Qualche consiglio agli amici del M5s.

A breve il M5s dovrà affrontare la selezione dei candidati per il Parlamento e della squadra di governo e la cosa pone problemi che in passato non c’erano, a cominciare dal fatto che mai il M5s si era mai trovato nelle condizioni di indicare una formazione ministeriale. Ma, soprattutto, il M5s è diventato “grosso”, attira appetiti malsani e non ha ancora gli anticorpi necessari.

Per cui occorre attrezzarsi contro i pericoli di infiltrazione che non sono più quelli di qualche singolo pidocchio carrierista, ma operazioni organizzate ben più pesanti e i nemici più temibili, a mio avviso, sono tre: qualche partito concorrente interessato a piazzare un gruppo di uomini suoi pronti a fare una scissione quando questo dovesse servire, pezzi di grande criminalità, parimenti interessati a piazzare qualcuno, magari come possibile ministro o sottosegretario alla Giustizia o all’Interno, ma, più di tutti, qualche servizio segreto (italiano o estero non importa) interessato a piazzare suoi agenti nelle commissioni parlamentari ed (eventualmente) nei dicasteri sensibili (Interno, Difesa, Economia, Giustizia, Esteri).

Ed ormai occorre tener presente che ci sono servizi in grado di manipolare (anche solo in parte limitata) elezioni statali su siti che si immaginano ben più protetti di quelli del M5s. Da un punto di vista tecnico non sono in grado di suggerire niente perché tecnologicamente sono una capra, mi limito a segnalare il problema, sperando che alla Casaleggio associati (dove qualche piccolo genio non manca) riescano a far quadrare il cerchio. Però posso dare qualche altro consiglio di altro genere che forse può attenuare il rischio se non eliminarlo del tutto (ragionando sulla legge elettorale esistente, dopo vedremo se dovesse cambiare cosa si può fare).

In primo luogo, forse si potrebbe puntare sui “già conosciuti”. Mi riferisco agli attuali parlamentari: in primo luogo io confermerei senza discussione quanti hanno svolto funzioni di capogruppo, anche perché si immagina che abbiano acquisito un a certa familiarità con i meccanismo del Parlamento. Per quanto riguarda gli altri parlamentari, ciascuno dovrebbe presentare un rapporto di attività su quello che ha fatto (partecipazione a commissioni, proposte legge, interventi, emendamenti eccetera), sottoponendosi al giudizio della base, chi supera la soglia del 50% di approvazione (oppure un voto medio superiore al 5 in una scala da 1 a 10) sarebbe automaticamente inserito in uno dei posti di capolista. Gli altri, ovviamente, sarebbero “bocciati” e, in quanto tali esclusi dalle liste. Considerando che un quarto degli eletti della scorsa volta è uscito dal movimento o ne è stato escluso, e che altri passerebbero (o almeno dovrebbero in base alle norme vigenti nel Movimento) al Senato, e che probabilmente alcuni non supererebbero il giudizio, quasi certamente residuerebbero un certo numero di posti di capolista alla Camera che potrebbero essere riservati ad un turno riservato ai consiglieri regionali (modificando l’attuale regolamento che li escluderebbe) o almeno al primo dei non eletti delle liste regionali, politiche ed europee. Ammetto che non è un metodo molto democratico e che limita nuovi accessi, però non è una soluzione definitiva, ma servirebbe, almeno per il momento, ad attenuare (anche se non eliminare) il rischio di “assalti alla diligenza”. Almeno si potrebbero giocare carte già conosciute ed emerse quando nessuno poteva sapere quale sarebbe stato il successo del movimento ed il rischio di infiltrazioni di gruppo non si profilava ancora.

Resta comunque il problema di qualche posto di capolista scoperto e degli altri: a fare conti grossolani, i posti di capolista “bloccati” che l’attuale legge prevede sono un centinaio alla Camera ed anche nella denegata ipotesi che il M5s non prenda il premio di maggioranza, è realistico che si aggiudichi almeno altri 50 seggi che sarebbero attribuiti con le preferenze. Quindi a differenza della volta scorsa, non importa con quanti voti un candidato entri in lista, può essere anche l’ultimo, tanto poi decidono le preferenze raccolte ed il rischio di infiltrazioni si fa anche maggiore (basti pensare ad un candidato di organizzazioni criminali nelle regioni del sud).

Un possibile rimedio potrebbe essere quello di presentare una pre-candidatura due mesi prima delle parlamentarie, da sottoporre ad una apposita commissione elettorale centrale composta da Beppe Grillo, Davide Casaleggio (come garanti del movimento) e da un certo numero di persone votate dalla rete, scegliendo fra da parlamentari che non vogliano ripresentarsi, deputati europei, consiglieri regionali, sindaci ecc.

La commissione riceverebbe eventuali segnalazioni negative ed inviare sul territorio degli ispettori del movimento con l’incarico di raccogliere informazioni. Questo presuppone che si formi subito un gruppo di militanti (ovviamente conosciuti, affidabili e non candidati nelle elezioni in questione). Poi sulla base delle relazioni raccolte, la commissione centrale deciderà chi ammettere alle parlamentarie e chi escludere perché non dia sufficiente affidamento.

Il problema è che bisogna evitare assolutamente espulsioni successive o esclusioni dalle liste dopo che si è votato: l’operazione di pulizia fa fatta prima, mentre, dopo, la frittata è fatta. E questo per evitare situazioni del tipo Genova o come quelle che in passato hanno impedito la presentazione di liste di movimento ad alcune regionali.

Altra avvertenza: la volta scorsa si adottò un rigido criterio territoriale, per cui ciascuno si presentava nel collegio di residenza e, se raccoglieva i voti necessari, era inserito nella rispettiva lista ufficiale. Però la volta scorsa le circoscrizioni erano abbastanza ampie (quasi sempre pluri provinciali), questa volta, con questa fesseria dei collegi piccoli, nascono una serie di problemi, magari perché uno risiede in un collegio, ma lavora ed è conosciuto in un collegio limitrofo, oppure si verifica una situazione per cui in un collegio hai diversi ottimi candidati magari molto votati, mentre nel collegio a fianco hai candidati che hanno preso pochissimi voti. Io suggerirei candidature di ambito mono o pluri provinciale (se non regionale) e poi la commissione elettorale, sulla base di una serie di una serie di valutazioni (preferenza del candidati, necessità di coprire adeguatamente il territorio, voti raccolti in rete, eventuali incompatibilità –ad esempio è opportuno che il dirigente di un ufficio fiscale, un carabiniere, un magistrato ecc. si candidi nel collegio in cui esercita il suo ufficio?- componga le liste collegio per collegio.

Terza riflessione: le attuali norme del movimento escludono quanti abbiano rivestito incarichi in altre formazioni politiche o si siano presentati ad elezioni in concorrenza al M5s. La norma ha l’evidente scopo di evitare operazioni di riciclaggio di politici in pensione. Ed è uno scopo condivisibile, che però crea problemi su un altro fianco. In primo luogo può benissimo darsi che una persona sia stata sindaco 15 anni fa e magari lo abbia fatto più che dignitosamente e non si vede perché escluderlo, e poi, un conto è che uno sia stato dirigente di un partito come Forza Italia o Ncd, ed un conto è se lo è stato nell’Italia dei Valori da cui, peraltro, provengono diversi attivisti del Movimento. Ma, soprattutto, uno che ha militato politicamente è persona già nota, si cui è più facile raccogliere informazioni e farsi una idea. E’ con i totalmente sconosciuti che si prendono le peggiori scottature. Se io fossi il dirigente di un servizio segreto e dovessi infiltrare qualche mio agente, sceglierei la persona più anonima del mondo, con un certificato penale da esposizione universale, che fa un lavoro del tipo importatore di crostacei, con la faccia color tappezzeria e che parli il meno possibile. Sono questi i tipi da temere. Anche la malavita organizzata non ti manda il suo avvocato, ma il figlio del cugino dell’avvocato, che magari vive in un’altra regione e tu non sai chi è.

Magari sarebbe il caso di prevedere eccezioni alla norma anti-riciclati, da sottoporre alla commissione elettorale con notevole anticipo.

Altra cosa: il M5s chiede il certificato penale ed è giusto, ma basta? Ad esempio, non sarebbe opportuno presentare anche la dichiarazione dei redditi? Sapeste quante cose si capiscono da un 730! Allo stesso modo sarebbe interessante che l’eventuale candidato dica per quali motivi sceglie il M5s e cosa si attende da esso. E magari indichi pure in quale settore intenderebbe dare il suo contributo: se indica uno de settori “sensibili” forse è il caso di dare una occhiata più accurata.

Ultima idea: e se il candidato fosse “presentato” da due personaggi o associazioni che ci mettono la faccia? Ad esempio: Tizio è presentato da uno scrittore come Carlo Lucarelli, da Chiara Appendino (tanto per fare dei nomi e mi scuso con gli interessati chiamati in causa) o da una associazione ambientalista, mentre Caio è presentato dal dottor Carmelo Vattelappesca e dall’avvocato Ciccio la Coppola di Vigata . Direi che sia l’elettore che la commissione elettorale hanno qualche elemento di giudizio in più vi pare? Naturalmente, non è il caso che tutti abbiano presentazioni altisonanti come quelle citate tanto per capirci, magari nella maggior parte dei casi ci saranno sottoscrittori più modesti, ma è comunque qualcosa. Anche questi sono modi per “annusare” i personaggi.

Bene, non pretendo affatto di aver fornito la formula magica per risolvere il problema o che tutte le proposte siano condivisibili, ho voluto solo attirare l’attenzione sul problema ed indicare qualche possibile soluzione. Tutto qui.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, m5s


Aldo Giannuli

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Comments (20)

      • Ove i simpatizzanti del M5S avessero avuto realmente intenzione di parteciparvi attivamente crede davvero acconsentirebbero allo stato di cose evidenziato nei ricorsi?

        Se ci fosse un “garante” questo sarebbe responsabile di eventuali violazioni commesse nella gestione interna del movimento ed in caso di ripetute irregolarità sarebbe espulso senza badare al nome.

        Talvolta l’impressione è che tutto sia subordinato a mantenere certe persone ai vertici nonostante i pochissimi iscritti sembrerebbero portati a concedergli quegli stessi posti apicali se solo fossero indette elezioni interne.

        PS: Quale sarebbe la differenza nel trovarsi ai vertici “garanti” e non candidabili rispetto al partecipare alla democrazia “promessa” dal M5S?

  • ACME NEWS
    Dal deserto californiano Willy Coyote ha annunciato ufficialmente la sua candidatura al Senato, ripartizione America del nord e centrale.
    Lo sfigatissimo quadrupede, come prima cosa è andato in pellegrinaggio dal Papa a prendersi la benedizione, poi ha avuto un incontro di cortesia con la sindaca Raggi.
    Willy Coyote durante una conferenza tenuta presso l’associazione della -stampa estera ha messo al primo posto del suo programma elettorale la cattura di quel pericoloso agente del liberismo internazionale di Beep Beep, che va assicurato alle patrie gabbie galere.
    Dagli Stati Uniti milioni di fan dei cartoni sarebbero disposti ad appoggiare la campagna di Willy Coyote.
    La candidatura è stata accolta con una certa freddezza dai garanti del movimento, i quali temono non tanto la fame dello sfigatissimo canide, quanto la fama universale del personaggio, la quale potrebbe mettere in ombra quella di Grillo.
    Secondo fonti ben informate interne al movimento, sembra che Mr. Coyote durante le presidenziali Usa abbia fatto propagando contro i Bush, poi abbia dissentito da Clinton, infine abbia detto cose carine sulla moglie di Trump.
    In caso di esclusione dalle liste elettorali, Bill Coyote ha annunciato ricorso al Tribunale.
    Clouseau, oramai in pensione, si è autocandidato come ispettore generale del movimento.
    A breve si atttendono sviluppi.
    Nela prossima edizione vi forniremo gli aggiornamenti.

  • Professore, buongiorno!
    Ti prego di non avermene, ma tre lavori di seguito su Grillo e soci non sono un po’ troppo? Sei riuscito a far sembrare il manifesto di questi giorni quasi di sinistra, visto che ha parlato ieri di inflazione e oggi di stagnazione secolare, problemi di cui nessuno in quei palazzi sembra occuparsi e che invece, forse, dovrebbero essere il centro dell’elaborazione politica, da un lato, e ideologica dall’altro. Questo significa anche che chi può e chi sa, parli, non si limiti a denunciare il vuoto a sinistra. Altrimenti sembra non più la denuncia di un ronin o di un cane sciolto, afferente comunque al medesimo schieramento, ma solo l’ennesimo atto di propaganda da parte di un organo non ufficiale di un partito avversario, felice di avere il campo libero a sinistra per attirare transfughi nella sua rete con parole d’ordine a effetto. Ti prego non avermene, ma è quasi una settimana che andiamo avanti così: basta dirlo.
    Con immutato rispetto, affetto e stima,
    Paolo Selmi

      • Niente, professore. questo e il penultimo, più l’inserto finale anche nell’ultimo su De Bortoli (quello che poi ho ripreso anche nel PS qui sotto). L’impressione, davvero, è che stia prendendo il sopravvento un po’ dappertutto una quotidiana cortina fumogena, che avvolge il mondo dell’informazione (vedasi anche I pagina del fatto di oggi e tg di pausa pranzo che parlavano per metà di questo, più le reazioni, più le controreazioni, ecc.) e di cui sono responsabili anche i due maggiori partiti italiani, che la alimentano con gradito contorno dei partiti minori.
        Un caro saluto.
        Paolo

  • Misure antidemocratiche per un partito pigliatutto che non si è preso neanche la briga di organizzarsi come si deve. Chi è che diceva che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni?

    Doveva andare verso la democrazia diretta (sì, come no) e ora anche i sostenitori critici vogliono metterci una pezza in qualche modo.
    Il M5S non sarà la salvezza di nessuno, ma l’ennesimo senso di colpa.

  • PS a freddo, l’impressione anche rileggendo il lavoro di ieri, è quella di un argomento apparentemente “estraneo” allo scontro politico fra i due maggiori partiti italiani, riportato tuttavia a questo. Il commento che invitava a vedere PERCHE’ de bortoli PROPRIO ADESSO tira in ballo la banca etruria e la boschi, questo e non altro, invitava anche ad andare oltre la semplice polemica e a capire come i poteri forti si stiano muovendo. Mentana ieri sfoderava l’ennesimo sondaggio che mostrava (non a caso) il risultato di un’equazione apparentemente semplice: un danno a renzi è un regalo a grillo.
    eppure de bortoli non mi pare un pasionario del suo mestiere, disposto a danneggiare anche i suoi azionisti di riferimento in nome della Verità; neppure mi pare uno sprovveduto, che mette nero su bianco su un libro che è già bestseller un’ingenuità, una leggerezza. E non ha bisogno di compromettere i suoi datori di lavoro per vendere. Cosa è successo, quindi? Qui si può tirare in ballo la teoria del diversivo, dello specchietto delle allodole, per parlare d’altro rispetto a problemi enormi, che è quello che stanno facendo un po’ tutti. In assenza di delitti atroci, stragi vere (di solito non riportate, vedi usa su raqqa ieri) o inventate (che di solito è quello che si riconosce “dopo”, a giochi fatti, vedi disincantata intervista della Rice settimana scorsa all’agenzia di stampa Ria Novosti), lanci missilistici da parte di apprendisti stregoni, o a complemento degli stessi. Oppure mostrare il peccatuccio per coprire la voragine, e chiuderla col peccatuccio (e seppellire la voragine), hai detto una bugia, non l’hai detta, non importa, siam tutti peccatori, un pater un’ave e via tutti fra un anno alle elezioni. Ma il rischio di ridurre tutto al derby renzi-grillo, in ultima analisi, è funzionale a chi vuole calamitare l’attenzione degli elettori su questo e non su altro, così che si parli solo di questo e non di altro.
    Un caro saluto.
    Paolo

  • Per ricorsi in Tribunale a Napoli intendi quelli degli esclusi alle ultime comunali che poi hanno creato “Napoli Libera” con 6 stelle nel simbolo? In quel caso hanno fatto non bene, benissimo ad espellerli.

      • Tante cose sono irrilevanti, le mie opinioni anche, come in generale tutte le opinioni. Ma quando gli attivisti Tizio, Caio e Sempronio prima di essere epurati fanno a gara di selfie insieme a Grillo e Casaleggio, veicolano su FB tonnellate di post sulle figure del MoVimento più conosciute e dopo l’epurazione iniziano a scrivere che Grillo è un massone plutocratico al servizio di vecchietti vestiti di nero ebrei tenuti artificialmente in vita dagli alieni di X-Files, la coerenza di Tizio, Caio e Sempronio non subisce secondo voi un vulnus? Si tratta di comportamenti irrilevanti? Come fanno Tizio, Caio e Sempronio ad accorgersi solo a epurazione avvenuta che il M5S è una loggia massonica al soldo del Bilderberg, la Trilaterale e i marziani? E per quale motivo, se il M5S è un covo di eversione plutocratico-giudaico-massonico costoro vogliono a tutti i costi ritornarci al punto da mettere di mezzo gli avvocati?

  • ACME NEWS
    I Laqualunque Bros, da Porto Azzurro, amena località baciata dalle brezze del Tirreno dove stanno trascorrendo un soggiorno a spese dello Stato, Cetrio ha sciolto la riserva circa l’accettazione della candidatura su designazione degli scissionisti di Onda Calabra in un partito che per ora non è stato indicato in attesa delle elezioni più o meno anticipate.
    Intanto le pressioni sugli amici degli amichi di Renzi si moltiplicano affinche sgambetti l’uomo di Palazzo Chigi.

  • Tutte queste proposte, insieme ad altre, potrebbero essere votate su Rousseau, per definire delle regole oggettive e meritocratiche di selezione dei candidati.

    Sarebbe un’altra bella novità in una politica dominata dai nominati.

    Poi, professore, sarebbe interessante approfondire anche il tema del famigerato contratto che Grillo ha fatto firmare ad esempio alla Raggi.

    Il contratto, se proprio deve esserci, non dovrebbe essere unilaterale, ma bilaterale, firmato anche da Grillo.

  • Penso che, alla fine, gli iscritti a Rousseau confermeranno praticamente tutti i parlamentari 5S superstiti di questa legislatura sia perché hanno goduto di una visibilità che gli altri iscritti si sognano sia perché sono un “usato sicuro”.

  • “… e se il candidato fosse “presentato” da … associazioni che ci mettono la faccia? Ad esempio: Tizio è presentato da … una associazione ambientalista … Direi che sia l’elettore che la commissione elettorale hanno qualche elemento di giudizio in più vi pare?”
    Professore, mi permetta di osservare che la probabilità che in una associazione ambientalista ci sia già un infiltrato è alquanto elevata. Potrei farle vari esempi, ma forse basta quello dell’attuale presidente di Sorgenia …
    L’ambiente è infatti un’area occupata preventivamente, con propri infiltrati, dal grande capitale (massoneria), al fine di contenere e poi annichilire le legittime istanze di risanamento da parte della popolazione, qualora queste siano nocive ai propri investimenti, nonché di indirizzare la pubblica opinione, con pretesti e menzogne, contro imprese non allineate.

    • certamente il rischio che Lei dice c’è, ma in qualche modo è pur sempre un elemento in più per valutare una candidatura. E’ poco, pochissimo, ma meglio di niente

  • Quello che lei descrive è il minimo sindacale in un movimento che non ha e non vuole darsi la struttura di un partito. Senza struttura non solo si evidenziano i problemi che lei nota ma soprattutto non si riesce ad avere una linea politica univoca, coerente ed efficace. Cosa che sta succedendo al m5s. Un paese i guerra come il nostro non può permettersi di mandare al governo un non partito senza coordinamento e senza specifiche competenze (specialmente in materia economica) il quale dovrà affrontare probabilmente il crollo traumatico dell’eurozona o le complesse trattative per lo smantellamento pacifico della stessa. Ma prima ancora dovrà affrontare l’attacco combinato alla nostra economia da parte di Francia e Germania alleate. E’ un rischio che non si può correre. Il dramma è: qual’è l’alternativa?

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