Pd: la fine di un mondo.
Il Pd è in un vicolo cieco e come la fa la sbaglia: se appoggia un governo M5s, perde almeno un quarto dei suoi elettori che non glielo perdonano, se appoggia il centro destra (un inciucio a trazione leghista) perde la metà dei suoi elettori, se resta sull’Aventino, e si va ad elezioni anticipate, perde i due terzi dei suoi elettori. Come dire che ha tre scelte: spararsi nella tempia sinistra, spararsi un quella destra oppure spararsi sotto il mento. Fate voi.
Il quadro della situazione è desolante: il Pd si trova più che dimezzato rispetto ai suoi risultati migliori, non ha candidati credibili di ricambio a Renzi, è condannato alla retrocessione fra i partiti di serie B, destinati a fare da “cespuglio”, è destinato a perdere larghe fette del suo potere locale, non ha più un blocco sociale di riferimento e quel che gli rimane è un elettorato in larga parte fatto da ultrasessantenni, qualsiasi cosa dicano non sono più credibili, e forse è avviato a nuove scissioni. Insomma, diciamola tutta: è un partito finito e senza prospettive di ripresa. Questa non è una Caporetto: è una Watterloo.
Al solito i dirigenti del Pd non vedono più lontano del loro naso e pensano ad una campagna elettorale infelice o, al massimo, ad una legge elettorale sbagliata e che ora si deve lavorare alla ripresa. Ma queste cose (campagna elettorale sbagliata e legge elettorale demenziale ed autolesionistica), che pure ci sono, sono solo una piccolissima parte delle ragioni del tracollo, quantomeno ci sarebbe da considerare la sconfitta del 4 dicembre 2016 sulla indecente riforma costituzionale, e poi ancora i 4 anni obbrobriosi di governo di Renzi. Ma anche questo non è sufficiente a spiegare il tutto. E’ una sconfitta che viene da lontano, da molto lontano, quantomeno da Occhetto. A volte per capire un quadro bisogna allontanarsi per vederlo nella sua interezza e spesso le cause di una dinamica risalgono a molto tempo prima, perché i processi a volte sono molto lunghi nel loro svolgimento. In fondo la storia serve a questo (permettetemi di difendere l’utilità della mia disciplina contro lo scemenzaio recentista tipico del tempo del neoliberismo).
Il Pci fu un partito popolare a trazione burocratica: la base era robustamente operaia, con fasce di piccolissima borghesia, guidata da un ceto funzionariale autoritario ma che sapeva aver cura del suo seguito. Dopo, a partire dalla metà anni settanta, iniziò una metamorfosi grazie all’espansione della sua base elettorale verso i ceti medi e medio alti. Ma la svolta decisiva venne negli anni ottanta ed un ruolo decisivo lo ebbe Repubblica, la cui cultura politica era quella della destra azionista (La Malfa, Cianca, Tarchiani) ed il cui obiettivo era quello di una sorta di Pri di massa. L’operazione in gran parte riuscì ed il risultato venne conclamato con Occhetto. Il Pds fu un partito sempre a base popolare (per quanto più ridotta) ma a trainarlo non era più l’apparato dei funzionari, quanto una certa borghesia professionale, accademica, giornalistica, manageriale. Fu il tempo della sinistra da salotto e da terrazza romana che celebrò i suoi fasti al tempo di Veltroni. Si trattava di uno strato sociale di carrieristi, faccendieri, affaristi e, al bisogno, anche di tangentari grandi e piccoli. Gente priva di una sostanziale cultura politica, che non poteva sentir parlare di lotta di classe e che non aveva nessun senso della politica, ma che era in sintonia con lo spirito del tempo neo liberista. Pretendevano di essere loro la sinistra, anzi la nuova sinistra degli anni duemila, i blairiani d’Italia.
Innamorati della finanza ed allergici al lavoro, spinsero il partito a diventare il principale interlocutore del capitale finanziario in Italia. Ed anche questo era nello spirito dei tempi e rifletteva il nuovo compromesso socialdemocratico fra l’internazionale socialista e l’iper capitalismo finanziario.
La cosa ha funzionato per un quindicennio, poi… è venuta la crisi. Il modello si è incarognito ed ha tagliato tutti gli spazi di mediazione riformistica obbligando i partiti socialisti al governo (vale anche per Tsipras) a politiche apertamente antipopolari. Ed il meccanismo non ha più funzionati, come dimostrano i risultati ad una cifra di quasi tutti i partiti socialisti europei dalla Spagna all’Austria, dalla Francia alla Grecia, dal Belgio alla repubblica ceca. La loro base popolare è risucchiata dall’ondata populista. Quel modello è fallito in Europa ed ora anche in Italia nella quale la stagione renziana è stata solo una bizzarra anomalia subito normalizzata.
E questa è la sorte odierna del Pd destinato rapidamente a scendere ad un risultato ad una cifra ed all’assoluta irrilevanza politica: capolinea, signori si scende!
Aldo Giannuli
ilBuonPeppe
“Il quadro della situazione è desolante”
Tutt’altro: la situazione promette molto bene. La scomparsa del PD è un passaggio indispensabile per qualsiasi scenario. O distruggi il cancro o il cancro uccide te: non ci sono vie di mezzo.
Andrea M
Quante volte ho visto vendere la pelle dell’orso prima del tempo…!
Certo che poi dire che il PD non sia credibile in confronto a M5S e Lega…
Sta di fatto che questa è una analisi debole, che non prende in considerazione il fatto che siano anni e anni che un gruppo di elettori si sposta a seconda delle situazioni e della propaganda. Tutti dicono della sconfitta di Renzi ma, sinceramente, è quasi sparito in questa campagna elettorale, si è molto defilato: forse meglio così, ma di certo questa ambiguità ha prodotto una campagna elettorale estremamente debole.
Penso anche che qualsiasi discussione su cosa farà il PD sia “dar aria alle falangi”.
Non c’è un ipotesi di accordo, non ci sono ancora i temi, i nomi e le modalità. Si sta ancora parlando di questioni estetiche, non di sostanza. Certo che se chi dice di “voler bene all’Italia” si preoccupasse meno delle questioni estetiche e più della sostanza… Ehhh, ma non è così: tutti pensano al proprio orticello, alla propria immagine e hanno già pronto il modo per rigirare la frittata. Sostieni? Prima o poi faccio qualcosa che non è accettabile, mi togli il voto e sei “quello che non ci lascia fare le cose, gnegne”, te ne lavi le mani “eh, ma abbiamo vinto noi” (tra l’altro ha vinto la coalizione di CdX, non il M5S, spero non vi sia sfuggito). L’oggettività e la cultura politica non è di casa e ciò, nel breve, medio e lungo periodo distruggerà il paese. Andati a schiantare, forse, si potrà ricostruire, sul serio, invece che basandosi sulla demagogia 2.0
Paolo
di CdX, non il M5S, spero non vi sia sfuggito). L’oggettività e la cultura politica non è di casa e ciò, nel breve, medio e lungo periodo distruggerà il paese. (Andrea M)
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TEMO CHE SIA SFUGGITO . E’ HO LA VAGA IMPRESSIONE CHE SI SIANO MESSE IN SECONDO PIANO LE ESIGENZE DEL “MOTORE DEL PAESE” che sta aspettando di essere liberato da una pressione insopportabile 60 % di tasse…e che possa respirare con meno burocrazia fiscale e con più liquidità in tasca (è questa l’URGENZA del momento ). E l’economia italiana in concomitanza con il prima detto ha bisogno di 80 miliardi di iniezione nel sistema (leggasi mini bot = soldoni ne più ne meno spendibili come l’euro e dello stesso valore ) . Se si mettono in secondo piano (o terzo ) “quelle” improrogabili esigenze…il popolo italiano ed l’agonizzante sud il Reddito di Cittadinanza parassitario lo avrà: non dico dove. Attenzione che nel medio /lungo periodo…se non si privilegia il motore d’italia..ci potranno essere se associate ad una prossima /ventura crisi (che sicuri verrà ) delle reazioni inaspettate ..e salta l’Italia tutta. la priorità non è il Sud…è il Nord che mantiene il sud. Quella è la priorità. Solo cosi si potrà aiutare con più serenità il sud. Astenersi scempiaggini del tipo razzismo o antimeridionalismo o no so che: non si tratta di questo.Si tratta di buon senso ..per chi capisce cosa significhi. Buona Giornata.
E’ vero che il M5s è il primo partito..ma c’è una Coalizione di Centro Destra espressa da Salvini con un programma condiviso in Tot punti sostanziali come denominatore comune che HA VINTO LE ELEZIONI.
Detto questo..il sistema è ingovernabile perché non la vedo un alleanza possibile tra Lega e M5s (sarebbe l’ideale perché son le due espressioni di protesta ) e tanto meno tra Coalizione di Destra e PD (sarebbe la fine della Lega..è un 70 % di voti al prossimo M5s ).
Per cui tutto sommato è meglio che si faccia un Governo M5s +Pd…la provenienza è dello stesso DNA . Senza dimenticare che ha vinto il CD. E senza dimenticare le istanze del “motore del paese” .
Paolo
ps. non faccio altri post 😉
eduardo d'errico
Questa analisi mi ricorda la storia di un amico di famiglia, che in una sera di pioggia, dopo abbondanti libagioni, uscito dalla bottiglieria, andava affondando i piedi nelle pozze d’acqua della strada ; e a chi gli diceva “attento alle pozzanghere”, rispondeva : “peggio per la pozzanghera” .
Aldo S. Giannuli
le falangi sono il primo osso delle dita.Al massimo alla faringe…
Roberto B.
Esemplare.
Che altro dire? Forse, allargando un po’ lo sguardo all’Europa, che quello che stiamo vedendo e vivendo sancisce senza appello il fallimento della costruzione Europea.
L’Europa Unita è un fallimento non perchè mal costruita e tradita nei suoi ideali da personaggi di nessun spessore umano prima ancora che politico: ci sono a parer mio ragioni profonde che vanno oltre l’incompetenza e l’infingardaggine di pochi.
Primo tra tutti, il principio che in natura il pesce grande mangia quello piccolo, quindi mettersi in società con soggetti più grandi di noi illudendosi di non finire nelle loro fauci, è stato l’errore primigenio che ci ha portato a questa situazione.
Risultato: prima avevamo un solo padrone, gli USA, ora se ne sono aggiunti almeno altri due o tre. Bell’affare.
Si conferma che ogni qualvolta si tenta di trasformare un’utopia in realtà, ciò che si ottiene non è un mondo perfetto ma l’esatto suo opposto.
Smontare quell’obbrobrio costerà lacrime e sangue.
Finirà male.
Luca
Amen.
Aliquis
Peccato che non ci sia più una forza di sinistra che possa prendere il posto del PD.
Evidentemente, tra richiami al voto utile e voto di pancia, e atomizzazione di massa,
in Italia, a differenza del resto dell’Occidente, la sinistra non ha più spazio. Il poulismo ha
travolto anche la sinistra radicale; perchè non è stata abbastanza antisistema.
Se il Pd finisce io non lo rimpiango; vorrei solo che ci fosse anche in Italia un’ alternativa che non c’è.
Lei dice che non ci sono nel Pd candidati credibili alla successione di Renzi. Uno c’è, è Zingaretti, il cui risultato nel Lazio è stato superiore a quello alle politiche nella stessa regione. C’è differenza tra amministrare una regione e governare l’Italia, ma lui ha già detto che si candiderà alle primarie. Non mi piace quando dice che Renzi è un’esperienza da non cancellare e che si deve stare all’opposizione (quindi elezioni anticipate?). Quindi a me neanche Zingaretti può piacere. Ma a ciò che resta della base Pd potrebbe piacere. Potrebbe davvero lui far risuscitare quel partito?
Aliquis
Linko ciò che ha appena detto Nicola Zingaretti:
Un congresso del Pd con tema “l’articolo 3 della Costituzione, l’uguaglianza” che sia “aperto e unitario” dove “io ci sarò, anche alle primarie non escludo nulla”. Così Nicola Zingaretti, rieletto governatore del Lazio, spiega in un’intervista a Repubblica. Merito “anche di un progetto politico che nel Lazio ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l’accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani. È un modello che rilancia lo spirito dell’Ulivo. Ed è il modello che vorrei proporre a livello nazionale”. Non “quell’Ulivo, che è il passato, ma la sua ambizione sì, lo spirito innovativo, la voglia di stare insieme e di vincere insieme”.
“La parola rifondazione è un altro déjà vu. La mia parola è rigenerazione – dice Zingaretti – non solo del Pd, ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall’alto, ma aprendo un grande confronto, vero e forte”. Poi insiste: “Dobbiamo stare all’opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo, ma gli elettori. Chi ha vinto provi a governare. Mi pare che i 5 stelle, in quella che io chiamo la loro istituzionalizzazione, abbiano capito che il vaffa non è un buon metodo di governo: hanno cavalcato la rabbia, vedremo se sanno anche governarla. La destra pensa invece che la rabbia abbia bisogno di un colpevole da punire: il nero, l’immigrato, il diverso. Noi dobbiamo stare all’opposizione per elaborare una proposta rigenerante che torni ad offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza”. Su Camera e Senato “si dovrebbero tenere lontane queste nomine dalla trattativa per il governo, evitare accordi sotto banco. Io ho già il mio da fare per la presidenza del Consiglio regionale”.
Confesso che mi sembra convincente (l’articolo 3 della Costituzione è quello più importante).
Aliquis
Tuttavia, fuori dal Pd c’è anche l’iniziativa di De Magistris e Yaroufakis che parte domani, 10 Marzo, come progetto transnazionale per le europee del 2019. Può ripartire un’alternativa da lì?
Linko:
Il 10 marzo a Napoli Yanis Varoufakis, co-fondatore di DiEM25 e Luigi de Magistris, presidente di demA (Democrazia e Autonomia) – assieme a esponenti dei partiti progressisti ed ecologisti europei, tra cui Benoit Hamon, alla guida del nuovo movimento Génération.s – lavoreranno alla nascita di un nuovo soggetto politico transnazionale. Un progetto innovativo che si presenterà alle elezioni europee del 2019 con l’urgenza di dare finalmente peso alle tante voci che in Europa non sono ascoltate.
“Per la prima volta si lavorerà a costruire una vera lista transnazionale, che presenterà un’unica lista di candidati con un unico programma in tutto il continente alle elezioni europee del 2019” sostiene Yanis Varoufakis.
“Liberare l’Europa dalle politiche liberiste ed oligarchiche è un obiettivo politico necessario per garantire i diritti e soddisfare i bisogni del popolo europeo. – specifica Luigi de Magistris – Per un’Europa della giustizia sociale, della solidarietà e dell’uguaglianza”.
In tutta Europa i principali beneficiari delle scellerate politiche dell’establishment e della spettacolare incapacità della sinistra di articolare un programma politico credibile sono le forze nazionaliste o xenofobe. C’è urgenza di un nuovo progetto politico europeo e nazionale, serio e dirompente.
I risultati delle elezioni italiane chiamano un nuovo inizio. Occorre una strategia coordinata a livello europeo, nazionale e municipale, che sia capace di affrontare le grandi crisi del nostro tempo: dal cambiamento climatico alle migrazioni, dall’evasione fiscale delle multinazionali al ricatto del debito, dall’emergenza del lavoro alla povertà crescente. Senza dimenticare l’urgenza di una profonda democratizzazione dell’Unione Europea.
Nessuna risposta a questi problemi può arrivare dall’attuale establishment europeo e nazionale. Né potrà arrivare dai nuovi populismi e nazionalismi che dilagano in tutto il continente e che sono il risultato diretto delle politiche nefaste di questi anni. Il 10 marzo si parte per aprire un terzo spazio e costruire una nuova alternativa politica.
Da Napoli presenteremo un progetto politico per scuotere l’Europa e restituire speranza all’Italia. Con delicatezza. Con compassione. Ma con fermezza!
Aldo S. Giannuli
speriamo bene!
Gianluca
Da napoletano le posso dire che de magistris oltre ad essere stato in questi anni un pessimo amministratore, ha finito proprio per cavalcare quelle logiche della globalizzazione che a parole pontifica di voler smontare. Ogni iniziativa è stata diretta al centro della città, sempre più vetrina per un turismo di massa che sta letteralmente cambiando volto ai quartieri antichi e mettendo in atto striscianti dinamiche di gentrificazione. Napoli è ormai la città dei bar con piazze letteralmente divorate dai tavolini. Non mancano le cavolate come n’albero e il tentativo di portare in città grandi e costosi avvenimenti. E mentre si celebra la metropolitana “più bella del mondo” le periferie affondano nel degrado e nell’abbandono, tra disservizi dei trasporti e di ogni tipo. Il voto ai 5s nelle periferie napoletane è stato massiccio ed è vero che molte colpe sono dello stato, ma l’amministrazione municipale non è parsa meno lontana. Il tutto condito da una retorica a pacchi sulla città da Masaniello dei poveri, assolutamente inesistente nei fatti. Non conosco bene il percorso di varoufakis ma non gli consiglio di mettersi in affari con un personaggio come giggino.
Daniele
Così parlò Mussolini, caro mussoliniano
napalm51
l’importante è che Renzi, Veltroni, ecc.. collassino, dispiace per tutti quei militanti che sera dopo sera hanno tenuto aperte le sezioni, si sono impegnati in iniziative sociali, ecc… ma anche loro o dicono basta o scompaiono.
tonino b
Alla buon’ora… ci son voluti quasi 30 anni per capire che dalla Bolognina in poi (nascita artificiosa di un pds artificiale) i lavoratori e i pensionati avevano perso i riferimenti politici…!
speriamo che la fine del pd-l sia la più veloce possibile!
così sarà più veloce l’avvento di un nuovo alberto manzi (tipo la meravigliosa viola carofalo) che possa insegnare il comunismo a coloro che, si spera presto, si sveglieranno dal sonno della ragione… per rifondare le case del popolo del terzo millennio…
saluti rossi
Aldo S. Giannuli
veramente io non ho aspettato 30 anni e fui conrario alla svolta sin dalla prima ora. Adesso se ne sono accorti gli elettori della basa popolare
Nico Perrone
E’ l’analisi più attenta e più acuta che sia stata pubblicata sul precipizio del PD. Le ragioni vengono spiegate nel loro sviluppo storico, senza remissione per le responsabilità molto antiche (Occhetto & C.) e su quelle attuali. Perfino la foto è stata particolarmente efficace! Nico Perrone
Aldo S. Giannuli
grazie Nico, ma la cosa non mi connsola affatto sul precipizio in cui la sinistra è caduta e non riesce a rialzarsi
Nico Perrone
scusa Aldo: occorre una precisazione, altrimenti non si capisce bene. La sinistra ha semplicemente smesso di essere e di chiamarsi tale, infatti si autodefinisce “centro-sinistra”. Quello che ne è seguito, è del tutto logico. Tutto questo tu lo hai analizzato molto bene. Ti abbraccio, Nico
Salvo cinquestelle D'Angelo
Chi sbaglia paga! Un partito di truffatori specialmente con renzi, spacciarsi per sinistra e fare una politica ultra-liberalista, spacciarsi per buonista coi migranti e poi lucrarci attraverso i suoi sodali e finanziatori. Deve scomparire dalla faccia della terra, la brava gente non lo rimpiangerà e … forse neanche gli imbroglioni e gli affaristi, quelli trovano sempre il sistema per rubare
Aldo S. Giannuli
commento giustissimo, ma lezione da tenere presente anche da parte del M5s per non fare errori
Alessandro
A me tutto ciò fa molta tristezza.
Non per il PD, del quale mi frega poco, ma per lo stato di coma intellettivo che sembra aver ormai colpito la maggioranza degli elettori, incapaci di decodificare la mediocrità di questa classe politica (di qualunque colore, 5* inclusi) e di comprendere che l’unico cambiamento parte da noi, dalle nostre azioni – dentro e fuori dal seggio elettorale – dall’impegno profuso nelle piccole cose per il bene comune.
Invece assistiamo ad una pletora di tifosi incontinenti che hanno perso ogni educazione e ritegno e usano una violenza verbale ed una pochezza di ragionamento che fa ghiacciare il sangue.
Dubito che ci sia all’orizzonte un miglioramento in vista, è tutto davvero troppo marcio.
andrea z.
Il PD avrebbe avuto un significato se avesse fin dall’inizio aderito alla battaglia contro il neoliberismo trionfante, in nome dei principi socialdemocratici, dello stato sociale e della tutela degli strati più deboli della popolazione.
E’ vero che anche negli altri Paesi i partiti di sinistra hanno avuto un’evoluzione simile, ma il PCI-PDS-PD aveva una tradizione basata sulla solidarietà, sul cooperativismo, sull’esaltazione del sociale che avrebbe fatto presagire una fine diversa.
Invece, il PD come i laburisti e progressisti dei vari Paesi hanno seguito le elite nazionali e globali che hanno trasferito i loro capitali dall’industria alla finanza e hanno mutato le loro esigenze politiche.
Gli ex comunisti avevano a disposizione un patrimonio culturale grande e prestigioso e un bacino elettorale pronto a votarli.
Forse avrebbero dovuto rinunciare momentaneamente al potere e combattere una faticosa battaglia in nome dei loro antichi ideali, come d’altronde avevano dovuto fare i neoliberisti nei trent’anni precedenti.
Hanno scelto, invece, la via più facile, al servizio della grande finanza che garantiva copiosi finanziamenti per le campagne elettorali e l’appoggio dei media “mainstream” di loro proprietà.
Ma, non si possono servire contemporaneamente il popolo e Mammona per troppo tempo.
L’inganno prima o poi viene scoperto e a quel punto non si è più credibili agli occhi del popolo e utili ai poteri forti.
Aldo S. Giannuli
se il Pd avesse aderito alla battaglia contro il neo liverismo sarebbe stato un altro partito…
andrea z.
Certo, ai tempi del PD i lavori erano talmente avanzati da non lasciar spazio a illusioni.
Forse si poteva far qualcosa e impedire la deriva quando c’era il PDS, che ci ha fornito i primi premier liberalizzatori.
Carlo
Gentile Professore,
sarebbe possibile fare una simulazione delle legge elettorale votata dai cittaddini su Rousseau 3 anni fa? Con collegi più piccoli cosa sarebbe successo al PD?
Grazie
Aldo S. Giannuli
con molti problemi metodologici si potrebbe, ma non ho il tempo di farla. Comunque ricordi che la legge elettorale influenza il comportamento degli elettori per cui trasposizioni meccaniche funzionano poco
vinicio giuseppin
Capisco e accetto l’analisi culturale sulle classi e categorie sociali che finora hanno sostenuto il PD,meno concordo con la sbrigativa ipotesi del suicidio.Eh,no! Se la politica è anche l’arte del possibile,allora è possibile che ci sia una rinascita di quel partito e di quella tradizione importante.In Italia non si può stare senza i partiti di CDX,soprattutto FI ,FdI,e i cespugli come pure dei principali partiti di CSX perchè altrimenti la piazza politica sarebbe da qui in avanti in mano alle parti estreme.Come si fa a rimanere esclusivamente con gli estremisimi al governo o tra loro in contrapposizione feroce? I cittadini lo meriterebbero ?…Tuttavia penso che i partiti di cdx e quelli di csx,funzionali alla nostra tradizione culturale e ai voleri della Ue,hanno perso una occasione storica per essere vicino allla popolazione in difficoltà massima:in pochi comuni italiani e in poche giunte regionali infatti ci sono dei soldi in bilancio sufficienti per sostenere i poveri aiutandoli a pagare il mangiare,la luce,le medicine,la salute ,il riscaldamento e altre bollette,inserendoli in un percorso guidato per razionalizzare le loro spese superflue ed anche occupandoli in lavori di pubblica uitiltà…Invece si è pensato a gonfiare la catena burocratica degli assistenti sociali ,delle rare visite a domicilio ,o addirittura dei centri territoriali dell’impiego!!!Spero perciò che sia chi oggi gioisce sia chi è afflitto ,intendo i partiti,abbiano dopo il voto la capacità e la competenza per inziare a risolvere la grave situazione in cui versa il Paese.In questo gravoso impegno ,mi auguro che partecipino tutte le compagini politiche perchè il momento è gravissimo.Non penso di essere ingenuo.
Aldo S. Giannuli
i partiti non si inventano ed hanno un ciclo di vita: quello del Pd è finito e non cè nulla da fare. Il che non vuol dire che non ci saranno nuovi partiti di sinistra o di centro sinistra, ma saranno un’altra cosa
vinicio giuseppin
Concordo fino a un certo punto.Ora ci sarà la corsa verso i 5*,come Lei ha intuito.E tutto non sarà come prima.Alcuni inseguono le paure esterne,quelle che incutono i migranti.Altri si lamentano per le emorragie di voti. I 5 * sono in una fase cruciale:da sistema autoreferenziale devono scegliere la legittimazione della loro vittoria tramite il processo della”manifestazione”,cioè della piazza. In questa transizione possono essere vulnerabili perchè ora il “re è nudo” ed è facile che molti li imitino sia vecchi partiti che nuovi gruppi magari diventando tutti “populisti”.Il nuovo è già qui:ma che nuovo sarà? Non lo so,ma se avviene come i manuali di storia hanno descritto i vari passaggi storici e di potere,penso csarà un nuovo assai travagliato e che si mangerà tutte le promesse della rinascita e chi avrà il potere governerà un cumulo di macerie.Credo quindi che ci sia bisogno di qualche Tradizione politica nobile per stabilizzare la situazione e rassicurare i cittadini.In questo senso parlavo della necessità della presenza del PD o di una confederazione dei cespugli della SX con una nuova visione e retorica politiche.Analogamente è importante la presenza di un CDX rinnovato.L’obiettivo perciò non è creare sull’onda del malcontento un gruppo per il potere,ma per risolvere i problemi del più vasto sistema-Paese.Adesso c’è il tentativo vecchio di gruppi che con la critica vogliono il potere perchè ritenevano truccati i giochi democratici fin qui condotti.Anche se ciò non è del tutto oggettivo.Siamo a un cambio di passo anche se non è stato percepito.Oramai sta per saltare il Paese,e se non si è concreti il diluvio sommergerà anche le buone intenzioni di aiutare i poveri col reddito di cittadinanza! Il Paese può spaccarsi perchè mentre i vincitori vogliono “manifestare” anche altri lo faranno su altri argomenti .E sarà il caos.
Alb
Ben detto giannuli. Farei però anche un altra domanda: quanti voti avrebbe preso forza italia se non fosse scesa in campo la mummia? Quando la mummia si ritirerà forza italia sparirà. Lega e 5 stelle sono il nuovo bipolarismo. Si inneschera purtroppo un nuovo conflitto nord sud che il lavoro stavolta non riuscirà a mediare.
Alb
Aldo S. Giannuli
forse Fi avrebbe preso qualche voto in più con la mummia, ma il fatto è che, appunto, ormai è una mummia e non è più il Cavaliere che abbiamo conosciuto
Paolo
La mummia è finita definitivamente…salvo i figli (Marina o Piersilvio) prendano le redini di FI e abbiano capacità trainanti e personalità carismatica da Leader (ma ho dei dubbi…). FI senza Berlusca (spaccatissimo non risorgerà più ) non esiste perché è una creatura politica che sta in piedi in funzione sua …quindi non so , salvo l’ipotesi figli, dove e come convoglierà…
Paolo
Preoccupante invece è il possibile conflitto Nord Sud..potrebbe finir nello sfascio dell’Italia. Ormai son due realtà nettamente e visibilmente diverse . E secondo me il Prof Giannulli dovrebbe fare un articolo su questo argomento Nord /Sud.
Una
Più che conflitto ..—>> “diversità” (che è netta e visibile )
le contrapposizioni possono esplodere, nascere (o rinascere) in futuro se mai e magari con forte ostilità .
Gaz
ACME NEWS
Kenyatta e Odinga si incontrano a Nairobi, perchè vogliono salvare il Paese, dopo le contestate elezioni del 2017.
Kim Jong-un propone a Trump di incontrarsi a maggio …
Italia: Renzi è imbronciato, perchè ha perso le elezioni politiche. Non vuole incontrare nessuno, ha detto di no a tutti. Vuole diventare qualcuno. E’ offeso con Michele, Giuseppe, Carla, Antonio. Efisio, Gennaro, Davide, Maria, Antonella, Aristide, Francesca … perchè non lo hanno votato e ora rischia seriamente di perdere molti giocattoli (più o meno politici).
Nel PD sono orientati nel voler processare la Befana, colpevole di aver portato a Renzi pochissimi e difettosi giocattoli, che si sono subito rotti.
I ben informati del giglio magico dicono che il toscano abbia il broncio, perchè, sembra, sia stata fatta notare la sua somiglianza con un comico inglese.
Gaz
Qualcosa non torna nella logica del pezzo
I partiti ad una cifra sono condannati all’assoluta irrilevanza politica.
Ma prima si legge l’esatto contrario: “… un ruolo decisivo lo ebbe Repubblica, la cui cultura politica era quella della destra azionista (La Malfa, Cianca, Tarchiani) ed il cui obiettivo era quello di una sorta di Pri di massa.”
Il Pri viaggiava intorno al 3%. Il suo effimero ed inutile massimo storico lo ottenne dopo la presidenza di Spadolini. con il 5%.
Qualche dubbio che Cianca e Tarchiani siano stati repubblicani mi sovviene e neppure Scalfari.
La Repubblica di Scalfari come la gemmazione della Voce Repubblicana di Folli, ma con più pagine e con una diffusione più capillare, non mi pare realistica.
Alla prova dei fatti, si vedeva quanto i laici fossero divisi …
L’espressione “Pri di massa” nascondeva più di quanto non dicesse: la DC è impresentabile, il PCI immaturo, dai socialisti .. oddio ! Ci sono i repubblicani .. poveri in canna, rispetto agli altri. Sono presentabili, pignoli nei conti, accettati all’estero.
Allora facciamo una operazione di cosmesi politica: presentiamoci come repubblicani, poco importa se annacquati, ma sotto sotto, restiamo come eravamo, siamo e saremo, ovvero una presa in giro, un inganno politico.
Il discorso sulle critiche e sulla coerenza politica al Pri del pentapartito è lungo, ma non si tiene conto di fattori esterni, come Tangentopoli. A me viene da pensare che il Pri non si sarebbe salvato da quello tsunami, neppure se fosse stato cinque anni prima più antidemocristiano e passato all’opposizione.
Aldo S. Giannuli
mi sono spiegato male: il Pri ed il PdA agivano in regime di proporzionale e comunque facevano parte di quella ristretta cerchia di “minoranze attive” CHE, IN PARTE, HANNO FATO LA STORIA DELLA PRIMA REPUBBLICA (PDA, PRI,COMUNISTI CATTOLICI, ORDINE NUOVO, radicali, LOTTA CONTINUA) cosa che non ha senso nel quadro della repubblica del maggioritario
Cianca, Tarchiani e SCalfari non erano iscritti al Pri ma lo hanno a lungo costeggiato (vedi il libro di memorie di Scalfari)
Il progetto di Repubblica non era una copia del Pri, o del PdAz ma una sorta di loro prolungamento, e Repubblica non era verto la voce repubblicana, Era il progetto di una sinistra sensibile ai diritti civili, modernizzante ma ostile alla lotta di classe, sensibile alle ragioni della finanza e con un debolissimo valore di eguaglianza sociale
Il Pri povero ma onesto? Insomma… profumava un po’ di petrolio
Io ho tirato linee troppo dritte e la storia è sempre pià complessa, ma nei limiti di un pezzo…
Gaz
Scalfari ha navigato per molti mari, anche laici, ma non è approdato all’isola keynesiana dell’edera. Su Repubblica gli spazi dedicati al pri erano minimi, quando c’erano, e puntualmente dedicati alla maggioranza. Il convento, sopratutto in periferia, era povero, ciò non toglie che vi fossero frati ricchi, anche di proprio.
Fu un artista foggiano a inventare il cliché dell’onestà. L’altro cliché, più che altro propagandistico, riguardava l’alto tasso di competenze, secondo solo alla DC. Di olezzi e profumi se ne sono sentiti, un po’ dappertutto. Agli inizi degli anni ottanta imperversò per poco un certo ragionierismo sui bilanci del partito, che di fatto fu lasciato cadere dai partiti maggiori. Col senno di poi, qualcuno aveva la palla di cristallo … L’essersi democristianizzati fino 92, lasciando le radici delle origini non è stato un peccato da poco.
Furono davvero Italiani?
Non so se è stata più un’occasione perduta, o un’occasione fatta perdere. o una mosca cocchiera.
Giudizio sospeso, ma tendente al critico.
giovanni
se appoggia un governo M5s, perde almeno un quarto dei suoi elettori
E quanti se ne riprende dai milioni di ex-piddini che hanno votato Grillo?
Aldo S. Giannuli
neanche uno
giovanni
è una sua opinione, che non condivido. I fatti ci dicono che il voto al PD ha delle oscillazioni, che non vanno nel senso previsto dagli esperti. Nel 2013 davano tutti il PD per morto, e l’anno dopo fece il risultato migliore della storia, solo avendo cambiato il leader. Che è esattamente quello che succederà alle prossime elezioni, con centinaia di migliaia di ex-piddini che una settimana fa hanno votato Grillo o Lega che torneranno a votare PD per il solo fatto che non ci sarà più Renzi.
Giovanni Talpone
Da un punto di vista storico, farei partire la crisi vent’anni prima, quando il PCI dei berlingueriani espelle il Manifesto e separa la politica del partito da qualsiasi riflessione critica strategica tanto dell’URSS quanto dell’Occidente: infatti, ogni volta che uno di questi sistemi è andato in crisi, questo elefante cieco e sordo (ma purtroppo non muto) è finito nelle sabbie mobili. Comunque, anche dalla tua analisi appare che un governo PD-M5S sarebbe il meno peggio (almeno per il PD). Se i piddini avessero un grammo di coraggio per ogni tonnellata di spocchia, proporrebbero una stagione riformista in cui il M5S metterebbe le idee nuove e loro le competenze (sappiamo che è una balla, ma servirebbe per i “checks and balances”). Purtroppo stanno adottando la linea del “tanto peggio, tanto meglio”: non sono più solo i difensori delle caste e degli speculatori, stanno diventando un pericolo immediato per la democrazia italiana.
giovanni
quindi Grillo faceva benissimo a mandare affanculo Bersani impedendo la nascita dell’unico governo ragionevole con delle possibilità minime di fare riforme decenti. Quello non era pericoloso, il PD che è partito di minoranza assolutamente non necessario per governare è un pericolo per la democrazia italiana. Io non ho votato mai PD, ma devo ammettere che di fronte al doppiopesismo dei grillini anche il più accanito difensore di Renzi fa la figura di quello equilibrato.
Gianni
La solita analisi superficiale in stile vecchi sinistri gruppettari antisistema,
che da 40 anni vivono penose e miserrime esperienze elettorali da nulla%
e poi sfogano rancori e delusioni sparlando della sinistra riformista e progressista.
Pessimo film già visto e rivisto. Vabbè
PS
A risollevare il buon umore comunque
ci pensa il ridicolo e disperato tentativo di rappresentare i grillini come nuova sinistra.
Forse Giannuli & C hanno letto Marx che suggeriva la proprietà di un partito ad una Srl
ed Engels che confermava la validità del concetto di ereditarietà dinastica
ahahah
O magari si son convinti della sinistrità grillina avendoli sempre visti in prima fila
durante lotte operaie, manifestazioni antifasciste o iniziative antirazzista
ahahah
Sta a vedere che magari a convincerli di quanto i grillini siano moderna sinistra
sono state le epurazioni ed espulsioni via post it o i dimissionari non ancora eletti
ahahah
Un amico dice che hanno ecceduto a sinistra con gli streaming delle loro riunioni.
ahahah
ma si dai scherziamo…. tutti a brindare all’Hotel Parco dei Principi di Roma
in fondo è un 5 stelle, e per Giannuli & C. segno inequivocabile di sinistra.
Roberto B.
Ammazza Aho! Quanto te rode er cu.o!
Scherzo anch’io eh, beninteso.
Gaz
@ Gianni
Tolga il Giannuli & Company e provi a fare questo discorso a chi ha perduto il lavoro, a chi lo cerca, a chi va all’estero per trovarne uno.
Horace
Il DPEF sarà una bella pietra d’inciampo. La scriverà il governo perdente di Gentiloni, che seguirà le indicazioni/ordini di Bruxelles/Berlino. Poi in Parlamento 5 Stelle e lega che hanno una grande maggioranza la modificheranno secondo le idee di Bagnai e Borghi sanamente anti-europeisti. Risultato FI voterà contro la Lega e si scoprirà in tutto il paese che il 5 stelle ha obiettivi non molto dissimili da quelli della Lega. E li mi aspetto minacce gravissime da parte di Berlino e Bruxelles. Ci minacceranno e arriveranno a dire senza remore che la democrazia non deve occuparsi di bilancio e di economia. Vedrete.
Aldo S. Giannuli
mi sa che prima faremo nuove elezioni
Roberto B.
Forse. Ma forse no.
In ogni caso, lo scenario descritto da Horace è plausibilissimo, anche dopo nuove elezioni.
Il fatto grave è che non si vede alcun tentativo credibile di coalizzare le forze cosiddette antieuropeiste che pure sono una presenza consistente nei vari Paesi.
Ognuno però va per suo conto.
Ad esempio, Varoufakis, aldilà dello spessore del personaggio, va a cercare una sponda in quel di Napoli, da De Magistris che è un isolato in patria.
Starei poi molto attento a quello che dicono davvero i vari accesi antieuropeisti tipo Bagnai, Borghi, Rinaldi, ecc. Nessuno di costoro si azzarda a predicare una uscita autonoma dalla moneta unica, tanto meno dall’EU. Quello che dicono è altra cosa: è necessario smontare la costruzione Europea, ma può avvenire soltanto in modo concertato e contemporaneo tra tutti i Paesi coinvolti. In pratica, si esce dalla stessa porta da cui si è entrati.
Insomma, il giocattolo si può smontare se tutti sono d’accordo. Ma nessuno ha la minima idea di come farlo.
Ergo, una volta tanto sono d’accordo con il disfattista Lorenzo: tutto deve crollare sotto il peso di una impossibile convivenza, perchè poi si possa ricostruire qualcosa di simile al vecchio MEC, che tanto bene ha funzionato (non altrettanto l’ECU).
Lorenzo
Non è questione di disfattismo. E’ questione che voi vorreste una soluzione interna al quadro liberaldemocratico, e preferite non vedere che questa è una crisi sistemica e di civiltà.
Roberto B.
@Lorenzo
crisi sistemica e di civiltà?
Le civiltà sono sempre in crisi, per legge naturale, come tutte le cose di questo mondo, dato che la realtà nel mondo materiale è in continuo divenire.
Perchè nasca una nuova realtà, bisogna che quella destinata a sostituire si tolga di mezzo e le lasci il posto libero.
Studiosi attenti ai fenomeni paranormali stanno attentamente seguendo una possibile eccezione a questa regola: la storia politica di un certo Silvio Berlusconi.
Horace
In che senso non capisco. Il DEF è ad aprile e bisogna approvarlo ma l’Europa lo vuole in un certo determinato modo. (anti-classi-medie), il 5 stelle e la Lega vogliono avere lo spazio per cambiare Fornero Job act e altro. Ella che ne pensa.
Aldo S. Giannuli
mi pare che andremo in esercizio provvisorio
giovanni
Il DPEF si vota tra un mese, non ci sono i tempi tecnicni di fare nuove elezioni (ammesso e non concesso che per la prima volta nella storia d’Italia una legislatura duri meno di due anni). QUindi o Grillo o Lega a una manovra lacrime e sangue imposta dall’Europa dovranno metterci il voto. Non hanno nessuna speranza di uscirne puliti. Poi magari non la pagheranno nelle urne perchè faranno il solito chiagnefottismo (in cui comunque il politico di lungo corso Salvini che riesce a spacciare il partito attualmente più vecchio in parlamento per antisistema è decisamente più bravo) e diranno che è colpa d’a kasta e che se fosse per loro farebbero la marcia su Bruxelles domani, ma le mani se le sporcheranno.
Aldo S. Giannuli
ctedo si possa andare in esercizio provvisorio…
Lorenzo
Analisi interessante, soprattutto in rapporto ai tempi di Veltroni. Quando Giannuli parla della discesa negl’inferi dell’ex-PCI scrive alcune delle sue pagine migliori. Il convitato di pietra del processo in esame è naturalmente la vittoria statunitense nella guerra fredda e la formazione dell’impero mondiale del capitalismo di rapina: nell’ottica di breve respiro della politica contemporanea non uniformarvisi sarebbe apparso folle autolesionismo.
Per quanto riguarda il futuro ribadisco che centrali non sono i partiti, ma i programmi e l’evoluzione dello scenario internazionale. Se il partito dei Pirati va al governo, automaticamente dovrà calarsi le brache contestatarie e diversiste fino al sottoscala e un PD del futuro potrebbe avvantaggiarsene. Nel contesto della crisi epocale della demoplutocrazia, dei suoi partiti-ditta e di un gregge elettorale mediatizzato e consumistizzato, la fluidità è destinata ancora ad accentuarsi. Finché il regime, crollando, non restituirà alla politica la sua disperata serietà, continueremo a vivere nell’epoca dell’uomo, dei partiti e delle elezioni liquide.
Gaz
@Lorenzo
Depurato il post dagli artifici retorici, il post offre spunti di scenario rilevanti: lo spostamento della Frontiera ad Est e la marginalizzazione dell’Italia nel Mediterraneo e Nord Africa.
Tenerone Dolcissimo
Fu il tempo della sinistra da salotto e da terrazza romana che celebrò i suoi fasti al tempo di Veltron
—-
Eh no, caro Giannuli, devo rispettosamente ma duramente dissentire.
Quando entrai al liceo, all’inizio degli anni 80, mi trovai di fronte una serqua di “compagni” vestiti di stracci costosissimi, tutti figli di medici e avvocati e notai e alti papaveri dell’amministrazione pubblica o semipubblica, che mi dissero che come figlio di operaio appartenevo a loro e che, quindi, dovevo fungere da bassa manovalanza per collettivi e cortei e assemble e manifestazioni varie e che a sQuola non si doveva studiare perché studiare era cosa da fascisti.
Quindi, il radicalismo chic imperava alla grande già allora, in anni in cui Renzi poppava.
Mi permetto di ripetermi, ma, fino a quando non si effettuerà una analisi senza riserve mentali sui fondamenti del comunismo e della sinistra in genere, non si capirà come mai la sinistra parte sempre per andare verso il popolo e finisce immancabilmente fra in grinfie boldrinesche e marieleneboschesche e come mai la gente come Di Vittorio e Concetto Marchesi finisce sempre in un angolo mentre è in vita e nel dimenticatoio post mortem.
Tenerone Dolcissimo
Correggo
Io entrai in quarta ginnasio (id est primo anno di liceo classico nelle vecchia nomenclatura) nel 1970
L’arteriosclerosi avanza
Peppe
Il PD, gia’ da tempo, è diventato come il PSI del dopo Nenni, quando lo storico leader prima e Francesco De Martino, poi, si opponevano all’ascesa politica di B(o)ttino Craxi. Che fare? Bella domanda. Personalmente, io che vengo da sinistra non annacquata, ho votato anche stavolta per il M5S. Attenzione pero’, che la sana analisi di Giannuli che vede il PD in un cul-de-sac, puo rivelarsi una vera sciagura se, non si riesce a defenestrare il potenziale vendicatore Renzi, che, pur di far saltare tutto in aria, è disposto ad ogni mossa. La soluzione? Secondo me, garantirgli quel posto di senatore e toglierselo dalle palle, definitivamente. I suoi lacchè, sono cosa modesta. Vivono per la pagnotta. Stessa sorte, garantir loro la presidenza di qualche condominio e, se faranno i discolacci, andare subito ad elezioni anticipate. Al prossimo giro, la lega che è compromessa, da anni di potere insieme a Forza Italia, in quanto prende voti da loro o anche da casa pound, è un cane che abbaia ma non morde. Garantire loro quel po’ di potere che hanno al nord. Saranno contenti e soddisfatti. Poi, il M5S che tagli gli stipendi a parlamentari, consiglieri regionali, tipo quei papponi in Sicilia e tutti i manager delle partecipate. Affamare la bestia. Se si fanno queste cose, il popolo che sostiene il M5S a sud, in particolare, ma anche al nord con un circa 25%, diventera, nel giro di poco, egemone.
Paolo
Illuso
Quella Coalizione di Destra che ha vinto cioè Lega , Fratelli d’Italia , e la palude Forza Italia…nel complesso esprime quel “blocco di destra” che è sempre esistito sin dal dopoguerra con la Democrazia Cristiana e le altre formazioni politiche più a destra. Quelli non si spostano a sinistra neanche nel M5s…illuso sei.La lega compromessa?…mi sa che non hai capito nulla (o seguito poco )…”questa” non è la vecchia Lega…questa è una nuova Lega a Trazione Salvini /Borghi/Bagnai…questi due ultimi sono di spessore e cervello buono specialmente il Bagnai…ed la “nuova Lega ” è in parte (secondo me in tutto ) opera loro …Salvini ? non è certamente un grande statista …ma è giovane (ha notevole esperienza politica quindi sa come muoversi visto che ha iniziato da ragazzino ) ..ed sta dimostrando di essere “animale politico” è riuscito a portare una Lega Bossiano completamente distrutta e sputtanata dal misero 3 % al quale era ridotta a quello che è oggi in pochi anni. Si sta muovendo bene “il ragazzo” altroché: se continua a giocar bene le carte diventa il punto di riferimento di tutta la destra. Mi sa mi sa che hai fatto i conti senza l’oste come si suol dire 😉
Non è la vecchia Lega .. ha si…radici nella vecchia…ma è un qualcosa di nuovo ( ha preso tantissimi voti anche al sud …tantissimi se si considera che è “la Lega” con il suo passato …nella mia Regione la Sardegna quindi meridione .. se confermati è la terza forza politica …1)M55 2)Forza Italia 3)Lega (94000 voti cioè il 12 %..partita da zero … ) . Secondo me invece il Salvini se si muove bene e se magari il M5s fa errori (ne farà ) aumenterà i voti anche al sud (o potrebbe…ormai non è più visto come “il mostro “..anzi…). Intanto si sta ponendo a muso duro contro l’Ue ….e potrebbe piacere a tanti questo “essere deciso”….cosa che i 5s…(lasciamo stà…)
Tenerone Dolcissimo
E infatti la vecchia -Lega aveva tutti altri fini