Quadrare i cerchi? No, meglio i triangoli

“Forse puoi farmi un favore.” Disse Elio Parodi, riportando in auto la mente di Leonardo Artico che stava vagando appena fuori dal finestrino. “In fondo questa operazione per strapparti alle grinfie di una tua amante occasionale ha pareggiato i vecchi conti, ma sono pronto a contrarre un nuovo debito.”

Sul sedile posteriore Leo si sollevò dallo schienale sporgendosi verso il suo interlocutore situato sul sedile di fianco al guidatore. “Sono sempre interessato ad avere un nuovo credito con il futuro capo a livello nazionale della polizia postale.”

“Va bene, va bene, ma lascia perdere la mia carriera, perché non è detto che poi accada.”

“Nel caso mi accontenterò di essere contraccambiato da un ispettore.”

Dopo un mugugno di circostanza Elio fece il quadro della situazione. Qualche settimana prima era arrivata una segnalazione anonima in cui si denunciava l’estorsione ai danni di un imprenditore da parte di quello che si rivelò essere pregiudicato per piccoli reati di truffa. La presunta vittima, contattata dai suoi, negò tutto e fino a questo punto nulla di strano, in fondo denunciare è un buon modo fare emergere quello che vorresti restasse segreto, fosse anche una semplice amante. Qualche approfondimento sul delinquente, però, fece emergere che era stato colpito da improvvisa ricchezza e, almeno in un caso, era stato visto in compagnia dell’imprenditore. Questo bastò ad avviare un’indagine con relative intercettazioni telematiche e l’installazione di un apposito malware su due dispositivi in uso al malvivente. Le settimane successive portarono alla luce che l’indagato era un assiduo frequentatore di alcuni mercati neri del Dark Web e nelle sue comunicazioni emergeva più volte il nome The Cyrcus. Dalle notizie che aveva Elio si trattava di uno dei circoli più esclusivi della criminalità informatica, talmente riservato che nessuna agenzia nazionale o internazionale sembrava fosse ancora riuscita a infiltrarsi. Il fatto bastava a rendere la vicenda piuttosto inquietante. La denuncia anonima e la scoperta di un truffatore da quattro soldi nel giro di The Cyrcus fecero alzare il livello di attenzione di un bel pezzo e l’indagine prese un’altra piega. Investigando più approfonditamente sul passato del criminale si scoprì che aveva avuto sporadici rapporti con un’organizzazione di stampo mafioso coinvolta in alcune gravi vicende di corruzione. Quella che Elio definì la bomba era esplosa una decina di giorni dopo. Il telefono della vittima del ricatto era anch’esso sotto controllo e gli investigatori letteralmente inciamparono in una conversazione tra l’imprenditore e un importante esponente politico di un altrettanto grande amministrazione locale, tra l’altro nel bel mezzo di una situazione piuttosto agitata. La chiacchierata tra i due lasciava intendere affari non proprio puliti e questo fece partire un altro filone di indagini che, alla fine, aveva portato all’arresto del politico e trasformato la situazione agitata in una tempesta.

Leonardo aveva seguito impassibile il racconto e, quando Elio concluse con “non sono mai stato favorevole al complottismo, ma questa storia è piuttosto curiosa”, si lasciò nuovamente andare contro lo schienale del sedile posteriore.

Nel frattempo erano arrivati di fronte agli uffici della polizia postale.

“Se mi ospiti nel tuo ufficio ti racconto una storia.” Mormorò Leo.

“Davvero hai qualcosa da dirmi? Veramente volevo soltanto una tua opinione professionale.” Elio sembrava sinceramente stupito.

“Non ho nulla da dire, ma una storia da raccontare. Devi considerarla per quello che è… Una storia e basta.”

Meno di dieci minuti dopo, Leonardo Artico si allungò sulla poltroncina di fronte alla scrivania di Parodi, incrociò le dita portandole all’altezza del mento e prese la parola. “Per l’occasione ruberò uno scenario a un amico.”

In un paese lontano, ma non troppo, la vita procedeva tranquilla. Il governo era passato allo stato vegetale, ma nessuno aveva il coraggio di staccare le macchine, l’opposizione a furia di cercare un centro di gravità permanente stava rischiando di infilarsi in un buco nero, il parlamento perdeva tempo, soprattutto i congiuntivi, i cittadini concimavano internet con post e chat di dubbio gusto e i servizi segreti… Beh, loro volevano governare. Devi sapere che Allen, il capo dello SpIA (Servizi per Informazioni Attendibili), era un gran conservatore ed era disturbato da tutto lo scompiglio creato da quei movimenti che si erano appellati alla pancia del popolo per avere il loro posto al sole. Allen li considerava anche simpatici, da principio. Era convinto che il sistema avesse necessità di qualche scossone ogni tanto, poi i dilettanti si sarebbero trovati di fronte a una scelta: diventare professionisti o appendere le scarpette al chiodo. Questa volta, invece, una combinazione di insipienza, ingenuità, incuria, incapacità e tutta una serie di altri in…, gli fecero esclamare un sonoro “Andate tutti a fare in c…!” In ultima analisi fu proprio questo sfogo a spingerlo verso un maggiore interventismo per rimettere a posto le cose.

L’operazione prese il nome di Quadratura del triangolo, per la semplice ragione che quella del cerchio non era possibile e questa, invece, doveva funzionare. Forte di questa nuova certezza, Allen, già artefice della completa informatizzazione dello SpIA, si lanciò nella nuova impresa. Il primo passaggio fu quello di sfruttare le potenzialità del Dark Web, perché era proprio nei suoi più reconditi anfratti che si depositavano le informazioni migliori. Rapidamente allestì quello che serviva, con l’aiuto di un certo Philip i cui scopi erano leggermente diversi, ma richiedevano mezzi analoghi. Lentamente, ma inesorabilmente il sistema fece il suo lavoro, qualcuno direbbe sporco, e finalmente Allen fu in condizione di avviare la sua azione di governo. Naturalmente per prima cosa era necessaria un po’ di sana omologazione alle migliori pratiche politiche di certi movimenti riottosi. Dopo una tornata elettorale molto favorevole sembrava che lo schieramento ribelle potesse rientrare nei ranghi per semplice forza d’inerzia e per una fortuita combinazione di tutti gli in… di cui sopra, ma il finale non era scritto, quindi Allen pensò di fornire il suo personale contributo per dargli, come disse ai suoi collaboratori, “una spintarella verso il baratro sul quale sta danzando allegramente.” A quel punto Lavrenzi, il suo più fidato, ma eccessivamente energico collaboratore, si offrì volontario per portare a termine la missione con un centinaio di chili di tritolo. Allen gli sorrise benevolo spendendolo verso un’importante missione in terra siriana, dove avrebbe avuto di certo le giuste soddisfazioni, ma questa è un’altra storia. La chiave di volta era fare arrivare le informazioni giuste e magari anche quella sbagliate, alle persone veramente giuste. Tutto questo con la massima delicatezza e partendo da lontano. A questo proposito Allen aveva maturato la convinzione che le imprese veramente grandi partono da fatti molto piccoli e apparentemente irrilevanti. In primo luogo prese contatto con quelle organizzazioni criminali con cui da tempo intratteneva dei proficui rapporti. Di fronte alle richieste di Allen di veicolare verso il sistema giudiziario e di polizia le informazioni costoro opposero un secco rifiuto, poiché non capivano cosa ci avrebbero guadagnato, proprio adesso che sembrava si potesse contare su una ripresa degli affari: eliminare i pochi referenti sopravvissuti alle epurazioni lo vedevano come darsi una martellata sui piedi (in realtà parlarono di altri parti anatomiche). Allen sospirava, mentre riceveva tante brutte risposte, per carità erano molto educati, ma negavano una collaborazione di certo dovuta. Così rispose a tutti che avrebbe richiamato Lavrenzi dalla missione in Siria e lo avrebbe inviato come suo ambasciatore per cercare di convincerli della bontà dell’operazione. Tutti si ricordarono il centro storico decorato di impiccati e in breve fu raggiunto un compromesso: le organizzazioni avrebbero fornito degli affiliati sacrificabili, mentre il capo dello SpIA si sarebbe impegnato a risparmiare una serie di personaggi contenuti in quella che in seguito prese il nome di Lista di Allen, in quanto la spuntò personalmente, dimezzando quelli che sarebbero usciti indenni dall’operazione: in fondo una bella potata al sottobosco lo avrebbe fatto ricrescere più sano di prima. Sui tavoli delle procure e sulle scrivanie di molti ispettori di polizia arrivarono segnalazioni anonime, si presentarono piccoli delinquenti per fare clamorose soffiate, indagini su furti in appartamento aprivano le porte a inchieste per corruzione, gli inquirenti inciampavano continuamente in prove di attività criminali che non stavano proprio cercando. Un caso surreale fu quello legato a uno scippo ai danni di una esponente del movimento. L’insulso ladro colpì di fronte a due poliziotti che si lanciarono all’inseguimento e lo catturano, ma nella colluttazione la borsetta della vittima cadde a terra e si aprì. Fu con non poco sconcerto che gli impavidi agenti furono costretti ad arrestare, oltre allo scippatore, anche la vittima: i due etti di cocaina purissima che saltarono fuori dalla borsetta non potevano essere ignorati.

Leonardo si interruppe e attese, non invano.

“Una storia interessante.” Esordì Elio schiarendosi la voce. “A tratti sembra anche verosimile e non dissimile dal quadro che mi sto facendo.”

Leo sfoggiò il suo sorriso più maligno. “Come ben sai la realtà supera spesso la fantasia.”

“Secondo te cosa dovrei fare a questo punto?” L’ispettore capo della postale sembrava sincero nella sua domanda.

“Nulla. Come ti ho detto all’inizio si tratta di una storia. Magari tra molti anni diventerà la Storia, ma lascerei ai posteri l’ardua sentenza. Quello di cui domani si può discutere con tranquillità in un’aula universitaria oggi potrebbe essere molto pericoloso se dibattutto in un’aula di tribunale.”

“Un’ultima domanda. In tutta questa storia quale sarebbe il tuo ruolo?”

“Ammesso e non concesso che ne abbia avuto uno: ho degli scopi leggermente diversi.”

“Detto da amico: situazione scomoda e pericolosa.”

“Non proprio se hai un buona assicurazione sulla vita.”

“E la tua è veramente buona?”

“La migliore.”

Leonardo Artico si alzò dalla poltroncina. “Adesso vado, sono piuttosto stanco e ho una gran voglia di bere un ginseng.”

“D’accordo Leo, se dovessi avere necessità di un altro parere ti chiamo.”

“Quando vuoi Elio, ma fai attenzione perché tu non sei assicurato.”

“Lo terrò presente. Ti devo un favore.”

“Già… In fondo era una bella storia.”

Leo uscì in strada e fece un profondo respiro.

Alessandro Curioni

aldo giannuli, alessandro curioni


Aldo Giannuli

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Comments (13)

  • Ciao Alessandro!
    Uno spettro si aggira per la rete… lo spettro di D’Amato! 🙂
    Tornando al tema di questo capitolo… domanda secca: che tu sappia come funzionano le intercettazioni telematiche? Esiste una legislazione in materia? Richiedono anch’esse un’autorizzazione del giudice come per quelle telefoniche? Oppure, essendo la rete diversificata per tipologia di informazioni, possono svolgersi a più livelli: nel senso, pubbliche le ricerche sugli archivi istituzionali per i dati anagrafici, altrettanto pubbliche quelle tese al dossieraggio sulle attività di rete di tizio e caio in base agli accessi pubblici di questi ultimi (come potrebbe fare chiunque, del resto) o, immagino, da autorizzarsi espressamente come per es. l’intrusione negli spazi riservati degli utenti con funzione di registrazione, ascolto, ecc (tipo videochiamate, messaggistica, tanto di moda in questi giorni, ma anche transazioni elettroniche, ecc)?
    Scusa per il domandone, basterebbero anche due o tre riferimenti bibliografici… grazie mille e ciao!
    paolo

    • http://technology.axerta.it/approfondimenti/intercettazione/intercettazione_informatica.html

      La questione sulle intercettazione informatiche è resa molto attuale da recenti sviluppi:
      http://punto-informatico.it/4369091/PI/News/italia-una-legge-trojan-stato.aspx

      Il problema con i software è anche dovuto a ignoti che potrebbero riuscire a farli operare dolosamente “fuori dalle specifiche” che altri danno per garantite:
      http://www.analisidifesa.it/2016/02/la-beffa-degli-hacker-russi-ai-computer-della-difesa/

      • Grazie mille Allora Ditelo,
        interessanti tutti e 3 i link
        contraccambio con il sito “non ufficiale” dei fancy bear o apt28 o chi per loro
        https://fancybear.net/
        non ci sono rivelazioni sul nr di scarpe della pinotti, ma altre ben più interessanti che riguardano il mondo dello sport e il doping. Dedicato a chi vede sempre orsi cattivi dappertutto che si siringano e pensano che i buoni si allenino spaccando legna e uscendo a correre nella neve…. (retaggio antico di rocky iv) 🙂
        Niente di nuovo per chi si è letto Il texano dagli occhi di ghiaccio, che riprende il film di Eastwood ma solo nel titolo: è una delle tante biografie di Lance Armstrong, la più documentata sul doping. Tuttavia, è utile sapere che sul fronte occidentale siamo sempre e ancora lì.
        grazie ancora
        paolo

        • Preferisco il whisteblowing ai leaks “non ortodossi” ma anche i leaks hanno talvolta delle innegabili conseguenze che incontrano il favore dell’opinione pubblica.

          Negli ultimi anni si è avuto notizia anche di alcuni leak perpetrati contro alcune aziende di “software di indagine” con risultato che fossero resi noti eventuali rapporti commerciali che queste avrebbero avuto anche con regimi repressivi.

          • Convengo sul fatto che spesso i leaks massivi e indiscriminati portano alla luce fatti interessanti, ma sono poco “raffinati”, molto “chiassosi” e spesso non riescono a cambiare le cose, anche se qualcuno raggiunge i suoi obiettivi personali. Aggiungo che possono avere dei seccanti collateral damage. Proprio rispetto al caso specifico a cui ti riferisci, posso dire di essermi discretamente irritato.

          • Specialmente quando i pentiti scarseggiano… o vanno a scoppio ritardato! 🙂 nel caso del doping, la WADA si è data una calmata e anche il CIO non ha più potuto fare come gli struzzi nei confronti degli atleti a stelle e strisce. E questo è un risultato, magro ma già qualcosa.
            Ciao!
            paolo

          • @Alessandro Curioni
            Irritazione è per me anche quando giornalisti pubblicano fughe di notizie su processi in corso invocando prosaicamente la segretezza delle fonti ma anche in quel caso la mia attenzione inorridisce all’eventualità che la possibilità di violare il segreto istruttorio possa persistere “non percepita” finendo per favorire interessi addirittura peggiori (consentendo ingerenze occulte in indagini).

            @Paolo Selmi
            Nulla da eccepire sul fatto che i whistleblower scarseggino e forse sarebbe da migliorare le normative a sostengo di chi vinca l’omertà.

            A partire da chi denunci il pizzo per poi finire col pentirsene pubblicamente: non ho idea se sia statisticamente un esito minoritario perché i media sono sensazionalistici e poco analitici.

  • Ciao Paolo,
    per intercettare il traffico telematico ci deve essere l’autorizzazione di un giudice. Questo dovrebbe rispondere anche alla tua ultima domanda. In sostanza l’accesso alle trasmissioni dati private o l’installazione sui dispositivi di privati (PC, smart phone etc.) di sistemi atti a intercettare le comunicazioni è di fatto un reato se non autorizzata. Nel frangente il riferimento normativo sono le modifiche introdotte al codice penale dalla Legge 547 del 1993 in materia di criminalità informatica. Diverso è il discorso di quello che normalmente rientra nell’OSINT, che nel mondo Internet riguarda quelle che definisci “attività in rete di tizio e caio”. Se, per esempio, faccio una ricerca sui profili social di una persona, l’attività di per se stessa non è delittuosa. Potrebbero essere invece illeciti le finalità che perseguono (spamming, stalking, diffamazione, etc.) oppure il tipo di trattamento che effettuo sui dati (per esempio: interconnessione e organizzazione dei dati per profilazione delle abitudini di consumo). In questo caso il riferimento è la normativa sulla privacy. Spero di avere risposto.
    Ps
    A proposito, hai intuito a quale fatto di cronaca mi sono ispirato?

    • Grazie mille Alessandro!
      esatto, era questo il senso della domanda. Mi sono letto tutto il testo della legge
      http://www.interlex.it/testi/l547_93.htm
      Per quanto riguarda l’attività di profilazione e di dossieraggio, sei stato altrettanto esauriente. Grazie ancora. In quasi 25 anni è cambiato tutto, nel senso che sono arrivati i “social”, l’homo informaticus è cambiato rispetto ai tempi di quell’uomo delle caverne che ero io pischello quando andavo nella “città” alla fiera informatica con i miei floppy da 5 pollici per individuare il gruppetto di altri pischelli che contrabbandavano giochini che avevano, udite udite, tutti e quattro i colori della CGA! Oggi sulla rete una buona profilazione, del tutto legale, può raggiungere livelli di controllo sociale finora inimmaginabili. Alcune di queste potenzialità potrebbero essere utilizzate per fini DAVVERO sociali: per esempio, da malato di mente quale sono, pensavo al mio Paese dei Soviet ancora vivo e vegeto dove ogni cittadino aveva la sua tessera, ma non quella annonaria (quella delle code per il pane famose quanto inesistenti negli Ottanta, se non il sabato pomeriggio nei centri commerciali come da noi); una tessera dove i consumi erano riportati – come fanno oggi quelle “a punti” – a un cervellone centrale, dove però l’analista di ciò che va di più e ciò che va di meno lo fa a beneficio dell’utilità sociale, della gestione delle scorte, dell’ottimizzazione del flusso merci nel territorio nazionale, nel miglioramento della qualità del prodotto finito, ecc. Bom, fine del sogno a occhi aperti.
      No… ti confesso che non ci sono arrivato, per un attimo ho pensato al caso Marra ma non c’entrava niente! anche perché ultimamente, dopo aver tolto mia moglie dalla schiavitù di Un posto al sole (ma il merito è tutto di mia figlia, che reclamava Rai Yoyo…), l’intera famiglia è stata attraversata da un nuovo psicodramma collettivo, ricco di sceneggiate, telefonate si, telefonate no, faccio un passo indietro se tu ne fai uno avanti, e altri colpi di scena che, per un attimo, mi hanno riportato dentro il tunnel della telenovela: mannaggia al PD! 🙂 Ciao e grazie ancora!
      Paolo

  • O.T.
    Blair, ex primo ministro pirandelliano inglese al tempo dell’invasione dell’Irak, vuole dagli inglesi il rethink sulla Brexit.
    Tony, dove tenevi la capa quando si trattò di bombardare ad ogni costo, senza se e senza ma, l’Irak?
    Allora non potevi ripensarci?
    Back home !!

  • @ Allora ditelo
    Diciamo che nello specifico caso Hacking Team, il fatto che siano finite pubblicate anche un centinaio di mie email, ha reso il leak particolarmente irritante, soprattutto perché non hanno aggiunto nulla… Nulla avevo da nascondere, ma da allora la quantità di spam e spear phishing che ricevo ha avuto un’impennata

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