Il piano elettorale del M5s.
A quanto pare, il M5s non si è mosso dal suo progetto del 40%. Va detto che il Pd ce la sta mettendo tutta per far vincere i 5stelle ed alla fine, magari, ci riuscirà. Però bisogna tener conto di una legge del comportamento politico: al di sopra di una quota ”fisiologica” ogni voto in più costa molto più sforzi dei precedenti. Chiariamo meglio il punto.
Ogni partito ha un suo bacino naturale più o meno ampio e poi ha un’area di espansione fatta di elettori indecisi fra esso ed i partiti più vicini. Ovviamente, i voti dell’area “naturale” sono quelli che si confermano con minore difficoltà e, a meno che ci si trovi in una fase calante, tornano a parità di sforzi, cioè con iniziative politiche e propagandistiche in grado di persuadere gli elettori. Per semplificare il discorso, diciamo che ad un 1% di voti corrispondono sforzi pari ad 1, per cui, se il partito X il 10% di partenza, gli sforzi necessari e sufficienti saranno pari a 10. Poi si passa all’elettorato “indeciso”, cioè che no sa se votare per il partito X o altri partiti. Ovviamente, ci sarà una parte più orientata verso X e poi altre più disposte verso altri. Inoltre, l’area di un partito Y, in fase calante, sarà più penetrabile di quella di un partito K che è in fase crescente.
Dunque c’è una prima fascia elettorale verso la quale il partito X avrà più facilità di espansione, e, poniamo, ad un incremento di un 1% corrispondano sforzi pari ad 1,5. C’è poi la fascia più esterna dell’elettorato in dubbio, quello degli elettori più orientato verso altri o di partiti in fase espansiva, dove ci si deve misurare con un maggiore contrasto ed ogni incremento dell’1% costa sforzi pari a 2.
Oltre questa fascia, occorre mordere nel “bacino naturale” di altri partiti e, simmetricamente a quanto abbiamo detto per quello del bacino del partito X, è ovvio che il costo della penetrazione è massimo, diciamo 1 a 4. Banalmente, si tratta della legge dei “rendimenti decrescenti” che è valida anche qui, oltre che in economia oppure, se la mettiamo sul piano militare, della legge per la quale ogni avanzata perde di forza ed intensità man mano che procede. Tutto sommato, una cosa di buon senso.
Veniamo al caso del M5s ed usiamo come punto di riferimento le elezioni del 2013, nelle quali il M5s conquistò il 25%, la coalizione del Pd il 29%, quella del centro destra il 28,5% ed il centro il 10% (cifre approssimative per semplificare il calcolo) e consideriamo i flussi elettorali di questi anni che hanno segnalato un interscambio “forte” fra M5s e area di centro-sinistra da un lato e Lega dall’altro, e “debole” con centro e Forza Italia.
Ovviamente non possiamo considerare il 25% come bacino naturale perché anche il M5s ha una fascia di indecisi che possono passare ad altri partiti, per cui consideriamo la base naturale intorno al 20% (alle europee il M5s prese il 21% e subì marcati flussi in uscita verso Pd, astensione meno verso la Lega). Dunque partiamo da un 20%: verso l’astensione è possibile che il M5s guadagni qualcosa, ma, i risultati recenti (nelle amministrative il M5s prende sempre molto meno che nelle politiche) ed i sondaggi parlano di flussi molto modesti anche se non sfavorevoli.
Verso l’area che votò il centro sinistra nel 2013, il M5s ha le sue possibilità di espansione più promettenti: il risultato del referendum, la recente scissione, il logoramento di una infelice gestione del governo, l’erosione del ruolo carismatico di Renzi rendono questa area particolarmente penetrabile. Meno promettente è il campo di espansione verso la Lega che è anche essa in fase di espansione rispetto al 2013 e dove occorre attendersi un maggiore contrasto. Mentre l’area di centro e Fi resta reciprocamente refrattaria rispetto al M5s. Questo schematicamente. Il M5s appare in una fase nettamente espansiva, anche se ostacolata dalla vicenda romana che però, al di là della singola città, sembra incidere poco sul piano nazionale.
Per cui è presumibile un travaso di 7-8 punti dall’area del centro sinistra (compreso il recupero di parte dei voti persi nel 2014), forse di 1-2 punti nello scambio con l’area dell’astensione, e forse (ma molto forse) di 1 punto nei confronti della Lega ed un 1 punto verso l’area dei partiti minori o di dispersione. Quindi, nella migliore delle ipotesi, un 10-12 i punti aggiuntivi. A questo però occorre aggiungere i flussi di ricambio demografico: in meglio per il M5s sia per i nuovi elettori fra cui esso miete più consensi che nella media generale, che per gli elettori defunti (come si sa, è nelle fasce di età maggiori che il M5s raccoglie meno consensi). Dunque, possiamo calcolare un riequilibrio demografico dell’1-1,5% a favore del M5s.
Infine, è possibile che una rivalutazione del risultato del M5s possa derivare da un crollo del voto degli altri a favore dell’astensione. Questo, però non è attualmente valutabile, se dovessimo tener presenti i risultati delle amministrative, dovremmo parlare di flussi negativi per Pd e Fi, ma questo è un dato non valutabile anche perché, nel referendum ci si aspettava una flessione, ma c’è stato invece un afflusso molto maggiore del previsto.
Dunque, tutto considerato, l’area di espansione del M5s appare, nel migliore dei casi, intorno ad un 14% aggiuntivo alla base del 20%. Cioè il 34%. Il che significa che non solo occorre massimizzare le aspettative, ma operare un ulteriore sfondamento del 6%.
Può darsi, ma non appare affatto probabile. Il guaio peggiore è che il M5s non sembra aver approntato alcun piano b nel caso che mancasse l’obiettivo 40% e questo potrebbe rivelarsi un brutto affare il giorno dopo le elezioni.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, di battista, di maio, grillo, il movimento 5stelle può prendere il 40%, m5s, strategia m5s verso le elezioni
Gaz
“carisma di Renzi”.
Mahh. Da queste parti sembra non goderne tanto. Ha perso un referendum. Il suo partito ha subito qualche scissione. Se poi si affida di nuovo a Big Jim -che prevedibilmente ingaggerà un corpo a corpo con gli scissionisti- e cinguetta con Pisapia-ia-ia, il regalo al M5S è bello e fatto.
Per ragioni diverse, idem Berlusconi. Non sembra più l’unto dal Signore, l’immortale.
La Lega di Salvini, che pur non ha un gran carisma, cresce sulla base del lavoro politico.
Non è detto che la perdita di carisma dei leader di partito sia un male.
Poi è da valutare quanto incida sulla graniticità dei zoccoli duri.
Allora ditelo
Con la II Repubblica anche il carisma si misura in modo maggioritario ma in realtà son tutti scarsi:
Matteo Renzi scende al 26% (-1%), Salvini è al 22% (-1%), Meloni 21% (-2%), Di Maio al 19% (-1%), Grillo al 18% (-2%).
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/sondaggi-cala-fiducia-in-gentiloni-e-governo-b7395bc3-d0ae-44d0-9574-bd456697a17b.html
Gaz
Errata/c. degli zoccoli
davide
Mi scusi ma Renzi al 40% ci è arrivato non vedo perchè il M5S non posso avvicinarsi alla fatidica soglia. E poi in campagna elettorale può succedere di tutto. Però questa volta si parte dal 30%
Petrus Aloisius
Caro Aldo,
sei il solito pessimista ….
Se ci è arrivato Renzi al 40% perchè non dovrebbe arrivarci il M5S che è già al 30 %?
E poi, quale sarebbe il piano B?
L’alleanza dei talebani con Salvini e Meloni?
Aldo S. Giannuli
caro Petrus Aloisius abbi fede:con i disastri che ha combinato il Pd magari riuscirà anchein questa impresa…
Aliquis
Non posso non fare amare riflessioni.
Se si fa un confronto con i tempi della Prima Repubblica, nei suoi tempi migliori, non si può non vedere che oggi i partiti sostanzialmente non esistono…..sono soltanto dei gruppi oligarchici. Basti vedere come non considerano per niente nè il pronunciamento dei cittadini al referendum, nè la sentenza della Corte Costituzionale sull’ Italicum. Se ne avranno la possibilità questi partiti rifaranno una terza legge elettorale incostituzionale e una terza manomissione di parte della Costituzione infischiandosene allegramente di tutto. Ho riletto un articolo di Piero Gobetti del 1925 “Rimpiagendo la proporzionale”. All’ epoca, la proporzionale fu abolita dal fascismo. Negli anni Novanta sono stati gli stessi partiti antifascisti a farlo, a partire dall’ erede del più antifascista di tutti, quello comunista. Mi viene da pensare che il “Piano di Rinascita democratica” di Licio Gelli del 1975 consistesse nel prendere possesso, infintrandosi, nei principali partiti italiani, PCI compreso, per trasformarli in partiti fascisti……non riesco a capire diversamente tanto distacco abissale dal popolo, ma non solo; distacco totale da qualsiasi principio non solo democratico, ma addirittura liberale. Quello che c’è in Parlamento è lontanissimo da come è il popolo…..
Tommaso B
Concordo con Giannuli, il problema non è fare campagna elettorale per raggiungere il 40%, il problema è fare chiarezza sull’eventuale piano B, che ha molte più probabilità di verificarsi del piano A.
L’assenza di un piano B espone infatti il M5S a gravi problemi di credibilità verso i potenziali elettori:
– Se il M5S arrivasse anche al 39.9%, non ci sarebbe nessuna garanzia di ricevere un incarico per governare, potrebbe ad esempio nascere l’ennesimo governo di larghe intese per tenere fuori il M5S.
– Se il M5S tentasse di fare un governo con il suo 39.9% dovrebbe ricevere la fiducia da alcune forze politiche che superino almeno il 10%, ma difficilmente riceverà questo appoggio senza dare in cambio poltrone.
– Se il M5S cedesse alla richiesta di poltrone per governare, cadrebbe nella trappola dell’inciucio, che ha sempre detto di voler combattere, perdendo così la faccia prima ancora di cominciare.
Per limitare il più possibile i danni il M5S dovrebbe compiere delle azioni di trasparenza verso il proprio elettorato prima delle elezioni:
– Annunciare che nel caso non venga raggiunto il 40% verrà indetta una votazione online per chiedere se il M5S debba restare all’opposizione o tentare di formare un governo
– Annunciare che nel caso sia stato scelto di formare un governo saranno gli iscritti a votare online la coalizioni di governo tra quelle possibili
In questo modo il M5S terrebbe fede ai principi fondanti di trasparenza e democrazia partecipata, sfidando direttamente i partiti che si definiscono democratici, ma che nella realtà non coinvolgono gli iscritti nelle loro decisioni.
Il M5S potrebbe però fare molto di più per rendersi credibile agli occhi degli elettori, ovvero cercare di istituzionalizzare la scelta della coalizione di governo attraverso l’istituzione di un secondo turno, dando così a tutti gli elettori la possibilità di scegliere la coalizione di governo, tra quelle che si possono formare dopo i risultati del primo turno, che deve essere proporzionale puro e senza coalizioni, per rispettare il principio costituzionale di rappresentatività.
La Corte Costituzionale ha infatti bocciato il ballottaggio dell’Italicum, poiché non garantisce la necessaria rappresentatività, ma non ha bocciato il secondo turno, che per contro garantisce la governabilità, ovvero l’individuazione di una maggioranza di governo certa, con un mandato forte dato democraticamente dagli elettori.
Le due coalizione che si sfiderebbero sarebbero presumibilmente capeggiate dal M5S e dal PD, che quindi si scontrerebbero come in un ballottaggio, ma si porterebbero dietro uno o più partiti a sostegno.
Una simile legge elettorale garantirebbe maggiori chance di successo al M5S, poiché come dimostrano i ballottaggi delle elezioni comunali, il M5S è in grado di catalizzare il voto di tutte le forze di opposizione contro il PD.
In commissione e in parlamento il M5S dovrebbe quindi sfidare i partiti ad inserire nella legge elettorale il secondo turno. Se i partiti non accettassero la proposta il M5S avrebbe buon gioco nel dire che i partiti sono democratici solo a parole, ma che nella realtà preferiscono solo fare inciuci per non far governare il M5S.
E’ una soluzione che responsabilizza il governo, ma che responsabilizza anche gli elettori, che non potranno più dire che il governo non è stato democraticamente eletto.
E’ una soluzione win-win che il M5S dovrebbe seriamente prendere in considerazione
Aldo S. Giannuli
il secondo turno nonè costituzionalmente ammissibile
Tommaso B
Professore, potrebbe per cortesia motivare l’affermazione lapidaria.
Ho chiesto a molti e nessuno ha dato una simile risposta.
Quindi le sarei molto grado se potesse argomentarla.
Grazie
Tommaso B
La sentenza della Corte Costituzionale
http://www.youtrend.it/2017/02/09/motivazioni-sentenza-corte-costituzionale-italicum-testo-integrale/
Specifica bene perché il ballottaggio dell’Italicum è incostituzionale, non rispetta la rappresentatività e l’unicità del voto, nel senso che il secondo turno è una prosecuzione del primo e ne altera i risultati.
I ricorrenti proponevano già di modificare il ballottaggio considerando le coalizioni per risolvere il problema, ma la Corte Costituzionale ha detto che tali modifiche spettano al legislatore, dicendo quindi implicitamente che tale possibile soluzione non è anticostituzionale.
A maggior ragione un secondo turno, che non alteri minimamente il risultato del primo turno, ma che semplicemente permetta agli elettori di scegliere democraticamente la coalizione di governo è pienamente Costituzionale.
Art 1.
L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti della Costituzione.
Aldo S. Giannuli
Se mi spiega come si fa ad adottare il ballottaggio in un sistema bicamerale e con differenti elettorati, magari ci capiamo. Ogno tanto proviamo ad usare il cervello
Tommaso B
Gentile Professore, mi scuso se in poche righe non riesco a spiegarmi, ma le assicuro che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Il ballottaggio non si può fare, come giustamente sentenziato dalla corte costituzionale, che ha anche affermato che il legislatore deve armonizzare le leggi elettorali di camera e senato.
Ora mi sembra superfluo ricordare che attualmente il legislatore è anche il M5S, che può catalizzare su certi emendamenti anche le altre opposizioni.
Il M5S propone voti di sfiducia, che magari non passano, ma che hanno un forte impatto sull’elettorato, perché dovrebbe esimersi dal proporre mozioni sulla legge elettorale in chiave democratica, che mettano all’angolo i partiti che si definiscono democratici?
Tornando alla proposta:
– primo turno proporzionale puro, senza coalizioni, in linea con quanto già deciso dal M5S e garanzia di rappresentatività Costituzionale.
– secondo turno che non altera i risultati del primo turno, ovvero non modifica le percentuali delle forze politiche ottenute al primo turno, come espresso dalla sentenza della Corte Costituzionale.
Il primo turno serve per eleggere i rappresentanti in parlamento, il secondo turno per eleggere la coalizione di governo, qualora nessuna forza politica superi il 40% al primo turno.
Le possibili coalizioni dovranno quindi superare il 40% o il 50%, se non si prevede il premio di governabilità, gli elettori sceglieranno democraticamente la coalizione di governo, NON si tratta di un ballottaggio, teoricamente si possono presentare anche più di 2 coalizioni.
Esempio: PD+centro, PD+sinistra, M5S+sinistra, M5S+destra.
Gli elettori sceglieranno direttamente e democraticamente la coalizione di governo preferita, fermi restando i poteri costituzionali del presidente della repubblica che nomina i membri del governo in base ai risultati delle elezioni, NON si tratta dell’elezione diretta del premier.
Penso di essermi spiegato, ma sono disponibile ad ulteriori chiarimenti.
Allora ditelo
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Caro Tommaso B il precedente generato dalla sentenza 1/2014 consente di ipotizzare che se anche Lei fosse in errore un Parlamento eletto con legge elettorale incostituzionale avrebbe la possibilità di proseguire indisturbato.
Ma ricordi bene una cosa la GOVERNABILITÀ non è principio costituzionale, altrimenti la Consulta non lo avrebbe chiamato “obbiettivo di rilevanza Costituzionale”.
Allora ditelo
pardon era “obbiettivo […] di “rilievo costituzionale”
Una parte molto controversa della sentenza è anche quella della rappresentatività in rapporto all’astensione.
Giacché le “interpretazioni” della Consulta sono normative per sanare eventuali criticità sopraggiunte non resterebbe che riformulare in modo da ripristinare la forma di democrazia di massa più moderna.
La Costituzione non era nata per emulare protodemocrazia modello westminster le dichiarazioni nei verbali ci sono.
https://en.wikipedia.org/wiki/Elective_dictatorship
Allora ditelo
Quale sarebbe la formulazione di una riforma costituzionale che chiarisca ai dubbiosi che non è legittimo alterare per legge la rappresentatività del Parlamento ostacolando -anzi alienando- la possibilità di concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”?
“Voto libero” non significa usare sistemi elettorali che incentivammo l’astensione o che coartino le scelte dell’elettore (con meccanismi ben codificati dai politologi e dunque meccanismi notoriamente intenzionali).
La costituzione è non discriminatoria e non può avallare censure politiche e compressioni della scelta di voto.
Spetta ai cittadini rimasti (e non scivolatati nell’astensione) prendere atto delle connotazioni regressive di simili impostazioni e rifiutarle.
Come può continuare una farsa ipocrita quando si parla di “scollamento dalla base” dei politici “casta”, populismo ecc.?
Ma chi è che SINCERAMENTE pensa che una democrazia come la nostra sia nata per indurre all’astensione più della metà degli elettori.
Nel generare nell’elettorato malcontento e la percezione di essere inascoltati?
QUALE è la definizione di democrazia che si vuole dare una volta svuotata tale parola del suo contenuto originario?
Allora ditelo
Altro equivoco interpretativo “partecipare alla determinazione della politica nazionale” non significa riduzione artificiosa all’impotenza del “diritto” di tribuna ma significa che le “coalizioni” che non abbiano un consenso rappresentativo e puramente proporzionale non debbano essere in grado di superare le questioni pregiudiziali di costituzionalità poste in Parlamento.
Questa abitudine a leggi incostituzionale perché tanto c’è la Consulta è una cosa di volgarità ed irresponsabilità inaudita.
Roberto B.
Capisco i ragionamenti, ma non si partecipa alle elezioni, si ottiene il 39,9% di consensi e poi si fa una specie di secondo turno casereccio per chiedere a quattro gatti, in buona sostanza, “Siete proprio sicuri che dobbiamo governare? Ci autorizzate davvero?”.
Quando si è in ballo, bisogna ballare.
In questi casi, i piani B li fanno quelli che non sono sicuri di mettersi in gioco davvero. Andiamo prima a contarci, poi si vedrà il da farsi, a seconda della distribuzione dei voti e della situazione.
Non finisce mica il mondo nel 2018, e neppure queste elezioni saranno l’ultima sponda. L’eventuale piano B si costruirà in quel momento.
Tra l’altro, ammesso che si riesca a sfondare questo muro del 40%, poi non saranno mica rose e fiori: basta vedere quello che sta accadendo a Roma. E ci sarà da gestire anche i rapporti con il PdR, vecchio e nuovo, con l’Europa, con la Nato, con gli USA, ECC. ECC. Altro che piano B!
.
Tommaso B
Concordo, ma c’è un problema di fondo, il M5S è in parlamento e come tale partecipa alla stesura della legge elettorale, presenta mozioni e può raccogliere consensi.
Se ci ritroveremo dopo le elezioni con una situazione di ingovernabilità o con l’ennesimo inciucio di palazzo, una parte della colpa sarà anche del M5S, se non avrà fatto niente per evitare che questa situazione si verifichi.
Ulteriore aggravante è che il M5S professa la democrazia partecipata e diretta, ma se nella sostanza non propone nemmeno una legge elettorale che permetta agli elettori di scegliere direttamente e democraticamente la coalizione di governo, si contraddice da solo.
Per trasparenza verso tutti gli elettori il M5S dovrebbe dire prima delle elezioni se intende comunque governare, anche nel caso non raggiunga il 40%.
D’altra parte il M5S è l’unico che ha sempre detto che presenterà la squadra di governo prima delle elezioni, come ha fatto a Torino.
L’importante è che in caso di non raggiungimento del 40% non si faccia fregare dai partiti e non freghi di conseguenza gli elettori, che altrimenti avrebbero potuto votare per altre forze politiche.
Aldo S. Giannuli
faccio presente che decidere la coalizione vincente prima delle elezioni coporta l’uso del maggioritario (oltre che essere una autentica bestialità) mentre il M5s è per il proporzionale. Per piacere non facciamo frittate per cui il maggioritario è una forma di democrazia diretta. Non diciamo bestialità
Tommaso
NO, si veda risposta sopra, la proposta non prevede coalizioni pre elettorali.
Come dimostrano le elezioni del 2013 ed i 3 governi che sono seguiti, formati da frammenti di coalizioni che hanno tradito il mandato elettorale, le coalizioni pre elettorali non sono garanzia di rappresentatività e governabilità.
La proposta preve la creazione di coalizioni, ad esempio su base programmatica, solo dopo il primo turno, nel caso in cui nessuna forza politica superi il 40%.
Le coalizioni verrebbero votate direttamente e democraticamente dagli elettori al secondo turno.
Faccio presente che i partiti potrebbero riesumare le coalizioni al primo turno per fregare il M5S, ma sopratutto gli lettori.
Allora è meglio che il M5S li sfidi a viso aperto, coalizione sì, ma devono essere gli lettori a scegliere democraticamente al secondo turno.
Aldo S. Giannuli
vedo che proprio non capisce perchè il secomdo turno non è applicabile stante questa costituzione
Tommaso B
Gentile professore, lei che uno storico saprà sicuramente che ai fratelli Wright dicevano che l’uomo non avrebbe mai volato, così come a John Houbolt dicevano che il rendezvous in orbita lunare non fosse praticabile.
L’uomo vola ed è arrivato sulla luna con il rendezvous in orbita lunare.
Mi spiace molto che si scartino delle ipotesi a prescindere, senza argomentare le motivazioni.
Piuttosto preferirei una risposta che spieghi per quale motivo la proposta potrebbe compromettere un governo guidato dal M5S.
Purtroppo temo che in assenza di regole certe si possa ripetere ciò che è avvenuto nel 2013, quando alcuni parlamentari del M5S hanno preferito uscire e sostenere un governo di larghe intese.
Quello che è certo è che nella Costituzione attuale non è previsto il vincolo di mandato.
Quello che non è certo è che la Costituzione impedisca un secondo turno in cui siano gli elettori a scegliere direttamente la coalizione di governo ed evitare democraticamente l’emorragia di parlamentari.
Comunque la ringrazio per la discussione, molto stimolante.
Aldo S. Giannuli
facciamo così: Mi dice l’età degli elettori che dovrebbero votare al secomdo turno?
Tommaso B
Articolo 58
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età.
Questo vincolo viene pienamente rispettato dal primo turno.
Il secondo turno, come espresso dalla Corte Costituzionale, non deve rappresentare la prosecuzione del primo turno.
Il secondo turno è disgiunto, deve indicare la coalizione di governo, non la rappresentatività nelle camere.
Quindi in linea teorica possono partecipare al voto al secondo turno tutti gli elettori che abbiano raggiunto la maggiore età, senza che questo sia in conflitto con l’articolo 58 della costituzione, poiché non si alterano i componenti del senato, che sono stati definiti dai risultato del primo turno dove hanno votato i maggiori di 25 anni, si definisce solo chi deve governare.
Aldo S. Giannuli
be se si tratta solo di questo basta cambiare un paio di dozzine di articoli della Costituzione e si può fare—
Tommaso B
Quali articoli in particolare? Me ne potrebbe per cortesia indicare anche solo uno.
La proposta è talmente semplice che è quasi offensivo doverla spiegare.
Al primo turno proporzionale vengono eletti:
– Tizio
– Caio
– Sempronio
Al secondo turno si chiede agli elettori se devono governare
– Tizio + Caio
– Caio + Sempronio
– Tizio + Sempronio
Come questo possa essere incostituzionale non è ancora riuscito a spiegarmelo nessuno.
Aldo S. Giannuli
ma la Coistituzione l’hai letta almeno 1 volta^?
Allora ditelo
Non è ammissibile “mandato (elettorale) imperativo”; Il governo richiede la fiducia di entrambe le Camere; Le coalizioni sono possibili anche con premio di lista al 1° turno.
Tommaso B
Discorso chiuso.
La Taverna ha appena detto che se il presidente della repubblica darà l’incarico al M5S “voglio vedere il partito che non ci sta”
Insomma vecchia politica da prima repubblica, altro che democrazia diretta e partecipata.
Buona fortuna.
Allora ditelo
Tommaso B ha mai notato che le riforme elettorali che lei sostiene costituiscano un artificio per aggirare i quorum deliberativi del Parlamento inquinando le deliberazioni ed attenuando i controlli intraparlamentari al punto da generare leggi incostituzionali?
Nella sentenza 1/2014, la dizione “manifestamente incostituzionali” non venne mica preferita per caso alla qualificazione di certe scempiaggini semplicemente come “incostituzionali,” non crede?
Siamo arrivati al punto da accondiscendere a meccanismi che incentivino l’astensione e -come se non bastasse- a consentire gravi distorsioni delle deliberazioni per cui UNA “MINORANZA”DEL 60% dei votanti poiché non “coalizione” non possa bocciare singole leggi dannose per la Nazione.
groupthink, o pensiero di gruppo, è il termine con cui, nella letteratura scientifica, si indica una patologia del sistema di pensiero esibito dai membri di un gruppo sociale quando questi cercano di minimizzare i conflitti e raggiungere il consenso senza un adeguato ricorso alla messa a punto, analisi e valutazione critica delle idee. https://it.wikipedia.org/wiki/Groupthink
La Costituzione ha anticipato molte teorie moderne ma qui siamo al punto di non avere più il senso del ridicolo.
http://www.luigieinaudi.it/doc/osservazioni-sui-sistemi-elettorali-nellipotesi-che-la-scelta-cada/
Tommaso B
Al primo turno proporzionale vengono eletti:
– Tizio
– Caio
– Sempronio
Al secondo turno si chiede agli elettori se devono governare
– Tizio + Caio
– Caio + Sempronio
– Tizio + Sempronio
Vince Tizio + Caio e governano
Le leggi continuerà a farle il parlamento, composto sempre e comunque da:
– Tizio
– Caio
– Sempronio
Mi spiega concretamente come questo possa costituire “un artificio per aggirare i quorum deliberativi del Parlamento inquinando le deliberazioni ed attenuando i controlli intraparlamentari al punto da generare leggi incostituzionali”?
Allora ditelo
Mi spiega concretamente come questo possa costituire “un artificio per aggirare i quorum deliberativi del Parlamento[…].
La sua proposta include il premio di lista al 40% al 1° turno. E questo significa che il rimanente 60% verrebbe menomato nell’esercizio dei diritti politici anche ove si trattaste di impedire l’approvazione di leggi incostituzionali.
Circa il 2°turno sembra che Lei non voglia ammettere che l’aspettativa che questo intende realizzare violerebbe il “divieto di mandato imperativo” (che Lei stesso aveva pur menzionato).
Le leggi le dovrebbe approvare il Parlamento sulla base di valutazioni di merito e non sulla base di “cartelli politici” o secondo vincoli preconcetti degli elettori.
«My worthy colleague says, his will ought to be subservient to yours. If that be all, the thing is innocent. If government were a matter of will upon any side, yours, without question, ought to be superior. But government and legislation are matters of reason and judgment, and not of inclination; and what sort of reason is that, in which the determination precedes the discussion; in which one set of men deliberate, and another decide; and where those who form the conclusion are perhaps three hundred miles distant from those who hear the arguments?»
http://press-pubs.uchicago.edu/founders/documents/v1ch13s7.html
Mi trovo nella difficoltà di reperire i dati pertinenti per verificare la fattualità della seguente ma gliela propongo lo stesso:
«Il partito di governo non fa quasi mai quel che vuole e in Italia il partito comunista approvava gran parte delle leggi emanate dal Parlamento. Si pensi che, negli anni cinquanta, al culmine della guerra fredda e delle contrapposizioni ideologiche, più del novanta per cento delle leggi emanate dal parlamento italiano furono approvate all’unanimità; nel 1970 lo statuto dei lavoratori fu approvato dal settanta per cento del parlamento, con il voto contrario di pochi, dei liberali mi sembra, e l’astensione del PCI che pretendeva di più; 3) la legge sull’equo canone fu votata da “entrambi gli schieramenti”; 4) la distribuzione dei tre canali RAI a PCI, PSI e DC è nota; 5) la riforma del diritto di famiglia fu approvata, con il consenso delle sinistre, da un parlamento a maggioranza democristiana.»
— http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30206
Allora ditelo
il dato delle deliberazioni negli anni ’50 sembra sia stato originariamente sostenuto da Alessandro Pizzorno ne “Le difficoltà del consociativismo” che non ho visionato.
Allora ditelo
Partendo dal presupposto che voglia istituire un secondo turno dando la possibilità di raggruppare (di loro volontà) più liste elette al primo turno in modo che superino il valore soglia di 40%:
Tecnicamente tale valore implicherebbe la possibilità di massimo due coalizioni:
per esempio Amax 41% e Bmin 40% e Cnil 19%
Ammesso che gli elettori scelgano Bmin e si costringa il PdR ad accettare la loro proposta di esecutivo e la totalità del Parlamento ed ad votare la fiducia a tale governo…
…Amax e parte di Cnil potrebbero comunque votare una mozione di sfiducia appena giudicassero l’esecutivo non soddisfacente a prescindere dalle intenzioni originarie dell’elettorato.
E magari l’elettorato, se potesse essere interpellato nuovamente, approverebbe anche la nuova proposta di governo “imprevista” all’atto delle elezioni.
Perché Amax e Cnil non si sarebbero coalizzate fin dall’inizio?
Magari divergevano su temi che il Parlamento aveva poi affrontato durante la legislatura e prima della mozione di sfiducia.
I famosi “programmi” che violano la Costituzione (ove fossero considerati contratti elettorali) non vengono approvati istantaneamente ma secondo un cronoprogramma .
Ed è possibile che nel corso della legislatura su alcuni temi ci siano maggioranze “rappresentative” alternative.
http://www.openpolis.it/dossier/3-poli-contrapposti-tanti-temi-comuni/
Tommaso B
Tutti i ragionamenti sopra sono condivisibili, ma
mi sa che qui sono in tanti a non conoscere la Costituzione e le sentenze della Corte Costituzionale.
Per quanto riguarda il premio con soglia del 40% non dovete prendervela con me, ma con la Corte Costituzionale, che lo ha ritenuto ragionevolmente elevato da garantire comunque la rappresentatività.
La Costituzione esplicita
Parte II: Ordinamento della Repubblica
Titolo I: Il Parlamento
Titolo II: Il Presidente della Repubblica
Titolo III: Il Governo
Tre entità distinte, i ministri possono anche non essere parlamentari.
Mi fermo però qui, perché capisco che a molti piace disquisire in termini teorici, mentre personalmente cerco soluzioni pragmatiche …
Grazie comunque per la stimolante discussione.
Quindi cosa c’è di così incostituzionale da prevedere in una Repubblica Democratica in cui la sovranità appartiene al popolo due distinte elezioni:
– Elezione del parlamento
– Elezione della coalizione di governo
Fermi restando tutte le prerogative costituzioni del Presidente della Repubblica.
Allora ditelo
«Tutti i ragionamenti sopra sono condivisibili, ma mi sa che qui sono in tanti a non conoscere la Costituzione e le sentenze della Corte Costituzionale.» — Tommaso
La sentenza della Corte Costituzionale invoca i “principi di ragionevolezza e proporzionalità” (paracostituzionali) essendo nella costituzione deliberatamente previsti pochi vincoli espliciti stando ai verbali (a cui seguì la legge truffa nella I legislatura: gli scritti di Einaudi menzionati riguardano tale contesto storico).
Il fatto che la Costituzione abbia lacune e che Corte Cost abbia carattere normativo della “interpretazioni” della Costituzione non obbliga Lei a favorire premi di lista al 40% e le avevo già sottolineato che la sentenza implica la necessita di una riforma costituzionale: le sarà sfuggito ma il commento è quelle 15 marzo 2017 a 11:58 ove si menziona parte dell’art 3 cost.
Quello che stabilisce il dovere di rimuovere gli ostacoli alla “partecipazione politica” ma nell’interpretazione sembra molti abbiano difficoltà a capire in cosa possa ciò consistere.
Allora ditelo
« Mi fermo però qui, perché capisco che a molti piace disquisire in termini teorici, mentre personalmente cerco soluzioni pragmatiche …» — Tommaso
L’immagine che Lei ha di sé stesso è irrilevante alla questione specialmente se continua ad invocare l’art 1 Cost senza bilanciarlo con gli altri (es il 67, il 94).
Il suo esempio è trascritto come se le coalizioni le debbano scegliere gli elettori avendo schede che presentino tutte le combinazioni possibili che sarebbe “praticamente” violazione del 67 cost.
Presumo che sia stato un Suo errore fatto per la fretta ma nel caso non lo fosse avrebbe dovuto spiegare la natura delle sue convinzioni senza invocare la parte della Costituzione non dirimente.
«Le possibili coalizioni dovranno quindi superare il 40% o il 50%, se non si prevede il premio di governabilità, gli elettori sceglieranno democraticamente la coalizione di governo» — Tommaso
Poi avendo Lei parlato di “governo di coalizione” suggerendo anche coalizioni intorno al 40% ha praticamente indicato implicitamente che quel 40% debba anche essere sufficiente a superare positivamente il voto di fiducia al governo ma non ha spiegato “praticamente” come.
Perché non può esserci “coalizione di governo” senza un governo che abbia voto di fiducia della coalizione al 40% (che al 40% avrebbe praticamente valore nullo)
Costituzionalmente il governo è quello che abbia la fiducia della maggioranza assoluta (>50%+1) delle due Camere altrimenti si rischia un “parlamento bloccato” proprio violando lo spirito della Costituzione (legga l’art 2 sulla solidarietà politica).
Se Lei ricevesse una scheda unica e approvasse la sua bella “coalizione di governo” impedendone altre COSA garantirebbe che al Senato o alla Camera questa coalizione con bollino abbia la maggioranza?
Come mai lei ha praticamente omesso le percentuali al primo turno nel suo esempio con Tizio Caio e Sempronio?
Si capisce solo che lei voglia scegliere le “coalizioni” ma in realtà incide inconsapevolmente in altri meccanismi senza mostrare nei suoi ragionamenti alcuna considerazione alle conseguenze “pratiche” che rendono la pretesa irrealizzabile.
Per esempio è futile dire che al primo turno non ci siano coalizioni se si prevede il Premio alla lista che superi il 40%: Non lo decide Lei quando un simile meccanismo induce a comporre liste multipartitiche invece di più “liste (monoapartitiche) collegate”.
PS: La necessità dell’indipendenza decisionale dei parlamentari la si può desumere anche dal modello della giuria ma la teoria empirica del groupthink è più recente (e trae spunto dagli “errori pratici” che avvengono in gruppi con pessimi comportamenti decisionali).
Venceslao di Spilimbergo
Buonasera professore
Tema particolarmente interessante quello che ci offre oggi, una portata appetitosa che ho gustato con piacere. Il suo scritto merita la massima considerazione poiché mi conferma, de facto, quello che da tempo sospettavo riguardo l’appartenenza del bacino elettorale del M5S (o quantomeno della maggioranza di quel bacino). Se come sostiene Lei, cosa di cui non dubito, la maggior parte di potenziali nuovi elettori del Movimento proviene dall’area della Sinistra (e da quella stessa area provengono la maggior parte dei loro simpatizzanti attuali, come mi sembra di capire), ecco che per il signor Grillo e i suoi sostenitori si iniziano a cogliere all’orizzonte due diverse difficoltà, molto complesse, con cui saranno costretti a fare i conti, un giorno o l’altro: da un lato la collocazione, sullo scenario politico, della loro “creatura”: è chiaro che più si andrà avanti e sempre più i “pentastellati” tenderanno a seguire principi, programmi di stampo progressista… a cui la maggioranza di essi si sente più vicina e in sintonia. Se questo è in se pienamente legittimo da un punto di vista morale, ci mancherebbe, tale inclinazione però comporterà una spaccatura all’interno del Movimento con quella parte dello stesso che invece di Sinistra non è o quantomeno non lo è in maniera marcata. Sotto questo aspetto tempi critici attendono il Signor Grillo e i suoi sostenitori nei mesi/anni che verranno… con la possibilità, mi auguro per loro di no (speranza vana temo), che la loro forza politica vada incontro a rischi di scissioni come è capitato al PD (spero che quando questo avverrà il tutto avvenga in maniera meno dolorosa e più rapida. Ma anche su questo mi sia permesso di dubitare). Se la memoria non mi inganna, Lei stesso professore aveva ipotizzato per il futuro del M5S un scenario simile. Dal altro lato invece, secondo problema che pare emergere all’orizzonte, è il rapporto che si verrà man mano a generare fra il Movimento e la maggior parte della popolazione Italiana: se da un punto di vista storico essa risulta essere, come la maggior parte delle popolazioni “occidentali” a dire il vero, di inclinazione conservatrice (e quindi di Destra), i “pentastellati” dovranno prima o poi coglierne le conseguenze da questa realtà; essi dovranno decidere se accettare che la loro formazione non possa mai divenire maggioranza elettorale (salvo eventuali sorprese alle urne, a mio parere prodotte da una crescita dell’astensionismo nei confronti dei loro avversari) e relegarsi pertanto ad una posizione di opposizione “prolungata o perpetua” a seconda della situazione o altrimenti tentare di divenire forza politica di maggioranza all’interno del Paese. In quest’ultimo caso però il Movimento dovrà essere pronto a rinunciare o quantomeno limitare fortemente a portare avanti idee, progetti di carattere progressista… le quali, sia per ragioni demografiche sia culturali (lo “Spirito del Tempo” avrebbe detto Shakespeare), saranno sempre meno accettate/ascoltate dall’opinione pubblica nazionale futura. A seconda di quale delle due strade sceglierà, il M5S o si relegherà ad essere un nuovo PCI, diventando il partito “degli scontenti e delle proteste” (non me ne vogliano i “compagni” ma sotto questa luce era visto il Partito Comunista da noi Conservatori) o tenterà un percorso più simile a quello che percorsero i partiti socialdemocratici europei (dal PS al SPD, ecc…), con uno spostamento almeno verso il Centro (ovvero, proprio verso quella parte dell’agone politico a loro più ostile) del loro indirizzo. Il Movimento si appresta quindi a vivere momenti difficili e allo stesso tempo determinanti che ne condizioneranno inevitabilmente il futuro, sia al proprio interno sia nei rapporti con l’elettorato in generale. Sarà molto interessante, a Dio piacendo, seguire l’evolversi degli eventi. Chiarissimo professore la saluto, augurandole ogni bene e una buona serata.
P.S.
Avendo una cara cugina residente nel regno dei Paesi Bassi, a Bewerijk, la invito a seguire con attenzione le elezioni politiche che si terranno nel “paese dei tulipani” nella giornata di domani. Salvo novità dell’ultimo minuto, avremo delle sorprese molto “conservatrici” alle urne (a conferma di quanto ho scritto sopra poco fa).
Aliquis
Venceslao, l’elettorato è da sempre conservatore perchè i poteri forti controllano il processo elettorale, è così da sempre in Italia e nel mondo. Altrimenti il suffragio universale non sarebbe stato concesso. Quando il potere non riece più a controllare la democrazia, la si revoca, come accadde in Cile nel 1973. Le classi dominanti hanno da sempre fatto tesoro dell’egemonia culturale di cui parlava Gramsci; facile, visto che tutti i poteri sono in mano loro (economico, culturale, formativo, politico, informativo e altro). Forse Gramsci non aveva capito che tale egemonia non era realizzabile per le classi oppresse. Se la si intende come egemonia, come dominio. Forse si doveva puntare all’ eliminazione di qualsiasi egemonia per realizzare una vera democrazia. Ma le mie sono parole in libertà; non so se dico bene o no.
Venceslao di Spilimbergo
Buonasera Esimio/a signor/a “Aliquis”
Ho letto con interesse il suo commento al mio piccolo scritto, in particolare per quanto concerne l’esposizione dei motivi per cui, a suo parere, la maggioranza dei cittadini Italiani (ma anche degli altri stati Europei in generale) sarebbero politicamente Conservatori o simil tali. Se da un lato prendo atto delle sue parole, ringraziandola per aver voluto rispondere al mio intervento, dal altro alto spero che non me ne vorrà se le confesso di non condividere il suo punto di vista. Lei esimio/a, alla pari di buona parte delle altre persone che frequentano questo sito nonché alla pari della maggioranza dei Progressisti (e le due cose invero coincidono), mi sembra convinta che la tendenza dei popoli “occidentali” a essere vicini alla Destra sia conseguenza di una qualche forma di controllo (diretto o indiretto che sia) che le elite dirigenti (o come le chiama Lei, i cosiddetti “poteri forti”) eserciterebbero sui normali cittadini, condizionandone le scelte. Io invece, da Conservatore impenitente, la penso diversamente e ritengo anzi che questa particolare visione, sempre più radicata presso le Sinistre Italiane e “occidentali”, non sia supportata da nessuna concreta prova a suo sostegno. Io credo piuttosto che la maggioranza della popolazione Italiana (nonché la maggior parte delle popolazioni Europee) sia su posizioni conservatrici per motivi di carattere cultural – antropologico e socio – economico. Per quanto concernono le motivazioni cultural – antropologici è presto detto: le comunità Umane in generale, per loro natura oserei dire, sono da sempre legate alle proprie tradizioni, ai propri usi e costumi… in quanto queste cose sono un lascito che il Tempo ha preservato del loro passato, della loro Storia; ed è su queste eredità ricevute che ogni gruppo Umano ha costruito la propria identità e da essa il proprio “spirito” di comunità. È da questo insieme di tradizioni che sono emerse la Nazioni a cui noi ancora oggi apparteniamo (chi più fieramente, chi meno). Lei giustamente ora mi chiederà cosa c’entri questa rapida e sommaria analisi con il nostro scambio di idee… ebbene è mia opinione che la maggioranza degli Uomini sia Conservatrice in quanto tende istintivamente a preservare questo suo patrimonio storico (materiale e immateriale) creato dai loro antenati, non accettando che possa andare perduto o rovinato o anche solamente cambiato a beneficio di novità considerate estranee. “Spirito Conservatore” quindi quale naturale autodifesa che i membri di ogni Nazione mettono in campo a salvaguardia della loro identità (nel bene come nel male, purtroppo). Riguardo invece alle motivazioni socio-economiche, esse ritengo si fondano sulla volontà da parte della maggioranza di una popolazione a tentare di preservare la propria ricchezza, i propri patrimoni privati (per quanto miseri), le proprietà e il relativo status sociale (anche ae infimo) contro tutte quelle possibili minacce che possono (anche solo ipoteticamente) minacciarle; della serie, approfittare per quanto possibile di quello che il sistema vigente può offrire o anche solamente accontentarsi di quanto si ha già invece che rischiare. E se questo discorso vale per popoli mediamente poveri o comunque non sviluppati (se mai andasse in India se ne accorgerebbe in prima persona), tanto più varrà per quelle Nazioni ancora (per il momento) benestanti e per le loro classi medie (le quali costituiscono la fetta principale delle rispettive popolazioni, oltre che il nerbo delle loro organizzazioni politiche ed economiche). La maggior parte del popolo Italiano pertanto, come la maggioranza delle altre popolazioni Umane (Europee in particolare), è vicino ad idee di Destra in quanto essa vede nei Conservatori l’unica funzionale garanzia alla preservazione della loro cultura e della loro ricchezza, l’unica area politica a salvaguardia dell’ordine. E tenendo conto che in futuro la “globalizzazione tecnologica” tenderà, fra le sue conseguenze, a minare sempre di più le tradizioni delle singole Nazioni (mediante i fenomeni delle migrazioni e delle convivenze forzate di masse di genti fra loro diverse per usanze, lingua, ecc…) nonché a ridurre le loro condizioni di vita (con perdite di intere produzioni a causa di delocalizzazioni e scomparsa di numerosi mestieri per conseguenza della ricerca scientifica) ecco che sempre più negli anni a venire gli spazi di manovra delle forze politiche Progressiste tenderà a ridursi drasticamente a beneficio invece dei partiti Conservatori, i quali con la loro critica al “mondo globalizzato” conosceranno un aumento sempre più deciso di consensi a loro favore. Se poi a questo si somma la tendenza demografica all’invecchiamento dei cittadini Italiani ed Europei in generale (crollo delle nascite unito ad aumento della vita media), ecco che il trionfo avvenire delle Destre appare ancora più ineluttabile (tendenzialmente gli anziani guardano maggiormente alle aree Conservatrici rispetto a quelle delle Sinistre). È per questo che nel mio precedente scritto avevo messo in guardia dal fatto che il M5S, se procederà per la sua strada di divenire una forza politica di Sinistra (come pare inevitabile), conoscerà negli anni che verranno non solo crisi interne, fra le sue varie anime, ma anche una serio problema nei rapporti fra il Movimento medesimo e la maggioranza dei cittadini Italiani. Sul resto non mi esprimo, sia per ragioni di tempo (ho abusato sin troppo della pazienza del professore) sia perché implicitamente ritengo di averle già, de facto, risposto con quanto ho poco fa esposto.
Ringraziandola nuovamente per il suo commento e sperando di essere stato il più chiaro possibile, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata.
Aliquis
Molto interessante Spilimbergo. Condivido molto di quello che dice. Sono anche io un conservatore, ma da “sinistra”. Capisco che si debba preservare la vita e la ricchezza. No, non sono un progressista. Ogni progresso, ogni avanzamento innovativo, è una spinta verso l’entropia, il disordine, la degradazione e la morte, come dimostra l’attuale devastante globalizzazione tecno-economica. Ma siamo sicuri che la Destra sia capace di fermare questo disastro? Io non credo, perchè per salvarci bisogna mettere radicalmente in discussione il sistema. E’ necessario rovesciare il capitalismo. Per questo, credo che sarà necessario creare una sinistra anti-progressista. Una sinistra il cui obiettivo sia creare una società di uguali e liberi, nella quale non ci siano potenti che possono, come ora, indirizzare la tecnologia e l’economia per i loro esclusivi fini (sempre più esclusivi).
Venceslao di Spilimbergo
Buonasera Esimio signor “Aliquis” (spero non me ne vorrà se mi azzardo ad usare il genere maschile nel riferirmi a Lei, ma dal suo scritto mi pare di intuire che io stia interloquendo con un uomo)
La ringrazio per aver nuovamente voluto condividere con la mia persona un suo commento che, anche in questa occasione, ho letto con interesse e piacere. Riguardo a quanto ha scritto mi permetta di risponderle con due diverse battute: per quanto concerne la sua domanda sulla possibilità che la Destra possa fermare la “globalizzazione tecnologica” la risposta è solo ed inevitabilmente una: no, non può; e si badi, non perché ai Conservatori manchino mezzi o progetti o idee al riguardo, bensì perché niente e nessuno può fermare quanto sta avvenendo e quanto ancora dovrà avvenire. La cosiddetta “globalizzazione tecnologica” è solamente l’ultima (in senso temporale, in quanto più vicina a noi; da non intendersi come definitiva) manifestazione di quella Rivoluzione Industriale (a me personalmente piace chiamarla piuttosto “Evoluzione Tecnica”) iniziata in Gran Bretagna circa 300 anni fa e da allora ancora in corso di sviluppo. È un processo ancora lungi dal finire e che come termini di paragone lo si può rapportare, a mio parere, esclusivamente alla Rivoluzione Neolitica… ovvero a quando, come Lei ricorderà, fra i 12000 e i 8000 anni fa l’Uomo inventò l’agricoltura e l’allevamento. Per quanto concerne invece la sua idea per un pensiero/programma/partito (o movimento, a seconda dei gusti) di Sinistra, ma allo stesso tempo Antiprogressista, mi consenta di dirle che non credo a una simile possibilità, per quando suadente. La Sinistra è per sua natura Progressista e non può non essere tale; anzi, se provasse a seguire la Destra nella sua strada si troverebbe dinnanzi a due opzioni fra loro opposte fra cui scegliere (tertium non datur): o divenire una nuova forza politica Conservatrice, rinnegando il proprio passato e se stessa (e la Sinistra non sarebbe più tale); o rimanere fedele ai propri valori ritornando automaticamente sui propri passi (rimanendo quindi Progressista). È mia opinione che l’unica cosa che la Sinistra, in quanto tale, dovrebbe tentare per sopravvivere, fedele alla propria natura (e gli unici ad aver iniziato questo percorso pare siano gli Ecologisti, meglio noti come i “Verdi”), è di elaborare una nuova idea di progresso da proporre come alternativa al sistema vigente. Prego al riguardo di porre attenzione su questo aspetto: una alternativa, una proposta del tutto nuova e diversa, non una critica o una modifica… ben sapendo però che anche quest’ultima, alla pari dell’alternativa già avanzata nel passato (l’Utopia Socialista), rischia di essere destinata alla sconfitta, come capita a tutti i sogni… essendo la Realtà l’unica Verità (Hegel docet) ed avendo essa sempre l’ultima parola. A lei quindi la scelta Esimio: o appoggiare il tentativo di sopravvivere ai grandi cambiamenti del presente (e del futuro) cercando di barcamenarsi nel mondo esistente, senza metterne in discussione le regole base (visione della Destra); o combattere il mondo in nome di una nuova e diversa realtà da poter sostituire alla attuale, con tutti i pregi e i rischi del caso (visione della Sinistra) . In entrambi i casi il risultato non cambierà, sia che si scelga uno, sia che si scelga l’altro… soprattutto se si abita, come noi Italiani, ai confini dell’Impero.
Ringraziandola nuovamente per il suo commento, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata.
Aliquis
Ce ne sarebbero di cose da dire ma non ho tempo; voglio solo dire una cosa sul paese dei tulipani. Non so come si vive lì, nè se gli olandesi sono davvero conservatori; tuttavia, indipendentemente da come saranno i risultati elettorali, non posso fare a meno di provare invidia perchè nei Paesi Bassi si vota con la proporzionale pura (collegio unico nazionale e assenza di soglia di sbarramento, fissata simbolicamente allo 0,6%). In quel paese votano così da un secolo durante il quale nessuno ha mai messo in discussione il sistema elettorale che ha sempre funzionato benissimo.
Aliquis
Si Spilimbergo, sono di sesso maschile. Ho scelto questo nickame per contrappasso a quello di Nemo; Nemo significa, in latino, Nessuno. Io invece sono Qualcuno, Aliquis in latino. Materia in cui andavo malissimmo, pare per una forma di dislessia.
Solitario come il capitano Nemo.
Il progresso ha messo male chi ha problemi specifici di apprendimento; quando la scuola non c’era il problema non esisteva. Adesso che è esploso, cosa che vedo perchè il mio lavoro mi pone a contatto con il mondo scolastico, la scienza stessa ha posto le basi per rimediare al problema. Ma la scienza non basta. Ci vuole una politica sensibile al problema; la scienza lo riconosce ma poi solo la politica può rimediare.
Ecco, il succo è che la tecnologia deve essere umanizzata. So che anni fa qualcuno pubblicò un libro intitoalto “Per una tecnologia dal volto umano”. Putrtroppo non ricordo altro. Tuttavia, il titolo è significativo. Come significativa è la frase di Isaac Asimov “Se la scienza ci pone dei problemi, non è con l’ignoranza che li risolveremo”. Il succo è che il progresso tecnologico deve essere finalizzato al benessere di tutta l’umanità. Ciò non sta accadendo. Esso sta avendo un impatto dirompente. Per finalizzarlo al benessere di tutti serve appunto un’ alternativa. Alternativa che parta dal rispetto della natura ma anche dell’uomo. Quindi, una socvietà non finalizzata all’accumulazione di capitale privato. La Sinistra ha rinunciato a questo da decenni. Per questo si estingue. Credo che anche le sinistre radicali non abbiano afferrato il nocciolo della questione. Sono contaminate anche loro da una certa idea competitiva, da vincenti, dalla tecnica sempre e comunque positiva. Il primato dell’ umano e della vita sulla tecnologia. Questo dovrebbe essere il principio cardine. Potrebbe esserlo anche per la Destra?
Venceslao di Spilimbergo
Buonasera Esimio signor “Aliquis”
Anche in questa occasione mi sia permesso ringraziarla per la replica (sempre apprezzata) che ha graziosamente voluto concedere al mio breve scritto di due giorni fa.
Ai quesiti, esposti esplicitamente o implicitamente nel suo commento, non posso che esprimere una sola risposta… sia per profonda convinzione al riguardo, sia per coerenza con quanto ho esposto nei miei precedenti interventi, in questa e in altre sedi: un rispettoso ma netto No. La tecnologia (e il suo sviluppo) non potrà mai divenire Umana poiché in realtà essa è già ora Umana; la Tecnica (per usare un termine più propriamente filosofico) è Umana sin dalla sue origini, in tutti i suoi aspetti (nessuno escluso, in nessun luogo), in quanto frutto/ conseguenza della nostra mente, tentativo di risposta che noi ci siamo dati alle nostre aspirazioni, ai nostri desideri, alle nostre paure. Affermare che essa non è Umana significa sostenere, de facto, che l’Uomo stesso non è Umano, il che è quantomeno contraddittorio… piuttosto, ritengo maggiormente corretto descrivere sommariamente la Tecnica come la “manifestazione ultima” (in senso temporale) dei vari e molteplici aspetti della mente, del pensiero dell’Uomo, con tutti i suoi difetti e pregi, virtù e vizi. Ne consegue che quanto essa produce e provoca è esattamente quello che l’Umanità auspica e persegue, ne più ne meno. Per quello che invece concerne il “primato della Vita”, da Lei nobilmente rivendicato, le basti rammentare che la parola Uomo deriva dal Latino “Homo”, a sua volta derivazione dal Latino “Humus”, ovvero la “terra marcia” (frutto della Morte e destinata a ricreare momentaneamente la Vita); della serie, l’Uomo esiste in funzione della Morte e in rapporto con essa: sperare che Egli possa ragionare e agire non più in funzione di quest’ultima ma del suo apparente opposto (la Vita appunto) è tanto generoso quanto utopistico (senza nulla togliere agli Utopisti, sia chiaro). Infine, riguardo alla Destra, mi sia permesso sommessamente riproporle quanto scritto nei miei precedenti interventi e invitarla a leggerli in rapporto a quanto ho velocemente esposto in questa occasione… la mia risposta le apparirà se non completa almeno chiara (o quantomeno me lo auguro). Ogni altro commento sarebbe inutile e ripetitivo. Per tutto il resto la invito a leggere i libri del maggior studioso dell’argomento a livello probabilmente mondiale: il professor Emanuele Severino; mi sia permesso in particolare farle presente il suo lavoro “IL DESTINO DELLA TECNICA”, edito B.U.R. (Biblioteca Universitaria Rizzoli), 1988.
Sperando di essere stato un minimo esauriente nel evidenziare il mio punto di vista, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata. Ad meliora et maiora semper!
Aliquis
Se l’umanità fosse umana, tutte le persone tratterebbero gli altri con rispetto e dignità. Invece, vediamo ovunque ingiustizia, vilolenza, oppressione. E purtroppo la tecnica viene usata a questi fini. Lo sterminio nazista, non ultimo nella storia, fu un mirabile esempio di perfezione tecnica. Mai un massacro fu così scientificamente organizzato. Ma anche gli scienziati che costruirono la bomba atomica dissero “Ora bisogna buttarla, altrimenti che cosa l’abbiamo inventata a fare?” E così la buttarono su Hiroshima e Nagasaki. E ci buttarono anche degli strumenti che dovevano misurare gli effetti. Dopo, gli studiosi furono ben felici di andare a vedere che effetti aveva avuto la bomba sugli esseri umani.
Nè fu questo l’unico esperimento. Su persone del tutto ignare sono state sperimentate sostanze chimiche, agenti patogeni e radiazioni. No, l’ umanità non si è ancora umanizzata perchè purtroppo si basa ancora sull’ assassinio dei suoi membri. A meno che non si consideri che la vera essenza umana sia questa, cioè la sopraffazione e la violenza. In tal caso aveva ragione Swift: “Purtroppo sono un uomo!”.
Venceslao di Spilimbergo
Buonasera Esimio signor “Aliquis”
Mi ritrovo nuovamente a ringraziarla per la risposta da Lei cortesemente offerta al mio ultimo intervento. Detto questo, mi permetta di essere franco con Lei, senza volerle in nessun modo mancare di rispetto: se da un lato non posso che prendere atto delle sue idee (e analizzarle con attenzione, come è giusto che sia) dal altro lato non me ne voglia se però affermo che non posso condividerle nei loro contenuti. Vede Esimio, essendo io un Conservatore sono necessariamente anche un Realista, ovvero una persona che compie una visione del mondo per quello che è (senza alcuna aspettativa di sorta) e lo accetta, senza alcuna volontà di modificarlo… sia perché ritiene che la nostra natura Umana sia di per se immutabile, sia perché sono convinto che se anche essa fosse modificabile, nel momento in cui noi la mutassimo, dovremmo rinunciare a quello che siamo, divenendo qualcosa d’altro; magari migliori, magari peggiori, a prescindere da questo però rimane il fatto che non saremmo più Umani, bensì appunto “altro”. Lei invece, non me ne voglia se le lo dico, è decisamente un Progressista: infatti ritiene che l’Essere Umano può (o quantomeno dovrebbe) cercare di migliorarsi, di cambiare da quello che attualmente è ora… puntando a un percorso di perfezionamento, soprattutto interiore. Se io la Realtà la apprezzo, pur con tutti i suoi aspetti più spregevoli e disgustosi (al pari di come faceva Hobbes o Leibniz), Lei invece no… e nobilmente auspica alla cancellazione dei difetti del animo Umano, nonché spera nella creazione di un pianeta più giusto ed equo per tutti (similmente a quanto pensavano personaggi come Kant). Le nostre due diverse visioni dell’esistenza testimoniano, molto più di qualunque altro modo, la diversa tendenza che ci caratterizza; il nostro è un interessante dialogo tra un Pragmatico convinto, Pessimista congenito, potenziale futuro Depresso (molto piacere) e un Idealista (se non esplicito, sicuramente “in potenza”), Sognatore (chi è un idealista non può che essere un difensore di sogni), nonché Utopista (ribadisco, con tutto il rispetto per gli Utopisti, i quali sono la summa del Idealismo e del desiderio di un mondo migliore). Noi incarniamo, metaforicamente, le due diverse modalità con cui l’Uomo ha sempre pensato se stesso e parallelamente ha pensato il suo rapporto con il mondo che lo circonda. Da parte mia coloro per cui l’Umanità è solamente una razza animale fra le tante (per quanto più intelligente delle altre), da parte Sua invece coloro secondo cui l’Uomo (a prescindere da cosa sia ora come ora) dovrebbe assurgere a più alti “livelli” nell’avvenire. Due diverse tipologie di guardare all’Uomo, entrambe destinate al medesimo risultato: la constatazione della sconfitta delle loro idee.
Ringraziandola nuovamente per il suo ultimo commento, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata.