
Svolta fiscale. Ha ragione Renzi e non Bersani. Però con Renzi bisogna scontrarsi…
Non ignoro affatto le capacità di piccolo truffatore del tamarro fiorentino, considero tranquillamente la possibilità che stia solo “facendo ammuina” per preparare la campagna elettorale. So perfettamente che è capace di abolire una tassa per sostituirla con altre tre e so che magari la Ue gli si metterà per traverso per cui cercherà di venirne fuori con uno dei suoi soliti imbrogli verbali. Tutto considerato e soppesato.
Però attenzione: può anche darsi che questa volta non abbiamo a che fare solo con il solito gioco delle tre carte, ma con qualcosa di decisamente più serio e articolato. E se così fosse, stiamo rischiando tutti di tirare la volata a Renzi facendoci trovare impreparati di fronte alla sua iniziativa.
Anche perché non è detto che sia tutta farina del suo sacco e che, magari, questa volta possa esserci qualche suggeritore da non sottovalutare.
Veniamo al centro della questione: in questo paese la pressione fiscale ha raggiunto livelli demenziali e va abbattuta velocemente, se non vogliamo far crollare del tutto il tessuto delle imprese di questo paese e raggiungere livelli Weimariani di disoccupazione.
Dobbiamo avere il coraggio di dirci alcune cose:
1- Berlusconi è stato una sciagura per questo paese, non si discute, ma Monti ha peggiorato le cose. Con Monti abbiamo visto crescere la pressione fiscale come mai prima, l’occupazione è crollata ed il Pil è calato, di conseguenza il debito pubblico non è diminuito in assoluto ed è cresciuto in rapporto al Pil dal 119 al 133%,
2- in questa sciagurata politica economica, Monti ha avuto nel Pd di Bersani il suo massimo sostenitore e nei governi Pd di Letta e Renzi i suoi continuatori, in una sorta di Montismo-senza Monti. Dunque, Bersani, che sarebbe la “sinistra” del Pd, se si parla di politica economica, può aprire bocca solo per dire “Mi vergogno profondamente” e rimettersi a sedere.
3- Il Montismo senza Monti, per la verità, ha avuto buoni sostenitori in quella corrente di “giovani turchi” da cui proviene qualche giovanotto che oggi si appresta con Sel a dar vita ad un nuovo soggetto di sinistra, ma dal quale non abbiamo sentito una sola parola di critica al montismo con o senza Monti di questi anni
4- La serie di Presidenti del Consiglio non eletti ma scelti per investitura napolitaniana, ha costituito una sorta di giunta commissariale per conto della Ue ed una sostanziale sospensione dei principi di democrazia in questo paese.
Tutto ciò premesso, Renzi ora prospetta una modifica di questo corso. E’ come Berlusconi? Evviva! Vuol dire che stiamo tornando dal peggio al male: è un passo avanti.
Ma, mi direte, Berlusconi di tagli alle tasse ha parlato molto ma ne ha fatti pochissimi, e quindi, lo stesso farà il suo allievo fiorentino. Ma la storia non si ripete mai uguale, ricordiamolo sempre.
Facciamo conto che questa volta dobbiamo confrontarci con qualcosa di più serio. In primo luogo occorre capire che tagli vuole operare Renzi. Quello sulla casa (di cui ci occuperemo nei prossimi giorni) è il più semplice, anche perché comporta un mancato introito che può essere sostituito con relativa facilità. Più serio è il discorso della seconda rata che toccherebbe Ires ed Irap nel 2017 e che credo sia il nervo più delicato, perché tocca le aziende ed è di lì che ci ripromettiamo una ripresa. Ed a questo proposito occorre confrontarsi prima di ogni altra cosa sul “quanto”. Se si trattasse di una limatina nell’ordine di si e no 1 punto percentuale o meno, gli effetti sarebbero modesti o nulli.
Quindi iniziamo a parlare di numeri. Poi c’è la grande bolla dell’Ipref che merita un discorso a sé, perché riguarda la fetta maggiore degli introiti fiscali.
Il secondo ordine di interrogativi che dobbiamo porci è come intende sostenere la sua manovra Renzi e qui le strade, se si fa sul serio, sono queste:
a. la crescita del Pil
b. fare disavanzo da finanziare con nuovi debiti
c. alienare beni pubblici e privatizzare pezzi di economia reale
d. ridurre la spesa
e. spostare una parte del carico fiscale da una fascia si contribuenti ad un’altra (ad esempio tassare la rendita).
Ovviamente il primo modo è il più auspicabile ed è anche l’obiettivo che vogliamo raggiungere con il taglio delle tasse, perché ad un maggiore Pil corrisponde un maggiore introito fiscale. Però è evidente che la crescita viene dopo e, magari un bel po’ di tempo dopo, mentre occorre sopperire subito al bisogno, E’ parte della manovra ma nella sua fase terminale, a medio-lungo periodo.
Secondo modo: fare disavanzo, è quello che suggerisce Rossi, il governatore della Toscana ed anche qui se ne può discutere. Bisogna vedere che ne pensano a Bruxelles, Francoforte e Berlino. Poi, nuovi debiti significa anche più interessi da pagare e il vantaggio potrebbe essere solo momentaneo, per complicare la vita in seguito. Infine non dobbiamo dimenticare la sciagurata riforma che ha introdotto il vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione e che altri si preoccuperebbero di far rispettare. Insomma, non pare un’uscita granché praticabile.
Restano le altre strade che potrebbero essere la parte più realistica del progetto. Le privatizzazioni: stiamo iniziando con la Cdp, seguiranno pezzi di Finmeccanica ed Eni, beni demaniali ecc. E qui occorre stare molto attenti sia a cosa stiamo privatizzando sia a quali condizioni. E questo perché quando si privatizza in blocco, e sotto la pressione dei conti da far quadrare, non si vende ma si svende. E nella svendita poi, non solo si recupera poco, ma capita di fare qualche regalo agli amici. Le privatizzazioni possono anche diventare un modo per ridisegnare la mappa del potere di un paese. Qui occorre andare al di là delle solite sparate propagandistiche ed una forza politica seria (se ancora ce ne fosse qualcuna in questo povero paese) starebbe già dando mano ad un libro bianco sulle privatizzazioni con cui confrontarsi con il governo (figuriamoci!).
Ma la cosa più probabile è che il quarto punto sarà il vero cuore politico della manovra: la spending review. Che la spesa del nostro paese debba essere tagliata e riqualificata, mi sembra una questione di buon senso. Il punto è tagliare cosa? Da quasi 40 anni, quando si parla di tagli alla spesa pubblica il riferimento automatico che scatta è: pensioni, sanità e scuola. Cioè demolire pezzi di stato sociale.
Che ci sia da eliminare sprechi e diseconomie anche nella sanità e nella scuola è ragionevole e sarebbe saggio passare al pettine fine i bilanci periferici, ma, è realistico che da questa parte ci sia poca polpa da recuperare ed il taglio si traduce regolarmente in una riduzione delle prestazioni e nell’aumento di ticket, visite private, tasse scolastiche ecc. Col che abbiamo semplicemente spostato una parte del carico fiscale da una voce ad un’altra.
Ma è sicuro che questo sia l’unico modo di tagliare la spesa? Abbiamo fatto due conti su quanto frutterebbe all’erario un secco taglio alle retribuzioni più alte di manager, personale politico, vertici della Pa, consulenti vari ecc? Il taglio può avvenire in due modi: decurtando fortemente i compensi per i contratti a termine oppure usando la leva fiscale per i compensi che superino una certa soglia, ad esempio 150.000 euro all’anno. E piantiamola con il luogo comune per cui lo Stato, in questo modo, perderebbe i migliori: quelli che ci sono non mi sembrano affatto i migliori. Poi ci sono molte altre voci di bilancio da defalcare: dalle spese di rappresentanza alle spese militari (ad esempio le costosissime missioni all’estero) o alle eccessive spese di interessi per mutui non sempre necessari e non sempre trattati al meglio, soprattutto dagli enti locali che fanno pasticci con le banche, per non dire del costo coperto della corruzione politica e su questo c’è molto da fare. E poi, in prospettiva c’è la non più rinviabile riforma della Pubblica Amministrazione, con una decisa razionalizzazione del corpo dei dipendenti (e, soprattutto negli enti locali, c’è da fare) e non sto parlando di scuola e sanità. Come si vede ci sono margini per intervenire sulla spesa pubblica e non di lima, ma di scimitarra senza toccare, però, la spesa sociale.
Dunque, è probabile che il vero fronte su cui, probabilmente, dovremo fronteggiare Renzi è quello della spending review, orecchio al quale la sinistra sente molto male e… pour cause. Sul tema ci torneremo in un articolo apposito, per ora ci basta dire che ci sono altri modi di tagliare la spesa che non quelli “soliti” di scuola, pensioni e sanità.
Infine, il tema della redistribuzione del carico fiscale dalle fasce più basse e dalle imprese ai redditi più alti e, soprattutto alla rendita che non è colpita mai. Ma di questo riparleremo.
Come si vede, Renzi ha ragione a dire che bisogna abbattere la pressione fiscale ma c’è modo e modo di farlo e lo scontro va portato su questo terreno, non sul piano delle fesserie dette da Bersani e Fassina che, proprio, non vogliono sentir parlare di riduzione del peso del fisco e manderebbero il paese in fallimento.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, berlusconi, bersani, crescita economica italia, fassina, governo monti, monti, politiche economiche italia, pressione fiscale, renzi, riforma della pubblica amministrazione, sanità, scuola, spendig review, tagli alla spesa

ilBuonPeppe
Ci sarebbero molte cosa da (ri)dire, ma mi limito all’affermazione finale.
Non è il peso del fisco a mandare il paese in fallimento. E’ una classe politica che NON fa politica e si limita ad eseguire gli ordini di soggetti interessati a spolpare il paese. Soggetti che, guarda caso, chiedono un fisco più leggero, una pubblica amministrazione il più possibile ridotta e uno stato sociale irrilevante.
Magari bisognerà farsi qualche domanda in più.
Tenerone Dolcissimo
Come potrebbero questi “soggetti” spolpare il paese se non mettessero piu’ tasse?
E a parte quest’obiezione teorica, non ti sei per caso accorto che il buon Monti, mandato proprio da tali soggetti, le tasse forse le ha aumentate?
Magari mi sbaglio e Monti ha diminuito l’imposizione
ilBuonPeppe
Monti aveva un compito preciso: sistemare la bilancia commerciale per evitare che si creassero squilibri eccessivi capaci di mettere in crisi i diritti dei creditori. Aumentando le tasse ha distrutto (parole sue) la domanda interna, e ha raggiunto il risultato.
Con le aziende alla canna del gas, anche grazie alle tasse alte, è un giochetto per gli stranieri acquisirle. Ora tocca ai pezzi grossi (ENI, ENEL, Finmeccanica, ecc) per i quali è richiesta la complicità attiva del governo. Fatto questo vedrai che le tasse diminuiranno davvero: a livello aziendale ne beneficeranno i nuovi padroni stranieri, mentre il singolo cittadino, grazie alla contemporanea distruzione dello stato sociale, pagherà meno tasse ma molto di più nei servizi divenuti privati.
Cornuto e mazziato.
Tenerone Dolcissimo
Se una bilancia commerciale è in attivo per i creditori è meglio: hanno più possibilità che il debitore paghi. Nessuno ha interesse alla distruzione del proprio debitore, finché rimane tale e cioè finché non paga.
Se poi ci sono altre ragioni nel mettere le tasse -come quelle che indichi tu- è un altro discorso. Ma allora perché non ve la prendete con gli altri apostoli delle tasse: ad esempio gli iscritti alla CGIL ed alla CISL???
Comunque ti ringrazio per avere confermato quanto noi liberali affermiamo da una vita: mettere le tasse è sempre una cosa sporca.
ilBuonPeppe
1) Infatti la nostra bilancia commerciale, prima dell’arrivo di Monti, era in deficit.
2) Con la CGIL (la CISL qui non esiste) sono in guerra da un pezzo.
3) Non ho confermato niente: quella è una tua visione che io non condivido.
Tenerone Dolcissimo
forse non volevi ma hai provato che almeno in questo caso l’aumento delle tasse rispondeva ad una logica lercia portata avanti da persone lercie.
Siamo ancora in attesa che qualcuno provi che le tasse sono una cosa bellissima.
leopoldo
tenerone mi spieghi come fa uno Stato a finanziarsi senza la leva fiscale?
Tenerone Dolcissimo
@ leopoldo Il texas ed altri otto stati USA hanno abolito le imposte sui redditi. Si potrebbe chiedere a loro.
Se ci pensi bene, per finanziare i servizi scadenti che ci fornisce la repubblica bastano e avanzano le accise sulla benzina. Il resto lo sai dove va a finire.
leopoldo
direi che è anche il fine a cui sono disposte le tasse, se le tasse servono a finanziare i debiti delle banche dove ha lavorato tenerone mi sembra giusto rimuoverle incluso quelle per la sua pensione ;D altrimenti andrebbe disegnato un attento piano di finanziamento dello Stato, altrimenti uno Stato senza soldi che fine fa?
Tenerone Dolcissimo
caro leopoldo io in quelle banche /che sono enti pubblici tuttora) sono stato oggetto di mobbing perché mi sono opposto a parecchie porcherie fra cui giri di mignotte, alla faccia di beoti che pensano che le mignotte sono solo ad Arcore. Ho offerto al professore di parlarne: se volete sono qui a dimostrarvi quanto lercio sia questo sistema di banche
leopoldo
quello che dici è il degrado del mondo del lavoro in quanto tale per il fine di alcune persone di privilegiare sulle altre a scapito delle medesime, in letteratura potremmo parlare dei bravi di mazoniana memoria. IL degrado bancario è si indotto dalle persone che le dirigono e ovviamente creano un humus degradato perché il loro agire sia migliore e il loro potere rimanga incontrastato, ma una cosa è la condizione del lavoratore che differisce dal lavoro a cui si è preposti ;D.
Tenerone Dolcissimo
E infatti le banche italiane sono enti pubblici in mano ai partiti e alla melma che immagino tu conosca meglio di me. Pertanto ogni paragone con le banche americane è fuor di luogo. MPS è costato un botto al contribuente, ma è fuorviante dire che abbiamo salvato le banche. Abbiamo salvato gente ben diversa dai banchieri di wall street.
Antonio
Caro Prof. Giannuli a mio avviso dovremmo uscire dalla logica delle coperture. Per quanto le imposte possano essere pensate in modo più progressivo, e alcuni stipendi andrebbero tagliati il sistema non ha bisogno di trasferimenti di risorse ma di creazone di quest’ultime. Siamo in una fase di depressione e deflazione l’unico modo per uscirne è crearne di risorse avviando crescita e un tasso sostenuto di inflazione 3,4,5%.
Tutte cose impossibili nell’euro. Una crescita economica si tradurrebbe in un immediato peggioramento della bilancia dei pagamenti.
Purtroppo non abbiamo scelta nel quadro attuale non c’è nessuna speranza di ripresa indipendentemente dalla strategia fiscale.
Oltretutto a mio modesto parere nonostante le roboanti promesse Renzi non partorirà niente di significativo, è oggettivamente ingessato dai vincoli europei, e non ha né la statura politica, né la preparazione per romperli.
leopoldo
concordo che gran parte della questione è la metodologia: sia di esempio la casa, invece di levare l’imposta introdurre una detrazione, come hanno fatto subito notare molti giornalisti (ogni tanto ragionano nel modo giusto [forse perché vedono il temporale che si addensa sull’argomento :-]). Ma poi si ritorna all’annoso problema della comunicazione e della passività dei cittadini, che non possiamo fare altro che assistere inerti all’attuare del governo o al massimo tifare per una o l’altra funesta decisione. )-:
benito
credo che bisogna pensare al problema dell economia senza perdere di vista quel nodo che presto o tardi verra’ al pettine: il problema ambientale. Arrivera’ di certo il momento in cui il problema ambientale creera’ uno stato di crisi assai piu grave di quello causato dai sub-prime. In altre parole qualunque persona raziocinante dovrebbe capire che i PIL non possono crescere all’infinito quindi meglio fermarli deliberatamente con delle azioni mirate prima che facciano il botto. Questo ovviamente presuppone una programmazione che gli economisti se fossero seri dovrebbero studiare a tavolino senza dire la solita fregnaccia che mercato si regola da solo, poiche’ e’ evidente che non e’ cosi. Viene da se’ che un punto chiave della crescita zero senza miseria, e’ la redistribuzione della ricchezza. Una spending review fatta razionalmente e la lotta alla corruzione eviterebbero di dover fare ogni anno una finanziaria. Per le pensioni basterebbe che l’INPS non dovesse piu erogare pensioni lorde ma solo al netto delle trattenute, qusto alleggerirebbe i conti dell’INPS e non avrebbe impatto sui pensionati. Lo stato ci guadagnerebbe perche’ i pensionati non avrebbero piu agevolazioni fiscali.
Tenerone Dolcissimo
Complimenti professore, vedo che Lei è arrivato a capire che Monti è un uomo di sinistra e attua una politica di sinistra come dimostra il fatto che viene appoggiato da uomini di sinistra. Adesso, la Nazione ed io Le saremmo grati se riuscisse a farlo capire ai frequentatori di questo blog che si ostinano a considerarlo un liberale nonostante io abbia loro fatto osservare che è strano considerare liberale chi ci ha passato la vita a mettere tasse e ad emanare regole perdippiù cervellotiche come il grado di curvatura delle banane. Cordiali saluti
P.S. Se non riuscisse a farlo capire non si scoraggi: non dipende da sue manchevolezze, ma dalla titanicità dell’impresa.
benito
caro Tenerone, intanto comincia tu a capire che la politica specialmente allo stato attuale non si puo’ capire se si appiccicano delle etichette come sinistra destra liberale comunista etc. che oggi come oggi valgono poco, e lo dimostra il fatto che sulle questioni piu’ importanti ci sono schieramenti trasversali. In quanto a Monti non ha la simpatia dell’opinione pubblica ma mi sembra neanche della maggior parte dei frequentatori di questo sito. Stesso discorso per quanto riguarda europa ed euro che sono invisi sia a parte della destra che a parte della sinistra. Etichette e slogan servono solo a fare chiacchiere da bar come quelle che fai tu
Tenerone Dolcissimo
Caro benito, i liberali come me sono sempre gli stessi: POCHE TASSE E POCHE REGOLE
TEA PARTY FOR EVER
benito
mi risulta che anche all’interno del movimento tea party ci siano vedute abbastanza diverse, quindi una volta di piu’ le etichette servono a poco, ma la cosa che piu’ li accomuna e’ probabilmente il fatto che gli basta il the per ubriacarsi
Tenerone Dolcissimo
MA sicuro, nel TP siamo liberali e quindi ognuno pensa per se. 10 liberali = 11 opinioni diverse. Sono i comunisti a muoversi compatti. Ma quando si parla di tasse cominciamo tutti a grattarci, come se fossimo assaliti da un branco di pulci. Sai quei fastidiosi animaletti che succhiano il sangue?
Paolo Federico
Quando si tratta di questi signori , pensar male è d’obbligo. Questi hanno l’abilità di cambiare il nome alle cose, dicono risanamento ma intendono gestione dello sfascio! Ed è esattamente ciò che è stato fatto a partire da Monti, si tutelano interessi terzi di potenti che si assecondano e di compari che si favoriscono.
Per reperire 50 miliardi e abbassare le tasse ci vogliono persone serie e oneste!
Una miriade di politici grandi e piccoli a cui fanno riferimento un numero sconosciuto ma altissimo di cooperative o di associazioni pseudo onlus foraggiate con le tasse che rappresentano pacchetti di voti impressionanti che costoro manovrano a piacimento e su cui si fonda il loro potere sul territorio, potranno mai rinunciare allo strumento principe su cui fondano il loro potere? Persino le mafie considerano droga e prostituzione attività secondarie all’accaparramento delle risorse pubbliche!
Lo so, onestà lealtà sono noiose e litigare per gli scontrini è avvilente.
cinico senese
Stiamo avendo già la risposta con i tagli alla sanità. Il banfone di Firenze vuole tagliare tasse riducendo lo stato sociale. Classica ricettina ideologica liberista, la lunga peste che sta portando il mondo allo sfascio che vediamo. La copertura politica morale poi la trova nell’europa: lo vuole l’europa!
Più fa così, più quelli che lo votano capiranno chi è il PD: la vera destra liberista.
Naturalmente dentro all’euro e all’europa non puoi fare diversamente, perchè i trattati EU sono frutto della fallimentare ideologia liberista. Anzi, il fine ultimo è far ripagare il debito pubblico di ogni stato direttamente ai cittadini, appropriandosi omeopaticamente delle case e dei risparmi.
Ma considerato che il PD e tutta la famigliola imbastardita dei partiti dell’internazionale socialista sono spacciati in quanto sono diventati i gendarmi del liberismo, è bene che la sinistra extra o altro inizi ad elaborare velocissimamente un piano di attacco culturale e movimentista a lungo termine per insediarsi nei ceti di riferimento dei cd. socialisti, se no questi vireranno a destra. In politica il vuoto non esiste.
Aldo Giannuli
e infatti lo scontro sarà proprio sui tagli alla spesa mentre è sbagliato contrastare l’odea di ridurre le tasse
Tenerone Dolcissimo
Il banfone di Firenze vuole tagliare tasse riducendo lo stato sociale.
**
l fine ultimo è far ripagare il debito pubblico di ogni stato direttamente ai cittadini, appropriandosi omeopaticamente delle case e dei risparmi.
—–
Cinico, scusa se te lo faccio notare, me le due affermazioni sono in contraddizione fra loro: la prima è da comunista gruppettaro mentre la seconda è da liberale estremista, tipo Tea Party. Deciditi
Dafni Ruscetta
Mi scusi Professore, non capisco…lei dice “Come si vede, Renzi ha ragione a dire che bisogna abbattere la pressione fiscale ma c’è modo e modo di farlo e lo scontro va portato su questo terreno”. Non capisco…anche lei adesso si è messo a fare come fanno alcuni nel M5S? Cioè, non importa cosa si faccia per il bene del paese, prima di tutto occorre che non siano loro (lui in questo caso…) a farlo! Detto in altri termini…: se Renzi sta per fare qualcosa di buno per il paese (evviva, non sarebbe mai troppo tardi!!), o se lo farà nei prossimi due anni, noi dobbiamo essere lì a contrastarlo? Nel senso, se davvero (finalmente) si è messo in testa di farsi consigliare da persone intelligenti e valide noi dobbiamo scongiurare il pericolo che quelle scelte funzioneranno? La prego, mi dica che ho capito male io, perché il senso che si evince in alcune parti del suo discorso è proprio quello! E, se così fosse, non mi sembra affatto un discorso di chi ha a cuore le sorti di questo paese, ma uno dei tanti discorsi di vecchia politica fondati su una precisa strategia di capovolgimento dello status quo. Mi scusi, ma se davvero Renzi (o chi per lui…) fosse in grado di trovare la ricetta per far ripartire il paese noi dovremmo pure “portare lo scontro va portato su questo terreno”? La ringrazio per il chiarimento che vorrà fare…
Aldo Giannuli
No non sono stato chiaro: io dò ragione a Renzi sull’obbiettivo di ridurre le tasse, dissento da lui (e cosa voglia fare già lo stiamo capendo dall’uscita del suo consulente Gutgeld sui tagli alla sanità) sulo tema dei tagli alla spesa che ci vogliono, ma lui vuol tagliare sullo stato sociale io penso si debba tagliare su superstipendi, missioni militari, ecc.
Dafni Ruscetta
Beh allora diciamo che anche il titolo che ha scelto è un po’ infelice…
Aldo Giannuli
be spero sempre che si legga anche tutto il resto
Paolo Federico
A Dafni Ruscetta
A furia di voler volare alto si perde il senso della realtà.
E’ esattamente una questione di persone!
Se lei si porta a casa uno sleale traditore bugiardo pugnalatore alle spalle, le affiderebbe le sue sostanze e la sua vita?
Ma a quali nuovi consiglieri allude? E’ troppo, troppo ingenuo fare della “filosofia ” con costoro, si finisce per aprire una”linea di credito” a tutto rischio del paese.
Giannuli è una studioso, è obbligato ad una equidistanza, a non dar credito a maliziosità per quanto fondate, ma noi no! Abbiamo il dovere di prendere una posizione e combattere!
Gas
Dolce sia naufragar i signori del mare e affogandare i paticulari dei generali e gli istessi. Esosi!
Paolo Federico
Aggiungo che qui non si tratta di un Churchill, di un Talleyrand , di Metternich, di Napoleone al quale perdoniamo, data la grandezza, di essere stato un ladro. Un grande è grande subito e subito si riconosce, così come, al contrario, subito si riconosce un mediocre.
Non è che una merda improvvisamente si può trasformare in un condottiero, semplicemente non succede.
Tenerone Dolcissimo
Esco un poco (ma solo un poco) dal tema del post per riferire di una interessante sentenza che ha dichiarato che il salario dei lavoratori e’ sempre meno importante delle tasse che servono a pagare i lussi della casta.
In pratica un “bieco padrone nemico dei lavoratori” essendo a corto di quattrini e dovendo scegliere se pagare le tasse o gli stipendi, ha scelto di pagare gli stipendi ai propri dipendenti e per questo è finito al gabbio.
Avviso agli operai iscritti a CGIL E CISL che lottano contro i padroni e vogliono piu’ tasse sperando di sbafarne un poco e chiedono patrimoniale e piuù tasse e lotta all’evasione fiscale, vi avverto: è inutile che lottiate tanto i soldi delle tasse si sa a chi devono finire -come dimostra la famosa foto della Camusso abbracciata al parassita della provincia di Vibo Valentia- e pertanto voi vi state scavando la fossa da soli, perché piu tasse significano meno lavoro.e licenziamento. E oltretutto quando perderete il lavoro non ispirerete pietà a nessuno. Anzi spero di avere presto il piacere di negarvi la carità sul sagrato di una chiesa.
Ecco il link
http://www.rischiocalcolato.it/blogosfera/ecco-il-175-segnale-della-ripresa-imprenditore-condannato-pagava-i-dipendenti-116882.html
victorserge
scusate, ma le tasse sono fondamentali per la costruzione di una società civile.
che poi ci siano politici che di tasse ci vivono è tutto un altro discorso.
i liberali come il tenerone non vogliono le tasse, o meglio vorrebbero poche tasse e regole certe; bravo, ma chi è in grado di far rispettare le regole certe?
ma certo: solo i liberali alla tenerone, che essendo dogmaticamente ligi alle regole e alle poche tasse, saprebbero gestire il patrimonio pubblico come un orologio svizzero.
i liberali e comunisti sono affascinati da due belle utopie: i primi dall’assolutezza della liberalità delle regole del mercato regolatore, gli altri dalla gestione consiliare e democratica di tutte le decisioni possibili.
peccato che in mezzo ci sia la società civile: moloch che impedisce agli utopisti realisti ( comunisti e liberali) di costruire la società perfetta.
termino dicendo: le tasse sono il segno di una civiltà evoluta che guarda al futuro e per questo che le tasse non devono essere tagliate in modo indiscriminato, ma devono essere gestite in modo che facciano l’interesse del popolo perché sono soldi del popolo.
chi le evade, chi le usa in malo modo per scopi che non hanno una finalità pubblica dovrebbe essere estromesso dalla “polis”; invece oggi le tasse sono solo un argomento di campagna elettorale o poco altro.
ribadisco: le tasse sono un segno di civiltà e di qui non mi muovo.
saluti
victor serge
Tenerone Dolcissimo
Victor riepiloga i tuoi ricordi di storia e ti accorgerai che ogni società libera è nata da una rivolta fiscale cioè scannando chi metteva le tasse