Psicanalisi del muro


Il muro di Trump mi ha portato ad alcune riflessioni più generali. Di muri ce ne sono già molti: in Algeria, Marocco, Spagna, Palestina, India, Thailandia, Arabia Saudita, Botswana, Emirati Arabi Uniti, Irlanda. Uzbekistan, Corea, Pakistan, Cipro eccetera.

In gran parte sono opere militari per proteggersi da incursioni di gruppi terroristici (come in Marocco contro il Fronte Polisario o in Israele) o di eserciti regolari (come nella parte turca di Cipro), ma sempre più numerosi sono quelli pensati in funzione anti immigrati. E’ interessante notare che in quasi nessun caso il muro ha raggiunto i risultati auspicati, per cui, dopo una fase iniziale di successo, quasi sempre il risultato si è rivelato molto al di sotto delle aspettative.

Eppure altri muri o altro tipo di barriere, sono in costruzione, come ad esempio in Ungheria, o al confine italo francese, o se ne auspica la costruzione come in Austria. Ed ora Trump ne vuole un altro fra Usa e Messico, dove, per la verità, un muro c’è già dal 1994, quando lo volle il Presidente Clinton, democratico. Ma dunque, se si sente l’esigenza di un nuovo muro è perché il precedente non ha funzionato. Forse non era abbastanza alto, spesso, lungo o forse aveva troppi buchi.

Di qui la mia idea di parlare della “politica dei muri” considerando il fenomeno più da lontano, senza riferimento a nessun caso particolare e soffermandoci sul suo valore simbolico. Alla base c’è un meccanismo psicologico elementare: il muro è la materializzazione dello “spazio sicuro” in cui muoversi, la divisione fra un “interno” sicuro, amichevole e protettivo ed un “esterno” ostile e pericoloso.

Per dirla con Jhon Steiner si tratta di un classico rifugio della mente contro l’angoscia.

Adriano Voltolin, nel suo “”Il rifugio e la prigione” (Mimesis 2013) cita l’esempio dell’’uccellino nel guscio che ha tutto quello che gli serve per vivere senza uscire dalla sua protezione ed altri casi in cui il paziente sogna (o, nei casi più gravi, spera) di poter vivere in una bolla in sospensione che lo isoli dal “fuori”; ad esempio, il bambino che disegna un autobus subacqueo perfettamente a tenuta stagna, che ha come unico contatto con l’esterno il tubo di scappamento, trasparente simbolizzazione del defecare, dell’espellere verso il caotico “fuori” i propri scarti per ridurre il grado interno di entropia.

Psicologicamente, si tratta di una regressione nell’utero materno, una vita fuori del tempo e dell’ambiente, al riparo dagli agguati della vita. A volte questo è vissuto come una prigione, e comporta sofferenza, ma una sofferenza inferiore all’angoscia dell’affrontare i pericoli del fuori.

Questa esigenza di demarcare il dentro dal fuori, con una barriera fisica imponente ha trovato la sua massima espressione in campo militare, che ha avuto da sempre il muro come esaltazione del “vantaggio del difensore”. Basti citare il vallo Adriano fra Britannia e Caledonia, quello Traiano in Romania, quello germano-retico, per non citare l’esempio più celebre della Grande Muraglia. Per la verità, dopo un certo periodo di efficacia, queste imponenti costruzioni non impedirono il crollo dell’Impero Romano ed il prevalere dei “barbari”. Anche in Cina la muraglia non riuscì ad impedire le scorrerie delle “genti del Nord” ed ebbe un ruolo culturale e simbolico nella costruzione di un “noi”, particolarmente in epoca Han.

Né, per la verità, ebbero migliori risultati le fortezze medievali, soprattutto dopo la comparsa delle armi da fuoco. Eppure il “mito” del grande argine murario, come difesa assoluta, proseguì ad intermittenza. Ma, già Napoleone (poi seguito da Clausewitz) avvertì che la parte che si rinchiude nelle sue fortificazioni è destinata a perdere la guerra.

Non che le fortificazioni siano in assoluto inutili, ma sono la difesa più debole che si possa immaginare, perché sono fisse e artificiali e, in quanto tali, costose, adatte solo alla fase della guerra di posizione ma sono di impaccio quando si passi all’offensiva. E, soprattutto hanno una efficacia limitata nel tempo. Infatti, l’avversario prenderà facilmente conoscenza della “ grande muraglia” e studierà piani di sfondamento, scavalcamento o aggiramento di essa,. rendendola via via meno efficace. In teoria, questo richiederebbe un costante aggiornamento dello schema difensivo (posto che si riesca a capire o immaginare quale possa essere la strategia che il nemico stia maturando). Ma una linea di mura, fossati, casematte o castelli non si può spostare, e costruirne di nuove comporta tempi lunghi e costi salatissimi. Per cui, quanto più una strategia si basi su difese fisse (e quelle naturali sarebbero preferibili, non fosse altro che per i costi) tanto più questo obbligherà a condotte di guerra poco dinamiche e facilmente prevedibili. In una parola, perdenti.

Sin dai primi dell’ottocento questo fu chiaro e, infatti, il pensiero militare superò lo schema delle fortificazioni, preferendo la guerra manovrata, come era stato proprio dell’esperienza napoleonica e, prima ancora, di Raimondo Montecuccoli. Ma lo schema della guerra di posizione e logoramento, tornò agli onori del pensiero militare grazie alla triade trincea-filo spinato- mitragliatrice della prima guerra mondiale. E, infatti, subito dopo di essa, si tornò alla costruzione di lunghe linee difensive fortificate: i Francesi costruirono la linea Maginot (facilmente aggirata dai Panzer di Guderian nel 1940), i Sovietici la linea Molotov e linea Stalin, gli Yugoslavi la linea Rupnik, tutte travolte dalle offensive tedesche.

Nè ebbero migliore fortuna le analoghe difese tedesche della linea Sigfrido, vallo Mediterraneo, vallo Atlantico, vallo Orientale, tutte soccombenti di fronte alle armate alleate o sovietiche. Di fronte all’attacco congiunto di carri ed aerei, le barriere fisse ebbero solo (e non sempre) il risultato di guadagnare qualche tempo e costare all’avversario un po’ più di sangue, ma in compenso furono spesso ragione di errori strategici. Ad esempio i francesi ne fecero due: dal settembre 1939 al maggio 1940, quando restarono tranquilli dietro le loro fortificazioni, non approfittando del momento migliore per colpire (quando i tedeschi erano sbilanciati sul fianco est) e proprio perché valutarono troppo dispendioso attaccare la linea Sigfrid e immaginarono che fosse più vantaggioso che fossero i tedeschi ad schiantarsi sulla linea Maginot. Il secondo errore venne nel maggio 1940, quando il capo di stato maggiore francese Maurice Gamelin, sentendosi sicuro dietro la linea Maginot e la foresta delle Ardenne, sbilanciò l’esercito francese a nord, mentre i tedeschi sfondarono attraverso le Ardenne e aggirarono la linea, trovando pochissima resistenza. Errori simili furono poi fatti dai sovietici fra il 1940 ed il giugno 1941. Come si vede, le linee difensive su insediamenti fissi favoriscono spesso piani strategici scarsamente adattabili a situazioni diverse dal previsto. Peraltro è interessante osservare anche l’effetto sulla popolazione: nel caso di ampie barriere fisse, inevitabilmente la propaganda ne vanterà l’insespugnabilità (anche per far digerire il loro costo all’opinione pubblica), e questo verrà facilmente creduto, ma, quando poi il fronte cade, questo ha un effetto moltiplicatore nel crollo della resistenza psicologica della popolazione.

In ogni caso, gli scarsi risultati ottenuti con questo tipo di difesa determinò il tramonto dei muri militari. E infatti, dal 1945 agli anni novanta non sorsero fortificazioni fisse, salvo eccezioni particolari come Cipro o la Corea.

La rinascita dei muri, paradossalmente, venne al tempo della globalizzazione, ma non più per fermare offensive militari, quanto come contrasto a terrorismo ed immigrazione (e qualche volta le due cose sono presentate come se l’una contenesse necessariamente l’altra). E la cosa appare ancor meno efficace che nel caso di barriere contro eserciti, proprio perché i terroristi si muovono in piccolissimi gruppi che scavalcano le barriere sbarcando da un aereo con visto turistico o arrivando in forme regolarissime, come lavoratori o come studenti.

Mentre gli immigrati si muovono spesso in gruppi più nutriti e vistosi, ma pur sempre imparagonabili ad un esercito in movimento, per cui trovano spesso forme di aggiramento, magari con l’ausilio di organizzazioni della malavita, attraverso sbarchi clandestini o valichi di montagna poco sorvegliati o linee ferroviarie di frontalieri. Di fatto è impossibile blindare qualsiasi confine e, se spesso leggiamo di gruppi di clandestini bloccati in mare o in qualche zona di confine, non sappiamo quanti gruppi riescono a passare da una parte o dall’altra. Di fatto, l’immigrazione clandestina aumenta e i gruppi terroristici penetrano (quando pure non si tratti di cittadini che sono dello stesso stato oggetto dell’attacco) nonostante i muri e le unità navali e i controlli di confine.

La risposta al problema non può essere meramente difensiva, ma presuppone una offensiva, ovviamente di natura politica, che colpisca alla radice il fenomeno. Ad esempio fermando la guerra siriana che produce orde di gente che scappa dalla guerra. Invece la reazione di fronte al fenomeno è la stessa che per i muri militari: se la barriera è stata scavalcata, vuol dire che non era abbastanza alta, se sfondata non era abbastanza spessa, se aggirata non era abbastanza lunga, con la conseguente decisione di nuove linee Maginot più alte, più spesse, più lunghe E ciò senza capire che quale che sia l’altezza, lo spessore e la lunghezza dell’eventuale muro, chi ha interesse studierà le nuove dimensioni dell’ostacolo e cercherà nuove forme per superarlo. Mentre il muro resterà come è, il suo violatore maturerà tattiche più efficaci per riuscire nell’intento. Una volta di più si dimostra che le difese fisse sono deboli costose e perdenti. Ma non per questo restano senza conseguenze.

Infatti il muro finisce per avere un effetto paradossale sul piano simbolico: identificare, circoscrivere e formare il gruppo paranoide, che si aggregherà intorno ad un “capo” che, come spesso accade, sarà il più paranoico di tutti.

Occorre comprendere il perché questo accada, paradossalmente, nel tempo della globalizzazione, nel quale le connessioni vincono sul “limes”. Le società tradizionali erano molto più autocentrate e questo assicurava una funzione prevalente del confine (appunto, il Limes) come spartiacque fra il dentro ed il fuori. Ma nel tempo della “connettografia” (come giustamente la definisce Parag Khanna), il confine è attraversato continuamente dalle linee di connessione (gasdotti, linee ferroviarie, rotte aeree e marittime, cavodotti, collegamenti satellitari, autostrade ecce cc) perdendo buona parte del proprio significato di discriminante fra dentro e fuori.

Tutto questo, ha un ruolo economico, sociale, culturale di primaria importanza, ma provoca anche un senso di smarrimento e paura del vuoto. E’ uno degli aspetti dello “stress da globalizzazione” che trova nell’immigrato il nuovo ebreo, la nuova strega, il nuovo “agente segreto” cioè il nemico che incarna le tendenze diaboliche del presente.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (77)

    • Esteticamente i muri sono tutti brutti. I cinesi e i romani hanno costruito opere architettoniche più significativi dei valli e della muraglia. Sono innaturali, perchè in natura abbiamo ostacoli orografici, fluviali, oceanici. L’idea di dividere artificialmente l’umanità in due, il di qui e il di la, è un fatto oppositivo, che richiama forze uguali e contrarie.

      • sono orrendi…però da un po di tempo in qua , mi piacciono….li adoro…sto pensando di mettere un quadro nel salotto..co su raffigurato cosa ? un bel muro……

        mi è nata sta passione per i Muri…

          • Sono rimasto ai Pink Floyd.
            Resto dell’idea che il miglior muro è quello antisismico ad uso civile o industriale.
            Gli altri sono buoni al più per il riuso quando vi si prestano per i materiai impiegati.

          • non mi intendo di elettricità….vado a controllare nel “santo web” (ove ormai c’è tutto non so se a nostro pro o danno..;-)…ma non è che poi magari ci resto secco io ???…;-))….

  • Prof. Giannulli, nella sua spiegazione sul significato del muro e della sua relativa efficacia lei omette di citare che, uno dei motivi che portato le popolazioni europee a voler costruire muri (a prescindere dalla loro efficacia), è la diffusione incontrollata di certi crimini da parte di un numero non piccolo di delinquenti immigrati. Omettendo questo piccolo particolare sembra che l’odierna paranoia dei cittadini europei sia dovuta a malvagità intrinseca o a volontà inconscia di ricreare un capo espiatorio su cui proiettare le proprie colpe. Sinceramente un analisi più da psicologo che da storico marxista visto che più che su fatti (recrudescenza della criminalità, abbassamento salariale, diminuzione della prestazione sociali) la sua analisi si basa su idee (una generica paura del diverso, che va bene, influisce ma a cosa è dovuta?).

      • certo i muri non saranno in grado di tenere lontani i cartelli della droga, le varie organizzazioni criminali con soldi, capacità e contatti per attraversarlo. Magari riusciranno a tenere fuori qualche pesce piccolo (e comunque non sarebbe poco), che riterrà sconveniente passare il confine per svaligiare qualche appartamento, scippare qualche borsa e compiere furti vari. Ma mettiamo pure che il muro non sia in grado di tenere alla larga neanche questi, lei cosa propone di efficace?
        Le mie proposte sono garantire la certezza della pena, il rimpatrio coatto per i pregiudicati, la cooperazione con le forze di polizia e giudiziarie dei paesi terzi, la revoca della cittadinanza italiana per chi compie reati gravi contro la persona o la comunità. Sono però sicuro che tali misure verranno considerate fasciste, naziste e xenofobe

          • Si forse non ho capito che lei scrivendo un articolo sul “muro” intendeva il senso letterale del termine, quindi un muro in mattoni, calcestruzzo e filo spinato. Si molto probabilmente oggi inefficace. Io credevo che si riferisse più in generale a politiche di controllo degli ingressi e delle uscite dal territorio. Una domanda, è un caso che fra i muri da lei citati dal ballo di Adriano ad oggi si sia dimenticato proprio del famoso muro di Berlino?

      • Pippo Di Sabato(Un lettore tra le righe)

        Una teoria un po’ illogica quel del “mai visto un crimine che si ferma davanti a un muro”.A questo punto perche’ chiudiamo le porta delle nostre case o installiamo antifurti?..Perche’ parliamo di cybersicurezza(muri telematici) per contrastare l’immigrazione cibernetica dell’hacker clandestino?Facciamoli direttamente entrare i ladri ,li facciamo pure il caffè? Che ne pensa?Innanzitutto mi permetto di comunicarle che forse la psicanalisi è un po’ demode’, sarebbe piu’ appropriato affrontare la questione con la psicologia transazionale, la ridicola propaganda pro-immigrazione gioca sulla distruzione della funzione normativa a favore di un tripudio affettivo verso l’altro,buonismo a cui non crede nessuno ma che in realta’ nasconde un piede di porco sociale che serve solo ad alterare il tessuto sociale degli stati europei.Una mangiatoia nella quale non sguazzano solo i cosidetti progressisti ma pure i partiti reazionari,senza immigrati su cosa la basano la propaganda per elemosinare voti? Come vede è un cane che si morde la coda e l’alta finanza ama puntare sia sul rosso che sul nero…tutto il resto sono chiacchiere.

        • La muraglia è un’aberrazione del muro che nulla ha a che dividere con le mura domestiche. I malavitosi dollarosi si fanno un baffo del muro di Clinton: lo scavano sotto, lo superano in volo … lo aggirano.

          • Pippo Di Sabato(Un lettore tra le righe)

            Hai fatto la scoperta dell’america…bbravo con due b. I narcos messicani ballano il cha cha cha e la stampa progressista antimurista ci suona le maracas.

          • @un lettore tra le righe, alias weekend ..
            “Qui casca il quadrupede”, come avrebbe detto il Principe.
            Ho sempre amato l’America e sempre l’amerò, ma questo è un concetto difficile che nulla ha a che fare con il Nuovo mondo, non con la politica, o Colombo, o Vespucci, per cui è vano parlarne.
            Tuttavia va distinto tra scoperta “di” e scoperta “nella”. E’ un fatto incontroverso che il muro non ha reso più sicure le zone di confine del Texas, che è sprofondato indietro al tempo dei gringos.
            Qui si direbbe che il muro è una porcata.
            @foriato. Del maiale non si butta nulla.

  • e’ tutto vero, e’ inutile spendere i soldi a fare muri quando il business e’ nel fare arrivare qua gli immigrati per avere mano d’opera a prezzi stracciati. Si parla addirittura di farli lavorare gratis. Sono le destre che demagogicamente fanno credere al pollame dell’opinione pubblica di avere la soluzione giusta, ma non saranno ne’ i Salvini ne’ le LePen a risolvere il problema semplicemente perche’ nessuno puo’ fare un business al contrario.

  • Senza entrare nella polemica se sia giusto o sbagliato erigere muri, in questo tipo di analisi manca sempre l’altra faccia della medaglia: la controprova.
    Esemplificando: si sa che la Grande Muraglia non è riuscita ad evitare la spinta dei popoli nomadi, ma come sarebbero andate le cose se non fosse stata eretta?
    La storia non si fa con i se ed i ma, tuttavia ….
    Il problema ha analogie con le porte e le serrature: ci sono luoghi e paesi dove gli usci di casa sono lasciati sempre aperti o tuttalpiù chiusi con la chiave lasciata esternamente nella toppa. Tutti si conoscono, privacy e sicurezza sono affidate all’educazione delle persone; a nessun paesano verrebbe in mente di entrare di nascosto approfittando della possibilità.
    Ma le cose cambiano rapidissimamente quando in quei luoghi giunge un numero consistente di estranei, come ad esempio quando in certi paesi vengono ospitati extracomunitari.
    Del resto, si sa che non c’è serratura o porta blindata che regga contro quei malintenzionati attrezzati che decidano di entrare, ma non per questo lasciamo le porte aperte. I furti in appartamento avvengono ugualmente, ma porte e serrature, se non altro, sono un deterrente per i meno capaci e decisi. E in qualche caso, possono scoraggiare anche i capaci, magari grazie all’intervento imprevisto di un vicino di casa.

    • @ Roberto Basile
      il problema fondamentale dell’immigrazione non sono i muri o i non muri, bensi’ il fatto che gli immigrati costituiscono un esercito di schiavi (badanti manovali etc…) che trovano posto nelle famiglie e nelle imprese grandi e piccole. E quelli che non trovano posto, sono altrettanto utili, perche’ piu’ ce ne sono e piu’ bassi saranno i gia’ miseri salari (vedi legge della domanda e dell’offerta).
      Ora le persone mature si rendono conto che non si puo’ volere una cosa e il suo opposto al tempo stesso, percio’ chi si avvantaggia di questa nuova forma di schiavismo, deve essere disposto a beccarsi anche la criminalita’, e’ il prezzo che bisogna pagare. Gli altri, i segaioli, sanno solo lamentarsi

      • il problema fondamentale dell’immigrazione è ….l’immigrazione.
        Se si guardano le cose nella giusta prospettiva storica, da sempre (e per sempre intendo proprio SEMPRE), i viventi si sono rilocati.
        Dico i viventi perchè includo tutte le specie viventi, non solo l’uomo quindi, ma anche animali, insetti, vegetazione.
        Questo fatto non è mai stato senza conseguenze: quando nuove specie hanno invaso o colonizzato nuove terre, molte di quelle autoctone si sono estinte per aver perso la competizione con quelle venute dall’esterno.
        E questo è avvenuto persino tra specie diverse, basti pensare all’estinzione del Dodo ad opera dei portoghesi.
        Questi movimenti non sono stati fermati da nulla, oceani inclusi, figuriamoci perciò se un muro, alto quanto si vuole, può fermare processi naturali; sarebbe come riempire il cratere del Vesuvio con una colata di cemento, nella illusione di evitarne l’eruzione.
        Visto in quest’ottica, quindi, il problema “muri si, muri no” andrebbe ricondotto a una semplice questione di governo dei movimenti umani, non l’unico ma uno dei tanti altri provvedimenti per tentare di razionalizzare e distribuire nel tempo tali movimenti, per dar modo agli “invasi” di soffrire il meno possibile le conseguenze dell’invadenza degli “invasori”.

        • … per dar modo agli “invasi” di soffrire il meno possibile le conseguenze dell’invadenza degli “invasori”.
          E, aggiungo, per dar modo agli “invasori” di integrarsi pacificamente ed evitare la formazione di enclave culturali e territoriali, come accaduto ad esempio in Francia: interi quartieri cittadini esclusivamente occupati dagli immigrati, vere polveriere antropologiche.

          • @Roberto Basile

            se l’immigrazione e’ un fatto naturale a maggior ragione i muri servono a poco e comunque alla fine della fiera che piaccia o no, gli innegabili vantaggi dell’immigrazione sono quelli che ho gia’ detto e che incontrovertibilmente hanno la criminalita’ come rovescio della medaglia, anche se non lo si vuol capire.

          • Mi pareva di essermi spiegato chiaramente, ma forse no.
            Niente e nessuno può fermare a tempo indefinito i movimenti di persone, oppure la colonizzazione di specie che si rilocano in un ambiente più favorevole, eccetera.
            Neppure però si può lasciare che la Natura segua il suo corso senza restrizioni: gli esseri umani devono intervenire a regolare, per quanto possibile, questi corsi.
            Non si può fermare un fiume, ma si può costruire una diga per regolarne il flusso, diminuire il rischio idrogeologico e sfruttarne la potenza a nostro vantaggio.
            Quindi, ribadisco, in certi casi un muro può servire a regolare e diluire nel tempo una immigrazione selvaggia che può fare molto male sia a chi accoglie, sia a chi arriva con la speranza di un futuro migliore. Naturalmente non può essere l’unico provvedimento, va affiancato a tanti altri tipi di intervento.
            Ma se il problema lo si esamina soltanto sotto il profilo psicologico e etico, secondo me si fa un grande errore e sono convinto che i migliori alleati degli sfruttatori che hanno interesse a far arrivare torme di disperati, sono proprio coloro che, magari in buona fede, osteggiano qualsiasi intervento razionale.

          • “… sono convinto che i migliori alleati degli sfruttatori che hanno interesse a far arrivare torme di disperati, sono proprio coloro che, magari in buona fede, osteggiano qualsiasi intervento razionale.”

            e quali sarebbero gli interventi razionali?

  • Professore, buon sabato!
    Argomento ricchissimo e che, almeno da parte mia, sfonda portoni, oltre a farmi tornare indietro di 25 anni, quando diedi il primo esame di Re.Fil.A.O. (refilào per gli amici). Il professore di religioni e filosofie dell’asia orientale che copriva la zona Giappone era (ed è, penso) Massimo Raveri. Era di impostazione antropologica, ma fu fulminato sulla via di Tokyo, e da quella insana passione che accomuna gli orientalisti, da un certo Fosco Maraini. Andò quindi in Giappone, come il suo maestro, per lavori sul campo della durata di anni. Nelle sue lezioni quindi ci parlava di Giappone e di Levy-Strauss, aprendoci nuovi orizzonti sul rapporto corpo-società. Anche l’idea del limes può essere riletta in questo senso. Un corpo chiuso dà sicurezza, è il famoso cerchio disegnato male perché inizio e fine non sono congiunti, e sono prontamente ri-congiunti dal tranquillizzante tratto di penna del bambino. E’ il rapporto fra puro (continuo, chiuso, definito, rassicurante) e impuro (discontinuo, aperto, impreciso, ansiogeno). Sempre nelle sue lezioni, ci parlava di mitologia giapponese, di mitologia greca e di Antico Testamento mostrandoci, da questo punto di vista, come polluzioni notturne e perdite mestruali fossero considerate impurità in queste culture al punto di escludere – temporaneamente – dalla communitas i colpevoli: perdite incontrollate, quindi pericolose; socialmente pericolose. Che “flash”, ragazzi… Tokyo-Gerusalemme-Atene andata e ritorno in un’ora… alla facciazza di chi vorrebbe le discipline rigorosamente chiuse in compartimenti stagni e orticelli vari.
    A questa lettura “antropologica” del limes aggiungerei anche un altro dato, più banale, che valeva – forse – più un tempo che oggi. Il muro come segno stesso di identità e di prestigio di “chi sta dentro”: la muraglia è ancora oggi simbolo identitario della Cina (不到长城非好汉 Bú dào Chángchéng fēi hǎohàn “Se non vai alla grande muraglia non sei un bravo cinese”, ci facevano scrivere il primo anno come esercizio di calligrafia…), ma anche da noi le mura del castello erano simbolo identitario di chi ci abitava, al punto che dalle merlature o squadrate o a coda di rondine si capiva l’appartenenza politica del signore locale; mutatis mutandis, anche le mura del Cremlino non si allontanano molto da questi richiami simbolici.
    Un prestigio che è, al tempo stesso, quindi, antica rassicurazione. Caduto il castello, caduto tutto: un tempo, quando le crisi portavano rapidamente a mutamenti d’ordine, e ordinamento, quindi alla redifinizione di nuovi limes. Oggi, pensiamo a Stalingrado, città invasa ma mai mollata, fino alla sua riconquista; ma anche a Mosul oggi, o a El-Bab, o alla stessa Aleppo. Città violate ma non perse, quindi riconquistate dai difensori o riprese del tutto dagli occupanti.
    Persino i processi economici, una volta ben delineati nelle loro trasformazioni (segno emblematico, l’enclosure britannica come embrione dell’accumulazione originaria di capitale), oggi sono molto più discontinui, imprecisi, “impuri”, socialismi che sono capitalismi mascherati, capitalismi che sono talmente autoritari e monopolistici da mostrare ormai apertamente il fallimento di una “globalizzazione” della libertà di un mercato che libero non fu mai, ma mai come ora è schiavo di logiche aliene al mercato stesso: segni di questo periodo di crisi, di guerre asimmetriche, di società asimmetriche, di vite stesse asimmetriche. Anche la costruzione simbolica di muri, di dazi al 45%, di segregazioni vecchie e nuove, persino come simbolo vale ormai ben poco.
    Buona domenica!
    Paolo

    • “…dal tranquillizzante tratto di penna del bambino.”
      ______________________________
      Mi ha fatto ricordarmi di Michaux, un altro appassionato dell’Estremo Oriente, e di uno dei suoi ultimi testi dove parla dei disegni dei bambini e della loro ossesione per i circoli: “…et vient l’ivresse, de toutes la plus naturelle, l’ivresse de la répétition, première des drogues.”

      • Caro Foriato,
        è un “topos”… non nel senso in cui lo intenderebbe mia figlia… ma quasi! 🙂 Un anno fa teneva a fatica la penna e ora si avventura in figure mirabolanti, dove il primo tratto è, guarda caso, un abbozzo di cerchio: le sue maestre la chiamano la fase “girino”; quello spazio delimitato assai simile a un girino, diventa lei stessa, il papà, la mamma, con la semplice aggiunta di altri tratti distintivi. Ma è sempre uno spazio chiuso, chiusissimo. Persino il suo futuro è chiuso, in questa fase, in un suo passato originario: vede una cosa che non riesce ancora a fare e dice “anch’io da piccola facevo quella cosa”… un mantra, quell’ “anch’io da piccola”, che proietta in modo rassicurante l’ignoto in un suo passato immaginario, “chiuso” proprio per il fatto di essere già accaduto (e quindi ripetibile, il futuro ridotto a ripetizione). A ben vedere, anche la teoria induistica sul karma, o la predestinazione protestante ricalcano questo schema: uno schema, che è tutto meno che fatalistico. Anzi, ricevendo “conferma” nel passato, mi carico ulteriormente di energie positive per il futuro.
        Sbaglia, in questo senso, chi considera questi ragionamenti (non i miei, ci mancherebbe, limitati scientificamente al substrato tradizionale presente nel cosiddetto marxismo sinizzato, o cinese, ma quelli di chi a questo ci ha dedicato anni di ricerche) semplici “pipponi”. Vygotskij contesta, per esempio, aspramente Piaget, ma per produrre un pensiero altrettanto fondato sullo studio degli elementi formativi della cosiddetta “sovrastruttura”, nel suo caso sul rapporto fra pensiero e linguaggio. Persino Max Weber, che marxista non era, nel suo lavoro sull’etica protestante a me, che mi sforzo di esserlo, offre notevoli spunti di riflessione. Per esempio, l’obiezione terra terra che mi verrebbe di primo acchito, ovvero che oggi andrebbe tolto “protestante” e scritto “l’etica confuciana e lo spirito del capitalismo”, mi costringe non ad affossare lo spunto originario, ma a ricercarne i tratti con le odierne tendenze extra-europee e, in particolare, a quali siano le leve che abbiano facilitato, piuttosto che impedito, l’odierno ciclo di produzione e riproduzione capitalistica della merce.
        Allo stesso modo, in un periodo e in una società in crisi come la nostra, dove non ci accorgiamo che mille immigrati su un barcone sono socialmente meno destabilizzanti di tremila container in arrivo dalla Cina su una nave portacontenitori al porto di Genova, il minimo sindacale per chi si propone di cambiare lo stato di cose esistente è un ripensamento anche su come la realtà è presentata, riprodotta sui mezzi di comunicazione di massa, da chi, facendo leva su cosa e per quale fine.
        Grazie Foriato e
        Ciao!
        paolo

        • ” … non ci accorgiamo che mille immigrati su un barcone sono socialmente meno destabilizzanti di tremila container in arrivo dalla Cina …”.
          Una cosa non esclude l’altra, altrimenti si rischia di cadere nell’inutile benaltrismo.

  • beh c’è un muro …anche se è un caso particolare …che pare abbia funzionato. E’ il muro in Israele con i Palestinesi. Detto e premesso per non essere frainteso..che pare che funzioni dal punto di vista tecnico…dal punto di vista morale è un muro infame per la semplice ragione che i Palestinesi hanno sostanzialmente ragione. Da quando hanno innalzato il muro..pare che non avvengano più quegli attentati kamikaze …che erano frequentissimi qualche anno fa. Ma è un caso particolare..in un posto particolare ..in uno spazio geografico molto modesto..e con sistemi militari ed elettronici super sofisticati…in dotazione alle forze armate e all’intelligence israeliana.

    Sul muro di “Trump” un particolare: nel confine sud tra il Messico e il Guatemala…c’è un bel (bel si fa per dire ) muro..e chi tenta di oltrepassarlo si busca una pallottola (almeno cosi ho letto ) …ed il muro di “Trump” è stato iniziato prima da Clinton ..poi proseguito da Bush Junior e quindi da Obama…poi interrotto (ma non ci son state le proteste …causa una certa sinistra americana e non…che pare come criteri di protesta usi (da sempre ) due pesi e due misure a seconda delle contingenze. A me i muri non piacciono tanto…però devo dire la sincera verità…tra Messico e Stati Uniti…forse non c’è alternativa: è una frontiera colabrodo..entrano a frotte..per complicità tra un certo establishment “globalista” (espresso benissimo dalla passata amministrazione..vestita “di sinistra” perché è un vestitino funzionale a gabbare il popolino … ma di fatto reazionaria, criminale e oppressiva …come d’altronde quella europea ) e il governo Messicano…con l’intermediazione delle gang messicane dei narcos..che gestiscono la frontiera e il passaggio verso gli Stati Uniti di enormi quantità di droga (per la felicità delle banche americane ..che non disdegnano attraverso tutta una rete di filtraggio la montagna di denaro che producono ) e verso il messico ingenti quantitativi di armi..per armare la gang narcos ..che controllano intere regioni messicane ….
    rompere questo andazzo non è facile…ma in quel caso un muro…dotato di monitoraggio elettronico…a mio avviso non guasta (secondo me funzionerebbe esattamente come il muro di Israele..dal punto di vista tecnico )…il Papa che fa il suo mestiere ha detto a Trump che non vanno innalzati muri ma ponti (giusto )…e il Trump ha risposto che il muro che vuol tirar su ha delle porte (altrettanto giusto )..a mali estremi estremi rimedi. I Paesi hanno una un confine, una legislazione.., delle tradizioni, una cultura identitaria etc etc …se si abbattono i confini ..”a cavolo” (cioè per un disegno ben preciso…chiamatelo kalergi, chiamatelo globalismo ideologico elitario, chiamatelo Soros …chiamatelo quello che volete )…che senso hanno ??? poi si possono creare “ponti” ma rispettando le regole e l’identità di ciascun paese..e arricchirsi vicendevolmente ma non in questo modo..con immigrazioni subitanee, di massa, tra parentesi “pilotate” e indotte per scopi geopolitici particolari. Gli Stati Uniti hanno le possibilità finanziarie , militari e tecnologiche per innalzare creare un muro che funzioni (l’esodo di massa..tra cui eserciti di delinquenti di cui il Messico vuole sbarazzarsi…) esattamente come in Israele ..e fa non bene ma benissimo a farlo (al netto dei falsi e ipocriti buonismi di una sinistra lercia , opportunista e bugiarda …) . …

    In questo frangente che dire ? W IL MURO.

    PS: io ho vissuto negli Stati Uniti…andate a Los Angeles o a Chicago…nei quartieri popolari ..e vedrete che spasso: soprattutto con le gang giovanili e non…quasi tutte formate di cosiddetti “latinos”…dai ragazzini quasi bambini (tutti armati e pericolosissimi ) ..agli adulti…una cosa da incubo…non so come riescano a viverci ..la gente normale. Quel che succede quotidianamente in queste città va oltre ogni immaginazione nostra che viviamo una realtà comunque diversa (Scampia a Napoli…è un paradiso a confronto…)

    Nell’immediato non c’è alternativa al muro (mi riferisco a quella realtà )…

    • E quell’establishment vestito di “sinistra” sia americano che europeo.. è lo stesso che da una parte ci predica il buonismo e l’accoglienza (forzata ) e dall’altra è lo stesso che ha provocato lo sfracello che abbiamo visto in medio oriente e in nord Africa. Il che…….;-)

    • Dimenticavo: dissento (in parte ) dal concetto che i muri non fermano i delinquenti….se la barriera è fatta bene…con sistemi moderni di controllo: militari ed elettronici ….in aggiunta ad una giusta legislazione restrittiva…ed ad un efficiente controllo delle forze dell’ordine…i criminali vengono fermati eccome se vengono fermati – New York qualche decennio fa era esattamente come è adesso Chicago….ormai interi quartieri erano in mano alla malavita e alle stramaledette gang (che sono ovunque…perché è una quasi tradizione culturale delinquenziale americana…sono stata anche un po mitizzate con una certa “cultura pop” )…con metodi piuttosto decisi (certa sinistra ipocrita , parolaia e cialtrona direbbe “metodi fascisti”…termine usato , strausato e abusato ad ogni piè sospinto spesse volte per opportunismo…non c’è fascismo peggiore di certo antifascismo ideologico strumentale 🙂 Rudolph Giuliani…in pochi anni ha ripulito New York di un fenomeno delinquenziale radicato , pervasivo in tutta la metropoli..e che sembrava impossibile da debellare. Serve il Muro (coadiuvato dal resto prima elencato ) eccome se serve….

        • ho deviato …perché avevo, controcorrente , voglia di sponsorizzare i “muri” (che non son una gran bella cosa…ma la realtà è quella che è ) ..e per inveire contro una certa pseudo sinistra (stile PD) ..diciamo che è il mio sport preferito. Ha ragione non è proprio attinente al significato del Suo articolo , che dice ben altro….
          ma sa nei forum……

          Comunque chiedo venia.

  • La costruzione dei muri è una grande ricetta della scuola neo-keynesiana e al tempo stesso una furba manovra di tattica politica: 1) combatte l’egemonia dei neoliberisti e dei fautori dell’austerity evitando uno scontro frontale, ma come una talpa che presto sbucherà in campo nemico. Aggira un confronto sulle regole in campo economico facendo appello a un interesse superiore: la sicurezza dei confini e dei cittadini. 2) rilancia l’interventismo statale in campo economico: la spesa pubblica per combattere la disoccupazione, sostenere i redditi e rilanciare l’economia, in particolare il settore dell’edilizia in crisi dal 2008 (al posto di scavare buche si costruiscono muri, che poi andranno demoliti perchè sono inutili).

    • Keynes si rigirerà nella tomba dal doloro…a veder il discorso che porta avanti Keynes-blog…una sorta di keynesismo adulterato..come il neokenesismo o il cosiddetto keynesismo/bastardo….
      tutte correnti keynesiane adulterate..annacquate dal cosiddetto “pensiero unico ” a matrice neoliberista. Un keynesismo spurio , in un modo o nell’altro adiacente e funzionale al neoliberismo.

      Basti pensare che nella corrente neo keynesiana è inserito pure Blanchard…(il suo testo di macroeconomia è il più adottato nelle università italiane …visto da un punto di vista keynesiano …fa quasi orrore..)

      • Il fatto che Lei menzioni defunti vanamente non è minimamente alle tesi dell’articolo menzionato. Essendo apparente dedito allo spiritismo ha creduto forse di ovviare all’assenza di argomentazioni pertinenti con la telepatia? 😛

          • Non avevo notato che la seduta spiritica che aveva invocato comportasse anche fumi particolari. 😯

            Mi era già chiaro che scherzasse dal suo commento precedente per via della Sua reticenza a fornire qualcosa che somigliasse ad una argomentazione. 😉

            Inutile l’avvertimento tardivo a cautelarmi dal “fumo passivo” ma visto che c’è chieda al defunto Keynes se voglia svelare -al posto Suo- le motivazioni dietro le Sue convinzioni in modo da assolvere alle funzioni a cui sarebbero convenzionalmente deputate le “interlocuzioni”. 😛

            Keynes non avrebbe mai concepito “politiche industriali di sostituzione delle importazioni” ?

            Si spieghi.

            http://archivio.internazionale.it/le-parole-giuste-per-essere-in-disaccordo

          • amazzaa come è permaloso “Lei ” !!!!!

            mi dia almeno il tempo di leggerlo sto articolo…visto che non lo ho fatto …sa come è…io ho pure voglia ogni tanto come si suol dire di “cazzeggiare” scrivendo quel che mi pare…tanto per dilettarmi…è la seconda volta che faccio un commento senza aver letto l’articolo : è grave ???….lei è permaloso…mi consenta…direbbe uno

          • il problema sa dove è ? che lei quelle “fumate” non le fa….le facciaaa (ogni tanto fanno bene mi creda…) ….ciauuuu

          • @Allora Ditelo
            carissimo allora ditelo…alle due di notte..ho letto l’articolo con la cenere nel capo, in ginocchio e con i ceci sotto le rotule…contrito per il gravissimo atto di non aver argomentato sulla sostanza dell’argomento..e per i vari “fumi” …che dire ?…mi fa orrore..e riconfermo il prima detto su Keynes-blog…keynesiani adulterati. Magari una breve ma veramente breve considerazione la posso esprimere…ma sul contenuto di quell’articolo in senso critico ci sarebbero da fare una decina di post punto per punto.

          • Un «lo so ma non te lo dico»?
            E va beh, come anticipato non insisterò.

            In questo mondo baro ove nessuno regala nulla cercherò spiegazioni aggratis altrove. 🙁

      • Il muro separa i buoni, belli e gentili dai brutti sporchi e cattivi, ma non del tutto, perchè ci sono dei varchi. E’ un non andare oltre, ma nello stesso tempo un non ricevere dentro. Due voi che non si compenetrano, per non diventare un noi.
        Due semi mondi che si vorrebbero con contatti ridotti al minimo.
        Abbiamo Scozia e Inghilterra, con inglese e scozzese
        Latinità e germani.
        Cipro nord e Cipro sud con turchi e greci.
        Una Torre di Babele orizzontale.
        Non mi meraviglia che quel genio di Clouseaux, semi presidente di qualcosa voglia costruire un muro tra Italia e FRancia: notoriamente è un pasticcione che non ne fa una buona.

  • O.T.
    Il Pontifex costruiva i ponti.
    Il Muraro costruiva muri?
    Questo nome non mi è nuovo.
    L’ho già sentito.
    Occupava un magistratura minore dell’antica Roma?

  • Giannuli quando scrive di globalizzazione sceglie fra due basi dottrinarie eterogenee. Quando parla del fenomeno in sé cerca di dire cose serie e quindi, da buon socialdemocratico, riprende paro paro la base di pensiero del liberismo temperato in chiave sinistrorsa, partendo dalle categorie come cultura, diversità, complessità e tolleranza.

    Quando scrive sui suoi avversari, cioè sulla destra (il marxismo, quello vero, non esiste più) che vuole erigere muri per rallentare l’invasione, l’elemento polemico prevale su quello esplicativo, e allora il Nostro, volendo sparare grossi calibri, fa ricorso a categorie tratte dallo pseudomarxismo francofortese, imbevuto di scempiaggini psicanalitiche (sul livello: i razzisti odiano i negri perché ce l’hanno grosso).

    Una disamina delle banalità di storia militare contenute nell’articolo non ho il cuore di farla. Basterà dire che se tutte le città d’epoca classica, tutti i castelli medioevali e tutte le città d’epoca moderna fino all’ottocento si sono cinte di mura, ciò avveniva, secondo Giannuli, perché gli abitanti, le classi dirigenti e i comandi militari erano unanimemente affetti da sindrome di ritorno nel ventre/uovo materno. Avrei voluto vedere se, trovandosi a Siracusa assediata dagli ateniesi o a Vienna assediata dai turchi, il Nostro avrebbe apprezzato o meno la presenza della cinta muraria.

    Due terzi di verità, comunque, Giannuli la dice quando osserva che “la risposta al problema non può essere meramente difensiva, ma presuppone una offensiva”. Naturalmente li edulcora all’istante con una dose di menzogna: “ovviamente (?) di natura politica”. Una volta epurato il pregiudizio umanista che impesta le demoplutocrazie occidentali, il problema dell’invasione si risolve in una settimana con misure di natura prettamente militare: denunziando le convenzioni ONU, mitragliando i barconi appena entrano nelle acque territoriali e appendendo le carogne mutilate dei clandestini ai lampioni.

    Io sarei favorevole a misure più radicali – la congiuntura storica offre il destro per reintrodurre due grandi pratiche civilizzatrici come la schiavitù e la vivisezione umana a scopi di ricerca medica (praticata ad Alessandria d’Egitto nel periodo della più matura civiltà ellenistica, prima che arrivasse la superstizione giudaica a impestare le anime) – ma come misure profilattiche volte ad arginare il fenomeno basterebbero quelle suesposte.

    I sinistri per ridere vogliono la globalizzazione dal basso ma solo mezza dall’alto, i destri per ridere sono appena più seri e ne vogliono mezza e mezza.

    • il Nostro, volendo sparare grossi calibri, fa ricorso a categorie tratte dallo pseudomarxismo francofortese, imbevuto di scempiaggini psicanalitiche (sul livello: i razzisti odiano i negri perché ce l’hanno grosso). (Lorenzo )

      —–
      —-
      scuola di Francoforte ???

      —>>Hegel :…” …il negro rappresenta l’uomo naturale e tutte le sue barbarie, bisogna compiere un astrazione di tutto rispetto e moralmente elevata se si vuol comprenderlo, non si può trovare niente ne suo carattere che ricordi l’uomo….”

      —->> Per Engels e Marx la razza bianca portatrice del progresso era più dotata di tutte le altre razze …nella “Dialetica della natura” Engels dice : “…i selvaggi inferiori possono piombare in uno stato abbastanza simile a quello animale…” (riferendosi proprio e in particolare ai negri ..) ….e poi : “…i negri sono congenitamente incapaci a capire la matematica..”

      —–>>> Per Marx , i negri e i russi, erano sostanzialmente inferiori , per i neri usava il termine dispregiativo “nigger” …Marx riferendosi a Ferdinand Lassale : “…vedo ora chiaramente che egli discende come mostrano le forme della sua testa e la sua capigliatura, che dai negri (nigger ) , che si sono congiunti agli ebrei al tempo della fuga in Egitto …—- a meno che non siano sua madre o sua nonna paterna che si son incrociate con un negro ..—–

      Paolo: brutta cosa l’invidia del pene….ahahahhahah

      ——
      —–

    • @Lorenzo.

      Prattica civilizzatrice la schiavitú? Nemmeno GherardoMaffei, liberale antonomastico, avrebbe osato tanta sfrontatezza.

      Ma considerare il divieto legale di profanare i cadaveri durante l’impero romano come superstizione giudaica supera di gran lunga qualunque limite consentito di scemenza.

      Complimenti, caro.

  • O.T.
    Qualcosa non mi torna sul petrolio. La May vuole tenersi il petrolio scozzese. La Merkel fa affari sotto sotto, proprio in senso sottomarino con Putin e vorrebbe avere il rubinetto dell’Italia.
    La Francia + altri si è pappata la Libya.
    Ecco la Libya, non mi torna.
    A che punto sono i caossisti dagli occhi azzurri e dai capelli biondi?

  • I muri li hai citatati tutti tranne quelli di Israele, che funzionano benissimo.

    Se i muri non servono, i campi minati sono assai più efficienti.

    • funziona benissimo….ma c’è un altro muro che ha funzionato perfettamente: il muro di Berlino…..e c’è un altro muro non fatto di mattoni…ma sempre muro: quello della Cortina di Ferro..nessuno si azzardava a passare ne da una parte ne dall’altra, ne in un senso ne in un altro.: era un muro fatto bene.

      • La verità è un’altra ..e la conoscono tutti:
        l’immigrazione subitanea, di massa,incontrollabile…è dovuta a :

        —–>>> i soprusi che da qualche secolo i Paesi occidentali (cioè Europa e Nord America..in particolare un certo establishment /potere anglosassone ..) esercitano in vario modo sui Paesi sottosviluppati , per varie ragioni (interessi nostri )…gli Stati Uniti solo in questi ultimi 70 anni hanno direttamente o indirettamente rovesciato , influenzato forzosamente etc etc tra i 50 e 70 Paesi…nutrito dittature di ogni sorta, provocato guerre e rivoluzioni..etc etc (si dice che il comunismo abbia provocato tra i 70 e i 100 milioni di morti..non so se risponda a verità …ma il capitalismo occidentale ne ha provocati , nello stesso arco di tempo, più o meno la stessa cifra..forse anche di più—>> insomma il nostro benessere e la nostra tanto sbandierata democrazia poggia le sue fondamenta sulla sofferenza di interi popoli..il diritto al nostro benessere a loro , da sempre, in un modo o nell’altro è negato: vita mea mortem tua…le recenti guerre e rivoluzioni colorate varie per esportare “democrazia assassina ” …hanno aggravato la situazione

        —–>> a questo si aggiunge ..una siccità abnorme e spaventosa (di cui pochi parlano: anche in Siria..si son spostate intere masse dalla campagna alle città ) e non è dovuta a cambiamenti climatici dovuti all’uomo (le scempiaggini sbandierate da Al Gore & affini ..sono “fake” visto che è di moda sto termine…ormai è dimostrato che i calcoli matematici sbandierati da sto malandrino…sono taroccati…vogliono la Carbon Tax …per trarne enormi profitti…)

        ——–>>> un evidente piano globalista…comprendente l’immigrazione di massa pilotata ..per loro obiettivi geopolitici…

        le soluzioni sono quasi ovvie e banali :

        —->> ripensare il nostro sistema basato sullo spreco…e il capitalismo basato sulla “crescita infinita ” …non potrà durare a lungo …(in Cina hanno un problema enorme sia di energia che di acqua…e il problema dell’energia e dell’acqua sarà sempre più un problema ..e provocheranno sempre più guerre…)

        —–>> smetterla di mantenere il predominio egemone , destabilizzando e facendo guerre (come fanno in particolare gli Stati Uniti…che è il paese più canaglia tra i paesi canaglia )

        —–>> impostare lo sviluppo in un altro modo…in modo più equo…con interventi di tipo keynesiano ..nei paesi sottosviluppati.: ne abbiamo il potenziale tecnico ed economico per poterlo fare ..se ci fosse “buona volontà “…i flussi diminuirebbero notevolmente in poco tempo..

        —–
        —-

        Credo che non ci siano alternative: son queste le soluzioni…e son fattibili: purtroppo sovente le si argomentano tanto per sciacquarsi la bocca…e non c’è una reale volontà di metterle in atto. Se non si interviene là…possono venir pure a milioni…il problema resta . Ma di intervenire realmente in loco…non passa per l’anticamera del cervello a nessuno ..non c’è una reale volontà al netto del bla bla bla…

        Da qui i muri e le guerre: i flussi migratori di massa , spontanei e pilotati…nel immediato futuro…proseguiranno e aumenteranno..e non ci sarà nulla che potrà fermarli..perché milioni di uomini che hanno fame…non li ferma nulla e nessuno. Al netto dei muri belli e brutti ..efficienti o meno…

        non credo ci vogliano sofisticate analisi ne per individuarne le cause ne per le soluzioni.

        • ripensare il nostro sistema basato sullo spreco…e il capitalismo basato sulla “crescita infinita ” …non potrà durare a lungo …(post mio precedente )

          —-
          —-

          ho letto da qualche parte…che Paesi di dimensioni medie tipo Italia , Germania, Francia etc etc..buttano annualmente via CIASCUNO ..circa il tot sufficiente per nutrire, vestire etc etc in modo più che sufficiente 40 milioni di individui del terzo mondo..

          C’è qualcosa che non va……e non potrà durare all’infinito .

        • Visto come detto in precedenza uno dei principali problemi (e fonte di possibili guerre ) sarà l’acqua …i governi e la comunità scientifica dovrebbe concentrare la ricerca sulla tecnologia per rendere sempre più meno costoso desalinizzare l’acqua del mare…con i progressi da gigante che si stanno facendo in tutti i campi della tecnologia…non ci metterebbero tanto a raggiungere un livello tale da poter avere acqua per tutti a bassissimo costo da portare in tutte le parti del pianeta ove necessita….ci son condutture che attraversano continenti per portare gas e petrolio…si potrebbe benissimo far la stessa cosa per l’acqua …e rendere zone aride….fertili con la costruzione ad hoc di dighe …

          sono già a buon punto in quanto a tecnologia vedasi Israele :
          http://thenexttech.startupitalia.eu/2154-20150727-con-losmosi-inversa-israele-produrra-acqua-low-cost-desalinizzata

          si è sviluppata una tecnologia militare sofisticatissima con bombe devastanti da distruggere il mondo decine di volte (penso che ci sia un potenziale complessivo atomico da poter distruggere il mondo circa 15 volte…l’ultimo missile atomico russo chiamato Satan 2..può distruggere un Paese come la Francia in una sola volta ..e non c’è scudo antimissile che possa fermarlo…possibile che non si possa migliorare la tecnologia della desalinizzazione dell’acqua marina in pochi anni risolvendo il problema ovunque nel mondo ??? certo che si può fare….(perché no ? ),,
          l’energia dal petrolio e l’inquinamento che provoca ? …ma io dico ..sto pinco pallino qualsiasi è riuscito in un garage a modificare una normale auto..e farla camminare ad acqua con un sistema mix tra acqua e benzina…ove il consumo di benzina è minimo ..e non inquina …perché non migliorano questa tecnologia (che le case produttrici di auto conoscono sin dagli anni settanta …) ..????

          guardate cosa dice questo signore pinco pallino qualsiasi…con 5 litri una normale auto di media potenza fa 5 mila kilometri !!! e questo è un prototipo elaborato in un garage…ma se fosse sviluppato dalle case automobilistiche…avremo tutte le auto ad acqua con prestazioni rispettabilissime…(lo sanno: perché non lo fanno ? visto che acqua e petrolio/energia in generale son fonte di future guerre , visto che i Paesi emergenti mirano ad uno sviluppo di tipo occidentale (non possibile se non risolte queste problematiche ..perché scoppierebbe il mondo…)…
          https://www.youtube.com/watch?v=ZrgxJqcAyvA
          Oggi abbiamo conoscenze, livello tecnologico ..per poter risolvere tanti problemi se si desse la priorità allo sviluppo di certa tecnologia : ci vuol la volontà….invece “quelli là” son in tutte altre facendo affaccendati….

        • 2 studenti in ingegneria …negli anni settanta presentarono un prototipo di motore ad acqua molto ma molto rudimentale (ma funzionava ) alla Fiat. I tecnici della Fiat fecero loro i complimenti…e poi furono liquidati con : non siamo interessati…non è remunerativo dal punto di vista economico…(eppure erano i tempi del famoso shock petrolifero…fu alzato in modo abnorme il costo del petrolio..talmente che provocò un fenomeno inflattivo in tutto il mondo…in Italia se non erro..l’inflazione era al 20 % —era solo in minima parte dovuto a fattori macroeconomici interni…le dinamiche inflattive erano dovute a shock esterni: il costo del petrolio che si riverberava negativamente nel costo di tutte le attività produttive.

          • sto cercando di immaginare se le case automobilistiche avessero preso in considerazione quella tecnologia.. dagli anni settanta ad oggi (40 anni !! ) …spendendoci in ricerca: IL MONDO SI SPOSTEREBBE AD ACQUA …

      • Vero, ma è anche vero che quei muri alla fine sono stati spazzati via.
        Sempre perchè non si può fermare la Natura, ma solo cercare metodi e strumenti per tentare di sfruttarla a nostro vantaggio.

  • gli Achei per entrare nella murata Troia non fecero molta fatica, anzi, si fecero tranquillamente portare dentro. In memoria di quella guerra oggi abbiamo i troyan

    • erano altri tempi….per esempio con il muro tra Mexico e Stati Uniti…”se vogliono” non fanno passar nulla…o per lo meno riducono a poca roba il flusso…sanno benissimo che si possono costruire i tunnel…ma esistono sistemi di monitoraggi sofisticati (gli Stati Uniti possono permetterselo ) , elettronici, via satellite , di intelligence..etc etc …se vogliono ..quel muro diventa veramente “un muro “: il flusso non lo si elimina del tutto…ma diventa tollerabile…(adesso passa chiunque quando vuole e come vuole…è una frontiera colabrodo ..perché sia il Mexico sia la passata amministrazione Statunitense ..voleva che fosse “colabrodo” (per disegni geopolitici loro…)..

  • (fuori tema…ma non tanto : si parla di Muri,e indubbiamente l’argomento lo ha scatenato Trump con il muro tra Messico e Stati Uniti )

    Interessantissime queste considerazioni del magistrato Lucio Barra Caracciolo..preparatissimo sia in temi giuridici che economici, e non certamente di visuali economico-sociali assimilabili a quelle di Trump, essendo sostanzialmente uno di sinistra. Non mi pronuncio sui muri e muretti , neanche su quello di Trump, però spero che il Trump riesca ad andare avanti, pur essendo molto ma molto discutibile, oso dire che è letteralmente oro colato rispetto ai precedenti . Anche se per ora resta un incognita, bisogna vedere cosa realmente farà,è presto per un giudizio in positivo o negativo.

    link articolo
    http://orizzonte48.blogspot.it/2017/02/trump-al-bivio-della-democrazia.html

    vergognosi i mass media americani e no, di destra e sinistra , in particolare questi ultimi: falsi e bugiardi, penosi i manifestanti…penosissima la Repubblica e il Corriere della Sera..perfetto riflesso di una stampa asservita, in sintonia d’altronde con il coro dei mass media americani.

    • da Wikealiks :

      “…Leading European Newspaper Alliance [“Alleanza/Unione dei Maggiori Quotidiani Europei“] (LENA) .

      LENA sarà inaugurato alla fine del mese e il suo obiettivo sarà quello di consolidare un’opinione pubblica a livello europeo. I quotidiani aderenti condividono una serie di valori comuni sull’importanza del giornalismo di qualità per strutturare società aperte e democratiche, con un messaggio di progresso economico, giustizia sociale e difesa delle libertà civili individuali.

      Die Welt per la Germania, El País per la Spagna, LA REPUBBLICA per l’Italia, Le Soir per il Belgio, e i quotidiani svizzeri Tages-Anzeiger e Tribune de Genève hanno già sottoscritto. Ciascuno di essi è leader nel proprio mercato delle notizie. Sono già stati presi contatti affinché anche il francese Le Figaro si unisca a LENA. LENA dunque può raggiungere un pubblico complessivo di molti milioni di lettori tra versioni cartacee e versioni online, in quattro lingue diverse e in cinque paesi in Europa. LENA assicura ampio impatto a ogni intervista, commento o articolo di approfondimento, che viene pubblicato contemporaneamente in tutti i quotidiani aderenti…”

      Preso da qui:
      http://vocidallestero.it/2016/10/24/wikileaks-lena-la-propaganda-europea-unificata-per-la-clinton/

  • Ogni muro ha una funzione, basta pensare alle mura e alle porte di casa. Anche l’utero è una sorta di muro, infatti protegge il nascituro: senza utero, e senza muri, niente vita 🙂
    I muri difensivi (contro invasori o terroristi) possono funzionare egregiamente, come quello in Israele, ma anche nelle exclave spagnole in Africa, attraverso i quali l’anno scorso sono riusciti a penetrare poche centinaia di invasori contro le centinaia di migliaia colpevolmente trainati in Italia dal governo.
    I muri servono anche per proteggere gli invasori, contro i quali dovrebbe essere lecito l’uso delle armi.

    • sono riusciti a penetrare poche centinaia di invasori contro le centinaia di migliaia colpevolmente trainati in Italia dal governo. (Ercole )
      ——-
      ——
      Io in questo momento , per tutta una serie di ragioni, sono favorevole ai muri (lo ho scritto in precedenza )…ma sono una schifezza..è la spia di qualcosa che seriamente non va..preludio magari a qualcosa di peggio…
      Se definizione di “invasori” si riferisce a quei disperati…non son d’accordo..l’invasione è strumentale ( a chi la provoca per disegni loro…..) ….quella gente dei barconi ..in se per se non son invasori…: son solo dei disperati ..forse le più vittime tra le vittime..là si sta malissimo .e qualcuno ha detto loro che qui c’è il paradiso. Poi vengono qui…trovano tutt’altro che il paradiso..e il tutto diventa un inferno per loro e per noi…(perché fra qualche anno sarà un inferno..soprattutto con gli islamici ..(ma non bisogna dirlo perché la dittaturella “politically correct ” impone di non dirlo…pare che si tratti di “islamofobia”….—->> in certi Paesi del Nord Europa scrivere cio che ho scritto io..è suscettibile di denuncia ..
      Stiamo allevando in Europa una serpe velenosa….ma non va detto. A sinistra si incazzano…
      Sarà una guerra tra poveri ..e la contrapposizione sarà anche in campo culturale e religioso ….e darà una buona opportunità a chi ha determinato e voluto tutto questo ..per leggi repressive , salari bassi ..etc etc —->>> ovviamente il tutto senza non dico risolvere ma anche alleviare di una sola virgola il dramma dei paesi poveri. (Questi esodi qua SON VOLUTI )

      • cioè quello che voglio dire..dal momento in cui son qua ..bisogna far di tutto per non infierire con loro (al netto delle normali violenze , furti , mancanza di rispetto per il nostro stile di vita,…è quasi normale con un affluenza cosi massiccia che succedano è quasi fisiologico …)..cioè voglio dire per quanto è possibile: non odiarli…NON SON LORO I COLPEVOLI.

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