Postverità: un dibattito falso
Da alcune settimane si è acceso un dibattito fra i più stupidi della storia: quello sulla post verità. Sciocchezze, falsità, se ne sono sempre dette, dappertutto già prima del web: le “leggende metropolitane precedono le “bufale” web. Il fatto che oggi le fesserie, come qualsiasi altra comunicazione, si diffondano con maggiore velocità non sposta di un millimetro la questione.
Ma di che stiamo parlando? Parliamo di messaggi seriali e di contenuto falso che però si dividono in tre tipi:
a- la “bufala” vera e propria: messaggio di un singolo utente che magari ci crede e afferma cose del tipo “ le scie chimiche esistono” oppure “i vaccini fanno male” o anche “la crisi è solo un complotto dei rettiliani” (fate voi)
b- la “bufala super”: messaggio apparentemente di un singolo dietro il quale si nasconde un gruppo interessato o da motivazioni economiche (una impresa che voglia screditare dei concorrenti o creare artificialmente la domanda di un prodotto ecc.) o politiche (ad esempio il negazionismo storico)
c- il “cavallo di Troia”: messaggio, anche questo apparentemente di un singolo utente, dietro cui si cela un servizio segreto nazionale o straniero, interessato a diffondere una voce o una notizia falsa (è quello che, in parte, viene attribuito agli hacker russi per danneggiare la Clinton e favorire Trump).
Si tratta di cose diverse e di ben diversa pericolosità, ciascuna delle quali merita una risposta adeguata. Ad esempio, le bufale semplici, quelle del singolo maniaco della tastiera, diminuirebbero molto se abolissimo l’anonimato rendendo ciascuno responsabile di quel che dice (per quel che sia possibile farlo).
La verità è che questa polemica che, come livello, non è molto meglio delle bufale che vorrebbe combattere, ha solo lo scopo di “mettere le mani sulla rete”, cioè istituire una autority (ovviamente di fonte governativa) che eserciti la censura sul web. E credo che questo abbia a che fare con la reazione dell’establishment nei confronti di un mezzo che gli è sfuggito di mano.
Le classi dominanti iniziano a manifestare una certa irritazione nei confronti di un elettorato che non si comporta più come “dovrebbe”. E così, qualcuno pensa che all’ origine dell’ondata populista di sia il web e medita di metterlo sotto tutela. Sin quei, abbiamo avuto media monodirezionali, con un emittente che parla ed altri che ascoltano, il web è il primo media bidirezionale, per cui chi riceve il messaggio può rispondere o anche emetterne di propri. Ovviamente, questo comporta particolari dinamiche non sempre commendevoli (ad esempio il web, grazie all’anonimato, è una formidabile scuola di maleducazione), ma è il prezzo da pagare per uno strumento di comunicazione del tutto nuovo: c’est la modernitè, cherie!
Aldo Giannuli
aldo giannuli, clinton, post verità, putin, trump, web
Aliquis
Condivido. Speriamo che non ci riescano.
Da questo punto di vista, sono in disaccordo con il compianto Umberto Eco.
Il web non da voce soltanto agli imbecilli.
La dà anche a chi non ha voce.
Gaz
Le scimmie sono chimiche,
la vaccina fa male,
i rettili so’ in crisi (per l’inquinamento),
la cavalla di Troia FG ha partorito;
negare il negazionismo,
i topolini hacker assaltano i cablaggi auto in PVC,
sono fatti che non hanno bisogno del bollino certificativo.
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A quale autorità dovrei fare domanda (preventiva o successiva, in bollo o in carta libera) per dire che l’ispettore Clouseaux è un combina guai?
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Qualche tempo addietro vi fu un costituzionalista che ebbe la geniale idea di fare l’autorità anti bufale? Li per lì pensai che si fosse auto candidato alla Consulta …
Non si fanno più i costituzionalisti di una volta … ora si dedicano al bugiometro.
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E’ con questi pretesti che inizia la lotta politica per far chiudere un’agenzia di stampa libera, ovvero la ACME NEWS, che non ha timore di dirle …
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Duemila anni fa un Uomo ebbe a dire: ego sum via veritas et vita, non disse di certo ego sum post veritatem.
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Post verità in italiano non si può sentire ! Si dovrebbe dire post veritatem.
E dell’ante veritatem non si dice nulla?
Gaz
Proteggiamo la mozzarella di bufala dai malfattori .
Gaz
Pinocchio è stato eletto all’unanimità segretario del PdB, partito della bufala.
foriato
Il gatto e la volpe non si fermano mai…
Gaz
Hanno persino inventato la polizza vita topo.
foriato
Bellissima nicchia di mercato! Che grandi imprenditori! E per la volpe?
Gaz
Smascherato l’arcano del post truth.
Si tratta di un calco linguistico dall’italiano post truffa.
Ai truffini inglesi è andata male: senza gli americani valgono quanto il due a briscola.
Paolo Selmi
Concordo pienamente, professore. La cosa che mi fa più riflettere è proprio la fine del monopolio televisivo dell’informazione. Oggi la casalinga di Voghera ha il suo palmare, “legge su internet” (sic!) le informazioni che una volta erano veicolate da Marta Flavi. Lo stesso, il marito, i figli, ciascuno col suo pezzo di plastica davanti, chiuso nel suo microcosmo, di cui ovviamente discute con amici e sodali fino a farsi venire i calli ai polpastrelli, tanto quanto omette di aprir bocca con chi ha a tavola a fianco. Ciascuno, quindi, in assenza pressoché totale di dialogo, neanche di dibattito, accede a informazioni veicolate nel suo gruppo, o nei suoi. Nella maggior parte dei casi, la “notizia” è data per vera: antico retaggio del monopolio televisivo dell’informazione, imprinting duro a morire, di cui se ne approfittano i produttori di informazioni di cui tu hai brevemente esposto le tre tipologie. Ora, gli scenari di controllo alla ricerca del tempo perduto da parte della verticale del potere sono tipicamente tre:
1. Modello nordcoreano, per intenderci: rete chiusa, controllo totale; risultato – tuffo nel passato ed effetto “jeans, rock, calze di nylon”, che diverrà dirompente qualora cicciobombo allenterà anche solo un attimo la presa sul suo popolo;
2. Modello cinese, nelle varianti morbide (quello a cui vorrebbe tendere la Russia, come scappato di bocca al consigliere di Putin per internet, tale German Klimenko, il 26 gennaio scorso http://www.rbc.ru/rbcfreenews/588a32ac9a7947e620b6b1dc?from=newsfeed) o meno (modello cinese tout court, chiusura parziale dei siti occidentali e totale dei social (anche flickr, per esempio, è oscurato: per far vedere foto ad amici in Cina sono ricorso alla pagina “fotki” del sito amico yandex.ru); di fatto, jeans-rock-calzedinylon è superato, tutti hanno alla portata i pollici su, pollici giù, stelline, mipiace, oroscopo, ricette, calcio, sesso, film proibiti (ovvero all’indice, non solo i banali luci rosse), MA “se ti becco ti saccagno”: ciò che il buon Colonel Cassad, in un suo editoriale di qualche tempo fa, riassumeva (per la Russia, ma vale anche per il Paese di mezzo con questa formula) – la rigidità delle leggi in Russia è compensata dalla non obbligatorietà della sua applicazione (“строгость законов в России компенсируется необязательностью их исполнения” http://colonelcassad.livejournal.com/3207586.html).
3. Modello occidentale? Fatico a chiamarlo tale: modello implica forma, ma l’apparato repressivo occidentale, in questo, è del tutto “liquido”. Limitare la rete è, di fatto, impossibile. Il software che regola il flusso di informazioni è tanto necessario alla circolazione delle stesse, quanto permeabile. La repressione è limitata, pertanto, alla pedopornografia e alla pirateria informatica intesa come
– libera riproduzione di materiali coperti da diritti;
– attività “a scopo di lucro”.
Circa la cosiddetta “lotta al terrorismo”, l’impressione è che i corpi di polizia seguano il tuo consiglio di qualche tempo fa: non chiudere, ma infiltrare; almeno, così appare da quel poco che trasmettono delle conferenze stampa che seguono la chiusura di operazioni. E’ l’uovo di colombo: non servono autorizzazioni di PM e sono, di fatto, intercettazioni ambientali a costo zero che si nutrono del prezioso apporto di egocentrici e narcisisti che non riuscirebbero neppure un secondo a tenere a freno il loro esibizionismo e il loro infantilismo di ritorno.
Più preoccupante è, invece, il versante “informazioni”. Anche qui, la verticale del potere annuncia progetti di legge ma, di fatto, non riuscirebbe mai tappare la bocca della verità. Che fare, allora? Semplice, renderla “una fra le tante”, sommergerla nella fogna di un’informazione sempre meno riflessiva e sempre più “di pancia”, depotenziarla all’interno di un flusso di stimoli percettivo-sensoriali decisamente più allettanti: ho due minuti di tempo, che faccio? Mi leggo l’approfondimento sull’ennesima trappola rappresentata dal proporzionario? o clicco sul video sensazionalistico che mi propone il mio “amico” di merende nell’ennesima catena di sant’antonio? E alla fine della quale appare un bel “Guarda come questi ladri puntano al vitalizio!” da cliccare per soddisfare anche la mia “civica” incazzatura e lavarmi la coscienza sul mio essere “animale sociale” e non solo “social”. A ben vedere, questo sistema “liquido”, elevato a totem della libertà da alcuni postmodernisti, è assai più repressivo del primo “cortina totale su jeans-rock-calzedinylon” e assai più efficace del modello “cinese”. La “post-verità” è l’elettroshock, la lobotomia senza nemmeno scomodare elettrodi e ferri.
In questo senso, anche il meccanismo di consenso e potere messo in piedi dalla Casaleggio e associati appare sempre più – come peraltro messo in luce dalle crescenti contraddizioni di questi mesi – come la ruota di scorta del sistema, come via per recuperare schegge impazzite, devianti, potenzialmente pericolose, disinnescandole e riconducendole a un’innocua incazzatura di pancia “pro domo sua”, mascherata da alternativa sistemica e cardine invece della dipendenza carismatica dal vertice del movimento: un vertice che nasce quasi forgiato da un fuoco sacro su cui sacrifica tutto (la “Verità” con la V mauscola, senza compromessi) e che via via si laicizza sul cammino della “verità” “normale” e “normalizzata”, che abbaia ma non morde, fino ad ammettere, di fatto, la presenza di più verità (la mia e quella dei giudici) di fronte alle quali non valgono più i principi di autorità precedentemente assunti e di fronte alla cui scelta, operata dal vertice volta per volta in base a criteri inconfutabili, nessuno, nessuno, né base né quadri intermedi, può opporre obiezioni.
A questo punto, anche l’anonimo che insulta gratuitamente o diffonde notizie false, è parte di questo gran carnevale, inteso come “grande psico-dramma collettivo dove l’uccisione del re-fantoccio (ovvero la presa del potere delle classi subalterne) non dà vita alla ritorsione […] benevola concessione delle classi dominanti che permettono dei giorni di “rovesciamento”, dove ogni struttura di potere si allenta per poi rigenerarsi e consolidarsi in maniera sempre più autoritaria (Pietro Piro, “Ha ancora senso il Carnevale nella società dello spettacolo?” https://www.academia.edu/1472561/Ha_ancora_senso_il_Carnevale_nella_societ%C3%A0_dello_spettacolo). Bachtin, forse, ci sarà ancora utile a comprendere i meccanismi di potere di oggi, ben peggiore di quello del Risus paschalis, in quanto carnevale mediatico dove spazi, tempi e modi sono stereotipati, istituzionalizzati, canalizzati in modo assai più funzionale ed efficace per il potere: “Un tale momento non salva dall’Ordine, ma ri-crea la forza di sopportarlo; non promette un’ek-stasis definitiva, ma dà l’energia per resistere alla Legge, nella Legge, nel tempo delle sue incessanti trasformazioni. La promessa di redenzione finisce sempre col fallire – ma tali momenti ci consentono di affrontare il ripetersi dei fallimenti (M. Cacciari, in Piro, cit., p. 12)”.
Per questo, se dovessi definire il cosiddetto “Modello occidentale”, lo definirei un “Carnevale spurio, ma tutto l’anno”.
Un caro saluto e scusami la lungaggine.
Paolo
benito
“…Un caro saluto e scusami la lungaggine.
Paolo..”
volevo leggere l’intervento ma e’ troppo lungo ci ho rinunciato.
Paolo Selmi
Chiedo nuovamente scusa Benito.
In sostanza, parlo di potere e media nel mondo, individuo 3 tipologie che si differenziano per controllo sociale DIRETTO, tentativo di controllo sociale diretto e controllo sociale INDIRETTO, il nostro. L’ultimo, paradossalmente, più efficace dei primi due. Perché? Mi viene in aiuto la categoria bachtiniana di carnevale: la rete – e la società in generale – come carnevale spurio tutto l’anno. spurio, perché – e ho in mente Venezia – nel medioevo davvero per quei giorni il re fantoccio aveva il potere e “ogni scherzo valeva”, oggi invece il grado di eversione è molto ridotto. però è tutto l’anno. l’illusione SEMPRE (come dicono le pubblicità delle tariffe telefoniche, non a caso) di accedervi.
Scusa ancora e ciao!
paolo
fabio t
vedrete ora che il mov altright e al potere quanti tombini si apriranno sul web. se hitler avesse avuto youtube a quest ora vivremmo nel romanzo di dick la svastica sul sole.
certo nessuno vuole la censura ma negare che sia un problema quando anche i futuri segretari di statosi inventano le stragi x giustiricare i decreti presidenziali….
Allora ditelo
Ma di che dovremmo effettivamente parlare?
«Il neologismo post-verità, derivante dall’inglese post-truth, indica quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza.
Nella post verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi effettiva sulla sua veridicità o meno dei fatti reali.
In una discussione caratterizzata da “post-verità”, i fatti oggettivi, chiaramente accertati, sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica rispetto ad appelli a emozioni e convinzioni personali.» —
https://it.wikipedia.org/wiki/Post-verit%C3%A0
A titolo esemplificativo non sarebbe una novità scoprire che anche la caratterizzazione della postverità possa essere interessata da siffatto fenomeno.
La post-verità è piuttosto menzionata per sottolineare un accantonamento dell’approccio critico senza stare a specificare se ciò avvenga “per opportunissimo” o “per difficoltà”.
Il fatto che i cialtroni siano sempre esistiti -essi siano di “classi dominanti” o meno- non implica condiscendenza verso di essi, né che il fenomeno assimilabile abbia gli stessi trade-off (contropartite tra pro e contro) che un tempo taluni “scientemente” consideravano accettabili.
Non sarebbe un’attenuate constatare che un “malessere” simile non sia sola prerogativa delle persone comuni negli spazi virtuali, né ciò rappresenterebbe una ragione razionale per avallare il peggiore lassez-faire.
Mi perdonino i cripto-liberisti ma il “relativismo cosmico” non può essere sdoganato dall’esaltazione del mercato e dei suoi consumatori.
Peraltro le opinioni ed i fatti hanno “status epistemico” differente come insegnano in alcune scuole.
Non tutto ciò che viene proposto come fatto potrebbe essere “fattualmente vero”, talvolta si tratta di “fattoidi”, affermazioni la cui “fattualità” rimane non verificata.
E chi avesse mai avuto la cura di _verificare_ quanto letto (a partire da quelli che almeno comparano più quotidiani), di cercare le “fonti documentali” non esplicitamente menzionate (non è mica sempre una “wikipedia”, l’internet dei blog e dei giornali), dovrebbe avere l’idea di quanto impegno richieda “integrare” o “supplire” al lavoro che si suppone “delegato a” giornalisti e pubblicisti “fallibili”.
Il tempo è una risorsa limitata per chi non può permettersi consulenti, maggiordomi, autisti, e quanto di altro offre il terziario e la mole di DATI che “sarebbe” da verificare può ben superare le possibilità individuali.
Fatto è che non sempre il “consumatore” possa verificare la “fattualità” di ciò che gli viene proposto, nonostante ciascuno abbia un generico interesse a porre rimedio a questa “difficoltà” VISTO il contesto sociale di “malessere” ove si diffonde un “sentimento” di perdita “autorevolezza” generalizzato delle fonti mainstream.
Che si fa, si assume a prescindere che la “competizione” basti da sola? https://it.wikipedia.org/wiki/Il_mercato_dei_limoni
Perché gli elementi ci sarebbero tutti per desumere che il “livello medio di autorevolezza” con cui è percepito chi “visibilmente” operi nel “mercato delle informazioni” possa non essere lontano da quello dell’ignoto maleducato del web.
Internet è solo un “mezzo di trasporto” di dati che consente un’offerta esponenziale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Coda_lunga#Coda_lunga_ed_economia_del_web
LE postverità “ufficiali o ufficiose” che siano sono un danno per tutti specie da quando si è formata una collettività ben oltre il numero di Dumbar.
Il cittadini che «hanno ben altro pel capo che la democrazia», hanno forse anche altro che occuparsi di verità?
Ai cafoni di Fontamara il macchiavellismo di don Circostanza è costato caro.
https://it.wikipedia.org/wiki/Fontamara
Non sono passati abbastanza lustri?
Forse è il caso di evolvere anche altre sovrastrutture per fare dell’intelligenza collettiva (non il groupthink) un fenomeno di massa.
E si parte prima dalla fattualità e completezza delle informazione necessarie alle DECISIONI.
Le decisioni consapevoli non devono essere cose accessibili solo a ricchi ed agiati.
Basta “ciucciate la matita”.
Non avvilisce solo chi ci crede.
Allora ditelo
A proposito di “internet”: Indimedia non ha funzionato
https://it.wikipedia.org/wiki/Independent_Media_Center#Reputazione
Allora ditelo
Dicono che Trump sia postveritiero e maleducato e che intenda smantellare “stabilmente” le politiche “stabilmente” approvate da Obama grazie alla governabilità.
A cominciare dalla postverità sul riscaldamento globale.
E c’è invece chi ha valutato di “vaccinare” le persone per prevenire la disinformazione.
Anita
Caro Allora Ditelo
io umilmente qualche tempo fa..ho provato a renderlo più umano nei suoi post…devo constatare con molto dispiacere di aver fallito. Pazienza . E’ sempre robotico…
non è giusto ,io vorrei leggerli i suoi post, ma non ci riesco….;-)
Anita
potrebbe almeno fare i suoi post in duplice copia ? uno disumano (come sempre ) ed un altro con lo stesso contenuto ma “umano”..per noi lettori sempliciotti persone comuni..?…non poter leggere i suoi post mi provoca un dispiacere…
Allora ditelo
Cara anita il sarcasmo non soddisfa tutti né tanto meno l’iposcrisia in cui le piace sguazzare senza umiltà alcuna.
Allora ditelo
A proposito le consiglio vivamente di tenere presente le implicazioni della “meccanizzazione” come riesce a illustrare Chiara Volpato ne “La negazione dell’umanità: i percorsi della deumanizzazione”.
Gaz
ACME NEWS
Eccezionale ritrovamento degli archeologi della Intergalatic University sul pianeta Terra.
Durante uno scavo effettuato negli strati profondi di Washington, che fu capitale dell’Impero Americano, sono stati rinvenuti diverse batterie intercontinentali di Su-post verità al buflonio arricchito, già armate e pronte al lancio, ma inspiegabilmente rimasti sulle rampe.
Al momento gli archeologi, con l’aiuto del Centro anti-bufale galatttico, sono propensi a ritenere che si sia trattato di un incidente dovuto alla mancanza di propellente nei Su-post. Si ipotizza anche l’insufficiente arricchimento del buflonio a causa di un appalto truccato vinto da un magnate al tempo dell’Impero Americano.
Anita
Signor Gaz
I need help !!!!…lei che ha il senso dell’humor…quindi è “umano”…mi potrebbe dare una mano ..a render più umano Allora Ditelo ???…io non ci riesco…sono scoraggiata…
Gaz
Mala tempora currunt.
Vede Anita, ho compreso che ha bisogno di una mano, ma per questo post sono già in accordo con la cooperativa allevatrici di bufale arl . Come mentore dell’ACME NEWS vogliono vedere su me gli effetti che fa la post veritatem.
Pinocchiesche !!!
Giorgio Pirre'
Concordo sul fatto che ci sia la volonta’ di rimettere in riga eventuali dissensi; si parla ovviamente di milioni o miliardi di persone: quindi e’ ridicolo.
Pero’ il fenomeno potrebbe essere molto piu’ interessante.
Si potrebbe ipotizzare (ne aveva accennato Lucia Annunziata in una trasmissione con Mentana e Merlo) di una rivolta contro il principio di autorita’.
Cerco di spiegarmi.
L’attuale spirito del tempo e’ caratterizzato una sorta di ideologia del soddisfacimento immediato dei propri desideri: il paradigma migliore che posso proporre e’ lo spot pubblicitario che promette la felicita’ attraverso l’acquisto di un prodotto o di un servizio.
La crisi della macchina del consenso (ne ha scritto Chomsky) e’ qualcosa di piu’ allora della conseguenza di una tecnologia che permette una comunicazione multidimensionale (non bidimensionale); piuttosto questa tecnologia e’ al servizio di un mutamento colossale dell’atteggiamento rispetto alla Legge.
E’ anche un po’ una falsa coscienza: difficilmente si puo’ avere la felicita’ acquistando un detersivo o un fuoristrada.
Un altro aspetto del problema potrebbe essere una sorta di guerra tra perdenti: i rappresentanti dei poteri emarginati dalla globalizzazione e dal capitalismo finanziario pensano di recuperare attraverso la ri-conduzione alla ragione dei sudditi ribelli, i quali da parte loro applicano alla comunicazione politica lo stesso paradigma della (promessa della) pubblicita’. Un po’ come dire che le liberta’ borghesi sono formali e nascondono diseguaglianze economiche.
Ovviamente, meglio la situazione odierna che quella precedente. Basta sapere, pero’, che si rischia di avere falsi bersagli e false aspettattive di palingenesi.
Roberto B.
A proposito dello “spot pubblicitario che promette la felicita’ attraverso l’acquisto di un prodotto o di un servizio”, questo tipo di comunicazione pubblicitaria era in uso fino agli anni ’80, inizi ’90.
Da tempo ormai si è avuta una inversione semantica: oggi il messaggio non è più quello, non sarebbe più creduto, è invece più indiretto e, se possibile, più subdolo.
Invece di promettere una impossibile felicità basata sul semplice possesso di un prodotto, si utilizza la paura del negato: in pratica, si cerca di suscitare l’infelicità in risposta ad un comportamento negativo verso il prodotto/servizio proposto.
“Se non compri il prodotto sei uno sfigato, non capisci o peggio, non te lo puoi permettere”.
E questo vale non solo per i prodotti, ma anche per le idee.
Giorgio Pirre'
Mi pare che rimanga valida la relazione tra acquisto di un prodotto e immediata modificazione (in meglio) della propria condizione.
Pero’ quello che dici e’ interessante perche’ immette nella comunicazione (prima verticale: proprosta di prodotto-consumatore) anche una finta relazione sociale. Secondo il tuo ragionamento: se lo fanno i migliori lo devo fare anche io. Se possibile e’ un rafforzamento della logica di massificazione, visto che propone una felicita’ di gruppo omologante; piu’ o meno cone dire che esiste Facebook con un miliardo e 800 milioni di utenti, e chi non ne fa parte e’ uno sfigato. Siamo in linea con una logica di massa apparentemente comunitaria e potenzialmente manipolabile da chi controlla lo strumento.
Roberto B.
Non per fare del sofisma, ma sottolineo una differenza che ritengo fondamentale: non è la ” immediata modificazione (in meglio) della propria condizione” che viene veicolata, ma il pericolo di peggiorarla.
In buona sostanza, non si dice “compra e andrai a stare meglio”, ma “compra, se non vuoi essere uno sfigato”: cioè, prima si prometteva un miglioramento, adesso si incita all’acquisto, almeno per non subire una diminutio.
Insomma, o si perde, o si pareggia, in perfetta linea con i tempi. E’ la logica della massificazione, bellezza!
Giorgio Pirre'
Integro la risposta gia’ data al post di Roberto B.
Ho detto “relazione sociale falsa”; specifico: una relazione sociale mediata dall’oggetto o servizio o idea proposta tramite un meccanismo verticale o manipolato in modo che possa sembrare orizzontale (per es. i video virali).
Chi controlla lo strumento di comunicazione controlla la relazione sociale che e’ quindi falsamente comunitaria ed orizzontale.
Allora ditelo
La visione del mondo influenza anche la percezione delle cose osservate direttamente e l’interpretazione delle informazione recepite tramite intermediari al che si può avere polarizzazione persino nella percezione di “obiettività” (eg hostile media effect)
Le argomentazioni basate sull’autorevolezza non consentono di derogare alle questioni di merito ma generalmente costituiscono la base di euristiche utilizzate per minimizzare le attività cognitive ed evitare di procedere alla verifica puntuale e dispendiosa accettando le informazione sulla base di “fiducia” soggettivamente percepita (circa l’autorevolezza)
Nondimeno il “principio di falsificabilità” rimane un approccio centrale alla conoscenza scientifica.
Si può parlare di “dissenso” solo qualora si intenda riferirsi a controversie di opinioni (sull’interpretazione di fatti accertati)
Es. Se genitori vegani riducono alla malnutrizione i figli perché non consultano uno specialista (medico) per seguire una dieta bilanciata non si può parlare di “dissenso”. E non ci sarebbe bisogno di osservare chiaramente gli effetti della malnutrizione per “riconoscere” se una dieta risulterebbe sbilanciata. Sé ciò fosse uno specialista non sarebbe potuto essere d’aiuto.
Né questo esempio riuscirebbe a sottolineare che scegliere tra una alimentazione onnivora ed una vegetariana può essere oggetto di controversia di opinione ma riconoscere quali squilibri inducano la malnutrizione si basa su evidenze fattuali.
«Facts are stubborn things; and whatever may be our wishes, our inclinations, or the dictates of our passions, they cannot alter the state of facts and evidence» — John Adams
I fatti sono opinabili ma si collocano ad un livello differente dalle opinioni: essi vanno accertati senza gravi omissioni altrimenti sarebbero “notizie tendenziose”.
Dunque la questione è se deve individuarsi un livello minimo di “servizio” o se si possa iniziare misurare la diffusione di disinformazione con conseguenze di particolare rilievo sociale.
Sondaggi sulle bufale non se ne fanno spesso.
La disinformazione può essere usata per costruire falso consenso: quello che -a parole- non vorrebbe nessuno, che sia frutto di monopolio o di crowd-outsourcing.
Allora ditelo
A partire dal minuto 3:40 Travaglio menziona alcune “bufale” precedentemente diffuse dai media senza attendere la “doverosa” verifica fattuale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/04/raggi-e-m5s-travaglio-se-non-ce-la-fa-puo-dimettersi-poi-rinuncino-alle-elezioni-studino-e-preparino-una-classe-dirigente/3367909/
Quando si legge qualcosa riportata come “fatto” non si dovrebbe essere ridotti ad avere il dubbio che in seguito potrebbe essere smentita “a propria insaputa” per non aver cercato affannosamente rettifiche materializzatisi in qualsiasi momento (magari in un angolo nascosto di un quotidiano)
Adesso che ci penso non mi risulta che le varie testate giornalistiche abbiano una “carta di servizi” in cui si impegnino verso i propri clienti a garantire un certo livello di servizio o a risarcirli per i disagi.
Gaz
ACME NEWS
Geniale idea dei tecnici di via XX Settembre per rientrare dello zero virgola qualcosa come imposto da Bruxelles di Deuschtland: tassare le bufale.
E’ scoppiato il panico in Germania !
Gaz
Cercasi BUFALOMETRO in buone condizioni di uso.
Contattare sig. Occhio Pino ore pasti. cell. xxxxxxxxx
Astenersi Fata Turchina, Geppetto e soci.
Herr Lampe
Sono in disaccordo solo su un punto: nessuno su Internet è anonimo. Forse chi con la rete ci lavora. Forse.
Sarebbe interessante avere anche il parere di Curioni…
Gaz
@ Herr Lampe.
Su certi temi sono davvero incontinente, mi appropinquo ovunque nel post, in qualsiasi angolo.
Non so come facciate a sopportarmi, non so come faccia il Prof. Giannuli a leggermi.
Siete dei Santi !!
Gaz
Gli osti dei CastElli Romani si sono riuniti in Conclave per trovare la soluzione al problema della post veritatem, che sta facendo diminuire le vendite di vino al dettaglio.
Interpellati i maggiori studiosi del fenomeno, nessuno ha saputo dare una soluzione soddisfacente.
Ormai rassegnati, ha preso la parola Romoletto er ciociaro, mezzo spretato e mezzo oste, il quale ha suggerito lo slogan della nuova campagna pubblicitaria:
IN VINO VERITAS
I presenti hanno brindato con un quartino alla faccia della post veritatem.
foriato
Mi unisco volentieri! Per i postumi della verità e le fate alternative, cincin!
Gaz
Cin cin!
Herr Lampe
Gaz, si contenga! Lei è un dipendente pubblico!!! (ricit.)
Gaz
.. e lui era un dipendente pubico.
E cmq sono indipendente. 🙂
andrea z.
A proposito di bufale, quelle degli americani e dei loro servizi di intelligence sono da sempre quelle migliori, perchè provengono da una fonte universalmente considerata autorevole e perchè sono spesso alla base di tragedie e guerre planetarie:
http://www.libreidee.org/2015/07/bugie-per-scatenare-la-guerra-cosi-fan-gli-usa-da-sempre/
andrea z.
Sempre sull’inesauribile fantasia USA in fatto di bufale:
“…mentre la tv, sintonizzata su Cnn, trasmetteva il discorso del segretario di stato Colin Powell alle Nazioni Unite: stava mostrando le prove della famosa “pistola fumante”, le foto satellitari delle armi di distruzione di massa.
Chi gliele aveva date? Il capo della National Geospatial Intelligence Agency, James Clapper, lo stesso che come direttore della Nsa ha portato le prove dell’interferenza degli hacker russi nelle recenti elezioni presidenziali americane”.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alberto_negri__iraq_la_madre_di_tutte_le_bufale_come_nasce_la_disinformazione_globale/5871_18656/
Mario Vitale
Non credo che l’abolizione dell’anonimato potrebbe servire all’establishment per controllare il web. I più pericolosi per la casta al potere sono i giornalisti ed i blogger non allineati, i quali hanno credibilità anche perché possiedono un’identità. Quanti voti è in grado di spostare un Marco Travaglio e quanti può influenzare un napalm51?
Mattia
Attenzione solo alle proposte di “abolizione dell’anonimato sul web”, che non potrebbero che creare un sistema di sorveglianza totale, pericoloso sia in regimi non democratici che in luoghi apparentemente liberi. Non confondiamo l’web con i giornali. Sulla carta si puó leggere in maniera anonima (nessuno sa che giornali leggo, quali articoli ecc..) mentre sul web la fruizione di contenuto avviene nella stessa maniera della sua creazione.
Emiliano
Ovviamente il dibattito sulle notizie fabbricate è solo fumo negli occhi per nascondere i fallimenti a catena che il secolare progetto della globalizzazione sta subendo.
Si sposta l’attenzione del pubblico su una cosa che è stata inventata insieme ad homo sapiens cioè la bugia; si riempiono interminabili dibattiti televisivi parlando di bugie presunte per coprire altre bugie ben più grosse e pacchiane.
Ecco quindi commentatori con il piglio serio delle grandi occasioni che ci ammoniscono sulla bufala del vaccino che fa male, mentre i giornali ogni sei mesi ci ripropongono la ben più grossa bufala della influenza-fine-di-mondo che proviene di volta in volta da suini, cavalli, polli, gatti(ci manca solo il liocorno) e ci ammoniscono pure le multinazionali che piangono lacrime amare perchè il bando firmato da Trump impedirà loro di portare in patria la creme degli scienziati e ingegneri esteri, senza però spiegarci che cosa centrano gli scienziati e gli ingeneri indiani, cinesi ed europei con il bando dei paesi musulmani i quali come è noto esportano solo due cose petrolio e fisici quantistici(quanti premi Nobel della chimica verranno dallo Yemen o dalla Libia? Mah).
Ma per fortuna ci sono gli Hacker russi, a cui è stata già attribuita la sconfitta della Merkel alle elezioni in Germania e la vittoria della Le Pen in Francia, caspiterina questo sì è quello che si dice “mettere le mani avanti…”.
Che poi qualcuno mi spiegherà questa interessante aporìa: se io dico che a far perdere la Clinton è stata una organizzazione sconosciuta di Hacker russi, di cui non c’è una sola prova materiale utilizzabile in un tribunale, e che quella operazione fa parte di un ben più vasto piano della Russia per destabilizzare l’occidente e incrinare la “fiducia” dei cittadini occidentali nei loro governi(sì vabbè…) utilizzando solo un canale satellitare ed un solo sito internet di giornalismo e se dico che così facendo sono riusciti ad annullare decenni di indottrinamento Hollywoodiano di intere generazioni, ebbene se dico queste cose ma scusate non è forse complottismo il mio?
P.S. Credo che i vaccini siano una grande invenzione e che arriverò ad 80/90 anni anche grazie alla scienza medica(se non mi fa fuori prima la crisi economica), credo che l’informazione giornalistica sia una grande invenzione se si mettono le opinioni in una apposita rubrica separata e riconoscibile dai fatti, credo che i fringuelli che stanno ripopolando la campagna dove abito(grazie forse allo spopolamento degli umani) non saranno loro a sterminare la mia razza con uno starnuto; più probabile che facciamo tutto da soli con una guerra atomica in Ucraina o in Iran…