Partiamo con il Toto Presidente.

Fra due anni esatti il Parlamento eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica, e due anni per una scadenza del genere sono pochi, quindi le grandi manovre sono iniziate. Per la verità con un’incognita da risolvere: voteremo con questo Parlamento o prima ci saranno le elezioni politiche? E come andranno? Partiamo dall’ipotesi che si voti con questo Parlamento.

In pole position pare ci sia Draghi che piace al Pd, a + Europa e Leu (per quello che contano); il M5s potrebbe storcere il naso sul “finanziere” ma va ricordato che anche Ciampi era un banchiere e si è rivelato uni dei migliori Presidenti.

Alla fine il M5s potrebbe anche starci, il problema è capire se nel 2022 ci sarà ancora il M5s e quanti grandi elettori avrà, in secondo luogo chi ne sarà il capo. Ad esempio, se fosse Di Battista potrebbe esserci una apertura alla Lega per una maggioranza ampia. E alla Lega l’ex presidente della Bce potrebbe non piacere perché troppo in contrasto con la linea anti europeista, per quanto più strombazzata che realmente perseguita. Poi riesce difficile immaginare chi possa esserci di gradimento comune ai tre partiti maggiori. E qui potrebbe rispuntare Mattarella per un mandato breve, come fu per il Napolitano bis. Poi nuove elezioni e poi si vede. E questo potrebbe piacere anche alla Lega.

C’è poi un altro problema: ma Draghi vuol fare davvero il Presidente? Uno che, oltre che governatore della Banca d’Italia, è stato direttore della Bce non è detto che sia così entusiasta di fare l’arbitro degli scontri italiani, magari potrebbe aspirare ad un nuovo incarico internazionale, anche se le poltronissime (Fmi, Bmi, Bce) sono tutte occupate, però potrebbe spuntare una cosa come la Banca per i regolamenti o simili: una dignitosissima seconda linea prima della pensione. Di fatto notiamo una cosa: come Mattarella non lo abbia nominato senatore a vita, almeno sinora.

Nel caso Draghi non fosse disponibili la palla tornerebbe alla maggioranza. Il M5s non sembra avere candidati, magari potrebbe fare la solita consultazione on line per lanciare qualche Pm famoso (Di Matteo, Gratteri, Bruti Liberati, Davigo) ma non è detto che il Pd lo accetterebbe, poi dovremmo vedere di chi si tratti, Il Pd per parte sua un candidato papabile potrebbe averlo avanzando il nome di Franceschini che forse (molto forse) potrebbe piacere ai 5stelle, salvo per il fatto di “perdere la faccia” eleggendo un uomo del partner minore di coalizione. Ma qui torniamo al punto: ci sarà ancora il M5s e quanto conterà, considerata l’emorragia continua di parlamentari?

Nei vari giochi, sembra probabile, a bocce ferme, che Italia Viva e Fdi siano esclusi e debbano giocare la parte dei minori, come Europa, Leu ecc.

Veniamo all’ipotesi che si voti con un altro parlamento eletto ne 2021. Non è detto che la destra vinca a mani basse, anzi l’Emilia (e vedremo come andranno le prossime regionali). Tuttavia, allo stato dei fatti e scontando che in un solo anno è difficile che vengano fuori nuovi soggetti (salvo i verdi che potrebbero avere un buon successo, ma sicuramente non il 15-20%) è ragionevole attendersi che la destra abbia un bel po’ di seggi in più rispetto all’attuale Parlamento, anche se forse non la maggioranza assoluta, soprattutto se dovessimo votare con una legge proporzionale. In questo caso è difficile immaginare che si possa eleggere un Presidente senza i voti della destra. Qui potrebbe rientrare in gioco Italia Viva con i suoi voti (forse) determinanti ed il candidato di gradimento dei due Mattei potrebbe esserci: Marta Cartabia: presidente della Corte Costituzionale, docente di diritto costituzionale, relativamente giovane e, soprattutto, primo presidente donna.

La Lega avrebbe due problemi: da un lato una possibile autocandidatura di Berlusconi (logoratissimo ma l’uomo non è tipo che si arrenda, anche se dovremmo vedere se eleggibile dal punto di vista delle condanne penali). Dall’altro potrebbe avere pressioni interne per candidare o Giorgetti o un governatore come Zaia. Entrambi con poche probabilità, va detto, perché forse non li voterebbero neppure quelli di Fratelli d’Italia.

Questo per ora, ma in due anni di cose possono succederne: elezioni, condanne penali e scandali, scissioni formazione di nuovi partiti, nuovi candidati, eccetera eccetera. Per ora il quadro è questo, ma dovremo tornarci su molte volte ancora.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (7)

  • Anche Macron e Merkel ( i candidati di ) sono ben piazzati al nastro di partenza.
    Se perdono le elezioni nei rispettivi paesi, per ripiego potremmo prenderceli noi: altro che usato sicuro!
    In più in giro ci sono tutta una serie di disoccupati di lusso: Obama, Medvedev, Clinton, la May, Cameron, Hollande, Sarkò. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
    Quante chances ha Gozi?
    Se proprio dobbiamo guardare ai gemelli diversi Prodi e Berlusconi, eleggiamoli entrambi.
    I giorni pari toccheranno a Silvio, quelli dispari a Romano.
    Sarebbe un affare. Prendi due e paghi uno.
    Nel caso in cui l’operazione + Europa del Nord non vada a buon fine, si può ripescare un vecchio democristiano inossidabile.
    Una cosa é quasi certa. Il Quirinale ama gli uomini del bacino idrografico del Tirreno.

    • I)n attesa di fare il Presidente degli italiani, occupiamoci degli italiani.
      Certe volte non é facile interpretarli razionalmente.
      Il Macron sale sul ghiacciaio del Monte Bianco, versante francese … e in Regione V.d.A. hanno la brillante di salire anche loro e di pretendere di incontrarlo.
      Ovviamente Give si é rifiutato.
      Ma cos’altro si aspettavano ?? Fosse stato un uomo alla mano! Possibile che nelle vite valdostane non ci sia di meglio cui aspirare? Come se celebrità sulle nevi non ne avessero mai viste!
      Macron sta sul Monte Bianco.
      E chi se importa !!
      Se il presidente dei ricchi, rapito dallo stupore della natura, ci restasse a lungo, a me non dispiacerebbe.

  • LE ULTIME MAIL QUIRINALIZIE, OVVERO LE PRIME BIANCHE FUMATE.
    Fiaba politica romana a puntate sulle peripezie elettorali del prossimo Principe della Repubblica

    Sul Colle più irto svettava al sol primaverile l’inespugnato castello bianco marmoreo del Principe Duca.
    Le rade bianche nubi transeunti appena ne ombreggiavano lo splendore, che di se rifletteva i diafani palazzotti, avvolti dai brilli lucenti di un rosso sgranato, sempre più dissolvente, a significazione del vacuo presente, par a una nova flagrata.
    % (continua)

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