Presidenziali e scandalo Clinton: cosa c’è dietro l’inchiesta delle mail?
Che l’Fbi decida di riaprire una inchiesta su un candidato alla Casa Bianca a dieci giorni dal voto, non è cosa che abbia precedenti ed è ancor più strana ove si consideri che la cosa colpisce la candidata dell’establishment contro il “populista” Trump. Che succede?L’Fbi, per caso, si è convertita al verbo di Trump?
In effetti il capo dell’Fbi è un repubblicano che ha avuto atteggiamenti poco amichevoli verso la Clinton, però questo accadeva al momento delle primarie, dopo sembrava esserci stata una sorta di tregua. Peraltro, l’intero partito democratico si è stretto a quadrato intorno alla candidata ed ha attaccato il capo dell’Fbi accusandolo di tacere. Ma forse le cose non stanno in modo così semplice.
A quanto pare, Wikileaks (qualcuno indica altri) stava per uscire con nuove rivelazioni sulla questione delle mail della Clinton (le ultime risalgono al 7 ottobre), a quel punto, il passo successivo sarebbe stato quello di accusare l’Fbi di aver cercato di insabbiare tutto e sarebbe stato un doppio scoop. E forse i riflessi per la campagna della Clinton sarebbero stati anche peggiori. In questo modo si brucia lo “scoop” di Wikileaks, si fa fare all’Fbi la figura dell’intransigente corpo di polizia che non guarda in faccia a nessuno e magari si tiene l’inchiesta sostanzialmente ferma per un paio di settimane, per guadagnare qualche indulgenza da parte della Clinton se dovesse vincere e giovarsi dell’istituto dell’irresponsabilità presidenziale che bloccherebbe tutto, essendo poco probabile una messa in stato d’accusa votata dal Senato. Vedremo se andrà così.
Intanto però c’è da chiedersi chi ci sia dietro questo scoop sulle mail della Clinton. In fondo, intercettare le mail del segretario di Stato degli Usa non è una impresa da ragazzini scapestrati che giocano a fare gli hacker. E qui il dubbio più facile ha un nome solo: Putin. Che Mosca punti su Trump è cosa nota e, peraltro, spiegabile. La Clinton ha fatto dichiarazioni molto bellicose a proposito della Siria che non devono essere state gradite al Cremlino. Peraltro, l’impresentabile Trump avrebbe molti vantaggi per i russi: debolissimo quanto a prestigio internazionale, dilettante allo sbaraglio, inviso alle minoranze nazionali del paese ma, soprattutto, a gran parte dei poteri forti interni ed esterni allo Stato (da Wall Street alla Cia ed al Dipartimento di Stato). Sarebbe un presidente virtualmente invalidato dagli apparati della Casa Bianca che gli opporrebbero una resistenza sorda ma tenace. D’altro canto, gli stessi apparati non potrebbero spingersi oltre più di tanto con un Presidente che non si fa portatore di una linea concordata e gli Usa sarebbero un gigante paralizzato dalle sue contraddizioni.
Calcolo impeccabile che troverebbe la simpatia anche di uno come me che pensa che il disastro degli Usa sarebbe un avvenimento da celebrare a champagne, se non fosse che mettere i giocattoli nucleari nelle mani di un pazzo furibondo di quella fatta è cosa da non dormirci la notte. Non so sino a che punto il Presidente degli Usa possa davvero schiacciare il bottone rosso da solo e senza che altri possano fermarlo, magari a Trump daranno una scatola nera fatta con il Lego, ma, francamente, non mi pare il caso di far la prova.
Ovviamente, non è probabile che gli americani si tengano questo schiaffo in viso senza reazioni e, dopo l’8 novembre, c’è da attendersi che la prima misura della Casa bianca sia una qualche rappresaglia.
In ogni caso, la situazione attuale è un segnale evidentissimo della delegittimazione delle istituzioni politiche americane ed occidentali in genere. Il fatto stesso che un personaggio indecente come Trump arrivi alla candidatura alla Presidenza e che la sua antagonista inciampi in una vicenda come quella delle mail è di una gravità senza precedenti.
Sbalordisce anche la leggerezza della Clinton nell’uso di un mezzo quasi certamente intercettato come la sua mail (o pensava che a lei questo non sarebbe mai accaduto?!), dice a che livelli sia scesa la classe politica americana. Immaginiamo ora se dovessero emergere cose tali da imporre l’ineleggibilità della Clinton: che si fa? Anche se lei si ritirasse magari in favore del suo vice, sarebbe una prassi del tutto inconsueta e di dubbia costituzionalità (a questo pensava Trump quando si diceva non disponibile a riconoscere il risultato, segno che qualcuno lo aveva avvertito della bomba in arrivo). E se poi questo succedesse il giorno dopo le elezioni e prima dell’insediamento o anche solo prima del voto dei grandi elettori? Non ci sono precedenti ed è evidente che la Corte Suprema dovrebbe intervenire. Sarebbe la crisi istituzionale più grave dalla guerra di secessione in poi. Ed anche questo non dovrebbe dispiacere più di tanto agli amici russi.
Forse siamo alla viglia di un terremoto, ma già da adesso possiamo osservare come si stia sgretolando la credibilità delle èlites occidentali, tendenza che va ben oltre il singolo caso in questione.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, delegittimazione elites occidentali, donald trump, elezioni americane, legami trump putin, presidenziali americane, putin, scandalo mail clinton
Paolo Selmi
Professore, buona sera!
In Russia le elezioni americane sono da sempre uno degli show più seguiti, ma queste ultime davvero hanno bucato lo schermo, come si suol dire. L’odio verso di loro tocca vette che non si vedevano dai tempi di Rambo III o Invasion USA: ovviamente, Ilaria tiene fede al suo nome e fa davvero ridere tutti a crepapelle, così come quelli del suo staff. Anche Donald Duck vestito da Zio Paperone li fa ridere, e non li insulta ogni due per tre… poi, davvero sono accuse che li fanno sentire importanti: loro che addirittura manipolano le le elezioni dei padroni del mondo! Wow… anzi, Urà! Mi sono divertito a cercare sui miei soliti canali, RIA NOVOSTI e Fondsk.ru, alla ricerca di chissà quali fonti riservate col colbacco… niente da fare: tutte recensioni di pagine a stelle e strisce! “Grattez le russe et vous verrez un tartare”… furbi, furbi e ancora furbi a nascondersi dietro ad americani meno americani degli altri, mannaggia! Cominciamo da Wikileaks:
1. Rovina la carriera alla CNN di Donna Brazil, una giornalista filodemocratica che, prima dei megadibattiti in TV, aveva già spifferato allo staff di Ilaria tutte le domande!
http://www.nytimes.com/2016/11/01/us/politics/donna-brazile-wikileaks-cnn.html?hp&action=click&pgtype=Homepage&clickSource=story-heading&module=b-lede-package-region®ion=top-news&WT.nav=top-news
E’ il caso di dire: Che buona Donna! Te possino… dillo che l’hai fatto d’accordo con Putin, mannaggia a te!
2. Si ricorda che qualche mese fa avevo tirato in ballo Google e il suo coinvolgimento nella campagna elettorale tramite la manipolazione degli algoritmi di ricerca? Ebbene, se quelli erano studi empirici… qui siamo in presenza dell’ennesimo complotto ai danni di Ilaria! Il capo dell’ufficio elettorale Podesta, nel 2014, si incontrava col sig. Schmidt, per dieci anni AD di Google e attualmente presidente del CdA, il quale si offriva di fare da “head outside advisor” per Ilaria… e il buon Podestà lo consigliava alla allora segretaria di Ilaria Cheryl Mills (https://wikileaks.org/podesta-emails/emailid/36828); poco dopo, il nostro impavido Eric stilava di suo pugno le “Notes for a 2016 Democratic Campaign” e le mandava a Cheryl Mills (https://wikileaks.org/podesta-emails/emailid/37262). Cosa troviamo? Roba da “Vite degli altri” (a no, scusate qui siamo nel mondo libero). Per ogni “voter” si faranno profili individuali tramite i loro accessi alla rete col palmare, saranno quindi contattati da “volontari” che gli offriranno quanto desiderato (Key is the development of a single record for a voter that aggregates all that is known about them. In 2016 smart phones will be used to identify, meet, and update profiles on the voter. A dynamic volunteer can easily speak with a voter and, with their email or other digital handle, get the voter videos and other answers to areas they care about (“the benefits of ACA to you” etc.)), con l’impiego massiccio di “digital marketing methods”, di “polling online” misurando anche il minimo “fiato di tromba”, non importa se vero o falso, anzi meglio falso (measure the rate and spread of stories and rumors, and model how it works and who has the biggest impact. Tools can tell us about the origin of stories and the impact of any venue, person or theme.). Ma, la vera perla, è al punto e), schedatura individuale, analisi e previsione delle intenzioni di voto e ricerca, conseguente, di azioni per drenare i voti dalla propria parte: “e) Analytics and data science and modeling, polling and resource optimization tools
For each voter, a score is computed ranking probability of the right vote. Analytics can model demographics, social factors and many other attributes of the needed voters. Modeling will tell us what who we need to turn out and why, and studies of effectiveness will let us know what approaches work well. Machine intelligence across the data should identify the most important factors for turnout, and preference. It should be possible to link the voter records in Van with upcoming databases from companies like Comcast and others for media measurement purposes. The analytics tools can be built in house or partnered with a set of vendors.” Misure tra cui, per l’appunto, “barare” sul completamento automatico delle parole nel proprio giocattolino (pardon, motore di ricerca) e sui risultati da far comparire al digitare di determinate parole… E bravo il nostro Eric il Vichingo! Ci provi gusto a far fare la parte della complottista alla nostra povera e sempre meno ilare Ilaria?
E dopo queste portate iniziali, ecco il piatto forte: le famigerate lettere della Clinton. Dopo l’ilare carrellata delle varie reazioni isterico-complottistiche nei loro confronti… la replica: guardate che le mail della Clinton di cui si occupa l’FBI provengono tutte dalla sua amica-confidente-assistente-segretaria Huma Abedin! Azzzzz! Eh si… questa graziosa signorina faceva i compiti da un PC “sprotetto” e vulnerabile al massimo, quello del suo (ex)maritino Anthony David Weiner, anche lui politico rampante, anche lui democratico (dio li fa e poi li accoppa…), anche lui, come il maritino di Ilaria (che tra l’altro officiò il loro matrimonio, a suggello di imperituro legame clanistico) un po’ birichino: un po’ troppo birichino… visto che aveva il vizietto di postare alle sue fans foto dei suoi attributi e, cosa un po’ meno simpatica, il porco pedofilo in questione lo faceva anche col figlio di quattro anni (http://www.nytimes.com/2016/08/30/nyregion/anthony-weiner-sexting-huma-abedin.html?_r=1) cosa che poi, solo quando è divenuta di pubblico dominio, come recita il copione della perfetta ipocrisia borghese, ha causato il divorzio. Ecco, la signora Huma, gestiva gli affari di Stato in nome e per conto della sua superiore da questo PC che tra cookies, spam, virus e quant’altro sarà stato ogni due per tre da un riparatore. Una signora Huma che, vale la pena di sottolinearlo, faceva e fa – contemporaneamente – da advisor alle maggiori corporation americane (noo noo non è conflitto di interessi, in USA si può) e che, sin dalla sua permanenza in tenera età in Arabia Saudita, era ed è tacciata di collegamenti diretti e familiari con i Fratelli Musulmani e Al Qaeda (http://www.discoverthenetworks.org/individualProfile.asp?indid=2556 et http://www.shoebat.com/documents/Huma_Brotherhood_Connections_072412.pdf).
Che dire… Gli hacker sono dappertutto: cinesi, russi, americani pro, americani contro. Ci ha provato persino la CIA con i Panama-leaks, a gettare un po’ di fango sull’imperatore Xi (specialmente in vista del prossimo congresso) e sullo zar Putin. Ma quello che esce fuori dal vaso di Pandora di Washington DC è davvero fuori gara! Vincesse anche Trump… indiciamo un concorso: “Un pulsante per Donald”; alla migliore idea di sostituto del bottone atomico, un viaggio premio a Guantanamo. Io parto con la mia: quelli in disuso dei caselli autostradali in entrata; belli, grandi, rossi e che ti danno soddisfazione quando li schiacci ed esce fuori il biglietto! 🙂
Un caro saluto
Paolo
Allora ditelo
Le internet prediction machines in versione non Cernobbio:
http://bigthink.com/endless-innovation/will-the-internet-prediction-machine-change-politics
Divulgazione sulla vulnerabilità di sistemi di voto elettronico (in barba a controlli basati su standard esistenti, migliori pratiche e requisiti specifici)
http://arstechnica.com/tech-policy/2006/10/evoting/
PS: Lo studio di “manipolazione” citato era una simulazione non pentirete alle illazioni che riguardavano i risultati di “google suggest” già noto per essere sottoposto a revisione ma anche per il rischio di “manipolazione” (cfr googlebombing).
In ogni caso è possibile richiedere la rimozione di previsioni offensive (cfr Segnalazione di previsioni offensive) https://support.google.com/websearch/answer/106230?hl=it
http://www.bbc.com/news/blogs-magazine-monitor-31131920
Allora ditelo
Riguardo il “suggestion”-gate qualcuno ha verificato se Trump possa mai aver ricevuto un trattamento comparabile:
https://medium.com/@rhea/hillary-clintons-search-results-manipulated-by-sourcefed-not-google-3dd9a5c68ca1
Allora ditelo
Ted Cruz ha usato elevati livelli di sofisticazione: poi ha incontrato Trump.
https://www.washingtonpost.com/politics/cruz-campaign-credits-psychological-data-and-analytics-for-its-rising-success/2015/12/13/4cb0baf8-9dc5-11e5-bce4-708fe33e3288_story.html
http://www.npr.org/2016/02/19/467395218/ted-cruz-campaign-takes-voter-micro-targeting-to-next-level
Allora ditelo
Department of Homeland Security: Hackers are probing voting systems:
https://www.cnet.com/news/dhs-election-networks-cyberattacks-michelle-obama-hillary-clinton-jeh-johnson-fbi-cyber-intrusions/
Lorenzo
Anch’io dubito che possa essersi trattato di un caso, ma l’intervento russo è solo un’ipotesi. Almeno altrettanto probabile è quella di conflitti interni all’FBI, colla dirigenza a nomina presidenziale e a larga maggioranza democratica che non ha voluto procedere all’incriminazione della Clinton in estate, e i cani sciolti pro-repubblicani che sono andati alla ricerca di ulteriori elementi probatori nel suo entourage.
Non escludo che i nuovi elementi fossero conosciuti dai vertici dei servizi da tempo e che a un certo punto Comey (che non si fa infinocchiare dai sondaggi taroccati e sa che Trump ha probabilità concrete di vittoria) abbia deciso che era troppo rischioso continuare a tacere fino ad elezioni concluse. Se vince la Clinton le accuse saranno messe a tacere, se vince Trump faranno il loro corso regolare, sempre in base ai rapporti di potere via via prevalenti.
Concludo osservando che la sciattoneria della Clinton non mi sorprende né la reputo eccezionale nel contesto del servidorame politico-mediatico del capitalismo di rapina a egemonia statunitense.
benito
i due candidati riflettono la situazione di declino ormai avviato della potenza USA, che al momento resta tale, ma che non sa’ piu’ cosa fare per conservare l’egemonia. Ed e’ in momenti come questo che comincia a prevalere uno dei fattori che nella storia sono sempre stati presenti: la follia umana.
Certamente gli interessi economici sono il principale motore delle vicende umane, molto piu che diritti umani e democrazia che sono solo un fatto di cosmetica, ma bisogna vedere in che modo poi questi interessi vengono gestiti. E’ opinione diffusa che solo certi folli dittatori producono guerre, il riferimento a Hitler e’ un classico, certo Hitler la guerra la cerco’, ma la cercarono anche i suoi nemici.
E’ gia’ piu’ difficile trovare un responsabile della prima guerra mondiale, ma non di meno si tratto’ di follia.
Ci sono due fattori che dovrebbero sconsigliare un governo saggio dall’avventurarsi in una guerra:
1) in occidente l’opinione pubblica non sopporterebbe sacrifici e lutti di una guerra in casa.
2) il mondo globalizzato e’ troppo interconnesso per pensare che il danno fatto ai nemici sia senza ricadute negative
Ma negli USA ci sono anche settori di neocons, generali, direttori di intelligence che si sono espressi a favore di un conflitto contro la Russia, non e’ un processo alle intenzioni, ci sono state dichiarazioni pubbliche. Un generale ha affermato che oggi ci sono armi tali che una guerra durerebbe solo pochi minuti. Con queste premesse due idioti come Trump e Clinton sono burattini perfetti per eseguire gli ordini di certe elite militari di pazzi criminali.
Davide
Chiedo scusa per l’intromissione ma mi permetto di aggiungere un terzo punto:
3-) Una politica dichiaratamente ostile e provocatoria verso due potenze dotate di considerevoli arsenali nucleari (Russia e Cina) non è per nulla saggia.
david cardillo
Professor Giannuli, mi ricordo che circa due anni fa, io e Lei avevamo avuto uno scambio di vedute sul tema del populismo, in cui avevo avanzato la tesi per la quale tale fenomeno si spiegava con la delegittimazione delle istituzioni iniziata in Occidente con i movimenti extraparlamentari degli anni ’60 (appositamente infiltrati dai servizi segreti, vedi il ruolo svolto dalla CIA negli scontri di Chicago alla convention democratica nell’agosto 1968). A quanto pare, gli sviluppi della politica in America, dove si tratta di scegliere tra la peste del cialtrone Trump e il colera della devastatrice del Medio Oriente Killary Clinton (la K iniziale non è un refuso), mi stanno dando ragione, anche se non posso certo dire di esserne lieto.
Aldo S. Giannuli
in una certa misura è vero che la delegittimazione delle istituzioni in Occidente ha una radice sessantottina (al netto dalla questione delle infiltrazioni che lasciamo da parte), però il sessantotto non fu un fenomeno populista o premessa di questi perchè era culturalmente molto sofisticato. Le radici del populismo odierno semmai vanno riportate ad anni ottanta quando il sessantotto era stato sconfotto e forse proprio per questo
Davide
‘però il sessantotto non fu un fenomeno populista o premessa di questi perchè era culturalmente molto sofisticato. ‘
Questa frase la farò leggere a mio padre, piccolo imprenditore nel settore della carpenteria metallica, oramai in pensione, che nei primi anni ’70 incontrò, per motivazioni di lavoro, un ‘ingegnere’ di una azienda sua cliente che non era in grado di calcolare nemmeno lo sviluppo di un cono.
Inutile dire che mio padre, che terminò gli studi a 14 anni con la terza avviamento, gli bagnò letteralmente il naso.
ilBuonPeppe
E’ curioso osservare come rispetto a Trump ovunque si leggano cose come “indecente”, “impresentabile”, “pericoloso” e via denigrando ma senza mai portare un fatto a sostegno di questi epiteti. Il massimo che si è riusciti a fare è stato accusarlo di avere “legalmente” non pagato le tasse.
La Clinton invece “inciampa” nello scandalo delle email. Dalle quali però si ricava che mente e imbroglia a più non posso, oltre ad essere responsabile diretta della guerra in Libia e quindi di migliaia di morti.
“mettere i giocattoli nucleari nelle mani di un pazzo furibondo di quella fatta”
Forse volevi dire “pazzA furibondA”.
Gaz
La Acme News diretta da Willy Coyote ha diramato una notizia sensazionale.
Dalla Libia, Afganistan, Siria, Yemen e Iraq sono partiti osservatori internazionali alla volta degli Usa per controllare la regolarità e la democraticità delle elezioni presidenziali.
Dall’Ocse hanno fatto sapere che in nord America in questo periodo fa freddo.
All’arrivo della delegazione internazionle all’aeroporto Fiorello La Guardia di New York, di buon mattino il presidente Putin si è fatto trovare in persona per servire cornetti freschi appena sfornati con la nutella e capuccini.
Il Bomba intanto sta pensado di ingaggiare con qualche mancia gli osservatori internazionali e di portarli in Italia insieme alle Pussy Riots e le Femme per aumentare il numero di adolescenti ai suoi comizi: qualcuno gli ha ricordato che bisogna essere forti prima di tutto nel numero.
Quando alla Clinton hanno raccontato le ultime notizie, le è venuto l’ennesimo colpo apoplettico.
Gli staff congiunti dei due candidati poco candidi alle presidenziali, per festeggiare la partenza degli osservatori internazionali e lo scampato periglio, in ringraziamento del Bomba, hanno deciso di festeggiare con i fuochi d’artificio nucleari, ovvero con una testata (al muro) per ciascuno dei due campioni di democraticità.
Paolo Selmi
Grande Gaz! sempre in ottima forma!
Gaz
🙂 grazie.
Giorgio Pirre'
Alla fine degli anni ’90, su consiglio di un amico ho letto “American Government: Freedom and Power” di Lowi e Ginsberg (ho controllato: e’ tuttora in commercio; l’ultima edizione e’ del 2006).
Sulla base di un apparato statistico poderoso si dimostrava la progressiva incapacita’ del sistema politico e istituzionale statunitense (a tutti i livelli) di risolvere politicamente i conflitti politici ed il ricorso, progressivamente in aumento, al sistema giudiziario per trovare (qualche volta) il punto di equilibrio.
Ricordo di aver inviato una email a Repubblica (o direttamente a Vittorio Zucconi, non ricordo) sull’argomento, durante i guai di Clinton con la stagista (1998), proprio come possibile spiegazione. Quando si arrivo’ allo stallo Bush-Gore (2000) Zucconi commento’ in un suo articolo qualcosa come: “Chi lo avrebbe mai detto che in USA il ricorso al sistema giudiziario per risolvere conflitti politici sarebbe arrivato a questo punto.”
La mia impressione e’ che il fenomeno abbia proceduto secondo la medesima linea di tendenza.
Penso anche che la progressiva perdita di capacita’ politica e di decisione delle elite politiche occidentali vada di pari passo alla (e sia conseguenza della) loro progressiva perdita di potere reale.
Nei mesi scorsi ho letto dei commenti sgomenti o anche solo di presa d’atto che in una qualche maniera si sarebbe sul punto di poter fare a meno della politica (o addirittura dei governi: prendi il caso spagnolo e prima ancora quello belga) perche’ tanto il “Sistema” si regge da solo. Approcci di queso genere rischiano di essere subalterni agli equilibri di forza attuali per come si sono consolidati da 30/40 anni a questa parte (“rassegniamoci”) e favorirebbero un maggiore squilibrio dei rapporti di forza a favore delle attuali elite economico-finanziarie. D’altro canto, e’ anche vero che l’attuale ceto politico occidentale sembra sempre piu’ marginalizzato rispetto ai luoghi di decisione piu’ importanti (anche soltanto rinunciando a prendere decisioni).
Per continuare con gli USA: bisogna tenere presente quello che ha scritto e detto piu’ volte Dario Fabbri, un redattore di Limes: sia che vinca Trump sia che vinca Clinton, il futuro presidente degli USA fara’ gli interessi degli USA. Poi, leggo l’intervista del moderato e pacifista Luttwak al Giorno (31.10.2016) che tra l’altro dice: “… se la Clinton vincesse avrebbe poca importanza. Allo stato dei fatti la nomina di uno Special Prosecutor sarebbe probabile, se – come pare – la Camera rimanesse repubblicana. E altrettanto probabilmente uno Special Prosecutor sarebbe l’ inizio di un procedimento di impeachment”.
Mi chiedo quali altre sorprese dobbiamo aspettarci.
Roberto B.
“che un personaggio indecente come Trump arrivi alla candidatura alla Presidenza ….è di una gravità senza precedenti.”.
Orsono 22 anni, anche un’altro “personaggio indecente” è arrivato ad una candidatura di Presidente, dalle nostre parti. Quindi, nulla di nuovo sotto il sole: una volta tanto sono gli americani a seguirci nei nostri psicodrammi.
Comunque, non sottovaluterei la tradizionale capacità del popolo americano di compattarsi attorno al suo Presidente. E Trump sarà anche un parvenu, politicamente parlando, ma quanto a gestione del potere e sapiente uso del denaro, non penso che sia l’ultimo dei fessi.
Perciò non darei per scontato neppure che, se eletto, possa subire un boicottaggio dal suo staff e da quant’altri senza reagire adeguatamente: e un Presidente USA ha poteri e mezzi tali che prima di soccombere …. in tanti ci rimetterebbero l’osso del collo.
Il vero dramma è un’altro: l’Impero Sovietico è morto da tempo e anche quello USA non si sente troppo bene. Ma chi prenderà il loro posto? Quest’Europa sull’orlo del disfacimento un giorno si e l’altro pure? La Cina, amica di tutti e di nessuno, che si sta ubriacando di finto benessere e pensa solo ad accumulare quattrini ed a comprare in giro per il mondo tutto quello che si può comprare? Il mondo islamico, capace solo di proporre oscurantismo e indifferente alle libertà individuali?
Oppure possiamo davvero immaginare un mondo, per di più globalizzato, di primus inter pares?
Tenerone Dolcissimo
Vedo con piacere che comincia a farsi largo l’idea che
1) quando un personaggio viene definito indecente c’è qualcuno che ha contribuito a dipingerlo tale
2) chi lo ha definito indecente ha qualche interesse molto molto molto molto sporco da portare avanti
ESTOTE PARATI FRATRES
Roberto B.
Come ho già scritto in un’altra occasione, l’unico lato positivo che vedo in Trump consiste nella evidente falsità della sua avversaria.
L’ accostamento al nostro Berlusconi non è casuale: appare sostanzialmente come un Berlusconi all’americana, con la classica sindrome egocentrica del “Faccio tutto io”, dell’ “Io so io, e voi non siete un …”, solo con le apparenze ed i modi esagerati tipici da quelle parti.
Pensandoci meglio però, direi che fu Berlusconi a copiare (male) dagli americani e non viceversa.
Paolo Selmi
“Oppure possiamo davvero immaginare un mondo, per di più globalizzato, di primus inter pares?”
Ciao Roberto… al momento, secondo me, si. E se così la pensassero anche gli americani, invece di seminare “caos creativo” ovunque non riescano a metterci le zampe, avremmo (mi sento di dire senza troppi “forse”) meno guerre in giro per il mondo. Anche perché, avere ragione, contemporaneamente, di Russia, Cina e Iran, solo per parlare di continente eurasiatico, è abbastanza “ilare” come pretesa… oops, mi è scappato! 🙂 Ciao!
Paolo
Roberto B.
E’ proprio il discorso sulla globalizzazione, che non sono riuscito a mettere a fuoco adeguatamente.
Io invece penso che un mondo di ipotetici primus inter pares si ridurrebbe ad una specie di Italia manzoniana, tutti contro tutti, signorotti locali che spadroneggiano serviti da bande di malfattori eufemisticamente chiamati “milizia personale”.
Altro che meno guerre in giro: centinaia e forse migliaia di piccole guerre locali!
E già se ne vedono i prodromi oggi: non so quante, ma certamente di guerre in giro per il mondo ce ne sono parecchie,di molte neppure se ne parla, e aumentano di pari passo con l’indebolimento dei blocchi egemoni. Il tutto ad iniziare proprio dalla caduta del Muro e dalla fine del dualismo Cattivi Sovietici contro i Bravi Americani.
Paolo Selmi
Capisco il tuo punto di vista e le tue ragioni… e spero tanto che ti sbagli! 🙂 Lo spero perché, altrimenti, più che un mondo multipolare andremo sempre più verso un vaso di pandora appena scoperchiato. In effetti, ci sono tutti i segni per temere questo. Tuttavia, penso che il braccio che arma il signorotto è sempre un braccio più forte di lui: venendo a mancare il presupposto, per esempio l’ingerenza americana, piuttosto che cinese, piuttosto che russa, iraniana, israeliana, turca e via a scendere… alla fine avremmo conflitti locali abbastanza semplici da risolvere, anche per la relativa scarsità di armamenti. Di fatto, anche l’Italia manzoniana era il teatro degli scontri di potenze ben maggiori rispetto ai piccoli, italici, staterelli che controllavano. Non è un caso se, l’azione unificatrice del nostro Paese, ebbe successo nel momento di maggior crisi di quegli stati nazione europei che, tradizionalmente, a questo si opponevano. Insomma, penso (oppure spero!) che entrambi i quadri prefigurati possano giocarsela alla pari. Questo nel campo, puramente, geopolitico. Nel campo economico sono purtroppo costretto a darti pienamente ragione: la pax americana è durata, nel campo del cosiddetto “mondo libero”, una percentuale infima rispetto a quella romana, a cui spesso qualcuno si è lasciato andare nei paragoni; complici non soltanto le resistenze interne, ma anche il modo di produzione stesso. Piantati i paletti con il mondo esterno, i romani procedettero a scambi commerciali limitati con lo stesso (monete romane rinvenute in Cina non significa certo TTIP! :-)): il modo di produzione schiavistico ne aveva abbastanza entro gli “angusti” limiti dell’augusto impero, nuove campagne sì, nuove campagne no. Lo stesso valse per i cinesi, e via discorrendo. Semplifico, e mi scuso per la superficialità con cui lo faccio, ma vorrei che passasse un concetto di fondo: il modo di produzione capitalistico, sia gestito da privati che dallo Stato, caduto il muro, ha aggredito terre vergini quali non ne vedeva dai primi tempi del colonialismo. Un capitalismo di rapina, devastante negli effetti di impoverimento sui territori occupati, da un lato, e in quelli bellici dall’altro. In altre parole, se da un punto di vista puramente geopolitico è e sarà folle pensare di dominare il mondo, da quello economico sarà quello che tenteranno di fare le superpotenze globali di questo pianeta, a cui tutte vanno stretti gli spazi angusti dei loro attuali domini e, pertanto, con sempre meno soft e sempre più hard power giocano una pericolosa partita a tutto campo. L’unica cosa che, a mio avviso, potrebbe riequilibrare il tutto, è la finitezza della crescita economica data dalla scarsità di risorse (in ultimissima analisi) e, nel breve termine, la consapevolezza che siamo comandati, chi più chi meno, da gente miope, strutturalmente legata all’immediato (la desertificazione produttiva nel nostro Paese, la progressiva finanziarizzazione dell’economia cinese piuttosto che, come notava Giannuli mesi fa, la sua sciagurata politica del figlio unico e, andando oltreoceano, la disperata politica della FR americana nei confronti del dollaro). Due o tre mosse concatenate di questo tipo e, forse, certi velleitarismi torneranno a cuccia spinti da altri piccoli velleitarismi in ascesa: non potendo più scatenare guerre in mezzo mondo, si giocherà meno a risiko e più a scacchi, o a weiqi. Ciao!
Paolo
g
mi sfugge il perchè la stessa Clinton col bottone rosso davanti debba essere considerata meno pericolosa di uno come Trump.
la Clinton è assai più guerrafondaia.
Aldo S. Giannuli
si ma Trump è del tutto irrazionale
Davide
Quindi a suo avviso sarebbero del tutto ‘razionali’ le politiche di destabilizzazioni di Siria, Iraq e Libia, il caos egiziano e la politica dichiaratamente aggressiva verso una potenza dotata di un considerevole arsenale nucleare ?
Qui non possiamo dare proprio nessuna responsabilità a Trump.
Aldo S. Giannuli
gli erriri (o le colpe) politici sono una cosa,le rea
Tenerone Dolcissimo
Caro Giannuli, grazie per l intervento che ci ha chiarito molte cose.
Come commenti la posizione del Washington post che ha criticato l FBI suggerento, un po’ apertis verbis ed un po’ fra lerighe, che meglio sarebbe stato aspettare per pubblicare tutto ovviamente dopo le elezioni?
Aldo S. Giannuli
che sono tutti terrorizzati della vittoria di Trump
Gaz
Il futuro presidente supremo cartone animato Illry Trump – Donald Clinton sembra essere fuori controllo. Emergerà un figura come lo fu Kissinger con Nixon, il quale si incaricherà di non eseguire gli ordini assurdi del presidente, mandandolo letteralmente a dormire, e assicurandogli invece che i suoi ordini saranno eseguiti. Si creerà un vuoto di potere che sarà invetabilmente occupato da qualcuno dei più stretti collaboratori, ma non dal vice. Il tutto coperto da una fumogena cortina di silenzio protettivo.
Gianluca
Quanto a impresentabili in america ci fu già un certo George W. Bush, che probabilmente truccò le elezioni per vincere la prima volta ma poi fu addirittura riconfermato per un secondo mandato.
Erole
Concordo, a parte sulla periolosità guerriera: la Clinton ha più volte dichiarato di voler realizzare una ‘no fly zone’ in Siria. Questo significherebbe abbattere gli aerei russi e di conseguenza guerra contro la Russia.
Oltre ad essere corresponsabile come ministro degli esteri dell’epoca della guerra di aggressione in Libia e del caos in Africa e nel Vicino Oriente. Mentre il marito organizzò la guerra di aggressione contro la Serbia. Trump sembra invece più disponibile al compromesso. Riguardo all’uso delle armi nucleari è da tenere presente che Trump è padre di cinque figli e nonno di otto bambini e solo ciò potrebbe già essere un deterrente ad un facile impiego.
I giornali americani ed europei appoggiano in modo spudorato la Clinton, molti anche ufficialmente. Perfino “Vogue” che non c’entra nulla con la politica, per la prima volta in cent’anni. E tutti “prevedono” l’affermazione della candidata che appoggiano, consapevoli del fatto che la gente tende ad allinearsi dove prevede che sia la maggioranza. Propaganda farcita continuamente di colpi bassi del peggior ‘gossip’, con la trasmissione di video non autorizzati o con la ormai classica comparsa di femmine ‘molestate’ x anni fa, ovviamente senza testimoni.
Riguardo al caso dei messaggi ‘mail’: in seguito alle indagini sul caso Bengasi, quando la Clinton, allora ministro degli esteri, non fece nulla per salvare l’ambasciatore in Libia linciato dagli islamici, saltò fuori che contro la legge Clinton usava un elaboratore della fondazione del marito e non l’indirizzo ufficiale e molto protetto del ministero, per la sua corrispondenza, tanto di lavoro quanto personale. Quando le fu chiesto di mostrare i messaggi, sostenne di averne distrutta buona parte, perché riguardava la sua vita privata. C’è il forte sospetto che buona parte di questa distruzione (che è stata anche condotta distruggendo a martellate diversi elaboratori) sia stata compiuta dopo che era stato notificato un mandato di perquisizione, quindi in grave spregio alla legge. Alcuni consulenti sono stati sottratti alla testimonianza con trucchi legali ma degni di imprese criminali.
C’è da aggiungere che pare che anche le primarie Clinton vs Sanders siano state manipolate a favore della prima.
andrea z.
Da quello che ho letto Trump sembra più disponibile al dialogo con la Russia rispetto alla Clinton, ma, soprattutto, è contrario al progetto maturato negli anni di Obama di un’Europa a guida tedesca e costretta nella camicia di forza della tecnocrazia neoliberista dell’UE.
Con Trump, per l’Italia, si aprirebbe forse la speranza di un futuro meno sottomesso ai diktat dei fanatici monetaristi di Bruxelles e di Berlino.
La strada verso cui stiamo andando noi italiani di una totale deindustrializzazione a favore dell’economia del nord Europa mi sembra suicida e, sotto una presidenza della Clinton, irreversibile.
Per quanto riguarda la salute mentale di Hillary, girano da tempo filmati sul web, che dimostrano uno stato psichico come minimo disturbato.
Giovanni Talpone
Dal punto di vista dell’analisi di ciò che influenza l’azione politica, la situazione USA è veramente paradossale: tutto quasi l’establishment è con la ragazza, eppure Donald rischia di vincere! Il paragone con Mussolini e Hitler non regge, perché quei signori avevano parte dei poteri forti dalla loro. Ma questo qua, chi ha, a parte l’impazzimento dell’opinione pubblica?
Roberto B.
L’insopportabile antipatia e l’odiosa ipocrisia della sua avversaria.
Allora ditelo
Edizione straordinaria:
«Il profilo Twitter dell’Fbi ha annunciato la pubblicazione delle 129 pagine sulle indagini sulla grazia concessa nell’ultimo giorno di Clinton alla Casa Bianca.» —
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-clinton-sempre-pi-nei-guai-lfbi-pubblica-unindagine-su-1325872.html
Il tweet in questione è: https://twitter.com/FBIRecordsVault/status/793482749025792000
andrea z.
Un articolo chiaro e completo sullo scandalo che ha travolto Hillary:
http://federicodezzani.altervista.org/hillary-clinton-accusabile-spionaggio-favore-paesi-stranieri/
massimo ceci
Mi dispiace ma sono in disaccordo con lei professore, la presidenza della guerrafondaia e psicotica Hillary Killary mi inquieterebbe molto di più dell’eventuale presidenza Trump.
Quanto alla supposta influenza dei russi sulle elezioni americane, mi meraviglia che gli dia credito, la giudico solo una trovata propagandistica di quella bugiarda patologica della Killary Clinton stessa. Forse qualche settore americano si è veramente stancato di fare da palo a dei criminali? Sarebbe bello crederlo….