Per chiudere sulla questione di Mattarella
Confesso di essere un po’ spaventato per le cose che ho letto anche in questo blog sulla questione di Mattarella e della sua messa in stato d’accusa, e non certo per il livore di alcuni interventi ed anche per le insolenze e gli insulti di parte grillina che non mi impressionano affatto, ma per i danni che la cultura giustizialista ha prodotto sul piano della cultura politica diffusa. Ho cercato –con scarsa fortuna in verità- di separare l’aspetto penale da quello politico, sottolineando il mio prieno dissenso politico dalle scelte del Presidente, torno sulla vicenda solo sul versante giuridico.
Ne riparlo sperando di essere chiaro e procederò per punti.
1. Può il Presidente rifiutare la proposta del Presidente del Consiglio a proposito di un ministro? Si e senza discussioni proprio perché si tratta di una “proposta” e non di una “designazione” o anche una “indicazione” e le proposte, da che mondo e mondo, si possono accettare o respingere. Su questo mi pare possiamo essere tutti d’accordo.
2. Il potere di negare la nomina di un candidato ministro implica una discrezionalità totale ed incondizionata o limitata ad alcune fattispecie specifiche e quali? Qui il discorso si fa meno semplice perché la lettera della Costituzione (art 92) non dice nulla in proposito. Possiamo ricavare qualche lume dalla consuetudine e dall’interpretazione sistematica della Costituzione senza però fare troppi azzardi. In passato ci sono stati (sin dalla Presidenza Einaudi) casi di ministri rifiutati dal Presidente, ma sempre per ragioni attinenti alle qualità personali del candidato (conflitti di interesse, insufficiente esperienza, inopportunità per il rischio di compromettere la separazione dei poteri ecc.). Non è questo il caso del prof Savona al quale è stato tributato pieno riconoscimento delle sue doti, il punto sarebbero le sue convinzioni in materia di ordine monetario e, peraltro, espresse in sede non politica. Qui la scelta del Presidente si fa molto discutibile, ma il cuore del problema è un altro: attraverso il veto su Savona, il Presidente, per sua stessa ammissione, ha inteso delimitare il campo dell’azione politica del costituendo governo. A questo punto, il Presidente incaricato avrebbe dovuto chiedere formalmente al capo dello Stato se si trattava di questo, di una censura sulla possibile azione del governo e, nel caso di risposta affermativa avrebbe potuto e dovuto sollevare conflitto fra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale. Ma questo nel presupposto che Conte fosse un vero Presidente incaricato e non un semplice fattorino privo di capacità contrattuale e perciò stesso politica. Conte si è alzato ed ha rinunciato all’incarico, implicitamente accettando la decisione del Presidente. Ma Mattarella aveva il potere di rifiutare la nomina sul presupposto di una sorta di “reato d’opinione”? No, a mio avviso, non aveva questo potere proprio per la terzietà che deve sempre osservare nell’esercizio del suo mandato. E’ andato al di là dei poteri attribuitigli dalla Costituzione, anche se la questione è discutibile.
3. Prendendo per buona la mia idea (peraltro condivisa anche da giuristi del livello della Carlassare, come leggiamo sul “Fatto”) che il Presidente abbia abusato del suo potere, come qualificare giuridicamente il suo comportamento? Se avessimo a che fare con un ministro o con qualsiasi funzionario dell’amministrazione potremmo parlare di “falsa applicazione della legge” o anche di un illecito amministrativo, ma forse anche di una fattispecie penale come l’abuso di potere.
4. Prendiamo per buona questa ipotesi estrema (decisamente estrema, sia chiaro), cioè che il Presidente abbia commesso un abuso di potere, è processabile per questo? La Costituzione dice che il Presidente è processabile solo per Alto tradimento o per Attentato alla Costituzione (cioè abbia fatto o tentato un colpo di Stato). Dunque occorre dimostrare che, attraverso quell’abuso, il Presidente abbia cercato di mutare l’ordinamento delle istituzioni. Per la verità mi pare una ipotesi un po’ forte: non mi pare che la mancata nomina di Savona abbia mutato la forma di governo. Ma a voler concedere anche questa soluzione estrema di una ipotesi già di per sé estrema, non potremmo lo stesso far nulla, perché l’attentato alla Costituzione è disciplinato dall’art 283 che, modificato durante il II governo Berlusconi, recita “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni”. Mi spiegate in cosa si ravvisi uso della violenza da parte di Mattarella? Direi, quindi che ßmanca il presupposto necessario per aprire l’azione. Magari posso anche ritenere criticabile quell’emendamento, in quanto un Presidente può stravolgere l’ordinamento costituzionale anche senza bisogno di ricorrere alla violenza, ma questo non conta: la norma è quella e noi dobbiamo operare sulla base delle norme vigenti.
5. D’altra parte, la richiesta di messa in stato d’accusa –oltre che politicamente inopportuna e contraddittoria con la richiesta di immediate nuove elezioni- era anche impossibile da eseguire allo stato dei fatti. Infatti, la procedura, in questi casi, prescrive che le commissioni per l’autorizzazione a procedere dei dure rami del Parlamento svolgano una indagine preliminare per decidere se ci sono i presupposti minimi per spedire la richiesta alla seduta congiunta di Camera e Senato, ma qui le commissioni, compresa quella per le autorizzazioni a procedere, non sono state costituite e, pendente la crisi, non si sa neppure bene come costituirle, comunque sino a quando non ci sono la denuncia resta lettera morta.
6. A seppellire definitivamente questa vicenda deplorevole viene l’ingloriosa ritirata di di Maio che, peraltro, non sente nepèpure il bisogno di chiedere scusa al Presidente con il quale si dichiara pronto a collaborare. Come dire: “tu sei un golpista, però lasciamo perdere e collaboriamo.” Avete mai visto una cosa del genere. Se fossi il Presidente mi rifiuterei di riceverlo al Quirinale sino a che non siano porte le scuse.
7. C’è una frase di Di Maio che la dice lunga sulla sua cultura giuridica e politica: “Occorre parlamentarizzare questa vicenda”. Cioè lui avrebbe voluto mettere in moto una delle procedure più gravi del nostro ordinamento che punta alla destituzione del Presidente in carica tanto per avere un dibattito parlamentare. Una sorta di succedaneo di una mozione di sfiducia: visto che questa non è prevista dall’ordinamento, noi usiamo la messa in stato d’accusa a questo scopo. Se tu davvero credi che il Presidente abbia fatto o tentato un colpo di Stato devi andare sino in fondo e non accettare alcuna collaborazione con chi ha attentato alla Democrazia. Ma forse sono pensieri troppo complicati per Di Maio.
8. E qui siamo ai disastri della cultura manettara di questi anni: i problemi politici si risolvono in sede penale. Un bel processo e tutto è risolto. E non è neppure il caso di abbondare con le garanzie processuali perché un bel rito sommario basta e avanza. Chiedo a quanti sono intervenuti in queste pagine a sostegno dell’accusa a Mattarella: quanti di voi sono andati a leggersi l’art 283 del cp? C’è una pericolosa perdita del senso della politica e del garantismo penale e questo mi fa francamente paura. Devo dire che questo mi sembra un vero imbarbarimento della lotta politica.
Aldo Giannuli
ALESSANDRO GIACONE
Aggiungo che fin dal primo governo della Repubblica, il de Gasperi II, De Nicola cerco’ di opporsi alla nomina di un DC (Gonella) alla Pubblica istruzione, perché il ministero andava tradizionalmente a un laico. Non la spunto’, ma cio’ dimostra che anche il presidente più neutrale che l’Italia abbia mai avuto non esitava ad intervenire nel “perimetro di governo”, come lo chiami tu. Cari saluti, Alessandro
Herr lampe
Io invece citerei un signore: “L’ignoranza non ha mai giovato a nessuno”.
foriato
Forse vale anche per l’Italia:
https://elpais.com/elpais/2018/06/01/opinion/1527865081_433724.html
“Non sappiamo ancora se albeggia oppure la luce proviene da un incendio.”
Gaz
@Foriato
Icasticamente hai centrato uno dei temi più importanti, se non il più importante, cioé il fattore tempo delle scelte e delle azioni relative.
Dopo il pensionamento della Merkel vedremo cosa succederà.
Le intromissioni estere nella formazione del governo servono a provocare reazioni utili a chi si intromette.
In altri termini, tedeschi e francesi vorrebbero giocare come al gatto col topo.
Libertè, egalitè, n’utu culu a te !
foriato
Certo, le intromissioni estere servono a provocare reazioni utili a chi si intromette, ma fungono anche da vaccino. I virus però somministrati in quest’ultimo periodo vaccinale vengono così spompati che sembrano insipidi placebi… A mio avviso, questi Salvini e Di Maio sono (ed ecco il mio umile contributo al sequel di LA CRISI DI GOVERNO PIU’ PAZZA DEL MONDO abbozzato nel post precedente) una pessima e imbecille caricatura di quei due personaggi delle avventure di Tintin, Dupond e Dupont:
-“Voterei per uscire dall’euro”.
-“Direi di più: se andiamo al governo usciamo dall’euro”.
https://video.repubblica.it/dossier/governo-lega-m5s/di-maio-e-l-euro-quando-diceva–voterei-per-uscire/306139/306767
http://www.ilgiornale.it/news/se-andiamo-governo-usciamo-dalleuro-1534543.html
Brutti -e noiossisimi- tempi…
Alberto Capece
Premetto che sono per nulla grilino, ma mi chiedo come mai se Di Maio o qualcun’altro dei Cinque Stelle dice una cazzata significa che non ha cultura istituzionale, mentre quando la cazzata la fa Mattarella e la rete di potere che esso rappresenta è soltanto un errore tattico. Così come è una palese ipocrisia pensare di poter affrontare la questione attraverso sofismi giuridici di bassa lega come al punto primo: Mattarella ha rifiutato la proposta di un ministro, non la sua designazione, dunque è incolpevole. E’ del tutto evidente che se il via libera a un governo dipende da quella proposta per proprietà transitiva è come se si rifiutasse la designazione stessa.
Pierfrancesco
Professore per sua ammissione siamo di fronte a un presidente che va oltre i suoi poteri, e i poteri del presidente hanno effetti pesantucci, da cambiare il nostro ordinamento in un attimo, ad esempio se passasse l’interpretazione mattarella-cassese della costituzione, con un presidente che può rifiutare tutti i ministri che vuole finché non gli proponi quello giusto, ci ritroveremmo di fatto in una repubblica presidenziale, o semipresidenziale, senza neanche l’elezione diretta del presidente. Ci rendiamo conto della gravità?
Questo comportamento andava censurato In qualche modo, e la messa in stato d’accusa è l’unico modo che ha il parlamento di intervenire contro il presidente, l’interpretazione di “violenza” nel CP non è soltanto fisica o armata, anche un detentore di un così grande potere come il presidente se lo USA senza moderazione fa un atto violento, altrimenti sarebbe impossibile perseguire qualunque presidente a meno di carri armati in strada.
Concordo con lei sul conflitto di attribuzioni, sarebbe stata la giusta mossa, la cosa peggiore comunque è questa in cui nessuno ha mosso un dito e ora gli scenari futuri sulla creazione dei governi sono nerissimi… Immaginiamo un Cossiga o un napolitano cosa potrebbero fare con questi precedenti.
Vincenzo
Buongiorno professore.
Vorrei farle leggere quanto ho scritto ieri a proposito delle critiche a Mattarella e soprattutto a proposito della tutela dell’istituzione Presidenza della Repubblica.
Grazie e buona giornata.
https://vincenzolagana.com/2018/05/31/criticare-mattarella-tutelare-la-presidenza-della-repubblica/
Libero Ferrari
Gentile professore,
in obbedienza ai suoi “desiderata” (” Chiedo a quanti sono intervenuti in queste pagine a sostegno dell’accusa a Mattarella…”) condivido alcune osservazioni dato che la sua insistente preoccupazione per l’imbarbarimento della lotta politica induce a ricercare sempre ulteriori prove a sostegno di una tesi o di un’altra.
Le risulterà, immagino, che l’art. 283 Cp è stato modificato in tempi più vicini a noi con la legge 24.02.2006 n. 85 che ha sostituito la precedente formulazione di “”mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale” con l’attuale inciso di “atti violenti e idonei”. Mi pare superfluo specificare l’origine politica e governativa di tale modifica. Si pone, almeno, un’incongruenza sostanziale tra il disposto dell’art. 90 Cost., per quello che voleva significare nella mente dei Costituenti, e le successive modifiche alla configurazione del reato stesso.
Oltre l’aspetto formale, si tramandano dei curiosi aneddoti (ovvio che sembrano ben più di amenità) nel sottobosco dei rapporti istituzionali secondo i quali alcuni Presidenti della Repubblica collaborarono attivamente ad ipotesi di Colpo di Stato (noti come sono vago e allusivo nonostante tutto quello che se ne conosce), fors’anche in fase ideativa, e che furono letteralmente presi a schiaffi da altri e contrapposti esponenti politici. L’esito infausto, immediatamente successivo ma mai provato in diretta consequenzialità della stessa vicenda, fu l’inabilità fisica del PdR dovuta a grave patologia ischemica che rese necessarie le dimissioni! Ebbene, nemmeno allora fu attivata una tale procedura. Lei dirà: “Mille ovvi motivi” compresa la regola non scritta, che ha citata in altra sede, di non spingere mai sino in fondo nei rapporti di forza tra poteri dello Stato; tuttavia il fatto sembrò più che grave.
Però sono emersi in passato e stanno emergendo oggi con nuova ispirazione e forza casi problematici di interpretazioni difformi, quanto meno, riguardo alla figura complessiva del Capo dello Stato, al suo ruolo e alle sue attribuzioni e competenze. Di fatto non disponiamo di giurisprudenza che possa orientare o meglio definire l’indeterminatezza (intenzionale) del dato costituzionale: i tempi, i modi e le situazioni sono cambiati di molto; può darsi pure che la Costituzione formale non corrisponda più alla Costituzione materiale del popolo. Di certo è, a mio avviso, che non sia più possibile lasciare alla discrezionalità degli attori politici ed istituzionali “pro tempore” (od occasionali) una materia tanto delicata ed importante. E’ necessario ribadire i confini tra i rispettivi poteri dello Stato. O anche rivisitarli, se se ne crede il caso. Purché venga fatto secondo le regole dello Stato democratico ed in modo esplicito. Non surrettizio.
Infine, un’eventuale pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe non escludere l’introduzione di criteri valutativi difformi tra i principi comuni dell’ordinamento giuridico e le fattispecie che riguardano i conflitti tra gli organi dello Stato: ad esempio: se sono definiti gli organi deputati a sollevare la questione, è da ravvisarsi anche in questi casi l’obbligatorietà dell’azione penale? Oppure, data la successiva modifica della norma penale e almeno in questi casi, è da valutarsi positivamente anche la cosiddetta violenza impropria? E via discorrendo….
Quanto alla vergognosa questione di chi solleva, per me giustificatamente, una questione così grave e poi dice: “Facciamo finta di niente purché…”, be’…. la penso come lei. Cose infami!
Roberto B.
Mi spiace Giannuli: continui a vedere il dito a chi ti indica la luna.
E senza neppure abbandonare i toni livorosi nei confronti di Di Maio, gli stessi che contesti ai molti interventi contro l’operato del Presidente.
Tra l’altro, a riprova di una fin troppo sospetta animosità, nulla hai proposto come alternativa, cioè hai mostrato solo una faccia della medaglia, quella più utile al tuo discorso che, si badi bene, ti servi di un argomento squisitamente procedurale, peraltro opinabile, per portare un attacco senza appello su un piano politico.
Forse che Di Maio (ed i suoi consiglieri, che insisti a non sapere che esistano e che pesino), con atteggiamento falsamente (quello si!) da perfetto gentleman inglese avrebbe dovuto mostrarsi superiore a certe meschinità e ingoiare il rospo limitandosi ad una querula lamentela tipo bimbetto (come purtroppo anche tu lo consideri) a cui è stata rubata la merenda, mentre al partito che lui rappresenta veniva negato un diritto che anche tu gli riconosci?
Quali altri strumenti aveva per protestare in modo da avere un peso politico?
Un capo politico deve saper mostrare i muscoli, quando serve: gli atteggiamenti da gentleman ben educato lasciamoli al Club. Se tutti i capi politici che hanno ottenuto qualcosa nella storia si fossero comportati in tal modo (uno per tutti Chamberlain, a cui contrapporre Churchill, che certo non aveva un caratterino remissivo), staremmo freschi.
E’ proprio per questi motivi che da sempre, anche nell’antichità, le leggi e le consuetudini limitano fortemente la possibilità di attaccare i rappresentanti del popolo, consentendo loro interventi contro gli avversari politici sopra le righe quando è il caso, senza doversi curare di eventuali conseguenze sul piano giudiziario: questa è la politica, bellezza!
Allora ditelo
I costituzionalisti che hanno interpretato le azioni del PdR, invece che la Costituzione, non si sono degnati di spiegarlo.
Essendo la valenza politica attribuita all’azione del PdR basata su “intenzioni presunte”, andrebbero enumerati gli effetti concreti sulla base dei quali tali intenzioni si dovrebbero desumere.
Se i galloverdi si fossero impuntati per uscire dall’euro senza preavviso per caso non avrebbero potuto farlo con Savona consigliere dei vice presidenti del Consiglio?
Se i gialloverdi volessero uscire dall’euro improvvisamente adesso che Savona non siede al MEF non potrebbero farlo?
La mancata nomina di Savona al MEF non costituiva e non costituisce alcun ostacolo alla possibilità che lo stesso Savona potesse e possa esercitare la propria influenza sugli atti del governo gialloverde una volta formato.
Anche la Costituzione ha una valenza “politica”: dunque non si può ritenere di dover tutelare il risparmio (e quant’altro tutelato dalla Costituzione) ed al contempo NON intaccare le prerogative di un nascente governo?
Lo spread a 300 è un prodotto di certi modi di fare “politica” per i quali non sembra si intenda pretendere accountability.
PS: I reati d’opinione furono modificati quando la lega era al governo (legge 24 febbraio 2006, n 85)
Allora ditelo
Per una questione di tempistiche la possibilità del conflitto di attribuzione potrebbe non essere fattibile nella fase in cui l’incarico al PdC è conferito “oralmente” senza essere formalizzato con decreto di nomina e giuramento.
http://www.lacostituzione.info/index.php/2018/05/31/perche-il-decreto-di-nomina-dei-ministri-proposti-dal-presidente-del-consiglio-incaricato-non-ha-natura-sostanzialmente-governativa/
Gaz
Perbacco, comme ebbi a dirvi (una sola parola) e vi ripeto, questo non é un blog di tolleranza !!
Arrangiatevi !!!
gio
Ma non è che Mattarella ci ha messo l’Euro in Costituzione (oltre che in quel posto) , e noi non ce ne siamo neanche accorti?
Se l’Euro ormai è entrato tra principi fondamentali della Costituzione il PDR ha il dovere di difendere la moneta unica, quindi rifiutare la nomina di un ministro “eversivo” che ne preveda l’uscita, diventa un atto dovuto.
I mercati ci hanno insegnato a votare …
Billy Budd
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“… il Presidente, per sua stessa ammissione, ha inteso delimitare il campo dell’azione politica del costituendo governo.
…
E’ andato al di là dei poteri attribuitigli dalla Costituzione”
A. Giannuli
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Oh, be’!!!!
Riemerge un minimo, e sia pure solamente un minimo, di obiettività.
Quella che difetta è la logica. E la serietà della riflessione.
Perché, nel nostro caso, chiaramente risulta esangue e asfittico un discorso che si mantenga tutto sul terreno giuridico-formale. Che l’esimio arbitro abbia agito in modo discutibile, lo affermano i più onesti tra gli esperti di diritto costituzionale: Onida, Villone, Carlassare. Ma in certe cose il problema non lo si può esaurire sul terreno giuridico-formale. Se bastasse questo a valutare adeguatamente la liceità di un atto, allora chi ha commesso un reato, ma riesce poi ad introdurre leggi ad personam tali da cancellare quella data figura di reato, diverrebbe di colpo per ciò stesso persona irreprensibile. O, su un piano più vicino al nostro, così ragionando si dovrebbe magari sentenziare che i moti culminati nella presa della Bastiglia non furono se non un banalissimo caso di adunata sediziosa e che la soluzione era reprimerli con inesorabile durezza. Il discorso giuridico-formale ha sempre gravi limiti, persino quando investe solo gli atti di un singolo individuo in quanto comune cittadino ordinario. Figuriamoci quando invece attiene alla condotta di chi sta più in alto e tocca temi ricchi di più ampie implicazioni. Mai sentito parlare dell’«Antigone»?
E proprio questo è il punto. Ci troviamo, qui, su di un terreno delicato e fondamentale che va riconosciuto come tale. È falso dire che, oltre al discorso giuridico-formale, non rimane se non quello politico. Quel terreno è più fondamentale. Si colloca a monte del diritto e della politica. Anche a volerlo qui considerare solamente nella sua espressione più visibile e formalizzata, vale a dire la Costituzione, si tratta di capire che riguarda regole e princìpi da cui poi discendono il diritto come la politica in quanto improntati a delle regole. Chi è chiamato a agire a tutela della Costituzione, perché la rappresenta al massimo grado, benché il suo atto abbia volta a volta una ricaduta immediata nell’àmbito politico, non va giudicato a partire dall’àmbito politico. Va giudicato invece a partire dalla Costituzione: per la capacità e la volontà che mostra di attenersi strettamente all’àmbito della Costituzione, senza travalicarlo e sconfinare nell’àmbito politico. Chi faccia il politico e commetta a questo riguardo uno svarione, come è capitato a Di Maio, lo deve pagare e lo paga soprattutto in termini di reputazione o se si vuole di credibilità. Vale a dire sul piano politico. Ma chi uno svarione lo commette e consapevolmente nel suo ruolo di custode ovvero di garante della Costituzione, sconfinando nell’àmbito politico, fa una cosa abnorme ed è soggetto a tutt’altro tipo di giudizio. Non importa se il suo operato si possa o non si possa sanzionare. Ma l’atto che compie interviene a determinare, quello sì, un imbarbarimento della lotta politica. C’è chi oggi ne appare ben cosciente, come per es. Ugo Mattei. E chi evidentemente, al contrario, non se ne rende proprio conto.
Libero Ferrari
Sig. Billy Budd,
il suo ragionamento ha sostanza e procede con grande intelligenza delle cose ma… se non restiamo nell’ambito giuridico-formale rischiamo, in ogni situazione simile, di prendere la Bastiglia.
leprechaun
“Può il Presidente rifiutare la proposta del Presidente del Consiglio a proposito di un ministro? Si e senza discussioni proprio perché si tratta di una “proposta” e non di una “designazione” o anche una “indicazione” e le proposte, da che mondo e mondo, si possono accettare o respingere.”
No, e ho caricato una montagna di link in proposito, incluso il sito ufficiale del Governo. Il Presidente non essendo un rappresentante, non gode di potere politico (e dunque, di “scelta”). In quanto garante può operare solo sul piano formale e di garanzia della legalità (non nominare ad esempio uno interdetto ai pubblici uffici o cose del genere) MA NON PUO’ COMPIERE SCELTE POLiTICHE. Aggiungo che questa è anche l’opinione (se così vogliamo chiamarla, essendo ciò un’ovvietà) di illustri giuristi francesi. Del paese, cioè, dove la democrazia è stata inventata Raspail). E infatti l’Associazione dei giuristi democratici italiana parla di “vulnus alla democrazia”. Se hai riferimenti di diritto che dicono il contrario , ti prego di pubblicarli. Così si può fare una discussione, perché finora non ce n’è proprio stata.
Roberto B.
Fortunatamente, questa discussione è ormai fuori tempo massimo.
Come dicono a Napoli: Chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato.
Ben più scottanti e sostanziose questioni ci aspettano; e bisogna sperare che sarà davvero così, altrimenti ci troveremmo a discutere di un governo che di cambiamento ha solo le chiacchiere. Cioè, un governo peggiore di quelli che lo hanno preceduto.
Allora ditelo
Non si può dire che il PdR “scelga” quando esercita la propria prerogativa di nomina.
La “scelta” dei nomi la fa il PdC che li propone senza che ci sia obbligo che vengano accettati da parte del PdR.
La Costituzione è chiara sul fatto che il PdC non abbia alcuna autorità di nomina autonoma e questa caratteristica è stata fissata deliberatamente dai Costituenti invece di consentire al PdC piena autonomia sulle nomine.
Asserire che la mancata nomina di Savona fosse una scelta politica è una petizione di principio.
Che Savona non siedesse al MEF non avrebbe certo impedito la possibilità che questi influenzasse il governo gialloverde in altra veste.
Tutto il polverone è in realtà un caso di “lesa maestà” nei confronti di chi persegue un modello istituzionale senza vincoli alle maggioranze contingenti.
In questo paese la sovranità del popolo dovrebbe essere esercitata nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione.
Le tesi tra giuristi non sono concordi:
Così i professori di diritto costituzionale della prestigiosa scuola fiorentina “Paolo Barile” hanno smontato la tesi per cui il presidente della Repubblica rischierebbe di finire sotto stato di accusa da parte del Parlamento per non aver dato il via libera al governo giallo-verde guidato dal professor Conte. La lettera è stata sottoscritta da Enzo Cheli, Paolo Caretti, Ugo De Siervo, Stefano Merlini, Roberto Zaccaria, Stefano Grassi, Cristina Grisolia, Elisabetta Catelani, Massimo Carli, Orlando Roselli, Giovanni Tarli Barbieri, Andrea Simoncini, Andrea Cardone e Duccio Traina.
http://www.firenzetoday.it/politica/mattarella-impeachment-tradimento-costituzione-costituzionalisti-fiorentini.html
PS: L’elezione diretta del PdR venne esplicitamente scartata dai Costituenti: nella Repubblica Italiana il PdR è eletto con elezioni di secondo livello per esercitare precise funzioni di garanzia e non certo per accondiscendere alle maggioranze contingenti.
Allora ditelo
La Costituzione non vincola in alcun modo il PrR nell’esercizio delle prerogative di nomina ma vincola il PdC impedendogli potere autonomo di nomina e conferendogli solo quello di scelta dei nomi.
Un vincolo che taluni, anche costituzionalisti vaccinati, considerano inaccettabile al punto da voler forzare una prassi verso un automatismo.
Quasi fosse una coincidenza In inghilterra la regina ha potere di nomina ma oramai non rifiuta mai…
Il sistema inglese è stato anche definito dittatura elettiva per una serie di caratteristiche che alcuni hanno sempre voluto imitare altrove.
http://blogs.lse.ac.uk/politicsandpolicy/elective-dictatorship-democratic-mandate/
PS: I giudici della Consulta non sono eletti dal popolo ma putacaso le loro interpretazioni della Costituzione sono vincolanti.
Con questo andazzo non mi stupirebbe se si iniziasse a proporne l’elezione diretta affinché l’interpretazione della Costituzione segua le mode del momento. A furor di chi se la canta e di chi se la suona.
Allora ditelo
«Occorre però tener conto che il condizionamento dei partiti nella indicazione dei futuri ministri non può giungere a svuotare del tutto il potere di proposta autonoma del Presidente [del Consiglio] incaricato, come richiede l’articolo 92, comma II della Costituzione» — https://books.google.it/books?id=iw2joKdWM5UC&pg=PA236
Se il PdR avesse rifiutato la nomina dell’intera lista precompilata per FAR RISPETTARE le considerazioni di Temistocle Martines sull’autonomia del PdC sarebbe ugualmente incorso nelle obiezioni di chi ragiona come se il PdC avesse il potere di nomina.
Dei margini interpretativi sussistenti non esiste una sola declinazione .
manuale “Diritto costituzionale” di Pietro Virga (1979) reso disponibile gratuitamente da Giovanni Virga: http://www.lexitalia.it/vari/virgap_costituzionale.htm
Pagina 170 sulla formazione del gabinetto (grassetto aggiunto)
«Decreto di nomina: quando la lista dei componenti il Gabinetto è completa, essa viene sottoposta al Presidente della Repubblica, perché emetta i decreti di nomina. Il Presidente della Repubblica teoricamente potrebbe rifiutarsi di nominare un ministro proposto ed invitare il Presidente del Consiglio a fargli nuove designazioni, ma non potrà imporre persona a lui non gradita, perché l’art. 92 cpv. espressamente statuisce che il Capo dello Stato nomina i ministri «su proposta» del Presidente del Consiglio. Con lo stesso decreto di nomina vengono accettate le dimissioni del precedente Gabinetto.»
Il testo reso disponibile gratuitamente presenta riferimenti giuridici pertinenti ove ritenuto opportuno.
Mugo
“La Costituzione dice che il Presidente è processabile solo per Alto tradimento o per Attentato alla Costituzione (cioè abbia fatto o tentato un colpo di Stato). Dunque occorre dimostrare che, attraverso quell’abuso, il Presidente abbia cercato di mutare l’ordinamento delle istituzioni.”
Ha mutato la Costituzione creando un precedente, come da intervista a Ugo Mattei di Byoblu, UTube “IL DISASTROSO PRECEDENTE CREATO DA MATTARELLA”
Augusto
Premesso che Di Maio poteva evitarsi la sparata dello stato di accusa;
il signor Presidente ha commesso gravi errori politici; da lei stesso elencati
Il signor Presidente ha perso la faccia accettando, in seconda battuta, praticamente lo stesso governo prima rifiutato.
Non vorrete raccontarmi che l’attuale ministro al MEF ha idee diametralmente opposte al precedente; o che l’uno o l’altro ministro avrebbero potuto implementare politiche differenti da quelle volute dai due lider.
Senza neppure notare come l’azione del signor Presidente abbia scoperto un gioco che puó piacere o meno: la (quasi?) dipendenza dell’Italia da poteri stranieri.
A questo punto, il signor Presidente farebbe cosa buona e giusta dimettendosi.
Aldo S. Giannuli
pienamente d’accordo sugli errori politici di Mattarella
Giorgio Pirre'
“Senza neppure notare come l’azione del signor Presidente abbia scoperto un gioco che puó piacere o meno: la (quasi?) dipendenza dell’Italia da poteri stranieri.”
E questo sarebbe un errore politico?
Allora ditelo
Savona avrebbe potuto collaborare strettamente col governo anche senza sedere nel CdM.
Se erano in molti a credere che la mancata nomina di Savona “limitasse” l’azione politica del nuovo governo; non dovrebbero esserne di meno che “spostandolo altrove” ma non al MEF si sia ottenuto simile “effetto politico”.
PS: Se un terzo del debito pubblico è in mano ad investitori stranieri deve essere perché quelli italiani non sono a sufficienza.
http://www.repubblica.it/economia/2018/05/29/news/chi_detiene_il_debito_pubblico_italiano_30_anni_di_cambiamenti-197562983/
Eduardo D'Errico
En passant vorrei ricordare che la prima a parlare di messa in stato d’accusa di Mattarella è stata la Meloni, alcune ore prima dell’analoga affermazione di Di Maio. Ad ogni modo, si può discettare quanto si vuole sui poteri del presidente, ma a mio avviso il rifiuto di Savona, con le motivazioni esplicitamente dichiarate subito dopo alla stampa, e sia pure con la “pezza d’appoggio” dell’art.47 della Costituzione, contiene una valutazione evidentemente politica. Ed essa contrasta con la funzione di garanzia del Presidente, che implica una assoluta neutralità rispetto alle scelte politiche, trasformando il Presidente in una PARTE in gioco. Certo già Napolitano, cinque anni fa, aveva operato in modo per nulla super partes, ma questo non giustifica Mattarella, perché in questo caso il vulnus si è prodotto all’interno di una procedura formale puntigliosamente regolamentata. Naturalmente questo non vuol dire che si possa parlare di impeachment; Ma il danno si è comunque prodotto, e ha dato vitasuccessivamente ad una sorta di sceneggiata assolutamente senza precedenti nella nostra storia costituzionale.
Lorenzo
Il diritto è una forma di codifica e sistematizzazione dei rapporti politici reali: una sovrastruttura che acquista una sua, parziale autonomia solo in quelle che Carl Schmitt definiva le epoche della mediatezza. Risulta utile come interfaccia da cui entrare e uscire a seconda delle opportunità operative e delle esigenze vitali della comunità. Diviene una scartoffia ammuffita quando lo si trasformi in una cattedrale nel deserto come fanno l’attuale stato di (s)diritto e i suoi minusstrati.
Mano a mano che il regime demoplutocratico completa la sua parabola di decadenza e si moltiplicano le opportunità di weimarizzare la vita politica del Paese, la forza della vita reale tenderà a rompere la crosta di una meccanica irrigidita nella ripetizione. Le azioni di Mattarella e quelle di Salvini e Di Maio sono facce speculari di una medesima dinamica storica e sociale.
Gaz
@Lorenzo
Della weimerizzaziome manca la reiterazione delle elezioni, tant’è che un governo è nato e dovrebbe ottenere la fiducia.
C’è una decadenza con fattori endogeni ed esogeni … che non colpisce tutti alla stessa maniera.
Gaz
ACME NEWS
La federazione italiana di giochi politici (FIGP) è in subbuglio.
Il presidente federale Maddy si è rifiutato di ratificare nel comitato esecutivo la nomina del tre volte campione del mondo Paul Parfum de Savon, perchè ritenuto troppo forte rispetto agli avversari. Il rifiuto è stata la scintilla per la Rivolta popolare tra le basi degli esvotatos, cioè di coloro il cui voto è stato vanificato dal diniego presidenziale.
In una cittadina, le cui corrdinate geogrfiche sono state segretate, il popolo incazzato e iconoclasta ha invaso gli uffici pubblici, alla ricerca di una specie di santino a colori su carta scadente appeso alle mura, prontamente distaccato.
Al suo posto, a seconda delle tendenze politiche degli assaltatori, sono stati affisse immagini di Pertini e Giovanni leone, risuscitate dalle polveri degli archivi.
Al mercato nero delle immagini, i ritratti su carta fotocopia del nuovo preisidente hanno raggiunto livelli stratosferici.
Lo spread tra BTP e Bund tedeschi intanto cresce. Il presidente punta tutto su un accordo, uno qualsiasi che gli sottopongano, con la regina della notte, per disarmarla.
Ecco le immagini:
https://www.youtube.com/watch?v=XH7cPtG8kGg
Nei palazzi romani del potere si interrogano su chi sia il regista occulto dell’assalto agli archivi.
sere
Interessante dibattito politico-istituzionale: Spero continui per potere apprendere di più. Ma a me interessano le motivazioni di questa presa di posizione del PdR: se ha avuto sentore di un occulto tentativo eversivo ( uscire dall’euro senza preavviso), non doveva varare questo governo. Perché Savona potrebbe essere il Rasputin di Conte anche mentre coltiva l’orto in Sardegna. Ma ciò non è avvenuto, anzi è stato dirottato in un ministero senza portafoglio e pare che lui stesso abbia fatto il nome del ministro dell’economia. Allora a che pro questa pantomima, con il sottofondo di un discorso terrorizzante sui “risparmi”?: A chi è inviso Savona? E perché? E perché Mattarella si è prestato al gioco, screditandosi definitivamente? Perché questa ombra rimane, hai voglia di fare dichiarazioni pompose e manifestazioni a sostegno. Nonostante i fiumi di parole spese dai media e le spiegazioni minuziosissime nei chat, ho la sensazione che in questa vicenda troppe siano le omissioni.
Gaz
Che ci volete fare ?!
Resto dell’idea che sia molto più prestigioso il nostro Governo Allora ditelo, con Giannuli Presidente della Repubblica e Gaz suo segretario generale.
foriato
Bando di gara. Con la presente si comunica agli interessati che il Ministero per le pari opportunità di Questo Sito Sovrano è diventato vacante. Il governo Conte, previa approvazione del Presidente Giannuli, ha esercitato la clausola rescissoria per l’acquisizione delle prestazioni conciliative dell’onorevole Lorenzo, fiammante Ministro per la famiglia e le disabilità del novello esecutivo gialloverde. Forza, dai!
Gaz
Perche questo blog nei giorni caldi della crisi è stato bloccato?
Non era accessibile come non lo è mai stato nella sua storia.
Hipotesi?
Gaz
Di Maio è prossimo al Bayer 04 Leverkusen. Il club tedesco ha offerto 50000 euro più una Opel di seconda mano, ma ha rifiutato l’opzione su Salvini. La trattativa potrebbe concludersi in nottata. Belusconi acquistare per procura al Milan Renzi.
Gaz
Berlusconi potrebbe
vinicio giuseppin
Un mio parere:a seguire le opinioni dei giornalisti e di “esimii”costituzionalisti si infoltisce anche la confusione e si finisce per ingarbugliare anche il proprio pensiero e giudizio.Il PdR non può strasbordare sulla politica del governo nè cancellare con la penna la proposta di un Ministro per le sue opinioni:fin qui siamo d’accordo.Ma se quell’opinione è politica e va contro dei trattati internazionali sottoscritti dal Paese,come la mettiamo? Anche in questo caso si dovrebbe rispettare liberamente ,cioè senza intervenire,questa opinione? …Ho dei dubbi che si debba lasciar passare tale opinione,e, più in generale,che “un politico possa esprimere delle oipnioni offensive e contrarie ad un altro Paese anche della Ue per fomentare discordie ,dato che l’Italia ha scelto la via del dialogo non quello del confronto.
D’accordo sul giudizio che il PdR ha il potere costituzionale di “nomina” su “proposta” del PdC e che l’unica limitazione a tale potere sono lo sfondo culturale e soprattutto politico in cui avviene l’esercizio dei poteri del PdR e del PdC.(Ma il PdR comunque ha un ruolo di terzietà e di garante della Costituzione che bisogna assolutamente ricordare).
Quello che è avvenuto in questi giorni ,e mi ha sorpreso talvolta con punte di riflessione critica, è l’insieme di “irritualità” che si sono succedute durante i negoziati tribolati per la nascita dell’esecutivo..L’alternarsi di ottimismo e pessimismo.Però alla fine il Governo s’è formato e credo che in tutti i cittadini si siano maturate le convinzioni che L’Italia è un Paese Grande ,ma in gravi necessità.inserito in un Sistema Ue più esteso, che ,di frequente,dialetticamente,ne contrasta le intenzioni. Penso infine che questa nostra amata Costituzione sia da innovare:in alcuni parti importanti è reticente ,dice e lascia margine a interpretazioni,…ma in fondo essa ci piace perchè è come il nostro carattere nazionale.
Gaz
.. e poi i germanici ci bastonano ..
Sono arrabbiato, perchè oggi pomeriggio ho trovato lungo l’Arco Jonico, una delle più belle spiagge d’Italia, con i gigli selvatici, tappezzata di rifiuti plastici, vomitati dalle mareggiate, ma anche lasciati a futura memoria da barbari incivili a mo’ di souvenir.
Ho pulito una porzione dell’arenile, ho portato via come ho potuto la monnezza, l’ho posata sotto le arcate del ponte della ferrovia, dove il comune in altri anni era solito lasciare un cassonetto.
Ho inviato una mail al sindaco.
Lasciamo da parte i pur fondamentali aspetti amministrativi, di sussidiarietà etc. , etc. … ma se abbiamo mari smeraldini, banchi di sabbia finissima con indicatori ecologici di tutto rispetto, ma li insozziamo … resteremo barbari da bastonare severamente, perchè non siamo in grado di conservare le nostre bellezze.
🙁
Roberto B.
Purtroppo i rifiuti plastici e quelli comunque non deperibili vengono da lontano, sia via mare (navi, barche, sozzoni di altri paesi litoranei), sia da terra (turisti e vacanzieri, specie italiani).
I locali difficilmente insozzano casa loro.
Gaz
Macron ha riunito all’Eliseo i capi delle fazioni in lotta per una soluzione pacifica della crisi libica.
Italia non pervenuta.
Come si chiama il nuovo Ministro degli Esteri, successore di Alfano?
Gaz
Ho trovato che il dibattito politico sulla formazione del neonato governo sia stato scadente e influenzato da interessi esterni.
Negli Stati Uniti il governatore del Texas non mira ad ingannare il suo omologo del Nevada. In Europa le vicende interstatuali vanno diversamente, perchè non si è voluta l’unità politica e finanziaria. Siamo all’assurdo che le leggi europee non vengono votate dal Parlamento. Siamo cittadini europei, ma ben lontani dall’avere una politica europea.
Qui emergono altri problemi di non poco conto con enormi risvolti politici: uno per tutti la pluralità di lingue parlate.