L’“Opa ostile” di Renzi

Secondo un recentissimo sondaggio, al primo turno delle primarie del Pd (che non sappiamo con che regole si svolgeranno, ma, soprattutto, che non si capisce a cosa serviranno) Renzi dovrebbe risultare in leggero vantaggio su Bersani, pur non raggiungendo il 40% (soglia prevista per vincere al  primo turno). Comunque, Bersani, aggiungendo al suo 35% il 17-18 previsto per Vendola, dovrebbe farcela al secondo turno. Sarà ma non ne siamo molto convinti. In primo luogo perché non è affatto detto che Renzi non faccia un allungo, magari favorito da un flusso di voti di destra, e raggiunga il 40% con il quale risulterebbe eletto senza secondo turno (in fondo si tratta di mettere insieme un 1,5%-2,5% in più, vale a dire intorno ai 40.000-50.000  voti: non tanti direi).
In secondo luogo, non saremmo così sicuri che, in seconda battuta, gli elettori di Vendola si riversino così compattamente su Bersani i cui sostenitori dovrebbero reggere anche la botta psicologica del primo turno. Ma, soprattutto, sarebbe una sconfitta politica senza precedenti: un segretario uscente che arriva secondo –anche se si tratta solo del primo turno- è già sconfitto politicamente. Per di più, dovrebbe farcela solo grazie all’aiuto “dello straniero” Vendola, cioè, la maggioranza degli elettori del Pd sarebbe con Renzi e Bersani, segretario del Pd, prevarrebbe solo grazie all’appoggio di un altro partito.  Per di più, con il rischio di vincere (se dovesse vincere) sul filo di lana con un 52-53% dei voti, se tutto va bene. Vi sembra un successo politico? Al posto di Bersani mi informerei dei prossimi voli per le isole dei mari del Sud.

Dunque, quelle che arrivano mi sembrano bruttissime notizie per il troncone del vecchio Pci, che rischia di trovarsi in minoranza in un partito capeggiato da un ex (ex?) ciellino.

Peraltro, nel caso, non improbabile, di una vittoria di Renzi gli effetti a catena sarebbero incalcolabili: come fa Vendola ad allearsi con un Pd apertamente neo liberista diretto da Renzi? E come farebbe Renzi ad allearsi con Vendola? Non potrebbe rinascere il progetto di una aggregazione con l’Udc, soprattutto se restasse il Porcellum?

Il punto è che nell’attuale situazione, abbiamo una destra che non sembra in grado di riprendersi dal collasso: Berlusconi evoca solo nausea e, senza di lui, il Pdl non esiste, la Lega, dopo il tracollo della famiglia Bossi, è nell’angolo e, per bene che vada prenderà un miserabile 6-7% ma a condizione di non allearsi con nessuno, l’Udc è pura archeologia democristiana e Fli è un aborto. I nuovi cavalieri dell’Apocalisse (Monti, Passera, Cordero di Montezemolo) sembrano paralizzati e, a parte Monti (che non è tipo da spendersi neanche per l’elezione ad amministratore del suo condominio) nessuno pare in grado di intercettare flussi elettorali consistenti. I sondaggi lasciano intendere che la partita vede:

-la sinistra fra il 32 ed il 38% (mettendo insieme Pd, Sel ed Idv),

-un movimento 5 stelle fra il 12 ed il 16%,

-liste di dispersione intorno ad un 6-8%

-ed un’area di centro e di destra fra il 36 ed il 48% (calcolando anche  possibili flussi di ritorno dall’astensione in funzione anti-sinistra)

Dunque, la destra è in vantaggio sulla sinistra, ma è impensabile, in questo momento, rimettere insieme il Pdl (compresi gli ex An, Lega, Udc, Storace, Fli ecc ecc).

Quindi la sinistra sembra matematicamente avviata a conquistare il premio di maggioranza, quale che esso sia. Non è detto che questo basti, né con il nuovo sistema para-proporzionale (che non assicura la maggioranza dei seggi), né con il Porcellum (che non la garantisce al Senato), ma questo è un altro paio di braghe. Di fatto, la coalizione che vincesse le elezioni, pur senza raggiungere la maggioranza dei seggi, avrebbe diritto a formare il governo, magari per andare a nuove elezioni o per raccattare qualche alleato aggiuntivo, ma non sarebbe possibile fare un governo senza di essa. Quindi il governo Bersani-Vendola, almeno sino a qualche settimana fa, era cosa pressoché ineluttabile. Ma la cosa non piace a molti poteri forti: non piace sicuramente ai famosi “mercati” ed alla Bce, che aspirano ad un Monti for ever; non piace ovviamente a Berlusconi; non piace a Santa Madre Chiesa, che considera con angoscia una sinistra al governo e magari con Sel e radicali dentro; non piace neppure ai settori più legati a Washington, che temono bizze di Sel su missioni militari ecc.; e non piace alla Fiat di Marchionne, che teme che, in una maggioranza del genere, anche la Fiom possa avere voce in capitolo.

Molte di queste paure sono esagerate, perché né Bersani né Vendola sono dei giacobini arrabbiati e, se è per questo, non sono neppure dei girondini sedati, ma l’immagine che ne hanno i poteri forti è quella di praticoni intempestivi, che non fanno quello che il capitale si aspetta da loro più per pasticcioneria e lentocrazia che per spirito antagonista (e non sempre l’ipercapitalismo finanziario ha torto). E anche Santa Madre Chiesa ha preso troppo sul serio le sparate di Nichi sul matrimonio gay. Comunque sia, la formula Bersani-Vendola (e peggio ancora con Di Pietro) non piace.

E così nascono le varie manovre. La prima. Balenata più volte è quella di una lista Monti che metta sotto il gonfalone di Mario il Grigio Casini, Fini, pezzi di Pdl come Pisanu, forse qualche Pd ecc. Ma monti ha il coraggio di un’ameba, peraltro l’abboffata di tasse che proseguirà ancora nei prossimi messi ha spento molti entusiasmi, poi Lui sta studiando da inquilino del Quirinale e non gli va di rischiare.

A quel punto si profilò (e si profila tutt’ora) la “manovra Napolitano”: una riforma elettorale che, evitando che uno schieramento possa vincere da solo, punta alla perpetuazione dell’alleanza di unità nazionale con governo tecnico di emanazione Bce. Marchionne parla di Monti “premier a vita”: un’idea mica tanto originale, la realizzò un tal Buonaparte facendosi designare “console a vita“ e poi perfezionò il tutto autoincoronandosi Imperatore. Ci si può pensare.

Tuttavia, per ora la cosa appare difficile perché le speranze di fare una nuova legge elettorale sono appese ad un filo. Si parla di un messaggio alle Camere del Presidente e di un decreto di Monti, ma non credo risolverebbe (lo abbiamo già detto) e sarebbe un colpo di Stato (non che la cosa sia così strana… abbiamo già visto cose di questo tipo).

La terza manovra è quella di Berlusconi che ormai ha capito che “non c’è trippa per gatti”: lui non ha la più lontana ipotesi di vincere e se ce la fa la sinistra, la magistratura potrebbe sentirsi imbaldanzita e lo spettro della galera si farebbe assai concreto. E, allora, il Cavaliere scioglie il Pdl e manda al macello i suoi (che senza di lui non valgono una cicca riciclata), mette in libertà il suo elettorato, offre appoggio televisivo e finanziario in cambio della garanzia di fermare i magistrati e salvargli le televisioni. Ipotesi già più fattibile che, però, presenta difficoltà: Casini resiste (ma ad ammorbidirlo ci starebbe pensando Santa Romana Chiesa), bisogna trovare un candidato leader presentabile (Cordero? Passera?) e poi non è facile capire quali garanzie potrebbero essere offerte e come. In fondo da noi non esiste il “perdono presidenziale” che vige in Usa, al massimo può esserci la grazia presidenziale, ma dopo la condanna. E se Monti rifiutasse o il Pd gli chiedesse di non concederla in cambio dei voti per mandarlo al Quirinale? Una amnistia? Forse ma come formularla?

Farla molto ampia andrebbe incontro a proteste di vario genere, dunque occorrerebbe mirarla: “Tutti quelli che hanno avuto mercimonio sessuale con minorenni marocchine e che non superino il metro e settanta e abbiano subito trapianto di capelli…”

Ma non sarebbe un gioco troppo scoperto?
Staremo a vedere.

L’ultima è la manovra Renzi: ma che bisogno c’è di impedire al Pd di vincere se ci mettiamo un uomo nostro al posto di quel salumiere confusionario di Bersani? Tanto più che con un candidato del genere, Vendola e Di Pietro o si eclissano o politicamente non esistono più. Dunque, la candidatura Renzi è una sorta di “Opa” ostile sul Pd che, peraltro, potrebbe trovare punti di incontro anche con le altre manovre. In fondo, Berlusconi non ha già detto che, se il candidato fosse Renzi…

Certo è che, con una classe politica così, Grillo può anche risparmiarsi certe nuotate: i voti li prende lo stesso.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (25)

  • Bell’articolo, non solo condivisibile, ma molto godibile anche dal punto di vista umoristico.
    Tuttavia, a mio parere l’adozione di una legge proporzionale, che ha già avuto l’incoraggiamento esplicito di Napolitano, che può contare su una convergenza maggioritaria (UDC, PDL e Lega sicuramente), rimane la prospettiva più probabile.
    Non l’hanno ancora approvata perchè nel PDL ci sono divisioni che riguardano anche la materia elettorale, ma penso che l’aggravarsi delle tensioni e il venir meno del collante del capo dovrebbe presto far decantare una certa configurazioone delle forze in campo, e ritengo che comunque la parte del PDL che vorrebbe convergere verso il proporzionale sia maggioritaria, se non fortemente maggioritaria.
    Come dici tu, staremo a vedere.

  • pierluigi tarantini

    Renzi al 40%?
    Sarà … Ma tu qualcuno che si sia professato a favore di Renzi l’hai mai incontrato?
    Oddio, non che i fan di Bersani affollino le piazze…

  • sono molto confusa sulla questione Renzi. Premetto che non ho molta simpatia per il personaggio (non mi fido mai degli ex democristiani) ma la sua contesa alle primarie del PD mi mette un po’ in crisi. E’ davvero una iattura il fatto che ci sai qualcuno che puo’ realmente vincere la contesa mettendo in crisi la nomenclatura del partito? Ho sempre pensato che una vera scossa fosse realmente necessaria affinche’ qualcosa cambiasse e Renzi sembra aver provocato un terremoto. Se questo, pero’, significa spianare la strada ad un Monti forever allora forse bisognera’ riconsiderare l’intera operazione. ma la domanda che mi pongo e’ anche questa: ma quante bastonate dovranno ricevere gli italiani prima di scrollarsi definitivamente di dosso questa classe politica e dirigenziale? Lo vedremo mai sto sol dell’avvenir?

  • Gentile Giannuli, trovo la sua analisi come sempre ludica e quantomeno verosimile.
    Scrivo solo per mettere in piazza la mia personale tristezza nel constatare che, se mai raggruppamento di liste/partiti di Sinistra Popolare (non radicale, per favore, non utilizziamo il vocabolario del “nemico”) dovesse formarsi, questo sarebbe da lei considerato parte delle “liste di dispersione”, giusto?
    Per quanto complici del disastro, a vario titolo e con diverso peso, s’intende, davvero un’aggregazione politica composta dagli (ahinoi) molteplici partitini comunisti, la cosidetta ALBA degli intellettuali “benecomunisti” (a proposito, son gia’scomparsi?), e magari la Fiom se non di nome ma di fatto, sarebbe oggetto di risolini e compassionevoli pacche sulle spalle? Davvero Vendola non ne vuole piu’sapere di quella gente (ma magari il suo elettorato si..)?
    Insomma, c’e’bisogno di una Syriza italiana! Perdoni l’enfasi del punto esclamativo, ero in dubbio..certo poi dipende sempre dalla qualita’ dei soggetti..insomma, e’plausibile secondo lei che si formi qualcosa del genere e che si presenti alle prossime politiche?
    Chiedo venia per lo spazio occupato
    Con stima, cordiali saluti
    edoardo

  • se non sbaglio citi il sondaggio di ballarò, che vede renzi circa al 33% con una quantità di incerti (13%) questi incerti potrebbero fare raggiungere a bersani il 50% o portare renzi facilmente sopra il 40% e in tal caso sarebbe la catastrofe renziana. invece secondo swg sono questi i dati:bersani al 37% renzi al 26% vendola al
    22% altri al 6% e un 9% di indecisi. con questi numeri invece renzi non ce la potrebbe mai fare. i sondaggi lasciano sempre il tempo che trovano, ma se si considera che c’è sempre una quantità grossa di astenuti/indecisi e gente che non risponde, e che di solito questi intervistati votano per i partiti più grossi (sembra che nei sondaggi infatti vengono avvantaggiati i partiti più polarizzati proprio per questo motivo, mentre poi alle elezioni si ristabilisce l’egemonia dei partiti più moderati) il pd forse è messo meglio di quanto non sembri, soprattutto per la nuova situazone creatasi dopo l’uscita di veltroni e quella di dalema (che devo dire che per una volta ho apprezzato), che toglie moltissimi argomenti ai detrattori del pd. anzi il fatto che dalema abbia detto chiaramente che in caso di vittoria di renzi non lascerebbe il pd ma rimarrebbe a fargli guerra dovrebbe essere galvanizzante per l’elettore di sinistra.

    per il resto non dirò più una parola su renzi, per non cadere nel turpiloquio, ma mi limiterò a citare con chi va a cena:

    Le agenzie di stampa segnalano i presenti: Radiocor cita, tra i presenti al Four Seasons, Piergaetano Marchetti, consigliere Rcs Mediagroup, Andrea Guerra, a.d. di Luxottica, Claudio Costamagna, di recente nominato presidente di Impregilo, il docente della Bocconi Tito Boeri, il finanziere Francesco Micheli, Andrea Casalini, numero uno di Buongiorno, il cavaliere del lavoro Benito Benedini, Giorgio Basile di Isagro. Salvatori, numero uno di Lazard Italia, Franco Moscetti, numero uno di Amplifon, e Flavio Valeri, a capo delle attività italiane di Deutsche Bank sono invece segnalati alla cena. L’Ansa aggiunge l’ex dg di Bpm, Enzo Chiesa, Andrea Soro di Royal bank of Scotland alla lista.

    insomma la deutchebank principale responsabile delle politiche che stanno mortificando la ue, e la bank of scotland di cui utlimamemnte si parla solo per i risvolti giudiziari. e se si considera che i 2 milioni di euro che renzi ha speso non si sa chi glieli ha dati (tranne 40 mila euro che vengono sbandierati come un monumento alla trasparenza) questa lista di nomi può essere utile sia per avere una risposta alla domanda, che per farsi un’idea concreta di quanto finiremo male se vince il pessimo renzi (che da residente a firenze da vari anni devo pure dire che come sindaco fa schifo)

  • “Chi si schiera contro Renzi sa che se dovesse cambiare l’Italia dovrebbe cercarsi un lavoro […] Chi manderei in pensione? Tutti quelli che non si schierano con Renzi, dal primo all’ultimo”

    queste le parole del renziano sarmenghi. ecco non ci vuole nemmeno troppa immaginazione per capire la propsettiva totalitaria e corporativista in cui ci vuole proiettare renzi, dato che basta ascotlare i renziani per farsi gelare il sangue nelle vene.

  • Personalmente credo che SEL rappresenti la continuazione dell’ultimo PRC di marca bertinottiana. Quel partito che, nonostante Bertinotti fosse fuori dai giochi come presidente della Camera faceva ancora riferimento a lui come leader. Quella fu di gran lunga la fase più deteriore del PRC. SEL, nasce per proseguire quel quadro politico. Non ha mai fatto alcuna autocritica dell’esperienza nell’ultimo governo Prodi e non ha mai rinnegato la partecipazione ad un esecutivo, che tanti dicono sia caduto da sinistra, ma è invece caduto per mano di Mastella e Dini.
    Un governo a cui si deve il cuneo fiscale, il rifinanziamento delle missioni militari, il finanziamento pubblico alla scuola privata ed una serie di aspetti che hanno messo in evidenza il distacco netto che la sinistra maturò nei confronti del movimento di Genova e della sua stessa base. Di quelle istanze e di “un altro mondo possibile” non si vide mai traccia in quel periodo nell’azione di governo.
    Oggi SEL, lancia parole e slogan che sembrano di stampo rivoluzionario, ma per l’appunto di giacobini e girondini non ve ne sono in giro. Quindi i patti internazionali approvati in questa legislatura saranno la base per il futuro. Tutto porta a dire che il nuovo governo rispetterà gli accordi maturati sotto l’egida di Monti. La firma sulla carta d’intenti è più che chiara. Vendola penso che abbia già percorso in questa fase la ultima e decadente fase che fu anche di Bertinotti. Mi pare un po’ una sorta di cammino parallelo anche se a distanza di anni. Forse Plutarco saprebbe scrivere qualcosa al riguardo.
    Mi sembra di ricordare ancora oggi come nell’impossibilità di mettere in mostra una diversità, la sinistra di quel centrosinistra organizzò a Piazza del Popolo una manifestazione contro la guerra. Dopo aver votato in modo più che disciplinato il rifinanziamento alle missioni militari, i parlamentari manifestarono in una Piazza del Popolo con 500 persone. I movimenti invece per le strade a decine di migliaia. Credo, non voglio fare previsioni, che SEL sia destinata a ripercorrere inesorabilmente quel lontano e triste declino.

  • @ penoni

    puoi sempre votare ferrero. anche se pure diliberto se ne è andato, forse trovava poco sensato continuare un’esperienza marginale e politicamente di testimonianza, che di rivoluzionario con il 2% può fare veramente poco, mentre gli elettori di ferrero sono passati a sel, non so se te ne sei accorto. poi però non ti lamentare se sarai governato da renzi o monti.
    per il resto non vedo nulla di rivoluzionario in sel. anzi la voto perchè sembra un partito normale, dove non si ruba, e con idee da partito socialdemocratico europeo sui generis. insomma se vuoi votare “per la rivoluzione” fa pure. io preferisco votare per scegliere un governo dato che è questo il fine del voto.

  • Il ragionamento del professore non fa una grinza. Aggiungerei però alcuni aspetti che complicano ulteriormente la vicenda. Renzi è Renzi ma il PD è e resta un partito.
    Supponiamo che Renzi vinca le primarie poi vinca le elezioni.
    Supponendo che non ci siano spostamenti di voti veramente colossali (tipo i centristi che prendono il 20-25%) si farà un governo di Centrosinistra con un robusto apporto della sinistra (sinistra del PD e non).
    Bene, già nel momento in cui dovrà mettere insieme un governo dovrà aver a che fare con forze politiche e culture differenziate.
    E poi via via, con le politiche economiche di welfare ecc.
    Supponendo inoltre che la congiuntura economica mondiale migliori nel 2015 (sono ottimista) abbiamo di fronte ancora un paio di anni in cui la povertà sarà in crescita e non credo proprio che la sinistra sarà così idiota da lasciare le “ricolte per il pane” che sicuramente ci saranno nelle mani del solito populismo fascistoide.
    Insomma, anche se Renzi dovesse soddisfare le sue ambizioni (perché e solo questo che lo muove, l’ambizione) non potrebbe certamente aver le mani libere, perché potrebbe capitargli che il “partito di lotta e di governo” lo diventi il PD.

  • Signori… benvenuti a Weimar!

    E il bello è che non ce ne rendiamo nemmeno conto! O meglio: la stragrande maggioranza degli italiani non se ne rende minimamente conto. I poteri forti, ovviamente, si.

    Sospetto che la manovra su Renzi ci sia. Però ritengo che si tratti di un errore di valutazione, dovuto a nervi un po tesi dei poteri forti che stanno un po’ perdendo la testa. Perchè, per loro, l’unica possibilità (magari perdendo, ma senza STRAperdere) è la continuità della gestione flaccida di Bersani nel PD.
    Se Renzi vincesse le primarie, la situazione potrebbe precipitare vertiginosamente. E rischierebbe seriamente di diventare incontrollabile se lo stesso PD, che è attualmente l’unico perno di ogni possibile coalizione (o mediazione per eventuali Monti-bis), collassasse in seguito alla clamorosa debacle del segretario e di tutti i compromessi interni che sono stati costruiti su questo punto equilibrio. A quel punto il M5S – che secondo alcuni sondaggi questa settimana avrebbe superato il PDL diventando, virtualmente, il secondo partito – rischierebbe di marciare sulle macerie (perchè, ammettiamolo, si può già affermare che difficilmente perderà, salvo incredibili colpi di scena) MA, paradossalmente, senza poter governare.

    Come si capisce bene, si tratterebbe di uno stallo sconvolgente del sistema politico. Peraltro proprio in un momento in cui sull’Italia sono puntati gli occhi dell’Unione Europea (sull’orlo di una crisi di nervi) e del capitalismo internazionale visto che, da quella platea, si auspica (se non addirittura si pretende) un governo forte per approvare riforme draconiane e risanare i conti (sulle spalle dei soliti sfigati, s’intende).

    Siamo sicuri che nel caso in cui il tremore dovesse degenerare in caos (o anche solo lasciare intravedere) qualcuno – diciamo i militari – non avrebbe la tentazione di fare perlomeno qualche pressione sul vecchio e moralmente provato Capo dello Stato (oltretutto a fine mandato) per garantire la credibilità internazionale (tenete presente che il Presidente della Repubblica è il garante del rispetto degli impegni assunti in sede internazionale e dei trattati sottoscritti, cioè della credibilità internazionale dell’ordinamento)?.

  • Che io voti Ferrero, o meglio il PRC, perchè la personalizzazione o la personificazione della politica non mi sono mai piaciute, è praticamente scontato. Sono un militante di quel partito e quindi non vedo che altro potrei fare, al netto di crisi di identità oppure attacchi di schizofrenia. Sulla normalità di SEL mi permetto solo di osservare le contraddizioni che sono presenti nel partecipare alle Primarie, le cui regole sono decise praticamente da un singolo partito di cui nemmeno si fa parte. Trovo poi singolare che si riesca a sostenere una linea anti-Monti all’interno di un’alleanza politica che coinvolge il PD, un partito che ha fatto propria la politica montiana e la sostiene a 360 gradi. Il mio riferimento alla rivoluzione non era ovviamente a SEL, che è guidata, a mio modestissimo parere da un piccolo Masaniello, ma ovviamente al post in cui si citano giacobini e girondini sicuramente assenti dalla odierna scena politica italiana. Da noi non solo la rivoluzione è un concetto lontano ed irreale, ma non risulta nemmeno praticabile una esperienza analoga a quella di Syriza in Grecia, al Front de Gauche in Francia, ad Izquierda Unida in Spagna ed alla Linke in Germania. Si tratterebbe di una semplice coalizione che raccoglie il panorama dell’opposizione all’attuale esecutivo bocconiano. E questo credo in particolar modo per responsabilità di Vendola, che potendo svolgere il ruolo, così vorrebbe la vulgata, di catalizzatore di ciò che sta a sinistra del PD, rinuncia ad unificare tutto questo panorama politico per un accordo tutto politicista e filo-governista con lo stesso PD. Mi si risponderà molto facilmente che SEL si batte per essere forza di governo e non per condannarsi all’opposizione, e molto candidamente vorrei obiettare che andare al governo per amministrare il disastro sociale del dopo Monti sarà davvero un’impresa titanica. Perché che dalla carta d’intenti sia sparito Monti ce ne siamo accorti bene o male un po’ tutti. Parimenti ci siamo anche accorti che la firma a quell’accordo prevede la continuità con gli accordi internazionali approvati dall’attuale governo italiano, Fiscal Compact compreso. E per tornare al tema conduttore del post, se vincesse invece Renzi che ne sarebbe dell’alterità di SEL all’interno di una cordata in cui trovano spazio anche i finanziatori occulti e meno occulti con sede alle isole Cayman. Non vorrei poi essere pedante con una puntualizzazione. Il fine del voto, per l’ordinamento istituzionale che abbiamo in Italia, non è, e questo può anche non piacere, la scelta di un governo, bensì l’elezione di un parlamento.

  • Beh, è la premessa che è errata. L’unico sondaggio che dà Renzi in vantaggio (quello poi citato nell’articolo) è commissionato dal Comitato Renzi. Tutti gli altri, condotti indipendentemente, danno un netto vantaggio a Bersani.

    “Secondo un sondaggio sulle primarie di Swg, condotto tra il 15 e il 17 ottobre 2012, Bersani guida con il 38% dei consensi, a seguire Renzi (23%), Vendola (19%). Più ristretta, ma altrettanto netta, la forbice di un sondaggio riservato che circola in queste ore tra i dirigenti democratici. Il rilevamento, datato 17 ottobre, è stato condotto sulla platea di tutti gli elettori che dichiarano di andare probabilmente o sicuramente a votare. Bersani è al 40,4%, Renzi al 31,7%. Vendola al 13%.”

  • @ penoni.

    mi dispiace, ma non capisco perfettamente la differenza tra fare eleggere un parlamento e preferire un governo ad un altro. a cosa servono i parlamentari se non a governare? come fermacarte? secondo la tua visione sembra proprio di si, dato che secondo te, visto che abbiamo firmato il fiscal compact, tanto vale tenerci monti altri 5 anni. ma, non per essere volgare: una bella fetta di deretano no, a questo punto?
    francamente non sono masochista nè sadico, e quindi non penso che il popolo italiano debba essere punito ancora. ma evidentemente provi molto più rancore nei confronti dei tuoi simili di quanto ne provi io.
    ah, e oltretutto: se dici che è inevitabile il supporto alla ue, non era inevitabile anche il governo monti e il conseguente appoggio del pd? se ne è parlato un pò al tempo dell’insediamento di monti. ma, considerando la situazione attuale, se allora si fosse andati al voto e avesse vinto il centrosinistra, credi che ci saremo trovati meglio? io credo di no. che in tal caso la coalizione di governo si sarebbe già sfaldata dopo patrimoniali e taasse, varie, mentre tutto il popolo italiano si sarebbe ritrovato ad odiare la sinistra e a demonizzarla come partito del prelievo forzoso fiscale.
    forse sarebbe stato un prelievo più equamente distribuito rispetto a quello di monti, ma sarebbe costato l’allontantamento perenne della sinistra dai palazzi di governo. considerando tutto ciò, preferisco un atteggiamento pragmatico, e, piuttosto che lamentarmi del passato, preferisco provare a far si che il futuro sia diverso.
    un governo socialdemocratico normale sarebbe molto più rivoluzonario di quelli che chiacchierano sempre di rivoluzione ma poi restano chiusi nell’irrilevanza e nella marginalità.

  • Ciao Aldo.
    Lo scopo di Veltroni durante la sua catastrofica candidatura fu quello di spingere il PD più al centro per poterlo rendere un partito riformista moderno. Aldilà delle nefaste e prevedibili conseguenze (non ultima la sconfitta alle elezioni di cui la nomenklatura di sx non sembra mai preoccuparsi), tutti a sx lo appoggiarono forteente e faziosamente come sempre. Se quest’opera di accentramento è completa oggi con la candidatura di Renzi, perchè gli stessi che appoggiarono Veltroni ieri sono cos’ preoccupati oggi? Dopotutto il catto-comunismo è quello che ha sempre governato a sx e non capisco quest’incoerenze. Secondo me derivano solo da spirito di autoconservazione politica. Chiedo lumi.

  • @ giandavide

    La puntualizzazione “istituzionale” sta nel fatto che in Italia non abbiamo, e spero mai avremo, un sistema presidenziale che permette la diretta elezione di un presidente e quindi di un pezzo di esecutivo. In Italia eleggiamo il Parlamento in cui matura una coalizione di maggioranza che può non essere direttamente espressione del voto popolare. In sostanza le maggioranze possono formarsi in Parlamento indipendentemente dalla collocazione delle forze politiche alle elezioni. Con Monti siamo in questa situazione. Il Presidente della Repubblica incarica il Presidente del Consiglio e poi si forma il governo con il sostegno dei partiti in Parlamento.
    Se dalle mie parole hai potuto interpretare che io intenda tenermi Monti probabilmente scriviamo in lingue diverse o c’è stato un grosso malinteso. Certo il mio timore è che il futuro ed eventuale governo di centrosinistra (PD-SEL-PSI) eventualmente allargato al terzo polo possa trovarsi costretto a proseguire la linea Monti, anche senza Monti, o magari con Monti al Quirinale, come si è già iniziato a vociferare da più parti. Quanto alla rivoluzione, visto che insisti molto su un argomento che non ho sollevato io, vorrei sgomberare il campo dal fatto che io ritenga possibile oggi una qualsiasi rivoluzione. Lo stesso Luciano Gallino, mi pare parli a più riprese della attuale alleanza di centrosinistra come di una coalizione liberista e purtroppo non certo socialdemocratica. Nessun partito oggi in Italia, nemmeno quello più ostile a Monti ha vagamente una idea rivoluzionaria. Credo che il termine si possa tranquillamente abolire dal vocabolario delle cose possibili e realistiche. Sulle prospettive future non posso che essere pessimista perché continuo a non vedere come il futuro esecutivo possa veramente superare i drammi innescati anche dal Governo Monti, che può aver contribuito a far quadrare i conti, ma senza alcuna attenzione ai risvolti sociali. Monti ha mostrato un atteggiamento eccessivamente persecutorio nei confronti di coloro i quali le tasse già le pagavano ed ancora non esiste una legge patrimoniale ! Se il futuro poggia le sue basi sull’attuale presente il viatico mi pare purtroppo dei peggiori. Non credo che il PD tra qualche mese vorrà stravolgere tutto ciò che sta facendo ora, ma vorrei che mi sorprendessero e tornassero sulle loro posizioni. Conoscendo però alcuni tra loro ne dubito. Nel mio comune anni fa, pur di fare dispetto agli ex-alleati di una lista civica sono riusciti a traghettare voti per il centrodestra, consegnando al ballottaggio il comune a Lega e PDL. Ma per carità non voglio porre limiti alla provvidenza e spero vi sia sempre una via per Damasco sulla quale rimanere un giorno folgorati.

  • Allora, vediamo di riassumere.
    In primis, se passasse una legge di tipo proporzionale, sarebbe pressocchè inevitabile andare alla grande coalizione e ternerci Monti od un suo clone per altri cinque anni.
    Nel caso che si mantenesse l’attuale meccanismo elettorale o qualunque altro maggioritario, allora la coalizione attorno al PD potrebbe raggiungere la maggioranza dei seggi ed andare al governo, forse con Bersani premier, magari con Renzi, del tutto improbabile l’ipotesi Vendola.
    In ogni caso, il PD avrebbe la stragrande amggioranza dei seggi, e detterebbe le scelte politiche.
    Quali sono le scelte politiche del PD? Niente a che vedere con le posizioni di Syriza, e molto più annacquate perfino di quelle di Hollande. Ancora oggi, Bersani rivendica l’appoggio determinante al governo Monti e dichiara che bisogna solo aggiungere qualcosa, ma tutto ciò che è stato fatto, andava realmente fatto: dove starebbe la svolta? Mistero di fede, suppongo.
    In questo contesto, bisognerebbe capire cosa vuole fare Vendola da grande.
    Effettivamente, se la sua ambizione fosse quella di diventare un dirigente di primissimo piano del PD, magari il leader designato per il ricambio (ma Vendola non è certo più un ragazzino), se queste sono le sue personali ambizioni, allora le sue scelte, compresa quella della sua candidatura alle primarie, si capisce, ma rimane da capire cosa ci guadagnerebbe SEL e le sue prospettive politiche.
    In termini di spostamento della politica verso sinistra, l’alleanza a cui ha aderito è invece del tutto inefficace, troppo preponderante la forza del PD nella coalizione (perfino nell’improbabilissimo caso che Vendola vincesse le primarie, non tirerebbe voti verso SEL come si è visto in precedenti occasioni).
    Facciamo adesso un confronto con un’ipotesi alternativa, quella che anche io nel mio piccolo avevo ipotizzato.
    Supponiamo dunque che a tempo debito (oggi siamo fuori tempo massimo da un pezzo), Vendola avesse detto che, ad esempio (ma altre posibilità si sono presentate numerose in questi mesi), il rifiuto del PD a tirare nella coalizione IDV era un atto inaccettabile che snaturava la stessa coalizione, allora poteva clamorosamente lanciare l’ipotesi di un’ulteriore coalizione a sinistra del PD, che sarebbe risultata un successo in ogni caso. Intanto, avrebbe potuto determinare una più o meno grande falla nella sinistra dello stesso PD, avrebbe potuto aggregare i gruppuscoli che se ne stanno insignificanti alla sua sinistra, avrebbe potuto porsi in tutto e per tutto come l’altenrativa al montismo, alle scelte rigoriste europee, avrebbe potuto svolgere un ruolo trainante anche nell’intera unione europea.
    Tale coalizione poteva raccogliere il consenso di tutti coloro che non ci stanno all’omologazione al montismo di cui fa parte anche il PD, avrebbe eroso profondamente i consensi di sinistra di Grillo, lasciandogli quelli di destra, e in definitiva aveva possibilità ragionevoli di risultare la coalizione perfino maggioritaria.
    Il punto che è sfuggito a Vendola, ma mi pare anche ad alcuni commentatori, è che complessivamente i partiti rappresentati in parlamento raccolgono oggi a malapena un 60% scarso dei voti di chi intende andare a votare cioè circa un altro 60% scarso di potenziali elettori. Grillo ha capito che deve pescare innazitutto nei non votanti, Vendola questo evidentemente non l’ha ancora capito.
    Facendo una semplice moltiplicazione si arriva alla cifra di un 35, forse 40% di elettori che convergono sulle posizioni che vanno dal PD al PDL attraverso UDC, FLI e vari altri minori.
    Se insomma calcoliamo i consensi del PD non su chi intende votare ma sul totale degli elettori, allora questo partito non arriva neanche al 15%, pur rimanendo il partito singolarmente più votato: chi si sentirebbe di escludere, considerando anche i risultati delle votazioni locali e referendarie più recenti, che una coalizione di sinistra avrebbe potuto raggiungere anche solo il 16% dei consensi?
    In presenza dell’attuale sistema elettorale,
    e nell’ipotesi più ottimistica che ho appena tratteggiato, Vendola avrebbe potuto sedersi sullo scranno di premier senza bisogno del PD, in tutti gli altri casi, Vendola avrebbe guidato comunque una delle coalizioni più numerose di parlamentari.
    Come scrissi anche sul mio blog, apparentemente nei lunghi anni del governo Berlusconi, Vendola ha accarezzato così fortemente il sogno di diventare il leader della coalizioone antiberlusconi, da non riuscire a cogliere la novità che l’insediamento del governo Monti ha scatenato sul quadro politico italiano.
    In conclusione, immaginare una coalizione di sinistra e quindi senza PD e credere nella possibilità di conquistare la maggioranza di seggi non sono cose per niente inconciliabilki tra loro: se un comico riesce a superar enei sondaggi il 20% di consensi espressi, perchè sarebbe irrealistica la prospettiva che ho descritto?

  • @ penoni.
    in realtà sono abbastanza d’accordo, tranne per il fatto che non amo i sitemi presidenziali. d’altra parte forse sono più speranzoso nel fatto che prendano abbastanza voti da non doversi imbarcare troppa gente strana

    @ vincenzo
    non sono d’accordo completamente. la sinistra arcobaleno è reatggio di ferrero. vendola se ne è andato dal partito in quanto, a conti fatti, si era reso conto che la sinistra arcobaleno in italia non ha mai funzionato e non può funzionare (purtroppo). e, a conti fatti, ferrero e la sinistra arcobaleno hanno perso ulteriori voti e uomini, dato che nessuno credeva a un progetto così fallimentare. perchè vendola avrebbe dovuto resuscitare un progetto del genere? perchè ha più carisma di ferrero?
    l’idea era purtroppo fallimentare.
    e non funziona nemmeno tirare in ballo beppe grillo, che è sempre stato molto attento a non essere “nè di destra nè di sinistra” e non si mai fatto problemi ad attirare anche un elettorato destrorso. un elettorato che vulole sentirsi dire che i marocchini devono essere portati in questura ed essere presi a schiaffi, e a cui non gliene frega nulla della redistribuzione della ricchezza. questo elettorato non avrebbe mai votato un premier di sinistra, specie se gay.

  • Appunto, non è solo Vendola che non si è reso conto di quanto sia cambiato rispetto ad un anche recente passato, soprattutto a seguito dell’insediamento del governo Monti. Anni ne sono trascorsi pochi, ma fare un raffronto senza tenere conto del vero e proprio sconvolgimento che la crisi globale prima e successivamente la scelta di Napolitano di far succedere Monti a Berlusconi hanno provocato in Italia, appare un vero e proprio accecamento.
    Come potremmo spiegare il successo di Grillo allora? Qui, sia chiaro, non sto dicendo che Vendola avrebbe dovuto pescare sull’intero elettorato di Grillo, che pesca sia a destra che a sinistra, bastava sfilargli dalle tasche la parte di sinistra che magari vota Grillo perchè vede che a sinistra ci sta solo il PD ed i suoi satelliti.
    A mio parere, quest’area è ampia, per altri non lo è, non possiamo oggi avere la verifica sperimentale, ma trovo incomprensibile ignorare cosa possa significare per un elettore di sinistra vedere il PD che appoggia Monti e la sua politica di distruzione dell’economia italiana.

  • @ vincenzo

    cito pari pari questo commento sui sondaggi con il quale concordo:

    “Secondo l’istituto di sondaggi SWG, autore della ricerca, il M5S sarebbe al 21, il PD al 25,9, il PDL al 14,5 e l’IDV di Di Pietro al 4,5. Sono dati relativi ad una indagine realizzata nell’ultima settimana, per la trasmissione Agorà di RAI 3.

    Come tutti i sondaggi elettorali lo si potrà scaricare dal sito ufficiale Sondaggi Politico Elettorali gestito dalla Presidenza del Consiglio. Nel frattempo si possono verificare i dati del sondaggio precedente, pubblicato il 12 di ottobre: PD 25,2; PDL 15,1; M5S 19,4 e IDV 5,8.

    Per curiosità si potrebbe valutare anche un altro sondaggio, datato 22 giugno 2012, effettuato sempre dalla SWG per conto della stessa trasmissione televisiva. In questo caso i risultati sono stati: PD 24,3; PDL 16,7; M5S 20 e IDV 5,8.

    Poi ci sono anche gli altri partiti, ma fermiamoci dove si notano le variazioni più interessanti. Facciamo un confronto. PD: giugno: 24,3 – ottobre: 25,9, PDL: giugno: 16,7 – ottobre: 14,5, M5S: giugno: 20,0 – ottobre: 21, IDV: giugno: 5,8 – ottobre: 4,5

    Dal confronto fra i sondaggi si vede bene che il PD da giugno a ottobre cresce di un punto e mezzo, che il PDL perde due punti abbondanti, che l’IDV perde solo nell’ultima settimana un punto e tre, mentre il M5S recupera il mezzo punto perso tra giugno e ottobre e supera quel dato di un altro punto percentuale.

    E’ evidente che Fiorito e la crisi della Regione Lazio, oltre agli scandali pressoché quotidiani che coinvolgono politici di centro-destra, contribuiscono ad affossare il PDL gettandolo in una spirale “recessiva” da cui non si vede (e si spera) al momento come potrebbe uscire. Ed è evidente che l’IDV paga duramente lo scotto del suo parlamentare regionale del Lazio, Vincenzo Maruccio, chiamato a rispondere di un tot di quattrini di finanziamento pubblico, volati verso lidi misteriosi.

    Malversatori a parte, ormai i due contendenti maggiori sono il PD in costante crescita e il M5S un po’ ondivago, ma, passata la bufera Favia, di nuovo in spolvero.

    Il fatto evidente è che la sinistra nel suo complesso (PD al 25,9 + SEL al 6 + Rifondazione-Comunisti Italiani al 2,5 oltre a Verdi e Socialisti che dovrebbero girare attorno all’uno per cento a testa) è accreditata di un totale del 36 e mezzo circa, che si colloca decisamente nella sua tradizione più recente, perché alle politiche del 2008 il PD aveva il 33,18 e Bertinotti rastrellò il residuale 3,08 di ultrasinistri, pari a un totale vicino al 36,3. Siamo sempre là. E se la sinistra sembra non riuscire a convincere nemmeno un elettore in più, c’è da chiedersi da dove venga allora quel mirabolante 21 per cento che i sondaggi attribuiscono a Grillo.”

    il tutto è tratto da qua:

    http://www.agoravox.it/Grillo-come-ti-riciclo-il-voto-di.html#forum57374

    insomma, a meno di non pensare che gli elettori di centrodestra siano astenuti, e che gli elettori di sinistra ed astenuti hanno invece votato grillo, sarebbe logico ritenere che l’elettorato grillino è di destra. d’altra parte altri sondaggi conterebbero circa un elettore su tre/ uno su quattro di sinitra, quindi la stragrande magtgioranza dei grilli è di destra, e la cosa per quanto mi riguarda è peraltro provata dal fatto che non conosco persone che votano grillo, a parte mio padre che votava berlusconi. tutti i miei amici, anche chi aveva provato simpatie per grillo ha presto o tardi cambiato idea. anche perchè per votare grillo bisogna essere proprio de coccio, ed essere poco abituati a pensare con la propria testa, e sotto questo aspetto gli elettori berlusconiani calzano perfettamente in questa descrizione.
    quindi rubare i voti di sinistra a grillo era certo possibile, ma si tratta di un magro bottino, forse un due tre per cento che non cambia la situazione di una virgola. è chiaro che mi sarei sentito anch’io più rappresentato da una sinistra arcobaleno, ma credo che oggi come oggi gli schieramenti che contano sono due: o si è contro monti o si è pro monti. l’unico modo per essere contro monti è fare eleggere un premier diverso da monti. tutte le altre soluzioni (grillo in primis) ci portano dritti dritti verso monti, e io le avverso. punto.

  • 1. Le percentuali dei sondaggi che hai riportato riguardano quelli che intendono votare. Così, però sfuggono gli eventuali elettori di sinistra che per protesta non andranno a votare, magari un Vendola alla guida di una coalizione di sinistra l’avrebbero al contrario votato.
    2. I sondaggi si riferiscono sempre ad una determinata situazione, ed a determinare questa, concorre anche l’offerta politica. Così, non sapremo mai quali sarebbero state le percentuali nell’ipotesi che ventilavo.
    3. In un suo recente post su questo stesso blog (http://aldogiannuli.it/nuovotest/2012/09/cari-amici-capiamoci%E2%80%A6/), Aldo mi ha mostrato che i conti come li fai tu e come li facevo anche io non sono all’altezza, bisogna tenere conto dei flussi elettorali, ed egli mi mostrava come i voti di Grillo sono prevalentemente di sinistra.
    4. La conclusione che trai, è paradossale: per evitare Monti, bisogna avere al governo uno dei partiti che gli ha finora consentito di governare. Sembra ovvio che con o senza Monti, avremo sempre la stessa politica.

  • Francesco Acanfora

    Un’osservazione ovvia di natura aritmetica forse a questo punto e’ utile.
    Se hanno diritto al voto 10 elettori, e tutti esprimono il loro voto, si puo’ avere il seguente scenario:
    1) elezioni dell’anno 1000: partito A 5 voti, partito B 3 voti, partito C 1 voto, partito D 1 voto,
    2) elezioni dell’anno 1004: partito A 3 voti, partito B 5 voti, partito C 1 voto, partito D 1 voto.
    Evidentemente in modo diretto o indiretto 2 voti sono passati da A a B.
    Pero’ se esprimono il loro voto solo 5 elettori su 10, e risulta
    3) elezioni dell’anno 1008: partito A 3 voti, partito B 1 voto, partito C 1 voto, partito D 0 voti,
    4) elezioni dell’anno 1012: partito A 1 voto, partito B 3 voti, partito C 1 voto, partito D 0 voti,
    evidentemente io ho qualche problema nell’affermare che in modo diretto o indiretto 2 voti sono passati da A a B, perche’ non posso escludere che invece 2 elettori di A stavolta non abbiano votato per disgusto, mentre 2 elettori prima non votanti stavolta abbiano invece deciso di dare il voto a B.
    E’ una situazione ben nota negli USA, o in UK, spesso la vittoria giunge come risultato della mobilitazione entusiasta del proprio elettorato, piu’ che per la conquista di quello altrui. Siccome in Italia la propensione marginale al vomito cresce di giorno in giorno, e lascia prevedere astensioni dell’ordine del 45-50%, la situazione descritta nel secondo esempio e’ altamente probabile, direi anzi praticamente certa.
    La classificazione di M5S come emanazione diretta delle partite IVA lego-berlusconidi in particolare appare poco convincente, in una situazione in cui la FIOM non e’ neanche invitata alla festa del principale partito qui chiamato di “sinistra”, e dei suoi sodali speranzosi di approvvigionarsi lautamente e porcinamente delle prebende, dei privilegi, della mangiatoia indecente di cui il ceto politico gode, e in cui gli impiegati statali ancora camminano rasente il muro sperando nella 13esima per pagare le tasse.
    Il voto di “sinistra” puo’ essere anche letto come reazione di paura del cane bastonato, che sceglie il padrone meno crudele sperando di cavarsela con meno legnate, mentre i cani che rischiano tutto non hanno piu’ nulla da perdere e fluttuano piu’ liberamente fra astensione e voto di critica complessiva al sistema del privilegio. Su tutto regna poi sovrano l’elemento inconoscibile del voto dei disoccupati, soprattutto giovani e del Sud.
    Ecco, mi piacerebbe che in un’analisi puntuale e attenta ai fatti anche elettorali non lasciasse spazio ad operazioni di pura mistificazione ideologica, come la confusione crescente che continua a circondare i termini ormai misteriosi di “destra” e “sinistra”, in cui sembra ormai che il bue dia del cornuto al ciuccio, e in cui si usa la tesi del teorema 2 con le ipotesi del teorema 1, operazione logica che il catanese F.Battiato definisce giustamente “demenziale” in uno dei suoi pezzi meglio riusciti, e che consiglio vivamente ai lettori piu’ giovani, Cuccurucucu Paloma. Voglio proprio divertirmi a leggere l’esegesi marxiana e leniniana del pensiero di Renzi ad opera del Comitato Centrale del Partito Comunista d’Italia, o dell’assemblea spartachista, luxemburghista, ed ecologista delle Fabbriche di SEL, Battiato non crederebbe alle proprie orecchie.

  • @ vincenzo
    1 l’astesione in italia è sempre stata bassa, e sebbene siano stati possibili dei movimenti del genere (a cui ho peraltro accennato) essi non spiegano la vittoria di grillo a parma nè percentuali del 20%

    2 non si tratta di ragionare con i se e con i ma, dato che rifonda si è scissa in due, una parte che perseguiva l’alleanza col pd, e un’altra la sinistra arcobaleno. e ferrero e la sua sinistra arcobaleno sono scesi sotto il due e vendola è salito al 6%.

    3 aldo ha anche parlato della sinistra arcobaleno sottolineando come ogni vota i suoi risultati siano stati deludenti

    4 paradossale un corno: per non essere governati da monti bisogna fare eleggere un premier diverso da monti. come si fa a afre eleggere un premier diverso da monti?

    @ francesco

    in realtà argomenti solo in modo più scarso e inutilmente verboso ciò che vincenzo ha espresso meglio, e quindi non mi sento nemmno il bisogno di commentare. ti faccio solo notare che in sicilia la fiom sta con vendola e oidv, mentre grillo sta con i forconi e quelli che la mafia non esiste. e infatti è una strana coincidenza che quelli che neghino l’esistenza della sistra spesso poi neghino anche l’esistenza della mafia. ma immagino che per certa gente il concetto di sinistra passi per una coppola e la filmografia del padrino: la società dello spettacolo gioca brutti scherzi a chi non ha gli strumenti culturali per comprenderla. casomai ti consiglio di accodarti alla fiat che ha fatto causa a vendola perchè ha detto che sono state licenziate delle persone, dato che vedo molto padronal power nelle tue parole, a parte le chiacchiere vuotamente giacobine. ah, e oltretutto battiato ha detto che avrebbe votato vendola.

  • Vi invito a leggere i dati di astensione nelle appena concluse elezioni regionali in Sicilia: sarà che il 52,6% di astensionismo è una percentuale trascurabile?
    La scelta di Napolitano di instaurare una situazione di emergenza col governo Monti ha cambiato davvero tutto. E’ il paradosso dei nostri giorni, non è che sia lecito immaginare cambiamenti epocali, ma essi sono inevitabili. Di fronte a questi scenari, la gente è convinta che nulla possa cambiare, tutto deve cambiare, e la gente si balocca con le differenze tra Renzi e Bersani, convinta irragionevolmente che solo così si è realisti. No, è esattamente l’opposto, è irrealistico credere che la partita si giochi tra il PD e l’ex-PDL, questo è davvero fuori da ogni ipotesi minimamnete realistica.
    Sarò un visionario, ma se qualcuno ha la pazienza di guardare il mio blog, vedrà che la massima parte delle cose che prevedevo si sono regolarmente avverate: poi, è chiaro che non siamo fatti solo di neuroni, e che le viscere hanno sempre contato tanto.
    Così, una tipica reazione umana è quella di respingere una prospettiva che a torto o ragione si considera sgradevole, indipendentemente dalla sua verosimiglianza.

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