L’ossessione dell’onestà: quando il M5s esagera.

Il tribunale ha dato ragione a De Magistris sulla sua sospensione in base alla legge Severino: resta sindaco sino a quando la Corte Costituzionale si pronuncerà. Stesso risultato per De Luca che è stato reintegrato. La cosa ha destato un certo scandalo in giornali come “Il Fatto” (che teme, peraltro fondatamente, che questi precedenti possano riaprire la strada a Berlusconi) e nel M5s che reclama la testa di tutti i condannati in primo grado.

Il M5s ha rappresentato una salutare reazione alla nauseabonda classe politica che da venti anni infesta il nostro paese ed ancora oggi rappresenta la maggiore contestazione al sistema politico. Ed è comprensibile che, come tutte le “reazioni” abbia avuto in sé una carica eccessiva, un’enfasi particolare sul tema dell’onestà che ha finito per mettere in ombra aspetti forse più rilevanti come la competenza, la capacità di mediazione politica, la progettualità.

Ci sta. Ma, anche facendo uno “sconto” sugli eccessi, in considerazione del carattere reattivo del fenomeno, bisogna dire che ora si sta andando oltre il limite dell’accettabile e credo sia necessaria una riflessione un po’ più a freddo sul tema.

Iniziamo dalla Severino che reputo una legge fatta con i piedi. Infatti, prevede la sospensione di eletti che siano incorsi in una condanna di primo grado, ma non dice che il condannato non sia candidabile per cui il risultato è un pasticcio senza pari, del quale ci stiamo accorgendo ora con i casi De Magistris e De Luca. Se si stabilisse l’incandidabilità, questo comporterebbe l’esclusione dalle liste del candidato in difetto. Invece, in questo modo il problema si pone dopo le elezioni, ponendo una serie di problemi supplementari.

Personalmente, il neo eletto governatore della Campania mi sta simpatico come il fumo negli occhi o come un cazzotto nello stomaco, però vediamo che situazione si è creata: De Luca era un condannato in primo grado già quando si è presentato (ed il suo partito ha ritenuto ugualmente di presentarlo, perché aveva vinto le primarie), c’è stata una polemica nazionale durata un mese, per cui gli elettori campani sapevano perfettamente chi stavano eleggendo e, ciò nonostante, lo hanno votato lo stesso. Potete immaginare cosa penso degli elettori campani e di quelli del Pd in particolare, però un’investitura popolare c’è stata e non possiamo far finta di nulla, dicendo agli elettori ”Vi siete sbagliati, rifacciamo tutto”. Se si ammette la candidatura di una persona, vuol, dire che la si ritiene eleggibile, quindi o non si ammette la candidatura o poi ti tieni l’eletto.

L’escamotage trovato dalla Severino è la “sospensione” sino al giudizio definitivo dopo di che, se l’uomo è assolto viene reintegrato in carica, se condannato decade per difetto di un requisito fondamentale per l’eleggibilità. La soluzione (comunque discutibile) potrebbe avere una sua plausibilità se il processo avesse una durata di pochi mesi (come sarebbe giusto che fosse in ogni caso, dato che il “termine ragionevole” per la durata dell’intero processo, dovrebbe essere di due anni), ma siccome in Italia è normale che un processo penale duri mediamente dai cinque ai sette anni, cioè decisamente di più della durata di un a legislatura, la cosa non funziona, di qui le sentenze che hanno regolarmente concesso la sospensiva ai ricorrenti (come De Magistris). Per cui abbiamo una misura provvisoria (la sospensiva) su un provvedimento temporaneo (la sospensione) che di fatto risolve il problema di merito mentre i due procedimenti (amministrativo e penale) dormono nei cassetti. Vi sembra normale? Ora la competenza è stata spostata dai Tar ai tribunali ordinari che ci si aspetta siano meno larghi di manica con i ricorrenti, ma è molto probabile che queste aspettative vadano deluse.

Il problema è che, Costituzione alla mano, la Sanseverino non si mantiene né in piedi, né seduta né sdraiata. Per la Costituzione il cittadino è “presunto innocente” sino alla condanna definitiva passata in giudicato, pertanto è candidabile sino a quel momento, perché candidarsi è un diritto soggettivo assoluto che la legge ordinaria non può limitare. Ma se uno è candidabile è, ovviamente, eleggibile e l’istituto della sospensione di autorità non è previsto né dalla nostra né da nessuna costituzione di paese civile. C’è la decadenza in caso di condanna, ma non può esserci un “anticipo di pena” con una sospensione. Anche se, come direbbe Totò “Lei è innocente? Con quella faccia?!” purtroppo l’aggravante specifica della faccia non è prevista dall’ordinamento giuridico. Per di più, nel caso di De Luca, l’applicazione della legge avrebbe comportato anche lo scioglimento del consiglio regionale e nuove elezioni, per cui, la misura avrebbe colpito anche tutti i consiglieri regionali eletti, anche senza alcun carico pendente. Il che mi sembra francamente eccessivo.

In un paese civile, la Severino andrebbe abrogata in due settimane e, semmai, andrebbero stabiliti termini di tempo rigidi ed assai brevi per i reati riguardanti persone con incarichi politici. Anche se la cosa è un po’ forte dal punto di vista del garantismo, non troverei irragionevole istituire una giurisdizione speciale per questo tipo di reati, con una procedura propria. In fondo lo abbiamo già fatto per i processi di Mafia con l’istituzione delle procure antimafia, anche se le corti giudicanti restano quelle ordinarie. Se ne può sempre discutere, ma evitando queste scorciatoie che poi fanno più confusione che altro. Oppure potremmo prevedere un percorso speciale accelerato che limiti rinvii e sospensioni e dia la precedenza a questi casi rispetto agli altri.

Ma il guaio è che, soprattutto a causa del successo del M5s, si va diffondendo una ondata di irragionevolezza totale su questi temi. Ne volete un esempio? Pensate all’autolesionismo del M5s in termini di proprie candidature. Il regolamento interno stabilisce che per essere candidati occorre non solo non aver mai riportato condanne, ma non avere alcun procedimento penale in corso, con un certificato dei carichi pendenti immacolato come la Madonna. Sapete che significa? Che tutti (dico tutti) i principali parlamentari del M5s (da Di Maio a Di Battista per citarne solo due) sarebbero incandidabili come almeno il 60% degli attuali parlamentari.  C’è chi è stato querelato da esponenti di altri partiti che si sono sentiti diffamati, chi perché ha dato certi giudizi su Napolitano, chi perché ha partecipato ad una manifestazione del movimento No Tav, chi per aver detto una certa frase in un comizio o in televisione e così via.  Per cui, se il governo volesse togliersi dai piedi l’intero gruppo parlamentare rendendolo ineleggibile, basterebbe che desse indicazione ai corpi di polizia di denunciare ciascun parlamentare con qualsiasi pretesto, magari per qualcosa che poi cadrà in prescrizione prima ancora di iniziare un qualsiasi procedimento. Oppure se io voglio togliermi dai piedi un parlamentare che mi sta antipatico, magari, perché aspiro io a presentarmi alle consultazioni on line al suo posto, mi basta trovare un amico che presenti una querela (peraltro, potendola sempre rimettere prima che inizi un qualsiasi procedimento) per qualsiasi baggianata ed il malcapitato è incandidabile.

Immagino che, per quanto il tasso di talebanaggine del movimento sia decisamente alto, ci si penserà per tempo modificando questa norma demenziale. Sarebbe bene stabilire che, per dichiarare non candidabile un attivista del movimento, non sia sufficiente una querela di parte o anche la sola denuncia di un corpo di polizia e neppure l’avviso di reato o la richiesta di rinvio a giudizio. Sto parlando non di un criterio di legge assoluto, ma di un criterio politico interno al movimento. Direi che si può iniziare a discutere dal rinvio a giudizio in poi, anche se personalmente riterrei eccessivo anche questo e che la soglia minima –sempre come criterio politico e non di diritto- possa essere quella della condanna di primo grado.

In secondo luogo, direi che non tutti i reati sono uguali: un conto è aver rubato denaro pubblico ed altro conto è aver “oltraggiato” un pubblico ufficiale in una manifestazione o aver fatto una testimonianza reticente in una causa di scarsa rilevanza come un incidente automobilistico, sempre reati sono, ma il grado di pericolosità sociale direi che è ben diverso.

Poi io distinguerei fra reati dolosi e reati colposi: certo procurare un danno per negligenza e senza intenzione, se le conseguenze sono state gravi, merita una sanzione, ma direi che non è la stessa cosa che aver provocato con intenzione quel danno, si tratta di cose diverse da valutare diversamente.

Poi ci sono i reati “politici” come la partecipazione a manifestazioni di protesta con atti illegali (blocco stradale, occupazione, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio ecc) che andrebbero assolutamente non considerati dal punto di vista politico ed, in qualche caso, andrebbero rivendicati come medaglie al merito. Beccarsi una condanna per aver vilipeso il Presidente della Repubblica o per aver fatto una campagna di controinformazione, potrebbero essere titoli a favore, non causa di incandidabilità. Ad esempio, se uno si è beccato una denuncia per aver attaccato Napolitano, è un benemerito da lodare.

Infine, una norma di civiltà giuridica è che la pena estingue il reato; si può anche pensare ad alcune pene aggiuntive temporanee come l’incandidabilità o il divieto di lavorare nella pubblica amministrazione per una certa durata (ad es. cinque anni), ma poi basta. La recente polemica sulla nomina di Sofri fra i consulenti per la riforma carceraria perché “pregiudicato” (peraltro con una sentenza discutibilissima) è stata una pagina di rara inciviltà e passi che ci si metta il Sap (cosa volete dal sindacato dei carcerieri?), ma che ci si mettano anche i familiari di Calabresi, persone dotate di buona cultura, è inaccettabile. Allo stesso modo mi sembra una balordaggine improponibile che Grillo non sia candidabile (per sua stessa volontà) per un reato colposo commesso 35 anni fa. E questo conferma il tasso di masochismo del M5s.

In un paese civile l’ostracismo sociale a vita non esiste e, dopo un ragionevole periodo, proporzionato alla gravità del fatto commesso (e sempre che non ci siano stati altri episodi penalmente rilevanti), c’è la riabilitazione del cittadino: non si può essere “pregiudicati a vita”, anche perché la Costituzione parla di rieducazione del condannato, se poi questo resta un anatemizzato a vita, a che serve rieducarlo?

Cari amici, un consiglio: la testa non serve a dividere le orecchie!

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (26)

  • D’accordo su tutto, tranne un punto.
    “Se si ammette la candidatura di una persona, vuol, dire che la si ritiene eleggibile”
    Mi pare che il processo logico dovrebbe essere opposto: se non sei eleggibile nemmeno deve essere ammessa la candidatura. L’aspetto centrale è il diritto elettorale passivo, da cui deriva anche la candidabilità.

    • è esattamente la stessa cosa, per cui se ti hanno ammesso la decisione è lasciata all’elettpre. La Costituzione lascia poco spazio ad interpretazioni diverse: chi non ha copndanne definitive e passate in giudiucato è eleggibile e dunque candidabile

  • Professore non ci siamo. Prima discute sulla forma e dice che è incivile prevedere la sospensione di un soggetto eletto nelle maniere di De Luca che è stato sempre e cmq eletto dagli elettori campani (sebbene in odore di camorra) poi che vilipendere Napolitano è una benemerenza sebbene al tempo fosse un’altissima carica dello Stato.
    Poi mi dice che la falsa testimonianza in un processo è un reato meno grave e per un parlamentare si potrebbe chiudere un occhio, dimenticando che lo stesso parlamentare, che così disinvoltamente testimonia il falso per rubare i soldi alle assicurazioni, con tutto il grave problema delle trastole soprattutto al Sud che qui taccio (chi vuole intendere lo farà), si troverà molto probabilmente a discutere e ad approvare leggi su quel settore in cui lui ritiene si possa fare quello che si vuole, nonchè nel settore della giustizia civile e penale (ritenendo che i processi siano delle pagliacciate).
    Prof. ricordo ancora il suo post (francamente molto “discutibile”) dove arrampicandosi sugli specchi difendeva una vecchia che si era data al taccheggio di dolciumi e superalcolici in un supermercato, peraltro punita in modo alquanto simbolico nel processo penale.
    Come ha concluso? Cosa era? Il discorso sulla funzione delle orecchie?

    • mai detto che bisogna chiudere un occhio per un parlamentare ma che i reati vanno “pesati” in base alla loro pericolosità sociale per cui se una vecchietta “ruba” 20 euro al super mercato mi pare che si possa ancghe soprassedere, se uno fa un a falsa testimonianza per un incidente d’auto (non necesdsdariamente di un parlamentare ma di un qualsiasi cittadino) è già più grave, ma meno del prendere una tangente o ferire una persona ecc.
      Quanto al vilipendio personalmente sono per l’abrogazione dei reati d’opinione, se poi si riferisce ad una critica al peggior presidente della Repubblica che abbiamo avuto, insisto, è un titolo di merito.
      Onsomm torno sulla frase conclusiva: la testa non serve a dividere le orecchie

  • Interessante tesi e largamente condivisibile. Faccio eccezione per il passaggio relativo alla soglia per non essere candidabili. Non sono d’accordo che sia necessaria almeno una condanna in primo grado. All’estero un politico toglie il disturbo solo per essere coinvolto in un’inchiesta. In Italia questa cultura si è persa, per cui trovo giusto che si provi a reinserirla attraverso regole etiche, anche rigide. Insisterei, invece, sulla tipologia dei reati per i quali scatterebbe l’interdizione, per evitare distorsioni a ciò che dovrebbe essere strumento di tutela e che potrebbe, manipolato da personaggi senza scrupoli di cui purtroppo non facciamo difetto, trasformarsi in ben altro.

  • La democrazia non e’ la dittatura della maggioranza sulla minoranza, come si e’ cercato di far credere negli ultimi anni in nome della “governabilita’”, ma l’equilibrio dei poteri che gestiscono la sovranita’ popolare. Pertanto, giudiziario, esecutivo e legislativo sono strumenti di esercizio della sovranita’ popolare, non di controllo della stessa. Ebbene, non capisco come la sovranita’ popolare possa essere condizionata da uno dei poteri, anche se giudiziario, che ne deve esserne mero strumento. Il popolo ha diritto di farsi rappresentare da chi vuole e cessa di essere sovrano nel momento in cui un potere, senza peraltro alcun controllo esterno, mette fuori gioco delle persone. Il resto e’ fazioso o infantile.

    • Non sono affatto d’accordo.
      La democrazia non è perfetta, il popolo sbaglia spesso nel valutare le persone, quindi ritengo sacrosanto che almeno ai delinquenti acclarati che hanno derubato lo stato venga negato il diritto di fare altri danni.
      Tanto per fare un esempio su quanto bene ragionano le masse, ti ricordo che uno schifoso ciarlatano completamente privo di alcun tipo di credenziali scientifiche, tal Davide Vannoni, è riuscito a far partire una sperimentazione clinica di una cura assolutamente inesistente per patologie gravi, bambini malati sono stati sottoposti a trattamenti medici potenzialmente pericolosissimi, tutto questo solo perché l’opinione pubblica è stata manipolata da servizi televisivi fraudolenti al punto da manifestare in piazza perché questo cialtrone potesse continuare a far soldi sulla pelle dei disperati.

  • Tu sei il ‘grillo parlante’ dei cinque stelle. Dici cose ‘fastidiose’ e per di più argomentate (te possino…). Spero che le tue ‘sberle’ si rivelino utili come la medicina amara della fata turchina.

  • Tenerone Dolcissimo

    1) Perché l’ossessione di Berlusconi? E’ solo lui il disonesto? Solo nel suo partito ci sono ladri? I fatti dimostrano il contrario. I fatti che si impongono anche ai viscidi trucchetti come quello del viscido D’Ambrosio -parlandone da vivo, pace all’anima sua- che avocò a se il troncone PCI dell’inchiesta Tangentopoli concludendo giudiziariamente che Greganti rubava per sé e non per il partito, fregando la Parenti che avrebbe concluso in modo diverso. I fatti poi li sappiamo. Greganti ha continuato a rubare ed è stato anche avvistato in senato a 20 e passa anni di distanza dove era entrato senza farsi registrare. Io quando vado alla biblioteca del senato mi fanno spogliare nudo e mi impongono anche l’ispezione anale. Quindi finiamola perché la storia del berlusconismo fa solo ridere i polli.
    2) Come dicevano F&L dietro i grandi disastri nazionali ci sono spesso i bischeri. E bischeri sono quelli che hanno aumentato dagli anni settanta in poi le competenze dello stato senza prevedere oltretutto i controlli perché avrebbero castrato le libere e oneste ibniziative della nuova classe dirigente proveniente da sinistra.
    Saluti glucosici

  • Ma io in questo momento punterei il faro politico sulla questione economica che sta avanzando e accellerando con la Grecia. Fondamentalmente me ne frega una cippa della Severino se qui fra poco inizia a piovere.
    Di oggi: panic selling alle borse di Shangay, -27% in pochi giorni. Sta scoppiando la bolla cinese. A seguire: i derivati basati sugli assets cinesi; i prestiti delle banche fantasma; i bond sovrani in tensione con la Grecia (Tbill USA in aumento, idem gli altri EU) il debito privato investito in borsa a livelli galattici. I capitali stanno uscendo dagli assets. Potrebbero esserci crisi di liquidità. Se convergono in un unico punto, salta tutto. A seguire la economia reale, posto che oramai manco c’è la pistola di riserva del QE per abbassare i tassi e immettere liquidità al sistema economico.

    Prof: tenga acceso il riflettore sulla finanza mondiale. Arrivano cicloni. Cambieranno il quadro politico globale.

    Sulla Severino: ma ci voleva un luminare del diritto come l’avv Severino per fare una legge così stupida e anticostituzionale che manco loro stessi che l’han fatta vogliono applicare? siamo alle comiche

      • Tenerone Dolcissimo

        Appena il primo angelo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò.

  • Aldo,
    e sia facciamo che la legge (fatta coi piedi dei politi corrotti…) ha prodotto l’ennesimo mostro, però, facciamo a capirci, esiste anche l’art. 54 della Costituzione che un popolo sovrano (serio!?) dovrebbe esigere venisse osservato anche dalle consorterie partitico affaristiche.
    saluti bakuniniani

  • Buongiorno professore
    Come possono esserci competenza, capacità di mediazione politica o progettualità se prima non vi sono onestà, integrità e moralità.
    Qualsiasi competenza, capacità di mediazione politica o progettualità avrà sempre la macchia del “peccato originale” e la maggior parte delle capacità individuali saranno egoisticamente al servizio del proprio io. La nostra situazione lo dimostra, la nostra storia lo dimostra. Io sono propenso a dar maggior fiducia ad un onesto incompetente che ad un disonesto competente… prima o poi anche gli imcompetenti imparano, i disonesti invece faranno sempre i loro interessi… se non verranno beccati. In Italia gli esempi si sprecano e fino ad oggi sono i disonesti competenti che hanno creato il disatro in cui ci troviamo non il contrario.
    Saluti

  • E’ inutile nascondersi dietro un dito, il problema di un certo fondamentalismo nel M5s esiste e Giannuli mi pare che lo focalizzi in modo chiaro ed articolato.
    Intendiamoci, è un fondamentalismo positivo volere l’austerità dei costumi, è una reazione uguale e contraria al lassismo morale di quasi tutta la classe dirigente italiana ( e forse anche di gran parte del popolo italiano? ).
    Essere stati scaraventati in questo magma può aver acuito, a partire proprio dallo stesso Beppe Grillo, l’ansia di dimostrare che si può e che si è diversi, che ha condotto ad un comprensibile e forse, almeno in una prima fase, necessario estremismo.
    E’ chiaro che la loro azione vuole essere anche e soprattutto un magistero in attesa che questo popolo cominci a capire che la democrazia è assunzione di responsabilità, che votare irresponsabilmente o non votare significa essenzialmente rinunciare alla democrazia, che l’unico controllo in qualche modo al di sopra delle istituzioni è proprio quello della volontà del cittadino.

    • Si ma il m5s aspira a maggioranze assolute con un velato messaggio del tipo “o stai con me o contro di me”. Infatti nell’ultima tornata elettorale non è entrato in nessun consiglio comunale in coalizione.Si sta instaurando una ideologia, secondo me malsana, del tipo gli unici interessi sani sono quelli del popolo, dei cittadini, ecc… dimenticando che il popolo è costituito da delinquenti, industriali, gruppi di interesse, lavoratori, disoccupati, ecc… cioè nel popolo vi sono definiti e molteplici gruppi di interesse e non si capisce chi rappresenti il m5s il quale ormai ha preso una piega populista sotto lo slogan ‘noi non ci sporchiamo, non vi diamo giustificazioni’ che può andare bene al inizio per coalizzare la protesta -come dici- poi bisogna assumersi delle responsabilità e quello vuol dire governare e se non hanno la maggioranza assoluta devono mediare altrimenti scompaiono.

      • Leopoldo, la domanda che io mi pongo e ti pongo è la seguente:” la democrazia è una illusione, un pregiudizio, o è una strada percorribile?
        Se è una illusione allora ha ragione Maffei e, parliamoci chiaro, il dubbio che possa aver ragione lui io ce l’ho e forte; se invece è una strada percorribile, essa lo è nella misura in cui proprio la eterogeneità degli interessi particolari ( religiosi morali politici economici ecc. )viene superata dall’assunzione di responsabilità nei confronti della nazione, nella fede nell’unità spirituale e culturale di un popolo.
        Poi si può sempre concludere che la mia sia vuota retorica, ma allora si torna a Maffei.

        • a leopoldo
          Per essere più chiaro, l’assunzione di responsabilità a cui alludevo, non era riferita al M5s in rapporto alle sue strategie elettorali, ma al popolo come presa di coscienza.
          L’astensionismo al 50% o il votare apertamente per il malaffare ammetterai che qualche problema di democrazia lo pone.
          Il fondamentalismo a cui alludevo è quello chiosato da Giannuli “in un paese civile non può esistere l’ostracismo a vita”.
          Pertanto è mia opinione che non sia fondamentalismo il non volersi apparentare con alcuno, avendo di fronte una classe dirigente che ha sempre sistematicamente spacciato l’inciucio per mediazione, inquinando inesorabilmente le migliori aspirazioni (vedere per esempio lega), ma al contrario sia esempio di chiarezza e lealtà nei confronti del popolo.
          Se questa scelta dovesse condurre alla scomparsa del movimento, il problema , più che per il movimento stesso, sarebbe per la democrazia.
          Ora starebbe al popolo capire tutto ciò.

        • Paolo, bisogna prima definire cosa intendiamo per democrazia oggi, potrei definirla come il sistema dove valutata la forza dei componenti sociali i medesimi trovano accordi e compromessi. Maffei per quello che scrive intende la volontà di rappresentanza del più forte a cui gli altri devono sottomettersi una realtà molto simile al mondo del lavoro italiano, dove non esiste nessuna possibilità di mediazione o collaborazione (se non in rari casi). Definiti rapporti e compromessi non saranno mai soddisfacenti a pieno ai diversi attori, dovrebbero permettere di coesistere in una relativa pace sociale frutto degli accordi. I partecipanti dovrebbero capire cosa si è mediato e cosa è il risultato, e la capacità di comprensione è andata scemando negli ultimi 40 anni. Per quali motivi? Impoverimento culturale, cioè allontanamento delle istituzioni dai cittadini, specializzazione dei linguaggi, fumosità del dibattito(il bunga bunga, la maggior parte delle persone invidiavano non poterci partecipare), scomparsa di un linguaggio che spieghi le questioni in termini comprensibili una carenza del linguaggio letterario, filosofico, politico a favore della manipolazione(fumosità o linguaggio matematico privo di relazioni causa effetto).

          sul inciuccio specificherei qualcosa: primo che quelli del m5s qualsiasi accordo per loro è un inciuccio [cioè follia]. Il Patto del nazzareno tra Renzi e Berlusconi è un accordo può non piacere, può avere un fine specifico contro qualcun altro, ma sempre accordo rimane. Allora che cosa intendo per inciuccio se due contraenti di un accordo se né aggiunge un terzo sotto banco che fa un accordo per fare fuori uno dei due precedenti, è quello che gli è successo a E. Letta? no, Letta ha avuto la peggio in uno scontro di potere nel quale si è fidato delle persone sbagliate, cmq in cambio gli hanno dato la posizione che voleva anche se diplomatica e non istituzionale. Berlusconi sul presidente della repubblica? neanche lì non è riuscito a trovare la quadra con Renzi, e poi R a preferito mettersi d’accordo con l’area ‘progressista’ e ciò ha escluso B )-:. La migrazione di Scilipoti e Razzi in FI ? quello si è un inciuccio, vi è un interesse personale, rivalta accordi preesistenti, manifesta un vivo disinteresse per la cosa pubblica e un fine doloso verso lo stato e terzi

  • Mi sembra che stia cadendo nella classica abitudine italiota di inserire i distinguo, che pur partendo dall intento di migliorare la norma, si finisce per renderla più complessa e aperta a numerose interpretazioni (spesso di parte). C’è bisogno di tanta tanta onestà in questo paese, non se ne può più di scoprire quanta disonestà c’è intorno a noi anche nella vita più spicciola…… Siamo arrivati (spero) sul fondo è per ricominciare è necessario essere anche integralisti se poi le cose miglioreranno si può discutere su tutto. Siamo sicuri che la norma è stat scritta con i piedi o è il solito trucchetto di lasciare sempre una via di scampo?

  • Professore, mi permetta di citare l’art. 102 Cost.
    “La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati
    dalle norme sull’ordinamento giudiziario.
    Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali. Possono
    soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari sezioni specializzate
    per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei
    estranei alla magistratura.”
    Cordiali saluti.

    • verissimo, ma uno strappo l’abbiamo già fatto con la Procura antimafia e poi c’è sempre la possibilità di fare una cosa non chiamandola con il suo nome. Ad esempio istituendo una sezione particolare per reati di particolare gravità sociale e con minore aggravio di lavoro, senza toccare la competenza territoriale.

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