi della politica, più o meno in modo mascherato.
Per finire Evola. Evola è stato un grande maestro che ha reso razionale e accessibile intellettualmente la Sapienza antica, ha illustrato certi valori atemporali e dimsotrato che certi simboli e riti erano preesistenti alla massoneria. Ma Evola politicamente era rimasto a Donoso Cortes e alle caste, quindi poco centra con il fascismo inteso come fenomeno anche sociale rivoluzionario, adeguato ai nostri tempi. Non a caso Evola non aderì alla Rsi. Evola può invece supportare il fascismo se lo consideriamo come visione della vita e del mondo.
Ma non a caso ON, che pur ebbe il merito culturale di veicolare le idee di Evola, utilizzò Evola, subdolamente, per avallare la sua politica, mascherata, filo occidentale. Evola infatti, considerava il “mondo libero” un male minore rispetto al Comunsimo. Una vera eresia. Ma questa tematica faceva il gioco per chi metteva in atto scelte scellerate filo occidentali.
Nicola Bonservizi
Evola non aderì solo formalmente alla RSI; del resto durante il “bieco” ventennio mai ebbe la tessera del PNF; ma questo non gli impedì di collaborare alla Difesa della Razza e al giornale di Farinacci, di cui godeva la protezione e su disposizione di Mussolini,di percepire un assegno mensile di duemila lire dal Ministero della cultura popolare.Era comunque a Monaco, presente allo sbarco in Germania di Mussolini, con Pavolini e Farinacci, subito dopo la sua liberazione dal Gran Sasso.Quando arrivarono gli americani a Roma nel 1944 l’Office Strategic Service, lo aveva inserito in una lista di spie tedesche e come uno dei primi da arrestare,a loro infatti risultava essere un agente dei servizi segreti delle SS. Riparato a Vienna dove era stato incaricato di studiare tutto l’enorme materiale sequestrato dalle SS nelle sinagoghe e nei ghetti ebraici dell’Europa invasa, rimase paralizzato durante un bombardamemnto.Repetita iuvant! Un ricercatore di sinistra,come Massimiliano Griner in un suo recente saggio ha scientificamente smantellato, la teoria della c.d. “strategia della tensione”, il cui unico beneficiario fu in realtà il PCI di Berlinguer non certo il MSI di Almirante!.Le cicliche accuse ad Evola, Rauti,ma anche a Freda, di essere stati agenti degli americani, sono solo vomito,spazzatura,sterco.La loro vita e il loro impegno politico sono la miglior smentita.
riccardo
Condivido tutti i sette punti da lei elencati. Rauti e i suoi di Ordine Nuovo non avevano assolutamente niente di “sinistra”. Come lei ben ricorda, caro Giannuli, collaborarono con l’Aginter Press, composta da milintanti dell’OAS, ferventi Occidentalisti (in parte strumentalizzati) e Anti-De-Gaulliani. Difatti l’OAS divenne fervente organizzazione atlantista, in contrapposizione alla terza via teorizzata da DeGaulle. Erano, questo e’ certo, contro quello che oggi chiameremmo “neoliberismo” o “dittatura della Finanza”. Ma questo non li contraddistingue con l’etichetta di “sinistra” seppure di marca fascista. Sicuramente, il pensiero di Rauti e’ difficile da “etichettare” perche’ prende spunti da vari filoni culturali, anche se quello di “destra”, ovviamente, e’ prevalente. E’ questa commistione di filoni che da adito a difficili interpretazioni.
Pep87
@Nicola Bonservizi massimiliano griner ha smantellato la teoria della “strategia della tensione”, nel senso che secondo lui (e condivido pienamente) non esisteva alcun progetto reale di golpe in funzione anticomunista. Infatti (aggiungo io)dal PCI non proveniva alcuna minaccia, essendo la guerra fredda sostanzialmente una farsa, con dissidi tra le due superpotenze meramente di ordine tattico, entrambe erano cioè impegnate ad impedire reciprocamente che il rivale (non nemico) sconfinasse dal disegno stabilito alla conferenza di Yalta, in cui si gettarono le basi per una convivenza pacifica e di collaborazione sottotraccia tra i due blocchi. Infatti abbiamo avuto solo conflitti periferici, rispondenti precisamene a necessità di ordine tattico. Gli atlantici strumentalizzarono i gonzi neofascisti (in realtà antifascisti mascherati, poichè costoro avevano completamente snaturato l’Idea Fascista, terrorizzati dall’inesistente “pericolo comunista”, servendosene per i propri scopi e di fatto inglobandoli nella loro orbita. Infatti essi paventarono la possibilità di un golpe, che avrebbe consentito ai sedicenti “neofascisti” di instaurare una dittaura autoritaria, satrapia USA di stampo reazionario e ANTIFACISTA,utilizzandoli per il proprio vero scopo: impedire che l’Italia potesse adottare una linea indipendentista e terzomondista, liberandosi dal giogo plutocratico yankee, e procurarsi le risorse di cui necessitava, affrancandosi dalla dipendenza energetica nei loro confronti. L’estrema destra, il cosiddetto “neofascismo” è antifascismo e ha assolto unicamente alla funzione di stampella del “mondo libero”, o meglio plutousurocratico.
Pep87
@Nicola Bonservizi Quindi griner, da scrittore inserito nel contesto del sistema, ha detto una sacrosantà verità, ovvero che non esisteva alcun reale pericolo comunista, nè progetto di golpe sostenuto dagli atlantici. Non si può pretendere che possa andare oltre, essendo egli perfettamente conforme al pensiero dominante della repubblica antifascista resistenzialista. La strategia della tensione (intesa come contenimento del comunismo attraverso l’instaurazione di un governo autoritario) è una bufala, ma è realmente esistita con lo scopo di colpire l’Italia, per mantenerla sottomessa al potere atlantico.