Chi si rivede! L’onesto ragioniere di Giannini!
Cari amici, spero che non pensiate che io non mi aspetti certe reazioni e sia sorpreso di certi toni. Anzi, vi dico sinceramente che scrivo certe cose proprio per provocare quelle reazioni e, quando ho raggiunto il mio obbiettivo e vedo arrivare certi interventi esattamente come me li ero immaginati, la cosa mi diverte molto (salvo qualche insolenza alla quale rispondo mandando al diavolo l’incauto che si permette di offendere). Detto questo, partiamo da alcune considerazioni preliminari che, in parte mi imbarazzano, perché mi sembra di offendere l’intelligenza dei lettori dovendo spiegare quel che dovrebbe essere di per sé ovvio, ma siccome alcuni interventi mostrano di non aver capito questo o quel pezzo del mio intervento (forse letto distrattamente, al punto di ignorare frasi che dicono l’esatto contrario di quel che mi si attribuisce ) mi vedo costretto alla bisogna.
1. Non ho mai inteso fare l’apologia, la giustificazione o anche solo la minimizzazione della disonestà in politica: è detto a chiare lettere nelle prime righe e chi sostiene il contrario è un analfabeta o è in malafede;
2. Mai pensato di mettere i grandi del passato come Giulio Cesare e Napoleone sullo stesso piano dei politici di oggi, per dire che, alla fine tutti sono stati ladri. Non sono un qualunquista e nel pezzo non c’è nulla che autorizzi una interpretazione così becera. I politici di oggi sono infinitamente inferiori a quei grandi, ma non perché siano meno onesti di quelli, ma perché infinitamente meno capaci e geniali. Che è quello che è decisivo;
3. Né avevo lontanamente in testa di dire che i grandi sono stati solo disonesti (quindi inutile fare elenchi che comproverebbero come fra i grandi ce ne sarebbero stati anche di onesti). Lo so che intelligenza, onestà e competenza possono benissimo andare d’accordo e ce ne sono ottimi esempi. Ma a me serviva dimostrare come la corruzione non impedisce di fare una grande politica. Messa in termini di logica formale (oddìo chissà cosa succederà ora), io ho detto che A (l’onestà) non è condizione necessaria di B (il genio politico), ma non che B coincide sempre con –A (la negazione di A, cioè la disonestà). E speriamo che così si capisca.
4. Ne consegue che io non ho inteso porre una scelta necessaria nella coppia concettuale Onesto-imbecille o Disonesto-capace come l’unica possibile. Semplicemente mi sembrava una catalanata dire che è preferibile ad ogni altra alternativa un politico onesto e capace, mentre uno disonesto e incapace è peggiore di qualsiasi altra cosa. Per cui, ho ritenuto che la problematica si ponesse nel caso di politici che avessero solo una delle due qualità, mancando dell’altra.
5. Ed allora, non farò altre metafore che ingenerano una serie infinita di interpretazioni più o meno capziose: esilaranti alcune reinterpretazioni della metafora del chirurgo, che voleva solo dire che quando si cerca un medico, si guarda prima di tutto per la sua abilità professionale e solo secondariamente ad aspetti come la sua correttezza amministrativa e che così deve essere anche in politica (c’è pure chi si è inventato che da uno che prende tangenti ci si può aspettare anche il traffico d’organi). Ma c’è sempre qualcuno che se gli indichi la luna guarda il dito. Dunque, mettiamo da parte la metafora del politico disonesto e capace e di quello incapace ed onesto e parliamo della questione vera: che valore hanno in politica onestà e capacità.
6. E partiamo da una cosa: l’onestà, in politica, ha un valore sostanzialmente negativo e neutro. Spieghiamoci meglio, perché già vedo in agguato l’insopportabile armata dei moralisti. Negativo non nel senso di disvalore, ma nel senso che indica più in non-fare che un fare. D’altra parte, tutta l’etica è fatta più di prescrizioni negative che positive, come dimostra lo stesso decalogo che contiene otto prescrizioni negative (“non avrai altro Dio..”, “non rubare”, “non uccidere, “non dire falsa testimonianza) e solo due positive (ricordati di santificare le feste, onora il padre e la madre). Dunque, in politica, l’onestà coincide con una serie di prescrizioni negative (non rubare, non fare brogli elettorali, non combattere gli avversari con metodi violenti o truffaldini, non fare clientelismo ecc.) molto più che positive (fai questo o quello). Ed anche quando volessimo trovare indicazioni di tipo positivo (ad esempio: servi il bene pubblico, difendi i deboli, ecc.) la morale, in quanto tale, pone il compito, ma non dice affatto come perseguire questi obiettivi, lasciando alla politica il compito di individuare obiettivi e mezzi per raggiungerli, magari indicando dei divieti su questi ultimi, ma senza mai dare indicazioni positive. A esempio, è giusto moralmente combattere la Mafia, ma come? La morale può intervenire su mezzi proibendone alcuni (ad esempio la tortura o usare i parenti, in particolare bambini, per indurre i latitanti a consegnarsi) ma non ti dirà mai se è giusto l’uso dei confidenti o quello delle intercettazioni, il 41 bis o la legislazione premiale per i pentiti. Queste sono questioni da discutere in sede politica come tante altre (restare o no nell’Euro? Quali pene adottare per gli scafisti che trafficano carne umana? Adottare il rito penale abbreviato o no? Restare nella Nato o promuovere una diversa alleanza militare? Scegliere un sistema d’arma o un altro? Università pubblica o privata? Energia nucleare o alternativa? Ecc ecc) che esulano dal dibattito morale.
7. Ma i moralisti, nella loro totale ignoranza della politica, riducono tutto alla questione morale, nella convinzione che ci sia sempre una scelta politica “giusta” ed auto evidente, e che se essa non viene perseguita è solo per sordidi interessi che mistificano le cose, impedendo di capire quel che sarebbe giusto fare. Per cui basta essere persone oneste per fare la cosa giusta. Niente di più sbagliato. Occorre mettersi in testa che la politica è un mondo complesso in cui non esistono scelte “giuste” in astratto, perché i problemi complessi non hanno, per definizione, soluzioni semplici ed univoche. Di volta in volta bisogna mediare fra valori (a proposito, cari moralisti: non esiste una morale unica cui attenersi) ed interessi, fra proponimenti e disponibilità, fra disegni politici e rapporti di forza.
8. Capisco che la lunga serie di politici corrotti che ha afflitto (ed affligge ancora oggi) questo paese ha causato una giusta reazione di disgusto per cui ci sia una esasperata sensibilizzazione sul tema della corruzione; ma questo ha provocato uno spaventoso regresso politico e culturale. Qui stiamo tornando indietro a Machiavelli ed alla separazione fra morale e politica. Mettiamocelo in testa: la politica non può essere ridotta solo a morale e l’onestà non è un programma politico. Nessuno qui sta dicendo che i politici possano essere disonesti e che non occorra cacciare i corrotti (ripetiamolo un’ennesima volta per quelli che non capiscono), ma che la politica è altro dalla morale, anche se fra le due cose (o dovrebbero esserci) ci sono evidenti rapporti,
9. Pertanto, piaccia o no, la politica è uno specialismo (esattamente come la chirurgia, l’architettura o la psicologia), che richiede una preparazione specifica. Poi si pone il problema di come evitare che le decisioni politiche diventino monopolio di una ristretta oligarchia di politici e “tecnici”, ma questo è un diverso ordine di problemi di cui riparleremo, qui vogliamo rimarcare, contro ogni sbracatura populista (quanta gente sto facendo incazzare in questo momento! Ma mi fa piacere!) che non ci si può improvvisare “politici” solo perché “onesti”, in quanto il requisito specifico dell’uomo politico non è l’onestà: onesti debbono essere tutti, il commerciante, il contribuente fiscale, il commissario concorsuale, il direttore delle carceri, il medico ed il manager dell’industria privata. Al politico si chiede una cosa specifica, che è quella di “pensare in grande”, così come al medico di saper curare un ammalato. Almeno da certi livelli istituzionali in su (nessuno lo pretende da un consigliere comunale o provinciale) il politico DEVE pensare in grande, perché non sta amministrando un condominio o una tabaccheria di paese, ma una comunità di milioni di uomini e donne, la cui vita dipende in buona parte dalle sue decisioni. Tanto più se si trova a gestire un paese, una regione o una grande città in tempi di globalizzazione e di crisi.
10. Settanta anni fa, il fondatore dell’Uomo qualunque, Guglielmo Giannini, teorizzò che lo Stato aveva bisogno solo di un ragioniere che, entrato in carica il 1° gennaio, tenesse in ordine i conti, per consegnarli in perfetto ordine il 31 dicembre dello stesso anno e non fosse rieleggibile per nessuna ragione. Era una idea di “Stato amministrativo” che non ha bisogno di politica. Il qualunquismo è spazzatura: una visione da miserabile mezzemaniche culturalmente straccione che comporta la fine della politica e l’asservimento volontario. Vedo che stiamo tornando a questa idea. Io non credo che una simile degenerazione possa conquistare la maggioranza degli italiani, ma, se così fosse, arrivo a dire: meglio un colpo di Stato militare. Sapete benissimo come la penso in tema di colpi di Stato, ma dico meglio De Lorenzo che Monsieur Travet.
11. Quanto alla disputa iniziale sul se sia meglio il corrotto capace o l’onesto incapace, mi limito ad osservare che se non è affatto detto che il capace sia anche onesto è sicuro che l’incapace non è mai onesto, non fosse altro perché usurpa un posto che non gli compete, godendone i relativi vantaggi, senza sentire il dovere di togliersi di mezzo. Anche per questo, preferisco il primo: almeno lui è capace mentre l’altro non è neppure onesto. Naturalmente non posso che essere d’accordo con chi dice che non dobbiamo rassegnarci a questa deprimente scelta e dobbiamo puntare ad avere una classe dirigente di onesti e competenti, ma una classe dirigente così non si improvvisa, si forma e non con le prediche parrocchiali sull’onestà, ma con quella formazione politica che non fa più nessuno.
12. Cosa si può fare con l’onestà da sola, senza preparazione, in politica? La birra. Niente altro. E con l’”onestismo” non si combatte neppure la corruzione, che, essendo un fenomeno sociale e politico, richiede un contrasto sociale e politico e non inutili geremiadi. Ma qui il disastro culturale lo combinò Berlinguer con il discorso sulla questione morale e sulla diversità morale degli uomini del Pci (dopo si è visto….)
13. Da ultimo e per concludere. Alcuni un po’ maliziosamente hanno visto in questa mia tirata una presa di distanza dal M5s o una critica esclusivamente ad esso. Non è così. In primo luogo perché questa regressione culturale, che riduce tutto alla stucchevole e sterile apologia dell’onestà, non affligge il solo M5s ma è diffusa anche in Rifondazione, anarchici, centri sociali, Sel, era largamente presente in cose come il Popolo Viola, l’Idv, lambisce anche il Pd e dilaga nella “sinistra diffusa”. Quindi è un malanno che va ben oltre il M5s che, peraltro è un caso eccezionale meritevole di qualche discriminante. Il M5s è nato da una protesta sociale contro una classe politica ributtante sia sul piano morale che su quello della qualità specificamente politica. In quelle condizioni l’appello alla lotta alla corruzione non poteva che essere centrale e caratterizzante, così come era inevitabile che ne uscisse una rappresentanza parlamentare composita (per non dire raccogliticcia) e decisamente inesperta. Ma, l’alternativa era rovistare nel letamaio dei partiti esistenti, per cui non si poteva fare altro che quello che si è fatto. E sin qui ci sta e ritengo di aver fatto la cosa più giusta schierandomi a fianco di questo movimento, senza avere puzza sotto il naso. E lo rifarei ancora oggi ed ancora oggi sono a fianco del M5s. Però adesso è venuto il momento di crescere. Per la verità, nel gruppo parlamentare iniziano a profilarsi personalità mature e competenze crescenti, ma siamo ancora un po’ troppo indietro rispetto a quel che servirebbe. Il M5s è stritolato fra due dinamiche: da un lato il processo di maturazione ha i suoi tempi e le forzature soggettivistiche possono solo sino ad un certo punto, dall’altro la situazione precipita ed impone tempi molto serrati. E’ drammatico ma è così.
Ed allora occorre iniziare a porsi il problema di fare un salto politico: capire che darsi una struttura organizzativa degna di questo nome, darsi una strategia ed articolare una tattica, aprirsi alle alleanze e scoprire l’arte della mediazione non significa “diventare come gli altri”, ma diventare una forza politica all’altezza dei propri compiti. L’alternativa è andare a schiantarsi contro il muro. E neanche in tempi così lontani. Sveglia ragazzi! Piantiamola con la sinfonia dell’onestà che andrà di moda: la necessità dell’onestà diamola per scontata e parliamo di politica. Non perdiamo più due mesi per parlare degli scontrini del caffè.
Ho scelto un modo un po’ traumatico per porre il problema? Il fatto è che non sono mai stato un “medico pietoso” di quelli che “fanno la piaga verminosa” (e quanti ce ne sono in giro!). E più di una volta i migliori risultati li ho avuti con qualche forte calcio negli stinchi: fa male ma è una mano santa!
Aldo Giannuli
aldo giannuli, futuro movimento 5 stelle, giulio cesare, giustizialismo, m5s, machiavelli, napoleone, onestà in politica
ilBuonPeppe
Ottimo, ma… per chi lo capisce è superfluo; per chi non lo capisce è inutile.
“Tu puoi far volare capra, ma sempre capra rimane.” (cit.)
Zagreus
Ottimo articolo professore, lo aspettavo da tempo. Credo che alla base di questo moralismo con pretese universalistiche vi sia un enorme problema pedagogico e, di conseguenza, culturale.
Ho paura che veramente, come dice lei, dovremmo tornare a rileggere il buon Niccolò. IL M5S ha bisogno di un pò di sano pragmatismo alla base, per selezionare una classe dirigente sicura e competente, anche e soprattutto in ambito comunicativo. TzèTzè esemplifica a chi e come vogliono far passare i contenuti (?), poi non ci si lamenti che il livello informativo-culturale e il senso critico della base sia così scarso. Bisogna svegliarsi e presto, altrimenti il movimento non potrà che accentuare la sua periferia politica, e le alternative non sono molte, nè esaltanti (come stiamo continuamente verificando da un ventennio abbondante.
Camillo Jimmy Fiorito
caro Aldo, perfettamente d’accordo. Il problema che in questi ultimi 25 anni abbiamo avuto solo politici disonesti e/o incapaci. Per questo la gente fa corrispondere l’onestà alla capacità politica. Prima avevamo un Fanfani, ad esempio, sulla cui moralità non voglio soffermarmi, che aveva capacità politiche. Ma insomma arrivare a rimpiangere Fanfani la dice lunga…
aldogiannuli
Camillo Jimmy: Fantafni? Ma guarda che qui ormai stiamo ripiangendo Lattanzio, Gava, Gaspari….
Fatti vivo (Sei a Bari o dove?)
marco t
Buongiorno Prof. Giannuli,
mi soffermo solo sull’ultima parte del lungo articolo, quella relativa al M5S. Perfettamente d’accordo sul fatto che il M5S abbia bisogno di una struttura organizzativa decente, perché ottengono più risultati 100 persone organizzate che 100.000 cittadini disorganizzati.
Condivido l’analisi sul M5S non come solo movimento di “onesti” fini a sé stessi, ma come soggetto di protesta contro il sistema politico (la partitocrazia) ed economico (il neoliberismo).
Non sono d’accordo sul tema delle alleanze. Purtroppo le alleanze sono estremamente squalificanti dal punto di vista dell’immagine. E’ bastato un accordo, peraltro meramente tecnico, con l’UKIP britannica (su nucleare, NATO e altri temi il M5S e l’UKIP votano in maniera diametralmente opposta), per essere stati catalogati come “di destra”, “razzisti”, “xenofobi”, “populisti”, “fascisti”, ecc. Figuriamoci cosa accadrebbe se il M5S si mettesse a fare alleanze con SEL, Lega Nord, Rifondazione Comunista, Forza Italia… Perderebbe di punto in bianco metà elettorato. Per non parlar del fatto che dovrebbe scendere a compromessi con gli alleati, scontentando i propri attivisti e magari i propri elettori. Il M5S ha già perso 2 milioni di voti per non aver voluto fare un governo con Bersani. Ulteriori “alleanze” politiche finirebbero per indebolirlo ancora.
Come vede non c’è morale, ma puro calcolo in questa considerazione.
Saluti,
Marco
Roberto Buffagni
C’era anche Lenin, con la cuoca che, nel comunismo, avrebbe potuto dirigere la cosa pubblica…
ugo
Grazie per la sua presa di posizione contro l’idiozia.
Ai moralisti indignati mi limito a consigliare di farsi quattro istruttive risate leggendo “LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA” di Carlo M. Cipolla.
Un trattato che è un gioiello di logica e di umorismo.
E grazie anche per il lucido e giustificato rimprovero che ha fatto al M5S nel punto 13.
Il re è nudo, spero che gli attivisti capiscano che gli amici si distinguono dai cortigiani perché osano dire anche le verità scomode.
Tenerone Dolcissimo
Lei avrebbe dovuto ricordare che Cavour e Nigra si comportarono da veri e propri ruffiani, infilando la Castiglione nel letto di Napoleone III, ma lo fecero per costruire l’Italia (molti secoli dopo che gli altri stati nazionali erano già nati) e fare la comparazione con i ruffiani d’oggidì attenti a soddisfare solo i desideri del padrone.
PS Nel pezzo che Le ho mandato si parla proprio di certi uffici del personale che, invece di cacciare a pedate i dirigenti che intrattengono rappporti sessuali con le dipendenti, si incaricano di favorire l’incontro (chiamiamolo così) dei suddetti dirigenti e ragazze dipendenti e per questo hanno bisogno di abolire l’articolo 18, per evitare che qualcuno, magari danneggiato, protesti. Cordiali saluti a tutti.
CescoT.
Complimenti, certi consigli andrebbero non solo accettati ma ben elaborati. E’ proprio questo il discorso, il tempo che scivola via in un contesto sempre più ostile perchè generalmente Renzista.
Mi spiego: è evidente che il nostro caro leader abbia delle capacità politiche, ovvero di opportunità politica aiutata da eventi da lui esterni.
Se non lo si capisce per tempo andremo a votare non quando lo vorrà B. (come si è per un certo tempo pensato), ma quando lo vorrà lui.
A meno che non precipiti la situazione internazionale, sui mercati ed in seno al tornaconto tedesco, avremo un nuovo parlamento completamente Renziano che disporrà del combinato disposto fra italicum e riforma del senato, tralasciando poi i media. Da allora in avanti verosimilmente almeno un decennio (più il tempo che stiamo vivendo ora) il m5s non avrà altre chances per essere incisivo e l’ostruzionismo parlamentare sarà poca cosa.
Basta questo per evidenziare la bontà del suo post odierno. Che fare dunque? Anche dotarsi di una struttura organizzativa diversa credo richiederebbe tempo così come la maturazione di soggetti politici davvero rilevanti (la cosa per altro è in contrasto con i principi del movimento che non punta sul singolo che avendo la “carriera” segnata non avrà nemmeno il tempo di accumulare una esperienza significativa, anche se le sue competenze potranno sempre essere utili a coloro che gli succederanno). Ciò che si potrebbe fare al momento sarebbe collaborare più strettamente con quelle eccellenze della società civile (non allineata) che vogliano affiancare per un certo periodo il movimento, come del resto Lei stesso ha fatto. Non credo sia il caso di parlare di candidature personali (anche se è strano che tutti i candidati debbano per forza essere perfetti signor nessuno) ma proprio di collaborazione nella stesura di una visione di insieme, ben dettagliata. Mediaticamente e concretamente avrebbe un effetto molto potente nel breve periodo. Naturalmente non basta un post scritto sul blog di Grillo rilanciato a mezzo stampa. Il problema grosso non credo sia la resistenza del gruppo parlamentare bensì proprio di Grillo stesso, se sbaglio mi corregga.
saluti.
davidem
Comprendo il suo punto e probabilmente siamo anche d’accordo che il pd di oggi sia politicamente peggio delle dc anni ’80 che prendeva più tangenti o tutti gli altri esempi o similitudini possibili.
Condivido l’impressione che ci sia una degenerazione dell’immaginario politico ridotto a difesa della legalità quale (quasi) unico obiettivo ponendo il succo del progetto di società alternativo in secondo piano (o in terzo, in quarto, ecc..). Entrambi comprendiamo che questo altro non è se non il risultato storico di una emorragia di denaro pubblico e una messe di scandali a tutti i livelli.
Il punto che secondo me ha sottovalutato (o male interpretato forse) è la differenza tra l’ onestà come valore generico e qualunquista e la necessità di una lotta alla corruzione affatto generica.
Mi spiego con un esempio: il m5s è lodevole della sua scelta dei candidati tra gli incensurati ma questa non è affatto condizione sufficiente di capacità.
Ingroia, invece, aveva già formulato una serie di provvedimenti precisi che estendevano il congelamento dei patrimoni dei corrotti e degli evasori (grandi) insieme a misure per stanare i capitali in svizzera.
Se domani si scoprisse che Ingroia accumulava le miglia quando lavorava per l’onu per usarle con miles&more non mi cambierebbe nulla. Ma al momento non c’è nessuno che oltre che a parole faccia più nulla per combattere il nostro più grave problema, l’unico che ci permetterebbe di ripagare il debito a parte una sua parziale rinegoziazione.
Poi per me, in generale, c’è solo una gradazione di ladri e criminali nella storia che ogni tanto fanno qualcosa di utile per qualcuno: come diceva quel pirata al cospetto di Alessandro Magno, “io depredo con una goletta e mi chiamano pirata, tu lo fai con una flotta e ti chiamano conquistatore…”
Jack
Grande articolo. Non conosco la posizione degli altri utenti del blog (è il mio primo commento), ma io non sono assolutamente rappresentato in parlamento. Sono un cattolico privo di un partito o di un movimento di riferimento. Ho una grande indecisione e vedo lati positivi come ombre in ogni dove. Vorrei un m5s di natura cristiana, ma non esiste. La critica che lei muove, se ho compreso, è l’eccessiva indecisione del movimento nel partecipare più attivamente alla politica, anche a costo di stringere le mani a gente non esattamente pulita o simpatica: distinguersi senza essere dei puristi. Non ho l’infinita fiducia di chi vede in futuro un governo fatto solo dal m5s, nè lo vorrei, dato che il buono va preso in quanto tale indipendentemente dalla sua origine. Quindi, cosa fare? Chi votare? Sembra facile, e il m5s a mio parere lo fa in modo settario, affermare che loro sono tutti buoni (e si spera capaci) e gli altri tutti delinquenti. Le espulsioni dal movimento ne sono la prova, anche li non tutto è a regola d’arte. Dal movimento vorrei un pò di realismo, un pizzico di pragmatismo e un’apertura a noi cattolici. Forse sbaglio a pensarlo, ma l’enorme errore compiuto dal movimento nel rifiutare la mano a bersani è qualcosa di tremendamente colpevole. Bisognava tentare, poi se tutto fosse rimasto come prima, si facevano saltare le sedie e si proseguiva. Forse ad oggi avremmo già il reddito di cittadinanza, si sarebbe evitata l’insulsa alleanza renzi e berlusconi, forse non avremmo nemmeno renzi e saremmo tornati alla lira. Certo, sono soltanto dei “se” e dei “forse”, ma un m5s pensato così non si discosta molto da un IDV o da un SEL. senza offesa.
giandavide
credo che questo post faccia ancora più confusione: nei primi punti sembra che si contrapponga alla disonestà il genio politico, mentre negli ultimi si parla di preparazione specialistica, sebbene questa preparazione sia comunque riconducibile al genio, dato che viene descritta come “capacità di pensare in grande”, che non mi sembra che sia una cosa che si impari studiando le dottrine politiche (a livello imprenditoriale è un’altro discorso). ebbene non mi sembra che genio e preparazione siano la stessa cosa: la preparazione può essere valutata (sommariamente) tramite test ed esami. ma il genio? da un lato mi sembra impossibile sapere prima che uno è un genio (e che sarebbe quindi un politico ideale) dall’altro non credo che il professore sia così ingenuo da pensare che sia l’accademia a selezionare la genialità, anche perchè in tal caso i saggi di napolitano gli sarebbero andati benone (guarda un pò, alcuni di loro sembrano pure moralmente elastici). ci sarebbero poi altre opzioni, come il mercato che sceglie il più geniale, ma è meglio lasciar pedere… quindi cosa rimane? dato che l’intelligenza si vede dalle azioni, come si fa a identificarla prima che queste vengano compiute? semplicemente non c’è modo, si può solo tirare ad indovinare facendo ricordo alle proprie conoscenze. un pò come ha fatto il professore con peppe grillo, praticamente e lecitamente. ma dato che il grillismo è praticamente esploso, direi che abbiamo davanti una prova empirica del fatto che il metodo non funzioni poi tanto bene. mentre per quanto riguarda gli stupidi onesti ribadisco che c’è il solito piccolo vantaggio: che se uno è onesto la gente lo sa.
luigi modiano
Analisi politicamente corretta ed altrettanto impietosa. Ma forse esiste una terza variabile che differenzia tra loro i politici, ed è a mio avviso una variabile non da poco. La definirei con una parola tanto antica quanto demodè: “amore” .. per cosa ? per la giustizia, l’uguaglianza, e, perché no, per il prossimo. D’accorso con il giudizio storico di stampo machiavellico sui grandi capaci ma un po’ disonesti (Cesare, Napoleone ecc.), ma altre figure hanno indicato questa terza via come possibile da Cristo a Gandhi, dal “Che” a Mandela; d’accordo che il piccolo, o grande che sia, interesse individuale è il motore antropologico delle società di tutti i tempi e che, di conseguenza la politica si adegui a tal guisa, ma qualcosa mi dice che c’è una “nuova via” spesso liquidata come ideologia o peggio ancora come utopia, quella intrapresa e sempre osteggiata con violenza dai poteri conservatori, quella del “pensare in grande” a cui accenni con convinzione.
Non vedo purtroppo questo pensare in nessuno dell’attuale situazione politica mondiale, forse non è il momento, ma almeno, nel nostro piccolo, potremmo risparmiarci grette meschinerie come la visita obbligatoria agli immigrati per salvarci dall’Ebola, o la populistica svolta economica degli 80 euro. Nel momento che si parla di “pensare in grande” non si può prescindere da un giudizio etico del politico che non è solo il “politicamente corretto” ma è anche il rispetto della vita umana tanto decantato ma molto poco applicato. Forse le grandi decisioni politiche non cambierebbero di molto adeguandosi alla fine allo “status quo”, ma la via sarebbe indicata e l’uomo nuovo potrebbe tentare altre strade svincolandosi dai retaggi della storia. Credo che queste mie parole farebbero sorridere per non dire “sghigniazzare” la maggior parte dei populisti onesti/disonesti nonché capaci/incapaci politici del tempo, i giochi di potere sono ben altri, ma sorrido un po’ ironicamente un po’ io oggi quando
luigi modiano
… quando ripenso al film interpretato a suo tempo da Beppe Grillo dove impersonava un ritorno di un nuovo Cristo sulla terra …
leopoldo
aldo dovresti essere abituato alle differenze di comprensione o dimentichi di essere un insegnante 😀 strano no?
la molteplicità dell’interpretazione strategica di qualsiasi articolo per ora nessuno e niente è in grado di esaurire le sue possibilità, per di più in articoli di questo genere le cui tesi pongono riflessione secondo il proprio humus culturale e condizione sociale [peccato per gli insulti ma vi sono state anche cattive letture]. Se tu volessi costruire un indice per questo blog partendo dai primi articoli fino ad oggi sarei curioso di conoscere l’alberatura.
il-federico-da-facebook
Ho abbandonato la moralità (la tengo solo per me e per i miei amici, faccio da bravo) in politica da tanti anni ormai. Dall’ “alto” dei miei 26 miseri anni ho visto solo quello che ha scritto prof, una ignoranza dilagante senza freni e che non arriva a concepire l’idea di qualcosa di più grande per migliorare non solo se stessi ma anche tutto quello che gli sta attorno. Ecco perché condivido a tutto tondo il punto 10! Ripartire da zero! Però così si dovrebbe affrontare una cosa peggiore dei moralisti.. I nazionalisti, i conservatori “convinti” tipo casa-pound e quella genia di brave persone. Mi resta un punto incompreso.. che disse quel dì Berlinguer?
cittadino italiano
prof,che ci dice della morte di christophe de margerie?
Paolo Federico
Già altri hanno detto che il mondo è dei forti e dei furbi, ma il punto è proprio questo: come fare per non essere trascinati in guerre disastrose seguendo i forti o finire in miseria facendosi abbindolare dai furbi?
Volendo fare della democrazia, quali strumenti ha il popolo per orientarsi e giudicare l’operato dei propri rappresentanti se non pretendendo il minimo e cioè l’onestà, che vuol dire moltissime cose non soltanto non rubare?
Certo, poi possiamo benissimo concludere con Pirandello che la democrazia è solo un pregiudizio, ma allora…
Roberto Basile
Caro Giannulli, mi sta bene, anzi benissimo, ma con due chiose ed una preghiera.
1) si potrebbe definire una specie di catalanata anche il dover scegliere tra l’Onesto-imbecille o il Disonesto-capace.
Nelle discussioni di principio non amo gli esempi che, come ha constatato in quello del chirurgo, spesso portano più malintesi che comprensione, ma voglio farne uno anch’io: sarebbe come chiedere al condannato a morte se preferisce la corda o il fucile.
Ammetto però senz’altro che è stato un modo efficace per avviare una buona discussione su un argomento da sempre in cima al pensiero dei filosofi in ogni epoca storica; lei certamente non apprezza Socrate e, sotto sotto, ammira il miglior Machiavelli, il che non è un male ne un bene, dipende da chi e come ne declina gli insegnamenti. Ricordo però che quando Socrate dovette assumere un ruolo politico si dimostrò molto più pragmatico dei suoi concittadini.
2) dice bene a proposito dell’onestà (in politica e non solo): bisogna darla per scontata, altrimenti si finisce nella discussione sterile. Ma questo porta per conseguenza che nella scelta di un politico, ma anche di un chirurgo, o di un idraulico p.e., bisognerebbe prima accertarsi di avere a che fare con una persona sostanzialmente “pulita”. Esclusi quelli che non lo sono, scegliere i più capaci tra i restanti possibili candidati, ed è quello che il M5S ha tentato, con qualche successo, di fare; il che non garantisce automaticamente i risultati, naturalmente, ma bisogna pur darsi delle regole. Sembra invece che lei raccomandi un procedimento inverso, il che non è indifferente.
La preghiera: non so a chi esattamente lei si riferisca con il termine moralisti, ma essendo tra quelli che hanno partecipato alle discussioni nei suoi post precedenti la prego di non annoverarmi tra costoro, almeno non nel significato deteriore che si vuole attribuire al termine. E’ vero invece che amo l’etica e aspiro all’onestà in qualsiasi situazione della vita; ma questo attiene alla grande divisione che si fa del genere umano: c’è chi ritiene che l’uomo nasca sostanzialmente inclinato al bene e chi invece pensa che l’uomo per la sua imperfezione sia condannato alla malvagità. Lei da che parte sta?
SantiNumi
@marco t
«Condivido l’analisi sul M5S non come solo movimento di “onesti” fini a sé stessi, ma come soggetto di protesta contro il sistema politico (la partitocrazia) ed economico (il neoliberismo).»
Il M5S è ancorato al palo: semplicemente non “studia”, e chi studia e comprende se ne va. Semplice.
La propaganda sulla “moralità” della politica e contro la “partitocrazia”, è tutta farina del sacco NEOLIBERISTA. Il M5S cosa combatte? Contro se stesso?
Non vi si chiede di sapere chi è stato Einaudi, Ropke, Friedman o von Hayek: ma almeno il “liberale”, “libertario”, “libertino” e LIBERISTA Pannella dovreste conoscerlo: sì, proprio quel golpista e collaborazionista che ci ha “consegnato” al maggioritario, che denuncia lo stato delle carceri mentre da quarant’anni lotta per comprimere il perimetro dello Stato ed abbattere la spesa pubblica: proprio quella necessaria per dar decoro alle pene detentive. Proprio come il M5S e… il Washington Consensus. Bravo!
Magari capiresti come mai Casaleggio va così d’accordo con il think thank Bruno Leoni. Stato ladrooo!
La fregnaccia della CORRUZIONE dei governanti la usano i liberisti anglosassoni dai tempi delle rivoluzione Francese… appunto dopo aver indebitato la Francia tramite il primo TTIP della storia. (Sì, c’era un Beppe Grillo anche alla corte di Maria Antonietta… i buffoni al servizio dello straniero esistono da sempre).
E il fatto che non lo sai ancora dopo tutto ‘sto tempo, la dice lunga dell’ottimo lavoro fatto dalla CasaleggioSpa nel mettere un bel tappo al dissenso.
Bravissimo, complimenti.
Pierfrancesco
Non si può prendere di sparare paragoni assoluti e non riceverne in cambio, se lei dichiara “sarà sempre meglio un politico disonesto di uno incapace” si scordi di fare questione su quali disonestà accettare come paragone e quali no. Se le piace tanto la logica le ricordo che preso un insieme categoria “Disonestà” vi è incluso anche tutto il gruppo di disonestà gravissime, come il favorire interessi stranieri rispetto a quelli del proprio paese o di trafficare organi e essere un vero e proprio killer come chirurgo.
Non si può considerare bonariamente come disonestà soltanto fare la cresta su qualche conto o prendere qualche tangente, troppo comodo. Il politico disonesto per definizione è sul mercato quindi io corruttore posso decidere di corromperlo per il mio arbitrario interesse, anche se il mio interesse fosse la distruzione dell’italia, o la guerra civile, ci sono molti soggetti che dell’allevamento di galline italiane se ne fregano proprio e hanno fondi più che a sufficienza per comprarsi qualunque politico. Dunque entrare in congiunzione con questo insieme senza specificare qualetipo di corruzione e in quali limiti equivale al suicidio.
Leo
Gentile prof. Giannuli, il suo è un articolo molto interessante e istruttivo. Però stia attento, perché per i sinistri Berlinguer è una sorta di santo laico che non può essere toccato. Trasgredire a questa regola significa essere messi alla gogna.
Leo
lucio
Se abbiamo tanti rimpianti, e poichè i politici esperti non crescono sotto i cavoli, potremmo richiamare in servizio D’alema e arruolarlo nei 5 stelle come formatore di nuovi quadri.
Ho tanta nostalgia del suo governo…quel che lo fece diventare un eroe ai miei occhi fu il caso Ochalan, ricordate? Bellissimo come riuscì a servirlo su un piatto d’argento alla CIA e servizi turchi quel brutto terrorista coi baffi. Neppure lo scaltro Andreotti sarebbe riuscito a fare di meglio…e si, quanta nostalgia per i politici allevati con cura alla scuola del vecchio PCI, ricchi di sogni e ideali….
Giovanni Talpone
Sono d’accordo su tutto, tranne che sul giudizio sul M5S (e sull’euro). Però a mio parere i due concetti “Corruzione” e “Incompetenza” dovrebbero essere articolati maggiormente. Esiste una corruzione individuale
(pagare un amministratore o un funzionario pubblico per ottenere un favore personale violando le regole) e una corruzione strutturale (favorire con risorse, inviti ad incontri ad alto livello, accesso ai media
solo i politici che appoggiano una certa impostazione, ed escludere tutti gli altri). La prima si può combattere con le armi della legalità; la seconda no, richiede un’iniziativa politica complessiva (e questo, i
moralisti o non lo capiscono o lo rifiutano). Analogamente, esiste un’incompetenza assoluta e un’incompetenza funzionale. L’incompetenza assoluta, per esempio, è stata quella del Fascismo che ha portato l’Italia in guerra senza
obiettivi chiari e perseguibili, senza preparazione, senza coordinamento fra le varie Armi, con scarsisima innovazione tecnologica. Meno male, beninteso (oggi avremmo Vittorio Emanuele IV come Re e magari Alemanno o
La Russa come capo del Governo): ma da parte dei Fascisti fu ANCHE una dimostrazione di incompetenza assoluta (per non parlare del resto). L’incompetenza funzionale è stata quella dimostrata dagli organi dello Stato italiano nella lotta ai terrorismi di destra e di sinistra negli anni Settanta. Allora credetti che si trattasse di incompetenza assoluta; oggi sappiamo che ad essa si sommò molta incompetenza funzionale: fino al 1974 la Destra eversiva fu usata come ricatto contro la Sinistra, poi le Brigate Rosse si offersero gentilmente di eliminare Aldo Moro e tanti altri servitori dello Stato onesti e competenti. Perchè importunare tanta brava gente, così piena di buona volontà? L’iniziativa contro l’incompetenza assoluta si può condurre, fino ad un certo punto, con provvedimenti amministrativi: selezione,
formazione, esercitazioni e simulazione di scenari, meritocrazia. Contro l’incompetenza funzionale no, c’è solo l’iniziativa politica vera e propria. Un esempio contemporaneo di incompetenza funzionale è costituito dal rifiuto da parte di tutti i partiti di costruire delle vere e proprie scuole di amministrazione al proprio interno, sia per preparare i candidati, sia come luogo di discussione del comportamento degli eletti qualora gestissero cariche pubbliche. E’ chiaro che tali luoghi di aggregazione e sviluppo delle competenze sarebbero un problema per le caste autoreferenziali che dominano tutti i partiti. Dell’ingenua reazione di eleggere candidati “arancioni” ha già detto Giannuli, che ha ben commentato i risultati.
Luca
Quanta retorica in questo articolo, e quanta storia. Magari potessimo imparare qualcosa dalla storia, ma si impara davvero dalla storia?
Il punto qui è molto semplice, l’uscita dall’euro è condizione necessaria, ma non sufficiente, per fare uscire l’Italia dalla crisi economica, e da una disoccupazione devastante. Ce lo faranno fare civilmente? Perchè di questo si tratta, il resto sono chiacchiere. Accordo con Bersani? Per finire come Rifondazione e compagni? No grazie. Stare in un governo senza ministri, nè sottosegretari, con un pdr magari oure ostile, votando guerre, f35, e patti europei disastrosi, sarebbe stato un suicidio politico. Chiedete ai naufraghi della sinistra radicale. Qui il tempo delle parole è finito, il calo mostruoso dei talk lo dimostra. Secondo voi i giovani potranno mai andare tutti all’estero? Il rischio che a qualcuno parta la brocca è più alto che mai secondo me. Il silenzio in queste situazioni è più pericoloso che mai.
Peucezio
Aldo, splendido articolo anche questo!
Una sola osservazione: Giannini, nella sua affermazione (credo) provocatoria, più che indicare un modo (impossibile) di dirigere uno stato, non voleva in realtà abolire praticamente lo stato stesso?
Cioè on era un modo per dire: “la società civile si organizza benissimo da sé, e se lo stato è quasi inesistente, essa prospera di più”?
Ovviamente si può dissentire nettamente da un’idea del genere, ma un conto è spostare la gestione della società su un livello inferiore rispetto allo Stato (con tutti i problemi che questo comporta), un conto è ritenerla seriamente una bazzecola, degna di un ragioniere.
aldogiannuli
Paucezio: No : voleva abolire la politica e quello che lui chiamava “dirigismo”, da questo pounto di vista era un liberista puro
riccardo
Il problema dell’attuale classe dirigente non è l’onesta (concetto definibile e comunque da precisare) ma l assoluta carenza di intelligenza (concetto non definibile, e comunque riconoscibile dagli effetti prodotti). E cosa fanno queste persone non avendo intelligenza? Diventano furbi! Usano la furbizia al posto dell’intelligenza. Così i loro sforzi saranno mirati in due direzioni precise: trovare quelle soluzioni che da una parte avvantaggiano la loro cerchia di persone consolidando di fatto il loro potere, e dall’altra tentare di dimostrare l utilità pubblica di tale intervento in modo da conquistare la benevolnza e il rispetto di una fascia più ampia di opinione pubblica. Il tentativo di imbambolamento dell opinione pubblica (attività schifosa) avviene attraverso la tecnica del “risciacquo dei concetti” (e.g. intervento umanitario) o ricorrendo a menzogne vere e proprie, o dando immagini di successo di un singolo caso positivo in risposta a milioni di casi negativi… e chi più ne ha ne metta.
perché la furbizia è diversa dall intelligenza? perché l intelligenza richiede un’approccio differente, che miri alla ricerca di soluzioni serie e profonde ai problemi, al fine di stabilizzare le condizioni interne di uno sistema stato per preservare i diritti acqusiti (diritto alla sanità,allo studio,alla pensione, al lavoro..) e prevederne le estensioni.. purtroppo tutto ciò non è cosa loro.. immaginate qualche politico di oggi che possa farlo? e cosa pensate del fatto che per non aumentare le tasse si taglia la sanità? e del tentativo di rendere il senato non elettivo dopo aver reso il parlamento tutto non eligibile ma nominabile? sono persone che possono minimamente essere chiamate politici?
in questo quadro la richiesta di onestà è solo poca cosa.
Daniele Gioannini
Con quali, anche future, forze politiche potrebbe allearsi il movimento 5 stelle?
aldogiannuli
Gioannini: siamo in una fase di ridefinizione dello spettro partiitico, vediamo che viene fiuori, poi sulla base di un programma articolato si vede chi ci sta
gianfranco d'atri
Aldo, fai riferimento al 5stelle .
Ancora oggi si tratta del partito di Beppe e Gianroberto. I parlamentari per caso che stanno emergendo sono solo capaci di dire signorsí. La loro onestà ( poggiata comunque su circa 17000 euro mensili, lordi, non “rubati”) andrebbe testata – ma come dici tu non è il problema politico .
se dobbiamo costruire, dobbiamo farlo sulle persone, che si sono aggregatate attorno al cinquestelle ed ora stanno disperdendosi.
per fare ciò non diamo alibi all organizzazione.
So che sembra poca cosa, ma segui un po cosa sta succedendo per le liste “democraticamente uscite dalla rete” in Calabria..
Ancora ieri sera, a liste compilate, un ordine di servizio dello staff ha cancellato un candidato (inviso al boss locale del 5stelle): questo ci sta, il simbalo è del titolare, se Grillo ha deciso…ok.
Ciò che preoccupa è il terrore di esprimere ufficialmente la loro contrarietà degli altri candidati , degli altri parlamentari e del candidato a GOVERNATORE.
Dico: per fortuna che non sarà lui…..
Vincerà il PD, con un candidato che almeno Sa dire no a Renzi..
Paolo Federico
Ma io continuo a non capire questa storia del competente disonesto che fa però il bene della nazione. Le motivazioni che spingono una persona a scendere nell’agone politico ha a che vedere molto , moltissimo con la forza e la furbizia (e forse, in seconda battuta, con il narcisismo), ma nulla, proprio nulla con la competenza. Infatti lei insegna, altri apparentemente molto preparati commentano, ma in parlamento siedono ben altri soggetti. I politici di professione sono questo e pensare che qualcuno di costoro competente e disonesto faccia insieme ai suoi gli interessi della nazione, mi sembra proprio da ingenui, altro che cultura!
Santi Numi, dopo avermi suonato in faccia la fanfara del socialismo, te ne sei uscito con un “voterò Salvini”(per la serie “il troppo studio può rincoglionire”).Eppoi parliamoci chiaro, i tuoi interventi sono sempre mirati ad uccidere il tuo interlocutore non a dialogarci. E’per questo che studi tanto?
La scelta di esempi quali Giulio Cesare e Napoleone, secondo me, è un po’ fuorviante, questi due giganti della storia sono anche il prototipo di distruttori della democrazia e fondatori di imperi, allora si concluda di conseguenza che ha ragione Germano Germani quando afferma l’inutilità dei parlamenti.
Ma noi vogliamo il parlamento e la democrazia ed è all’interno di quest’alveo che dobbiamo ragionare e da sempre il pericolo per la democrazia è la corruzione, che sia un vero o falso motivo(io penso sia vero) non importa.
Ho riflettuto a lungo su questo suo post e mi è sembrato di coglierne un senso:ma lei Giannuli, si sta facendo avanti? Perché se è così, la prego si faccia avanti, tappeti di velluto e ponti d’oro per lei!
Il M5s è a mio parere un innovatore della politica e lo ha già dimostrato proponendo Rodotà quale Presidente della Repubblica, per la sua competenza e onestà. Credo che gli iscritti sarebbero entusiasti di chiamare al governo personalità esterne al movimento competenti e oneste dal mondo della scienza e dell’arte. Ma forse nel mio ingenuo entusiasmo la sto mettendo in imbarazzo.
Ps Anche a me alcuni post sul blog di Grillo non mi piacciono, per esempio questo sugli immigrati e l’ebola non mi piace affatto, questa ulteriore “emergenza sanitaria”puzza lontano un miglio.