Il pensionato, la legittima difesa e il Pd.

Il caso del pensionato che ha ucciso il giovane ladro entrato in casa sua, sta scatenando un dibattito piuttosto acceso sulla necessità di riformulare la discriminante di legittima difesa nel nostro ordinamento penale.

La procura della Repubblica competente ha modificato l’originario capo di imputazione, ipotizzando l’omicidio volontario e questo ha provocato proteste.

L’ on. Buongiorno (legale di grido che ha difeso molti imputati eccellenti fra cui Giulio Andreotti)  ha chiesto di ampliare il concetto di legittima difesa, in modo da assolvere chi si dovesse trovare nelle condizioni di quel pensionato e, al solito, nel PD non sono mancate orecchie attente e disponibili.
Vedremo.

Nel frattempo si sta manifestando la consueta ondata di isteria collettiva: cortei di cittadini vanno sotto le finestre dell’uomo per acclamarlo come un eroe, i leghisti (figuriamoci se potevano mancare in una occasione così!) esibiscono pistole in Tv, offrono il patrocinio legale a spese della regione Lombardia (chissà cosa ne penserà la Corte dei Conti?!) ed invitano a manifestare dappertutto. Sembra tornato Garibaldi!

Più deboli le voci di quelli che chiedono, al contrario, rigore verso l’uomo responsabile di aver ucciso un giovane di 22 anni.

Personalmente non mi riconosco in nessuna delle due posizioni e cerco di ragionare sul fatto che occorre prima di tutto ricostruire, per come si è effettivamente svolto.

Partiamo da una considerazione: ovviamente la violazione di domicilio, il furto e, peggio, la rapina, sono reati gravi che vanno sanzionati con la giusta severità. Altrettanto ovviamente, però, per quanto questi reati siano gravi, la perdita della vita è una sanzione spropositata e, se questo non è consentito allo Stato (mi pare che abbiamo abolito la pena di morte in tutta Europa, se non sbaglio), figuriamoci se può essere consentito al singolo cittadini che vuol farsi giustizia con le sue mani.

Vice versa, è ovvio che non costituisce reato (e non contraddice nemmeno il senso morale comune) che una persona uccida per difendersi, ma questo, necessariamente, implica una certa proporzionalità fra l’offesa e la difesa. Se l’aggressore è a mani nude, e l’aggredito è in grado di difendersi senza ricorrere alle armi siamo nella legittima difesa, anche se magari, nella colluttazione un pugno fa cadere fuori della finestra l’aggressore causandone la morte. Al contrario, se l’aggredito dovesse rispondere con le armi ed uccidere l’altro che è disarmato, l’atto andrebbe considerato come un omicidio e basta.

Ma, mi direte, se l’aggredito è una persona anziana fisicamente non in grado di difendersi, sottrarsi con la fuga, chiamare aiuto, ecc. ed avesse solo la pistola come strumento di difesa? In questo caso andrebbe valutata la possibilità di fermare l’eventuale rapinatore ferendolo e non uccidendolo e se, invece, ci fosse la sua morte, si potrebbe configurare l’omicidio colposo o, al limite, preterintenzionale considerando le attenuanti del caso.

Ma, ancora, l’aggredito potrebbe pensare che l’altro sia armato e temere che possa sparare prima di lui, e comportarsi di conseguenza. In questo caso si potrebbe considerare il suo comportamento come “eccesso putativo di legittima difesa”. Come si vede la casistica è abbastanza definita e l’attuale giurisprudenza gradua molto opportunamente le sanzioni sull’effettivo comportamento.

Vice versa, non esiste (e non deve esistere) il “diritto all’inseguimento” per cui si può sparare alle spalle  dell’aggressore che sta battendo in ritirata. Questo è inammissibile, perché non si tratterebbe più di “legittima difesa”, in quanto il pericolo non sarebbe più attuale, ma passato, dunque non ci sarebbe la necessità di usare strumenti  offensivi.

Dunque, se il pensionato ha sparato mentre il ladro era in casa e si poteva pensare che fosse armato, a mio modesto avviso, si potrebbe pensare ad assolverlo per “eccesso putativo di legittima difesa”. Vice versa, se il ladro è stato colpito mentre era in fuga, quindi la minaccia non era più attuale (e si poteva presumere che non aveva armi, che, diversamente, avrebbe impugnato) il comportamento del pensionato si configura come “omicidio volontario” e come tale va punito, anche se magari si possono considerare attenuanti come lo stato di alterazione psicologica nel quale il reo ha operato.

Detto questo, che bisogno c’è di ampliare il concetto di legittima difesa? Attenti perché se questo suonasse come una autorizzazione ai cittadini a sparare alle spalle dei ladri, non solo avremmo più morti fra questi, ma rischieremmo di averne molti di più fra gli aggrediti, perché molti rapinatori passerebbero senz’altro all’uso delle armi per primi,  per timore di essere colpiti. Ed il rimedio sarebbe molto peggiore del male.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (35)

  • Personalmente detesto i poliziotti rambo dal grilletto facile stile americano, i giustizieri della notte, le ronde varie, che vogliono sostituirsi a chi è deputato a farlo. Poi trovo questo pensionato detestabile, troppo esagitato, pure pregiudicato, apparso al balcone di casa, da condannare a prescindere se ha sparato per legittima difesa o no.Ma quello che è certamente da condannare è la sua partecipazione alla trasmissione della soubrette televisiva Barbara D’Urso, solo per questo gli infliggerei venticinque anni di galera. La vera causa di tutto ciò è l’attuale regime politico vigente inutile dirlo. Solo un vero Stato basato sull’Ordine,la Gerarchia naturale e l’ Autorità che non sia in contrasto con le Leggi della Natura, è in grado di eliminare la delinquenza. Ma per eliminare la delinquenza prima di tutto bisogna eliminare la democrazia, l’attuale parlamento e tutti partiti che sono il vero cancro della società. L’unico vero grande Uomo di Stato italiano che abbiamo avuto nel novecento, affermava: “Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato”. Ecco la sola valida soluzione.

    • @Maffei. “L’unico vero grande Uomo di Stato italiano”. Sua Eccellenza il Cavaliere come esportatore di capitali in tempo di guerra è stato un grande. Come generale è stato superiore a Napoleone e Cesare messi insieme: tante le sue vittorie, che non ce le si ricorda neppure. Come campione dei diritti avrebbe meritato almeno un Nobel, se non due. E’ stato il beniamino dei francesi – e sembra pure degli inglesi- . E’ riuscito nel capolavolaro di sabotare Hitler. Vogliamo non dargli un giusto riconoscimento per quest’opera meritoria per gli Alleati? Dopo aver fatto l’Italia, ha fatto tanti italiani, tanti da perderne il conto.
      Due nomi senza commento per esprimere la grandezza umana del personaggio: Ida e Albino.
      Senza presunzione di completezza indicativamente le consiglio la seguente pellicola:
      https://www.youtube.com/watch?v=uxzYEqxrZHE

      • @ Gaz. Io mi riferivo solo allo straordinario talento politico di Mussolini,come Uomo di Stato.Per quanto riguarda la coppia di madre e figlio citati , deploro fortemente la loro tragica fine e il loro colpevole abbandono.Miserie umane, troppo umane.Comunque che entrambi fossero dementi è un fatto clinicamente accertato da illustri psichiatri; da condannare è il loro abbandono da parte del capo di governo, che poteva dedicarsi di più a loro e non dimenticarli in un manicomio.Comunque anche Palmiro Togliatti, che è stato un grande leader comunista di rilevo internazionale, ebbe un figlio schizofrenico,Aldo Togliatti, morto abbandonato dal padre anche lui, al pari di Albino.Il meglio di tutti fu Hitler, che evitò di riprodursi, evitando così che i moralisti lo accusassero di miserie umane, troppo umane,del genere.

          • @ Gaz; è solo un deplorevole pettegolezzo, al pari di quello del comico ebreo Charlie Chaplin, che nel film grottesco “Il grande dittatore” lo dipingeva come uno che si arrotolava nei tappetti e come un imbianchino. Mentre in realtà era un pittore di paesaggi bucolici.A lui si deve il modello della “macchina del popolo” (Volkswagen) tecnicamente realizzata poi dall’ingegnere Ferdinand Porsche, un modello di auto (il famoso maggiolino) che nel dopoguerra fu una tra le auto più vendute in tutto mondo. Ma il peggio di tutti è quello di spargere la calunnia che si faceva defecare dalla nipote in bocca, poi che l’avrebbe spinta al suicidio.La verità è una sola: per far odiare il nemico bisogna dipingerlo come un mostro, negare ogni tratto di umanità, renderlo ripugnante,affermare che era un criminale efferato.Poi si ottiene il risultato voluto. Hitler è stato per i tedeschi ciò che Napoleone è stato per i francesi. Amen.

    • Sa che il passaggio sulla D’Urso è la prima cosa sulla quale siamo d’accordo? E, per inciso, mi ha fatto ridere per diversi minuti.

    • @Maffei. Maffei, qualche tempo addietro lei ebbe a citare Evola, secondo il quale non fu il fascismo a rovinare l’Italia, ma il contrario.
      Ebbene, possibile che le sfugga la sineddoche ?

  • Due sole sono le certezze:
    1) chi si introduce furtivamente in casa altrui costituisce un pericolo a prescindere;
    2) chi si ritrova un delinquente in casa subisce uno stress nel quale è molto difficile comportarsi razionalmente.
    Il resto sono ipotesi astratte. Concordo sul fatto che non sia legittimo sparare ad uno che scappa, ma pretendere una proporzionalità tra offesa (normalmente impossibile da valutare in pochi secondi) e difesa è assurdo.
    A meno che non si voglia preventivamente sottoporre un questionario al ladro…

  • Concordo con l’impostazione “giuridica” della questione.
    Peraltro, dal punto di vista politico, credo che, finché la (sedicente) sinistra continua a lasciare il tema della lotta alla criminalità (tale è infatti quella perpetrata da ladri, rapinatori e scippatori) e della riforma del sistema punitivo alle speculazioni della destra o comunque della Lega, la percentuale dei voti, in un’ipotetica tornata elettorale, rischi di avvicinarsi inesorabilmente alle soglie del prefisso telefonico.
    Per governare e, dunque, provare a mettere in pratica idee per lo più condivisibili occorre vincere le elezioni; ma se agli occhi di molti elettori (la maggior parte, penso) appari (mi permetto di usare un “tu” impersonale) come quello che si ricorda degli uomini in divisa solo quando c’è da “prendere” il mafioso o il politico corrotto di turno, e per il resto – incurante dell’estrazione sociale di molte vittime degli odiosi reati di strada – riproponi il solito discorso “premesso che gli autori di reati come i furti, le rapine ecc. devono essere puniti, però in galera ci vanno solo i poveri cristi, i ladri di polli ecc.”, per non dire di quando stigmatizzi le forze dell’ordine perché rappresenterebbero i servi del potere e sarebbero violente a prescindere, allora politicamente vai poco lontano.
    Il problema è che non esistono solo ladri di polli e poveri cristi. Esistono persone, tossiche o meno, che per 10 euro ti puntano, con scarso controllo di sé, un coltello alla gola; che ti entrano in casa e te la distruggono per cercare un gingillo da 50 euro, fregandosene se sei in camera tua a dormire. E la vittima rischia, talora la vita, talaltra uno shock insuperabile per mesi se non anni.
    Se al senso generale d’insicurezza e all’oggettiva impunità diffusa rispondi glissando pur dinanzi a episodi acclarati, di rapine o scippi reiterati dalle stesse persone da tempo a piede libero, allora è normale che poi i movimenti tipo la Lega inizino ad andare per la maggiore. E che la gente cominci a rincorrere l’idea del farsi giustizia da sé (con consequenziale effettivo rischio di far west).
    Io so bene che per superare anche l’escalation di certi fenomeni criminali occorre intervenire, seriamente, sulla crisi economica e sociale; ma questa può essere una prospettiva di lungo periodo. Nel breve periodo, riproponendosi in continuazione furti, rapine ecc., bisogna far capire che i criminali, ricchi o poveri che siano, devono andare in galera; che anche in Italia si punisce efficacemente (e non mi riferisco ai veri ladri di polli o di una mela al supermercato).
    Perché spesso le vittime sono i poveri, gli autentici poveri e onesti.

  • le considerazioni del prof Giannuli sono equilibrate. Il problema e’ che il padrone americano vuole che diventiamo come lui, perche’ cosi’ magari vendono un po’ di colt anche qua’.

    A Maffei rispondo che quell’uomo di stato del quale parla aveva trovato un idea geniale contro la delinquenza: proibire la cronaca nera ai mezzi di informazione, ovvero un trucco da imbroglioni per fare contenti “li savi e li minchioni”

    • @Benito (maiuscolo). Durante il “bieco ventennio” fu reintrodotta la pena di morte, non solo per i reati politici gravi, tra cui anche la strage e il tentato omicidio di regnanti e governanti.Pena di morte elargita dal Tribunale speciale per la Difesa dello Stato, con moderazione, sempre ben meritata dagli antifascisti liquidati attraverso la fucilazione alla schiena. Ma fu estesa anche per i reati comuni.Non furono pochi i pluriassassini e pendagli da forca vari, fucilati alla schiena, come per gli antifascisti, dal plotone di esecuzione.Metodo che trovo non particolarmente cruento e crudele, ma soprattutto rapido.Mentre nella Spagna franchista venivano strangolati con la garrota.Vero invece che alla stampa veniva inibito il citare casi di suicidio,ma solo per evitare l’emulazione. Emulazione in menti fragili, stressate,squilibrate, quindi portate a togliersi la vita, come è avvenuto in Italia in abbondanza, durante l’attuale fase di crisi economica.Una ottima iniziativa tra le innumerevoli prese dal regime, da adottare anche oggi secondo me.Comunque non è vero che la stampa non si occupava di cronaca nera.Basterà citare il caso del “mostro di Roma” Girolimoni.Così come veniva data notizia degli arresti degli antifascisti. Quando l’OVRA nel 1930 nel corso delle indagini sulla strage della Fiera di Milano del 12 aprile 1928 arrestò il “liberogiustiziere” Ernesto Rossi, il quotidiano di Bergamo, dette notizia dell’arresto con un titolo eloquente:”Una carogna al laccio”. Benito (maiuscolo) leggere, documentarsi, solo dopo si può polemizzare con argomenti validi.

      • @ Maffei
        “…leggere, documentarsi, solo dopo si può polemizzare con argomenti validi….”

        d’ accordissimo ma proprio per questo, se ti sei documentato, dovresti sapere che fu dopo il caso Girolimoni che il duce impose il silenzio stampa sul caso per non far sapere che il mostro era in realta’ innocente, e da quel momento vieto’ la cronaca nera.
        Negare queste cose e’ pietoso come pietosi sono quei cristiani integralisti che negano l’evoluzionismo in favore del creazionismo.

        • A benito
          Senza prendere partito, mi permetto di farle notare che la teoria evoluzionistica presenta delle contraddizioni e pur essendo accettata dalla comunità scientifica ufficiale ( supinamente, in questo caso sì per partito preso ), essa non ha mai fornito nessuna prova scientifica della sua esattezza, mentre le attinenze e le corrispondenze, razionali e scientifiche del creazionismo sono tante e convincienti.

          • @ Paolo Federico
            e che cosa c’e’ di scientifico nelle religioni?
            a parte il fatto che le religioni sono semplicemente un fatto geografico, il che esclude una scelta razionale. Poi tutte si basano sulle loro rispettive mitologie, la bibbia non e’ che la mitologia del popolo ebraico, che e’ peraltro la mitologia di un popolo barbaro, quindi non ha senso in questo contesto parlare di scienza.

          • @Federico. L’ambiente seleziona i fringuelli che hanno un certo tipo di becco utile per un dato ambiente … Le mutazioni genetiche vantaggiose ( rispetto all’ambiente) sono trasmesse alla prole.
            Mi pare che un cotal processo si chiami evoluzione.

        • A benito
          La scienza nel corso della storia umana non è mai stata solo scienza fisica, il significato ristretto che ha assunto ai nostri giorni è frutto di una appropriazione indebita del materialismo.
          Esiste una spiritualità atea millenaria che è stata in grado di indagare e approfondire aspetti biologici psicologici psichici e fisici in modo tuttora sorprendente per la stessa scienza moderna.

          • A Gaz
            Detta così sembra filare tutto liscio, ma le cose non stanno proprio così.
            L’esempio da lei citato è una affermazione che non spiega nulla in realtà.
            Il punto cruciale è stabilire in che modo e con quali passaggi si è giunti all’umano partendo da una scimmia, considerato che mancherebbero diversi passaggi intermedi e che i pochissimi rintracciati soltanto in via del tutto ipotetica possono essere considerati tali.
            E credo che questa obbiezione possa essere valida per tutte le specie attualmente viventi sul pianeta.

  • Tenerone Dolcissimo

    si sta manifestando la consueta ondata di isteria collettiva
    CARO GIANNULI, CONSIDERATO CHE è IN BALLO LA NOSTRA LURIDA PELLACCIA NONCHE’ L’INGABBIAMENTO, DA PARTE DI CHI DOVREBBE DIFENDERCI, PER AVERLA SEMPLICEMENTE DIFESA MI SEMBRA ABBASTANZA COMPRENSIBILE UNA CERTA ANIMOSITA’
    ***
    Più deboli le voci di quelli che chiedono, al contrario, rigore verso l’uomo responsabile di aver ucciso un giovane di 22 anni
    UN TEMPO SAREBBERO STATE PIU’ TONANTI. NON E’ CHE ANCHE A SINISTRA A QUALCUNO COMINCIA A SERPEGGIARE QUALCHE DUBBIO???? (tipo la gita di Fantozzi nelle grotte di Postumia. “Fra un’ora al massimo siamo fuori”. Dopo 15 giorni di marcia nel buio comnciò a serpeggiare un po’ di sfiducia)
    ***
    figuriamoci se può essere consentito al singolo cittadini che vuol farsi giustizia con le sue mani.
    QUI NON SI PARLA DI AUTOGIUSTIZIA MA DI AUTODIFESA. E’ UN ERRORE FREQUENTE. IL PENSIONATO SI SAREBBE FATTO GIUSTIZIA DA SE’ SE AVESSE UCCISO IL DELINQUENTE QUANDO QUESTO FOSSE STATO AMMANETTATO DAI CARABINIERI.
    ***
    una certa proporzionalità fra l’offesa e la difesa.
    CERTAMENTE. MA OCCORRE RICORDARE ANCHE CHE L’AGGRESSORE GODE DEL VANTAGGIO DELLA SORPRESA ELA SORPRESA, DAI TEMPI DI CARLO ALLE CHIUSE DI SUSA, RAPPRESENTA UN VANTAGGIO ENORME, PER CUI SE UNO SPARA A CHI è A MANI NUDE NON E’ DETTO CHE VI SIA SPROPORZIONE, CONSIDERATO ANCHE CHE CHI AGGREDISCE è PERSONA ADUSA ALLO SCAZZO (con la S ehh) PER CUI ANCHE A MANI NUDE E’ COME FOSSE ARMATO
    ***
    andrebbe valutata la possibilità di fermare l’eventuale rapinatore ferendolo e non uccidendolo
    CERTO, MAGARI COLPENDOLO IN UN PUNTO DOVE PROVA UN DOLORE ATROCE E TALE DA FARGLI PERDERE I SENSI MA NON UCCIDERLO. FORSE HAI VISTO TROPPI FILM DI 007. UNA COSA SIMILE SAREBBE DIFFICILE ANCHE PER UNO DEI GIS DEI CARABINIERI.
    ***
    l’aggredito potrebbe pensare che l’altro sia armato e temere che possa sparare prima di lui, e comportarsi di conseguenza. In questo caso si potrebbe considerare il suo comportamento come “eccesso putativo di legittima difesa”.
    SE UNO ENTRA IN CASA ALTRUI VI AUT CLAM L’INTENTO DI USARE LA VIOLENZA FINO A UCCIDERE ED IL POSSESSO DI ARMI DEVE ESSERE PRESUNTO. VAI A RIVEDERE COME AGISCONO I PROFESSIONISTI DELL’ANTICRIMINE. IL FINALE DI THELMA E LOUISE PUO’ ESSERE ISTRUTTIVO.
    ***
    Non esiste (e non deve esistere) il “diritto all’inseguimento” per cui si può sparare alle spalle dell’aggressore che sta battendo in ritirata
    NON ESISTE LA RITIRATA. LA STORIA MILITARE è PIENA DI SOLDATI CHE SI SONO RITIRATI PER ATTACCARE MEGLIO. SI STA RITIRANDO O STA ANDANDO A PRENDERE UN MACHETE PER SCANNARMI MEGLIO??? ANCHE QUI RIMANDO AL FINALE DI THELMA E LOUISE.
    ***
    Perché molti rapinatori passerebbero senz’altro all’uso delle armi per primi
    NON MI SEMBRA CHE ADESSO ABBIANO REMORE. ANZI SPESSO SI SOFFERMANO A SEVIZIARE LE VITTIME PER IL SOLO GUSTO SADICO DI VEDERLI SOFFRIRE.
    ***
    Per concludere: il vero nemico non è il delinquente ma una certa magistratura che, ingabbiano poveracci aggrediti in casa, sembra stia portando avanti un piano occhiuto e predatoria volto a depredare gli italiani e metterli in una condizione di sudditanza psicologica verso lo stato, ritenendolo padrone dei suoi avere e della sua stessa vita, tanto da poter decidere di togliergliela in qualsiasi momento.
    Saluti

      • Tenerone Dolcissimo

        Lo so. Ma volevo evidenziare graficamente la mia opinione per differenziarla da quella del prof. GIANNULI. Purtroppo, non avevo altro mezzo. Se lo avessi avuto a disposizione, avrei usato il corsivo, ma questo strumento non è a disposizione di chi posta.
        Mi sembra che questo mio intendimento fosse chiaro, ma forse tu la sbronza te la sei presa prima di leggere il mio intervento.
        Saluti

      • Quindi?
        Certe volte urlare è necessario, avrebbe fatto meglio a rispondere nel merito alle osservazioni dell’ utente. Noti che io non ho urlato quindi lei ha certamente torto.

        • Non voglio cavarmela con poco, però ci sono cose che se potessero essere capite…

          Sinteticamente mi pare che, piano penale a parte, dati tipi di discorso si ricolleghino alla questione immigrati più in generale e il livello del dibattito, lo confesso, mi deprime abbastanza.

          Poi penso agli italiani in Germania e in Usa, alle infame che si sono dovuti bere e mi chiedo: possibile non sia chiaro l’uso strumentale di certa propaganda?

          Evidentemente no, me ne devo fare una ragione.

          E ora, con permesso, finita la grappa passo all’amaro.

          • Tenerone Dolcissimo

            Gli italiani in usa o germania erano di due tipi:
            1) delinquenti e allora se venivano presi venivano bastonati;
            2) onesti e allora non si azzardavano neanche a fiatare.
            Stia pur tranquillo che in USA o germania un italiano non avrebbe potuto commettere piu reati e collezionare condanne e mandati di espulsione senza che usa o germania rimanessero inerti. E se un italiano avesse tentato di rapinare un cittadino tedesco o statunitense e questi lo avesse accoppato stia pur sicuro che nessuno lo avrebbe compianto.
            In USA estiste la legitima difesa. Si informi!

  • Caro professore, credo che l’argomentazione del “senso morale comune” vada approfondita.
    Se vogliamo condurre la questione sul piano morale bisogna intendersi su se difendere la propria vita/incolumità personale possa essere equiparabile a difendere i propri averi, e di conseguenza nella fattispecie stabilire se il pensionato abbia agito per difendere se stesso o l’argenteria. Per me stesso risponderei che non ucciderei per difendere “la roba”. Il problema si farebbe più complesso laddove non fosse in ballo un bene necessario (uno stipendio o qualsiasi altro oggetto di sussistenza). Tuttavia anche in questo caso non credo che sia moralmente autorizzato uccidere, ma la cosa sconfina in quella sfera della soggettività che mal si riduce nelle categorie oggettive del diritto.

    Su un piano più generale, varrebbe la pena di promuovere un dibattito approfondito sul diritto penale, in particolare discutere il concetto di “pena” e cosa essa identifichi: se chi mi ha sottratto un piatto di fagioli può esser messo in condizione di procurarsi da solo i fagioli e di conseguenza non delinquere più, io non capisco perché rinchiuderlo in una gabbia. Questo non dovrebbe essere un procedimento solo materiale (procuriamo i fagioli al morto di fame), ma anche culturale e di conseguenza politico: come sono le nostre periferie? che vita ha vissuto chi mi ha sottratto i fagioli? quali opportunità di sviluppo della persona ha avuto? le condizioni socio-economico-culturali valgono come attenuanti?

    • Per me non ha senso distinguere la difesa dell- incolumita da quella dei beni. Io preferirei un occhio nero alla casa incendiata, reagirei in modo diverso se avessi 50 euro in tasca pari a un giorno di duro lavoro o 5000 pari a tre mesi della mia vita. I 5000 euro che per me valgono 3 mesi per un altro potrebbero fare la differenza tra la vita o la morte. Queste valutazioni andrebbero lasciate all’ AGGREDITO ” e non rimesse al giudice. Gli aggressori siano bene informati ( spot in tv ? ) dei rischi che corrono.

  • Tra i temi che analizza il professor Giannuli spicca il momento dell’offesa. L’at. 52 del codice penale del 1930 lo tipizza nell’attualità l’ingiustizia dell’offesa, ergo esso non può essere spostato né al prima né al dopo.
    La questione è ben nota.
    Piuttosto chiederei al professore di sviluppare lo stesso tema nelle relazioni tra stati, ammesso che possa essere inquadrata negli schemi delle organizzazioni internazionali e non nei rapporti di mera forza.

  • Tutto giusto ???
    l’articolo dettaglia gli attuali indirizzi della giurisprudenza italiana, invero piuttosto equilibrata nella valutazione della proporzionalità della legittima difesa, ma decisamente sfavorevole all’autodifesa armata “militante” del cittadino, perché la criminologia insegna che se il ladro sa che la vittima può essere armata, è lui che spara per primo e, al contrario, sapendo di non poter essere sparato, il ladro difficilmente aggredisce le vittime.

    Secondo me i problemi sono altrove:
    a) per far valere in un processo tutte le giustificazioni pro-imputato, occorre una difesa tecnica di alto livello che la maggior parte degli italiani non si può permettere economicamente. E quindi le condanne esagerate, fioccano;

    b) I ladri stranieri -osservazione empirica- non “ragionano” come quelli italiani e si sono infatti distinti per ogni genere di violenze ed efferatezze gratuite anche su pensionati inermi, e anche per 50 euro;

    c) la grancassa delle tv ha messo addosso agli italiani una strizza emotivamente ingestibile, motivo per cui, chi può, spara, poi si vede, secondo il vecchio adagio delle sentinelle militari <>.

  • Perché caro professore non iniziamo ad analizzare chi sono gli autori di questi furti e rapine? A me risulta che il giovane di 22 anni fosse un pregiudicato albanese. Questo non significa che dovesse essere ucciso ma se fosse stato rimpatriato a tempo debito magari non sarebbe morto. Quanti stranieri albergano nelle nostre carceri in attesa di uscire a commettere gli stessi reati per cui sono dentro? Finché non ci mettiamo in testa che alla società italiana non può essere imposto di farsi carico del reinserimento di persone che già hanno dimostrato di non potersi integrare (figuriamoci dopo il carcere) qua si va verso la guerra civile. Chi è straniero ed è pregiudicato va allontanato dall’Italia. Altrimenti sempre più persone decideranno di difendersi da solo

  • Da come sembra che siano andati i fatti, l’accusa di omicidio volontario è sacrosanta.
    Anche la sua equidistanza, Giannuli, mi sembra pretestuosa. Un’idea se la sarà pur fatta su tutta questa storia, no?

    • Sacrosanta?

      Tre uomini giovani e in forze scavalcano 2 recinzioni e penetrano in un domicilio privato dove vive un vecchietto con i nipotini quello spara ad uno degli aggressori e parliamo di sacrosanto omicidio volontario? Nella piu tetra delle.ipotesi negazioniste del diritto a difendersi possiamo al.limite parlare di eccesso ma omicidio dio santo vhe doveva fare quel tizio aspettare che stuprassero un nipotino per essere sicuro che erano malintenzionati? E’ palesemente legittima difesa, il pericolo era attuale ( tre nerboruti uomini erano già all’ interno del domicilio ) e proporzionata, la vita dei nipoti era in pericolo ( peraltro la.proporzione all’ interno del domicilio è presunta ex lege ). Mi vergogno di essere di sinistra quando sento queste atrocità spietate di chi vuol dare il carcere a vita a un vecchietto che ha la sola colpa di essere stato aggredito nel luogo.più sacro, la propria abitazione.

  • Non sono per niente d’ accordo.

    Innanzitutto è gravemente fuorviante alludere alla sanzione della pena di morte. Tutto ciò che avviene nella attualità di un pericolo sebbene anche sproporzionato rientra nel campo dell ” difesa ” legittima o meno da vedere ma non nel campo della sanzione.
    Non sono d’ accordo neanche nella cavillosita’ del decidere se e quando la difesa sia proporzionata, mi pare nei fatti che al delinquente sia garantito il diritto dell’ infliggere il primo colpo , il che mi.pare assolutamente assurdo. Mentre al cottadino onesto è imposta la diligenza del ” buon appartente ad un unità di intervento speciale ripo GiS o Nocs il che mi pare altrettanto assurdo ” Mi pare che la sua interpretazione dott. GIANNULI sia ancora piu restrittiva della già restritiva norma ” è legittima la difesa contro un danno ingiusto perché il pericolo sia attuale e la difesa peoporzionata all’ offesa ( non nello strumento utilizzato ma.nel bene messo in pericolo ). Cioe nella attuale normativa non c’ é nessun obbligo di difendermi a mani nude da un aggressore a mani nude ( nonostante sciaguratissime giurisprudenze contrarie ) c’ è solo l’ obbligo di non ledere l’ incolumità dell’ aggressore se non é a rischio l’ incolumità ( ma magari solo il patrimonio ).
    Io trovo sbagliato anche questo, non ha senso sottilizzare quando da una parte abbiamo un cittadino onesto che si difende dal danno ingiusto e dall’ altra il ladro. Per me andrebbe scriminata anche la difesa fatta per difendere il patrimonio a scapito della vita del malfattore . E stiamo attenti, parliamo di difesa mai giustificherei la vendetta. Per.fare un esempio per.me andrebbe punita con la.massima.severità la condotta di chi spara al ladro che scappa avendo abbandonato la.refurtiva. senza se e senza ma. Ma la situazione di chi spara al ladro che fugge con la refurtiva ( magari i risparmi di una vita o il denaro per comprare un farmaco salva vita ) dovrebbe essere assolutamente scriminata. Non parliamo.ne di sanzioni ne di vendetta ma della necessita di evitare un danno ingiusto.
    Non concordo nemmeno sul fatto che ciò istigherebbe i ladri a colpire per primi. I lladri bensanno che l’ omicidio è punito molto piu severamente. Peraltro l’ esperienza di paesi come.la.svizzera nega da un punto di vista pratico questa teoria.

  • Un bambino di 2 anni due giorni fa si è ucciso con la pusola che il padre aveva lasciato in giro negli stati uniti. Un adolescente entra scuola e fa strage di suoi coetanei con armi acquistate a Walmart. Marito uccide moglie dopo lite con pistola legalmente detenuta. Basta con queste minchiate. Le armi, l’auto difesa non sono la risposta. Ci vogliono le pene certe e un incremento delle forze di polizia. Io ho subito un furto mentre ero a casa, se avessi avuto un’arma probabilmente con l’adrenalina a 1000 mi sarei pure fatta male. Ma è pur vero che il giorni dopo gli stessi ladri si aggravano nei paraggi e quando la polizia è stata prontamente avvertita ci ha detto che la volante ( l’unica probabilmente) di zona era impegnata in un altro intervento.
    Pene più aspre e certe e forze di sicurezza più efficienti. D’altronde mi chiamo paola e non Bruce Willis

  • Suggerirei a chi propone sottili distinguo giuridici di chiedersi: ho mai fatto a botte, almeno nel cortile della scuola? Ho mai preso un pugno un faccia, almeno sul ring, da dilettante?
    Se rispondono “no”, suggerirei di astenersi dal proseguire nell’eleborazione di iperkantismi e raffinate deontologie della vittima..
    Se rispondono “sì”, li invito a ricordarsi le forti emozioni che accompagnano quegli eventi, blandissime se proporzionate a quelle suscitate da uno sconosciuto che ti si presenta in casa, di solito di notte, con intenzioni difficili da divinare anche sul lettino dello psicanalista, figuriamoci d’emblée, con una window of opportunity decisionale che si misura in minuti secondi.
    Segnalo inoltre quanto mi disse un penalista. Gli albanesi, nei primi tempi in cui giunsero in Italia, erano in genere molto poco violenti verso gli italiani.
    Come tutti noi, giudicavano secondo il loro proprio metro e la loro propria esperienza, e dunque pensavano che anche in Italia vigessero due costumi essenziali nella loro patria: 1) la faida. Se tocchi uno, reagisce lui con tutta la sua parentela contro di te e tutta la tua parentela. 2) se ti becca la polizia e non hai santi in paradiso o soldi per la mazzetta, ti massacra di botte e ti butta in un cassonetto.
    Dopo un po’ gli albanesi, con un percorso cognitivo esemplare, si accorsero che non era così. In Italia, se colpisci uno colpisci solo lui, che di solito non reagisce. Se la polizia ti becca, quasi mai ti massacra di botte, perchè c’è in agguato il giudice buono che rovina la vita al poliziotto cattivo. Da allora in poi, catalogarono gli italiani quali “pecore”, e le pecore si tosano e si macellano. Alcuni (parecchi) tra i loro delinquenti si diedero dunque a massacrare, stuprare, torturare e uccidere vittime indifese, richiamandosi a una particolarità culturale della loro tradizione: la celebre “crudeltà balcanica”, sviluppata e affinata da quei popoli nel lungo confronto con l’Impero Ottomano, mai a corto d’inventiva sul tema, come ci insegnano Marcantonio Bragadin spellato vivo e la miriade di anonimi impalati (non è facile, impalare, è un’arte sottile).

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