Nichi: detesto dirlo… ma te lo avevo detto
A quanto pare Nichi Vendola inizia a capire quale solenne cappellata ha fatto con l’accordo di luglio con Bersani e sta vigorosamente sterzando a sinistra: referendum sull’articolo 18 in compagnia di Fiom, Idv, Fds, rilancio dei matrimoni gay ecc. ecc. Ed inizia ad avere dei dubbi sula sua partecipazione alle primarie. Ma prendiamo il discorso dall’inizio: primarie di cosa? Personalmente non ho mai pensato che fossero una grande trovata (non a caso fu una idea di Prodi che non ne imbrocca una), ma, in ogni caso, questo sistema di scelta del candidato Presidente del Consiglio necessita di due presupposti:
a-che il sistema elettorale sia maggioritario e contenga l’indicazione del candidato premier
b-che le elezioni si facciano su coalizioni e che il premio tocchi alla coalizione.Infatti: se il sistema è proporzionale o, comunque, non garantisce che qualcuno abbia una maggioranza precostituita, ovviamente occorrerà comporre un governo di coalizione dopo le elezioni ed, a quel punto, si sceglierà davvero il Presidente del Consiglio. In secondo luogo è ovvio che il premio deve andare alla coalizione elettorale e non al singolo partito, perché altrimenti non ha alcun senso fare coalizioni: se il premio va al partito ognuno va per i fatti suoi ed, anzi è opportuno che eventuali partiti minori non presentino proprie liste, ma entrino in quella del partito alleato maggiore. Ma, a quel punto, a che serve fare primarie di coalizione se la coalizione non si fa?
Immaginate una cosa: si fanno le primarie e vince Vendola, che diventa il candidato Presidente del Consiglio della coalizione Sel-Pd, ciascuno con sua lista. Poi il premio se lo prende il Pd (mi sembra difficile che Sel possa prendere più voti del Pd) che, magari non avendo abbastanza seggi al Senato, decide di allearsi con l’Udc, che pone il veto su Vendola: cosa è, la commedia dei matti?
Oppure Pd e Sel fanno lista unica, Vendola è il candidato però dopo ci si trova nelle condizioni di fare un’alleanza stile Monti: Sel che fa, entra nella maggioranza con Casini e Fini?
Dunque, è ovvio che le primarie hanno senso solo se resta il Porcellum, ma non ne hanno più se si cambia sistema. E già questo dice che solenne fesseria è stata quella ipotesi di accordo prima ancora di sapere con che legge elettorale voteremo.
Ma ci sono poi questioni di merito politico ben più “pesanti”:
a-appena Vendola si è azzardato a sottoscrivere la richiesta di referendum, nel Pd è successo il pandemonio; è di oggi la notizia della lettera di trenta deputati (29 assoluti Carneadi più Beppe Fioroni) del Pd che chiedono di escludere Vendola dalle primarie e tutto fa pensare che, anche nell’improbabilissima ipotesi che Nichi le vinca, c’è da dubitare sul sostegno leale di bei pezzi del Pd;
b-invece, il candidato che sembra avere qualche possibilità di battere Bersani è Renzi (magari con un aiutino del Cavaliere, ma su questo diciamo dopo), ammettiamo che vada così, Nichi che fa? O entra in una coalizione diretta da Renzi (un film dell’orrore, direi) oppure abbandona la coalizione, ma violando il patto per cui, dopo essersi presentati alle primarie, poi si sostiene lealmente il vincitore.
c-Anche nel caso di persistenza del Porcellum, non è affatto garantito che la coalizione di sinistra vinca al Senato, anzi direi che è più probabile il no che il si. A quel punto o si imbarca Casini o, più probabilmente, si fa un nuovo governo tecnico (magari con Passera o Cordero di Montezemolo) e Sel si trova legata mani e piedi a questo carro.
Peraltro, è sin troppo ovvio che, in mancanza di una coalizione, le primarie diventano solo una sorta di congresso surrettizio con il quale Renzi cerca di scalzare Bersani. A quel punto, se congresso deve essere, tutti si misurano i muscoli per pesare nelle trattative (Civati, Boeri, Spini, Bindi, l’Anima Bella, i veltroniani, Tabacci, e, -perché no?- il mago Othelma, Cicciolina ec ecc), anche perché il sistema a doppio turno incoraggia esattamente questi comportamenti al primo. A parte il fatto che questo dà una immagine da circo equestre al Pd che, ormai, è una fricassea di partito, che ci fa l’esponente di un altro partito in questo “festival del narciso”?
Dunque, ormai è chiaro che l’incontro di luglio vale quanto quello di Vasto e chissà quanti altri: un accordo politico che dura da Natale a Santo Stefano… Ormai è archeologia.
Ma veniamo a Renzi, che ha riscosso le lodi del Cavaliere che è arrivato a dire che “ha le nostre stesse idee” (e questa è davvero una notizia: che Renzi abbia delle idee). Una uscita inconsueta per il Cavaliere per il quale già Madre Teresa di Calcutta è sospetta di comunismo. Ma, “mi consenta”… strana per qualsiasi leader politico dalla vigilia delle elezioni: ve lo immaginate Obama che dice “se il candidato repubblicano è X, praticamente non c’è differenza fra me e lui”? La spiegazione più benevola può essere questa: il Cavaliere ha fiutato che “non è aria”, che le elezioni il Pdl, con lui o senza di lui, le perde e, pertanto, sta decidendo di ritirarsi.
Ma, dopo aver annunciato con fragore la sua nuova discesa in campo, deve trovare un motivo plausibile per farlo senza perdere la faccia. La candidatura Renzi potrebbe essere quello che ci vuole: visto che il Pd finalmente non è capeggiato da un comunista, il Cavaliere non ha più la missione di scendere in lotta per difendere l’Italia dal Comunismo.
Ma ci può essere una interpretazione più maligna: il Cavaliere sa di perdere, a questo punto appoggia Renzi già da ora (spazio televisivo, appoggi internet, denaro, al limite gente che va a votare per lui), ma il beneficiato, una volta vinto, gli garantisce il ritorno alla grande coalizione. E magari: Monti a palazzo Chigi (per continuare a salvare il paese), Renzi vice premier o capo del Pd, Casini Presidente della Camera e Berlusconi presidente del Senato, ministro degli Esteri o… magari, che ne dite del Quirinale? In fondo se lo sarebbe meritato per il senso di responsabilità dimostrato sostenendo lealmente Monti. O no?! O magari con un leader duttile come Renzi –che, se la memoria non mi inganna, è già stato ad Arcore- si può anche trattare qualche legge che blocchi le noie processuali… Insomma ci si può capire.
Personalmente, una vittoria di Renzi alle primarie mi divertirebbe moltissimo: in primo luogo perché un incapace del genere finirebbe di smontare il Pd in men che non si dica. Poi perché penso che anche il più tetragono custode della memoria del Pci, sarebbe costretto a prendere atto che il Pd non è il Pci in uno dei suoi più riusciti travestimenti, ma un’altra storia. Anzi, direi un’altra narrazione. Ve l’immaginate: “Pd, circolo Escrivà de Balaguer” “Circolo Don Giussani”….
Poi sarebbe tutto più chiaro: niente artificiose differenze fra partiti. Tutti montiani. E poi, pensate alla faccia di Veltroni, D’Alema, Bersani, Fassino, Franceschini, ecc ecc tutti rottamati di colpo! Ci sarebbe da ridere per un mese di seguito.
E magari, verrebbe fuori un decente partito di socialista come in Francia.
Vai Matteo, “facci sognare!”
Aldo Giannuli
aldo giannuli, berlusconi, bersani, elezioni, fioroni, foto di vasto, matteo renzi, monti, nichi vendola, pd, pdl, porcellum, primarie pd
oreste
Scusi l’off-topic, ma, cosa pensa invece dei movimenti e partiti (bisogna sottolineare abbastanza particolari) che stanno sorgendo? Mi riferisco nello specifico a “vogliamo vivevere” di Emilio Fede, “Fermare il declino” di Giannino e Zingales e il “Partito della rivoluzione” di Sgarbi?
mgm
caro A G, il tuo pezzo dimostra che ormai il buon senso, cioè mettere insieme i dati elettorali e politici, è diventato “rivoluzionario”
anche su Marchionne, sull’art 18 da estendere ecc. “non è bello dire l’avevamo detto” ma insomma…
Andrea T
Grande Prof!
Anch’io sostengo che la vittoria di Renzi sarebbe una vera manna dal cielo per rompere il giocattolo.
In un solo colpo si otterrebbe:
– la rottamazione dell’oligarchia (rappresentazione plastica di quella “legge ferrea” esposta nel famoso saggio di Michels, ormai più di un secolo fa) che controlla l’apparato di questo aborto di partito (tra l’altro, ironia della sorta, denominato “democratico”).
– l’esplosione delle contraddizioni generazionali e politiche (socialdemocratici vs. democristiani).
L’evoluzione non potrebbe che sfociare in un collasso incontrollabile di quella che è, secondo me, una delle più ambiziose operazioni di “cattura” della sinistra e del suo potenziale dirompente, in un Paese assolutamente conservatore come l’Italia, governato da interessi incrostati al potere da decenni e decenni.
giandavide
molto condivisibile. sono contento che vendola si sia accorto che queste primarie del pd erano roba sa 118, anche se poteva pensarci prima.
e anch’io qualche giorno fa mi chiedevo se era il caso di dare un voto all’odiatissimo renzi, con l’unico intento di fare danni nel pd.
certo, se renzi vince, il fatto che rottami tutti non è assolutamente detto ( non è un congresso d’altra parte), ma come minimo avremo davanti una bella scissione del partito, una scissione in cui suppongo che i veltroni e i dalema debbano rassegnarsi ad affidare al voto popolare le loro possibilità di rielezione, voto popolare che non sono del tutto certo si concentrerà sulle cariatidi pd. d’altra parte la situazione è paradossale soprattutto perchè renzi, tra voto degli scontenti e voto del centrodestra, potrebbe totalizzare preferenze alle primarie totalmente ingannevoli, in quanto si tratta di gente che poi non lo voterebbe. ma d’altra parte renzi è anche una scorciatoia per il montismo (ma perchè chiamarlo montismo? si potrebbe chiamarlo anche passerismo) e per le larghe coalizioni, e sotto questo aspetto sarebbe catastrofico. come al solito la sinistra italiana pone sempre l’elettore nel dubbio: o li voto in modo che non vincano cose orribili ma situazioni poco meno peggio, o non li voto, così imparano e si autodistruggono, sperando che si rifondi una nuova sinistra.
ed è così che fregano l’italiano: gli fanno credere che si levano dai piedi in caso di vittoria di berlusconi, salvo il fatto che perdono da 20 anni e sono sempre là. come si spiega? semplicemente con il fatto che non basta per farli andar via. credo che ci vogliano segnali molto più chiari: io propongo una manifestazione con richiesta referendaria di firme per rimuovere i baffi da d’alema e attaccarli in uno scopino da cesso, per poi mettere tutto in una teca e fare un bel monumento alla seconda repubblica: se il referendum vincesse sarebbe un segnale chiaro che certa gente non la vogliamo più. forse ci sarebbero anche proposte più concrete di questa, ma spero di rendere l’idea.
paola sala
Professore con questo articolo mi ha spaventata!! la vittoria di Renzi mi sconcerta anche perche’ molte persone lo stanno prendendo sul serio, pensano che veramente sia il nuovo che avanza. lo scenario, in caso di vittoria del sindaco di firenze e’ alquanto tetro, a questo punto ci tocchera’ veramente guardare al movimento 5 stelle come unica opposizione. mi viene voglia di nascondere la testa sotto la sabbia ed essere contenta di vivere fuori dall’italia
Vincenzo Cucinotta
Pur concordando nelle conclusioni, trovo che la questione del rapporto tra primarie e legge elettorale non sia il punto fondamentale. Anche se si votassero coalizioni, è dal punto di vista politico che vendola non ha spazio. Ho davvero difficoltà a capire come un politico ormai di lungo corso come lui, possa non essersi reso conto di quanto la fase del governo Monti abbia cambiato, direi irreversibilmente, la politica italiana e la collocazione stessa del PD.
Renzi è una spina nel fianco della dirigenza PD e quindi del PD stesso visto che le due entità in definitiva coincidono, e poi non sottovaluterei la contraddizione già a livello istituzionale creata dal sovrapporsi di un congresso alle primarie, e quindi di due distinte figure di leader, il segretario eletto in sede congressuale e il candidato a premier eletto nelle primarie: un pasticcio enorme.
Ho scritto su questi argomenti anche sul mio blog, e chi fosse interessato a una formulazione più dettagliata può andare al seguentre link:
http://ideologiaverde.blogspot.it/2012/09/ed-anche-vendola-si-e-perso-il.html
Damiano Binetti
Ciao Aldo.
Certo che pensare che in Italia sia ancora possibile creare una Sinistra politica, sociale, culturale, di lotta ed associare questo sogno ad individui come Vendola, Bersani o Renzi, x un marxista come me, è vomitevole.
Meglio un sano astensionismo come ormai si fa da anni o un ripiegamento verso la cancellazione del partitismo di facciata proposta dal Movimento 5 Stelle?
Saluti
Antonio
è andato ad Arcore di nascosto, almeno così credeva lui, ma il giorno dopo Berlusconi si è subito precipitato a dirlo al mondo intero ! che genio !
nicolantonio
Non capisco questo livore nei confronti di Renzi. Dott. Giannuli ma Lei che competenze amministrative ha?. Il suo modo di discutere di politica è molto ottocentesco. In un paese civile nessuno si scandalizzerebbe se un candidato di centro sinistra chiedesse i voti al centrodestra, purtroppo la mentalutà vecchia ( di cui Lei dott. Giannuli è massimo esponente) ha rovinato l’Italia.
Saluti
Forzutino
Che Renzi sia un Berluschino lo vado dicendo da quando è diventato sindaco di Firenze e non perde occasione per darmi ragione (a favore del nucleare, contro la Fiom, a favore di marchionne, ecc. ecc.). Secondo me, però, non dobbiamo esagerare. Delle idee ce le ha, solo che sono di destra.
makno
gentile prof giannuli, a mio modesto parere il buon vendola si sta dimostrando ahimè un veltroni un pocopiù a sinistra ed altrettanto ciarliero, accomodante, inclusivo e dunque inconcludente che oltre a mancare di solide basi politiche ed economiche, e lei mi potrebbe obiettare e quale politico-monti compreso- ce le ha, risulta labile anche dal punto organizzativo. per quel poco che ho visto di sel nel mio territorio debbo dire che non sono molti distanti dal movimento 5 stelle, ossia quasi il vuoto pneumatico. ma forse nella sua puglia non è così. eppure il buon vendola avrebbe avuto praterie davanti a sè, cercando di associare intorno ad una organizzazione un pelo decente interi spezzoni del PD,area ex ds per intenderci, l’idv rifonda, socialisti e radicali compresi, insomma qualcosa che si sarebbe potuto avvicinare al 25 -27% , una sorta di syritza in salsa italica un poco più sgamata e con le idee più chiare: tipo nazionalizzazione dei maggiori istituti bancari, l’istituzione di un fondo sovrano in grado di impiegare risore per creare buona occupazione e ricerca e innovazione,e non basso assistenzialismo o baracconate già viste, ricambio generazionale vero ad iniziare dalla presidenza della repubblica. ma ahimè sembra che un impresa di tal genere sia ancora lontana dal trovare il proprio demiurgo. in attesa di una sua le rinnovo con stima e cordialità makno
pierluigi tarantini
Caro Aldo,
sembrerebbe, vedi dichiarazioni di Vasto, che Vendola abbia sentito tutti coloro ai quali il patto di luglio aveva provocato il voltastomaco.
E l’aver dichiarato che <> dopo aver sottoscritto i referendum mi fa sperare che, finalmente, ci sia, perlomeno in fieri, un’opzione di impegno e di voto praticabile.
E se così sarà le primarie del PD appariranno per quello che sono: fuffa!
pierluigi tarantini
Ps.
l’inserto virgolettato del commento che precede è il seguente: Vendola ha dichiarato che il presupposto è la ricostruzione della coalizione. Il centrosinistra è un popolo dal quale non è possibile immaginare l’assenza dell’Idv.
rosario
Bellissimo articolo! Perfido al punto giusto, ma denso di considerazioni molto realisstiche. Sarebbe ora per Vendola di provare a sfidare le utopie che molto bene sa esprimere. Lo dico in senso positivo, perchè adesso è il momento di proporre l’idea che un altro mondo è possibile, un’ altra politica è possibile, magari non nella prossima legislatura, ma bisogna riattivare con nuove energie quella frana che seppellirà il vecchi sistema delle alleanze opportunistiche messe insieme solo per conquistare il potere. Non di quelli infatti che pensa citando McLuhan “…il medium è il messaggio”. No,per me il mezzo,la tecnica, non sono il messaggio, i messaggi sono contenitori concreti di idee che sviluppano concrete soluzioni di società. E se Vendola ha idee concrete, si svincoli da alleanze tecniche che lo porterebbero al potere ma lo corromperebbero nell’anima.
Andrea M
Forse sarò un po’ off topic, ma a me pare che spesso, troppo spesso, si cerchi la scorciatoia per cambiare le cose. Cosa serve andare al governo se la popolazione non lo sostiene realmente? Esempio pratico: cosa serve fare una legge antidiscriminazione se la discriminazione è in realtà dilagante nel tessuto sociale?
Devo dire che anche a me piacerebbe frantumare il PD nelle venti, trenta, cinquanta anime che lo compongono e aggregare attorno ad un tavolo una vera sinistra che ormai si lascia addomesticare pur di provare a cambiare qualcosa ma, temo che non vi sia possibilità di agglomerare il meglio del PD che, nel caso, ne uscirebbe distrutto. Forse è un po’ ingenua l’ipotesi che quelli che continuerebbero con forza a far politica siano gli stessi che la fanno per il bene comune e non per l’interesse personale o, almeno, ci sarà questa tendenza sull’intero campione.
Credo sinceramente che il problema della sinistra sia causato nell’individualismo che è, grossomodo, il punto focale culturale del capitalismo. Forse ancora non è ben compreso il fatto, forse lo si considera come il pedale di accelleratore del consumo ma la mancanza di comunità e famiglia (nel senso di famiglia larga che si sussiste a vicenda e non madre padre e , eventuamente, figli) non è solo quello, incide pure nella cultura politica, nel confronto, divide e disumanizza. Come facciamo a far diventare compagni (mica si nasce!) gente che non esce di casa? Che non si guarda attorno curiosa? O che l’unico divertimento è la sbronza colossale il mercoledì o il sabato sera? Bisogna ripartire da qui, dai centri di distribuzione di idee, dalla loro valorizzazione umana e dal rigetto della individualizzazione della società. Credo di essermi dilungato parecchio, ma credo che “il nuovo” bisogna costruirlo dal basso, tassello dopo tassello, casa per casa, città per città. Bisogna pensare lontano, insomma. La ringrazio per le analisi che propone che sono sempre fonte di ispirazione.
Vincenzo Cucinotta
@Andrea M
Credo che l’individualismo sia il problema principe della nostra società, e non sottovaluto certo l’influenza che le condizioni materiali della nostra esistenza possono esercitare sul nostro modo di pensare.
Tuttavia, credo che il problema fondamentale sia sempre di natura ideologica.
Dal ’68, siamo usciti credendo di poter coniugare giustizia sociale, ridistribuzione economica, con il libertarismo, che in italiano (al contrario dell’equivalente in inglese) significa scardinare le tradizioni etiche della nostra società, in nome della più totale libertà individuale.
Poco importa che il risultato di tale esaltazione delle scelte individuali conduca all’omologazione più completa dei comportamenti effettivi, a quanto pare la persona oggi tiene a rivendicare perfino la libertà di andare dietro all’ultimo messaggio pubblicitario.
Soprattutto però, rimane problematica la convivenza del libertarismo dei costumi con una socializzazione a livello economico. Di fatto, dopo una più o meno forte resistenza durante gli anni settanta, del ’68 rimane soltanto un cambiamento dei costumi sociali, del tutto coerente con un ordinamento liberale, mentre le differenze di reddito, come noto, si sono esalatate enormemente. Per chi come me ha fatto il’68 militando in una formazione di estrema sinistra, proprio un risultato da autentico pirla 😀
Non so se il mio intervenmto risulti convincente, ma almeno le ho strappato il primato di OT !
Andrea M
Mi piacerebbe ribatte approfonditamente sul ’68 e sui perchè è uscito questo o quello ma non essendone stato testimone temo che qualsiasi mio intervento su quel movimento sia molto filtrato da racconti e non abbia la stessa forza di chi vi ha militato 🙂
giandavide
mah, l’individualismo mi sembra un concetto a ui non ci si può aggrappae troppo: nietzche già nel secolo xix aveva notato che non si possono più usare gli uomini come materiali da costruzione per progetti di società. eppure nel novecento avrebbero continuato a provarci, anzi diciamo che l’uomo non ha mai smesso di provarci. d’altra parte l’individualismo e la modernità non possono diventare un pretesto per affermare che la società possa essere cambiata, nè tanto meno per mettere in contrapposizione individuo e libero arbitrio, considerando quest’utimo minacciato dall’omologazione conseguente dal primo.
certo, dopo gli anni sessanta tutto è diventato ancora più frammentato, ma io non credo tanto che il problema siano i punti di vista individualistici, atteggiamenti la cui rilevanza viene molto giustamente ridimensionata in “come pensano le istituzioni” di mary douglas, che pone invece l’attenzione sulla conformazione istituzionale.
ecco il problema penso che sia soprattutto la presenza in italia di istituzioni stupide, devastate da vent’anni di berlusconismo, e che sono completamente incapaci di fornire delle prospettive e dei valori che incanalino le pulsioni individuali verso la società. insomma strutture concettuali che mancano a causa dell’ignoranza diffusa e che impediscono all’individuo sia di decodificare i messaggi che lo colpiscono, sia di innescare la mutua fiducia tra cittadino e istituzioni che arginerebbe l’individualismo.
se il problema fosse solo l’individualismo d’altra parte, noi figli del cattolico bacchettonismo italiano dovremmo stare molto meglio delle libertarie società del nord europa. eppure non mi sembra che sia così, dato che sono stati attenti sia a difendere i salari che le libertà del cittadino nei confronti dello “stato etico” (l’etica se applicata ad uno stato non può far altro che diventare una morale).
insomma questi individualistici nordici credono nello stato molto più di noi… come si spiega?
forse con il fatto che in questi paesi il livello culturale medio è dignitoso e capiscono che la televisione va regolamentata dallo stato, cosa che in italia non siamo stati in grado di capire, preferendo vedere uccelli di rovo e tutti gli altri film che mediaset trasmetteva senza avere i diritti. io parco lambro l’ho visto solo in video per motivi anagrafici, ma credo che quello sia stato l’effetto di uno stato che non è stato in grado di dire la verità e che quindi non è più stato in grado di ripristinare un legame di fiducia con i cittadini che alla fine degli anni settanta si è rotto completamente, e quindi non ha trovato di meglio da fare che rincoglionire il popolo con craxi e l’amico berlusconi, mentre la sinistra dopo parco lambro faceva piazza pulita dei fermenti libertari che le erano cresciuti attorno, diventando sempre più distaccata dalla società ed incapace di capire quali fossero i nuovi bisogni, una sinistra che stava già iniziando a devolvere il potere ai piccoli ferrara e veltroni, raggiungendo livelli di nepotismo che raramente si sono visti in una democrazia occidentale degna di questo nome.
per ritornare all’argomento ventola: ma credete che se la scorsa priomavera si fosse dissociato dal pd e avesse proposto la sinistra arcobaleno se lo sarebbero cacato in molti? io non penso proprio, e peraltro pure aldo ha già ricordato lo scarso successo delle inutili arcombalenate, che forse hanno qualche problema di natura. certo, non mi è comunque piaciuta la telenovela estiva in cui vendola si è inserito, e credo che sarebbe stato più proficuo dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, ovvero ribadire in modo più piccato la propria “diversità comunista”, ma se dopo tutto sto bordello, scissioni eccetera fosse tornato ad agognare ad un 10 per cento e zero prospettive di governo, sarebbe stato meglio andare a raccogliere luppini.
Vincenzo Cucinotta
Non sarà che nelle nazioni nordiche, esiste un ethos condiviso che precede la stessa costruzione statale e che permette alla stessa struttura statale di funzionare?
Non è che sia io che dico che lo stato liberale basta a sè stesso, è il liberalismo stsso ad affermarlo, rifiutando orgogliosamente qualunque inquinamento da ciò che tendenziosamente chiamano stato etico.
Se effettivamente la forza della legge è sufficiente a tenere assieme una società, ciò dovrebbe valere anche per quei cattivoni degli italiani. Se invece funziona solo in alcune nazioni, non sarà che in queste c’è un elemento aggiuntivo che, contrariamente a quanto sostiene la teoria liberale, è un ingrediente essenziale al suo funzionamento?
Mi pare che anche un’analisi superficiale della società statunitense da questo punto di vista può rivelarsi illuminante, i pregiudizi dei suoi cittadini per un europeo sono evidenti.
giandavide
non sto parlando della forza della legge, sto parlando di istituzioni, intese non solo come una serie di istanze repressive, ma anche come un incanalamento degli istinti individuali. e quindi non sto parlando di un’ideologia precisa che dovrebbe corrispondere a delle inclinazioni valoriali di tipo politico, sto parlando delle condizioni di esistenza della democrazia, che stanno più sopra dell’ideologia liberale, e che sotto alcuni aspetti passano anche da marx quando è stato necessario produrre discorsi in grado di integrare i partiti comunisti nella politica rappresentativa. insomma, non sto parlando di come gioca la squadra, ma delle regole del gioco, per fare una brutta metafora. e non accetto un discorso semplicistico che “le regole le hanno fatte loro”, dato che le regole le hanno fatte “loro” anche su al nordeuropa. solo che là sono più pragmatici e il loro modello istituzionale non è puramente repressivo contro la cattiva individualità, ma prova a costruire dalla disgregazione individuale qualcosa di sociale. insomma, bastone e carota, non solo bastone perchè cattolicamente convinti di meritarci bastonate.
questi sono i fatti, e non mi interessa tanto ricondurre al perchè la loro società funziona meglio, ma credo che sia più utile chiedersi come fa a funzionare meglio, dato che rousseau diceva che faceva freddo, weber diceva che erano protestanti, e potrebbero avere tutti ragione, basta non credere che il motivo sia solo uno e non una serie di fattori
Cinico Senese
Vendola è un pasticcione parolaio. Ora che ha capito che gli stanno stringendo il cappio al collo, cerca di scappare.
Renzi io lo voglio votare. Se vince, 2 piccioni con 1 fava: ci sbarazziamo definitivamente dei dinosauri ex figc che governano il PD da 30 anni senza mai farsi da parte; farà diventare il PDsenzaL, un PDconL spostandolo definitivamente a destra, e finalmente verranno scongelati tutti i voti di chi è rimasto di sinistra Forza Renzi! sei il futuro.
giammin
mi hai convinto. Andrò a votare renzi alle primarie!
Thread unico sulle primarie 2012 del centrosinistra - Pagina 26
[…] Thread unico sulle primarie 2012 del centrosinistra Aldo Giannulli – Nichi: detesto dirtelo… ma avevo ragione. A quanto pare Nichi Vendola inizia a capire quale solenne cappellata ha fatto con […]