Qualche risposta a proposito delle scelte del M5s

Immaginavo molte delle obiezioni che mi sono state mosse a proposito delle scelte del M5s a proposito del governo, ma, ovviamente, non potevo rispondere preventivamente. Vengo al merito, sostanzialmente le obiezioni sono:

a- il M5s si  è presentato e si ritiene alternativo all’intero sistema politico, per cui, come potrebbe allearsi con una qualsiasi delle parti di questo sistema senza tradire le assicurazioni date e, quindi, perdere credibilità?

b- più in particolare, il Pd ha un orientamento di politica economica tutto interno alle compatibilità decise dalla Bce e dalla Ue, mentre il M5s ha un orientamento completamente diverso, per cui, su cosa potrebbero accordarsi?

c- La scelta di allearsi al Pd farebbe allontanare gli elettori di destra del M5s (e sono molti, mi si precisa)

d- forse la rappresentanza politica e consiliare grillina non è sufficientemente preparata, ma diamogli tempo e si formeranno e comunque questo abbiamo a disposizione

e- i sondaggi hanno così clamorosamente fallito che qualsiasi cosa dicano non sono più credibili, per cui, se prevedevano il 14% al M5s che poi ha preso il 25%, vedrete che anche la prossima volta il risultato sarà al di sopra delle previsioni.

Rispondo punto per punto:

A- Alleanze: effettivamente il M5s si è presentato ed è un movimento antisistema (che poi riesca realmente a rappresentare un’alternativa ad esso è altro paio di maniche di cui parleremo in altra occasione) per cui, comprensibilmente esclude alleanze con una qualsiasi delle parti di esso. Sin qui nulla da obiettare. Ma la politica è fatta di sfumature e c’è modo e modo e tempo e tempo. Personalmente non credo all’opportunità di un’ alleanza organica e di lungo periodo del M5s con il Pd, magari con una partecipazione al governo. Sarebbe un suicidio insensato del M5s. Ma ci sono molte altre soluzioni possibili, oltre quella della chiusura totale: ad esempio limitarsi a far formare il governo (con una astensione o uscendo dall’aula al momento del voto) con un solo punto da realizzare, la riforma elettorale, per poi andare a votare nel tempo strettamente necessario. Un accordo parziale e temporaneo che, se mi permettete, è cosa ben diversa da un’ alleanza. Il punto è questo: se votiamo con questa legge elettorale orrenda siamo punto e da capo, perché nessuno prende la maggioranza dei seggi al Senato. Ed allora  che facciamo, votiamo per la terza volta in un anno?

Questa è una legge elettorale che ha un doppio handicap: da un lato è follemente disrappresentativa perché dà il 54% dei seggi ad uno schieramento che rappresenta anche meno del 20% del corpo elettorale, dall’altro è costitutivamente portatrice di instabilità, perché produce numeri diversi nei due rami del Parlamento.

Dunque, quantomeno, un accordo di pochi mesi per fare la legge elettorale sarebbe una misura di buon senso. Ma si può fare anche di più, ad esempio, se ci fossero le condizioni, si potrebbe concordare un pacchetto di provvedimenti (ad esempio legge sul conflitto di interessi, sulla corruzione, sul sostegno alle imprese in crisi, su forme temporanee di reddito di cittadinanza, o quello che vi pare) per poi votare entro un anno, insieme alle europee. Occorrerebbe vedere cosa offre la controparte e, per il resto, giudicare caso per caso sulle misure del governo, riservandosi, quando il disaccordo fosse troppo forte, di passare alla sfiducia facendo cadere il governo.

Questa soluzione –ove possibile, cosa da verificare- offrirebbe due vantaggi: permettere al M5s di “portare a casa” dei risultati, dimostrando come, pur senza andare al governo, esso ottiene misure sin qui rifiutate dal sistema (e, quindi, rafforzare il suo consenso) e, in secondo luogo, fare passi avanti nella preparazione di una classe di governo idonea al compito. Un anno sarebbe pochissimo, siamo d’accordo, ma meglio di nulla.

E questo non significa “sposarsi” ma solo sospendere temporaneamente le ostilità. In fondo, anche in guerra, non ci sono solo il momento del combattimento o il “cessate il fuoco”, ma c’è tutta una graduazione: l’armistizio, la tregua, la sospensione momentanea, magari per raccogliere i feriti sul campo ecc.

B- Le differenze programmatiche.
Anche qui sono d’accordo: la linea del Pd è compatibilista ed il M5s non lo è. Bersani al primo degli otto punti ha parlato di abbandono della linea del rigore a tutti i costi, d’accordo, ma è ancora poco per capire cosa significhi in concreto. Su questo però vorrei capire meglio anche quali sono le proposte del M5s al di là del generico rifiuto dell’Euro e delle sue compatibilità. Personalmente mi sono espresso contro l’Euro, sin dalla sua nascita, e penso da tempo che occorra uscirne, ma c’è modo e modo. Una uscita improvvisa e non guidata è possibile ma le conseguenze quali sarebbero? Anche dichiarare default potrebbe essere inevitabile, ma anche qui c’è modo e modo, ad esempio si potrebbe valutare l’ipotesi di un haircut concordato, oppure una discriminazione fra creditori interni ed esterni. Insomma, non è che si possa dire ai creditori “Non ti pago” e pensare che tutto finisca là. Ci sono conseguenze su cui occorre riflettere. Quindi, va bene che ci sono differenze programmatiche però entriamo nel merito per scoprire se non ci sia una fettina, magari piccola, di proposte condivise, ma, soprattutto, teniamo presente che non è una partita a due. Ci sono anche gli altri fuori e, soprattutto, il tetto può cascare in testa a tutti.

C- La fuga degli elettori di destra.
Verissimo: è un rischio che il M5s corre, ma, se è per questo, corre anche quello di un distacco degli elettori di sinistra, che sono anche di più. Ma questo è un rischio connaturale a un movimento come il M5s è: un momento di raccolta della protesta che mette insieme il leghista deluso che ha imparato ad apprezzare Grillo per le sue sparate anti immigrati, lo studente precario che, invece, vuole il reddito di cittadinanza, l’ex di Rifondazione che pensa che finalmente questo è il partito antisistema che cercava, il pensionato che vuole lo stato sociale, il commerciante brianzolo che odia lo stato sociale perché è stufo di pagare troppe tasse, la signora Maria di Voghera e il signor Alfio di Filicudi. Per quanto tempo pensate di tenere insieme questo minestrone? Il problema non è solo la fiducia al governo, perché divisioni del genere verranno fuori ogni giorno, che si tratti della legge sull’immigrazione o dei marò detenuti in India, della posizione da prendere sulla Siria o della nuova riforma degli studi universitari. Ogni movimento di protesta, prima o poi, si è trovato ad un bivio: trasformarsi in una forza politica con precisi connotati –e quindi amalgamare dei pezzi e perderne altri- o esplodere in mille schegge. Per ora questo caravanserraglio del M5s sta in piedi su due cose legate fra loro: la figura carismatica di Grillo e la protesta contro un sistema politico indecente.

A proposito: l’espressione di Battiato sul Parlamento era sgradevole perché si lasciava interpretare in senso misogino, quel che non era nelle sue intenzioni, ma, nel merito, vogliamo negare che questa classe politica ha una bella fetta di mercenari pronti a passare da una parte all’altra? La prossima volta, magari Battiato anzicchè dire troie dica lanzichenecchi, che fa più fino; però il vilipendio del Parlamento, il vero vilipendio, è quello di chi ci manda certa gentaglia.

Tornando al discorso principale: che si tratti della fiducia o di altro, il M5s deve mettere in conto che ha un elettorato vasto quanto disomogeneo e messo insieme in pochissimo tempo. Anche per questo, immaginare altre ondate plebiscitarie è poco realistico e, comunque, comporterebbero ulteriori problemi di gestione di un seguito sempre più disomogeneo.

D- i parlamentari grillini matureranno: speriamolo e se possibile facciamo qualcosa per aiutarli in questo senso, però diciamoci che la presentazione è un disastro, sia per la manifesta incompetenza, sia –consentitemelo- per alcuni tratti di rozzezza umana prima che politica. Sono rimasto trasecolato dall’uscita di Gessica Rostellato che ha rifiutato di stringere la mano a Rosy Bindi, dichiarando che “non è un piacere” e che lei è una persona “sincera”. A parte il fatto che la sincerità sta diventando l’alibi di una legione di selvaggi che si sentono autorizzati ai comportamenti più inurbani, il punto più grave non è il gesto in sé ma quello che sottintende. L’idea è quella di una superiorità morale in nome della quale  si rifiuta di riconoscere l’altro come pari: “Io sono una persona per bene e tu sei una merda alla quale non do nemmeno la mano”. In vita mia, a causa dei miei incarichi peritali o in commissione parlamentare o per delle interviste, mi è capitato di incontrare mafiosi, probabili stragisti ed accertati golpisti, truffatori dichiarati, ignobili depistatori, assassini acclarati,  tangentisti ed ogni altro genere di gentiluomini, ed ho sempre stretto la mano a tutti guardandoli negli occhi. Non “facendo finta di nulla” per un vuoto atto di cortesia formale, ma perché non mi sono mai sentito superiore moralmente a nessuno e non mi sono mai sentito il custode di alcuna virtù. E non ho mai pensato che l’ultimo delinquente, per il solo fatto di esser stato tale sino a cinque minuti prima, fosse predestinato a restarlo per il resto della sua vita. Nessuno è indegno di una stretta di mano. Tanto più se poi, questo rifiuto si basa non su qualche particolare comportamento personale, ma solo sulla appartenenza ad un partito. E’ questo che mi fa temere che dietro a questo rifiuto pregiudiziale di ascoltare l’altro ed aprire una qualche interlocuzione parlamentare ci sia, più che un giudizio politico, una qualità antropologica che non mi piace affatto. Sono sincero anche io: va bene?

Prendiamola per una dimostrazione di infantilismo e non facciamola troppo lunga, però non fateci più vedere cose di questo tipo. Dopo vedremo se e come riuscirete a fare il mestiere di parlamentari che, lo dice la parola stessa, presuppone il fatto che si parli con gli altri, non che li si copra di insulti. Le piazze sono le piazze ma il Parlamento non è una piazza, cerchiamo di ricordarlo.

5- I sondaggi non sono credibili: figuriamoci! Con me sfondate una porta aperta, anzi, una porta che non c’è. Però, attenzione: il sondaggio può truccare ma sino ad un certo punto. Poi c’è un’altra cosa: il sentire comune, per il quale l’opinione pubblica certe tendenze le coglie. Che Berlusconi fosse in caduta libera sino a dicembre, non c’era bisogno dei sondaggi per saperlo. Che poi abbia iniziato una rimonta preoccupante abbiamo iniziato a pensarlo tutti dopo la serata da Santoro e  bastava parlare con la gente al bar per percepirlo: il vecchio elettore del Pdl, che da un po’ di tempo stava muto e defilato, tornava ringalluzzito, vice versa, il vecchio pensionato militante del Pci, che sino a quel punto era certissimo della vittoria iniziava a mostrare qualche preoccupazione. E così si percepiva che la lista di Monti non stava affatto decollando, che la campagna elettorale del Pd era fiacca e che il M5s, invece, stava per avere un clamoroso successo. Ovviamente, nessuno era in grado di fare cifre, di dire di quanto il M5s sarebbe avanzato e di quanto Monti sarebbe affondato, ma le tendenze generali erano quelle.

Per capire dove soffia il vento mi basta parlare con la gente: al bar con i vecchi pensionati, in facoltà con gli studenti, dal barbiere o magari in taxi (i taxisti sono meglio della doxa, credetemi, perché parlano con un mare di gente ogni giorno). E la sensazione che sto ricevendo è che lo stato d’animo prevalente sia quello della preoccupazione per l’instabilità. La gente vuole un governo, comunque sia. Non dico che abbia ragione e che sia la cosa migliore da fare, registro solo un umore ogni giorno più forte. Mentre trovo pochissime persone disposte a prendere sul serio l’idea di un incarico per formare il governo ad un esponente del M5s. Persino fra elettori cinque stelle spesso sento dire che è una trovata propagandistica, magari per presentarsi alle elezioni, ma non ci si crede. Ci sono poi segnali di malumore di tutti i principali testimonial di Grillo: da Fo a Battiato, da Celentano alla Mannoia, tutti invitano Grillo a “non esagerare”. E non è poco.

Ma su tutto dovremo tornare ancora a lungo.
Aldo Giannuli

aldo giannuli, beppe grillo, berlusconi, movimento 5 stelle, napolitano, parlamentari 5 stelle, parlamento


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (26)

  • Alessandro Vanelli

    si continua a pensare che Grillo sia il M5S. Io nella sua nascita e nella sua evoluzione ho intravisto un “piano industriale”. E fra Casaleggio e Grillo, lo stratega pianificatore mi pare più il primo mentre il secondo è quel catalizzatore di comunicazione che il primo non è. In questo senso la miscela è micidiale. Ma Casaleggio mi preoccupa assai più di Grillo perchè non ho conosciuto un consulente che è uno il quale, pur in grado di fare quegli studi, quei piani industriali, quei piani strategici che altri non fanno, riescono inesroabilmente sempre ad ottenere il risultato sbagliato. Per la gente. Chi c’è sopra?

  • Sono d’accordo su tutta la linea ! complimenti e dato che sei uno spirito libero e oggettivo mi spieghi perchè Grillo/M5Sè così “de coccio” dicono a roma.
    La tua analisi no fa una piega, anzi mi sembra “pro crescia M5S” . Mi chiedo ” ma Grillo sà in fondo in fondo che non è capace? che forse ha smosso un mare di minestre come hai detto tu ? ha messo insieme fasci e compagni , ricchi e poveri e finti ricchi, illusi e disillusi ? Si è preso una bella e grande responsabilità! perchè come dici tu ai sondaggi non ci credo più da tanto tempo..( la gente si vergogna a dire che vota Berlusca) però il sentir comune sì anch’io mi fido più del bar , del taxi , del supermercato ….posti dove si lavora ! ecco ritorniamo su quei pochi punti sani di Bersani del PD e facciamoli : la buona volontà non è fatta di soli impropri e offese al nemico . Io ho votato PD ne sono fiera . cordiali saluti

  • Maurizio Melandri

    Qualcuno mi spiega come si fa a ritenere il M5s un partito anti sistema?
    Al massimo un partito che ritiene di essere superiore a qualsiasi altro partito in quanto partito di “onesti”. Questo non vuol dire essere anti sistema, anche perché non si propone un sistema alternativo a questo, ma solamente un modo “migliore” di governo. Un po’ troppo poco.

    Una domanda al prof. Giannuli, come si riesce ad uscire dall’euro senza per questo penalizzare chi ha fatto mutui, chi ha pochi e sudati risparmi ed oltretutto salvaguardando il mercato interno?
    Come si farebbe a garantire che gli stipendi non perdano ulteriore potere d’acquisto, deprimendo ulteriormente il mercato interno, nel caso si ritorni ad una valuta debole?
    Il debito che la banca d’Italia ha verso la Bundensbank salirebbe a dismisura, siamo sicuri che sarebbe un buon risultato?

    Il fatto che l’Euro non dovesse nascere, qui concordo, non vuol dire che uscirne sia una panacea, o, almeno, non ho ancora trovato nessuno che risponda alle domande che pongo.

    • MAURIZIO MELANDRI:
      M5s: intanto è lo stesso movimrento che si dichiara antisistema, peraltro la richiuesta di passare ad un sistema senza partiti è già di per sè una rottura con l’attuale sistema che è una democrazia basata sulla competizione fra diversi partiti. Che poi l’alternativa proposta da Grillo sia auspicabile è un altro paio di maniche ed anzi ho molti dubbi su cui tornerò
      Euro: sicuramente l’uscita dall’Euro non è una panacea ed ha un prezzi di lacrime e sangue, lo so perfettamente. Ma il problema è un altro: preferiamo che ci criolli in testa o pensiamo ad una exit strategy? Credo che pensare ad unba uscita programmata costi meno che aspettare un crollo che personalmente non ritengo eitabile. O meglio, sarebbe evitabile se si procedesse celermente all’unificazione europea sia economoca che politica, ma siccome ritengo questa una prospettiva utopica che non ha quasi nessuna probabilità di verificarsi in tempo utile… laascioa voi tirare le concluzsioni

  • Seguo Grillo e il suo Blog da quando è nato. Durante questi anni ha offerto ospitalità a innumerevoli studiosi, intellettuali, scienziati con una visione alternativa dello “sviluppo” economico e democratico. Il blog di Grillo, grazie al contributo di Casaleggio ha permesso di creare a poco a poco un quadro di pensiero da cui è nato il Mov5stelle. I suoi “cittadini” parlamentari non sono altro che rappresentanti del popolo che portano all’interno del parlamento le istanze della società. Quello è il loro compito. Le competenze verranno scelte nella società civile e verranno finalmente scelte solo da curriculum e non da scelte clientelari. Mi sembra stravagante pensare ad un accordo elettorale solo per le riforme: cosa facciamo nel frattempo non facciamo nessuna scelta in campo economico per un anno intero? Ricordiamoci che senza il blog ed il lavoro di Casaleggio il movimento si sarebbe frazionato in partenza e ben presto avrebbe fatto la fine dei lillipuziani, del popolo viola, del popolo dei fax e degli indignatos. Incredibile comunque che tanta gente appoggi ancora la presenza dei partiti in ogni ramo della società e ne protegga il ruolo: dovrebbe pagare lei stessa i debiti che ci hanno lasciato sulle spalle…..

  • Stimato Aldo,

    le vorrei fare una domanda precisa per schiarirmi le idee: la legge elettorale.
    qule secondo lei è la mogliore? io pensavo quella a doppio turno tipo francese, ma poi ci ho ripensato perchè qui in Italia uno come B. con la sua potenza mediatica, travolgerebbe tutto. sbaglio?

    • Cingolani: in assoluto non esiste una legge elettorale strattamente migliore, esistono leggi che si adattano alla conformazione politica del paese ed a quello che si vuol fare
      Nel nostro caso il maggioritario è clamorosamente fallito ed ilo problema è quello di ri articolare il sistema politico in modo più accettabile, anche per questo ero e sono un sostenitore della proporzionale e del voto di preferenza.
      Doppio turno: attenzione perchè potrebbe dare un risultato imprevisto e cioè una schiacciante vittoria di Grillo. Ci pensi

  • D) mi limito a questo punto nella parte della “rozza” mancata stretta di mano alla Bindi, per sfruttare la sua competenza principale , quella di “storico”. Dall’inizio di questa campagna elettorale ho sentito molti rivolgersi a paragoni storici che ho trovato inappropriati per attaccare i 5 stelle ( soprattutto col Nazismo e il Fascismo ).
    Ho colto l’occasione per cercare un paragone migliore e credo di averlo trovato nel movimento di Cromwell , quando la classe media Inglese soffriva una durissima crisi, l’aristsocrazia autoreferenziale proteggeva assurdi privilegi per diritto di nascita.
    Questo creò un movimento di protesta, che alla fine fu anche violento ma per niente antidemocratico. Mutatis mutandis e nella speranza che al giorno d’oggi non sia più necessaria la violenza fisica per ottenere alcuni risultati credo che METAFORICAMENTE parlano però la situazione sia questa. I Grillini sono andati lì per tagliare teste, non per stringere mani, non credo esista un modo gradevole per farlo. L’unica che avrebbe potuto evitare la sgradevolezza era la Bindi, evitando di farsi candidare capolista in Calabria e andandosi a godere i vitalizi che vari mandati già le assicuravano. Esattamente come l’unico che avrebbe potuto salvare la testa di Carlo I era Carlo Primo nei ventuno anni in cui non ha concesso al parlamento Inglese quelle riforme che erano necessarie prima che nel 1649 le truppe di Cromwell gli mozzassero le teste avviando un processo di riforma costituzionale che porto’ l’Inghilterra ad una democrazia più piena… e non fu certo indolore, chiedetelo agli Irlandesi.

  • Maurizio Melandri

    Ah ok, siamo all’autocertificazione.
    Sulla probabilità che possa esistere un sistema senza alcun partito…beh credo che sia molto remota, in qualsiasi sistema politico si voglia attuare.

    Grazie per la risposta sull’Euro.

  • Maurizio Melandri

    Dimenticavo: ritengo molto più affidabile, rispetto all’autocertificazione di cui sopra, l’analisi fatta da Wu Ming sull’Internazionale “Il Movimento 5 stelle ha difeso il sistema”.

    • MELANDRI:
      non è un problema di autocertificazione, ma di atteggiamentro soggettivo. Se un movimento di ritiene antisistema si comporterà di conseguenza ed è quello che, in una certa misura, loro cercano di fare, nella convinzione di poter portare il sistema al crollo in pochi mesi. Il ce naturalmente non è affatto detto che riesca ed io ho molti dubbi in propositio. Poi molto dipendea da quello che si intende per “sistema” se intendiamo “sistema capitalistico” il discorso si fa ambiguo, ma se parliamo del sistema politico, il nostro è un sistema basato dui partiti che il M5s vorrebbe spazzare via. Che poi sia preferibile o fattibile questo è un altro discorso.

  • Sono d’accordo con Giannuli.

    Per un tratto del suo ragionamento mi permetto di essere piu’ pessimista.

    Il sistema politico italiano e’ bloccato da un po’ (progressivamente, direi, si sono atrofizzate varie parti).

    Volendo fare un ragionamento di sistema, si dovrebbe essere molto pessimisti, perche’ agli attuali (cioe’ dei partiti tradizionali) dirigenti si sono aggiunti questi ultimi, che sembrano comportarsi in maniera speculare, cioe’ in maniera autoreferenziale (vale il ragionamento di Giannuli sulla possibilita’ gia’ ora di imporre alcune scelte, pragmaticamente: ipotesi rigettata per guardare al progetto della palingenesi rigenerativa).

    Un po’ come le analisi sui partiti della prima repubblica che alcuni storici, secondo me a ragione, assimilavano al partito fascista: tanto che il sistema politico italiano veniva definito come un sistema di “partiti unici”, per richiamare quello fascista (che era il sistema del “partito unico”).

    Quindi, questa rigidita’ delle posizioni depone malissimo: questi pensano di essere anti-sistema ma sono esattamente il frutto di questo sistema.

    Ironia della sorte, questa affermazione (“siamo il risultato di questi ultimi 20 anni”) l’ha detta Crimi durante l’incontro con Bersani.

    Personalmente, ringrazieri quei geni della prima repubblica che passando nella seconda hanno pensato che per loro era (quasi) tutto lecito, compreso il Porcellum: ecco il risultato, in termini di selezione del ceto politico dirigente.

    E comunque la societa’ civile italiana (cioe’, gli italiani nella loro stratificazione sociale) esprimono questi risultati in termini politici: ecco perche’ sono pessimista.

    Caro Giannuli: non conviene rimanere abbrancati disperatamente all’Europa in tutti modi per evitare di affondare veramente?

  • D’accordissimo su tutto, ma noto una cosa interessante: grillo ha rivelato di essere favorevole al mattadellum. Consiglio di rivedere intervista Berlusconi Minoli del 1994. Non faccio mistero di prefere mattarello a porcello, ma tentare di risolvere questa situazione con una legge che ci renderebbe la stessa ingovernabilta del porcello é quantomai ridicolo, specie perché l’alternativa sarebbe governare per cambiare qualcosa

  • Angelo Iannaccone

    Per come la vedo io il M5S sta mancando un’occasione forse unica, che non so se ricapiterà. L’occasione unica è quella di un accordo a tempo con un governo PD per condizionarlo fortemente in modo da indurlo a realizzare alcune riforme essenziali, secondo lo stesso programma del M5S (legge elettorale, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, legge sul conflitto di interessi, sulla corruzione, sul sostegno alle imprese in crisi, sul reddito di cittadinanza, il blocco della TAV ecc.), con la garanzia di poter far cadere il governo, se questo si discosti dal limitato programma concordato. Se si fosse dimostrato all’altezza di una tale strategia, il M5S si sarebbe potuto presentare alle prossime (non molto lontane) elezioni con il merito di aver inciso realmente ed immediatamente sul sistema. Invece la strategia di Grillo, tutta tesa a portare al collasso il sistema politico (per conseguire una più forte affermazione del M5S, a costo di mettere a rischio la tenuta del Paese), corre il rischio di rivelarsi un boomerang, riconsegnando il Paese alla destra Berlusconiana. Le uscite dei grillini hanno dato prova di tutta la propria inadeguatezza al compito assunto (non aver presentato neppure una proposta di legge è un dato significativo), ma è la scelta dell’intransigenza, che può essere più dannosa anche per lo stesso M5S, ricordando molto da vicino il comportamento dei capponi di Renzo nei Promessi Sposi.

  • Gentile Professore, leggo la sua analisi: “Per ora questo caravanserraglio del M5s sta in piedi su due cose legate fra loro: la figura carismatica di Grillo e la protesta contro un sistema politico indecente”.
    Se essa può valere per l’elettorato, che Ella saggia in vari luoghi pubblici eloquenti, la trovo un po’ riduttiva per quanto riguarda gli attivisti del movimento. Il “caravanserraglio” sta in piedi perché c’è una capacità di ascolto ed una velocità di elaborazione delle istanze, che sono superiori a quelle di ogni altra formazione politica sulla scena. Per chi ha seguito nei dettagli l’evoluzione del programma elettorale M5S, dalla sua versione di metà Gennaio a quella della vigilia delle elezioni, quei due primati sono risultati evidenti. Inoltre si può osservare che tutto questo “carisma” di Grillo fra gli attivisti non c’è: egli è considerato uno “spalatore” come tutti loro. Infine la loro non è protesta estetica (“contro un sistema politico indecente”), ma lotta esiziale (tale sistema è considerato profondamente distruttivo della società nel lungo periodo).
    Nulla a che vedere con la Lega Nord, che fin dall’inizio ebbe l’incarico di incarnare una legittima istanza federalista (troppo gettito fiscale transitava per Roma e, a ritorno, arricchiva solo alcune famiglie detentrici delle maggioranze locali), per poi neutralizzarla. Se attraverso la Lega l’Impero si preoccupò di preservare per altri vent’anni i suoi valvassini ex-democristiani sul territorio italico (Sud incluso), con M5S vediamo che da ogni parte del territorio riparte la medesima istanza.

    • MAURO: con l’espressione caravanserraglio mi riferisco all’elettorato, per gli attivisti il discorso è diverso e sono convinto che siano la parte migliore del fenomeno, anche se mi pare lei sia decisamente troppo ottimista nell’attibuirgli un peso decisionale che, francamente, noin mi pare di scorrege

  • Questa volta non comprendo proprio. Non stringere la mano è un gesto di dignità, soprattutto per chi porta la voce (che è diverso da uno studioso che nella profonda autonomia della sua ricerca fa i conti con sè stesso rispetto al valore etico di una scelta). Per es. un responsabile dei comitati di qualche tipo che ad un incontro non stringesse le mani di fascisti, saccheggiatori, esecutori di sgomberi avrebbe la mia stima.

    Inoltre nell’ambito della profonda crisi della rappresentanza di cui ci parlano tutti (libri, studiosi, ma anche rivendicazioni dei movimenti sociali) da vent’anni, il M5S mette in campo delle sperimentazioni nuove (io credo completamente insufficiente) ma che sono frutto di un pensiero creativo che cerca la strada per irrompere in questa crisi con elementi di democrazia diretta. Rifiutare la politica delle alleanze è una di queste sperimentazioni. Dovremmo preferire il realismo da poltrona che ha afflitto la Boldrini che (distintasi per anni nella difesa dei diritti umani), dopo solo qualche ora di Presidenza della Camera ha sentito il bisogno di farci sapere con assoluta chiarezza che la sua poltrona deve durare 5 anni, necessitiamo di un governo e tutta una serie di cantilene della responsabilità made in BCE? (e che incidentalmente causerebbero il prolungamento della sua illustre carica?) La coerenza dunque non come ideologia caratterizzante gli stupidi (Che non cambiano mai idea), ma come strumento di rottura dell’ipocrisia della democrazia rappresentativa e sempre più consociativa nel nostro paese (e non solo).

    • No, rifiutare di stringere la mano non è un atto di dignità nè un atto di coerenza,ma un atto di boria ed io sono convinto che il peggiore dei delinquenti è sempre da preferire a un borioso della virtù

  • Elisabetta Arioti

    Caro Giannuli,
    d’accordissimo con lei sul fatto che gli “eletti” di Grillo si stanno rivelando delle assolute nullità, oltre che persone incapaci di mantenere rapporti civili coi propri simili.
    Mi domando però: bisognava aspettare che quest’armata Brancaleone arrivasse in parlamento per accorgersene? Non sarebbe stato meglio fare attenzione prima a questi piccoli “dettagli”, invece che farsi affascinare, come troppo spesso succede in questo assurdo paese, dalle sirene del nuovo e del (finto) diverso?

  • Buongiorno Professore,
    La leggo sempre con piacere e come al solito condivido la maggioranza delle Sue ideee. Su un punto però sono in totale disaccordo con Lei ed è il punto delle Alleanze.Come potrebbe il M5S fidarsi di Bersani ed accettare di lasciarlo partire con una delle soluzioni da Lei immaginate, tutte praticabili e logiche, ma che porterebbero poi il M5S a trovarsi in difficoltà nel momento in cui il PD dovesse proporre delle leggi arrafazzonate, dei mezzi imbrogli di facciata, che possono essere strombazzate come le riforme che si attendono da anni, ma che nei fatti non inciderebbero nemmeno la superficie dei problemi che si vorrebbe risolvere? Se a quel punto il M5S mandasse un tal governo a casa, anche se con pieno diritto invocando il mancato rispetto degli accordi, darebbe al PD, che dispone pur sempre di un apparato propagandistico di tutto rispetto, la possibilità di sparare a zero contro il M5S, non tanto per eroderne i consensi, piuttosto per rafforzare i propri e recuperare parte dell’astensione. Infatti con una tale manovra il PD darebbe all’elettorato il seguente messaggio: il PD vuole fare le riforme, mentre i grillini sanno solo dire di no, perciò dateci un mandato pieno in modo che potremo finalmente riformare il paese e mandare b. a casa definitivamente.

  • Forse sono un po’ OT, ma la dichiarazione di Crimi che giudica positivamente la decisione di Napolitano mi pare davvero da stigmatizzare: ma ha capito Crimi quale sia l’obiettivo di Napolitano, perchè se n’è uscito con una decisione così irrituale ed anche complicata?
    Napolitano ha un unico scopo, imporci ancora per il massimo tempo possibile i rigori che l’europa sostiene come propria linea politica immodificabile.
    Con la decisione odierna, prolunga Monti praticamente fino a tutto il mese di maggio, Monti, quello che c’ha mandato l’europa per la sua politica di lacrime e sangue. Inoltre, visto che questo parlamento risulta abbastanza ricalcitrante, certamente non così succube di Napolitano come il precedente, crea dal nulla due organismi che non sono previsti per niente dall’ordinamento costituzionale, e ci mette anche membri di partito, in modo insomma da fare una specie di governo, e comunque una sorta di camera di compensazione dove raggiungere accordi tra PD e PDL.
    Che ci trovi ora di positivo Crimi in tutto questo, per me rimane un mistero assoluto…a proposito dell’inadeguatezza totale del gruppo dirigente del M5S (e qui rientro forse nell’agomento dell’articolo).

  • in italia ci sono troppi bizantinismi ed anche noi cittadini ne siamo rimasti invischiati come mosche sulla carta moschicida.
    veniamo al sodo.

    proposta:
    se il governo non si può fare, perché allora non fare le leggi?
    il parlamento le leggi le può fare, il governo non è il proprietario del parlamento. quindi se proprio il pd vuole un accordo con m5s voti delle leggi che il m5s propone o ne proponga di sue in conformità dell’interesse dei cittadini italiani e non delle coop rosse….o di banche dei pascoli….etc etc etc.
    quindi: conflitto d’interessi, ineleggibilità di berlusconi, immediati provvedimenti per le p.m.i. , una legge che regoli le trasmissioni televisive, una legge che sostituisca la bossi fini, la legge elettorale, una legge che regoli il trattamento dell’indennità dei parlamentari con parametri decenti.
    queste leggi si possono fare senza governo.
    ma insomma, quando hanno fatto la costituente il governo c’era, ma contava come il due di picche quando la briscola era fiori.

    siccome poi è necessario aver un governo per disbrigare gli affari correnti; dopo che le regole sono state stabilite dal parlamento; il governo si forma sulla base degli accordi di programma presi in sede parlamentare.
    se non si va d’accordo elezioni.

    filosofia della prassi signori, filosofia della prassi; non sofismi da repubblichetta delle banane.

    saluti

    alberto

  • Maurizio Melandri

    @Alberto
    Le leggi sono votate dal parlamento, ma sono controfirmate dal presidente del consiglio dei ministri (art 89). Se non c’è un governo con una maggioranza (Monti non ha pieni poteri dato che è dimissionario) non si promulga nessuna legge.

  • “i parlamentari grillini matureranno: speriamolo e se possibile facciamo qualcosa per aiutarli in questo senso, però diciamoci che la presentazione è un disastro, sia per la manifesta incompetenza, sia –consentitemelo- per alcuni tratti di rozzezza umana prima che politica”. Caro Giannuli, lei forse stima di più i “competenti” che hanno approvato una deroga ai regolamenti parlamentari per permettere a La Russa e la Meloni di costituire un gruppo parlamentare, Fratelli d’Italia, pur essendo in nove e non già in venti? (Quei rozzi del M5S sono stati gli unici a votare contro) Oppure chi sta bloccando l’istituzione delle Commissioni parlamentari da settimane, impedendo ai rappresentanti del M5S di presentare i loro disegni di legge? E infine, fa un certo effetto leggere il credito da lei dato a Bersani, oggi, quando è ormai chiaro che né Napolitano né la maggior parte del PD condivideva la sua fiducia. Credo che stiamo vivendo uno di quei momenti storici in cui il coraggio di immaginare un cambiamento di paradigma sia più necessario dell’applicazione in automatico della propria indubbia sapienza fondata. Un segnale d’allarme in tal senso potrebbe essere, stimatissimo Giannuli, quando ci si accorge di pigiare troppo insistentemente sul pedale della supponenza sprezzante…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.