Le ragioni geopolitiche dell’austerità. Un commento.

Il Dott. Giuseppe De Paolini, economista, già docente dell’Università di Torino, ci invia molto gentilmente un interessante commento al recente articolo di Lamberto Aliberti “L’Austerity: se non guarisce, uccide“. Lo ringrazio vivamente e auguro buona lettura!

Di Giuseppe De Paolini. La conclusione dell’articolo, desunta dal ragionamento e dall’intreccio di statistiche reali e finanziarie con modelli econometrici  (di cui in questo momento non conosco compiutamente la struttura) è sicuramente condivisibile nella sostanza. Mi permetto solo di osservare che la genesi delle politiche di austerità è spesso  di natura geopolitica  per cui la loro durata e pesantezza dipendono da  questo fattore.

E’ innegabile  che il fattore tempo genera aspettative in negativo che incidono  sui  comportamenti  collettivi  e tendono quindi a deprimere la crescita.  Contribuisce ad appesantire il quadro poi la struttura dell’economia , dove il settore industriale e quello dei servizi di tipo moderno  sono irrilevanti.

Incide poi molto lo squilibrio crescente  non solo nella distribuzione dei redditi  ma anche ed ancor di più quello relativo alla distribuzione dei patrimoni  (come  analizzato nel  testo recente del francese Piketty).  Nel caso  della Grecia la maldistribuzione è un esempio da manuale.  Anche l’ipotesi  di forte tassazione patrimoniale, date queste premesse, è quindi  velleitario  e tende nel lungo periodo a peggiorare il trend delle entrate fiscali. Colpisce solo pesantemente la ricchezza immobiliare e non quella finanziaria, che in genere  è prevalente. Infatti  la fuga dei capitali di questi tempi, nelle varie forme tecniche consentite e non, sottrae capitali  astrattamente utili alla crescita.

Si aggiunga che oggi il coefficiente capitale/prodotto inteso come quantità di capitale necessaria per ottenere  un incremento di PIL è molto  alto e comunque in aumento.  Questo  significa che per la crescita serve sempre più accumulazione di capitale (che in Grecia scarseggia ed è comunque concentrata). Non riesco a vedere la domanda per investimenti e la domanda estera  (legati al meccanismo acceleratore moltiplicatore) come fattori, in prospettiva, di crescita.

La criticità in Grecia risiede non solo nella finanza statale con il suo pesante debito pubblico  ma anche nel suo  sistema bancario, che è fragile e fortemente legato alle banche del Nord europa.  Questa forte insistenza da parte della UE a trazione tedesca sull’austerità  dipende anche da questo. Recentemente   la commissione UE , attraverso  gli STRESS TEST della vigilanza europea, ha fatto le pulci  agli attivi delle banche del SUD Europa. Per l’ITALIA ha censurato la non buona qualità dei prestiti alle imprese mettendo in seria difficoltà almeno 2 tra i principali gruppi bancari italiani (pieni pure di titoli del debito pubblico, vedi MPS). Al contrario ha accettato come buoni gli attivi di banche del Nord Europa pieni di rischiose operazioni in derivati. Scelta di natura geopolitica, non astrattamente tecnica. Ma l’austerità è figlia spesso della geopolitica (le pesanti riparazioni imposte alla Germania dopo il 1918, addolcite poi con i piani DAWES e YOUNG di dilazionamento solo dopo che il marco fu annientato nel novembre 1923 e sostituito da una nuova moneta. Poi arrivarono i capitali usa dal 1924 al 1929 che fecero rivivere e purtroppo concentrare l’economia della Repubblica di WEIMAR , fino al ritiro degli stessi capitali dopo il crollo di Wall Street ; comunque austerità solo per pochi anni).

Geopolitica fu anche la ragione del piano Marshall che sul piano operativo si intrecciò nel 1948/1949 con la politica di risanamento patrocinata da Einaudi. Ma il nostro esponente, sapientemente nel 1946 come BANKITALIA, favorì l’inflazione e quindi l’alleggerimento del debito pubblico e nel 1947 come ministro del Bilancio la stretta creditizia e di finanza pubblica, in modo deciso ma non prolungato. Nel caso della Grecia, tra le titubanze varie della UE, del FMI e dell’eurogruppo la politica di austerità richiesta alla Grecia dura da 5 o 6 anni , in un mondo in cui gli scenari economici cambiano in modo repentino e talvolta imprevedibile. In questo caso la  coesione sociale va perduta, gli effetti sempre più appesantiti.

Ultima considerazione: geopolitica la ragione dell’entrata dell’Italia nell’area euro nonostante il pesante fardello del debito pubblico (ben oltre il 60% del pil, truccando le carte con modelli econometrici che legano interessi e crescita assumendo valori irreali ed irrealistici). La Grecia potrà forse uscire senza danno dall’area euro. L’Italia invece penso che non lo possa fare. Nella settimana appena conclusa , in un convegno a Milano, il ministro dell’economia si è dichiarato sicuro della tenuta dell’area euro. Intervento scaricabile dal sito di Radio Radicale audio video in data 13 03 15.

Giuseppe De Paolini

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Lamberto Aliberti

Lamberto Aliberti, già Ceo della Maspa Italia, società leader nella system dynamics, è da sempre impegnato anche nel campo della formazione. Da alcuni anni coordina il gruppo Dext,Designing Models for Economics and Politics.

Comments (25)

  • Geopolitica fu anche la ragione del piano Marshall che sul piano operativo si intrecciò nel 1948/1949 con la politica di risanamento patrocinata da Einaudi. Ma il nostro esponente, sapientemente nel 1946 come BANKITALIA, favorì l’inflazione e quindi l’alleggerimento del debito pubblico e nel 1947 come ministro del Bilancio la stretta creditizia e di finanza pubblica, in modo deciso ma non prolungato.
    Da profano, non è come dire che le scienze economiche non hanno nulla di meccanico e che non possono prescindere dal buon senso e dalla lungimiranza umani?
    Che in fondo al dedalo di tecnicismi, in definitiva, si tratta sempre di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte?
    Che economisti e politici si occupano del contingente perché non sanno o non possono indicarci nessuna strada per il futuro?
    Che in questa loro misera condizione di impotenza si sono fatti mettere sotto da una ristretta cerchia di strozzini chiamati pomposamente banchieri e finanzieri?

  • Lamberti, dopo l’asfaltata epica, chiama rinforzi… non so se ridere o incazzarmi.

    Comunque, da antifascista e nipote di chi ha fatto la Resistenza, non permetto di insultare l’intelligenza degli Italiani dai “vincolisti”. Ovvero dai fascisti moderni.

    Iniziamo a commentare la fiera del ridicolo:

    «La conclusione dell’articolo, desunta dal ragionamento e dall’intreccio di statistiche reali e finanziarie con modelli econometrici (di cui in questo momento non conosco compiutamente la struttura) è sicuramente condivisibile nella sostanza. Mi permetto solo di osservare che la genesi delle politiche di austerità è spesso di natura geopolitica per cui la loro durata e pesantezza dipendono da questo fattore.»

    Cosa significa, prof. De Paolini “di cui in questo momento non conosco compiutamente la struttura”? Ella prende una posizione su un’analisi econometrica che porta a risultati opposti a quelli di tutto il mondo accademico e delle stesse Istituzioni (BCE e FMI) che HANNO AMMESSO, conformemente alla letteratura scientifica ampiamente citata dai commentatori alle repliche del povero Lamberti, SENZA NEANCHE CONTROLLARE I MODELLI? Cioè, un’analisi tanto rivoluzionaria, non merita neanche di essere approfondita e studiata? Lamberti Vs. Krugman, e sceglie Lamberti “condividendone la sostanza”? Ovvero “l’euro non è il problema”?

    Interessante De Paolini… molto interessante… così, per curiosità, cosa insegna?

    (Sorvolo su Piketty, solo un piddofascista può pensare di tassare patrimoni ed eredità, per giunta manovra recessiva prociclica e in violazione all’art. 53 Cost… ma l’europeista non conosce per definizione cosa sia una Democrazia costituzionale. Né la vergogna)

    Poi la perla: la “geopolitica”… AHHAAH… e figuriamoci. La scoperta del XXI secolo: quando non si sa che pesci pigliare saltano fuori Brzezinski e Kissinger (un consiglio da filologo, lasci perdere la geopolitica in economia… si parla di POLITICA: si parla di gestione del conflitto distributivo, ovvero di POLITICA ECONOMICA, caro De Paolini, non l’hanno ancora assegnata la cattedra di “geopolitica economica”).

    Infatti: «geopolitica la ragione dell’entrata dell’Italia nell’area euro nonostante il pesante fardello del debito pubblico (ben oltre il 60% del pil, truccando le carte con modelli econometrici che legano interessi e crescita assumendo valori irreali ed irrealistici). La Grecia potrà forse uscire senza danno dall’area euro. L’Italia invece penso che non lo possa fare. Nella settimana appena conclusa , in un convegno a Milano, il ministro dell’economia si è dichiarato sicuro della tenuta dell’area euro.»

    Il “pesante fardello del debito pubblico”? Un altro neoliberista all’amatriciana… Va bene De Paolino, abbiamo capito che fa propaganda per il Washigton Consensus o, peggio, che non sa una fava di macroeconomia.

    La ciliegina autorazzista con: “truccando i conti”… vergogna! Agli Italiani non fregava una fava di agganciarsi al marco, visto che la “quota 90” è ideologia fascista! Vergogna!

    Poi, sprezzante del ridicolo, chiosa con: «non penso che l’Italia possa uscire dall’euro» (ovvero non venire desertificata e annessa a Germania e danti causa, come ricordano tutti gli economisti a parte il De Paolini). E che motivi adduce il nostro novello irredimibile vincolista?

    « in un convegno a Milano, il ministro dell’economia si è dichiarato sicuro della tenuta dell’area euro »

    Porca vacca, che analisi!

    Ho fatto una foto allo schermo perché non ci credevo… sono ancora schiantato dalle risate.

    D’altronde, un articolo così, non può che avere un curriculum così:

    https://ideas.repec.org/cgi-bin/htsearch?q=Giuseppe+De+Paolini&cmd=Search!&ul=

    Si vergogni.

    • senta junius capiamoci: non pretendo che lei condivida quello che compare su questo blog che ospita un pluralismo di posizioni anche molto contrastanti fra loro, ed io ho sempre ospitato interventi di critica anche ai miei pezzi e senza alcuna riserva, me ne darà atto, ma, insomma non si può intervenire dicendo “si vergogni” e stracciandosi le vesti perchè un altro la pensa diversamente. Sgradevolissimo poi il link al cv come se si trattasse di quello di un pregiudicato, insomma cerchiamo di mantenerci nei limiti di un confronto civile.

      • Professore, purtroppo le ricordo che siamo in guerra, e la guerra è incivile.

        Soprattutto, come ricordava Carl Schmitt, diventa particolarmente incivile qundo vengono a mancare gli ordini statuali sovrani.

        L’agganciare prima la lira allo SME e poi costringere gli Italiani ad accettare i parametri di Maastricht per una convergenza (che la letteratura dimostrava ampiamente impossibile a parte i soliti cialtroni poi puntualmente spernacchiati), è stato tutta lotta anti-sindacale e di sottrazione di diritti civili, sociali e politici ai lavoratori. Agnelli, Pirelli e De Benedetti nel ’78, a Londra, spiegarono bene il motivo per cui desideravano l’Italia in un regime di vincoli di cambio. Per annientare il sindacalismo.

        Quindi chi parla di “bilanci truccati” ed altre amenità del genere, come se fosse “virtuoso” avere una divisa sopravalutata (quota 90), si deve vergognare: è un secolare strumento di compressione salariale. Poi se un trotzkjista trova “democratico” propugnare l’ideologia del ministro Volpi… be’… sarebbe necessario discuterne.

        Il fascismo dell’opinione deve finire: e su questo punto la inviterei a sostenere un confronto pubblico.

        Il riferimento iperterstuale non lo ha evidentemente compreso: anche perché è uno di quei link che permettono ai “non economisti” di capire che l’economia non è un’opinione. Certo, non basta, ed è uno dei tanti: ma il fatto che il nome del dottore in questione non compare in quella base di dati, significa che De Paolini NON È UN ECONOMISTA. O, se lo è, lo è quanto me, che son dottore in economia anch’io ma NON MI PERMETTO DI ESPRIMERE OPINIONI su una scienza che ha una ricchissima, e FONDAMENTALE, letteratura.

        Si fanno delle citazioni di autori e pubblicazioni che abbiano rilevanza nel dibattito: l’opinione sul QE della sciura Pina non è assimilabile a quella di un De Grauwe.

        Come è potuta ridursi così la Sinistra, è un mistero glorioso: sicuramente non staremo qui a farci massacrare a causa di un gruppo di falliti e traditori che occupa uno spazio politico che non gli compete: quando la destra dice le stesse e medesime cose della sinistra, significa che si è in un regime totalitario.

        E come per tutti i totalitarismi, la fine più naturale è il conflitto bellico e la guerra civile.

        Se un fascista e traditore della Costituzione come il ministro citato al posto di autori e dei loro lavori, deve essere assunta a rilevanza scientifica, siamo piombati nel ventennio.

        Quello che Professore definisce “pluralismo di opinioni”, si chiama disinformatja. E le faccio notare che quel pluralismo che paluda di “democratico” fa pendant con i “reati di opinione” per cui la UE ha già la legislazione pronta. Ci rifletta, Professore… il totalitarismo si fonda sulla destrutturazione della dialettica.

        Sarà tutto opinabile tranne ciò che decideranno i duci.

        Rendere complentare ciò che è supplementare, rendere supplementare ciò che è complementare: la morte di Hegel.

        Lei nega che ci possa essere un dibattito scientifico in economia, ovvero nega che ci possa essere un accordo pacifico per cui a determinati obiettivi politici sono necessari certi strumenti “tecnici”. (Tra l’altro rifiuta le premesse di quasi due secoli di lotta socialista).

        Il suo blog è un bellissimo e utilissimo blog: fintanto che non si occupa di economia.

        Però, per un socialista e per un democratico l’economia è dirimente per qualsiasi obiettivo politico.

        Come la mettiamo? Lo vuole sostenere un confronto pubblico, con un titolo tipo: «Sinistra e democrazia: difesa dei diritti dei lavoratori e paradigmi economici»?

        Esiste un paradigma economico da perseguire inderogabilmente da parte della Repubblica? L’antifascismo ha un fondamento economicistico?

        Vediamo se si riesce uscire dal coma: magari le scrivo in privato.

  • Professore, La leggo sovente e con piacere, ma questa volta il suo giudizio, tra l’altro urlato, su Junius lo trovo completamente sbagliato. Junius mi pare che abbia i piedi più che ben piantati in terra e le sue critiche all’articolo di De Paolini sono più che fondate. In quanto alle opinioni Junius ha perfettamente ragione: è ora di finirla di trattare l’economia come se non fosse una scienza. Lei professore si butterebbe dal decimo piano perchè secondo l’opinione di qualcuno la gravità non esiste? Non credo. Allora perchè quando si parla di economia tutti possono dire la qualunque? L’economia è come la fisica: se non si rispettano le sue leggi ci si fa del male, magari l’effetto non è immediato come impattare sul marciapiede ma prima o poi arriva.

  • Appena letto l’articolo del Paolini…mi è venuta una forte nausea…un altro po e vomitavo…stavo per fare un commento poi ho letto le considerazioni dello Junius…di cui condivido quasi tutto…ma sto Paolini …oibò…ma ci è o ci fa ???…come si fa a scrivere “orrori” del genere???

  • A Mario Bioletti
    Non mi pare che l’economia come scienza possa essere assimilata alla fisica, così come non è possibile assimilare la medicina o la psicologia alla chimica e comunque anche la fisica ha le sue contraddizioni e i suoi paradossi.
    Se tanti scienziati si piegano a prostituire la scienza ad interessi altri, a volte addirittura truffando, a meno di non diventare tutti fisici farmacologi ed economisti, sviluppare una certa diffidenza più che naturale mi pare doveroso. Ora per quale ragione non dovrei nutrire la stessa diffidenza per voi che, non potendo fornire riscontri di laboratorio o prove sperimentali, vi sputtanate l’un l’altro insultandovi e rendendo, voi per primi, la vostra scienza opinabile?

    • Federico, lasciamo stare per un momento la posizione del Professore, che è incomprensibile solo se non si conosce il contesto psicologico di chi ha visto lo sgretolarsi del sogno e dell’impegno di una vita.

      Sono trent’anni che gran parte dei marxisti si scaglia contro il neoliberismo abbracciandone contestualmente i dogmi di politica economica, come il monetarismo o, peggio, il vincolismo. (Chi poi blatera di debito pubblico e inflazione fa SEMPRE e SOLO il gioco del capitale e dei rentiers, per questo nell’articolo viene citato il neoliberista Einaudi in quel particolar contesto storico)

      Non possono accettare che di questa aberrazione ci fosse consapevolezza da sempre in letteratura che, ovviamente, non hanno mai conosciuto e per cui “i consulenti economici”, per ovvie opportunità politiche, hanno taciuto o quantomeno manipolato.

      Perché l’unico motivo di questa cecità ideologica è da ricercarsi nella storica falsa coscienza di chi ha “promosso” la lotta di classe del secondo dopoguerra, esponenziale di interessi, questi sì, geopolitici. Lotta di classe avulsa da quella “costituzionalizzata” dai socialisti ortodossi nel ’48.

      Caro Federico, al Bioletti contesta l’ovvio.

      Certo che la fisica può essere paragonata all’economia, proprio in quanto scienza.

      Una è una scienza dura, l’altra è una scienza sociale: entrambe rispodono a certi requisiti epistemologici in coerenza con gli obiettivi dell’indagine. Un’altra questione è considerarle entrambe scienze esatte, come “filosoficamente” fanno empiristi e liberali da sempre: da Hume a Smith, classici e neoclassici.

      Il gioco, mi spiace, lo devo dire, “poco onesto intellettualmente”, è confondere il dibattito accademico (scientifico) con la “divulgazione”, lo spin esercitato da persone generalmente neanche qualificate per esprimere “opinioni” sui media di massa.

      È evidente che in democrazia a un Paolo Federico non dovrebbe neanche interessare sapere dove si trovano le pubblicazioni degli economisti: ma siamo sotto una dittatura totalitaria durante una guerra economica e psicologica.

      È risaputo che i giornalisti che si occupano di economia sono i più corrotti da sempre: e se la divulgazione scientifica va contro il potere costituito, certi concetti non vengono resi pubblici. Ma ciò non significa che tra studiosi il dibattito non ci sia e continui. Sotto la teocrazia della Chiesa romana, anche Galileo si dovette piegare: ma ciò non toglie che gli altri scienziati non continuarono a dibattere e a rendere il progresso possibile.

      Ricorda, progresso scientifico e sociale, corrono insieme.

      Ogni rivoluzione scientifica è gravida della propria rivoluzione sociale.

      E i giganti della Storia son dalla mia parte… perché è sempre stato così.

    • Signor Federico, una cosa è avere dubbi sul big bang, un’altra sul fatto di schiantarsi cadendo dal decimo piano di un palazzo. Idem per l’economia: si può discutere sulle teorie di frontiera ma sulle basi non ci piove. Una cosa è essere diffidenti visto che alcuni scienziati si vendono, un’altra è pretendere di dare un’opinione su qualcosa di cui non si sa nulla. In quanto alle prove sperimentali ci sono ormai decenni di dati che dimostrano che se si fa A poi accade invariabilmente B. Se poi chi ha le leve del comando se ne infischia e scaraventa intere popolazioni nell’indigenza questo non è dovuto ad errori economici ma ad una precisa volontà di procedere comunque a dispetto, appunto, dei dati.

        • Credo che il Sign Bioletti..si riferisca ad tutta una serie di balle che ci hanno raccontato per indurci ad accettare la “giusta punizione “…che gli italiani hanno bevuto…

          che so:

          –abbiamo vissuto “al di sopra delle nostre possibilità ” —–>>> (un idiozia senza nessun fondamento economico )…il debito pubblico con un sistema a sovranità monetaria…non è un vero e proprio debito..è solo un numeretto …la moneta emessa dal nulla non puo essere un vero debito ..serve solo per frizionare e far funzionare l’economia .

          —Gli italiani sono degli spendaccioni…——>>> tutti i grafici della nostra spesa pubblica di questi ultimi trenta anni..non solo sono in linea con i cosiddetti “paesi virtuosi ” e presunti tali…ma addirittura la spesa pubblica di alcuni di loro è stata decisamente più alta…(forse la nostra in alcuni frangenti è stata allocata male…ma come tot di spesa siamo in linea o addirittura più virtuosi di loro …)

          posto un link di Alberto Bagnai..con i grafici della spesa di questi ultimi 10 anni…perché adesso al momento non ne trovo altri (dovrei cercare ) ma ho i grafici di questi ultimi trenta anni…in una cartella…il trend è più o meno identico ..)

          http://goofynomics.blogspot.it/2013/03/la-spesa-pubblica-futura-memoria.html

          ci hanno raccontato delle balle…mentivano sapendo di mentire…..

          potrei continuare (ed io non sono certamente un esperto di economia…sono un pinco pallino qualunque..gli economisti “addetti ai lavori ” ndo stavano mentre i mass media main stream ci riempivano la testa di cazzate …?)..sulle dinamiche del nostro debito pubblico ..che è schizzato da un fisiologico 60 % degli inizi anni 80 ad il 120 % dei primi anni novanta ..etc etc…

          ci hanno raccontato un sacco di balle….e gli economisti (i medici del corpo sociale ) silenti….mentre la cricca neoliberista uccideva l’italia.

          e cosi via per l’inflazione, la vera funzione delle tasse in un sistema ad sovranità monetaria…, le dinamiche e la funzione della moneta…etc etc

          balle su balle su balle….e le abbiamo “bevute tutte “…

          (da precisare ho postato il Bagnai perché i grafici rendono bene l’idea…io del Bagnai condivido la sua analisi sulla distruttività della moneta unica…non ne condivido le modalità di eventuale uscita dall’euro…che secondo me è molto più critica e problematica da come lui la espone (ci son dei vuoti che non spiega )…il Bagnai la fa semplice….

          • e la sinistra invece di svolgere il suo ruolo …ne è stata non solo la complice silente ma addirittura la promotrice (Gramsci si starà rivoltando nella tomba )…la sinistra non esiste più. Quella attuale ( PD/SEL&affini ) non è sinistra….è la peggior destra economica fascista/neoliberista..verniciata di rosso sbiadito.

            Per sessanta anni si son lamentati perché non c’era alternanza…una volta “finalmente” stabilmente al potere…ci hanno venduto e distrutto. Fascisti rossi.

            Ha ragione Junius quando dice che i “vincolisti ” sono i peggiori fascisti.

      • venticinque anni fa …ben sei o sette premi nobel dissero che la Moneta Unica sarebbe stato un disastro…anzi Kaldor lo disse chiaramente addirittura nel 1971 …e non erano solo “keynesiani” ma addirittura uno dei padri del Neoliberismo …Milton Friedman :

        Milton Friedman, 1998

        D. Una domanda finale: qual è la sua opinione sul progetto di creare una moneta comune in Europa ? lei è ottimista sul suo successo ?

        R. Penso che sia un grosso azzardo e non sono ottimista. Sfortunamente, il Mercato Comune Europeo non ha le caratteristiche richieste per un’area valutaria comune. Gli USA hanno queste caratteristiche: lingua comune, libero movimento delle persone in tutta l’area, notevole flessibilità di prezzi e salari. Infine, c’è un governo centrale molto più grande di quelli locali e quindi la possibilità di trasferire fondi alle aree influenzate da particolari situazioni negative. L’Europa non ha nessuna di queste caratteristiche: paesi diversi, lingue diverse, scarsa mobilità delle persone, governi locali molto più grandi rispetto a Bruxelles, restrizioni e controlli su prezzi e salari. I cambi flessibili tra le varie valute forniscono un meccanismo per assorbire shock ed eventi economici che influiscono in modo diverso sulle varie nazioni. Introducendo l’euro, si getta via il meccanismo. Che cosa lo sostituirà ?

        Forse saranno fortunati. Magari gli eventi economici dei prossimi 10 o 20 anni non produrranno effetti asimmetrici tra i vari paesi, e ci sarà il tempo per superare le restrizioni, per rendere il sistema flessibile. Ma è molto più probabile che non sarà così. Come unico meccanismo di aggiustamento, rimarrà la pressione sui prezzi, sui salari, sull’occupazione. Immagini che l’Italia abbia dei problemi, come esce dal sistema euro ? Auguro ogni bene alla futura area euro, è nell’interesse degli USA che l’esperimento abbia successo. Ma sono molto preoccupato e penso che ci siano veramente grandi elementi di incertezza.

        dico io: aveva ragione? aveva visto giusto ?…

        John Maynard Keynes, nel lontano 1933
        Non si potrà mai equilibrare il bilancio attraverso misure che riducono il reddito nazionale. Il ministro delle finanze non farebbe altro che inseguire la sua stessa coda. La sola speranza di equilibrare il bilancio in modo stabile e permanente passa dall’evitare l’enorme aggravio dovuto alla disoccupazione. Per questo sostengo che, anche nel caso in cui si prenda il bilancio pubblico come unico metro di giudizio, il criterio principale per giudicare se le politiche economiche attuate siano state o no un successo, E’ LO STATO DELL’OCCUPAZIONE .

        dico: la sinistra ha voluto il “pareggio di bilancio “….cioè ha ucciso definitivamente Keynes..milioni di disoccupati e deflazione galoppante (senza possibilità di ripresa…non ci sarà ripresa…impossibile )….che è molto ma molto più devastante dell’inflazione posto che meglio più occupazione con una moderata inflazione …che una devastante deflazione quasi depressione con milioni e milioni di disoccupati disperati ..(e continuano a menarcela con lo spauracchio dell’inflazione…come dire che siamo nel Sahara a 50 ° preoccupandoci del freddo del Polo Nord…)

        A voglia di fare il QE …(non servirà a nulla )…la pecunia emessa dal nulla per fare il Quantitative Easing cioè per foraggiare le Banche tutte fallite (che continueranno a non prestare all’economia reale )..la trovano…ne dessero direttamente alla Grecia…o all’economia reale..la ripresa ci sarebbe in breve tempo.

        QUESTI SON DEI PAZZI CRIMINALI. altroché….(perché c’è una “volontà ” di procedere in questo modo…sanno benissimo come usare gli strumenti economici correttamente per riaggiustare la situazione: ma non lo vogliono fare…perché evidentemente hanno altri obiettivi )

        l’articolo del De Paolini…con tutto il rispetto, ma non ha senso.

  • Premetto che ho la necessità di “sfogarmi” ovviamente in questo post parlo in generale…
    Ma perché gli italiani non reagiscono ??? percheee ? Questa maledetta ideologia economica dal “pensiero unico “ che ha interrotto la funzione dello Stato come finanziatore di prima istanza (come tutti gli altri Stati del mondo e sottolineo TUTTI ) eccetto l’anomalia di 18 stati dell’eurozona.

    C’ è da sottolineare in questo ormai “tragico contesto “ il TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI e degli ECONOMISTI in particolare (quelli bugiardi..) –bastano semplici schemi di economia per capire l’origine di questa crisi mostruosa e le dinamiche stanno distruggendo l’Italia (e non solo ) che sta letteralmente mangiando il paese (ma non si vergognano certi “economisti “ o “presunti” tali ? non si vergognano a scrivere certe fesserie…? )
    Prima di arrivare dove siamo arrivati ci poteva essere qualcuno che capiva la situazione e creare un “movimento di opinione” …
    Ma perché questi professori universitari si (parlo in generale..) sono fatti letteralmente “mangiare la mente “ ,,mangiare “la coscienza “ ? perché le cose le sanno (eccome se le sanno )

    Cosa è successo a “questa gente “ (in alcuni casi oserei dire “gentaglia “ ) ..perchè gli intellettuali non si sono mossi ? Oggi noi abbiamo in Italia tutta una serie di economisti e in questo caso bisogna puntualizzare che sono come i medici degli ospedali o delle famiglie. Gli economisti sono quelli che hanno in mano la NOSTRA vita perché creano e distruggono la NOSTRA vita : dallo stipendio al tasso del mutuo, dalla quantità di beni di un paese al costruire le cae etc etc TUTTO …i posti di lavoro,l’occupazione..etc etc
    E allora dico: perché si son fatti mangiare il cervello ?? la “coscienza” ?? e perché ce ne sono completamente coscienti di tutto cio eppure non fanno nulla ? Perché c’è stato il tradimento degli intellettuali??? Perchèèèèèèè ????
    Penso che questo sia uno dei capitoli piu vergognosi di questa triste vicenda.

    I MEDICI del corpo sociale (cioè gli ECONOMISTI ) coloro che dovevano andare sulle barricate della malattia come fanno i medici quando ci son delle epidemie per curarci si sono rinchiusi e hanno fatto finta di non esserci (altri si son letteralmente venduto ai gruppi di potere referenti ..falsando il discorso economico…mentendo sapendo di mentire )

    I cittadini (TUTTI ) dovrebbero prender coscienza e informarsi veramente sul cosa è l’economia e sul suo ruolo (e farsi una cultura economica necessaria come il pane…oserei dire ..per non farsi prendere per il sedere da certi falsari coscienti o no di esserlo…)

    L’economia è tutto: dall’accendere la luce,al riscaldamento,alll’avere un letto per dormire->> è la sopravivenza degli esseri umani senza la quale non esiste niente. L’economia è cosi importante ma talmente tanto che ha degli effetti talmente diretti nella salute dei singoli e del corpo sociale di un paese talmente che come dicevo prima è molto piu simile alla medicina e forse per certi versi più della medicina. L’economista è più importante perché un piano economico influisce in tutti gli aspetti della vita : dal tasso del mutuo allo stipendio di fine mese …

    Il giuramento di Ipocrate lo dovrebbero fare anche gli economisti (PRIMUS NON NOCERE )
    Gli economisti hanno una responsabilità sociale enorme..perchè poi è l’intera collettività che paga sulla propria pelle..e purtroppo finora sono sempre rimasti impuniti. Queste grigie figure che stallo al sicuro nelle loro università ..e purtroppo nessuno ,sino ad ora , è andato da lor a render conto di quello che hanno fatto…

    Cio che loro teorizzano a volte determina poi chi mangia e chi no nel corpo sociale di un paese. Ma a molti di questi “signori” NON FREGA NIENTE.

    Cio che mi lascia basito…è il fatto che basta guardarsi dei semplici grafici sulla spesa pubblica in Italia negli ultimi trenta anni o dati e grafici sul nostro debito pubblico e sulle sue origini e dinamiche (il debito pubblico in questa contingenza non è un problema..sono i “falsari” o nella migliore delle ipotesi “gli asini con tanto di cattedra “ ad averne fatto un problema…) e poche altre cosette..accessibili a tutti ..per capire che certi “addetti ai lavori “ …o son dei falsari coscienti di esserlo (quindi oserei dire dei criminali..) oppure degli imbecilli che dovrebbero fare altro visto il ruolo delicato della loro funzione …per fare altro intendo questo ; VENDERE CAROTE , PREZZEMOLO & AFFINI ..AL MERCATO RIONALE.

    • Paolo, non c’è da arrabbiarsi: la responsabilità politica è appunto dei politici… che gli economisti non li hanno proprio ascoltati.

      Mi ricordo quando fracassavo le gonadi al mio prof. di statistica perché non interveniva (come, non si sa…) a rimbrottare la RAI che sul Televideo ricordava i numeri “ritardatari”: numeri con i quali le vecchierelle giocando al “raddoppio” perdevano tutto.

      Quello che è successo in Italia è successo in tutto Occidente: il Capitale era ancora troppo forte e, prima che si sostanzializzasse il socialismo anche in Europa e lo stato sociale sostituisse lo stato liberale al centro dell’Impero, i grandi gruppi industriali e finanziari che una coscienza di classe ce l’hanno, e cosmopoliti e internazionali, a differenza dei proletari, lo sono, hanno ristabilito l’ordine a loro gradito. (La globalizzazione, la deregolamentazione dei capitali)

      Hanno fatto i loro “legittimi” interessi, dal lato della loro trincea (dorata) nella lotta di classe.

      Non c’è da riversare livore verso gli economisti, né verso i giornalisti né, tantomeno, verso partiti, politici o sindacati.

      Le cazzate tipo “famo la rivoluzione dentro noi stessi”, l’antropologia, l’ecologismo, l’imbarazzismo, il femminismo e tutte ste fregnacce post-sessantottine dimenticatele: soprattutto non dar retta alle giustificazioni autoassolutorie della generazione che ha fatto il sessantotto. Troppo viziata, narcisista ed egotista per ammettere il motivo di una debacle di questa portata.

      Leggiti cosa scrivevano Carli, Baffi, Caffè, Graziani o un americano come Rawls sull’Italia e l’Europa. Solo intellettuali di grandissima cultura o, appunto, gli economisti “macro”, o come li chiamava Graziani, gli “iniziati alla moneta”, potevano capire la traiettoria socio-politica.

      Ma politici e giornali non se li filavano: perché erano già stati “catturati”.

      La globalizzazione è stata una necessità storica: non ha colpevoli.

      (In senso metastorico, non come processo “politicamente inevitabile” come i progressisti falliti che l’hanno sostenuta ancora credono)

      E come tutti i grandi processi storici porta nel suo grembo la sua antitesi: e sta a tutti gli uomini di buona volontà far sì che la sintesi di questo inevitabile conflitto sia spiritualmente e materialmente conforme all’Uomo.

  • Ma Professore, la dobbiamo mettere in caciara o vogliamo aprire un dibattito, possibilmente a fini divulgativi e, magari, spogliato dalla falsa coscienza di una sinistra che avrebbe la necessità di rimpiantarsi sulle solide basi del lavoro fatto di chi da un secolo costruisce le premesse “scientifiche” per portare materialmente benessere alle classi subalterne?

    (Sì lo so, sono un schifoso “materialista” infatuato dal pensiero bassiano e che appella “veteromarxisti” quelli che, anche se usano stilemi di una dialettica – e una conoscenza economica – ottocentesca, sono in realtà “evoluti”, “antroposofici”, perché “queste cose le hanno già viste, sentite e fatte”, ecc.)

    Quando una persona del suo livello culturale si autocanzona dandosi dell’ignorante, sfotte e umilia il suo interlocutore: proprio perché è sottointeso che l’ignorante “è” il suo interlocutore.

    (E della scarsa considerazione che ha del contributo dei suoi interventori me ne sono accorto da un pezzo: se devo essere sincero, preferisco un professore stronzo e narcisista che mi mandi a stendere se dico una fesseria piuttosto che un “liberale” che mi usi come scimmietta per motivi di “opinionismo sondaggista”)

    Se la prenda con me, che due ragionamenti in croce di espistemologia e di filologia riesco a metterli insieme, pur essendo un povero incolto. Sono il tipico proletario scarsamente erudito che però pare abbia almeno la saggezza di non sognarsi mai di mettere in discussione quello che un docente e ricercatore di storia moderna divulga… di storia moderna.

    (E non lo farei mai neanche in occasione di un clamoroso refuso, come a tutti gli esseri umani può capitare: così ho sempre fatto nei corsi che ho seguito durante il periodo formativo)

    Ma visto che si parla di economia, e che ho la netta certezza di sapere dall’inizio dove vuole andare a parare, e, guarda un po’, quello che credo abbia in mente, penso sia proprio il motivo dell’inanità della lotta di classe degli ultimi 35 anni, bene, scriva un argomentato articolo come eccellentemente sa fare.

    Giusto per capire come due blog influenti come questo e quello del M5S passino articolisti di temi economici del calibro di Benettazzo, Scienza, Lamberti o De Paolini.

    Siamo in piena crisi economica, da tre anni in una ditattura tecnocratica imposta da istituzioni economiche, e credo sia doveroso trattare con serietà il “tema” che le ho proposto in precedenza, con cui mi ha liquidato definendomi un “fondamentalista”.

    Se ha trovato semplice asfaltare quei piccoli borghesi piddini della massoneria (sedicente) democratica, non avrà certo problemi ad argomentare il tema proposto in modo da ammutolire quel branco di caproni ignoranti che sono i suoi lettori. A partire dall’anonimo sottoscritto.

    • io non canzono nessuno mi limito a scherzare e non penso affatto che i miei lettori (che peraltro sono di pareri assai diversi, come si può constatare) siano caporoni ignoranti, chiedo però di confrontarsi con rispetto delle opinioni altrui.
      L’economia, avendo il tempo ne scriverò, è una scienza molto sui generis, che certamente ha dei oresupposti coindivisi (haimè assai pochi) ma che sono ben lontani dai caratteri di una scienza “esatta” (oposto che ne esistano davvero) o sperimentale. D’altra parte anche nelle scienze dure come la fisica è normale che ci siano punti di vista differenti e ci si confrtonti senza integralismi

  • Bene, così si converge.

    Ma sfugge l’obiezione che si ostina a non affrontare, che è di ordine filologico, in realtà, piuttosto che epistemologico.

    Questione che ha un impatto politico e culturale incredibile: e nel suo ultimo post comincia a metterlo in luce.

    Innnanzitutto faccio notare che la dicotomia tra keynesismo e marxismo è tendenzialmente di ordine culturale: dopo Keynes, che per motivi storici, geografico-culturali e, soprattutto, politici, rifiutava (in realtà non tout court) il marxismo (più esattamente “l’ideologia marxiana”, che non è proprio la stessa cosa), gran parte dei post-keynesiani forniranno essi stessi gli strumenti per rendere coerente l’impianto marxiano con la macroeconomia moderna (non finirò mai di ripeterlo, Marx si rifaceva a Ricardo, all’economia classica!).

    Quindi, con gli strumenti forniti da Sraffa, e il lavoro consapevolmente fatto – stando con la Joan Robinson – per «rendere il marxismo “intelleggibile”» da parte di Kalecki e poi altri giganti tra cui Kaldor, il paradigma economico che porta alla “giustizia sociale” diventa ben definito.

    È Keynes che fornisce gli strumenti “scientifici” che, una volta costituzionalizzati, avrebbero portato alla rivoluzione sociale come auspicata dal marxismo. Senza la necessità di particolari catastrofi prodromiche a palingenesi.

    Se Keynes non si interessa direttamente all’hegelismo e alla teoria del conflitto che nasce con Marx, non significa che gran parte dei post-keynesiani non lo abbiano fatto o che, la filosofia marxiana non abbia trovato nelle robuste gambe del paradigma keynesiano il suo percorso.

    Certo, mi dirà, molto di ciò che sostengo è desumbile dalla prassi bassiana: vero. Ma è diffusamente discusso anche dai consulenti “dell’altra parte della barricata” (quella degli elitisti) che le teorie economiche (post)keynesiane (non neo-keynesiane! che sono neoclassiche!) che sono strumentali al socialismo. Da qui l’orrore per le democrazie costituzionali e per Beveridge&Keynes in generale dell’estrema destra (che non sono i fascisti, ma i liberali e i neoaristocratici… sull’esistenza di liberali “progressisti” avrei qualche riserva di carattere filologico: o sul fatto che siano “liberali”, o sul fatto che siano “progressisti”).

    Ora, quando un branco di bestie inferocite (ovvero la stragrande maggioranza dei suoi lettori che commentantano i risvolti economicistici dei post di questo blog) si scagliano contro la “teoria quantitativa della moneta” o su analisi che vertono sul problema “del fardello del debito pubblico”, il motivo è prima di tutto che queste, come altre dottrine neoclassiche, sono pacificamente riconosciute come di DESTRA, a favore del capitale. Neoliberiste. Le chiami come vuole. Roba della Thatcher, di Reagan, ecc.

    Con l’aggravante di essere pure falsificate dal feedback empirico: sono modelli ampiamente screditati. Questa crisi economica ne è l’ennesimo esempio.

    Chi, come lo scrivente, si rifà alla tradizionale teoria del conflitto marxiana, trova inaccettabile sentire “argomentazioni di destra da chi si professa di sinistra”.

    E la destra e la sinistra la fanno i paradigmi economici propugnati: fondati sull’individualismo a favore delle rendite e dei profitti dei cartelli, oppure fondati sulla difesa della classe produttiva. Non sull’antropologia! Sono stufo di discutere a tavola con leninisti superdotti che a ora del dessert sono già dialetticamente in un angolo a confessare pulsioni antidemocratiche e malthusiane.

    Keynes dimostra scientificamente che la giustizia sociale è razionale.

    Comunque non la mollo perché so quel che dico: e soprattutto conosco ben bene la differenza tra “apertura mentale” e “relativismo opinionista”, tra verità scientifiche e verità ontologiche, tra rispettare le opinioni di uno studente e fargli passare l’esame… 😉

    Lo sa professore che già Socrate fornì la chiave dialettica per “asfaltare” il relativismo sofista, di cui prende la parte, a mio parere, con un po’ troppa leggerezza?

    Lo sa che nel ’48 vengono dichiarati dei principi UNIVERSALI?

    Comprende il profondo significato implicito nell’affermare che la Costituzione è RIGIDA?

    O si fa la Sinistra o si muore.

    Da manuale è stato l’entusiasmante dibattito tra la scuola di Copenhagen, capitanata da Bohr, e i relativisti capitanati da Einstein: Einstein ha passato gran parte della propria vita, da buon determinista, a cercar di FALSIFICARE alcuni esisiti della teoria quantistica: a partire – per ovvi motivi di carattere ideologico-filosofico – dal principio di indeterminazione di Heisenberg. Dio non gioca a dadi con il mondo.

    Poiché il dibattito era scientifico ANCHE SE ERA TUTTO TEORICO (ricordo che all’epoca non si poteva procedere neanche alla verifica sperimentale, verifica che in economia è invece generalmente possibile: un modello o predice la realtà o non la predice. La storia dovrebbe insegnare…), il contributo di Einstein alla quantistica fu fondamentale: quando la discussione, indipendentemente dalle ideologie, è fondata su premesse epistemiche, LE OPINIONI NON ESISTONO e dalla tesi che si scontra con un’antitesi nasce una sintesi. Questo è il progresso. Questa è la storia. Questo è Hegel. Questo è Marx.

    Dire che 2 + 2 = 5 come Lamberti o De Paolini destruttura la dialettica. Orwell.

    E, rimanendo con il romanziere e saggista inglese, «libertà è poter dire che 2 + 2 fa 4».

    Ma questo, se veramente non le è evidente, potrebbe essere perché, come gran parte del demos, “sa di sapere l’economia”.

    Sì io sono un tatalitario, fondamentalista, integralista, assolutista SOCRATICO UMANISTA.

    (Chi non è socratico e umanista non può essere nè materialmente socialista né democratico: e si può dialetticamente dimostrare. Ripeto: DIMOSTRARE)

    E sottolineo “umanista” ai nipotini di Protagora…. che si dovrebbero chiedere se lo sono anche gli Ayatollah.

    (Dio non solo gioca a dadi con il mondo. Pure bara)

  • aaaa Juuu ”’ …….amazza come sei complicato ;-)) troppo sofisticato per un forum….la “persona comune ” ho dei dubbi che ti segua (parlo di livello medio )…….sincera verità : ho più o meno capito….ma ho fatto fatica in questo post…(fatica si fa per dire…)….ma non è meglio scrivere in un modo che il discorso economico sia fruibile anche al “totalmente profano” in economia ? che non vuol dire ignorante…(mia sorella è pediatra e non capisce un piffero di economia ..anche se non è ignorante..).poi..il lettore barista , cameriere, operaio,cassiera del supermarket…byepassano…e a loro che bisogna render facile e comprensibile il “discorso economico “….son loro i “fregati” che devono capire…

    • discorso adatto per chi ha fatto il liceo classico e poi studiato economia. Arabo per i restanti (parlo delle persone comuni ovviamente….e a loro che deve arrivare il discorso economico perché la stragrande maggioranza ne è totalmente a digiuno…ma proprio TOTALMENTE …)

  • @Paolo

    Come ti dicevo in altra occasione, mio stimatissimo studente serale, non faccio proseliti in casa altrui.

    E il Professore ha tutti gli strumenti necessari per comprendere i periodi più involuti e con più incisi. Se ne ha voglia…

    Un altro discorso è poi comprenderne l’intima coerenza. E qui, effettivamente, è un discorso che trascende parzialmente la volontà.

    Comunque sto seguendo diversi progetti divulgazione, di carattere storico-filosofico a supporto della rinascita della Sinistra, e più prettamente divulgativi, per rendere commestibile la politica economica in versione un po’ più leggera e, si spera… “interessante”.

    Purtroppo il Professore, fintanto che non abbandona certe ideologicissime vedute “post-ideologiche”, a partire dalle “contaminazioni” neoclassiche, non può essere più di tanto d’aiuto, neanche per l’aspetto storico e politologico.

    Salutami la rospetta… 😉

    • ok…

      per i lettori: junius non dice “studente serale ” in senso dispregiativo…è vero (son rimasto con la terza media sino a dopo i trenta anni…cioè sta dicendo la verità ..parlo due lingue straniere perché ho lavorato all’estero..ottima esperienza nel lavoro…ma culturalmente oibò son rimasto più o meno terra terra (livello delle cosiddette “persone comuni” prima menzionate )…poi si è accesa una lucetta ed ho fatto le serali e attualmente sono al terzo anno di economia…in economia divoro tutto cio che mi capita da Adam Smith in poi…però il back gruond culturale..lascia il tempo che trova (è normale…non è che uno passati i trenta anni si sveglia ..e diventa “dotto” di botto in qualche anno…ci vuol tempo..però ho buona volontà ;—)))

      Junius…quel tipo di articolo..oggi lo leggo , capisco e assimilo…se lo avessi letto qualche anno fa lo avrei liquidato come fanno tutte le cosiddette persone comuni ..fruitori dell'”isola dei famosi” delle partite di calcio..e delle trasmissioni più o meno trash o nella migliore delle ipotesi della “sbobba ” che ci propinano certi talk show politici o i telegiornali o certi giornali (la Repubblica..per esempio…non riesco a leggerla…mi vien la nausea il giornale più malandrino e bugiardo d’Italia ) …cioè in questo modo : ma che azz dice sto qua???…e lo avrei beatamente cestinato….però è a loro che bisogna “parlare ” …milioni di persone che si fanno prendere per il sedere in un modo incredibile…oggi me ne sto sempre di più rendendo conto…milioni e milioni di persone intelligenti, che lavorano, si fanno una famiglia…ma con un sacco in testa…non capiscono nulla e vanno a votare o comunque fanno opinione ..con un sacco in testa. Triste.

      ciao

  • @Paolo

    Il problema attuale non è che i lavoratori non capiscono: il problema è la classe dirigente ed intellettuale che non capisce.

    Attualmente non esiste in Occidente opposizione perché le classi subalterne sono dilaniate dal sezionalismo, spesso irreversibile come quello causato dalle migrazioni, e contestualmete viene abbracciata la stessa ideologia sovrastruttura dell’ élite dominante.

    Questo totalitarismo è peggio sia di quello fascista che di quello sovietico: soprattutto per l’inconsapevolezza della classe, appunto, dirigente ed intellettuale.

    Sono stato anch’io studente serale, ho lavorato di giorno e frequentato i corsi la sera… so cosa vuol dire. Alzarsi alle 5 e rientrare alle 22. Per anni.

    Senza neanche la possibilità di imparare fluentemente, come te, le lingue dei padroni.

    Per questo la mia stima è sincera; e non credo che sia un caso che una certa “libertà di pensiero” che ci è stata donata, è un piccolo premio per la determinazione.

    Ma chiudiamo qua perché stiamo abusando oltremodo della pazienza del Professore.

    Un caro saluto.

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