
Ma il referendum sull’Euro si può fare? Di Battista ha ragione. Ecco perché.
Alessandro Di Battista ha lanciato la proposta di un referendum sull’Euro che, prevedibilmente, ha provocato il solito coro di reazioni: no non si può fare perché lo impedisce la Costituzione. In effetti, l’art. 75 II comma recita testualmente “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia ed indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali” e l’Euro è la conseguenza di un trattato internazionale.
I radicali, sul finire degli anni settanta, cercarono di aggirare l’esclusione di questa materia dal referendum abrogativo, distinguendo fra il momento della ratifica e quello dell’esecuzione, e distinguendo fra il trattato in sé e le leggi applicative che ne derivano, ma la Corte con sentenze ripetute / 7febbraio 1978 n 16; 13 febbraio 1981 n 30; 13 febbraio 1981 n 31) ha costantemente ritenuto inammissibili i referendum proposti che seguivano questa strada ed ha poi confermato questo orientamento in seguito (corte Cost. 2 febbraio 1990 n 64). Dunque, all’interno del quadro costituzionale vigente non sembra esserci strada possibile per un referendum abrogativo in materia.
Qualcuno (e più di qualcuno per essere esatti) ha affermato che Alessandro Di Battista non conosce la Costituzione e lo dimostra con questa proposta. Posso assicurarvi che “Dibba” conosce perfettamente la Costituzione e non ignora, ovviamente il suo art. 75. Ma allora come spiegare la sua proposta? Ci arrivo.
In effetti se un referendum abrogativo vero e proprio non è possibile in questo quadro (anche se si pone il problema delle condizioni di reciprocità che qui mancano, ma ne riparleremo) è però vero che può essere praticata la strada di un referendum consultivo di indirizzo. In effetti c’è un precedente: nel 1989 ci fu una proposta di legge di iniziativa popolare tendente a promuovere un referendum di questo tipo a proposito dei poteri del Parlamento Europeo e la proposta venne approvata dal Parlamento italiano con legge 3 aprile 1989 n 2 ed il referendum si svolse effettivamente il 18 giugno di quell’anno.
Dunque, il referendum non avrebbe valore vincolante ed esecutività, ma questo non significa che non avrebbe peso politico. Appare quantomeno improbabile che una eventuale pronuncia in un senso o nell’altro, lasci insensibili le forze politiche: se il referendum confermasse la volontà di restare nell’Euro, questo tema, che periodicamente si affaccia (essenzialmente ad opera del M5s e della Lega) uscirebbe dall’agenda politica. Ma se l’esito fosse favorevole ad un superamento della moneta unica, è poco probabile che i partiti ad esso favorevoli siano disposti a sfidare gli umori popolari, magari cercherebbero di prender tempo.
Quanto alla mancanza di esecutività, non è affatto detto che questo sia un danno. Contrariamente a quanto si fa credere alla gente, l’alternativa non è per forza Euro o ritorno alla Lira. Ci sono molte soluzioni possibili: ad esempio si potrebbe stabilire un rapporto di cambio flessibile fra la moneta nazionale e l’Euro come era ai tempi dello Sme che aveva nell’Ecu una sorta di moneta unica virtuale, o si potrebbe contrattare un regime di doppia circolazione monetaria, o, nel caso queste situazioni coinvolgessero altri stati dell’Unione, si potrebbe articolare l’attuale moneta unica in due o tre monete (una per il Nord europa, una per il Sud ed una per l’est) o anche si potrebbe procedere ad una revisione organica dei trattai istitutivi giungendo ad una diversa moneta europea (ma di questo parleremo in un pezzo prossimamente).
Il Referendum servirebbe ad aprire le porte a questo dibattito sin qui soffocato dalla dittatura del “pensiero unico”. E questo sarebbe salutare.
Il punto è mettere in discussione il Totem-tabù dell’Euro su cui non è ammesso dibattito nemmeno di fronte all’evidenza del fallimento di questo esperimento.
E Di Battista ha fatto una proposta di buon senso: attenti perché il referendum consultivo potrebbe essere una valvola di sfogo che sarebbe pericoloso chiudere. Mentre potrebbe aprire la strada ad un confronto quanto mai utile in questa situazione.
Voi fate una prova: provare a far andare la pentola a pressione sul fuoco, occludendone la valvola di sicurezza e vedete che succede….
Aldo Giannuli
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Gaz
Il geniere Gentiloni del 499^ Battaglione aviotrasportato Renzi, con sprezzo del pericolo, assumeva il comando di tutte le decisoni monterarie, ponendosi a capo di un ristretto manipolo di arditi, al quale era stato consegnata la missione di una rischiosa impresa: la fuoriuscita dall’euro a condizioni vantaggiose. Affrontato da forze avversarie interne al partito preponderanti per parlamentari e voti congressuali, con superbo ardimento le respingeva sotto la tempesta monetaria, catturando due governatori di banche estere e una ventina di banchieri nazionali. Circondato dai cambi e dagli uomini di partito, predisponeva con calma le riserve valutarie alla resistenza. Giunto privo di valuta allo scontro finale, si proiettava a capo dei pochi fedeli rimasti, al lancio di monete contro l’avversario. Mentre ritto teneva le posizioni della Banca d’Italia, scagliava l’ultimo centesimo a mano ed esortava gli arditi col le sue eroiche gesta. Magnifico esempio di preclare virtù valutarie.
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Ma cosa deve uscire da questa maggioranza?
mirko g. s.
Pe rla verità non è una proposta di Di Battista ma uno dei punti sull’Euro del programma del M5S che nessuno si prese la briga di leggere. Cmq prima di mettere mano al referendum sull’€, cosa santa e benedetta come tutti i referendum, occorrerebbe mettere mano al controllo del capitale sulla stampa e sulla TV; se con Renzi abbiamo visto prove tecniche di dittatura, mettere in mezzo un referendum sull’€ adesso vorrebbe dire prove tecniche di II Guerra Mondiale.
ilBuonPeppe
Aldo, tu sai benissimo come funzionano le cose per cui non puoi far finta che questa sia una strada percorribile.
E’ ovvio che si può fare il referendum consultivo, come è ovvio che non ci riusciranno finché il m5s non avrà la maggioranza assoluta nei due rami del parlamento. Come è pure ovvio che se si facesse e vincesse l’uscita dall’euro, dal giorno dopo (ma probabilmente anche da prima) subiremmo una serie di pressioni alle quali sarebbe ben difficile resistere.
Di questo velleitario referendum il m5s parla da anni ma non ha mai fatto niente. Anzi no, qualcosa ha fatto. Ha fatto una consultazione online tra i suoi aderenti (nel 2011) il cui esito è stato a favore dell’uscita. Ti risulta che abbiano messo questo argomento in programma? A me no.
Se volessero veramente affrontare il tema potrebbero cominciare ad organizzare dibattiti in giro per l’Italia, cosa che non fanno se non per qualche volenteroso che localmente si organizza per proprio conto. E potrebbero organizzare una consultazione di più ampia portata, online oppure no, per sapere “cosa pensano gli italiani”. Ma non fanno niente di tutto ciò e questo, mi spiace dirlo, dimostra la loro mala fede.
Filippo
Un referendum del genere avrebbe lo stesso effetto di quello – tragico – greco:
BCE che nel frattempo chiude i rubinetti alle banche, infiniti servizi TV sulle file ai bancomat, il governo appena eletto che si caga sotto e rimangia tutto, licenzia i pochi ministri patriottici, disposti allo scontro duro con UE, e via che si ricomincia a sognare un’altra Europa ed un altro € (che non esistono).
L’unica strada è una solida maggioranza parlamentare disposta ad uscire, non solo del M5S ma anche Lega, FDI, SI, ben accetti transfughi di FI … concordi anche solo su quello, una volta ripresa sovranità monetaria pronti a scannarsi su tutto, su come realizzare quei principi della prima parte della carta Costituzionale, se con meno tasse e più intervento dei privati o con più intervento Statale.
Laura
Perché allora non fare un referendum anche sul reddito di cittadinanza? Perché solo sull’euro?
Un partito prende una “parte” e si fa votare su quello. Se il m5s non è un partito e non prende parti, allora il referendum va fatto su tutto. Se si mette al primo punto del programma l’uscita dall’euro e si vincono le elezioni, il referendum è bello che fatto.
Mi sembra invece che questo sia un modo per mettere definitivamente una pietra sopra l’argomento (come dice lei stesso nel post) nel caso di sconfitta, cosa tra l’altro probabile visto che a favore dell’euro si scatenerebbero senza possibilità di essere contenute, tutte le risorse (enormi) di chi vuole mantenere l’euro, propaganda a reti unificate, giornali, in un clima di disinformazione totale sulla macroeconomia in cui è stato tenuto il popolo italiano in tutti questi anni. Senza contare poi la BCE, che avrebbe buon gioco a ricattare il paese chiudendo le banche e i bancomat come in Grecia.
Paolo
Se si mette al primo punto del programma l’uscita dall’euro e si vincono le elezioni, il referendum è bello che fatto.(Laura )
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Esatto!!!…ma loro sono “di fatto” pro Euro e pro UE….il referendum assurdo è un escamotage per accontentare parte della base anti euro . Passi l’incertezza e l’ambiguità iniziale , le contraddizioni di un movimento nuovo non ancora ben strutturato…adesso non sono ammissibili le giustificazioni: SONO IN MALA FEDE (ai vertici )…tutto qua. E’ chiaro.
francesco cimino
L’ obiezione ovvia sarebbe: se al referendum vincesse l’opzione favorevole all’attuale euro, le contestazioni a tale assetto risulterebbero stroncate; se vincesse l’opzione avversa, comincerebbero agitazioni politiche e finanziarie, mentre il governo non potrebbe procedere a nessuna rinuncia all’euro, non essendoci probabilmente le condizioni, né ad una sua riforma, che richiederebbe un accordo internazionale. Certo, chi pretende di parlare per “i mercati” ha minacciato tante volte, in caso di certi eventi politici, catastrofi poi non verificatesi. Però, chi gridava invano “al lupo, al lupo” alla fine il predatore l’ha visto arrivare. Come risponderebbero l’Unione e “i mercati” al referendum? Credo che chi vuole promuoverlo dovrebbe saper reagire a mosse avverse.
benito
se ci fossero governi responsabili e con la testa sulle spalle avrebbero gia’ da tempo predisposto un piano B di uscita dall’euro. In quanto ai fautori dell’euro e dell’europa basta sentire che cosa ha candidamente affermato uno di loro, ovvero il dr sottile:
https://www.youtube.com/watch?v=uIEAflRcSvo
E che dire della crisi Ucraina ? gli aguzzini che governano la Germania non vollero salvare la Grecia, accusata di aver truccato i bilanci e ora vorrebbero far entrare L’Ucraina che e’ sull’orlo della bancarotta.
Se l’opinione pubblica comincia a non credere piu’ ai partiti tradizionali e ai media, io dico che ha seri motivi. E comunque questa europa va abbattuta a qualunque costo, anche di grossi sacrifici, qui non e’ in ballo solo l’economia, ma qualcosa di piu’ importante assai: la nostra dignita’
Aurelio
Mi spiace ma non concordo, a differenza di quanto successo su altri suoi articoli.
La serie di condizionali e di ipotesi del quinto e sesto paragrafo secondo me si configurano come “whishful thinking”.
Qualche spunto critico, già ampiamente segnalato da altri in precedenza:
1) 30 anni di propaganda martellante pro-euro/UE
2) la situazione attuale dei media in Italia, posseduti o dal governo o da gruppi che si avvantaggiano dell’euro
3) se già sono stati ignorati/aggirati referendum abrogativi, figuriamoci se non potrebbe essere ignorato uno solamente consultivo con esito anti-euro
4) in compenso, con esito favorevole a euro verrebbe posta la pietra tombale al dibattito, il che sarebbe pessimo anche se il quesito riguardasse cosa eventualmente ottima
Tutto ciò considerato, e ricordando che siamo in una reale guerra per quanto non dichiarata, chi ancora ci mobilita (Di Battista) per forzare le dinamiche costituzionali allo scopo di ottenere poi un simile pugno di mosche (quando non un pugno nei denti), dimostra o di mancare di senso politico/pratico, o più probabilmente di aver a cuore altri interessi rispetto al bene del suo popolo.
Con stima.
Rachkovsky
Buongiorno
Non la moneta è sacra ma la sua nomèa.Non a caso il Trionfo della Fama si celebra innanzitutto sui banchi dei pubblicani: l’Euro ha disegnato una utopia e gli utopisti non amano le domande. Chiunque per un istante apra gli occhi e guardi la Gran Svendita delle nomèe è travolto dal fou rire; disprezzerà gli ingannati ammirando gli ingannatori.
O inventa prudentium
O provisa maiorum
Gaz
ACME NEWS
Archeologi della Galatic University di Sirio hanno rinvenuto sul pianeta Terra degli insoliti cilindretti bimetallici. Tutto induce a pensare che si tratti di monete del xxi secolo.
Tuttavia esperti numismatici fanno notare la molteplicità delle teste e la fissità della croce, oltre la non corrispondenza a nessun stato noto di quell’epoca, fanno propendere ad una ipotesi alternativa.
Per risolvere i dubbi si aspetta di scongelare una mummia ibernata nel 2016 vissuta in Europa, che sicuramente saprà qualcosa in merito.
Allora ditelo
Un referendum consultivo richiederebbe dunque legge COSTITUZIONALE (una tantum) immediatamente esecutiva (maggioranza qualificata di 2/3 alla Camera ed al Senato, doppia lettura e tutto il resto).
Adesso rimane da spiegare come mettere in atto -a livello europeo- un eventuale assenso all’uscita dall’unione monetaria (senza uscita dall’unione europea).
I trattati vigenti non prevedono opzioni come l’art 50 TUE.
Ogni volta che si parla delle tecnicalità dell’uscita c’è sempre una colonna sonora che censura la doverosa trattazione di late aspetto.
Stante la bocciatura dell’emendamento A8-0030/22 alla relazione dell’Europarlamento sul coordinamento delle politiche economiche (A8-0030/2016) sarebbe il caso (per il M5S) di ridurre gli slogan semplificati ed aumentare l’esposizione delle questioni di merito (diano i link ad approfondimenti tramite la tv, se le spampino sulle magliette invece dei cartelli “del…”).
Anche perché il “diritto” «è dei cittadini» e le informazioni necessarie ad una scelta consapevole non devono potersele permettere solo le “contesse maffei” ed i “salotti” (del potere).
In ogni caso non basta dare la possibilità di scegliere se poi solitamente veniamo rincoglioniti di slogan.
DI altro tenore risulta la partnership tra M5S ed EPIC (economia per i cittadini).
http://economiapericittadini.it/diritto/489-uscita-euro-e-ue-problema-giuridico
Un documento breve di merito che tuttavia non illustra i “contro” (tecnico-giuridici) delle varie opzioni ma risulta utile ad accennare le “potenzialità”.
PS: Durante l’adesione allo SME fu il “rischio di svalutazione” a fare impennare gli interessi chiesti all’emissione di nuovo debito (non fu la separazione bankitalia tesoro)
Allora ditelo
Eccole qua, fonti ufficiali.
http://www.beppegrillo.it/fuoridalleuro/index.html
http://www.beppegrillo.it/2015/06/referendum_sulleuro_consegna_delle_firme.html
M
“Durante l’adesione allo SME fu il “rischio di svalutazione” a fare impennare gli interessi chiesti all’emissione di nuovo debito (non fu la separazione bankitalia tesoro)”.
Visto che è così preciso, mi può dire la quota di debito sottoscritto dagli investitori stranieri durante quel periodo e paragonarmela a quella odierna?
Allora ditelo
Perché non sviluppa il ragionamento dietro la Sua domanda, visto che sa precisamente che ragionamento la sostiene? 😀
M
Come Lei sa, prima dell ’88, se lo Stato doveva urgentemente incassare e i soldi non arrivavano tutti dai risparmiatori italiani, si rivolgeva in un modo o nell’altro alla Banca d’Italia per la parte invenduta, e gli interessi restavano bassi. Poi, dall’88, anno della liberalizzazione dei movimenti di capitale con l’estero, per incassare detta differenza, ha dovuto ricorrere ai soli risparmiatori italiani offrendo loro un interesse più attraente, e infine ha dovuto chiedere soccorso anche agli investitori stranieri che oltre ad un lauto interesse volevano coperto il rischio di cambio, particolarmente alto proprio per la presenza di cambi semifissi, perché a detta loro questi potevano essere aggiustabili ai cambi reali “a sorpresa” (conoscevano in realtà perfettamente quanto potevano ancora durare le nostre riserve valutarie). Dunque all’origine dei guai ha comunque concorso il “divorzio” di Andreatta sebbene attuato sette anni dopo, guarda caso non appena furono liberalizzati i movimenti di capitale.
Ancora oggi il fatto di non poter tamponare, in caso di asta non completamente evasa, con acquisti primari della Banca d’Italia obbliga il Tesoro a non poter neanche ricorrere direttamente ai risparmiatori italiani con ingenti aste di BOT, che gli costerebbero molto meno, poiché assolverebbero all’esigenza, sebbene incostante, di quelli di avere liquidità sicura e di medio termine con un minimo di remunerazione. Ciò obbliga il Tesoro ad offrire dal lato opposto (in mezzo ci sono le banche private italiane) sempre più titoli a lungo termine a favore degli investitori stranieri, che sono ben più esosi e politicamente cointeressati. E il debito verso costoro aumenta, con le conseguenze già descritte nel mio commento al Professore.
Allora ditelo
Si tratterebbe di stabilire l’entità dello stimolo imputato alla Banca Centrale tra 1979 ed il 1992.
Sia per gli effetti che le politiche monetarie restrittive hanno sul debito e sia per il “premium” richiesto per il rischio di abbandono del cambio fisso, altrove è stato anche fatto presente che peso maggiore potrebbe essere piuttosto da ricondurre alla politica monetaria restrittiva seguita durante gli anni dello SME e non imputabile al “divorzio”.
Prima e dopo il “divorzio” dell’81 gli acquisti erano sterilizzati simmetricamente per gestire la liquidità con picco proprio nell’81: la successiva diminuzione di attività complessiva fu speculare all’incremento degli anni che precedettero il “divorzio”.
«Figure 1 compares the amount of securities purchases on the primary market, net of redemptions, by the Bank of Italy (the main component of the “Treasury” channel) and the net outright purchases of government securities on the secondary market (the main component of the “policy” channel). The figure confirms that the Bank of Italy’s purchases of government securities on the primary market progressively increased during the 1970s,
peaked in 1981, then rapidly diminished after the “divorce”, though remaining positive for the rest of the decade. In the second part of the 1970s and in the 1980s the impact of these purchases on liquidity was symmetrically sterilised by open market sales by the Bank of Italy, at first with the direct aim to control the monetary base, then indirectly, as a consequence of the objective to control interest rates. Eventually, the strengthening of financial markets that spurred demand at auction and the removal of floor prices set by the Treasury created the conditions for the Bank to all but stop intervening on the primary market. In the 1990s, as gross purchases on the primary market fell to nil, the Treasury channel destroyed liquidity in an amount equal to the securities maturing in the Bank of Italy’s portfolio; by contrast, open market operations created liquidity for purposes of monetary control. » https://drive.google.com/viewerng/viewer?url=https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2012-0141/QEF_141.pdf
Giacché dopo il “divorzio” non c’è garanzia che la banca centrale abbia acquistato tutto l’invenduto generalmente si riconduce l’aumento degli interessi ad un incentivo volto a compensare il deficit di domanda eventualmente causato dal decremento di attività.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-16/le-mosse-disperate-banche-centrali-quando-soros-terribile-affondo-lira-e-sterlina-1992-200339.shtml
Se non erro, circa i movimenti di capitale, si era iniziato già negli anni ’60 a liberalizzare «in maniera incondizionata gli investimenti diretti e i crediti a breve o medio termine per operazioni commerciali nonché per gli acquisti di valori mobiliari negoziati in borsa».
http://www.europarl.europa.eu/atyourservice/it/displayFtu.html?ftuId=FTU_3.1.6.html
Non rientrerebbero, i bot, in tale categoria?
Purtroppo i dati che mi aveva chiesto riferiti a quel periodo sembra non siano agevolmente reperibili: http://bruegel.org/2012/08/introducing-the-bruegel-dataset-of-sovereign-bonds-holdings-and-more/
Emiliano
L’Euro è costruito attorno ad un mito.
E’ il mito degli Stati Uniti d’Europa, già presente in un certo senso nel tentativo Napoleonico e Hitleriano di conquista del vecchio continente(l’Euro ha una certa somiglianza di base con il progetto di un Reichs Mark europeo da far circolare nella pangermania hitleriana).
Questi U.S.E. avrebbero dovuto nascere in maniera “naturale” una volta introdotta una moneta unica e una legislazione unica in materia di scambi commerciali. Ovviamente non è così, una federazione sul modello americano non sta certo in piedi aggrappata ad un rettangolo di carta, ci sono altri fattori che devono concorrere, c’è la lingua comune o almeno una cultura multilinguista come in svizzera, c’è una unione fiscale oltre che commerciale, perchè i debiti di una parte della federazione devono ricadere sulle spalle dell’altra parte(se la mano destra si taglia un dito e si dissangua anche la mano sinistra prima o poi morirà dissanguata anche se con tutte le sue dita intatte). Ci vuole anche una ideologia comune, gli USA nascono e crescono nell’ideologia del popolo in missione per conto di Dio, che è una ideologia un pò infantile, ma si sa gli americani sono fatti così.
L’Errore commesso dall’Europa è quindi nel voler imitare il modello americano, inapplicabile al vecchio continente. La verità è che l’Europa è già unita, è unita da una storia di migliaia di anni. Einstein si sentiva a suo agio nel breve periodo in cui visse in Italia. L’Illuminismo, il Positivismo, il Romanticismo per caso si sono fermati alla dogana perchè non avevano il passaporto dell’unione?
Io credo che se l’Europa volesse davvero unirsi dovrebbe solo limitarsi a poche regole e indirizzi di principio, regole di amicizia, regole di buon vicinato, anche una moneta unica certo perchè no, ma una moneta unica che non sia il giocattolo dei centri di potere bancario e finanziario. Il resto invece è già scritto nella sua storia, non ha bisogno di trattati capestro.
Tenerone Dolcissimo
Considerazioni ineccepibili, ma occorre ricordare che fare un simile referendum sarebbe un suicidio, come dimostra l’esperienza graca. Ogni elezione va fatta rispettando la par condicio delle parti, almeno sul piano formale. In un simile referendum la parte pro UE avrebbe il coltello dalla parte del manico, potendo a suo piacimento tagliare i canali di rifornimento di valuta e lasciando i bancomat a secco, come accaduto appunto nell’Ellade.
Pensate che a quel punto l’elettore avrebbe il coraggio di opporsi alla UE?
Già mi sembra strano che la UE non sia ricorsa a simili mezzi nell’ultimo referendum sulla schiforma, ma li’ occorre considerare che la UE agiva sotto copertura mandando avanti il PD (ma veramente qualcuno ha potuto credere che a ideare la schiforma e soprattutto il piano raffinatissimo che c’era dietro siano stati due cazzaroni di provincia come Renzi e Boschi???Allora possiamo credere che dietro gli omicidi di Falcone e soprattutto Borsellino e dietro l’attentato dell’Addaura c’erano dei picciotti analfabeti). Tirare fuori l’artiglieria avrebbe significato rendere a tutti noti quali erano gli interessi sotto e mandare all’aria la copertura che ha funzionato benissimo a tal punto che in un incontro ho messo in crisi uno dei professoroni antischiforma per nulla preparato su chi avrebbe approvato le direttive UE a schiforma definitivamennte approvata. Il problema non era tanto l’impreparazione sul singolo punto -nessuno è in possesso dello scibile intero- ma il fatto che tale impreparazione mostrava che nemmeno ai più alti livelli tutti erano consci di cosa c’era dietro la schiforma e quale era il suo vero scopo dietro la cortina fumogena della riduzione dei parlamentari e del bicameralismo perfetto o imperfetto e del CNEL ecc. ecc..
Paolo Nobili
Stasera provo con la pentola a pressione…
Roberto B.
Difficilmente potrai raccontarci l’accaduto domani.
Emiliano
In America la CIA sta cercando di invalidare le elezioni con la balla degli hacker russi che avrebbero manipolato le macchine elettroniche per votare.
In GB cominciano a circolare voci che il referendum sulla Brexit è stato manipolato dagli, rullo di tamburi, hacker russi.
Allora mi domando che aspettano a dire che il NO del 60% dei votanti al referendum italiano è stato manipolato da Mosca? Certo dovrebbero spiegare come hanno fatto i russi ad intrufolarsi nei seggi e scrivere 19.000.000 di NO, ma sono dettagli 🙂
Se ci sarà un referendum sull’Euro state sicuri che se vince il NO alla moneta unica è sicuramente un “complotto” del Kremlino.
P.S. ieri sera ho avvistato un sottomarino russo, e io abito in campagna per giunta 🙂
Tenerone Dolcissimo
Io una volta ho scopato con una russa. Pensi che corro qualche rischio?
Comunque tant pour ne savoir ni lire ni ecrire scrivo alla Boschi e chiedo perdono di avere fatto propaganda per il no. Hai visto mai che poi ,,,,,,,,,,,
benito
oggi chi non crede alle versioni dei media filoamericani e’ un complottista. E come vogliamo chiamare chi afferma che che i russi hanno interferito nelle elezioni americane e nella brexit? A parte il fatto che se fosse vero si potrebbe commentare dicendo che “chi invento’ la forca ci rimase impiccato”, visto che da sempre usa e uk hanno influenzato la politica di altri stati con mezzi violenti e non. Tra gli ultimi esempi si possono citare le primavere arabe e il colpo di stato in Ucraina che ha portato nel parlamento ucraino cittadini usa e neonazisti.
andrea z.
Articolo 4 della Costituzione.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Se un trattato internazionale incautamente firmato fa sì che vengano meno le condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro dei cittadini, non si può dichiarare incostituzionale il trattato o i trattati capestro dell’Europa?
Paolo
@andrea z.
Ma infatti tutti i trattati europei sono incostituzionali e dovrebbero decadere immediatamente. Dico TUTTI.
Assurda la richiesta di referendum del M5s (che non è di Di Battista ) e da anni che sti perdonatemi il termine —>>> sti letteralmente “cazzari” Gatekeeper del M5s blaterano di referendum per l’Euro…(senza neanche schierarsi …con un generico : lasciamo decidere agli italiani. E loro ? solitamente quando si propone un referendum si è schierati da una parte pro o contro un qualcosa …loro no…non si capisce da che parte stanno: sull’euro da perfetti ambigui ondivaghi quali son sempre stati hanno cambiato versione almeno 5 volte..)
il M5s è un movimento di cazzari eterodiretti gatekeeper ha ragione il Bagnai:
http://goofynomics.blogspot.it/2014/10/agli-ortotteri.html
dell’articolo evidenzio:
—–>>>Proporre un referendum per l’uscita (o la permanenza, o quello che è) dall’euro è una colossale operazione di gatekeeping e basta.
—–>>>sono morte tante persone, e il sangue di queste persone, a mio sommesso avviso, ricade molto più in testa a quelli che hanno fatto finta di voler combattere il sistema, come Grillo, piuttosto che ai piddini
—–>>>Zingales, che sull’euro ha detto cose più giuste e rivoluzionarie del simpatico barbone. Vi siete fatti sorpassare a sinistra perfino dalla Chicago!
—–>>>Oggi, in Italia, se uno vuole veramente uscire dall’euro, sa da dove cominciare, sa benissimo cosa fare.
etc etc
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Paolo: il M5s non è acqua buona manco per farcisi il bidè …scusate la volgarità .
M
Di Battista, e Lei professore, avete ragione nel considerare il popolo sovrano, più dei padri costituenti (preoccupati com’erano di non ossequiare l’invasore in materia di trattati).
Anche se si arrivasse al referendum consultivo e ad una bocciatura dell’euro, restano però almeno tre questioni irrisolte:
1) la nuova lira dovrebbe anche poter fluttuare sui mercati valutari e non restare vincolata ad un nuovo SME o ad altri vincoli di cambio fisso svalutabile alla “occorrenza”, altrimenti arriva di nuovo un Soros qualsiasi a lucrare nuovi miliardi, a scapito degli onesti e patriottici lavoratori, da ridistribuire a coloro che più si sono qui distinti come servitori del padrone straniero;
2) la nuova lira non dovrebbe essere facilmente cambiabile con altre valute in modo da scoraggiare la fuga dei capitali, anche dei lavoratori onesti e patriottici;
3) la nuova lira non sarebbe in grado di dirimere la questione meridionale, a meno di bloccare anche i flussi di risparmio al Nord industrializzato dal Sud vessato dal taglieggio anglo-massonico-bancario (di cui Mafia, N’Drangheta, Sacra Corona Unita e Camorra sono solo l’estrema ratio), e così poter evitare la spesa pubblica clientelare o l’edilizia forsennata (inutile e controriproducente), finora attuate solo per “attutire” l’impatto devastante degli scarsi investimenti industriali;
4) la nuova lira sarà più difficile dell’euro da tesaurizzare da parte di Cina e Russia, cioè dei futuri partner commerciali sulle direttrici terrestri eurasiatiche, e di ciò il dollaro potrà nuovamente giovarsi, rimanendo così la valuta principale della corruzione massonica nel Bel Paese.
Per queste questioni ho già da tempo prospettato a Di Battista uno schema coordinato di soluzioni, perfino sintetizzate in questo blog.
Siamo infine sicuri della vittoria della lira sull’euro al referendum in un Paese dove tutti, anche Di Battista e Lei, sono stati persuasi che occorre attirare gli investitori stranieri come grande risorsa per dirimere la crisi, quando nessuno si preoccupa di che fine facciano i risparmi locali dopo la distruzione delle piccole banche commerciali e degli istituti di credito speciale, nonché della Banca d’Italia che li monitorava in tempo reale per la nostra tranquillità? Voglio dire che se anche gli intellettuali si sono bevuti il mantra degli investitori stranieri, cosa può venire fuori dalle urne?
Gaz
L’on. Cetto Laqualunque della direzione internazionale del dippi-elle, intervistato sulla proposta di Dibbattista di abbandonare l’euro ha rilasciato ai nostri microfoni la seguente dichiarazione:
“Qualunquemente se a voi gli euro fanno schifo, dateli a me, che do pilu a tutti”.
Riccardo M
A me stupisce come si sprechino le analisi sull’uscita dall’Euro e addirittura dalla UE, le sue conseguenze ecc. e pochissime sono invece le analisi “positive”, ovvero come avanzare verso una compiuta unione continentale che non sia solo economica (attraverso una moneta unica) ma costruita su basi solidaristiche e di mutuo appoggio. Per costruire questo tipo di Europa è necessario abbattere prima l’esistente? Può darsi, parliamone, ma di impostare il discorso su questi presupposti è un’operazione che ben pochi fanno. Prevale il nichilismo ed il cupio dissolvi, monopolizzato fra l’altro da forze di destra ed estrema destra. Lascio ad altri capire perchè.
Detto questo, uno che scrive robe come il libro “A testa in su”, non è credibile. Dibba è un perfetto prodotto della società della comunicazione e del marketing, non meno di Renzi o Boschi. Interpreti di un copione calato dall’alto.
Aldo S. Giannuli
perchè il progetto è fallito
Paolo
Il progetto è fallito: ma era in malafede in partenza. Era un progetto CIA (documenti de secretati…) . Non è fallito un progetto Europeo in senso positivo : perché un tal progetto non c’è MAI stato. Quando hanno introdotto la moneta unica: sapevano benissimo cosa avrebbe provocato ..ma pensavano che avrebbe indotto i paesi europei ad accettare le loro condizioni …ed invece si sta sfasciando tutto (per fortuna..). Il ritorno alle sovranità nazionali ci sarà…e sara doloroso: ma non c’è alternativa. L’euro non è neanche una moneta : non lo è tecnicamente, non ne ha le caratteristiche…è un mostro Frankenstein…che non ha precedenti nella storia monetaria dal dopo baratto in poi. Non esiste neanche letteratura scentifico/economico che ne dimostri la validità.(e tutti gli economisti lo sanno : anche chi è pro euro ) E’ un orrore totale . Non si fanno i referendum per uscire o no dall’orrore monetario …se ne esce per decisione politica. Stolti (e in mala fede ..almeno ai vertici ) i Grillini —>> poco seri e poco credibili. Movimento spazzatura : purtroppo incanta tanti troppi italiani (specifico: io lo ho votato alle prime elezioni..mi pesterei la manina per punizione )
Roberto B.
Francamente, non mi pare davvero una buona idea. Aggiungo che ho la netta impressione che Di Battista da qualche tempo sia andato un po’ nel pallone, sia esaurito e vada anche per suo conto nel Movimento. Non dico che sia una scheggia impazzita, ma rischia di divenirlo.
Comunque, questo argomento ogni tanto riciccia fuori, già ampiamente dibattuto anche in questo sito.
Non volendo ripetermi troppo, rilancio solo in parte quanto ho scritto tempo addietro.
Anzitutto, il M5S non ha mai messo l’uscita dall’euro nel suo Programma di governo, questione sulla quale scommetterei che c’era e c’è tuttora grande perplessità e diversità di opinioni nei vertici stessi del Movimento, ad iniziare dal fu Casaleggio sr. Per convincersene, basta consultare i famosi “20 Punti”, nei quali è citato un “Referendum sulla permanenza nell’euro”, cioè il proposito di consultare i cittadini, cosa che si sarebbe dovuta fare PRIMA di abbandonare la moneta nazionale.
Tuttavia, nel tempo anche l’attenzione su questo argomento è venuta lentamente a cadere: per convincersene, basta considerare che nel blog di Grillo è stato anche eliminato il link “Fuoridalleuro”, presente fino a non molto tempo fa.
Il diverso atteggiamento del Movimento è testimoniato chiaramente anche dall’assoluta mancanza di incontri, seminari ed eventi in genere sull’argomento, mancanze che persistono da parecchio tempo e che in precedenza erano invece molto frequenti : il flop sulla raccolta firme, che non ha visto la partecipazione auspicata da Grillo (circa 200.000 firme raccolte invece del milione atteso!), ha lasciato il segno e indotto a più miti consigli.
D’altro canto, perdere un referendum su questo argomento ci consegnerebbe mani e piedi legati alla peggiore Europa, per i secoli dei secoli, senza poi parlare dei nostri cari governanti, di Mattarella, dell’Emerito …., di Renzi, etc. etc.
Ci sarebbe poi da considerare anche quello che è successo in Grecia: un referendum che ha spaccato in due il Paese, ha dato indicazioni che Tsipras si è poi dovuto rimangiare tornando da Bruxelles con la coda tra le gambe. Infine, anche nel caso che si riuscisse a tenerlo, e ci fosse un consistente pronunciamento popolare per l’uscita, non si otterrebbe null’altro che una turbativa dei mercati che si ritorcerebbe contro il Paese e, politicamente, contro il Movimento stesso, visto come causa dei guai che ne deriverebbero.
Ci sarebbero invece parecchie altre cose che si potrebbero fare con leggi ordinarie senza andare contro la Costituzione, iniziando col riportare la Banca d’Italia sotto il diretto controllo dello Stato e riattribuendole quelle prerogative che altre Banche Centrali continuano ad avere, e procedendo finalmente alla riforma delle riforme, all’eliminazione della madre di tanti guai, la vera bestia nera di tutte le sanguisughe finanziarie europee e non: una legge sulla distinzione netta tra banche d’affari e banche d’investimento.
Roberto B.
Errata corrige: “distinzione netta tra Banche Commerciali e Banche d’Affari”.
M
“… Iniziando col riportare la Banca d’Italia sotto il diretto controllo dello Stato e riattribuendole quelle prerogative che altre Banche Centrali continuano ad avere …”.
E’ sicuro che le altre Banche Centrali dei Paesi dell’Eurozona abbiano quelle prerogative? Voleva forse dire che bisogna ritornare all’acquisto diretto di titoli di stato all’emissione da parte delle banche centrali, e cessare il Quantitative Easing, cioè il credito della BCE all’acquisto, peraltro calmierato, da parte delle Banche Centrali di titoli di stato già emessi e detenuti dalle banche private, cosa che non incide più di tanto sul tasso di interesse a carico degli Stati emettitori, e di conseguenza sul loro crescente debito?
Roberto B.
Non sono un economista, quindi è possibile che dica sciocchezze e nel caso me ne scuso.
Tuttavia, mi fido dei tanti economisti che, indipendentemente dalla loro colorazione politica, hanno individuato nella assenza dello Stato nella partecipazione azionaria della Banca d’Italia, una delle cause principali che hanno creato molti dei problemi che stiamo vivendo. Ad esempio, forse una vicenda MPS non sarebbe potuta accadere nelle dimensioni e nei modi in cui è accaduta, se l’Istituto fosse stato ancora sotto il controllo del Tesoro. Oppure no, forse sarebbe accaduta ugualmente, o magari sarebbe accaduto anche di peggio, ma almeno avremmo saputo quale ministro e quale governo della Repubblica ne sarebbero stati corresponsabili.
Leggo sul loro sito che l’intero capitale di partecipazione azionaria ( 300.000 quote), è posseduto da 99 soggetti: tra questi, compaiono credo tutte le maggiori Banche, Casse di Risparmio, Assicurazioni, Istituti finanziari: leggo anche che “Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue … omissis … l’osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilati. “, cioè di quegli stessi soggetti che sono partecipanti al capitale. In più, è detto chiaramente che “I poteri di controllo sono esercitati nel rispetto della natura imprenditoriale dei soggetti vigilati”, soggetti privati, con azionisti di maggioranza privati, che perseguono anzitutto i loro interessi, dunque.
Quindi, i Controllati proprietari del Controllore, che dovrebbe vigilare sul loro operato, agire nell’interesse esclusivo dello Stato, intervenire ed eventualmente sanzionare i comportamenti scorretti, danneggiando quindi se stesso.
Se non è conflitto di interessi questo, non so proprio cos’altro può essere definito tale.
Per altri possibili aspetti distorsivi, come quelli che lei cita della gestione del credito e dei rapporti con la BCE, come ho anticipato sono impreparato, perciò mi astengo.
Giovanni Dall'Orto
Alberto Bagnai ha dedicato decine e decine di articoli al tema. Mi permetto di segnalare il suo blog, http://goofynomics.blogspot.it
A me ha insegnato moltissime cose. Ovviamente dal punto di vista economico, non da quello del diritto costituzionale…
Paolo
se può seguire il Bagnai (e non solo..) per l’economia e il magistrato Barra Caracciolo per il diritto…
i due lavorano in sinergia e sono entrambi preparatissimi 😉 (poi si può condividere o meno il loro discorso..ma dal punto di vista “tecnico” sono seri e preparati )
http://orizzonte48.blogspot.it/
gios
Il problema della fattibilitá del referendum non é giuridico ma politico. Nel senso che un referendum del genere si fará quando ci sará la volontá politica di farlo e non quando le leggi ce lo consentiranno. Le leggi sono il frutto della politica e non viceversa.
Pertanto la principale obiezione che può farsi al referendum sull’euro é politica, e può riassumersi nella seguente frase: “durante la campagna referendaria i mercati ci massacrano”.
Tuttavia la stessa obieziona varrbbe anche in caso di elezioni POLITICHE con partiti antieuro in grado di vincerle, non vedo minore difficoltá nella proposta antieuro della Lega.
Paolo
comunque il problema è relativo: l’Euro fara crash a prescindere (e non siamo molto lontani )…ad un certo punto creerà una situazione cosi insostenibile che imploderà (lo sanno tutti…anche “loro” …”lor signori” dell’establishment UE/euro+FMI+Trojke varie etc etc…e solo una questione di tempo..
Il problema è che un esperimento disgraziato (e criminale ) del genere non ha precedenti e quindi non si sa “quanto ” la disintegrazione farà male…
Lorenzo
Le considerazioni di Giannuli sono tecnicamente corrette, ma trascurano la sostanza del problema: il fatto evidente che i 5 stelle, qui come su altri problemi fondamentali, evitano qualsiasi posizione netta e definita, cercando di tenere il piede in tutte le staffe.
Mentre Salvini dice esplicitamente che chi vota Lega vota per uscire dall’euro (che poi lo faccia è un’altra questione) i 5 stelle fanno semplicemente ammuina. L’idea del referendum è un modo per non prendere posizione. E questo, in una materia che inevitabilmente comporterebbe lo scontro frontale colla Germania e con i poteri forti di mezzo mondo, è una posizione suicida, autofallimentare. Al primo incontro colla realtà di governo i 5 stelle o diventeranno il nuovo PD e/o si sbricioleranno in tendenze diverse, ripetendo pari pari l’esperienza di Siryza (che già aveva una connotazione antisistema assai più marcata). Dalla fantasinistra odierna possono venire solo tradimenti.
In proposito Giannuli tace. Il suo sostegno ai 5 stelle è una cambiale in bianco, anzi, in rosso concessa all’unico fantasma di semisinistra semiantisistema presente in Italia.
Per parte mia ho solo esultanza e gratitudine verso l’euro. E’ il grimaldello che sta trascinando l’eurodittatura nella rovina, unitamente ai suoi pregiudizi umanisti, antirazzisti e cosmopoliti. E’ il più bel regalo che il servidorame del capitalismo terminale potesse fare ai popoli europei. Bisogna che continui a produrre i suoi sfaceli fino a provocare l’esplosione non della pentola (come dice De Battista che così ci dà una misura della sua affidabilità rivoluzionaria), e neppure della bombola, ma delle caldaie condominiali.
Paolo
discorso condivisibile 😉
Marco
Sapete benissimo che in caso di referendum tutta la stampa farebbe un terrorismo spietato profetizzando l’arrivo di terribili sciagure; in particolare è particolarmente facile spaventare i pensionati con la minaccia di tagli alla pensione o con la risalita dell’inflazione. Per non parlare delle azioni concrete che potrebbe mettere in pratica la BCE (vedi chiusura delle banche durante referendum greco).
C’è quindi il rischio che (magari di poco) il referendum sia vinto dagli euristi. Quindi il M5S riuscirebbe (e sarebbe veramente il colmo) a dare addirittura una legittimazione popolare all’euro. Che dire… complimenti!
Inoltre M5S continua, nonostante qualche post sul blog di grillo di chiaro stampo anti-eurista, a non prendere posizione su questo argomento. Qual è il senso di tutto ciò ?
La modalità più logica è dire semplicemente: noi pensiamo che l’euro sia dannoso per l’italia, se ci votate faremo in modo di uscire dall’euro (oppure una qualsiasi delle altre soluzioni proposte nell’articolo) mentre se credete che l’euro sia un bene, votate il PD.
Sarebbe democratico quanto un referendum e ridurrebbe l’uso delle “bombe propagandistiche” o ancor peggio dell’abuso di potere della BCE.
Come è possibile che M5S, dopo tre anni in parlamento, non abbia ancora maturato una posizione, un piano, su un argomento così importante come l’euro ?
Dire “noi indiremo il referendum, poi ognuno, informandosi, farà la sua scelta” è veramente una incredibile dimostrazione di stupidità, tanto più che M5S è il primo a dire che i poteri forti manipolano i media tradizionali, che sono decisivi nel determinare l’esito di un referendum. E non ditemi che “ormai la gente si informa su internet”, perchè dai 50 anni in su sono ancora tutti schiavi della TV.
Paolo
Come è possibile che M5S, dopo tre anni in parlamento, non abbia ancora maturato una posizione, un piano, su un argomento così importante come l’euro ? (Marco )
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Perché “di fatto” sono pro Euro e pro UE. Degli imbecilli pericolosi.
l’assurdo referendum è un escamotage per accontentare certa base (però se ne guardano bene dal prendere una decisione netta e precisa: d’altronde sono sempre stati ambigui in tutto)
Sti cazzari …al potere si rivelerebbero peggiori del Tsipras …: combinerebbero solo disastri.
Paolo
Io del “fighetto” neoliberista,eurista ed europeista Feltri non condivido nulla…ma il ragionamento che fa sul M5S in questo articolo è perfetto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/09/ma-i-cinque-stelle-vogliono-uscire-dalleuro-bastaunsi/3246641/
Paolo
Qui un articolo che si rifà a quest’articolo del Prof. Giannulli…citandolo ed estendendo il ragionamento (che io non condivido …) però credo sia un punto di vista interessante …
http://comedonchisciotte.org/referendum-per-luscita-dalleuro-una-risposta-urgente-per-sfidare-il-sistema/