Trump e Putin: quali scenari a livello internazionale?
Alla Duma hanno brindato a champagne per l’elezione di Trump e Putin se ne è detto più che soddisfatto, però, più tardi è apparso più preoccupato. Come mai? A dirla in due parole, Mosca è felice per la sconfitta della Clinton, ma quello che la preoccupa è la vittoria di Trump. Ed a ragione.
In primo luogo, quello fra Donald e Vladimir è stato un breve fidanzamento d’interesse e non certo d’amore: Trump voleva battere la Clinton e gli serviva l’aiuto più o meno sottobanco di Mosca. Putin doveva intanto battere la Clinton, che sulla Siria aveva detto cose inaccettabili e, d’altra parte, il semplice fatto di aver influito sul risultato finale è di per sé un successo di immagine. Però di qui ad aver sottoscritto una alleanza di ferro ne corre.
Per di più Donald non è certo un campione di affidabilità. In primo luogo non ha nessuna strategia, non ha mai visto una carta geografica, ha la cultura di uno scadente studente delle elementari e nel cranio ospita una famigliola di farfalle. Come ho avuto modo di dire in trasmissione a La7, al suo confronto, Berlusconi è stato Camillo Benso conte di Cavour.
In queste condizioni, probabilmente avranno peso due cose: l’apparato della segreteria di Stato, che è quello che poi concretamente tratta i vari dossier sul tavolo, e chi sarà il segretario di Stato. Sembra che il nome più accreditato sia quello del generale Michael Flynn. Se il prescelto sarà lui, il flirt con Putin può considerarsi già finito. Notoriamente Flynn è un sostenitore della teoria per cui il grande nemico in Medio Oriente è l’Iran (mentre, al solito, l’alleato è l’Arabia Saudita), lasciando da parte la cecità di questa posizione, è evidente che questo seppellisce immediatamente ogni ipotesi di accordo con la Siria: Assad è protetto dall’asse Mosca Teheran, per cui rompere con l’Iran significa puntare alla sconfitta di Assad che Mosca non accetterà mai. E se questa è la posizione sulla Siria, immaginiamo quale sarà quella sull’Ucraina. Fine del flirt. E questo è già il primo punto.
Poi c’è da considerare cosa farà l’amministrazione Trump verso la Cina (ne parleremo in un pezzo apposito). Se il tempo dovesse volgere al peggio, con uno scontro aperto con Pechino, la Russia cercherebbe di mediare, ma, se il conflitto dovesse esplodere lo stessi, Mosca sarebbe spiazzata, perché non le converrebbe rimettere in discussione i rapporti di collaborazione che è riuscita a costruire con la Cina, per fare l’accordo con un interlocutore inaffidabile come gli Usa di Trump, che non sappiamo neppure se reggerà alle elezioni di medio termine.
C’è poi di mezzo la variabile impazzita della Turchia di Erdogan: una rottura degli Usa con l’Iran potrebbe riavvicinare i turchi agli Usa, ma non è scontato che ciò accada e potrebbe determinarsi una alleanza “controtendenza” fra Mosca ed Istanbul. Altrettanto poco prevedibile potrebbe essere il comportamento di Israele, per certi versi legata alla Russia ma che potrebbe essere attratta dalla nuova amministrazione se questa dovesse lasciare i palestinesi al loro destino. Ma, in questo caso, si determinerebbe un gioco di bocce in tutto il medio oriente, anche qui, con conseguenze imprevedibili.
D’altro canto, Trump, per quanto ignaro di politica estera è probabile che intenda lasciare un suo segno da qualche parte e, comunque, il Presidente è pur sempre lui e non è immaginabile che, per quanto isolazionista, rinunci ai viaggi di stato nei quali, ovviamente, a parlare è lui.
Insomma potremmo anche avere una politica molto simile a quella tradizionale degli Usa, ma con effetti di schieramento assai diversi da quelli che conosciamo. Anche per questo Putin fa bene a restare con l’arma al piede e ad essere molto preoccupato.
Aldo Giannuli
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ilBuonPeppe
“Donald non è certo un campione di affidabilità. In primo luogo non ha nessuna strategia, non ha mai visto una carta geografica, ha la cultura di uno scadente studente delle elementari e nel cranio ospita una famigliola di farfalle.”
Scusa Aldo ma affermazioni così apodittiche mi incuriosiscono. Su cosa basi questo giudizio?
Aldo S. Giannuli
GUARDALO BENE IN FACCIA E SENTI I DISCORSI CHE FA
ilBuonPeppe
I discorsi non li ho sentiti, se non alcune cose riportate: per questo chiedevo la base di questo giudizio.
La faccia… siamo davvero a questo livello? Mi deludi.
Comunque non credo che uno scadente studente delle elementari possa fare quel che ha fatto lui. E il confronto con Berlusconi, che per certi aspetti ci sta tutto, è ridicolo: Berlusconi tutto è tranne che stupido o ignorante.
benito
“GUARDALO BENE IN FACCIA E SENTI I DISCORSI CHE FA”
non stimo trump e non gli credo perche’ non solo e’ un fascista, ma e’ anche lui un pezzo di establshment. I media, tutti favorevoli a Hillary ne hanno solo riportato volgarita’ e smaronate, ma non ci hanno fatto sentire discorsi come questo:
(sulla cui sincerita’ nutro forti dubbi, ma questa e’ un altra questione)
https://www.youtube.com/watch?v=IlZdTQ-EA5A
forse e’ meno stupido di come crediamo, e se ha vinto non e’ solo per la volgarita’ ma perche’ si e’ rivolto ad una classe media, assai scontenta e stufa delle stronzate del partito democratico che democratico non e’
Allora ditelo
Trump (laureato in economia ed ex allievo di accademia militare) avrebbe in progetto di trasferire i suoi beni in uno pseudo-blind trust gestito da familiari. Intuibilmente ciò comporterebbe uscire dalla sala ovale ad ogni decisione che lo riguardasse. 😛
http://www.vox.com/policy-and-politics/2016/11/15/13631694/trump-kids-security-clearance
Gaz
Uncle Donald è amichetto degli incapucciati di bianco, altrimetti detti quelli del Kous Kous Klan, tanto per intederci il KKK, alias Ku Klux Klan, che di sicuro non mangiano cibi arabi.
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Gaz
Zio Donald non potrà fare a meno di lisciare l’ombellico del Mediterraneo.
Appena gli sarà possibile ce lo ritroveremo per l’Urbe, novello Kennedy non benevolo verso l’Italia.
Alessandro Icardi
Buona sera Professore,
apprezzo la sua analisi, ma a mio parere potrebbero entrare in causa variabili diverse, aprendo cosi scenari diversi.
I liberal sconfitti (che poi noi chiamiamo radical chic) stanno scendendo in campo con tutte le loro forze (che non sono poche) sia in usa che all’estero quindi trump potrebbe decidere di rafforzare con fedelissimi i posti chiave, qui si tratta di lotta per la sopravvivenza. L’ FBI, quindi la sicurezza interna, rimane a chi ha dato prova di essere leale e disposto a tutto pur di mantenere il posto. Al dipartimento di stato, notoriamente dem, magari Giuliani (non precisamente una colombella filo araba) e non il flyn che ha sempre detto di essere un dem convinto che proviene da una famiglia di dem convinti anche se non poteva appoggiare la Clinton.
Per dare un colpo sonante, anche se non definitivo, potrebbe ordinare accertamenti sulla fondazione Clinton quindi sui sauditi e le monarchie del golfo e wallstreet.
I sauditi e le monarchie del golfo, secondo me, rischiano e non solo un buffetto sulla guancia anche perché:
1 sono favorevoli alla destabilizzazione in medio oriente e lui ha bisogno di calma , l’ha promessa sia dicendo stop isis sia dicendo rivediamo la nato, quindi non vuole più spendere tutti quei soldi e deve trovare un modo per non gravare troppo sugli alleati che non sarebbero neanche in grado di riprendere bengasi (con buona pace dei napoleone, wellington ecc ecc)
2 ha promesso posti di lavoro ma il frackin e lo shale oil &gas sotto i 70 $ al barile non rendono e se non sbaglio quando tutti i giornali parlavano del fracking millantavano, ma prendiamoli per buoni in quanto non ho altri dati, tra i 600 mila ed 1000000 di posti di lavoro con indotto in usa (e casualmente i giacimenti sono quasi tutti negli stati solitamente dem che pero lo hanno votato). Teniamo presente che ha bisogno di soldi per gli investimenti e per il taglio delle tasse e tutto fa gettito erariale.
3 Deve bastonare pechino che è l’unica concorrente vera degli usa e della loro economia.
Per condurre una guerra contro 1/4 della popolazione mondiale che ha risorse finanziarie 10-12 volte le sue deve:
1 alzare il prezzo delle fonti di energia per limitare il loro sviluppo
2 impedire al massimo le esportazioni per accendere le tensioni sociali più forti che si siano mai viste in cina
3 armare e non poco filippini ed indonesiani
4 istituire una tregua con i russi per non combattere sui due fronti (tipo il churchelliano to keep tito afloat o la pax istituita con mao in chiave antisovietica) quindi assad rimane, l’ucraina viene divisa, la georgia abbassa la cresta, un gasdotto che piace a putin si fara (per impedire che ne faccia verso pechino) in libia vince haftar e lo scudo anti missile magari arretra sull’elba.
5 fronteggiare il nemico interno, il più insidioso, che solo tra apple soros Google amazon silicon valley in generale vale sul trilione di dollari l’anno.
Tutto è possibile, ma se mette ebrei conservatori convinti e suprematisti bianchi nei posti chiave con un po’ di resistenza certo ma il mondo che conosciamo noi cambia nel giro di 10 anni. Si’ 10 anni dico perché nonostante in tutte le analisi e le interviste ai luminari della politica estera che ho sentito si dica che lui non si ricandiderà ricordiamoci che per indole trump non è uno che dice sono vecchio, largo ai giovani, torno a fare il nonno….. anzi proprio non lo dice nessuno a certi livelli (napolitano docet).
cordialmente
benito
” … Anche per questo Putin fa bene a restare con l’arma al piede e ad essere molto preoccupato.”
se avessimo cervello dovremmo essere anche noi molto preoccupati, nel baltico e nel mediterraneo c’e’ un dispiegamento di forze da paura. Putin sa’ bene che Hillary sarebbe stata la continuazione della politica guerrafondaia neocon, poco importa che sia iscritta al partito democratico. E i rapporti usa/russia erano ad un passo dalla rottura. Meglio quindi un nuovo interlocutore nella speranza di non peggiorare ulteriormente i rapporti, vale a dire scontro armato diretto. La possibilita’ di guerra NATO/Russia e’ un pericolo reale anche se l’opinione pubblica non ne ha la percezione un po’ perche’ male informata, un po’ perche’ si rifiuta di pensare a prospettive terrificanti, e qui entra in gioco la follia dei governanti, e quella di Trump e’ solo un di cui.
Forse l’unica cosa che puo’ salvarci e’ che nel mondo globalizzato gli interessi sono cosi’ interlacciati che un aggressione ad un avversario finira’ in un effetto boomerang. Tuttavia questa e’ una considerazione razionale, mi chiedo quanta razionalita’ c’e’ stata nello scoppio delle due guerre mondiali?
Amedeo
Caro Aldo, condivido le conclusioni: arma al pie’, e attendere l’imprevedibile pur nel contesto di una politica americana che non vivrà sconvolgimenti. I ragionamenti che mi conducono alla medesima visione sono un po’ diversi; non ragionerei tanto sull’imprevedibilità di “the Donald” (fattore presente, per carità) quanto su fattori più generali della geopolitica USA: l’isolazionismo promesso e sbandierato è una barzelletta, e lo è perché gli Stati Uniti o sono impero o non sono, tanto si ritrovano interconnessi con e nell’economia-mondo (di cui sono ancora l’architrave). Aggiungiamo poi che sotto quel parrucchino albergano “poche idee ma confuse” e consideriamo il fatto che Trump è tutto meno che uno esterno ai “poteri forti” (odiosa espressione giornalistica lo so – come se ci fossero “poteri deboli”): do la propaganda e il fumo senza arrosto dieci caffè ad uno, e se proprio qualche cambiamento ci sarà, dipenderà molto dagli uomini di cui si circonderà. Banale analisi la mia, lo ammetto… ma rispetto a Berlusconi Trump non ha nemmeno la furbizia dello scugnizzo – peggio, del cumenda milanès.
andrea z.
Si continua a parlare della futura politica interna ed estera di Trump.
Ma siamo sicuri che il 19 Dicembre i Grandi Elettori convalideranno l’elezione del palazzinaro newyorkese?
Sarebbe una novità, ma tecnicamente potrebbero rifiutarsi di farlo.
benito
@ Andrea Z.
“Si continua a parlare della futura politica interna ed estera di Trump.
Ma siamo sicuri che il 19 Dicembre i Grandi Elettori convalideranno l’elezione del palazzinaro newyorkese?
Sarebbe una novità, ma tecnicamente potrebbero rifiutarsi di farlo.”
una minoranza che rovescia un risultato elettorale non e’ facile da giustificare secondo i canoni di una sia pur finta democrazia, molto piu’ facile un impeachment magari per non aver pagato le tasse da buon imprenditore
Paolo Selmi
Professore, buongiorno!
Concordo, l’atteggiamento di Mosca, più che PRO Trump, è stato decisamente CONTRO la Clinton, che aveva iniziato a giocare ai carriarmati in polonia, che aveva armato i nazisti in Ucraina e An-nusra in Siria e che, non da ultimo, si era reinventata il reality Alpini in Russia 2.0 (esercitazioni NATO nella pribaltika l’anno prossimo).
Trump è un “bisinìssemen”: così l’hanno unanimemente inquadrato cinesi e russi, che ovviamente non si fanno troppe illusioni di trattare SOLAMENTE con lui, in quanto probabilmente solo il futuro ci dirà quanto sarà fantoccio nelle mani di un establishment consolidato, e quanto invece potrà/vorrà metterci del suo, per abbassare i toni e riportare il tutto a quel mercato delle vacche, a quel “bargain” fra uomini col cilindro dove, a prevalere, non può che essere quella logica chiamata dagli anglofoni “win win” (e dagli ‘ndranghetisti “c’è da mangiare per tutti”). Questo, o almeno un po’ di questo, da lui si aspettano e sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte e a sostenerlo in questa “nobile” causa contro le lobby delle armi; queste ultime, con i cosiddetti “democratici”, hanno continuato in questi otto anni a fare quello che facevano prima, ovvero a seminare “caos creativo” e fare affari d’oro in mezzo mondo, contribuito a un’escalation militare pericolosissima e senza precedenti da almeno quarant’anni; ora temono, in quanto non hanno ancora preso bene le misure con un miliardario non organico né all’establishment repubblicano, né a quello “democratico”, di veder calare i loro profitti.
Le stelle stanno a guardare, quindi. Nel frattempo, si tengono allenate con le prime esercitazioni militari congiunte nel Mar del Giappone: roba da poco (25 navi, 15 aerei, 8 elicotteri e anche 400 marò per simulazione sbarco a terra), giusto per testare azioni difensive di coordinamento e dare un segnale al blocco nippo-taiwanese-americano (fonte http://inosmi.ru/fareast/20150820/229757367.html). Un segnale di unità d’azione e strategica che va ben oltre il reale significato dello stesso e che informa, la futura segreteria di stato a stelle e strisce, che il giochetto fatto da Nixon negli anni Settanta questa volta non funzionerà.
Ne vedremo comunque delle belle. Un caro saluto.
Paolo
Giovanni Talpone
Per il momento, l’errore più grave sembra essere quello di legarsi ai fondamentalisti religiosi e ai suprematisti bianchi, che può portare a una situazione interna molto più conflittuale degli anni ’60, e a una ribellione di mezzo miliardo di musulmani nel resto del mondo. Per l’Europa si apre un’opportunità: se DT distrugge la credibilità della NATO e dell’ombrello difensivo USA, si rimette sul tappeto il problema di Forze Armate europee. Anche qui con lo schema demenziale (e antidemocratico) utilizzato per le unioni economiche, monetarie e (forse) bancarie? Questa è la battaglia vera di oggi.
Emiliano
Stiamo ipotizzando il comportamento futuro del Trump presidente basandoci in larga parte sulla sua figura pubblica, così come ci appare filtrata dai media occidentali subornati dal partito demo-repubblicano-neocon.
Sappiamo che il titanico l’establishment militare-industriale non darà tregua al neo presidente, lo profetizzò Eisenhower nel suo discorso di commiato nel 1961( discorso breve ma che tutti dovrebbero leggere ahimè), dicendo che “The potential for the disastrous rise of misplaced power exists and will persist.”; quel complesso industriale-militare è un enorme parassita che divora le sostanze della civiltà al solo inutile scopo di preservare se stesso e Trump ha solo minacciato di farlo dimagrire e questo per il sistema è inaccettabile.
Il presidente eletto è abituato a trattare affari e fare accordi per il reciproco vantaggio, e una guerra con la Russia o con la Cina non porta alcun vantaggio, ma solo un sacco di giganteschi guai; Trump è un miliardario, uno di quelli però a cui piace spendere i propri soldi, e chiusi in un bunker nucleare dopo la terza guerra mondiale non ci sarebbe per lui granchè da spendere.
Sul lato neocon che ha appoggiato Bush e Clinton invece troviamo forze e personaggi votate alla sottomissione dell’umanità ad un impero mondiale, basandosi su una fantasia psichiatrica tutta anglosassone della superiorità ed eccezzionalità della civiltà britannica di cui gli stati uniti si considerano la naturale continuazione.
Avendo presente questi dati, penso che sia impossibile fare previsioni, ma è logico aspettarsi l’impensabile.
Ho fatto il tifo per Trump in campagna elettorale solo perchè ha promesso di farla finita con la guerra fredda e solo perchè Sanders si è dimostrato un fuocherello di paglia insignificante. So che mantenere una promessa elettorale simile è qualcosa di vicino alla fantascienza, ma anche la fantascienza è meglio della Clinton. Non credo che Trump andrà lontano, ma come ho detto aspettiamoci l’impensabile e non saremo delusi.
Chiudo traducendo(nei limiti del mio inglese) il finale del discorso di Eisenhower come augurio al nuovo presidente e a tutti i suoi nemici: “Preghiamo che i popoli di tutte le fedi, razze e nazioni, possano vedere soddisfatti tutti le loro grandi necessità umane; che coloro a cui questa opportunità è adesso negata ne verranno a godere appieno; che chi anela la libertà possa sperimentarne le benedizioni dello spirito; che quelli che hanno la libertà capiscano, anche, le loro pesanti responsabilità; che gli insensibili ai bisogni altrui imparino la carità; che i flagelli della povertà, malattia e ingoranza vengano fatti sparire dalla Terra e che nella bontà dei tempi, tutti i popoli verranno a vivere insieme nella pace garantita dalla vincolante forza del rispetto e amore reciproco.” – Dwight D. Eisenhower, 1961
Gaz
Mi sacrifico per la pace dell’umanità.
Appello a Donald.
Tu presidente, occupati della casa bianca, che le femmine che hai le governo io.
Giovanni Talpone
Non condivido il pregiudizio intellettuale verso Trump espresso da Giannuli. Ormai le tecniche di marketing adottate da quasi tutti i politici hanno completamente separato il discorso pubblico da ciò che i politici pensano e comunicano nel loro “cerchio magico”. Trump ha puntato su di un segmento di mercato elettorale precedentemente occupato in parte da Sanders, in parte dai Repubblicani legati alla destra religiosa, in parte dall’astensionismo, e gli ha confezionato un messaggio intellettualmente comprensibile e appetibile per costoro, sapendo inoltre che le affermazioni considerate politicamente scorrette dall’establishment gli avrebbero moltiplicato l’effetto mediatico. Ma se DT sia intelligente o stupido, colto o ignorante, rigido o flessibile, ora non possiamo saperlo. Solo gli atti effettivi di governo lo diranno.
Roberto B.
Piuttosto che preoccuparsi di Trump, se sia sincero, cosa farà davvero, da che parte sta, eccetera, forse sarebbe il caso di preoccuparsi di quella massa di prezzolati che vengono portati in giro per gli USA a manifestare contro Trump. Sono quattro gatti, alla fine, ma sembrano un esercito.
Chi li paga? chi paga le imponenti spese per scorrazzarli in pulmann all’attacco del neo-presidente? Neanche per Obama erano successe cose simili; e si che la contrapposizione bianchi-neri è tutt’altro che sopita, specie negli stati del sud, come è tradizione.
Qualcuno sta cercando di applicare le stesse tecniche destabilizzatrici utilizzate in tanti Paesi dove si è detto di voler esportare la democrazia.
Non è che alla fine ci toccherà andare in piazza a manifestare pro Trump e, sopratutto, pro USA, contro il tentativo di accendere una guerra civile nel Paese culla della democrazia occidentale?
Forse in quel che stiamo assistendo c’è la migliore spiegazione dell’atteggiamento dell’FBI, solitamente allineato con il potere, stavolta devono aver sentito troppa puzza di bruciato per pensare trattarsi di un fuocherello di quattro sterpi.
Ercole
Penso che molti continuino a sottovalutare Trump, come è successo durante la campagna elettorale
Riguardo la situazione nel Vicino Oriente, Putin potrebbe svincolarsi dall’alleato iraniano una volta stabilizzata la situazione in Siria a suo favore.