Ora vi spiego perché l’onestà in politica serve a poco.
Già vedo le facce esterrefatte di molti lettori che staranno pensando che sia impazzito, che stia facendo la difesa di ufficio dei ladri di regime ecc. Nulla di tutto questo. E se avrete la bontà di seguirmi, capirete in che senso sostengo che l’onestà non è affatto la cosa più importante in politica, ma solo un modesto prerequisito. Sia chiaro che non sto affatto dicendo che rubare sia un peccato veniale o un trascurabile vizietto che si può benissimo sopportare. Assolutamente no. Rubare denaro pubblico è un gesto assolutamente odioso che delegittima la democrazia (spesso affetta dalla corruzione) e crea disfunzioni sistemiche anche gravi. Dunque, non è una bagatella da giustificare o sopportare, e cacciare i politici corrotti è un obbligo di primaria importanza. Ma, mentre la percezione di quanto sia cattiva la corruzione dei politici, non c’è affatto quella di quanto in politica sia pericolosa l’inettitudine (poco importa, se per impreparazione o stupidità). C’è poco da fare: il cretino fa tenerezza, si è convinti che, poverino, sbaglia in buona fede, per cui, pazienza se non ne imbrocca una, non lo fa apposta. Ed anche l’impreparato può contare su un certo tasso di comprensione: si ha sbagliato, ma imparerà. Insomma, pur di evitare un corrotto possiamo accontentarci di un cretino o un ignorante totale che non faranno grandi cose, ma neppure grandi disastri.
Da un punto di vista di etica individuale, questo atteggiamento ha una sua giustificazione: la ridotta capacità di intendere è una attenuante. Ma questo criterio può essere applicato nel campo della morale politica e del giudizio sulla conduzione della cosa pubblica? Ovviamente, la cosa va considerata dal lato degli obiettivi da raggiungere e dei guasti che possono prodursi.
Siamo sicuri che l’onesto sia sempre da preferire al corrotto?
Facciamo un esempio: abbiamo tre chirurghi, il primo bravissimo, ma un vero delinquente (prende tangenti sulle forniture dell’ospedale che dirige, rilascia certificati compiacenti ai mafiosi detenuti, trucca le perizie, abusa delle infermiere, usa le strutture dell’ospedale per gli esami privati… uno schifo di uomo). Il secondo è un vecchio chirurgo, persona onestissima, incapace di appropriarsi di una matita, una vera perla di uomo, però una frana come medico: il 25% dei pazienti operati riporta menomazioni permanenti o non sopravvive all’operazione. Il terzo è un neo laureato che non ha mai fatto una sola operazione e c’è motivo di dubitare che sappia da che parte si tiene il bisturi, però è un ragazzo pieno di entusiasmo e di voglia di fare. Da chi vi fate operare?
Credo che, a parte i più fanatici devoti della crociata della moralità, la maggior parte di voi, pur bestemmiando fra i denti, sceglierebbe il primo. E cosa vi fa pensare che la politica sia diversa dalla chirurgia? Noi non dobbiamo scegliere “Mister onestà” o proclamare santo qualcuno, dobbiamo scegliere il miglior chirurgo o il politico più in grado di risolvere i problemi del paese che, talvolta, richiedono la capacità di fare una grande politica. E qui già sento la solita batteria di luoghi comuni: “ma come faccio a fidarmi di un disonesto mettendogli in mano la mia vita?” “un corrotto pensa solo al suo vantaggio personale, per cui non ha alcun interesse a fare una grande politica”, e via di seguito.
Debbo deludervi, l’esperienza storica insegna che molti grandi sono stati autentici banditi: avete ide dei traffici del “signor” Giulio Cesare? O della grande disinvoltura di Napoleone in materia di denaro pubblico? Danton era un corrotto terrificante, ma non c’è dubbio che sarebbe stato assai preferibile che vincesse lui al posto di quel fanatico dell’Incorruttibile Robespierre. E di Cavour che mi dite? Con il denaro pubblico fece scavare il grande canale che oggi porta il suo nome e che, del tutto incidentalmente, ha irrigato essenzialmente terre che gli appartenevano. Garibaldi? Il figlio letteralmente rubò 1 milione del tempo al Banco di Napoli e tentò una maxi speculazione con il progetto della deviazione del Tevere e sempre con la protezione e benedizione paterna (anche se va detto che Garibaldi, genio militare, politicamente era un vero imbecille). Giolitti? Un super disonesto che, però, fu un grande riformista e che avrebbe tenuto il paese fuori dal carnaio della I guerra mondiale, a differenza di Salandra che ce lo portò, per di più sbagliando tutto nella conduzione politico militare, però era più onesto del suo predecessore. Lyndon Johnson non era esattamente uno stinco di santo, ma fu il presidente più progressista e riformatore dopo Roosevelt.
Dunque, non è necessario che un corrotto o un faccendiere non debba essere capace di sviluppare una grande politica. E, cosa più importante, non è affatto sicuro che un onesto non produca disastri molto maggiori. Il generale Maurice Gamelen, capo dello Stato maggiore Francese nel 1940, era un soldato integerrimo, al di sopra di ogni sospetto, con un libretto personale da mostra: sotto il suo comando la Francia perse la guerra in quattro settimane e le truppe tedesche sfilarono sotto l’arco di trionfo. Pio X? Un santo, però fu anche uno dei peggiori papi del Novecento, persecutore del modernismo, impedì ogni rinnovamento della Chiesa. Laurentj Beria era personalmente disinteressato e non accumulava privilegi e benefici, ma fu un criminale responsabile delle peggiori repressioni di epoca staliniana (ma qui entriamo nel capo dei fanatici che sono un capitolo a parte). Il Presidente americano Herbert Hoover non era particolarmente chiacchierato sul piano morale, ma fu un totale incapace che portò gli Usa al disastro nella crisi del 1929, E di Salandra abbiamo detto.
Debbo continuare? Anche per questo è bene ricordarsi che l’incompetenza è la maggior forma di disonestà: se non sei pari al compito che ti è assegnato, ma resti al tuo posto, se il peggiore delinquente che si possa trovare. Come si vede, molti dei maggiori disastri sono ascrivibili più alle scelte di personaggi inetti che a personaggi corrotti. E questo ha una spiegazione: il corrotto non necessariamente deve essere un incapace, o essere disinteressato verso il suo paese, anzi, se è uno intelligente, ha tutto l’interesse ad allevare al meglio la “gallina che gli dà le uova d’oro”. Il che non costituisce l’autorizzazione a rubare a man salva, anche perché, poi, i corrotti non sono tutti Cavour, Danton e Giulio Cesare.
Il punto è che un corrotto puoi sempre sorvegliarlo, circondarlo di persone oneste e capaci, creare un sistema di controlli e , al limite, punirlo ecc. Ma con un cretino cosa puoi fare? Qualora arrivasse una emergenza che esige genialità, prontezza di riflessi, inventiva ecc., il governante capace, intelligente e preparato forse sarà all’altezza della situazione, anche se dovesse essere un corrotto, mentre è certo che l’inetto sbaglierà tutto provocando catastrofi, anche se fosse il più onesto degli uomini. Stendhal diceva che “l’onestà è la virtù dei mediocri”. Forse un tantino esagerava a sminuire l’importanza dell’onestà, che, tutto sommato, resta un valore positivo. Ma non sbagliava di molto, se considero il “festival della mediocrità” che stiamo vivendo, dove l’”onestismo”, insieme alla non violenza, al buonismo ed all’ ambientalismo fanatico è uno dei principali ingredienti della torta alla glassa della sinistra “politicamente corretta”.
Anteporre l’onestà alla competenza è una delle più sicure stimmate dell’antipolitica corrente. Un segno di grande modestia intellettuale. In politica, convinciamocene, serve un pizzico di cinismo (ho detto un pizzico, non una badilata!). Questo, ripeto ancora, non vuol dire che dobbiamo tollerare, giustificare e consentire i furti ai danni del bene pubblico, ma che dobbiamo imparare a temere l’inettitudine, l’ignoranza e la stupidità come mali assai peggiori. E dunque, vogliamo punire i disonesti? Benissimo, aprire le celle, ma solo dopo aver convocato il plotone di esecuzione per gli imbecilli.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, corrotti, onestà
Antonio
“Un’altra manifestazione della volgare inintelligenza circa le cose della politica è la petulante richiesta che si fa dell’onestà nella vita politica” Benedetto Croce.
Il festival della mediocrità e l’onestismo caratterizzano la cosiddetta “sinistra” e il grillismo in una sorta di feedback positivo ceh si autoamplifica. Speriamo in un cortocircuito.
andrea
ho letto l’articolo e lo valuto come un classico ‘inchino’ al potere. La corruzione genera anche incapacità governativa. Il paragone con il chirurgo è fuorviante perchè dovrebbe essere stato messo fuori dal suo lavoro per le sue malefatte e comunque il chirurgo disonesto potrebbe per esempio anche (al limite… ma non lo possiamo sapere) fare in modo di far morire il paziente (magari connivendo con altri al par suo) in modo che suoi ‘amici paganti’ possano avere il trapianto di organi … Se riusciamo a far andare di moda l’onestà le persone preparate potranno uscire fuori e non saranno ostacolate dai soliti ‘furboni corrotti’ e quasi sicuramente saranno meglio del suo disonesto chirurgo. Tanto più per quanto riguarda i politici… dovrebbe farla finita con i suo sofismi ‘leccanti’ sono stomachevoli … solo la mia inutile opinione eh…
aldogiannuli
andrea sei liberissimo di non capire nulla di quello che scrivo e più in generale della vita, ma non di insulktare. Servo del potere ci sarai tu
Paolo
Egr. Prof. Giannuli, io penso che in Italia esistano anche le persone oneste e competenti, di cui, proprio in questo momento abbiamo estremo bisogno.
aldogiannuli
Paolo: certo, è meglio un politico onesto e competente di uno disonesto e incompetente. Questo lo diceva Massimo Catalano in Quelli della Notte. E’ abbastanza ovvio che si debbano cercare politici preparati e corretti, ma mentre i disonesti vanno incontro ad una (giustissima) sanzione dell’opinione pubblica, i cretini, gli inetti e gli impreparati godono di una (ingiustissima) indulgenza ed, invece, spesso sono proprio gli incomopetenti a fari i disastri maggiori.
giorgio
Certo, è meglio un politico onesto e competente di uno disonesto e incompetente.
Scusi , ma non è più equo dire che è meglio un politico onesto e competente di uno disonesto e competente?
Certo che se l’ ha detto Massimo Catalano che dire ?solo.. huaoo !
Gianluca
Il concetto è molto interessante, ma al giorno d’oggi non ci serve un genio ma una persona onesta ed equilibrata che sappia gestire al meglio il tutto che abbiamo, il problema è che a chi troppo e a chi niente.
Sprechiamo troppo e un semplice ragioniere usando le regole che gia esistono nel mondo puo essere un buon governante prendendo esempio in ogni ambito nei paesi dove funziona meglio. Per buona pace degli speculatori che avendo accumulato migliai di miliardi ancora non si accontentano.
saxdim
ministri, governatori di regione e sindaci infatti, secondo me, dovrebbero superare un esame di stato che ne accerti le competenze professionali specifiche nelle amministrazioni pubbliche che vanno a dirigere, ma forse in Italia nemmeno questo servirebbe visto il grado di corruzione cui siamo arrivati. Per la competenza dei politici siamo nelle mani essenzialmente del caso e per quanto riguarda l’onestà oggi noi cittadini diamo per scontato che sia una qualità molto rara da trovare in coloro che ci governano ad ogni livello anche perchè finchè sono i partiti ed i loro segretari a scegliere il personale politico e i dirigenti delle grandi imprese pubbliche avranno sempre più interesse a nominare gente imbecille che sappia soprattutto obbedire al fine di consolidare il loro potere e purtroppo non mi pare che l’italicum aggiunga novità positive in tal senso.
leopoldo
secondo questi parametri i politici che hanno permesso a berlusconi di uscire assolto dal processo ruby sono dei geni (-:-) c’è da chidersi se stanno facendo l’interesse nazionale?
aldogiannuli
LEOPOLDO: è sicuro di non aver letto alla rovescia?
A P
La questione è più semplice di quanto possa sembrare. Dato che il mainstream vuole associare lo Stato all’azienda o alla famiglia mi adeguo e chiedo : quale capo famiglia o imprenditore prenderebbe a prestito a tassi del 3-5 e anche più % quando potrebbe avere lo stesso servizio al tasso 0-1%?
I furti dei ladri di galline sono, invece, irrilevanti.
seneca
Concordo in pieno. Ed allora il rimpianto va alla DC, alla classe politica di allora, compresi i suoi difetti ma che faceva la gavetta, si passava per il Comitato Provinciale e poi…Chi ne parla male oggi o era contrario politicamente anche allora o non ne sa nulla. Eh, quanti se ne sono persi! Quanti non hanno voluto migrare in quel partito che oggi conosciamo come PD!
La damnatio memoriae è stata così forte da seppellire anche l’unica forma di partito che selezionava una classe dirigente capace e che separò gli italiani dalla fame.
Gianluca
Il concetto è molto interessante, ma al giorno d’oggi non ci serve un genio ma una persona onesta ed equilibrata che sappia gestire al meglio il tutto che abbiamo, il problema è che a chi troppo e a chi niente.Sprechiamo troppo e un semplice ragioniere usando le regole che gia esistono nel mondo puo essere un buon governante prendendo esempio in ogni ambito nei paesi dove funziona meglio. Per buona pace degli speculatori che avendo accumulato migliai di miliardi ancora non si accontentano.
andrea
Dott. Giannuli certo sono liberissimo anche di non capire niente di quello che scrive però la mia opinione rimane invariata ! Non ho offeso nessuno ho detto solo ciò che pensavo del suo articolo e degli intenti per cui mi sembra lo abbia scritto. Se poi questo la disturba mi dispiace ma se lo ha pubblicato forse dovrebbe valutare anche le opinioni di chi le contesta affermazioni che non condivide… mi permette di scrivere che ho ben letto e capito il suo articolo e lo considero un inno alla disonestà (se pur con tanti ipocriti distinguo) oppure solo lei è in possesso il Verbo ?
aldogiannuli
Andrea ma lei è cosciente di quello che scrive? Le mi dice che legge il mio articolo come un inchino al potere (e già qui si capiusce che lei nonb sa lettere) chiude invitandomi a desistere dai miei sofismi (ma credo che per lei qualsiasi ragionamento sia un sofisma) “leccanti e stomachevoli” e mi dice che non offende? Deduco che lei non ha il controllo delle sue parole oltre che non capire nulla di quello che legge
Luca
Cosa ne pensa di Bettino Craxi?
aldogiannuli
Loca orsenigo:
nel sito c’è una serie di 4 articoli su Craxi, può vederli
alberto
professore,
tutto vero: gli imbecilli al governo sono una iattura.
per questo penso che per fortuna sono esistiti gli stalin, i roosevelt, i churchill, i napoleone, i giulio cesare.
ma penso che anche un sankarà, un che guevara, un lumunba possano dire qualcosa sulla onestà in politica.
insomma è una tema che si potrebbe protrarre con grande passione per giorni e giorni.
credo poi che platone ci abbia speso una vita per tentare di far capire quanto importante possa rivestire l’onestà in politica.
però se posso millantare crediti di conoscenza storica classica, riferendoci alle notizie forniteci da plutarco, credo che uomini come aristide, o come timoleonte, o come pelopida, uomini cioè di grande valore politico, militare e morale siano i benvenuti anche alla nostra epoca.
grandi uomini che la classicità ce li fa ricordare ancora con grande ammirazione.
saluti
alberto
Leonilde
Non mi ha proprio convinto del tutto. Ci devo pensare su.
Per cominciare le faccio 2 esempi, sempre legati alla chirurgia.
La clinica milanese Santa Rita, dove facevano operazioni inutili per incassare il corrispettivo dallo stato. Se scopro che mi hanno asportato il seno inutilmente, mi spiega che me ne frega che chi l’ha fatto sia un’eccellente chirurgo?
E, secondo caso, se l’eccellente chirurgo mi mette un pace maker che dopo poco si ferma perchè ha scelto la ditta di chi pagava tangenti maggiori, mi dice che me ne faccio dell’eccellente chirurgo?
E Berlusconi come lo giudica? Una persona capace o no?. E’ sicuramente stato capace di prendere il potere e di tenerlo per 20 anni, e da dietro le fila continua a decidere lui cosa fare e cosa no. E’ potente, ricco e influente, è quindi una persona capace. E quali sono stati i vantaggi per l’Italia?
filippo
diciamo che ha riproposto con vari esempi il teorema di Cipolla presentato in Allegro ma non troppo
http://www.wgcomunicazione.it/wp-content/uploads/2010/04/Allegro-ma-non-troppo.jpg
ilBuonPeppe
D’accordo al 100%.
Peccato che troppe persone non siano in grado di capirlo.
leopoldo
per niente, l’articolo sostiene che a seconda delle epoche le capacità personali dei politici risolvono le vicende che devono affrontare in modo indipendente dai risultati ottenuti o fini perseguiti dei soggetti, perciò quando una azione conduce al risultato dovuto, anche se non piace, perché non appressarne il contenuto. Aldo sarò stato provocatorio, ma senza polemica volevo solo evidenziare l’ironia non volevo accusarti di elogi supini, né altro, anzi ritengo l’articolo è un buon inizio per valutare la figura dei politici attuali evitando cliché e luoghi comuni. Ritengo finché non verrà dato un assetto giuridico alla prostituzione e ai reati connessi sarà molto difficile risolvere i processi tipo rubi, se connessi all’intimidazione dei funzionari pubblici. La questione: quale comportamento segue un politico nella sua capacità di manovra dipende dalla sua condizione di ricattabilità o dalla sua capacità di ricattare?
aldo prima provochi e poi fai il suscettibile ;D
giuseppe sartori
l. jonhson grande riformatore? perchè ha partecipato all’assassinio di kennedy e ha DISTRUTTO GLI USA IN VIETNAM?
DIO Ci salvi dagli imbecilli ma non dimentichiamo che nei cosidetti regimi democratici i corrotti vengono selezionati dai partiti perchè sono ricattabili; che poi siano intelligenti o idioti poco importa;ciò c he conta è che svolgano i compiti per cui hanno avuto “il posto”.
il vero idiota è il popolo che si crede SOVRANO e che non conta una beata mazza.
marco t
Buongiorno Prof. Giannuli,
al di là del fatto che io mi farei operare – e senza alcuna esitazione – dal medico che non ruberebbe mai una matita, perché vivere in un mondo dove chi ti salva è un laido non ha alcun senso, vorrei però concentrare la Sua attenzione sulla differenza tra disonestà e cinismo.
Si può essere cinici senza essere disonesti. Esempio: se io governo un paese democratico e mi alleo con un dittatore per difendermi da un altro aggressore (lo fece Churchill) io sono cinico, perché sto violando l’etica della libertà di pensiero. Ma non per questo sono un tangentaro o un ladro.
Che in politica a volte ci voglia del cinismo, sono d’accordo; perché in politica occorre raggiungere risultati e non ci si può soffermare tanto a sottilizzare sul come. Che la disonestà sia perdonabile invece no; perché non c’è una definizione di “un po’ ladro” e “molto ladro”. Questo confine varia, e chissà perché sempre in largo, se il punto di vista è quello del ladro.
Quando a Stendhal: gli puzzava la coscienza. E rodeva d’invidia.
Saluti,
Marco
Roberto Basile
Certo che per uno storico avveduto affermare che Giulio Cesare o Napoleone, siano stati dei corrotti, ed accostarli ai politicanti di oggi, ci vuole coraggio!
aldogiannuli
Roberto basile: ma dove ci vede l’accostamento ai politici di oggi. Mi limito a dire che l’essere personaggiu a dir poco spregiudicati non gli ha impedito di essere grandi. Tutto qui
carlo63
Prof., premetto subito che per me lei ha sempre ragione e la ringrazio per averci ricordato delle “massime” di Massimo Catalano, un grande; ma il problema è che da noi troppo spesso i politici sono disonesti e incopetenti. Anche io penso che sperare sia l’onestà a farci cambiare questa società sia una delle tante illusioni, e lei lo spiegave bene anche nell’articolo sulla delusione dei sindaci arancioni e aggiungo io sull’ormai ex fenomeno Di Pietro, Ingroia, ecc. Nei giorni scorsi su Sky circolava un ridicolo sondaggio e la domanda era questa: “Secondo te di chi è la colpa maggiore per la corruzione che soffoca il nostro Paese?” le risposte: Imprenditori 6% – Politici 74% – Funzionari 20 %. Ha capito Prof. secondo la consultazione gli imprenditori sono santemariegoretti, verginelle senza macchia e senza peccato! Che idiozia. Ho fatto l’amministratore nel mio comune, 3000 abitanti in provincia di Ancona nel regno del modello marchigiano santificato pure da un papa, dal 1999 al 2010 quindi prima della crisi. Eppure quanta gente insospettabile, quanti cittadini “presunti” onesti ho visto passare a chiedere una casa popolare, un’assunzione per un proprio parente, ed altre amenità. Per non parlare dei lavori pubblici con gare i cui ribassi spesso arrivavano e tuttora arrivano al 40%!! Questo per dire semplicemente che non si capisce per quale motivo in una società dove regna il capitale sempre più spietatamente e il luogo comune “italiani brava gente” è solo un luogo comune appunto, la classe politica debba essere più onesta di chi rappresenta. Sarebbe meglio, certo, ma è un’ovvietà. Grazie Prof.
lucio
Penso che in Italia ci siano così tanti onesti competenti che non vedo motivo per cui dovremmo accontentarci di amministratori competenti ma disonesti.
Se i politici corrotti ma intelligenti e competenti sono quelli che hanno preceduto gli attuali amministratori, dalle condizioni fallimentari in cui hanno lasciato gli enti amministrati (default tecnico) deduco che non c’è gara: qualsiasi novità sarà da me preferita ai vecchi marpioni se si tratterà di persona intelligente determinata onesta e con idee e ideali da me condivisi.
Qualora dovesse presentarsi un nuovo Giulio Cesare, Napoleone, Cavour o Pericle mi riservo la facoltà di cambiare opinione!
saxdim
In linea di massima sono d’accordo con quanto afferma in merito al fatto che dobbiamo temere l’inettitudine, l’ignoranza e la stupidità di più di ogni cosa ma il problema, oltre al fatto che abbiamo poche possibilità di scegliere persone competenti attraverso le elezioni, e che il personale politico apparso sulla scena nazionale negli ultimi 20 anni in gran parte risulta essere incompetente ed in larga misura anche disonesto. Sono convinto che senza l’azione di contrasto della magistratura questo Paese sarebbe già affondato da tempo e sono portato a pensare che sia un problema sistemico. Per capire meglio però il suo ragionamento mi piacerebbe, senza andare troppo indietro nel tempo a Cesare, Napoleone o Cavour, che ci facesse qualche esempio di governante o top manager pubblico molto competente anche se diciamo alquanto “paraculo” apparso sulla scena negli ultimi 20 anni della seconda repubblica, se ne trova. Per me questo sistema sempre meno democratico così com’è impiantato oggi può produrre solo yes man, in genere incompetenti e predisposti alla disonestà in quantità industriali
giandavide
credo che l’articolo non abbia molto senso per il semplice fatto che esiste più di un metro intersoggettivo per misurare l’onestà, da un lato l’assenza di condanne penali, più oggettivo, dall’altro l’assenza di voci e malelingue e bene o male l’immagine pubblica, sebbene in questo caso la percezione possa cambiare maggiormente. per quanto riguarda la cosiddetta intelligenza non esistono metri oggettivi, a meno che non si sta parlando dei test del quoziente intellettivo, e peraltro per motivi logici, si può parlare di intelligenza solo a posteriori: etimologicamente intelligenza deriva da intus lego, ovvero leggere dentro, in profondità la realtà. ma qual’è questa profondità? c’è qualcosa di scritto dentro la realtà, casomai scritto da dio stesso? io penso di no. una volta che la storia fa il suo corso è possibile rilevare quali sono gli errori di una determinata condotta, ma a meno di non avere una palla di cristallo è veramente insostenibile affermare che erano scritti prima e bastava leggerli meglio.
forse è più facile, piuttosto che selezionare gli intelligenti, evitare gli sciocchi e gli idioti. si tratta di termini negativi che non descrivono solo una mancanza di intelligenza, ma spesso anche una mancanza di competenze. e qua si arriva al problema chiave della nostra società: gli italiani sono tutti presi dal dilemma se sia meglio selezionare il personale lavorativo su base familistica oppure se sia meglio fare direttamente tutto a cazzo di cane, perchè tanto comunque gli incompetenti diventeranno bravi come per magia.
in entrambi i casi non ci si accorge che i tanto vituperati idioti sono proprio gli incompetenti…
paola sala
Un articolo che avrebbe certamente creato un vespaio, Professore, c’era da aspettarselo. Sono d’accordo con lei riguardo la preferibilita’ di un corrotto rispetto ad un imbecille, il concetto e’ quantomeno machiavellico, ma come mai in Italia abbiamo solo imbecilli corrotti al cui confronto uno quasi quasi rimpiange la vecchia DC, Cirino Pomicino compreso?
Gerardo
è un po’ una variante del realismo machiavellico, dove la virtù (onestà, ad esempio) a volte può fare la “ruina” di uno Stato, mentre il vizio può anche portare al benessere comune.
menici60d15
Della tavola di contingenza 2×2, data dalle due righe “onesto-corrotto” e dalle due colonne “intelligente-imbecille” il prof. Giannuli privilegia 2 delle 4 caselle formate dalla combinazione degli attributi: “onesto ma imbecille” e “disonesto ma intelligente”. Questa categorizzazione “a stemma di BMW”, mi sembra ricalchi dei cliché graditi al potere. Gli imbecilli disonesti sono una specie in via di estinzione? E gli onesti capaci, ciò che una democrazia dovrebbe obbligatoriamente darsi, sono una curiosità trascurabile? Gli psicologi al contrario considerano che vi sia un’associazione tra moralità e intelligenza; infatti il test WAIS per la misura dell’intelligenza comprende anche domande che testano l’esercizio del giudizio morale.
E i mediocri, i grigi senza infamia senza lode che sono come una zavorra liquida? Anni fa, uno studio sulla disonestà dei medici indicava che “gli squali” sarebbero una minoranza; i danni maggiori sono causati dagli ignavi che seguono la corrente.
Il topos del disonesto intelligente preferibile all’onesto cretino lo sentii per la prima volta da un piccolo, vulcanico, politico calabrese, che spiegava: “in una contrattazione, il bandito intelligente sa quello che può ottenere e quindi dove fermarsi: l’onesto stupido non capisce, va avanti a oltranza e non ottiene niente”. Una tesi che mi colpì, perché appare avere, come ciò che scrive Giannuli, una parziale validità, e correggere un’idea infantile della politica. C’è però da parte dei politici una tendenza a confondere speciosamente tra rettitudine e cretinaggine. Ciò che un politico non può essere è l’essere ingenuo, fuori dal mondo. Come al solito quei furboni dei preti hanno la formula teorica giusta, quella del “serpente e colomba”. Anche se poi a seguirli finisce che si hanno politici candidi come serpenti e astuti come piccioni.
Quello che a mio parere rende carente e pericoloso l’argomento di Giannuli è che, seguendo il pensiero comune, considera solo la corruzione verso il basso, il rubare, la “bribery”. Mentre c’è anche, ed è più grave, la corruzione verso l’alto, il vendersi ai poteri forti, legalizzando il crimine. Nel suo esempio del chirurgo ladro ma bravo e di quello onesto ma inetto, egli trascura questo aspetto. Il primo chirurgo ti opererà, con mano ferma e tecnica magistrale, anche se non c’è reale indicazione, danneggiandoti; e legalmente, seguendo linee guida che glielo permettono. O anche, manipolando le sue publicazioni scientifiche, farà apparire come miracolosa una cura che non funziona, o che in realtà è limitata e di scarsa rilevanza pratica, reggendo il gioco a una serie di latre lucrose frodi e contribuendo a moltiplicare la corruzione strutturale, legalizzata, nella medicina. Tanti pecoroni lo seguiranno. Il marketing farmaceutico punta molto sulla “crema” di questi abili e carismatici furfanti, che chiama KOL (key opinion leaders). Quello incapace, se onesto, tendenzialmente si opporrà a tale andazzo, e contribuirà alla tutela della salute anche così.
Essere onesti, anche se non brillanti, implica anche conoscere i propri limiti; es. se un quisque de populo grillino pensa di poter fare da subito il deputato, senza gavetta politica (come accadde per i parlamentari qualunquisti di Giannini) perché lui, dopo che Grillo glielo ha detto, lo sa cosa si deve fare, non lo si può dire veramente onesto; o è un fasullo oppure la sua onestà è commista a una dose di dabbenaggine talmente cospicua da raggiungere il livello di quella che molti oltre a Giannuli sostengono essere fortemente associata all’onestà.
Mirko G. S.
Prof. mi permetta però che l’esempio del medico è un pochino “pilotato”… le faccio io un esempio che a mio modesto parere funziona meglio: lei si farebbe impiantare una valvola cardiaca dal cardiochirurgo che alle Molinette aveva preso una tangente a favore delle valvole (difettose) brasiliane?
gianfranco d'atri
Caro aldo,
Dedicato ai 5stelle?
Paolo Federico
Dico solo questo, il chirurgo deve prima dimostrare il suo valore assoluto prima che gli venga consentita e tollerata la disonestà, mentre ai nostri politici mi pare venga chiesto di dimostrare innanzi tutto l’assoluta amoralità, tanto poi ci pensano i mass media a millantarne la competenza.
Mi permetto un piccolo contro elenco:Silla,Thomas Jefferson, Churchill, De Gasperi.
aldogiannuli
paolo Federico: mai detto che un politico capace ed importante debba epr forza essere disonento. Dico che le cose sono indipendenti fra loro e che gli incapaci (che poossono anche esser disonesti) combinano più guai dei corrotti
Peucezio
“a parte i più fanatici devoti della crociata della moralità”
Che creperebbero sotto i ferri…
A parte la battuta, splendido articolo!
Roberto Basile
Caro professore,
affermare, come lei ha fatto, che molti Grandi Personaggi della storia sono stati anch’essi dei ladri, solo più capaci e fortunati, nel contesto del suo scritto li mette sullo stesso piano dei politicanti contemporanei e risulta una generalizzazione gratuita che, mi scusi, fa torto alla sua intelligenza ed a quella di chi la legge.
Questo capita quando si cerca di difendere a tutti i costi una tesi che contrasta con il sentire comune; sui principi fondamentali del vivere civile non dovrebbero esserci tentennamenti o posizioni ondivaghe, e non c’è dubbio che ladri e corrotti non possono in alcun modo essere dichiarati accettabili.
Possono essere usati in qualche occasione puntuale e ben circoscritta, questo si, magari a loro insaputa, ma non gli si dovrebbe concedere libertà di muoversi a tutto campo: se l’occasione fa l’uomo ladro, figuriamoci cosa succede con il disonesto.
A parer mio lei si è andato a cacciare in un ginepraio nel quale più tenta di dibattersi per uscirne in qualche modo, più rimane invischiato in iperboli ed interpretazioni estreme della realtà, finendo inevitabilmente nella palude dell’assurdo e dell’irragionevole.
E poi mi pare una questione mal posta che ha scatenato una discussione sterile che non può portare da nessuna parte.
Perciò, mi permetta un suggerimento rispettoso ed assolutamente non ironico: per la stima ed il rispetto che le portano i suoi (tanti) lettori, forse sarebbe il caso di lasciar cadere l’argomento, per non morire inutilmente di testardaggine.
Ci sarà certamente migliore occasione per riprenderlo ed eventualmente rivedere, o confermare, il suo convincimento.
Con stima.
leopoldo
aldo mi chiedevo affronti anche l’approccio semantico e strategico dei politici? citi il ruolo funzionale della corruzione per Napoleone, io direi di affrontare personaggi più contemporanei e istrionici
alessandro
come ci ricorda alberto bagnai il vero costo della politica sono le scelte sbagliate e non le ruberie dei politici (castacriccacoruzzionesesomagnatituttotuttiacasavergogna)
Luciano
Condivido il punto centrale dell’articolo, ovvero che un disonesto preparato ed intelligente è meglio di un onesto impreparato e sciocco per gestire “la cosa pubblica”.
Mi torna in mente il saggio umoristico di Carlo Cipolla “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, dove gli stupidi sono la principale minaccia al mondo perché 1. imprevedibili e 2. artefici inconsapevoli di danni altrui&propri
Cristian
Del m5s ho apprezzato molto il tentativo di selezionare gli onesti dai disonesti. Il candidato non deve permettersi più di chiedere la mia fiducia a babbo morto sulla base di un programma elettorale fumoso e scritto sulla sabbia. Chiede di fare il mio portavoce lasciandomi strumenti di controllo, mantenendo uno stretto contatto con l’elettorato e deve essere soggetto alla rimozione dalla carica. Il sistema, come tutto, è perfettibile ma i tre passaggi previsti mi piacciono molto, in attesa di migliorie.
Per quanto riguarda il pericolo dei cretini al potere bisognerebbe elaborare un sistema di selezione efficace, voi dite che non c’è nessuna buona idea applicabile ?
Liberare i media dal controllo politico sarebbe sicuramente un primo passo, in modo che possano svolgere in maniera cristallina il loro compito di informare i cittadini sul reale valore dei personaggi pubblici. E purtroppo anche in questo caso concordo con il movimento.
Grazie a tutti per l’interessante discussione.
Tom Joad
Questo post tocca un tema secondo me delicatissimo in questo periodo storico. Siamo sicuri che i guru dell’antisistema – si veda Travaglio – che continuano a pontificare contro la “casta”, la corruzione e il debito pubblico non siano altro che armi di distrazione di massa? Provo sempre più disagio.
SantuNumi
Complimenti. Veramente un bel pezzo, divertente, leggero… e terribile fucilata al piddinismo e, in particolare, al grillismo.
Apprezzo molto, professore, questo stile comunicativo: più che divulgazione o analisi, ogni tanto pensa che faccia sana pedagogia… :o)
Ora, se mi permette, ne invio una copia a Casaleggio e a qualche suo studente…
Saluti.
Nico Perrone
Caro Aldo,
il 17 ottobre, sul tuo blog hai pubblicato “Ora vi spiego perché l’onesto in politica seve a poco”.
Finalmente! E’ un articolo fortemente autocritico! E non dirmi che non è tale. Hai voluto dire che Beppe Grillo ti era apparso più onesto degli altri, e avevi ragione. Ma in politica si è rivelato un autentico cretino: non s’era mai visto un leader, che senza aver subito un colpo di stato armato, si lasciasse mettere completamente ai margini dopo aver preso più voti di tutti.
Bravo Aldo, hai voluto fare un’onesta autocrtca per il tuo forte sostegno elettorale e tecnico a quel cretino di Grillo.
Ti abbraccio, Nico (Perrone)
cinico senese
Un elogio postumo della Banda Bassotti CAF (Craxi Andreotti Forlani) che tanto ha fatto bene per questo paese ponendo le basi del progresso e benessere che oggi assaporiamo. Altro che quel ingenuo di Enrico Berlinguer che concionava di onestà e moralità.
Sicchè, ecco la notizia: la svolta buona: mettiamo al governo l’organizzazione imprenditoriale più efficiente capace competente e moderna che esista: la ndrangheta, ad ogni ndrina un ministero. E l’Italia ripartirà.
Alice
Ottimo articolo. Infatti la Prima Repubblica era forse più corrotto dell’attuale, ma almeno c’era uno straccio di sovranità e si potevano usare certe leve (il politico poteva incidere). Ora la corruzione è peggiorata, ma la cosa grave è che il politico è veramente inetto. Mi farei operare sicuramente dal primo.
Se fossimo nella Repubblica di Platone, il chirurgo farebbe solo il chirurgo perché in quello ha la sua virtù. I conti e i soldi sarebbero amministrati della classe dei lavoratori, controllati dai guerrieri!
Stefano di Ponzana
Aldo.. sei un grande. Incremento sempre la mia stima leggendo i tuoi articoli.
Questo mi permette di scrivere quello che ho sempre pensato, che Putin anche se é evidentemente un figlio da putt.. é un grande politico ed é capace, perché oltre a farsi i cazzi suoi sa tenere una polveriera sociale ed economica com é la Russia di oggi; come in pochi saprebbero fare. Tanti nostri imbecilli senza il suo pelo sullo stomaco potrebbero solo imparare da lui (compreso Berlusconi che tanto ci si rivede, e non vale un suo stinco).
D.
Visto che attualmente siamo governati da delinquenti incapaci, e in alternanza da corrotti imbecilli, direi che le opzioni presentate nel tuo post scostituiscano al momento un pio desiderio.
Magari ci trovassimo a scegliere fra l’onesto incapace o il corrotto brillante, il Paese sarebbe gia un pezzo avanti.
aldogiannuli
D. purtroppo hai ragione
andrea zamboni
Giannuli, ma i partiti hanno , o avevano, come pressoche’ unico scopo la selezione della classe dirigente pubblica. il sistema e ‘ fallito, i partiti non esistono piu’.
come selezionare una classe dirigente pubblica? questo e’ un grande problema…ovviamente non affrontato. inoltre consenso e decisione giusta spesso sono in contraddizione e quindi potremmo dire che forse il sistema democratico e’ fallace nel sistema di selezione e decisone…vivo in Usa, qui vige un sistema di flussi di presone valide tra pubblico e privato, almeno nelle posizioni esecutive se non elettive…
forse la democrazia universale, dove il voto di un phd vale come il voto di un vecchietto rincolgionito dalla tv e’ sbagliato
riccardo
e io che credevo che un politico non potesse essere onesto perché è bello avere il grano nel taschino.. ad ascoltare i diretti interessati sono tutti onestissimi! semmai qualcuno in passato prese mazzette, ma le versò al suo partito.. come se ciò purificasse in qualche modo la deprecabile attività.. ma questa è storia del passato. oggi invece la moda è quella della negazione dell evidenza. il politico moderno ha scoperto la menzogna e la usa in modo sublime per rivoltare la realtà.
ammetto che a rigore di logica il suo ragionamento è ineccepibile, tuttavia temo enormemente la sua applicazione.
non sono degli imbecilli quelli che hanno e stanno impoverendo la nostra democrazia: non eleggiamo più un parlamento, ma votiamo due o tre uomini, i quali comporranno il parlamento a loro piacimento, e tutto questo in nome della stabilità di governo. e questo è solo inizio!
purtroppo caro professore, ci hanno strizzato fino all’ultima goccia di sangue, un farabutto in più nei posti di comando potrà solo decretare altre sofferenze per gli umili mortali. non è più tollerabile!!
Thomas Faitelli
L’argomento toccato ha chiavi di lettura molteplici e facilmente ponibili le une agli antipodi delle altre. Si possono incrociare valutazioni ed esempi di ogni tipo. Quindi ognuno può tranquillamente avere la propria idea senza pensare di avere totalmente ragione o totalmente torto. Quello che ho visto mancare nell’articolo è la presunzione che ci possa essere anche una ulteriore fattispecie (non citata) che “statisticamente” non può mancare, cioè quella degli onesti, intelligenti e competenti. Se non si vedono è perché in Italia vengono favoriti gli intelligenti, competenti disonesti. Proviamo a mettere nell’ordine di selezione alla prima voce l’Onestà, poi tra quelli selezioniamo i più competenti ed intelligenti. E’ pensabile mai che non possa uscire un nome attendibile? Statisticamente impossibile. Visto che sopra vedo alcuni commenti anti Grillo, dico un forza Beppe, che l’italiota medio non ha ancora capito l’intento. Non importano i tuoi limiti o presunta stupidità, importa l’idea che gli stolti non colgono.
Pierfrancesco
Ora ho capito perchè ha scritto quella frase nell’altro articolo, e direi che non è come pensavo un errore logico puro, ma l’errore c’è ed è grande. Ritengo sia proprio un errore storico, non in tutte le situazioni un disonesto è peggiore di un onesto, ma in quella attuale lo è sicuramente, i paragoni citati sono tutte situazioni in cui il governante aveva la supremazia ed era il principale attore in campo, rubando per se all’interno della sua amministrazione della cosa pubblica, rientrando nel paragone del chirurgo per come è stato formulato, ovvero esistendo un paese di cui occuparsi e poterlo fare dirigendo soldi e mezzi con una certa disinvoltura. la situazione del mondo in cui viviamo oggi è però molto differente, lo stato è un confine labilissimo di difesa delle persone contro un potere assolutamente paragonabile delle multinazionali, delle lobby, e dei gruppi di interesse privato che non hanno nessuna lungimiranzasulla salute dei loro polli d’allevamento, e ne è riprova la crisi finanziaria che stiamo attraversando. Dunque in questo panorama un vaciullare del Politico di fronte a tale vasta offerta di corruzione espone il cittadino e la nazione ad essere letteralmente distrutte, per nutrire con la loro vita i gruppi inquestione. per riformulare il paragone del chirurgo direi che abbiamo a che fare con primari di esperienza pagati dichiaratamente per farci morire sul tavolo operatorio e spedire i nostri organi in svizzera, e di fronte a questo preferirei nettamente giocarmela con lo studente di medicina che andare incontro a morte certa per mani di Baldoni.
L’unico paragone possibile è forse quello giolittiano che si avvicina alla situazione contemporanea, e infatti secondo me questo paese è nato corrotto e si è formato corrotto perciò sarà sempre molto al di sotto del suo potenziale.
aldogiannuli
Pierfancesco: lei è molto distante dalla sostanza del problema
Rosario
Caro prof. Giannuli, ma allora dobbiamo rassegnarci, scegliere l’opzione tra disonesto, inbecille, inesperto? Non esiste dunque una persona competente e anche onesta? La domanda, abbastanza ridicola nella sua ingenuità nasconde però il modello di selezione di tutti i tipi di classe dirigente del nostro Paese: se è capace ed anche onesto è pericoloso, può scavalcarmi, può creare imbarazzo a me e noie ai miei clienti: perchè si sa, il nostro è un Paese di clienti, non di utenti.
aldogiannuli
Rosario: ovviamente non dobbiamo rassegnarci a questa scelta fra cretini onesti e banditi capaci, ma questo significa che una classe dirigente bisogna saperla formare e scegliere. E con l’inno all’onestà non si risolve nulla
Filippo
Sono sicuro che là fuori ci sono una miriade di persone oneste, capaci e competenti. Se non emergono la colpa è senz’altro di coloro che si reputano competenti su tutto tanto da decidere perfino su chi debba emergere, di solito sempre i senza merito e ladroni come loro.
Pierfrancesco
Ma facciamo anche degli esempi concreti di quello che intendo, Giuliano Amato, ha fatto la legge che istituisce le fondazioni bancarie, è davvero una legge eccezionale, fatta alla perfezione per spartirsi il patrimonio pubblico delle casse di risparmio e innestare il potere politico locale nell’economia italiana, niente da eccepire tecnicamente, peccato però che rispondesse al mandato dei suoi compari, non dell’Italia.
fabio t.
non fa’ una grinza. e ricalca abb bene il grillismo . il dipietrismo gia’ si e’ visto che fine ha fatto e nn brillava nessuna mente neppure li.
aggiungiamo poi che molte leggi sono state create apposta per favorire il controllo sociale dell’individuo ed abbiamo un perfetto mix letale.
gente solitamente disonesta ed impreparata che decide delle vite altrui scrivendo leggi .
altri invece poco inclini al ragionamento e molto piu avezzi alle marcette invece applicano la forza della legge senza curarsi troppo del suo scopo.
vale la pena ad esempio uccidere volontariamente o meno un uomo per evitare gli schiamazzi notturni dello stesso , vedi caso mogherini?
ma sto divagando.
credo che in italia chiunque scambierebbe felicemente un politico onesto incapace di garantirci benessere con un’altro disonesto che PROMETTE benessere …. ops e’ gia successo in italia? per 20 anni?
ma e’ cosi sicuro che sia tanto piu facile scoprire e contenere la disonesta che capire chi e’ competente , in fondo la politica non e’ un mestiere che si puo imparare a scuola e l’operato dei politici a volte si misura in decenni.
andreotti ad esempio pur essendo disonesto ma mooolto intelligente e preparato avra’ fatto piu bene o male a questo paese guardando il tt in prospettiva e col senno di poi?
Dino977
Quello che viene messo in evidenza in queste righe, mi pare, sia la differenza fra un onesto e un onesto inutile. La competenza nel fare ciò che si deve fare. Il secondo, l’ inutile, fa dell’ onestismo( che in genere va a braccetto col giovanilismo a prescindere) in politica il suo unico strumento d’ azione. A volte in un contesto internazionale, potresti trovarti di fronte un brigante. Allora, forse sarebbe bene seguire il consiglio di Pertini: “a brigante brigante e mezzo”.
Per rispetto del lavoro svolto in tutto questo tempo dal professore, sarebbe corretto non mettergli in bocca, parole che non ha detto. Perché Non ha mica detto che bisogna rassegnarsi ai delinquenti, né tanto meno che i corrotti sono migliori degli onesti. Criticava una categoria politica foriera di danni e nulla più. L’ onestismo politico come ideologia dannosa. In chi non gli riconosce ciò, non riesco a non vedervi la malafede.
HECTOR
Meglio una persona onesta che non combina niente in ambito amministrativo ? o una persona disonesta che quantomeno porta a casa dei risultati anche per la collettività? Personalmente, a malincuore ma realisticamente, sceglierei il secondo
Ugo Agnoletto
nulla di nuovo. Nel vangelo (lo cito da non credente) viene lodato il fattore disonesto perché aveva agito con scaltrezza (Luca 16,1-8)
lucio
Chi dovrebbe formare i politici? Gli attuali partiti o sindacati? Preferisco essere rappresentato da politici formatisi in modo indipendente e fuori dagli apparati e che decidono di far politica perchè hanno degli ideali. I vecchi partiti e sindacati attualmente sono frequentati per lo più da opportunisti carrieristi e vi si può imparare solo l’arte della dissimulazione e dell’inganno: come raggirare e prendere per il naso l’elettore
lucio
Ma poi, questi arancioni si sono realmente dimostrati più babbei di chi li ha preceduti negli ultimi decenni?
A me non pare proprio, confrontiamoci su esempi concreti, grazie
HECTOR
In realtà, più che di premio, si tratta di scelte: da una parte il nulla, immobilismo totale che non porta da nessuna parte; dall’altra parte, il fare, prendere decisioni, anche se pensando al proprio tornaconto
Hancock
Non credo sia utile al Paese rivalutare e/o leggere in chiave positiva i corrotti.
Bisogna chiarire il fatto che chiunque lavori, sia in campo pubblico/amministrativo sia in campo privato deve produrre dei risultati, altrimenti dovrebbe cambiare mestiere.
Ritengo fortemente che i risultati vadano raggiunti in maniera onesta.
Farei attenzione a non confondere la furbizia con la capacità e l’interesse al bene comune, virtù oramai molto rara.
aldogiannuli
hancock: scusa ma dove hai letto la tivalutazione dei corrotti? L’hai sognata?
Hancock
Scusi ma nel suo articolo la domanda ” Siamo sicuri che l’onesto sia sempre da preferire al corrotto? ” e gli esempi che seguono,
quali riflessioni crede scatenino ?
E poi, sempre nell’articolo si legge “Dunque, non è necessario che un corrotto o un faccendiere non debba essere capace di sviluppare una grande politica.”
A me sembra una rivalutazione dei corrotti.
Vede, per delegittimare l’incompetenza non è necesssario elogiare corrotti e banditi.
L’incompetente deve essere riconosciuto sulla base del suo operato, l’onestà è altra cosa.
Come dice anche nel suo articolo, l’onestà è un prerequisito, ma mi permetto di aggiungere che si tratta di un prerequisito fondamentale e dal quale oggi non dovremmo prescindere.
Non credo sia in discussione che esistano incapaci nelle diverse categorie della società civile, ma essi vanno riconosciuti
e, laddove possibile, democraticamente sostituiti con persone valide e alle quali stiano a cuore i risultati di comune utilità.
Dafni Ruscetta
Sono d’accordo con la disamina storico-antropologica che fa il Prof. Giannuli. Anzi, aggiungo che molti dei cosiddetti ‘eroi della patria’ non solo sono stati dei corrotti e disonesti, ma spesso anche dei pazzi sanguinari. Il fatto che abbiano trovato un posto nel ‘podio’ della storia, per molti di costoro, è dovuto soltanto al fatto che abbiano avuto la fortuna e l’audacia di risultare vittoriosi in quegli eventi (guerre, rivoluzioni, elezioni) che li hanno visti protagonisti. Vittorie spesso conquistate con mezzi assolutamente poco onesti, poco trasparenti e talvolta persino molto crudeli. E in molti di quei casi gli attori di cui stiamo parlando hanno comunque bene operato per le collettività che rappresentavano, questo a suffragare la tesi del Prof. Giannuli.
marina
vuole dire che è meglio un bandito intelligente che un onesto stupido perché almeno il primo ogni tanto si riposa? consiglio a tutti il magnifico libello “allegro ma non troppo” di carlo maria cipolla”. ma non si capisce perché giannuli debba arrampicarsi sui vetri con paragoni non pertinenti -come qualche altro lettore ha già osservato- per dirci che cosa? con chi ce l’ha? abbia il coraggio di dirlo! si può essere persone capaci e oneste e noi questo abbiamo il dovere di pretendere per il nostro paese. ci manca ancora che passi quest’altra melassa vischiosa sulla moralità e la rettitudine della classe politica!
saluti
marina
Matteo
Mi complimento per l’indipendenza di pensiero, non è facile conservarla su un tema del genere nell’era degli “anticasta” da sbarco, e del resto basta leggere alcuni commenti che mi precedono per rendersene conto. Sono completamente d’accordo, ma secondo lei perché questo furore savonaroliano imperversa tanto ultimamente? Fino a qualche anno fa la disonestà del politico era un male considerato inevitabile e c’era la consapevolezza che a volte si possa fare i propri interessi (anche illegittimi) e nello stesso tempo fare anche qualcosa di buono per la collettività. Oggi questo “buon senso” è stato del tutto sostituito dalla deriva puritana della pubblicistica politica. Il mio parere è che una morale privata si sia sovrapposta alla morale pubblica (che però non sono assimilabili come aveva capito Mandeville) e un’etica individualista di matrice utilitarista abbia preso il posto di un’etica comunitaria di tipo kantiano o hegeliano. Il problema è che l’utilitarismo funziona bene per i rapporti individuali, ma ha grossi problemi quando si tratta di stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato per la società intera (al contrario dell’etica kantiana o idealistica che è invece intrinsecmente sociale). Lei cosa ne pensa?
stefano pezzi
Finalmente qualcuno ragiona. Queste cose le aveva già dette e scritte Benedetto Croce ma se qualcuno le ricorda vuol dire che ce la possiamo fare!
PAOLO
Traggo spunto per introdurre un concetto che rende inutile la distinzione e quindi la domanda iniziale. Premesso che quanto eleggi un candidato non sai predire se sarà onesto o meno, preferisco nominare un candidato di provata competenza (e questo lo posso capire in base alla carriera) e poi controllarlo come dovrei comunque controllare anche l’onesto, perchè ancora sono non posso mica provare la sua presunta onestà.
Marco
Sono un vecchieto capitato per caso su questo sito e forse, per noia, per la prima volta mi è venuto il desiderio di esprimere un un mio pensiero non richiesto.
E’ da anni che ripeto agli amici che “Non c’è nulla di più pericoloso di un idiota onesto al potere”. Secondo me è una frase che và attribuita a non so chi. Mi piacerebbe che fosse mia. Se vi fosse noto chi per primo si è così espresso, fatemelo sapere. Vi sarei molto grato.
Rispondendo ad alcuni commenti soprariportati, sono dell’ avviso, se non altro per un semplice egoistico calcolo di probilità di sopravvivenza, che preferirei farmi operare da un chirurgo capace disonesto, piuttosto che da un chirurgo onesto incapace. E’ evidente che l’idelale sarebbe il chirurgo capace e onesto, ma gli ideali sono normalmente sogni e nella vita tutto si riduce alla creazione di meschine scalette di prorità.
Relativamente al promotore di questo blog, mi permetto di esprimere la mia incomprensione relativamente all’adesione, sia pure temporanea, a certi movimenti che al limite si possonono classificare come “idioti onesti”.
Namsun e Miyeon
Vorrei ringraziarla per questo suo articolo. Mi è stato molto utile per il mio dibattito filosofico, non dimenticherò di citarla nei crediti.
Saluti