Pd: suicidarsi o cercare di sopravvivere?

La riforma dell’art. 18 non è nemmeno la cosa più ignobile fra quelle che sta combinando il governo Monti e neppure la più grave (ad esempio lo scasso del sistema contrattuale è già una cosa che produce più danno), ma ormai ha assunto una valenza simbolica che va molto oltre il merito della questione. Lasciamo da parte il contenuto della questione (sul quale torneremo) e valutiamo gli aspetti di metodo che, per certi versi, sono ancora più “pesanti” del merito. In primo luogo la decisione di andare avanti senza il consenso delle parti: la concertazione non è un metodo che abbiamo mai apprezzato, perché ognuno deve fare il suo mestiere: il governo deve governare ed i sindacati debbono animare il conflitto sociale, le leggi non si contrattano come se fossero accordi aziendali e la contrattazione sindacale deve restare una cosa fra le parti senza mischiarsi con la formazione delle leggi.  Questo pateracchio iniziato negli anni settanta, per cui tutto finisce nello stesso calderone in cui governo, imprenditori e sindacati operano “transazioni improprie” per cui una legge è scambiata con una norma contrattuale, un piano di finanziamento alle imprese con un contratto di categoria ecc è un deprecabile residuo consociativista di cui ci libereremmo molto volentieri. Ma un governo che “va per la sua strada” scavalcando le parti sociali deve
avere una sua legittimazione elettorale. Non può essere un governo di emergenza  tutto composto da persone mai elette e che si regge su una base parlamentare di occasione.

Peraltro, un governo di emergenza, come dice la definizione stessa, deve durare quello che serve a superare l’emergenza; nello specifico, noi avevamo l’andamento del nostro debito pubblico fuori controllo ed eravamo sotto attacco della speculazione internazionale alle soglie di una eccezionale serie di scadenze (dicembre, febbraio, marzo ed aprile) nelle quali uno spread impazzito ci avrebbe imposto interessi da fallimento immediato. Bene o male (noi diremmo mediocremente) questo governo è riuscito a far abbassare lo spread (anche se non fra i 250 ed i 300 punti che erano l’obbiettivo), la scadenza di aprile è imminente, dopo di che restano i problemi di lungo periodo, ma la contingenza straordinaria da cui questo governo è nato è cessata. A questo punto, correttezza costituzionale vorrebbe che andassimo a votare (se non a giugno -ma si farebbe ancora in tempo a sciogliere le camere sino al 9 maggio- almeno a ottobre). Anche sul piano politico, il problema era quello di liberarci dell’osceno Cavaliere (che era un bel pezzo della tassa aggiuntiva degli interessi da super-spread causati anche dalla non credibilità di un paese così mal rappresentato) e l’obbiettivo è raggiunto: il Cavaliere è un cadavere politico, fa sapere che non intende più candidarsi (e questa volta possiamo credergli anche se per ragioni diverse da quelle che adduce), l’asse con la Lega è rotto e, se anche si ripresentasse lui con Bossi i sondaggi dicono che perderebbe alla grande.

Che ci fa ancora una anomalia democratica come un “governo di tecnici”?
Peraltro, una materia delicata come la definizione generale dei diritti dei lavoratori spetterebbe all’iniziativa parlamentare piuttosto che a quella governativa. Qui, non solo è un governo tecnico (che si immagina debba fare quello che è strettamente necessario a superare l’emergenza e non allargarsi a riforme di lungo periodo)  a farlo ma, anzi, detta con arroganza le condizioni al Parlamento che non deve permettersi di modificare il suo
testo. Siamo ai limiti della rottura costituzionale.

Questo stesso governo ora prende pubblicamente a schiaffi i partiti che lo sostengono, dicendogli che non rappresentano nessuno, mentre il consenso è dalla sua parte. Non si tratta dell’ennesima battuta infelice, ma ti una offensiva a freddo da leggere insieme alla riforma delle istituzioni che si prepara: il cuore del sistema, unico reale centro decisionale, diventa l’esecutivo, liberato da ogni impaccio parlamentare. Cosa puà fare il Pd? Ingoiare ancora o reagire?

Dice Casini:  “Ma se va avanti così, il governo Monti cade”. Esatto! E’ proprio quello che deve succedere. Superato aprile, il governo “Monti-Napolitano-Berlusconi” sarà a tutti gli effetti un governo abusivo, la cui esistenza non è legittimata dal voto popolare. Può darsi che il Pd da solo (aggiungendo i suoi voti a quelli di Lega ed Idv) non riesca a far cadere il governo (anche se in proposito abbiamo diversi dubbi sulla tenuta del Pdl: ad esempio non siamo affatto sicuri che gli ex An e la pattuglia di Tremonti, Sacconi, Brunetta e c. voterebbero compatti per Monti). Anche se così fosse e Monti non sentisse l’obbligo politico di dimettersi, essendo venuta meno la maggioranza che lo aveva espresso (non è la faccia quello che manca), la cosa andrebbe comunque bene:  il governo cesserebbe di essere percepito come di sinistra e le sue scelte sarebbero correttamente identificate per quello che sono: di destra. E poi bisognerebbe vedere quanto dura un governo con una manciata di voti di maggioranza e sorretto da partiti di cui non è espressione diretta.

Ma ci sono anche altre considerazioni che inducono a ritenere opportuna la caduta di Monti: con ogni probabilità il progetto di scomposizione e riaggregazione dei partiti del centro e della destra è ancora lontano dall’essersi concluso. Di qui a giugno, la nuova Dc non sarebbe pronta. Al massimo, possono fare un accordo Casini ed Alfano, senza la Lega e con qualche defezione sulla destra: troppo poco per vincere le elezioni alla Camera ed ancor più al Senato. Anche se il candidato Presidente del Consiglio dovesse essere Monti, la cosa non cambierebbe: non siamo più a dicembre, la sua popolarità è seriamente in calo, tutti gli italiani stanno facendo i conti dei sanguinosi prelievi fiscali, le categorie colpite dalle liberalizzazioni sono in rivolta, i lavoratori dipendenti non hanno di che compiacersi di un governo che li sta massacrando. Anche i sondaggi registrano un “tuffo” di 20 punti nella popolarità del governo rispetto alle sue settimane ruggenti e il “miracolo dello spread” sta regredendo.

Il blocco di sinistra è ancora accreditato di un sensibile vantaggio su tutti gli altri, anche se inizia a calare. Ancora a Giugno avrebbe ottime probabilità di vincere (dopo di che vedremo cosa sa fare, ma questo è un altro paio di maniche), già in autunno i rischi si farebbero abbastanza seri. Ma fra un anno la partita sarebbe definitivamente compromessa: la sinistra sarebbe sfibrata ed in crisi totale, il lavoro di riaggregazione al centro sarebbe completato (anche grazie all’afflusso di pezzi di Pd), la Lega cannibalizzata e il progetto di riforma autoritaria delle istituzioni compiuto. Per il Pd una sconfitta così sarebbe definitiva e segnerebbe il disfacimento. Non ne saremmo addoloratissimi, se non per quel che significherebbe la vittoria di una destra come quella di Monti, ma possibile che nel Pd non lo capisca nessuno? Adesso o mai più: restare nell’abbraccio ammorbante con la destra sarebbe il suicidio per il Pd.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (16)

  • caro Aldo, io trovo (fatte naturalmente le debite differenze, che sono enormi) molti punti di contatto tra la situazione odierna e quella del 1978. Allora il pericolo del crollo del centrosinistra e il rischio di una maggioranza di sinistra (o, comunque, di un peso molto aumentato del Pci) fu affrontato dai poteri forti con il governo Andreotti e il rapimento Moro. Il Pci si trovò imbalsamato, senza possibilità di smarcarsi, in un governicchio impresentabile che era costretto ad appoggiare per non rompere la cosiddetta solidarietà nazionale (grottesco scimmiottamento del Compromesso storico, che era un disegno di ben altra portata). Fu proprio il caso Moro a bloccare il Pci in mezzo al guado e atogliergli l’unica sponda affidabile. I risultati li conosciamo. Il Pci perse del tutto il sostegno che si era guadagnato negli anni precedenti.
    Oggi la situazione somiglia molto a quella di allora. Il governo simil-piduista, durato tra alti e bassi per quasi 20 anni, si era sfarinato e c’era una forte probabilità di un successo elettorale della sinistra. La contromisura dei poteri forti è stata una massiccia e subdola campagna contro i privilegi della Casta, che ha solleticato e aizzato l’indignazione popolare contro i partiti, facilitando la soluzione tecnica. In pratica una dittatura dei Quisling del Capitale finanziario e speculativo. Che oltre a guadagnare tempo per arrivare alle elezioni con una sinistra indebolita, avrebbe nel frattempo regolato i conti con quel po’ di residui di Stato sociale e di garanzie quasi-socialiste nel mondo del lavoro, facendo sporcare le mani al Pd che, già indebolito dalla campagna antipartiti, avrebbe perso ancora più terreno nell’opinione pubblica popolare.

  • tutto ineccepibile, ma credo che ci sia una certa tendenza ad evitare il voto a giugno o a settembre, e a preferire il voto a primavera. questa è una tipica affermazione non supportata da dati, eppure temo che questo governaccio durerà fino alla primavera prossima, nonostante da dopo aprile staranno a pettinare le bambole e a perdere consensi senza fare una cippa (e che dovrebbero fare: “monti contro tassisti 2 la vendemmia?”), purtroppo è anche probabilissimo che il pd mantenga la sua vena masochistica fino alla fine, e solo la fornero può salvare la situazione: se la prof. continua a fare perdere popolarità a monti con le sue scene da venditrice di pesce al mercato forse forse…
    comunque lo dicevo che era tutto legato a una ritualità che era venuta a costituire un gioco che non può durare per sempre. trovo indicative opinioni come quelle di giavazzi (mi riferisco all’editoriale “l’emergenza non è finita”) in cui il malvagerrimo economista si lamenta del consenso internazionale a monti, in quanto riduce la percezione della crisi nell’italiano e accresce la sua reticenza a prendere mazzate sulla schiena, con sommo cruccio del finto economista. che è crucciato soprattutto per il danneggiamento dello schema ideale secondo cui l’italiano debba essere spaventato e mazzuliato perchè l’economia risorga, proprio come fece allora our lord gisus. e se se ne è accorto persino giavazzi che l’italiano non può essere trastullato sempre con lo stesso trastullo, vuol dire che la solidità del governo monti potrebbe scemare prima del previsto.

  • gentile prof giannuli, mi trovo solo parzialmente d’accordo con le sue argomentazioni, lei o togliattianamente ella- mi consenta il vezzo- mi sembra in questo caso specifico più un tattico, sempre fine nella sua analisi, che uno stratega, ossia misembra che per un attimo abbia perso di vista un quadro più ampio, e si sia piuttosto focalizzato su una finestra temporale al quanto breve. Innazitutto come più volte ribadito , mi sembra che il nostro, ossia il presidente monti, continui a rimanere legato ad elementi di supporto rispetto ai quali non ha la ben che minima influenza( le condizioni economiche globali, crisi finaziarie latenti o possibiliaccelerazioni borsistiche, magari le condizioni metereolociche – infatti sono intimamente convinto che una qualunque emergenza idrogeologica ne metterebbe irrimediabilmente in rialta la totale inadeguatezzadel nostro e della sua compagine, voglio solo ricordare, anche se passata sotto traccia, la ignobile condotta governativa sulla vicenda costa carnival-), di conseguenza il nostro mi ricorda il ministro kernski, che nel tentativo di legittimarsi agli occhi delle potenze occidentali finì per perdersi un intero paese, proprio perchè aveva puntato tutto su un evento , l’andamento della 1° guerra mondiale sulla quale non era in grado di incidere. in secondo luogo il ns. non ha nè sta ricercando un proprio radicamento sociale, anzi in maniera piuttosto esplicita non perde occasione per ribadire che la sua unica fonte di legittimazione sono i mercati. un pò poco per pensare di controllare un paese per quanto opportunista ma allo stesso tempo indisciplinato come l’italia, infondo il ns cavaliere godeva comunque di un radicamento sociale piuttosto ampio anche se labile, e lo stesso gen pinochet aveva almeno in un primo tempo dovuto appoggiarsi a segmenti vari ed ampi della società cilena. in terzo luogo nessuno dall’esterno è in grado in questo frangente e penso anche nei prossimi di fornire al nostro un fattivo ed efficace contributo per risolvere l’isorgere di crisi sociali ad alta intesità, le eventuali cannonate di carta del firewall o di qualche fondo salva stati sarebbero il massimo supporto bellico che gli alleati potrebbero fornirgli. Quarto ed ultimo le eventuali formazioni di supporto al nostro, i casiniani, l’ala destra del PD( letta e veltroni) l’ala governativa del pdl(alfano, frattini pippo , pluto e topolino)sembrano una accozzaglia di cattivi ufficiali senza truppe o gradi intermedi. Sull’autocombustione del PD concordo con ella non si tratterebbe di una grave perdita, penso che una formazioni dei filogevernativi del PD arriverebbe a cifre da prefisso telefonico di bari o di como.
    ps lei come pensa che andranno le prossime elezioni politiche in gracia?
    in attesa di una sua, con stima e cordialità makno

  • Quale onore, Aldo: l’impresentabile IVAN SCALFAROTTO ha risposto alla mia provocazione sul suo blog. Ebbene, il testo che segue è da attribuire per intero al fine politologo:

    “Immagino che con un piccolo sforzo di Google troverei molte frasi di Pol Pot sulla lotta di classe da attribuirti, ma lascio stare”.

    Certo, a sua discolpa posso ammettere che la mia presa di posizione era abbastanza “puntuta” (ed anche profondamente sincera). In effetti, l’accostamento delle sue dichiarazioni sull’articolo 18 ai concetti del Corporativismo Fascista era forte ma non infondato (si trattava del medesimo commento che avevo postato anche sul tuo blog).
    Tuttavia, mirando e rimirando, non riesco a scorgere Pol Pot nella mia pur asperrima critica.

    Comunque, aldilà di Scalfarotto e della mia salace provocazione (cui non vorrei attribuire troppa importanza), il problema del PD – oramai appiattitosi sulle posizioni neoliberiste, dimostratesi nei fatti fallimentari – è proprio questo: concetti “socialdemocratici” neanche troppo spinti vengono immediatamente tacciati di radicalismo stalinista.

    Bah! Passami la battuta scurrile, ma il PD oramai mi sembra un PDL con un po’ meno figa…

  • Ma ora io dico: il capitalismo finanziario ha acceso la miccia della crisi economica ed il PD lascia che sia la stessa finanza predatoria a dettare la rotta per la ripresa? Che follia è mai questa?
    Forse che voi, dopo la tragedia del Costa Concordia, salireste con Schettino anche su un semplice pedalò?
    Beh, qui ci si imbarca un intero Paese.
    Ed è così che un sempre più innominabile PD è giunto a reggere il moccolo ai solerti demolitori del welfare. Perché questi sono peggio di Berlusconi: sono dei professionisti dello smantellamento dello Stato Sociale!

    E guarda caso le ricette proposte sono in linea con ciò che ha precipitato la situazione, come ad es. l’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro e l’indebitamento degli Stati a favore degli istituti di credito coinvolti nella gestione allegra delle finanze. A questo proposito sono terrificanti le modifiche apportate alla chetichella allo statuto del Meccanismo Europeo di Stabilità che, coi soldi dei contribuenti, consentirebbe altri aiuti economici alle banche in difficoltà.
    Questo non soltanto è immorale (evidentemente la realpolitik non contempla l’etica fondante il Patto Sociale) ma addirittura controproducente. E soprattutto neanche risponde ai dogmi propugnati dagli stessi (neo)liberisti. Nel Libero Mercato, infatti, piazza nella quale anche lo Stato Sovrano può intervenire come competitor, le banche in difficoltà dovevano essere nazionalizzate, ovvero acquisite a prezzo di saldo dallo Stato, l’unico soggetto che, come dimostrato, poteva contrarre debiti tanto grandi da divenire il principale azionista di queste società. Come oggi, le banche le avrebbero rinpinguate i contribuenti, ma almeno dei contribuenti sarebbero state.

    Intanto Scalfarotto e Renzi si baloccano con l’articolo 18…
    Ma in fondo hanno ragione: concediamo così tanto al Capitale e vogliamo davvero tenerci ancora avvinti a questo insignificante simbolo di diritto? (ironia)

  • E nel frattempo che il PD acconsente a questo massacro, assistiamo impotenti al profluvio di ingannevoli giochi di parole del Governo:
    “Crescita, EQUITA’, rigore” (ma quando mai? Si è forse vista l’ombra di una patrimoniale?).
    Liberalizzazioni (seee… per adesso smantellando l’insidiosa “cosca dei tassisti”, che quella sì, frena lo sviluppo)
    E questa urgenza sull’articolo 18? (Non era più urgente una bella asta sulle frequenze televisive?)
    Mirabile poi la perla della chiagnifottente Elsa Fornero, quando afferma che “Sull’articolo 18 nessuno vuole dare alle imprese la licenza di licenziare. Il problema è di dare più facilità alle imprese nell’aggiustamento della mano d’opera” (capito? Non verrete mica licenziati: sarete semplicemente “aggiustati”…).
    Ed ancora la Fornero, quando afferma: “spero nella buona fede degli imprenditori” (ovvero quando si augura che non abusino dell’abolizione dell’articolo 18). Beh, qualcuno dovrebbe fargli capire che se anche ci fossero imprenditori “illuminati”, essi non potrebbero esimersi dal cinico utilizzo di questi strumenti, pena la soccombenza nell’arena della libera concorrenza. Per rimanere competitivi, gli imprenditori sarebbero cioè costretti ad applicare le regole imposte al gioco.
    Quanto a coloro che criticano la rivolta sociale asserendo che in giurisprudenza si è fatto poco ricorso all’articolo 18, occorrerebbe ricordargli che lo scarso ricorso al giudice dipende anche dall’indiscutibile potere deterrente dell’articolo in questione.

    Ma se questa riforma ha ricevuto addirittura il plauso di Cordero di Montezemolo e di Marpionne, perché non dovrebbe approvarla pure il PD (che è più di Destra?).
    E lasciando per un attimo Montezemolo, sul quale la mia posizione professionale non mi consente di dire altro, vorrei però soffermarmi un attimo sulle affermazioni dell’illuminato Marpionne, colui che si permette di non applicare le sentenze della Magistratura sul reintegro degli operai sindacalisti FIOM
    “Va fatta [l’abolizione dell’art. 18 – NdA], non c’e’ alternativa […] il diritto al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa; il diritto a urlare e a sfilare; il diritto a pretendere. Lasciatemi dire che i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati. Ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo”.
    Eh sì, come sempre si rivela il faro dell’imprenditoria socialmente impegnata (quella cui fa affidamento la Fornero).
    Dunque, a quando la candidatura nel PD?

    Nicola Mosti
    Psichiatra

    P.S. A proposito della deriva del PD, qua in Toscana ho un sacco di conoscenti politicamente impegnati. Individui che prima del ’89 (il crollo del muro) militavano fieramente nell’allora PCI. Ebbene, la quasi totalità di essi è confluita nel PDS, poi nei DS, infine nel PD.
    Alla fine, io che comunista non sono mai stato (ero radicale piuttosto – sic e soprattutto sigh!), senza cambiare posizione mi trovo adesso assai più a Sinistra di costoro. Mi sento quasi spiazzato, come dribblato e credo che questa sia una sensazione condivisa da molti.

  • Mi sembra che il PD, al di là delle opportune considerazioni sulla necessità di preparare e prepararsi alle elezioni, non sia ancora in grado di elaborare una propria strategia di comunicazione o di semplice programma politico da sottoporre agli elettori. Nave in tempesta tra le altre navi in tempesta (PDL, FLI, UDC) sta cercando di prepararsi almeno un precario riparo elettorale per tentare di sopravvivere fino a che non arrivi qualche idea buona o qualche elemento esterno (le elezioni, francesi, le rivolte spagnole, un nuovo governo in Germania) non avvii l’inizio di una nuova stagione. Il fatto è che il PD attualmente non è in grado di proporre proprio niente.

  • Se poi consideriamo che la maggioranza dei lavoratori è assorbita dalle piccole imprese, quelle con meno di 15 dipendenti, per intenderci (dato ISTAT), verrebbe da chiedersi quale impatto avrebbe su di esse la riforma dell’articolo 18 delineata dal duo tragicomico Monti-Fornero.
    Perché una riforma del genere, soprattutto nella parte che consente il licenziamento individuale per addotti motivi economici, riconoscendo al lavoratore un indenizzo pari a 15-27 mensilità, avrebbe una valenza assai diversa per la grande-media impresa da un lato e per la piccola impresa dall’altro. In effetti, per una FIAT sborsare dai 27 ai 48mila euro per liberarsi di un lavoratore scomodo (ad es. un sindacalista FIOM) non sarebbe un problema e costituirebbe semmai un ottimo deterrente, del tipo “colpirne uno per educarne cento”.
    Se invece questa stessa procedura fosse davvero estesa anche alle piccole imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, significherebbe metterle in ginocchio, quindi gettare per legge l’intero Paese in uno stato di totale prostrazione.
    Dunque, a rigor di logica, questa riforma non può esser stata concepita per rilanciare l’economia ed a mio modo di vedere, non farà che frenare lo sviluppo. Probabilmente però, il vero obiettivo del provvedimento consiste nell’ingraziarsi il capitale industriale (Confindustria, Fiat, Gruppi Multinazionali, etc…) ed in questo senso, il Governo si muove in maniera direi assolutamente limpida ed apprezzabile.
    Di questo passo, l’Italia non sarà altro che una Cina europea, ovvero un bacino di lavoratori-merce a basso costo, cui attingere liberamente in caso di necessità, soggetti che per timore di perdere il proprio posto di lavoro saranno inevitabilmente supini al rinnovato Padrone.
    Ditemi se sbaglio (perché può pure essere che abbia capito male il provvedimento – non ho la presunzione di averlo sicuramente afferrato).

    P.S. Il Ministro Elsa Fornero si è recata al capezzale di due operai feritisi in un incidente sul lavoro. Se non è questa un’untuosa ipocrisia populista… Sì, il classico populismo di Destra: far visita a due sciagurati, mentre ci si accinge a massacrarne milioni.
    Magari, verserà pure due lacrimucce sui due poveri malcapitati… Ma quale viscido onore!

  • Ironia a parte, gradirei che qualcuno tra i presenti mi spiegasse se l’indennizzo di 15-27 mensilità previsto dalla riforma verrebbe davvero applicato anche alle imprese con meno di 15 dipendenti.
    Perché se la cosa fosse confermata, per la piccola imprenditoria sarebbe un autentico patibolo.

  • La riforma dell’articolo 18 non è solo la punta dell’iceberg, ma la dimostrazione pratica della mentalità della classe dirigente, soprattutto di quella “che sta ai piani alti” ossia quella tanto in voga nella Russia zarista e nelle monarchie reazionarie di inizio ‘900. Se non è stata ancora approvata è solo ed esclusivamente perchè nei vari circoli ufficiali sparsi nelle città della Repubblica non si trova un generale come Bava Beccaris (e se lo si trovasse siam sicuri che le truppe obbedirebbero all’ordine?).
    La cd primavera araba, che ha avuto l’incipit dagli esperti di twitter e facebook della cia, della nsa e della dia, ha palesato che non esistono più le masse di ” caproni imbelli “( in senso buono) di alcuni decenni orsono, ma la coscienza popolare è aumentata, così come la rabbia e il prezzo del panem et circenses necessari a comprarsele, e di questo i grandi signori, ivi compreso il Lord Protettore d’Italia Monti, ne hanno consapevolezza. Che fare? Bel dilemma.
    Monti ed il suo esecutivo sono necessari per ammodernare il sistema ( ammodernare non significa necessariamente rendere migliore e più efficiente ma solo più moderno) causa la debolezza del sistema politica, debolezza dovuta a Berlusconi, al PD e a Casini.
    Mi spiego meglio:
    Berlusconi con il suo modus operandi ha sfasciato il vecchio apparato di potere democristiano, creato in 40 anni di governi e di pubbliche amministrazioni, estendendo a tutto il paese i modi della dirigenza milanese del PSI cioè mangiate, bevute, festini e rotocalchi.
    Il PD ha abbandonato i metodi interni con cui si è formata gran parte della sua classe dirigente ossia i metodi del PCI, il capo comanda e gli altri sbattono i tacchi e dicono si signore.
    Casini ha perso il controllo dell’apparato composto da una miriade di politici trombati, amministratori statali e parastatali che si ricapitolavano nel suo sultanato UDC.
    A tutto questo bisogna aggiungere alcuni errori del passato, e non il debito pubblico o le tangenti o le garanzie per i lavoratori bensì l’aver permesso gli avanzamenti di carriera salvo demerito, l’aver ceduto il controllo della polizia giudiziaria ai non demeritevoli prima smilitarizzando la polizia di stato e poi cedendo del tutto il maggiore strumento del potere esecutivo all’ORDINE giudiziario. E scrivo ORDINE non a caso, ma con specifico riferimento a Palmiro Togliatti che da ministro della giustizia ben si ricordava del dettato costituzionale ed ebbe a dire che i magistrati altro non sono che impiegati statali con determinate funzioni e non disdegnava dare direttive ai procuratori della repubblica. Bei tempi. Eh sì, i bei tempi andati, in cui un ministro degli interni non si vergognava a far togliere il passaporto ad un industriale riottoso che si rifiutava di trattare per tenere aperto il suo stabilimento a Firenze.
    Eh sì, adesso certo farebbero lo stesso, la Cancellieri farà di certo ritirare il passaporto a Passera per aiutare gli esodanti del San Paolo.

    P.S. qualcuno potrebbe ricordare alla prof. Fornero cosa è successo all’ultima signora che ha detto ” se non hanno pane mangino le brioches”.

    PAX VOBISCUM

  • La Lega cannibalizzata ?
    Certo , può accadere di tutto ed io non ho la sfera di cristallo.

    Però qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai Berlusconi non ha fatto valere il suo diritto di proprietà sulla Lega : non ne aveva comprato il simbolo ???

    Copio e incollo un volantino trovato sul web.

    LEGA NORD E LEGGENDE METROPOLITANE

    Per anni e anni…

    Per anni e anni vi hanno raccontato che il simbolo della Lega Nord era stato

    acquistato da Berlusconi.

    Per anni e anni vi hanno fatto credere che Berlusconi avesse comprato l’intero

    movimento fondato da Umberto Bossi.

    Per anni e anni avete creduto, avete voluto credere , che il Cavaliere avesse

    comperato lo stesso Umberto Bossi.

    Certamente nel nostro Paese molti uomini hanno un prezzo al quale vengono venduti

    e comprati.

    Molti di loro sono Giornalisti.

    Sono costoro che per anni e anni hanno scritto sui loro fogli frasi del tipo :

    ” Bossi è stato comprato da Berlusconi e si è trasformato nel cane da compagnia

    del Cavaliere e non morderà più,per il semplice fatto che il simbolo della Lega

    Nord è stato acquistato !Esiste un vero e proprio contratto a riguardo!”

    Sono costoro che per anni hanno urlato dalle loro televisioni :

    ” La Lega Nord è legata a doppio filo con il Partito del Cavaliere per cui i

    Lumbard non romperanno mai più la alleanza.Non possono farlo , qualsiasi cosa

    accada.”

    MOLTI DI VOI A QUESTE LEGGENDE HANNO CREDUTO.

    MOLTI DI VOI A QUESTE LEGGENDE HANNO VOLUTO CREDERE.

    Verso il finire del 2011 però è accaduto che il Governo Berlusconi , già fiaccato

    dalla defezione di Alleanza Nazionale, abbia perso la maggioranza in aula

    e,manipolando gli Spread, la speculazione finanziaria internazionale sia riuscita

    ad imporre come Presidente del Consiglio Mario Monti.

    ORA UNA DOMANDA SORGE SPONTANEA…

    Se la leggenda di una Lega Nord completamente asservita ai capricci del grande

    Silvio fosse stata vera :

    COME SI SPIEGA CHE IL GOVERNO DI MARIO MONTI GODE DELL’APPOGGIO DELLO STESSO

    BERLUSCONI DA LUI SPODESTATO,MENTRE LA LEGA NORD SI E’ RITROVATA AD ESSERE

    L’UNICO MOVIMENTO CHE IN PARLAMENTO SI OPPONE A QUESTI SIGNORI, CHE STANNO

    MASSACRANDO DI TASSE L’ ITALIA E, IN MODO PARTICOLARE LA PADANIA ???

    Ci volete spiegare come mai il Cavaliere non ha imposto UBBIDIENZA e VASSALLAGGIO

    ALLA LEGA NORD , della quale sarebbe padrone a tutti gli effetti ?

    La risposta è semplice.

    Il contratto di vendita del Simbolo del Carroccio NON E’ MAI ESISTITO !

    Certo , voi ci avete creduto ,voi ci avete voluto credere ed è comprensibile :

    tutti noi in un certo periodo della nostra vita abbiamo creduto che i regali di

    Natale ce li recapitasse a casa un vecchietto vestito di rosso come il Gabibbo.

    Ma i fatti stanno a dimostrare che in questo tiepido mese di Aprile dell’ anno

    2012, la Lega Nord si presenta DA SOLA in tutti i Borghi della Padania che vanno
    al rinnovo dei loro Consigli comunali.

    Questo per mantenere fede ad un patto siglato con gli elettori nel 2006.

    Questo patto non prevedeva che il Presidente del Consiglio,FIERO ANTICOMUNISTA A

    PAROLE ,si mettesse a governare assieme a Pierluigi Bersani, che dei Comunisti

    del passato è soltanto un triste epigono.

    L’ anticomunismo di facciata è servito solo a carpire il vostro voto che avete in

    tutta onestà concesso a chi non se ne è dimostrato degno.

    Tra pochi giorni vi verrà consegnata una altra scheda elettorale.

    Cercate di non sprecarla…

  • guarda che niente toglie che non sia vera la vendita del simbolo, e non saranno i maiuscoli o i tuoi altri maleducati espedienti a cambiare la questione: un partito senza elettori non vale nulla, e bossi, per onorare il contratto, deve prendere in giro gli ingenui come te ancora per un pò di tempo e convincerli che la lega non costituisce lo zerbino di brelusconi.
    e infatti non importa quanto male racconti una bugia, tanto cìè sempre un fesso che ci casca

  • Quanto ai miei ” maiuscoli ” ,avresti dovuto leggere all’ inizio che si tratta di un testo trovato sul web.

    Se la tua sensibilità è così elevata potresti evitare di leggere gli articoli del Prof. Giannuli , dato che la politica non è cosa per signorine di buona famiglia…

  • Riguardo al dibattito sulla lega degli ultimi due interventi ritengo sia necessario un intervento, se non addirittura un più autorevole “post” che analizzi gli scenari futuri, con un piccolo cenno storico che faccia piazza pulita di certi miti (celtici, padani, morali ecc). Il futuro politico italiano cambierà drasticamente, questo è certo, non vorrei vedere comunque i tecnocrati (meglio tirannio oligarchi, come le colonie siracusane dell’antichità ) attestarsi saldamente al potere. Questo sarebbe davvero troppo!

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