Strage di Parigi: noi e gli islamici.

La strage parigina è stato uno straordinario reagente che ha portato in chiaro quello che l’inchiostro simpatico del taciuto (o del parzialmente detto) aveva scritto nel subconscio di molti: l’immagine indistinta dell’ “islamico”, che appiattisce tutto nella paura, o, all’opposto, il senso di colpa verso gli immigrati che spinge ugualmente ad un acritica incapacità di distinguere.

Parlo, ovviamente, del “sentire” mediano, non di chi fa aperta professione di fede in un senso o nell’altro e, tantomeno, di quelli che vivono e lucrano sull’ “industria della paura come la Lega.

Solo una capra come Salvini può dire un’enormità del tipo che “ci sono milioni di islamici pronti ad ucciderci sul pianerottolo di casa”! E non si capisce come mai, nonostante ci siano tanti aspiranti assassini, non ci siano caterve di morti, dato che nessuno passa all’azione. Una simile sguaiataggine non merita d’essere commentata se non per commiserare brevemente il suo infelice autore.

Ma, a parte il becero Salvini e la sua amica Le Pen, che speculano su questi drammi umani, per raggranellare il loro gruzzolo elettorale, il punto è che c’è una totale disinformazione sul mondo islamico che, da una parte e dall’altra, si immagina come qualcosa di  perfettamente omogeneo; il che è quanto di più lontano dalla realtà si possa immaginare. Magari torneremo sul punto per accennare alle profondissime diversità, ai conflitti, alle dinamiche opposte che attraversano il mondo islamico. Molti colgono una vena di ostilità contro l’Occidente diffusa nel mondo islamico e temono che sia realmente in atto una “invasione” dei nostri paesi da parte musulmana.

Va detto senza complessi di sorta, che effettivamente fra gli islamici e noi, tanto qui in Europa, quando nei paesi d’origine, c’è un innegabile attrito che, pur molto lontano da propositi omicidi, fa velo alle relazioni fra noi e loro. Un certo risentimento da parte islamica c’è ma, per la verità, non è certo immotivato: lasciando da parte le lontane guerre di religione, culminate nella cacciata dei Moriscos dalla Spagna e poi nelle battaglie di Lepanto e di Vienna, noi un po’ di torti nei confronti dei mussulmani li abbiamo accumulati: i regimi coloniali europei (francese nel Maghreb, inglese in Egitto ed India, all’epoca inclusiva di Pakistan e Bangladesh, olandese in Indonesia, Italiano in Libia) non si sono distinti per umanità.

Poi il mandato esercitato nelle ex province ottomane di inglesi e francesi non è stato neppure un modello di equanimità. Algeria e Indonesia hanno pagato la loro lotta per l’indipendenza con massacri, torture, deportazioni ed oppressioni varie. E sin qui la storia recente.

Veniamo al presente: Israele (che loro vedono come un pezzo di Europa che usurpa un loro territorio), da 70 anni calpesta i palestinesi che reagiscono in modo aggressivo e spesso sbagliato, ma comprensibile, e l’Europa assiste inerte a tutto questo e non esercita nessuna moral suasion per spingere alla pace. Dal 1991 ci sono state tre guerre di aggressione occidentali all’Iraq ed all’Afghanistan, poi c’è stato l’infausto intervento francese in Mali, la terribile situazione somala che si trascina da 20 anni.

Insomma, non che questo giustifichi neppure da lontano azioni come quella dell’11 settembre a New York o la strage parigina, però si capisce il persistere di un’acredine di fondo, che cresce ove si consideri la condizione degli immigrati. Diversi commentatori (per tutti Feltri) hanno osservato che l’”integrazione con gli islamici è fallita”. Ma perché, è stata mai tentata? In Francia i maghrebini sono ammucchiati come bestie nelle case fatiscenti della banlieu parigina, dove, qualche anno fa, l’incendio provocato da un impianto elettrico assai malridotto, causò la morte di diverse persone (tutti islamici). In Italia e Germania le cose stanno meglio, ma ci vuol davvero poco. I lavoratori islamici sono fra i peggio pagati e più sfruttati, ai loro figli sono riservate le scuole più scalcinate, non c’è alcun riguardo per la loro cultura e nessun tentativo di aprire un dialogo, come tutti gli immigrati, non hanno alcun diritto elettorale (neppure per le amministrative) se non quando e se ottengono la cittadinanza, per loro non c’è promozione sociale di sorta. In queste condizioni, per quale miracolo dovrebbe esserci una integrazione e dovrebbero trovarci simpatici?

Prima di pronunciare certi giudizi sull’Islam, gli occidentali farebbero bene a farsi uno scrupoloso esame di coscienza e prima di blaterare di guerra di religione o scontro di civiltà, farebbero bene ad informarsi su cosa sia davvero il mondo islamico.

Questo doveroso esame di coscienza, però, non deve sfociare in un complesso di colpa inemendabile, che inibisce ogni giudizio critico sulla situazione e sui nostri rapporti con gli islamici. Ci sono i Giuliano Ferrara di destra, che immaginano gli islamici come un’unica massa di tagliagole fra i quali sarebbe vano fare qualsiasi distinzione e ci sono i Giuliano Ferrara di sinistra, che, parimenti incapaci di discernimento, immaginano gli islamici come un unico aggregato umano tutto positivo e verso nel quale sarebbe colpevole tentare ogni distinzione.

Allora è bene chiarire che, se non c’è ragione di non accogliere gli islamici nelle nostre comunità, però c’è islamico ed islamico. I terroristi, spero che saremo tutti d’accordo, sono nemici da combattere e non possiamo accettare commandos che scorrazzano per le nostre città ammazzando gente, vi pare? Non tutti gli islamici sono jihadisti, come dimostra la guerra civile in atto in gran parte di quei paesi. E non tutti gli islamici, per fortuna, sono fondamentalisti. E qui qualche distinzione ogni tanto tocca farla. C’è chi si indigna di questo discorso trovando scandaloso che si voglia distinguere fra islamici “buoni” e islamici “cattivi”. E’ proprio così: vogliamo distinguere fra “buoni” e “cattivi” (per usare questo linguaggio da asilo infantile). Prendiamo l’esempio dei tedeschi, in passato c’erano quelli che erano nazisti e quelli che non lo erano: possiamo distinguere? Gli americani: ci sono quelli del Ku Klux Klan e quelli che non sono razzisti e così via. Perché non dovremmo usare lo stesso metro per gli islamici? Per caso hanno uno statuto speciale, per cui sono tutti “buoni” e tutti portatori degli stessi diritti?

E qui veniamo ad un punto molto delicato: capire a quali condizioni ci possa essere accoglimento degli immigrati di fede islamica. Va detto molto chiaramente che ci sono dei paletti da fissare, per i quali noi non siamo disposti a rimettere in discussione alcuni capisaldi:

a- la prevalenza della legge (e della legge scritta) su qualsiasi altra forma normativa, quindi niente kanoon

b- l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge che presuppone la stessa legge per tutti, per cui niente corti islamiche o giurisdizioni speciali

c- la laicità dello Stato, l’uguaglianza di tutte le religioni e di tutte le convinzioni filosofiche, per cui niente “statuto speciale” per l’Islam come per chiunque altro

d- la parità dei sessi, per cui niente pratiche patriarcali e piena libertà delle donne islamiche al pari di chiunque altra

e- piena libertà di pensiero e di espressione, per cui niente censura neppure a tutela di qualche religione

Ovviamente non è affatto necessario che l’islamico che voglia entrare nel nostro paese muti le sue convinzioni, ma o si adatta a questa civiltà giuridica o è liberissimo di scegliere un altro paese più “affine” in cui immigrare.

Lo so: è un discorso poco simpatico e con una vena autoritaria, ma il diritto è per sua natura coattivo e non è possibile convivenza senza norme giuridiche.

Peraltro è assolutamente falso pensare che tutto l’Islam rigetti i punti appena indicati: ci sono scuole di pensiero perfettamente compatibili con essi. Comunque, va detto che la grande maggioranza degli islamici accetta tranquillamente quel quadro normativo. Non lo accettano i fondamentalisti che sono una piccola minoranza della cui compagnia possiamo volentieri fare a meno.

Allo stesso modo, è bene dire con la massima chiarezza che, sino a quando l’immigrato non acquisisce la cittadinanza, è un ospite nel paese che lo accoglie e, come tale, non può pensare di avanzare pretese come quelle di modificare costumi, abitudini, cultura locale. Ovviamente, cultura, costumi ed abitudini cambiano nel tempo, ma per scelta del popolo interessato e non per imposizione esterna. Per la stessa ragione non abbiamo mai creduto in quella solenne bufala che è l’esportazione della democrazia nei paesi non occidentali: ciascun popolo deve vedersela da solo sul proprio territorio. L’immigrato deve essere accolto, deve esserci osmosi culturale, è sacrosanto il rispetto delle sue convinzioni (nella misura in cui siano compatibili con le leggi del paese ospitante), ma è altrettanto giusto che egli rispetti le convinzioni e la cultura del posto in cui arriva. Rispetto reciproco.

Il punto è che la maggioranza degli islamici chiede di poter pregare in una moschea (e questo è un loro diritto indiscutibile), ma non ha alcuna pretesa di impedire la pubblicazione di vignette o libri che magari avverte come offensivi della propria fede (anche se ne chiede il rispetto, come è giusto che sia), non gli passa per la testa di chiedere la rimozione dei crocefissi o dei presepi (cose che è giusto lasciare alla libera scelta del gruppo di studenti di una classe o una scuola). Questo tipo di richieste, per la verità un po’ insolenti, sono tipiche dei fondamentalisti e non vanno mai accolte proprio per il motivo che vengono fatte da loro e con questo spirito (così chiariamo che io sono laico ed ateo, pertanto presepi e crocefissi mi lasciano del tutto indifferente, ma se mi trovo di fronte a richieste del genere, di crocefissi e presepi ne voglio il doppio).

Poi è necessaria un’opera di mediazione culturale, che sinora non è stata fatta, in modo da risolvere antichi livori e nuove incomprensioni e facilitare il dialogo fra le diverse culture, insisto: nel rispetto reciproco.

Dunque, spirito fraterno di accoglienza e nessuna discriminazione, ma anche chiarezza nella definizione delle condizioni di convivenza che non possono essere lasciate allo stato brado. I problemi si risolvono affrontandoli, non facendo finta che non ci siano.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (20)

  • C’è un passaggio in cui elenca principi quali uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, laicità, parità dei sessi e libertà di pensiero, per poi proseguire dicendo che chiedere il rispetto di tale quadro giuridico è “un discorso poco simpatico e con una vena autoritaria”. Io trovo sia il discorso che la sinistra nostrana (e non solo – penso ai liberal USA) dovrebbe riprendere e far proprio. Chiedere il rispetto della libertà altrui non è autoritario e i principi elencati sono la cosa migliore che la secolarizzazione e l’illuminismo hanno prodotto.

    • Matteo: ovviamente poco simpatico ed autoritario non è il rispetto dei diritti di libertà (ci mancherebbe!) ma il fatto che si subordini l’accoglienza degli immigrati al rispetto di queste regole, il che diventa una specie di forche caudine. Io vorrei accogliere tutti e conquistare tutti alla cultura dei diritti sociali e della libertà senza bisogno di strumenti coattivi come il respingimento, ma mi rendo contro che in queste condizioni è impossibile e mi adatto ad una realtà sgradevole. Tutto qui.

      • Non mi pare che neanche la Le Pen, Salvini e accoliti vadano in giro a cumular pigne di cadaveri sui marciapiedi…

        Per ora i cadaveri sui marciapiedi greci sono causati proprio da coloro che hanno imposto il multiculturalismo: il capitale.

        Chi difende i flussi migratori, in qualunque senso, è un amico del capitale.

        Le costituzioni e le leggi ci son già e sono universali: dobbiamo ribadire ciò che sbandieravano i borghesi liberali del ‘700? Siamo a questo punto?

        Dà fastidio a tutti (coloro che hanno un minimo di sensibilità) chi strumentalizza la sofferenza sociale: ma lo fanno tutti, in funzione delle frustrzioni dell’elettorato di riferimento.

        Quindi Professore, cosa facciamo, ci mettiamo al livello di Salvini e la Le Pen o guardiamo la “sostanza”, ovvero il progetto economico e di ingegneria sociale alla base di questa riedizione finanziarizzata del progetto nazista?

  • esiste un vecchio proverbio toscano che dice “chi non distingue e’ bestia”
    E bestie sono quelli che pensano di giudicare i loro simili suddividendoli per categorie.
    E’ vero che in generale gli islamici hanno una mentalita alquanto ristretta, sono rimasti indietro nel processo di evoluzione sociale.
    Ma l’occidente cristiano farebbe meglio ad accorgersi della trave nel proprio occhio prima di guardare la pagliuzza nell’occhio di colui che gli sta davanti. Occorre ricordare che qui da noi le ultime streghe sono state bruciate fino a poco prima della rivoluzione francese e che in nome della religione cristiana si sono compiuti numerosi e orrendi misfatti: dalla persecuzione del libero pensiero alle guerre di religione e non solo contro l’islam, ma anche tra cattolici e protestanti, e tra cattolici stessi. Guerre che hanno insanguinato per secoli l’Europa, un’Europa governata da feudatari rozzi, avidi e a volte analfabeti (analfabeta era persino Carlo Magno). Cristoforo Colombo personaggio crudele e violento anche se fervente cattolico, apri la strada al genocidio degli indigeni del continente americano perpretato sotto le insegne della croce.
    Nel sec XIX la bigotta Inghilterra vittoriana fece due guerre contro la Cina per imporre il traffico di oppio.
    E che dire dei capimafia con decine di morti sulla coscienza che sono religiosissimi? Uno di questi tal Enrico De Pedis
    considerato di fede esemplare dal cardinal Poletti fu da questi inumato nella chiesa di S.Apollinare a Roma insieme alle reliquie dei santi.
    E’ opinione tanto diffusa quanto sbagliata che la religione cristiana in quanto portatrice di un messaggio di pace e di amore, aiuta le persone ad essere piu’ buone.
    Il fatto e’ semplicemente che ognuno trova nella religione ne piu’ ne meno di quello che ci vuole trovare, una persona buona ci trovera’ quello che c’e’ di buono, un malvagio ci trovera’ la giustificazione ai suoi crimini.
    Secondo i vangeli Gesu’ disse che si deve amare il prossimo, ma disse anche “io non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.
    Nella Bibbia, che io considero la mitologia di un popolo barbaro, esiste la figura dell’angelo sterminatore, ed esiste anche
    il popolo eletto, concetto squisitamente razzista. Per una tragica ironia della sorte gli ebrei ne sono rimasti vittime,
    anche se adesso si stanno rifacendo sui palestinesi.
    E per quanto riguarda le altre religioni vale lo stesso discorso.
    Ecco perche’ non possiamo sentirci tanto migliori dei musulmani

  • Chi fa propaganda sui problemi dell’immigrazione e non ha soluzioni da proporre, alimenta le paure per prendere voti. Così facendo però quei problemi li degna di uno sguardo e ci obbliga a vederli.
    È questo il paradosso. Da quando una parte (ampia) della sinistra si è data la missione di negare l’esistenza del problema, accusando di razzismo chiunque ne veda o ne viva gli effetti, i beceri sono diventati più sensibili dei raffinati.
    Magari sbraitano, ma almeno parlano della realtà. Non avranno soluzioni, ma non rinunciano a chiamare le cose per nome. È naturale che molte persone di sinistra provino un misto di ammirazione e gratitudine. Non sanno più a chi dare il voto ma sanno benissimo a chi non darlo più.

  • La mia convinzione è la seguente: c’è una guerra in atto fra occidente i islam. Ora questa guerra può essere combattuta ad un livello superiore confrontando la capacità di ciascuno di venire incontro ai bisogni intimi dell’uomo: ed è proprio qui che l’occidente si dimostra debole fragile e battibile. Ecco perché un imam ha potuto dire in una intervista televisiva che l’islam conquisterà Roma, è solo questione di tempo! Ed ecco perché finiamo col confrontarci con loro solo sul piano brutale dello scontro fisico, perché ci stiamo auto annientando sul piano spirituale. E lo dico da ateo!

  • io non conosco nessun musulmano,conosco forse un pò di storia e le vicende che hanno caratterizzato la lotta tra i cristiani e i musulmani a partire dalle crociate e posso credere che il mondo musulmano rispetto al mondo cristiano-occidentale è senz’altro radicalmente diverso per una valanga di ragioni: sociali, ambientali, culturali, religiose e tutto quanto di altro che già sappiamo; però quando si parla di integrazione io comincio ad avere qualche mal di pancia: come è possibile integrare due concezioni della vita così diverse tra islam e cristianesimo?
    l’unica ragione per cui essi possano conciliarsi e convivere è semplicemente l’adesione alla società occidentale di consumo o alla causa proletaria; siccome una ha fallito il suo compito storico, la seconda, non resta che l’adesione alla prima se vogliamo una perfetta integrazione; ma da questo punto di vista, da parte musulmana c’è molta più resistenza ad aderire a questo sistema che non da parte cristiana ed è per questo che si creano conflitti e l’integrazione viene meno.
    quindi il problema dell’integrazione è appunto la resistenza che il musulmano fa all’adesione tout court al sistema di consumo occidentale.
    per questo spesso trovano simpatia presso gli estremisti di sinistra i musulmani in quanto resistenti all’ordine mondiale capitalistico.
    quando al potere c’erano ancora saddam e gheddafi, questi problemi erano molto meno sentiti perché la secolarizzazione di quei paesi in senso laico portava ad un annientamento lento ma regolare ai valori dell’islam radicale e jhiadista verso un atteggiamento mentale più laico e consumista.

    ma qualche genio occidentale ha pensato bene di utilizzare le sacche del fondamentalismo islamico per combattere questi dittatori, ma guardandosi bene dal non toccare i fondamentalisti per eccellenza, cioè i sauditi, perché servivano come alleati.

    insomma, per chi sà guardare oltre al proprio naso conosce bene le cause del contrasto islam-occidente, chi invece è ignorante come una capra e ha deciso di mettere il proprio cervello nelle mani di salvini e company non può che credere e prendere per vero il fatto che i musulmani vogliono sgozzarci tutti.
    anche i musulmani hanno i loro salvini e non sono altro che i sobillatori di teste calde facili all’odio, alla violenza, perché sono in una situazione psico-socio-economica molto più disperata dei “salvinisti” di casa nostra.

    l’ignoranza la fà dunque da padrona, così come a casa loro, come a casa nostra; solo che noi abbiamo ancora la pancia piena, loro ce l’hanno semivuota, loro ci credono veramente nel jhiad, i nostri leghisti hanno solo paura per mancanza di informazioni corrette.
    è facile diventare dei razzisti con la pancia piena e la buona famigliola unita alla messa della domenica mattina: è già successo in germania circa 80 anni fa.

    saluti

    victorserge

  • L’articolo del Professor Giannuli è interessante, ma a mio giudizio pecca un po’ di terzomondismo. Per capire la reale dinamica dei rapporti Occidente-Islam, vanno considerati due aspetti che il Professor Giannuli trascura: il primo, e che si tratta di due civiltà espansioniste e arroganti, convinte entrambe di essere ciascuno il migliore dei mondi possibili, e che quindi il resto del mondo abbia bisogno del loro messaggio, il che, unito anche alla vicinanza geografica, ha portato spesso ad inevitabili scontri fin dal tempo delle crociate: il secondo, probabilmente il più importante, è che l’Islam, da questo scontro plurisecolare con l’Occidente, è uscito sconfitto, una sconfitta certificata con la soppressione del titolo califfale da parte di Mustafa Kemal nel 1923, ed essendo, come detto sopra, una civiltà arrogante (al pari di quella occidentale), i musulmani non sono stati capaci di elaborare nè una profonda autocritica, nè un autentico progetto di riforma sociale e culturale, svantaggiati in ciò tanto dal venir meno dell’unico vero punto di riferimento politico-istituzionale che avevano avuto dai tempi del Profeta Maometto (invito tutti a riflettere bene su cosa abbia rappresentato il Califfato per i musulmani, e l’impatto che ha avuto la sua soppressione sull’evoluzione della loro storia), quanto dall’assenza di una gerarchia ecclesiale, che potesse convocare l’equivalente islamico del Concilio Vaticano Secondo. Quest’ultimo aspetto è focale, perchè non avendo avuto la capacità, o la volontà di assumersi le proprie colpe, i musulmani, inconsciamente o in malafede, hanno finito con il proiettare sull’Occidente tutte le proprie frustrazioni e tutto il proprio disagio, che va oltre i meri fattori socio-economici, il che ha costituito il vulnus da cui poi è stato partorito il radicalismo islamico. L’argomento meriterebbe uno spazio maggiore di quello che sto rubando, il che mi impedisce di essere pienamente esaustivo, ma spero di aver fornito degli spunti utili alla riflessione di coloro che ne sono interessati.

    • guardi che esiste un solo radicalismo o fondamentalismo: quello religioso (non fa differenza tra cattolico o islamico) perché si basa sui dogmi. E il cattolicesimo di dogmi ne ha da vendere

  • “..Salvini può dire … “ci sono milioni di islamici pronti ad ucciderci sul pianerottolo di casa”!

    Ma quanto e’ grande il pianerottolo della casa di Salvini?

  • PROF, condivido le sue osservazioni, il punto c – La laicità dello stato – è il punto più importante,non dico la soluzione, ma un buon passo avanti per un’integrazione civile,rispettosa di tutte le confessioni religiose. Mi chiedo però se la nostra chiesa cattolica è disposta a fare un passo indietro rispetto alla posizione istituzionalizzata e dominante che mantiene dal 1929 con i patti lateranensi nel nostro paese . Credo proprio di no. Dopo i fatti di Parigi (anche prima) si è fatto un gran parlare di tolleranza religiosa, in fin dei conti sono sempre le religioni che cercano quel sentire comune,il dialogo interreligioso, convivenza reciproca, tutte belle parole, in realtà non si sopportano e cercano sempre di prevalere una sull’altra. Sono ateo e non ho mai visto due atei litigare o scannarsi per stabilire chi è più ateo dell’altro,le religioni sì… e lo fanno da secoli. Forse sono un laico fissato ma è da uno stato laico che tutto deve partire.

  • In pratica si chiede all’Islam di secolarizzarsi, secondo voi è possibile? Io ne dubito. Quantomeno ci vorranno cinquecento anni come per la Chiesa.

  • L’islam attualmente nello scenario mondiale é una religione guerriera e virile; i gueriglieri islamici non temono la morte, si sacrificano volentieri per la propria fede e per il proprio popolo credente. Si può dire tutto ciò per l’attuale parodia di un cristianesimo vigliacco e impotente, per l’occidente porcilaia, in piena crisi economica e demografica? No assolutamente no.La “femminizzazione” in atto di intere generazioni di giovani maschi occidentali, conseguenza diretta dell’ateismo e della laicizazione forzata dell’occidente, con una sorta di cristianesimo decadente, languido, svirilizzato,una religione da femminuccie isteriche, che si vergogna del proprio passato e chiede continuamente scusa, non può portare che allo stato attuale di impotenza e di resa incondizionata. In conclusione sbagliano sia Salvini che madame Le Pen e concordo con D’Alema, la vera arma di distruzione di massa degli islamici, non è il terrorismo, ma il ventre fecondo delle donne islamiche.L’occidente che vede alla guida degli USA un africano e che se continuerà su questa strada della decadenza una suora sul soglio petrino,la guerra di religione in atto con l’islam, l’ha già persa in partenza.Servirebbe una nuova sacralizzazione dell’occidente con nuovo sacro romano impero, un nuovo Carlo Magno,una fede religiosa e non ideologie fallimentari,dogmatica e irriducibile, un cristianesimo virile e guerriero, ecco cosa servirebbe all’occidente porcilaia. Per vincere l’attuale guerra di religione, non servono certo le varie Oriana Fallaci, femmine sterili isteriche, emancipate, degne rappresentanti dell’occidente-porcilaia.

    • Gherardo Maffei (alias Germano Germani), sei proprio sicuro che Evola sarebbe d’accordo con le tue affermazioni? Tutto questo entusiasmo per l’islam abbracciato così in toto, senza cogliere distinguere scegliere non mi convince affatto e soprattutto non si fa capire.

    • non voglio offendere nessuno, ma il concetto che la guerra e’ virile e’ un concetto tipicamente fascista e basato su un malinteso senso della virilita’. La crisi dell’occidente non e’ affatto dovuta al venir meno della fede cristiana, ma all’avere trasferito all’estero le attivita’ produttive, chi lo ha fatto meno, vedi la Germania che ha puntato su una produzione di qualita’, oggi si trova meglio. E il fatto che la popolazione non cresce e’ conseguenza della crisi, il papa puo’ predicare finche’ vuole di mettere al mondo figli, ma lo vada a dire alle famiglie che non arrivano alla fine del mese. In quanto a caldeggiare la guerra santa contro l’islam, e’ pura follia, e dimostra il fatto che il fondamentalismo non riguarda solo i mussulmani. Dopo lo scoppio della prima bomba atomica Einstein disse :
      “tutto e’ cambiato, meno il nostro modo di pensare” e non mi meraviglierei se prima o poi si tornassero a bruciare streghe e eretici, poiche’ il germe del fanatismo e’ ancora tra noi, nascosto nelle pieghe dell’irrazionalita’ e attende solo di essere risvegliato.

  • Il suo articolo è sicuramente condivisibile professor Giannuli, ma a mio giudizio trascura totalmente un fattore fondamentale dell’attuale situazione politica mondiale: il terrorismo false flag.
    Mi spiego meglio; è mia convinzione che l’attacco al giornale satirici francese non sia affatto venuto da islamici il cui massimo ruolo sospetto possa essere stato quello di vittime sacrificali, mi riferisco ai personaggi indicati come terroristi e puntualmente terminati dalle forze speciali, ma da ambienti di servizi di un qualche paese occidentale, Israele forse, interessati a rinfocolare l’odio verso il musulmano e a spaventare l’opinione pubblica europea per seguire l’esempio americano post 11 settembre del Patrioct Act.
    Partendo da questo presupposto tutto il discorso della paura dell’islamico alle porte subisce un certo ridimensionamento pur rimanendo in piedi, come è ovvio, il problema dell’accoglienza di persone con diverse religioni e tradizioni rispetto alle nostre.

  • E’ veramente sconcertante vedere il doppiopesismo e l’ipocrisia dei nostri politici camerieri che condannano giustamente e si strappano le vesti quando qualche islamico o supposto tale, forse non basta che uno gridi che ha vendicato il Profeta e Allah Akhbar mentre spara a qualche vignettista e poliziotto per identificarlo come sicuro islamico , compiono atti terroristici da noi mentre li etichetta come rivoluzionari aiutandoli anche finanziariamente quando ad esempio fanno le stesse cose in Siria o in Libia.
    L’ipocrisia e i doppi standards evidentemente rappresentano la cifra del nostro occidente oggi.

  • un’obiezione che viene posta da alcuni è che noi, accettando la presenza dell’islam, perdiamo la nostra cultura, le nostre radici. Già, ma quale cultura, quale radici? Noi abbiamo più radici, non solo quelle cristiane. Abbiamo più culture, c’è quella di destra e quella di sinistra, c’è quella cristiana, ma anche quella illuminista, quella libertaria, ecc.. Piuttosto, (e questo non riguarda l’islam, ma noi), siamo ancora in difficoltà a far convivere queste culture tra noi. Il cattolicesimo pretende ancora posizioni di privilegio, e le ottiene purtroppo. Chi gestisce l’insegnamento della religione nella scuola? Risposta: una cultura di parte che non vuole una vera laicità dello stato. Diciamolo chiaro e tondo: la chiesa cattolica se ne fa ancora un baffo del concilio vaticano II. I suoi privilegi se li tiene ben stretti. Io sono convinto che le religioni rappresentano sempre una miccia accesa perché il loro dogmatismo (e aggiungo per il cattolicesimo anche il culto dell’autorità) impedisce una parità di fatto. Le religioni (islam e cattolicesimo in primis) insegnano il dogmatismo soprattutto ai bambini, quando ancora le capacità critiche sono deboli. Ecco perché il cattolicesimo ci tiene tanto a farsi finanziare le sue scuole. In più il cattolicesimo è uso a controllare le coscienze con la confessione e il catechismo.

  • alessandro smerilli

    Nulla di nuovo professore. Quando mio nonno e quello di Gasparri emigrarono degli Stati Uniti furono esaminati a Ellis Island e accettarono una quantità i condizioni. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204608265381613&set=a.1226543578754.2032813.1083969578&type=1&theater
    In particolare dichiararono di non essere poligami e nemmeno anarchici (il comunismo all’epoca non era stato ancora preso in considerazione). Quelli che dichiararono il falso come Sacco e Vanzetti fecero in seguito una brutta fine. Per la cronaca a mio nonno Lammerica non piacque e tornò presto indietro. Probabilmente fece la stessa cosa il nonno di Gasparri. Purtroppo. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204608260701496&set=a.1226543578754.2032813.1083969578&type=1&theater

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