Ma il Pd è di sinistra? Su Civati ed altre storie

Il mio ultimo pezzo sulla probabile (ma conoscendo i dirigenti del Pd, direi sicura) sconfitta del Pd alle prossime elezioni, ha suscitato consensi unanimi ma anche vibrati dissensi. Mi spiego meglio: come potete verificare leggendo i commenti, nessuno o quasi mette in discussione che il Pd sia destinato a perdere. Anche fra le mail private non mi è riuscito di beccare uno che accettasse il mio invito a scommettere. E sin qui, tutto normale. Invece una levata di scudi unanime c’è stata a proposito del fatto che ho definito il Pd un partito di sinistra: “Ma sei impazzito?” è stato il commento più benevolo. E va bene: cerchiamo di capirci.

Se dovessimo giudicare il Pd dal punto di vista della linea politica seguita sin da quando si chiamava Pds e non si era ancora fuso con i Dc nel Partito Democratico, non c’è dubbio che dovremmo ritenerlo un partito di destra. Ed anche molto di destra: nella Prima Repubblica (bei tempi!!) il Pri Ugo La Malfa sarebbe stato un partito di estrema sinistra al confronto ed alche il Pli di Malagodi si sarebbe collocato alla sua sinistra.

Anche dal punto di vista del gruppo dirigente e della sua sconnessa cultura politica, dovremmo fare le stesse considerazioni (salvo il fatto che, più che di destra, questi mi sembrano cretini). Ma basta questo per collocare il partito nel continuum sinistra-destra?

Un partito non è solo il suo gruppo dirigente e la conseguente linea politica che persegue. Se fosse solo questo, non avremmo alcuna difficoltà a riconoscere che hanno ragione quelli che sostengono che destra e sinistra sono espressioni che non hanno più senso, data la sostanziale omogeneità del ceto politico attuale. Tutto sommato, la differenza più rilevante fra il ceto politico berlusconiano e quello del Pd è la pratica del bunga bunga.

Ma un partito ed un’area politica non sono fatti solo del loro vertice. Esiste una base di militanti, iscritti ed elettori e qui le cose cambiano. La base elettorale e degli iscritti del Pd è fatta di lavoratori dipendenti (più pubblico impiego che precariato e classe operaia) di orientamento “socialista”. Sottolineo: di orientamento socialista. Lavoratori dipendenti sono presenti anche fra gli elettori del Pdl, della Lega, del M5s e fra gli astenuti, dunque non si tratta solo di una base definibile in relazione alla sua collocazione sociale (che pure è un elemento rilevante), ma anche per la sua cultura politica. E nel Pd c’è una fetta molto larga (anche se non più maggioritaria) di ex militanti del Pci, che ha una cultura politica magari un po’ vecchia, ma indubbiamente di tipo socialista (intendendo con questo termine un’area politica che, sino a trenta anni fa, a livello europeo, includeva sia la componente socialdemocratica che quella comunista. A questo si aggiunge una parte della base (meno “attempata” e più composta di liberi professionisti ) di orientamento più “liberal”, e che, ugualmente, potrebbe essere considerata una componente di sinistra, come lo furono a suo tempo gli azionisti (con ben altro radicalismo, va detto), la Sinistra Indipendente, parte degli stessi Pci e Psi e, per certi versi, il Pri.

Anche questa parte della base non apprezza il neo liberismo e guarda ai modelli socialdemocratici del nord Europa. Dunque, nel complesso, abbiamo il paradosso di un partito che ha una base di sinistra estranea (quando non ostile) alla cultura neo liberista, che ha un gruppo dirigente liberista e di destra. Una anomalia, certamente, ma questo non significa che questa contraddizione possa essere ignorata e ridotta con una ascrizione totale del Pd alla destra.

Certo, la base ha sin qui seguito pedissequamente i suoi dirigenti ai quali non ha mai chiesto conto né delle ripetute sconfitte né dell’uso scandaloso delle vittorie dissipate. In questo c’è lo storico atteggiamento fideistico della base del Pci che, talvolta, sfiora la dabbenaggine, ma ciò non cambia nulla nella sua caratterizzazione di sinistra.

D’altro canto, cari amici, dopo il dissanguamento per suicidio di Rifondazione e del Pdci e con il magro risultato di Sel, mi sapete dire dove è finita la base di sinistra che, sino a tempi non proprio remoti, superava il 30% dell’elettorato? In parte essa è nel Pd (quella meno giovane, di lavoratori dipendenti, di ispirazione socialista, più “partitista” ed istituzionale) ed in parte nel M5s (quella tendenzialmente più giovanile, fatta di lavoratori precari, di cultura più libertaria più movimentista ed anti-istituzionale). Un’altra parte si astiene. Ovviamente non mancano giovani precari che votano Pd o vecchi elettori di Rifondazione o dello stesso Pd passati al M5s, ma nel complesso è più o meno questa la divisione della sinistra italiana (intesa come base) con cui dobbiamo fare i conti. A meno che non pensiate che per fare un nuovo soggetto di sinistra occorra reclutare fra i marziani, questo è quello che passa il convento.

D’altra parte, questa liquidazione del problema Pd come semplice condanna del suo “destrismo” sa tanto di rimozione per non fare i conti con il nostro passato. Insomma, i D’Alema, i Veltroni, i Fassino, i Bersani, ecc. e persino i Cuperlo, da dove vengono? E siete proprio sicuri che non si siano portati dietro niente di quella cultura politica?

Il Pci fu un grande partito che ebbe tantissimo demeriti ma più grandi meriti, di quella grande tradizione. Il ceto politico passato per il Pds, poi Ds ora Pd si è portato dietro solo la parte peggiore: l’ottuso burocratismo ma non il senso della politica di massa, la diffidenza verso le novità, ma non la serietà dell’analisi, l’incomprensione del mercato, ma non l’egualitarismo, il moderatismo eccessivo ma non il reale slancio riformatore, una certa propensione al compromesso deteriore ma non l’abilità tattica.

Sono liberisti, ma non hanno dimenticato del tutto lo stalinismo. Questi hanno buttato via il bambino per tenersi solo l’acqua sporca. D’accordo: sono dei personaggi indecenti, di ripugnante asservimento al capitale finanziario ed ai suo grand commis della Bce, va bene. Ma sono anche il prodotto –per quanto degenerato- di quella cultura politica e di quel modello organizzativo che allevava i dirigenti come polli di batteria. E questo è il risultato. Ora, non possiamo far finta di nulla e liquidare tutto con una spicciativa scrollata di spalle ed una rapida etichettatura di destra. Mi spiace, ma dobbiamo riconoscere che sono un prodotto della nostra cucina politica e dobbiamo capire cosa è che non andava bene in quella cucina al punto di far andare a male il tutto.

E, dunque, quello che succede nel Pd non ci può essere indifferente: abbiamo bisogno che si apra un ripensamento profondo, una spaccatura reale nel gruppo dirigente che apra la strada ad un radicale rimescolamento di carte. Da questo punto di vista l’emergere di Renzi è stato potitivo perché ha iniziato a spaccare il gruppo dirigente dando il via ad una competizione reale, ma, nel merito, non è certo Renzi quello che può fare del Pd un partito di sinistra, anzi..

Più che altro una sua segreteria può avviare una decantazione fra le diverse anime del Pd. E non è nemmeno Cuperlo quello da cui sperare un corso positivo: da sempre uomo di D’Alema, in perfetta continuità con quella tradizione tardo piccista che è sfociata nel corso Pds.Ds-Pd.

Al contrario, mi pare che si possa fare una cauta (ho detto cauta) apertura di credito a Civati che si presenta come il sostenitore di una maggiore radicalità del Pd che parla esplicitamente di soggetto di sinistra. Dobbiamo dargli atto che sin qui è quello che ha mostrato un atteggiamento molto critico verso il governo ed anche in tema di difesa della Costituzione è quello che ha manifestato le posizioni più decenti del suo partito. Questo non vuol dire che io condivida tutto quello che dice (ad esempio non mi è parsa felicissima una sua uscita sulla questione dell’Imu), ma non c’è dubbio che sin qui ha svolto bene il suo ruolo di “guastafeste” della finta competizione Renzi-Cuperlo.

Considerato che, a differenza di altri, mi pare che non abbia né padri “nobili” né lauti finanziatori, credo che il suo quasi 10% di due settimane fa, sia un risultato interessante che segnala come ci sia una parte della base che vuole un Pd più di sinistra.

E per questo spero che l’8 dicembre abbia un risultato ancora più significativo per il quale invito chi mi legge a sostenerlo. Vedremo più avanti che uso farà di questa apertura di credito, ma per ora credo sia il meglio che ci viene offerto.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (49)

  • Aldo, proprio non ti posso seguire nel ragionamento che esponi nel tuo articolo.
    In sostanza, la tua argomentazione si basa tutta su una questione di tradizione storica, ma forse sarebbe bene ricordare che mancano pochi anni per raggiungere il secolo dalla fondazione del partito comunista. Gli anni non passano invano, si cambia, da Gramsci, si passa a Togliatti, da Togliatti a Berlinguer. Già ciascuno di questi passaggi costituisce una svolta politica, definisce una nuova stagione politica che certo è correlata a quella precedente, ma diventa una curiosità storica verificare il fil rouge di questo tragitto politico.
    Con Berlinguer, si afferma direi in pieno il modello socialdemocratico, ma bisogna intendersi sulla socialdemcorazia. Il mio parere è che si tratti di una prassi politica priva di una base teorica adeguata che ha basato tutto il suo successo sulla contingenza fortunata di una fase economica espansiva come poche volte si è osservato nella storia dell’Europa. Finita questa fase, la socialdemocrazia si è suicidata come ipotesi alternativa, si è consegnata mani e piedi al neoliberismo montante pensando di affidare le proprie fortune a una gestione alternativa delle stesse politiche economiche della destra (basti citare il caso di Blair nell’UK). Secondo me, non si tratta di errori o tradimenti individuali, secondo me è il modo di funzionamento normale della società di mercato quella che osserviamo oggi, la fase socialdemocratica è un’eccezione storica irripetibile. Non esiste insomma una teoria di gestione socialdemocratica, ovvero di una sinistra che accetti il sistema della società di mercato, delle fasi recessive, e quindi non esiste una teoria politica socialdemocratica degna di questo nome.
    Esiste oggi il pensiero unico che parte dall’inevitabilità del cosiddetto capitalismo, e chi pensa di potersi opporre all’interno di uno stato così fatto, si illude e finisce per essere un complice del sistema.
    Gente come Vendola o come Civati che basano la loro politica sul condizionamento dei “compagni che sbagliano” fanno obiettivamente la figura degli utili idioti (utili soprattutto a sè stessi ed alla propria carriera politica).

    • Vincenzo: lo so che i partiti cambiano, ci mancherebbe. Ma il mio ragionamento non è fondato solo su considerazioni di ordine storico ma di ordine assolutamente attuale: per costruire un soggetto di sinistra dove la troviamo la gente? Su marte?
      Civati non è uno di cui condivida nè posizioni nè in larga parte la cultura politica però sta apresno la strada ad una decantazione del Pd. E nmi pare molto diverso da Vendola. Poi vedremo se sa reggere la parte o no, sono d’accordo, se si adatta a fare la minoranza di sinistra di “copertura” è finito, ma non credo che andrà cosi

  • Mi spiace Aldo, ma è la logica del “meno peggio”. Che è il motivo per cui stiamo ancora dietro a questi buffoni: è sempre stato il meno peggio che c’era in circolazione.
    Ho chiuso con questa gente molto tempo fa e non vedo alcun motivo di riaprire. Se la cucina ha prodotto questo, è il caso di cambiare cucina, cuochi e tutta l’attrezzatura. Non c’è rimescolamento che tenga.
    “Questi hanno buttato via il bambino per tenersi solo l’acqua sporca.”
    Appunto. Non c’è più niente da salvare. Solo se il PD scompare si aprirà la strada per un autentico partito di sinistra.

  • Propongo un gioco aperto a tutti da far girare sui social network:

    dite una cosa di sinistra o di destra fatta dal PD da quando esiste.

    Poi tiriamo le somme e ci facciamo 2 risate…

  • Pierluigi Tarantini

    Caro Aldo,
    apprezzo il ravvedimento operoso rappresentato da questa analisi profonda e lucida.
    Lo apprezzo tanto di più in quanto non solo corregge il tiro rispetto al (brutto) post che precede ma, anche, prende le distanze da una serie di interventi allo stesso post i cui autori non sembrano cogliere la complessità dell’esistente.
    Certo bisogna essere comprensivi anche con chi proprio non ci arriva e ragiona per slogan.
    Ed il fatto che costoro passino notte e giorno starnazzando e citando Hitler potrebbe avere anche una valenza terapeutica rispetto ad uno stato di disperazione, rabbia e frustrazione che gli stessi autodenunciano.
    Insomma, il blog come servizio sociale per il disagio contemporaneo!
    Tuttavia vorrei evitare il rischio di vedere questo blog trasformato in un gioco circense dove, al più, scommettere su chi la sparerà più grossa.

  • PD con gruppo dirigente liberista? tipo Fare e Disfare il Futuro di Giannini and company? magari!! almeno sarebbe chiaro cosa vuole. Manco quello sono. Questo è il problema: sono dei democristiani: vogliono includere tutti, stanno dalla parte di tutti, e quindi di nessuno. Ma la DC è finita sotto il muro di Berlino, e questi quaquaraqua da allora non si sono + ripresi.
    Vedrete! ne vedremo delle belle ora che il nano pelato è finito (dai! politicamente e fisicamente è al termine della sua vita) e arriva Renzie il fico.
    Renzie è proprio adatto per gli italioti: piace ai sinistrati e ai destri, perfetto per un popolo narcotizzato. Tante parole, idee 0, fatti sotto zero.
    Renzie chiarirà tante cose. Renzie trasformerà il PD nel suo comitato elettorale per vincere le elezioni e diventare Presidente del Consiglio. Per fare cosa è secondario. Debitori falliti come noi devono solo baciare la mano di chi ci compra i BTP.
    Le decisioni vere, che spostano poteri e capitali e interessi industriali sulla scacchiera geopolitica globale son prese in altri tavoli: BCE, Germania, Francia, Commissione EU, trattati internazionali sul commercio e investimenti tra Russia Cina EU (=Germania) USA.
    La sinistra è rimasta a parlare di migranti immigrazione inclusione femminicidio e robe di sto tipo da salotto all’ora del the delle belle signore della buona società di una volta. Che ci sia Renzie o Civati o Paperino, serve solo all’audience del pubblico: le primarie.
    Per me un the verde! 😉

  • oggi e’ il mio compleanno e oltre a tirare le somme della mia vita mi tocca anche tirare le somme dei fallimenti della sinistra, anni di battaglie e speranze che si sono concretizzate in una bella bolla di sapone. Il commenti del dott. Cucinotta, inoltre, mi ha gettato nel piu’ profondo sconforto; l’idea che l’esperianza socialdemocratica in Europa sia stata un unicum irripetibile e’ dura da digerire. Vorrei essere piu’ ottimista anche perche’ credo che il capitalismo come lo abbiamo conosciuto fino ad ora sia in una fase di crisi profonda, forse non alla stregua di quanto successo nell’Unione sovietica nel 1989 ma in un certo senso assimilabile. Esiste un’insoddisfazione crescente per un modello del quale hanno beneficiato solo pochi e chissa’ per quanto tempo si riuscira’ a contenere questo malcontento, visto che le possibilita’ di crescita nella vecchia Europa sono decisamente scarse e anche la grande Germania dovra’ pagare lo scotto di una politica economica miope e sostanzialmente ‘egoista’ (lo so non e’ un buon termine economico). Credo che altri modelli di sviluppo siano all’orizzonte, modelli forse anche deprecabili (parlo di quella sorta di neo capitasmo comunista in Cina o lautoritarismo benevolo stile Singapore) ma sono certa che ci sia altro. Per quanto riguarda Civati, non penso valga la pena prendere in considerazione l’ipotesi, il problema e’ il PD e queste foglie di fico servono solo a prolungarne l’agonia, a sto punto meglio votare 5 stelle anche se non so se riuscirei a superare il senso di nausea….

  • Gentile Prof. Giannuli,
    leggo sempre con molto piacere i suoi commenti politici; le riconosco grande rigore nell’analisi e grande onestà nel tirare le somme, ma in questo caso devo dire che sono in disaccordo con lei sia sulle premesse che sulle conclusioni.
    Cerco di andare con ordine. Ritengo sia sbagliato sostenere che anche la parte liberal della sinistra sia di fatto contraria ad un modello neo-liberista. Lo è in teoria, ma non nei fatti. Proprio l’attenzione tipicamente liberal per i diritti (di nascita in questo caso) pone quest’area in assoluta continuità con l’attuale sistema economico. nel modello socialista infatti, i diritti altro non sono se non il risultato di un processo storico di emancipazione collettiva (di classe), mentre vederli come acquisiti per nascita li identifica come un contentino del sistema volto alla sua stessa conservazione. Per carità, l’area liberal è una espressione assolutamente legittima della sinistra, ma definirla opposta al modello neo liberista mi pare sbagliato.
    Per esperienza personale posso dirle che le primari non hanno affatto aperto un dibattito sano all’interno del partito. Anzi è proprio lo strumento che, a mio parere, svilisce il dibattito sui contenuti a favore di un tifo da stadio sui nomi e i volti. Ogni qualvolta ho provato a porre la questione su temi strettamente “ideologici” (socialismo vs liberalismo, partito personale vs valorizzazione dei corpi intermedi) la discussione è naufragata per una massiccia presenza di tifosi da stadio.
    Mi dispiace che lei tratti cuperlo con tanta superficialità, soprattutto mi dispiace che, come i peggiori retroscenisti, utilizzi per svilire la sua figura la fantomatica “Ombra di D’Alema”, senza fare nemmeno un cenno alla sua mozione, che certamente è quella più in continuità con una tradizione storica di sinistra.
    Sono in totale disaccordo infine con la sua opinione su Civati. Civati è stato assieme a Renzi promotore della Leopolda, condivide con Renzi una visione assolutamente padronale e personalistica del partito (“Quando sarò segretario non ci saranno più larghe intese” ad esempio)omettendo come la linea di un partito sia frutto di una discussione interna e non solo della visione di un segretario.
    Anche lui inoltre ha una visione dei diritti lontana da quella storica della sinistra. Non è un caso che si sia entusiasmato come molti altri al nome Rodotà, che di quella visione è un autorevole rappresentante. Tutti coloro i quali sono convinti che eleggendo Rodotà avremmo eletto un paladino della sinistra, evidentemente hanno letto poco o nulla di quanto Rodotà ha scritto e pubblicato.
    Concludo dicendo che la deriva neo-liberista della struttura economica europea, è coincisa con uno spostamento dell’asse politico delle sinistre verso posizioni molto liberal. Questo vale anche per gli stati del nord europa dove domina la cosìdetta flexsecurity. Questo vuol dire che se vogliamo cambiare qualcosa l’unica strada, a mio parere, è tornare verso posizioni più marcatamente socialiste. Tornare a costruire una visione politica dell’Europa che non sia in continuità con quanto ci ha portato dove siamo.
    Credo che un partito guidato da Renzi andrebbe in direzione opposta, ma anche un partito guidato da Civati non ci porterebbe lontano.
    Mi scuso se sono stato prolisso.
    Sarò ben felice di leggere la sua opinione riguardo ciò che ho scritto.

  • Trovo molto condivisibile il post anche se non penso che andrò a votare alle primarie, dato che preferisco una soluzione con bassa affluenza, e quindi una minore legittimazione per il segretario (io voglio la scissione!). Ma trovo che queste precisazioni sarebbero superflue se qualcuno non avesse deciso di fare di questo blog un bivacco di manipoli coltivando le più balorde teorie terzoposizioniste. E quindi è logico che stiano tutti a lamentarsi del destrismo del pd salvo casimai scrivere un rigo dopo che destra e sinistra sono concetti superati.
    Ma una cosa sola: vorrei capire cosa ne pensano queste menti illuminate delle socialdemocrazie nordeuropee: immagino che per santinumi siano delle formazioni neofasciste (al contrario dei bravi ragazzi di casabau, il suo sponsor ufficiale). Per vincenzo cucinotta non hanno una base teorica (molto meglio il g4ande di pietro) e quindi, secondo questa testa fina, è solo per caso se hanno più qualita della vita di noi. Ma rimane il fatto che se la dirigenza piddina è conposta da imbecilli, è anche vero che l’elettrato italiano è composto da caproni privi delle basi culturali indispensabili per distinguere concetti fondamentali della politica come destra e sinistra, e in questa pagina ci sono abbondanti prove che suffragano le mie parole. E dato questo stato di profonda ugnoranza è logico che ciarlatani come di pietro, casaleggio e bagnai abbiano avuto un buon seguito. Nessuno di questi tre ha rinnegato la prospettiva neoliberista, ed è questo il reale motivo per cui sono riusciti a fare strada e a trovare sponsor per la loro squallida carriera.

  • @adamo:
    Facile, perchè le televisioni, i giornali, i loro contatti… dicono che con renzi si vince.

    A sinistra si son rotti i coglioni di perdere.
    …e allora va bene anche renzi, tanto (pensano) è del PD e più di tanto a destra non può andare. (ma sbagliano!)

    Se vince Civati forse il centrosinistra in italia inizia a fare quello che non ha mai fatto (a parte con il primo prodi.) Se vince renzi il PD rischia di spaccarsi, e non sarebbe niente di importante…
    Il brutto è che rischia di spaccarsi male, tra Letta e Renzi.
    Portando un elettorato che è tendenzialmente socialdemocratico, a votare candidati di centro/centrodestra.

    Mettiamoci nell’ordine delle idee che la sinistra non è in grado di riorganizzarsi senza la componente del PD.
    Civati non può uscire dal PD, sarebbe un suicidio politico. Tra quelli che sono iscritti ha preso il 10%, ma tra gli attivi, se andiamo a vedere, avrà preso si e no l’1%! Per questo abbandonare il PD con una scissione significherebbe abbandonare il radicamento territoriale per darsi alla propaganda online. Ne abbiamo già un altro così. Civati non lo vuole replicare.)

    Condivido in parte l’analisi e sosterrò civati, ma per ben altri motivi.
    Oggi Pippo rappresenta l’unica componente del centrosinistra italiano con una visione chiara del futuro. Una sinistra moderna non ancorata a quelle malinconie novecentesche.
    Volenti o nolenti con questo PD chi vuole stare in parlamento ci si deve confrontare. Allora meglio confrontarsi con un PD di sinistra moderna piuttosto che con un PD a trazione neoliberale.

    Alessandro

  • Bene, oggi abbiamo finalmente il criterio univoco che si cercava da sempre per stabilire la migliore politica, si tratta del parametro “qualità della vita”.
    Ma santa pace, se oggi non solo l’Ungheria con i suoi precedenti storici, ma nazioni insospettabili come Finlandia, Svezia, Francia e chissà quante altre, si scoprono sulla soglia del razzismo, qualche motivo ci sarà. Dove mai sarà finita la gloriosa tradizione socialdemocratica, questo famoso modello tanto decantato un tempo e che qualcuno più distratto continua imperterrito a decantare ballando sul Titanic?
    Svegliamoci, questo modello non è mai davvero esistito, ed anche nei paesi nordici, in omaggio al sistema democratico, si sono alternati anche nei decenni più gloriosi della storia europea postbellica partiti conservatori e partiti socialdemocratici, ed è evidente a chiunque che un periodo di crescita così impetuosa e così prolungata ha costituito la vera rivoluzione di quegli anni.
    Di fronte al vero volto della società di mercato nella sua fse di depressione economica, i politici si sono adeguati arrendendosi senza neanche, non dico lottare, ma neanche fiatare, e sfido chiunque a distinguere tra partiti popolari e partiti socialdemocratici, nomi ormai privi di alcuna connotazione contenutistica, semplici vessilli di una tradizione ormai superata.
    Del resto, la reazione così nervosa fino a sfociare nell’ingiuria, di coloro che la pensano diversamente, è la migliore prova delle loro difficoltà, a corto di argomenti si esercitano ad inutili insolenze.

    Cara Paola, se mi consente il tono confidenziale, con il mio catastrofismo, credo in verità di essere uno dei pochi a nutrire grandi speranze. Quando dico che finiremo male, intendo dire che ciò avverrà se non ci renderemo conto che dobbiamo affrontare cambiamenti epocali.
    Non sono io il vero catastrofista perchè tento di mettere in guardia l’uditorio, ma chi dice che non c’è speranza di uscire da quest’ordine ingiusto, e bisogna acconciarsi ad esso, sono proprio costoro che non nutrono alcuna speranza e si rassegnano a vivacchiare.

  • Dopo vent’anni di degrado non credo più alla favola della brava base genuinamente di sinistra, vittima della cattiva dirigenza di destra…non ci credo più alla favola degli ingenui..sono complici, sono di destra pure loro. Tu dici “dove la troviamo la gente di sinistra?” benissimo…ma non la ritengo una motivazione per spostare il mio voto a destra, preferisco non votare proprio. Poi mi spieghi l’astio verso Rifondazione, mentre nei confronti del pd ci si chiude sempre un occhio, addirittura si partecipa alla pagliacciata delle primarie…

  • Cosa ne pensate però del successo da parte del PD nell’occupazione delle posizioni chiave di potere, dopo le elezioni politiche del 2013 non ha perso un colpo: dalla Presidenza della Repubblica, a quella del Senato, alla Presidenza del Consiglio, fino alla Commissione Antimafia? I voti contano, ma sono le risorse che decidono, diceva Panebianco in un manuale di Scienza della politica.

  • @vincenzosesi parla di “modelli”,è anche bene che non esistano, data la loro infruttuosità ad applicarsi in contesti diversi tra loro, ma anche al divenire di un singolo contesto. sotto questo aspetto è difficile sostenere che le socialdemocrazie europee non abbiano idea del concetto di stato che vanno a proporre ai cittadini, sennò avrebbero fatto le cose a cazzo di cane come si fa da noi. e anche se non miviene difficile ammettere che la socialdemocrazia europea non è stata in grado di riprendersi dai brutti tiri di blari dalema e shroeder, bisogna anche considerare il fatto che l’elettorato non ha penalizzatola socialdemocrazia nè premiato le opzioni asinistra di essa. anzi si vedono exploit di protesta verso proposte di destra come nei casi di lepen e grillo, che di fatto erodono tutt’al più la destra popolare. e considerando che hanno gli avversari azzoppati a destra e assenti a sinistra, che bisogno avrebbero di cambiare?

    @alessandro:ma quanto può durare un partito di sinistra con renzi dentro ma perdente? il mio caro sindaco, a meno di non volere finire ai giardinetti, non si potrà esimere dall’andarsene via sbattendo la porta e gridando ai brogli. l’idea stupida è stata proprio quella di puntare su renzi

  • Non mi intendo di raffinatezze politiciste… personalmente riponevo nel m5s la speranza che Aldo mi sembra riporre in Civati oggi e cioè che si innescasse quell’elemento di rottura del dato di fatto e che si potesse, anche rischiando pericolose derive, dare una svolta a qualcosa che è ormai definitivamente morto. Tutto sommato devo dire che in parte questo è avvenuto, la fine di quel bluff di bersani ne è la prova e il m5s non mi sembra abbia decisamente virato a destra. Se il pd è oggi nella situazione così ben descritta lo si deve a loro. In vero io speravo che potesse anche innescarsi un ulteriore passaggio e cioè un rafforzamento di sinistra all’interno del m5s. Ma, in questo senso, la demonizzazione operata da chi pensava di poter essere il naturale erede di cotanto sfascio ha svolto bene il suo compito, senza tra l’altro riceverne i supposti benefici.

  • Renzi, Cuperlo, Civati, mi sembrano i Tre dell’Ave Maria. I partiti sono diventati organi burocratici, lontano dalle istanze della gente. Votare l’uno o l’altro per me non cambia nulla, in quanto tutti e tre hanno la mania del leaderismo a poco prezzo. Credo che fino a quando non si affronteranno le questioni, togliendo questo giocattolo ai rappresentanti dei vicerè, che nelle varie regioni incarnano il peggio del peggio, la storia sarà sempre la stessa. Mi spiego meglio. Nella mia città Crotone chi appoggia Renzi è un vecchio arnese di partito. Un uomo discusso che del potere ha fatto la sua ragione di vita. Che tipo di cambiamento bisogna attendersi quando le mele marce sono ancora così tante da far diventare bacate tutte le altre? O si ha il coraggio di far pulizia iniziando dal basso o questi partiti saranno solo organismi malati, dal momento che chi sta dentro opera soltanto per scalare le alte vette servendosi di ogni mezzo pur di ottenere ciò che vuole.

  • I militanti del PD non sono tanto meglio dei dirigenti, ho frequentao diverse sedi per molto tempo a Roma e quello che ho visto sono persone interessate che sperano nella raccomandazione, nel contrattino, nel vantaggio personale, tecnicamente “Clientele”.

    Per costruire un nuovo soggeto di Sinistra dobbiamo attirare tutte le persone che condividono valori di Sinistra, che vogliono portare tutti ad un livello di vita dignitoso, insomma un’altra cosa rispetto al PD. La storia pci pds ds pd è una parabola deprimente che è meglio chiudere e ricominciare da capo, tabula rasa. Anche Civati accetta l’inaccettabile, come marino a suo tempo, in attesa di essere ripagato, i congressi truccati in campania, calbria e ovunque, il voto alla cancellieri.

  • Damiano Binetti (M5S)

    Aldo, la tua analisi è accettabile. Purtroppo però solo in via teorica.
    Perchè leggendoti, io lavoratore dipendente che si confronta al lavoro con colleghi di una grande azienda, io attivista sul territorio del M5S di estrazione marxista, mi confronto quotidianamente con gli elettori PD.
    E ti posso garantire che sono più zombies delle loro dirigenze.
    Si sentono “di sinistra” giusto quelle 2 ore in cui passivamente guardano in tv “Ballarò” o “Che tempo che fa”.
    Hanno un approccio alla politica fideistico e da tifoseria per questo o quel personaggio. Ma quando provi a metterli alle corde con analisi economiche o politiche, cadono come delle pere cotte.
    Fattene una ragione: l’elettorato coscientizzato che circolava all’epoca del PCI, è bello che sepolto.

    Saluti Prof.

  • Professore non se n’abbia a male ma trovo dequalificante questo articolo. Lei mi è (quasi) sempre sembrato un uomo intelligente ma questa è una grave caduta di stile. Non è la prima volta che leggo inchiostro ex-sessantottino e nostalgico versato a secchi nei suoi articoli. Lei dice che il PD non dica una cosa di sinistra da decenni. Io dico che le idiologie applicate alla poitica sono come il cattolicesimo applicato al codice penale. Lei dice che il PD ha una chance di risorgere. Io non vedo per quale motivo un partito debba necessariamente risorgere, l’ossequio alla tradizione ha senso nell’arte e nella letteratura, nella politica bisognerebbe seguire il kairòs, fare tutto per il popolo nulla attraverso di esso, al limite. Lei parla di base sociale del partito. Io dico che votano per PD e SEL persone che hanno vissuto il 68 e ne sono rimaste completamente ubriache oppure giovani educati da genitori ex sessantottini ad una rigida disciplina di partito (specie anzi soprattutto culturale).
    Una cosa però manca nel suo articolo ed è una cosa assolutamente imperdonabile da uno che, mi pare, voglia passare per un uomo onesto: manca l’indicazione di qualcosa non di sinistra ma di ONESTO per lo Stato o la menzione della totale immoralità/amoralità della classe dirigente dell’ex PCI.
    I partiti caro professore escono dal suo articolo odierno come delle entità platoniche esistenti per necessità, io invece penso la loro ratio consista nel condurre lo Stato verso il proprio benessere, passando di volta in volta per scelte operate in vista di questo scopo. Leggere un articolo di una persona intelligente e così colta, che ha saputo dimostrare di non avere i paraocchi e scrivere per partito preso, delle chance di un partito che in decenni, anche prima del bunga bunga, abbia avuto come missione quella di facilitare la carriera del team della Gabanelli è qualche cosa di assolutamente assurdo. Il PD (e SEL del resto) è un partito di grassatori. Punto. La cultura politica e di sinistra sono cose del passato. La politica non è una serie di mode. La politica è il possesso di una visione di lungo periodo di un assetto giuridico ed economico nonchè il tentativo di attuarla. Siete vecchi, siete obsoleti, buttate nel cesso la sinistra e quello che ha prodotto e ricominciate a parlare di risolvere i problemi di questo Stato. Perchè a differenza dei deliri di certe persone parlare di chance di un partito è senza senso quando chi rappresenta questo partito pensa unicamente a farsi ad un terzo del prezzo un appartamento innanzi al Colosseo (Scajola non è diverso da Bersani o dal leader di Sinistra Ipocrisia e Libertà). Finchè non capirete questo e parlerete di cultura sembrerete dei Rockabilly che non s’accorgono che i coetanei hanno dismesso da un pezzo il piumino Moncler.

  • Tra pochi giorni il Pd avrà un nuovo segretario ( Renzi) risultato scontato.Lo sanno tutti, anche coloro che fino a qualche mese fa erano suoi avversari e oggi opportunisticamente hanno cambiato idea. Lo sanno tutti……. eppure votano, fanno la farsa delle primarie. Oramai in Italia si vota sempre, anche quando il risultato è scontato. Addirittura per votare si paga….. poco,ma si paga un obolo mascherato da contributo”organizzativo”. Quindi sarebbe opportuno chiedersi come facevano gli antichi ROMANI : ” Cui prodest” a chi giova? Semplice…… giova al Pd. Con l’escamotage delle primarie si fa una conta interna per stabilire oltre al segretario, anche gli equilibri tra le varie correnti. Ma la genialità dell’operazione sta nel fatto che per ottenere questa ripartizione agli elettori viene richiesto oltre al voto anche il pagamento di 2 euro. In pratica il Pd fa cassa. Quindi indipendentemente dal risultato, (scontato) l’unico VERO vincitore sarà il cassiere del Pd. Con l’auspicio che non sia degno seguace dell’ex tesoriere Margherita, sen Luigi Lusi ( poi espulso dal Pd), che alleggerì le casse del partito di circa tredicimilioni di euro, mentre tutti erano stranamente “distratti”. AUGURI!

  • leggo con stppore che la maggior parte dei commenti su l’articolo di Aldo,sono tutti o quasi contro la sua analisi, cioè che il PD con molta probabilità perderà anche le prossime elezioni. ma è tutto semplicissimo, le perderà come ha sempre fatto, ma secondo me perchè vuole perderle, ma dico, a parte Prodi, questo partito ha perso sempre, l’ultima poi è straordinaria, aveva 12/15 punti di vantaggio su berlusconi ed è riuscito nell’impresa, Berlusca era politicamente morto per la terza volta e lo hanno riesumato, è stato come se Berlusconi guidasse un carro funebre e ha sorpassato il PD in retromarcia. ma cosa deve fare sto PD per farvi capire che è la protesi del PDL ? cari Pidiini, la domanda che si pone Aldo in questo articolo è lecita, ma il PD è di sinistra ? no, non fosse altro perchè non esiste proprio più la sinistra, insomma, parlare di sinistra , oggi non è più di sinistra.

  • Caro Aldo,
    sono così spesso d’accordo con te che evito di aggiungere commenti superflui. Ma questa volta non ti seguo proprio. Il PCI di Berlinguer, di Napolitano e di D’Alema è riuscito a convincere il suo popolo che 1) qualsiasi ricerca storia e rianalisi critica del marxismo e del comunismo storico novecentesco è inutile e comunque da lasciare a specialisti non comunicanti col resto del mondo 2) che le istanze di sinistra sono eticamente belle e persino elettoralmente utili, ma pericolosissime come guida politica concreta: i sogni sono di sinistra, la realtà è di destra (quasi certamente lo pensava già Togliatti). Corollario: ogni aspirante dirigente di provenienza ex pci, ex pds, ex ecc. deve garantire agli USA e alla finanza mondiale che la pensa esattamente come loro. E CIO’ E’ ASSOLUTAMENTE INTERIORIZZATO ANCHE DALLA BASE “DI SINISTRA”. Gramsci descrisse benissimo questa situazione con l’apologo del castoro che si autoevira per sopravvivere. Il PD è un partito di centro-destra, punto. La nostra disgrazia è che per il momento le alternative si chiamano PRC, Comunisti Italiani, SEL… (anche per colpa nostra, ammettiamolo).

  • “In parte essa è nel Pd (quella meno giovane, di lavoratori dipendenti, ”
    ti sei dimenticato il blocco sociale assolutamente maggioritario nell’elettorato del PD, che è quello dei PENSIONATI, che oggi sono ancora quasi tutti “beneficiati” dall’essere andati più o meno presto in pensione e con un calcolo molto generoso. Insomma, quelli che prendono, e lo prendono garantito tutti i mesi, molto più di quello che hanno dato, e che per egoismo (sono i figli del boom, che non hanno vissuto nè i disagi della guerra, nè la fame dell’immediato dopoguerra) non vogliono mollare niente, preferendo riforme delle pensioni che affameranno chi ci andrà nei prossimi anni, piuttosto che rinunciare a parte della loro pensione attuale.
    La generazione dei figli del boom a mio parere è più feroce nel suo egoismo persino dei gerarchi fascisti. Solo una generazione completamente alienata dall’egoismo può telefonare alla radio pubblica (quindi mettendosi in ridicolo di fronte all’intero paese) per lamentarsi, con un giovane su due disoccupato e l’altro occupato con uno stipendio da fame, che non è giusto che gli tocchino i soli TREMILA euro di pensione al mese che percepisce, “che sembrano tanti, ma in realtà sono solo 100 euro al giorno, e cosa ci si fa oggi con 100 euro?”.
    QUesti alieni qui votano PD, e il PD li serve alla perfezione. Le pensioni alte sono più intoccabili delle rendite (che poi quasi sempre sono dei “Poveri” pensionati over 3000), non è un caso.

  • “mi sapete dire dove è finita la base di sinistra che, sino a tempi non proprio remoti, superava il 30% dell’elettorato?” La risposta è semplice, Giannuli: votano Lega o Berlusconi.
    E nessuno vuole domandarsi mai il perché di questo semplice, evidente (e scomodo) fatto.
    E così, si preferisce immaginare (stessa radice della parola “immaginario”) che il successo di B. sia dovuto alla canaglia italiota di evasori e furboni (ricchi).
    E questa attitudine – di mettere tutto il “male” da una parte, e il “bene” dall’altra, vietandosi di capire i fenomeni e di spiegarli – la dobbiamo al cattocomunismo e al moralismo di Enrico Berlinguer, quello che lanciò la parola d’ordine medievale del “buon governo”, suscitando sulle pagine di Rinascita di allora un dibattito vivissimo, e critiche vivissime da parte di militanti del PCI, ai quali cadette la mascella. E così, Gramsci e Machiavelli furono buttati alle ortiche.
    Mi spiace dirlo proprio a te, che eri presente ai (mis)fatti, ma questa frattura tra la ex base sociale del PCI (ma anche della sinistra DC, perché ad onta della mitagogia, gli operai, assieme ai dipendenti della aziende private, votavano nel dopoguerra prevalentemente DC, non PCI) si è inaugurata con la terrificante campagna elettorale di Occhetto, sbagliata su tutti i piani, anche per gli altrettanto terrificanti “consigli” di Vincenzo Visco. Sbagliata perché frutto della famosa coda di paglia.
    Un mese o forse più fa è uscito un editoriale scritto dall’Editorial Board, non da un signolo editorialista, del New York Times, sulla situazione politica italiana.
    Tra le tante acute osservazioni, una diceva che il problema dei politici italiani ex comunisti era che ancora – dopo tanti anni – il loro problema principale era quello di dimostrare che non erano più comunisti.
    In inglese l’espressione “coda di paglia” credo sia intraducibile, ma questa è così grossa che si vede ad occhio nudo persino da New York.
    Sapete perché Berlusconi ogni tanto se ne usciva col suo “sono comunisti”? Credete sia scemo e non sappia che non ha più senso?
    Lo faceva perché sapeva di stuzzicare in questo modo quella coda di paglia. Immediatamente dall’altra parte ecco gli ex DC avere paura di essere confusi coi comunisti, e gli ex comunisti, di essere considerati degli ex comunisti.
    Ed eccoli tutti a dire e dichiarare qualcosa molto di destra, una qualche dichiarazione liberale, qualche peana del mercato. In modo magari subliminale o implicito (ma fatto ad arte).
    E Berlusconi eccolo li a fregarsi le mani, consapevole che così la frattura con l’elettorato storico si approfondiva.
    Il PCI è stato un fenomeno complesso (come peraltro anche la DC), ed era pieno di gente di tutti i colori politici: da veri socialisti, veri democratici, a stalinisti espliciti o impliciti, a “illuministi” come si diceva allora per non dire “liberali”, ad autentici fascisti, ma non solo quelli della sinistra fascista, anche quelli di regime.
    Capita, quando si perde ogni senso del discrimine politico, e si scambia la scolastica medievale per una dottrina politica della modernità.
    PS: Un liberal americano, in Italia, verrebbe considerato “a sinistra di Bertinotti”. Non parliamo nemmeno della sinistra radicale USA.
    PPS: Gli “azionisti” sono da donare a Dio. Il radicalismo in sé e per sé non significa nulla, ciò che conta è l’acutezza dello sguardo politico. E Salvemini era quello che diceva che Mussolini sarebbe durato lo spazio di un mattino, irridendo Turati.

  • “Dunque, nel complesso, abbiamo il paradosso di un partito che ha una base di sinistra estranea (quando non ostile) alla cultura neo liberista,”. Mi spiace, questo mi pare un grande equivoco.La mia esperienza diretta è opposta, la base( gente in carne ed ossa , che io conosco e con cui parlo personalmente)dopo due decenni almeno di lavaggio del cervello da parte dei media e della propria classe dirigente, è invece completamente intrisa della cultura dominante neoliberista. Lei ha ragione a dire che l’autopercezione di buona parte di questa stessa base è di stare a sinistra, ma per l’appunto è solo una percezione di puro schieramento, che non ha nessuna corrispondenza in un minimo di patrimonio ideologico e di analisi, altro che immaginario anche solo socialdemocratico.

  • credo che sia importante essere coscenti di perché si va a votare o perché no, sia nelle politiche che nelle primarie; nelle primarie il fatto di contribuire con € 2 è una garanzia di poter esprimere il diritto di opinione [i seggi costano, vanno messi a bilancio pubblicato ma non pubblico] che poi quando si tirano le somme finisca in modo un po’ calcistico è la conseguenza della chiusura di ogni processo dipende dal modo di partecipazione al dibattito e alla attività che si chiude per poter andare avanti. Espero per il PD che chiunque esca da questa tornata resti per i prossimi 4-5 anni, se no è brutta. Poi chi non condivide le opinioni del PD inutile che si presenti ;D.
    Io partecipo a questo blog per chiarirmi le idee e conoscere le idee degli altri. Poi se le condivido o no sono questioni mie personali o che si svolgono nel divattito. Non partecipo, al blog, per inveire contro un partito o personaggio, partecipo per sfogare anche le mie frustrazioni in modo proficuo costruendo le idee.
    L’italia ha un certo benessere e chiunque scriva in questo blog difficilmente vive in uno scantinato che si allaga quando piove. La questione che emerge è che moltissime persone vanno a vivere in scantinati o peggio e questo avviene con il beneplacito delle autorità di governo che concedono le licenze abitative, e al governo delle città troviamo i partiti e noi li abbiamo votati. Per sconfiggere questo modo di fare bisogna partecipare alla politica, non ci sono altre vie.

  • Quando parliamo di sinistra, dobbiamo prima intenderci. Consentitemi quindi una premessa.
    La sinistra marxista, per esempio, anche se ha ancora gruppi che penosamente gironzolano, è morta e sepolta, così come il Leninismo, la sua lotta di classe e la sua dittatura del proletariato, fase transitoria verso il paradiso in terra. Ed è morta per il semplice motivo che non è alla portata dell’uomo, la natura umana finisce sempre per sconfessarla, per dissolverla. In ogni paese dove il comunismo si è affermato o è stato imposto , subito si è notato che quello che si stava edificando era tutto meno che comunismo. Una volta imploso poi, nel popolo non ne restava neppure il ricordo. Ed è ovvio che sia così, con buona pace del determinismo economico e di Marx. Anche ammesso, infatti, che si potessero prendere mille neonati, farli crescere in un ambiente indifferenziato, senza sovrastrutture, partendo tutti alla pari senza vantaggi, ecc., è comunque inevitabile che da grandi, si avranno tante sfumature umane, tante tipologie e attitudini diverse. Ma a parte le attitudini e le forme di pensiero eterogenee, ci sarà chi ha risparmiato e formato il gruzzoletto e chi invece ha dilapidato ogni entrata, chi è industrioso e chi è apatico e passivo, chi è intelligente e chi stupido, chi è ambizioso e chi è menefreghista. Ecc. E addio comunismo.
    Quindi il comunismo, come il Cristianesimo resterà sempre una promessa in un futuro indeterminato, irrealizzabile: per i cristiani nell’aldilà, per i comunisti, in terra. Sono due Chiese con tanto di fede, appunto.
    E veniamo all’oggi, dove per SINISTRA dobbiamo per tanto intendere qualche altra cosa che non il marxismo, il leninismo e la lotta di classe. E qui la sorpresa, perché troviamo che abbiamo a che fare con una cosa viscida e informe, succube delle lobby di potere dell’alta finanza.
    Vi siete guardati in giro? Avete un figlio che cerca lavoro? No? Ebbene ve lo dico io. Ci sono offerte di lavoro criminali, 10, 12 ore continuate, in buona parte senza contributi, altro lavoro nero legalizzato in qualche modo, contratti a tempo determinato, porcherie del genere che negli ann ’70 – ’80 avrebbero provocato interventi sindacali, Ispettorati e Tribunali del lavoro ed invece ora sono la normalità.
    E le privatizzazioni, tutto il patrimonio pubblico svenduto alle grandi banche di affari internazionali o alle multinazionali, con conseguenze incalcolabili per il futuro del popolo?
    E lo stato sociale liquidato con pensioni prossime al decesso e la sanità oramai inesistente.
    Non vedete che oramai per svernare e per non morire si debbono fare polizze assicurative integrative e sanitarie, che il cittadino, proprio come in Amer8ca, è inerme e campa se ha i soldi oppure muore?
    E tutto questo non lo hanno voluto solo i governi di centro destra, ma anche quelli di centro sinistra!
    Ogni finanza, ogni risparmio, ogni ricchezza del paese deve andare IMMANCABLMENTE al saldo della truffa del debito pubblico, dell’usura dei banksters e niente c’è più per lo stato sociale!
    E su queste trasformazioni criminali, come per le guerre “atlantiche”, mascherate da missioni di pace, sono stati SEMPRE tutti concordi: destre Berlusconiane o meno e sinistra tutta. Berlusconi, in sostanza fa il discorso dei ricchi: “bisogna far star bene e arricchire i ricchi, così poi danno lavoro ai poveri”. Ma a questa demenzialità non è che la sinistra, oppone programmi salva popolo, e neppure pannicelli caldi, ma sempre e solo interventi funzionali agli interessi dell’Alta finanza.
    E a proposito di Alta finanza non vedete che non esiste neppure più la vecchia figura del capitalista imprenditore, quello che i comunisti disegnavano con la faccia di maiale, la tuba, lo smoking e il sigaro in bocca? Il rapace capitalista, approfittatore, ma che comunque, almeno, avendo creato la sua Azienda, era legato in qualche modo ai lavoratori. Oggi l’Alta finanza ha fagocitato tutto, è proprietaria di tutto o quando non è proprietaria ha comunque il controllo delle Aziende. E per le banche, per la finanza l’azienda è una “cedola azionaria” e i lavoratori sono numeri, non c’è alcun legame, alcuna simbiosi. Ti liquidano, ti svendono, ti ristrutturano, ti scompongono senza curarsi di nessuna esigenza del mondo del lavoro.
    STANTE COSÌ LE COSE, DI QUALE SINISTRA PARLATE? Ma ve ne rendete conto che le sinistre hanno portato a capo dei governi, in alternativa o in compartecipazione al predone Berlusconi, i “tecnici”: li avete contati? Sono tutti uomini, a parte che prima non erano mai stati eletti da nessuno, che hanno lavorato per il mondo bancario o per gli Istituti mondiasiti, e per quelli continuano a fare gli interessi: D’Amato, Ciampi, Prodi, Monti, Letta. Non hanno fatto nulla per il popolo, per i lavoratori, ma SOLO gli interessi dei banksters, hanno adeguato il sistema politico e sociale al sistema bancario. Passare da un governo Berlusconi ad un governo di centro sinistra era come passare dalla padella nella brace.
    E Renzi con il suo consigliere economico, cosa pensate che farà?
    Ma quale Pd, quale rifondazione, sembra come se si stesse parlando di realtà politiche di sinistra, di partiti per il popolo. A questi resta solo di confrontarsi, come progressisti, con i conservatori, sui temi dell’immigrazione e dei gay. Punto.
    Riparliamone quando ci sarà la disperazione totale del popolo e allora forse sorgerà una vera realtà di sinistra.

  • noto dai commenti che la confusione è grande non solo quandosi tratta di parlare di nozioni comedestra e sinistra, ma che la nozione stessa di neoliberismo non è ben compresa da molti italiani: l’accettazione di un’economia di mercato regolata e l’accettazione di un’economia di mercato priva di “lacci e lacciuoli” sono due cose diverse. è abbastanza pacifico notare che la narrazione berlusconiana si incentra sulla sua figura di imprenditore e sulla vita “da sogno” promessa a chi lo avrebbe seguito nel suo percorso politico: si tratta comunque di un messaggio diretto all’elettore che tiene in gran conto una prospettiva imprenditoriale (per gli altri ceti ci hanno pensato la de filippi e i reality). ed è un pò difficile sostenere che la base piddina sia una base di lavoratori autonomi che vogliono meno regole. di solito riguardo all’elettorato pd si dice sia importante la categoria dei lavoratori pubblici, a cui tendenzialmente dei lacci e lacciuoli non gliene frega niente, anzi tendono a prendersela con i lavortori autonomi che “non pagano tasse” (mentre i lavoratori autonomi se la prendono con gli statali protetti. trovo quindi molto buffe queste interpretazioni sul neoliberismo dell’elettorato piddino, e non perchè voglia tessere le lodi dei dipendenti pubblici, ma perchè gli interessi di chi ha il commercialista e gli interessi di chi non ha il commercialista sono abbastanza diversi, a volte contrapposti. anche se ilcommento più psichedelico che ho letto è quello di leprecaun che sostiene che gli elettori di sinistra del pd siano passati a berlusconi. posso solo consigliare di andare su wikipedia e guardare i dati delle scorse elezioni, e in caso ripassare un pò l’aritmetica se i conti non tornano.

  • @ barozzi, ma proprio tu che fai lo storico mi cadi su questi temi? ma secondo te keynes che è arrivato a fare? da chi si è ispirato? quali sono stati gli unici modelli economici che non hanno risentito della crisi del 1929? ti è mai venuto in mente che ci possa essere un legame tra le politiche keynesiane e la sinistra? oppure avresti dovuto leggere testi di studiosi di cui non ti fidavi e hai preferito rimanere ignorante?

  • condivido in pieno questo ultimo intervento di renzo! almeno i piu’ giovani si autodefiniscono di ‘sinistra’ evocando gli ideali del neoliberismo …anni di lavaggio del cervello via ‘la repubblica’, tito boeri e bocconiani ‘di sinistra’vari (lo stesso monti) con manifestazioni tipo il festival del economia di trento e simili hanno formato la base di sinistra (quella giovane ma probabilmente anche quella meno giovane) al liberismo al tatcherismo piu’ duro (ma senza la componete di orgoglio nazionale e priorita’ per gli interessi nazionali e le specificita’ britanniche , ad esempio un welfare piu’ avanzato e funzionale di quello italiano -sanita’ a parte- ) ricordo che roberto saviano icona della sinistra (canditato da debenedetti a segretario pd!) mette fra i suoi maestri von hayek e von mises , gli ideologhi della destra neoliberale e dei monetaristi austriaci !
    In questo senso in italia la pseusdosinistra in italia incarna con piu’ coerenza del cosidetto centrodestra i valori del neoliberismo (non a caso monti è -stato?- considerato appartenente al centrosinistra anche se proveniente essenzialmente da quella democrazia cristiana che , con carli andreatta -di cui letta junior fu assistente!tutto torna- e lo stesso monti , ha tracciato il solco poi seguito-per interesse e volota’ di sopravvivenza -dagli ex comunisti dopo il ’92)

    molto interessante anche leprechaun , che fra le altre cose ha un blog pieno di dati importanti…

  • a giovanni che fa un interessante intervento sullo scontro generazionale fra i giovani ‘fregati’ e i baby boomers cinquantasessantenni
    egoisti e PDddini , lo dico provocatoriamente(ma neanche tanto) : le generazioni passate sono state composte da persone globalmnete politicamente piu’ intelligenti , piu’ combattive che hanno lottato per i loro diritti che hanno usato la violenza (anche sbagliando , spesso direi) ma quello che gli ‘spettava’ lo dovevano ottenere …le generazioni piu’ giovani (noi i perdenti) siamo stati e siamo politicamente enormente piu’ stupidi piu’ ignavi piu’ deboli piu’ acquiescenti e superficiali…Ognuno ha i politici e i rappresenti (sindacali o culturali o altri)che si merita …mettere a confronto la politica e la culura italiana dei ’50 ‘6’ ’70 con quella degli ultimi anni è desolante
    imbarazzante…Napolitano e Spaventa gia’ lo sapevano con precisione nel ’78 cosa avrebbe significato agganciarsi al marco e alla politica economica tedesca! potrebbero ripubblicare i loro interventi alla camera del dicembre ’78 (assimeme al socialista cicchitto a esponenti di democrazia proletaria e altri) e sarabbero una perfetta lezioni di economia sulla patogenesi dell’eurozona! ha detto piu’ napolitiano nel ’78 che qualsiasi esponente della pseudosinistra negli ultimi 5anni!Ce li meritiamo questi politici come in una qualche misura le nostre generazioni di impoveriti precarizzati e senza diritti
    perfino ora sbeffeggiati dai ‘ricchi’ pensionati si meritano l’impoverimento l’immiserimento
    e la rovina .
    Acquiescenti inermi ignoranti(con il PHD!) superficiali

  • Prendendo le mosse dalla premesse dell’articolo (cioé, in brutale sintesi a) la linea del PD e il suo gruppi diringente è di destra; b) l’elettorato del PD è in larga parte di sinistra; c) l’elettorato del PD, nonostante tutto e tutte le evidenze, continua a votare per il PD) si può concludere soltanto che l’elettorato del PD è – in larga parte – composto da deficienti.

  • Aglieglie Bratsorf

    “la differenza più rilevante fra il ceto politico berlusconiano e quello del Pd è la pratica del bunga bunga”
    Ho riso per 15′ (cronometrati).
    La verità fa male… quando non fa morir dal ridere!

  • @ Leprechaun:
    stimolante e condivisibile il tuo commento. Ti apprezzo da quando ho scoperto il tuo blog e in particolare questo tuo articolo sul debito pubblico, lo riporto perché potrebbe interessare qualcun altro

    http://leprechaun.altervista.org/debito_pubblico_italiano.shtml

    @ Barozzi:
    dal tuo commento ne ricavo, correggimi se sbaglio, che nell’URSS si sia provato realmente a “costruire il comunismo”. È proprio così?
    Tu auspichi poi il sorgere di “una vera realtà di sinistra”. Senza intenti polemici ma proprio per capire: su quali principi si dovrebbe basare questa “realtà di sinistra”? Avrebbe delle differenze con le realtà della “sinistra marxista” o “sinistra di classe”? Ritieni sempre valida la distinzione tra “destra” e “sinistra”?

  • Il Partito Democratico, ci piaccia o no, ha circa il 30% dei conseni elettorali. Certo lo ottiene anche grazie al sistema degli enti locali, delle cooperative rosse, ecc., insomma da lavoro a molta gente, ma, purtroppo ha ragione Giannuli, gran parte della “classe operaia” vota per esso. Ritengo che Civati a volte da l’impressione di essere un pesce in barile ma un ridimensionamento di Renzi e della destra del PD non sarebbe un evento secondario. Per anni la cosidetta sinistra radicale ha dato visibilità al linguaggio ridondante e alle stronazate di Bertinotti, Vendola e Vladimir Luxusuria, che con il comunismo c’entrano come i cavoli a merenda.

  • Una domanda a persone che hanno un livello culturale senz’altro piu’ elevato del mio (non e’ ironia,io di politica ho sempre capito poco).
    Indicatemi una forza politica di una certa consistenza in Europa che possa definirsi di sinistra?Italia non ne parliamo nemmeno,Francia,Inghilterra,Svezia,Spagna,Germania,Polonia,Romania ecc.,forse Citta del Vaticano.Anzi allarghiamo il raggio Usa,Cina (il povero Bo Xilai,forse,aveva tentato qualcosa),India,Corea del Sud o del Nord,paesi arabi,Africa,Austalia ecc
    Faccio fatica anche con l’America Latina ,con le ultime politiche delle sinistre in Brasile,Ecuador,centro America.Sempre restando su discorsi terra terra e generalizzando al massimo,mi sembra che i partiti di derivazione
    socialista,socialdemocratica,laburista,riformista,mantengano un seguito quantitativamente apprezzabile (pur perdendo quasi sempre le elezioni),ma si distinguono poco dalle destre,almeno quelle democratiche.Le forze (be insomma proprio forze non sono)alla loro sinistra,siano esse comuniste o di altra natura, si stanno esaurendo.I tanto decantati movimenti dove sono?Almeno in Europa,dopo Genova non se ne vede traccia.Qualcosa a livello nazionale,ma o sono ultra elitari o durano tempi brevissimi.I verdi mi pare abbiano terminato la loro spinta propulsiva,sia come partiti che come organizzazioni (eppure la tematica ambientale e’ quanto mai d’attualita).Allarghiamoci ancora e consideriamo tutto quel mondo non politico,ma che con la politica dovrebbe incrociare il suo cammino:terzo settore,societa attiva,finanza etica ecc.
    Anche li,mi sembra che dopo tante speranze,ci si sia chiusi in un rapporto con le minoranze
    culturalmente avanzate.
    Allora,se la realta’,piu’ o meno in tutto il mondo,delle sinistre,e’ crisi profonda o nulla politico,invece di cercare i motivi nella inadeguatezza di questo o nel tradimento di quell’altro,con una dose di sarcasmo verso le persone veramente fuori luogo,non sarebbe meglio studiare marxianamente la realta sociale,partendo dalla considerazione evidente che dopo quasi 200 anni di sinistra,in tutte le sue versione,e’ stata sconfitta?Ad esempio come si fa,quando si allude alla fine dei partiti comunisti in Italia,a parlare di suicidio di una classe dirigente inadeguata?Ma
    il crollo dell’Urss non conta nulla?e Pol Pot?
    E come mai un esponente della gloriosa(anche qui senza ironia)Rivoluzione cinese a qualche anno dalla morte di Mao diede il via libera al capitalismo liberista piu’ sfrenato?Un pirla anche lui come Ferrero Di Liberto o un traditore come D’Alema?
    Ultima domanda:ma perche’ il Pd che,sono d’accordo,probabilmente perdera’ anche le prossime elezioni politiche,non e’ mai stato cosi’ forte a livello comunale e regionale,e la stessa cosa mi sembra accada in Germania e Francia?Buona classe dirigente,non al punto da rovesciare una sconfitta storica di natura profondamente politica?

  • @Giandavide, tu ha ragione, ma io non volevo con le mie esternazioni, fare la storia comprensiva di cause, concause ed effetti del perché è accaduto tutto ciò. Mi interessa fino ad un certo punto, anche perchè non è mai possibile, individuare con certezza tutta la genesi. Il mio era un grido di protesta, perché vedo che come cittadini, come lavoratori, siamo rimasti senza alcuna difesa, senza alcuna speranza, il sistema bancario fa di noi carne da porco, e ne tratteggiavo le fosche tinta.

    #Lumumba: NO decisamente no, nè in Russia, nè in Cina, né da altre parti si è costruito il comunismo, al di là della nomenKlatura. Ho vari amici, vecchi pensatori e apologeti del marxismo, che si contendono il comunismo qui e non lì, e viceversa e altri che spiegano il perché e il percome non si è attuato il comunismo in certi paesi. MA IO SONO CONVINTO CHE IL COMUNISMO P FUORI DELLA PORTATA UMANA, è UNA UTOPIA.
    Per la tua seconda domanda non ho risposta. Io oramai sono pessimista, nei paesi Occidentali dominati dai meccanismi economici, psicologici e politici del modernismo, del consumismo, non vedo più via di uscita. Personalmente mi rifiuto di andare a votare, ho troppo rispetto di me stesso e conosco troppo bene i papponi della politica, non gli daro’ mai il voto. Però poi constato che comunque, anche con la metà dei votanti, qualcuno deve pur andare in quei luoghi istituzionali corrotti e corruttori, e dunque il mio non voto, non serve a nulla. Resto così, come color che stan sospesi. Sono però onesto dal dirvi: non chiedete a me che fare, non lo so.

  • @giandavide:

    ho scritto “alla Lega o a Berlusconi”.
    Hai qualche dubbio che gli operai e i dipendenti delle aziende private, che sono concentrati al nord, votino in prevalenza Lega? E le percentuali bulgare che la Lega ha preso e prende in molte zone industriali del Nord, chi glie le da, gli imprenditori?
    Vedi, questa è la tipica fuga dalla realtà che ammala la sinistra italiana da vent’anni: non voler prendere atto dei dati, solo perché sgraditi.
    Persino in Emilia (ricordi il caso di Parma?) è calata la Lega e quella che viene impropriamente chiamata “destra”. Parla un po’ con chi vive al Nord.

  • Analisi come sempre condivisibile finché non si mette in mezzo il fattore “junghiano”… 🙂

    ANCHE l’elettorato PDino abbraccia un ideale politico di estrema destra, che come solo il solito @Robert ha fatto notare, si rifà ad una IDEOLOGIA politica che viene dalla scuola austriaca (anche il “post-ideologico” può essere ideologizzato, magia!). Gli €uronazisti sono stati votati per 20’anni! Altro che sostenere Civati, dovrebbero andare deserte le primarie!

    La VERITA è che 40’anni di contrattacco di ciò che Popper chiamava “liberismo sfrenato”, ha fatto in modo che su temi vitali ci sia una IGNORANZA vergognosa!!

    La verità è che il “proletariato” senza un COLTA middleclass è il PRIMO SERVO del padrone. O no? Lo vogliamo dire?

    Carissimo @Cinico Senese, ti darò una news, la nostra Carta costituzionale fornisce già una risposta dinamica e DEMOCRATICA alla gestione dell’individualismo su cui si fonda la compulsione liberista, che NON E’UNA NOVITA’, visto che il riequilibrio alla nefasta economia CLASSICA è avvenuto con 60 milioni di morti (do you remember?). E i padri costituenti lo avevano ben presente! Giusto? Ma perché l’Articolo “1” nomina il LAVORO? Cosa c’è più a Sinistra della Costituzione? La palingenesi di qualche rottame livoroso o violento represso?

    L’ideologia “neoliberista” non è altro che quella che gli economisti chiamano neoCLASSICA, ovvero quella vigente prima di Keynes e Kalecky. E’ quell’impianto ideologico su cui si fonda l’€uropeismo (i Trattati sono il non plus ultra del capitalismo sfrenato hayekkiano), l’€uro (=gold standard) e l’internazionalismo globalista (il capitale nasce internazionale, i lavoratori NO).

    LA SINISTRA E’ ASSENTE perché è scomparsa ANCHE la Cultura di Sinistra, quella suprema su cui si fondano i Valori della nostra Costituzione SOCIALDEMOCRATICA.

    (Ai beoti che si meravigliano di trovare nelle parole di Hitler espressi i loro pensieri, vorrei ricordare che il picco di disuguaglianza sociale dopo il ’29 espresso dal rapporto tra produttività e salari reali viene raggiunto a fine degli anno ’30. Indovinate come è ora? Ma sì, certo, dimentichiamoci la storia, applichiamo di nuovo il paradigma “small government gold standard constrained laissez-fair capitalism” con Maastricht ed unione monetaria…).

  • @Damiano Binetti (M5S)

    Siamo ovviamente d’accordo sui PDini (siamo entrambi attivisti e anche a livello locale c’è da piangere).

    Come ho scritto più sopra, ti straquoto sullo stato di coscienza di classe attuale. (Renzie che passeggia su Ponte Zemolo? Ma come fa un lavoratore a votarlo?)

    Ma ti dico: facciamoci ANCHE NOI un esame di coscienza. Qual è la posizione REALE (i buoni propositi li lasciamo ai piddini) del nostro MoVimento davanti all’estrema sintesi della nostra amata Democrazia? Ovvero la COSTITUZIONE pluriclasse, basata su diritti fondamentali, che delinea un sistema capitalistico ben definito tra i vari possibili? Dettato che incontrovertibilmente esprime un modello economico e sociale incompatibile con quello di Maastricht e dell’UEM (e dell’ordoliberista “reddito di cittadinanza”, giusto?).

    La Costituzione non ha bisogno di un referendum per essere applicata e l’UEM è strutturalmente e ideologicamente incompatibile col perseguimento delle finalità sociali che la costituente ha definito inviolabili.

    La nostra Carta è già antifascista, non è necessario un referendum che suona come una presa per i fondelli.

    E’ vero che a livello locale il MoV è stato un successo (anche se non elettoralmente) ma a livello nazionale ci vuol ben altro “spessore”! C’è da rifondare un nuovo patto sociale, siamo in macerie e non si possono più sentire quelle sonore scemenze che passano dalla bocca di Beppe, Gianroberto (che di macro non capisce un’emerita) e delle sesquipedali boiate che passano dal Blog.

    Per quel che mi riguarda (e come per tutti gli attivisti vicini a “economia a 5 Stelle”) le analisi di politica economica che passano al pubblico – che è poi l’unica Politica che conta a livello nazionale – sono complementari ai fascisti neri o tinti di rosso che stanno in Parlamento e sui mezzi di informazione.

    (Caliamo poi un velo pietoso sui messaggi neomalthusiani, l'”ecoliberismo” – attualmente insostenibile a livello di CAB, le tecnologie sarebbero da importare – le follie alla Latouche (più Tea Party che sinistra…) e a tutti quei temi tanto cari a Beppe che piacciono molto anche a certa finanza “progressista” che non vuole che i futuri prolet si lamentino troppo… ma che possano decrescere felicemente in una deflazione da gold standard imposta ad libitum dall’€uro e tanto cara al grande capitale).

  • @Damiano Binetti (M5S)

    p.s. se hai coscienza socialista, ricorderei che tutto sto livore verso la corruzione e la malapolitica è sempre stata propaganda neoliberista a partire da fine anni ’70 con il primo gravissimo atto politico fascista della storia recente: il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia. Giustificazione? (Non fare da contraltare allo SME e disattivare silenziosamente la Costituzione) ma… renderla “indipendente” dalla politica CORROTTA (ma legittimata democraticamente) e dipendente da “tecnici imparziali” (e qui già a ridere…). Miracolo! Il debito pubblico esplode e si dà la colpa a Bottino Craxi!).

    Ma qualcuno ha spiegato a Beppe che vuole tagliare la spesa pubblica (G) in tutti i modi (come sostengono gli ordoliberisti) che il debito pubblico è la ricchezza privata?

  • Vorrei ricordare che il PCI e i partiti derivati nel tempo, col loro senso di responsabilità, io direi di ottusa ortodossia, hanno preferito, fin dalla guerra di Spagna, lottare contro i loro compagni ( e negli anni ’70 sfiduciare gli studenti e gli operai) pur di non perdere il potere. Oggi si fa l’accordo con Berlusconi per motivi analoghi. Io ritengo che non abbiano una reale fiducia nel loro pensiero politico o almeno nella sua applicazione e che quindi preferiscano una ancillare condivisione del potere, con il potente di turno. In sintesi il PD attuale si comporta un po’come il cuculo, che depone le sue uova nel nido altrui per farle covare da loro e approfittare dell’altrui ospitalità. Forse nel dire questo non sembrerò di sinistra ma…ops! Mi sono ricordato di essere mazziniano!

  • @ leprecaun
    Dato che la lega ha preso il 4% risulta che secondo il tuo acuto ragionamento gli operai + la gente di sinistra al nord sono 4 gatti. Se poi si considera che il pd ha preso piu voti di berlusconi in generale e piu vori della lega in Lombardia, se ne può facilmente dedurre che hai grossi problemi di natura aritmetica. Certo è che se la classe dirigente italiana ha la tua stessa dimestichezza coi numeri si puo spiegare facilmente ul debito pubblico:non è corruzione, solo gente che non sa far di conto. Consiglio acquisto pallottoliere e casomai corso di formazione apposito per utilizzarlo.
    @ barozzi. Neanch’io mi spiego benissimo come abbiamo fatto a combinarci in questo modo ma credo che sia credenza diffusa vedere l’economoia come una scienza esatta e in generale a considerarla completamente avulsa dalla politica. Quindi gli economisti hanno poco appeal e sono percepiti come tutti uguali tra loro. A me questo sembra un grosso problema della nostra società.

  • …anche se posso ben capire di quanto possa ” sfrucugliare ” i ” destri ” la parola ” radical chic ” che porta a quella gratuita attribuzione ai sinistri di sentirsi i ” mejo , identificata poi in tanti personaggi della politica , del giornalismo e della cultura in genere….esempio per tutti….tra i piu’ ” nefandi “…Nanni Moretti….quello del ” caimano “. Anzi voglio permettermi di dire anche di piu’…magari ” toppando “…sento in verita’ una sorta di invidia strisciante per il fatto che nel campo dell’arte e della cultura spesso , se prendiamo il pallottoliere , scopriamo che i piu’ sono disgraziatamente per loro ” de sinistra ” ( E’ UN FATTO ) …e per di piu’ e unfortunately amatissimi all’estero…sempre Nanni Moretti per il quale ad esempio li francesi si ” sbracano ” letteralmente …e fanno bene.

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