Contro la legge sul negazionismo

La SISSCO è la Società italiana per lo studio della Storia Contemporanea. Penso sia urgente intervenire su questa ennesima legge orripilante sul negazionismo e devo dire che all’interno della Società si è subito sviluppato un dibattito di cui renderò conto ai lettori.
Aldo Giannuli

Di nuovo la legge sul negazionismo: una lettera aperta agli amici della SISSCO.

Cari amici,

senza che si sia data alcuna pubblicità ai lavori precedenti (e, tantomeno, senza consultare la nostra associazione che riunisce la quasi totalità dei contemporaneisti italiani), il Senato sta approvando la legge che istituisce il reato di negazionismo. Se ne parlò 6 anni fa (con il ddl Mastella) e la cosa dette luogo ad un vivacissimo dibattito, sul sito della Sissco, nel quale prevalsero nettamente i pareri negativi.

Più fattivamente, i colleghi francesi guidati da Pierre Nora dettero vita all’associazione “libertè pour l’Histoire” che riprendeva il titolo dell’appello lanciato da Pierre Vidal Naquet (spero che nessuno abbia da ridire sull’antifascismo sia del primo che del secondo). Il provvidenziale scioglimento anticipato delle Camere giunse felicemente a seppellire l’infausta proposta del noto militante antifascista Clemente Mastella.

Non mi pare che la sostanza del problema sia mutata: questa è una legge liberticida, incostituzionale ed in contrasto con la dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo. Infatti essa è in conflitto con l’art. 21 Cost. che garantisce la libera manifestazione del pensiero, con l’art 33 che stabilisce che “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” e con l’art 9, sempre della Costit. per il quale la Repubblica “promuove lo sviluppo della cultura” (incompatibile che ogni forma di censura); è anche in conflitto con gli artt. 18 e 19 della dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo che garantiscono la libertà di espressione del pensiero senza eccezioni.

Essa costituisce un pericolosissimo precedente, per cui lo Stato avoca a sé la potestà di stabilire per legge cosa sia scientificamente possibile dire e cosa no: potrebbe essere applicato a qualsiasi scienza dalla medicina alla fisica. Ma, qualcuno dirà, qui non parliamo di scienze sperimentali e/o naturali ma di scienze umane e, più in particolare storico sociali. Allora prepariamoci anche a stabilire per legge la verità su qualsiasi altro avvenimento storico, anzi, a questo proposito, facciamo prima a varare un testo unico che stabilisca quanto può esser detto e quanto no, magari con apposita commissione di vigilanza.

Ma, ancora, si sosterrà che la legge riguarda solo il caso della Shoa, in ragione della sua pretesa unicità: essa rappresenta un unicum. Un unicum? E che vuol dire? Come ogni mediocre studente di storia sa, ogni avvenimento storico è unico ed irripetibile. Forse si vuol dire che la Shoa rappresenta un caso di gravità unica? Ma su quali criteri stabiliamo che il genocidio ebraico, dei rom, degli omosessuali, dei Testimoni di Geova o degli slavi (a proposito: ci sono anche loro) perpetrato dai nazisti sia più grave del genocidio degli armeni operato dai Turchi, dei delitti dell’Inquisizione, dei massacri di Pol Pot in Cambogia, di quello di 10 milioni di congolesi compiuto da Leopoldo del Belgio? Ma, soprattutto, cosa dimostra che meno grave sia stato il genocidio (haimè riuscito, a differenza degli altri) dei nativi di America perpetrato dai governi liberali degli Usa?

Sul piano politico, questa norma è offensiva non solo dei diritti di espressione dei negazionisti (che personalmente ritengo essere delle bestie sul piano scientifico, ma che comunque hanno diritti costituzionali anche loro), ma prima ancora è offensiva dell’opera degli storici antifascisti, che si pensa abbiano bisogno dei carabinieri per prevalere in una disputa scientifica. Che ne pensano i colleghi Marina Cattaruzza, Marcello Flores, Simon Levi Sullam, Enzo Traverso, Pier Paolo Poggio, Claudio Vercelli, autori di saggi di grande valore sul tema? E ci aggiungo anche il mio vecchio amico Brunello Mantelli, di cui conosco le opinioni contrarie alle mie in merito, ma che farebbe bene anche lui a riflettere sul fatto che il senso si questa legge è che il lavoro suo e di tutti quelli che ho citato prima, non serve a niente e che, d’ora in poi, ci penseranno questurini e magistrati a dare ai negazionisti quel che meritano. E che il senso sia questo lo dice anche la mancata consultazione della Sissco.

Diciamoci le cose come stanno: qui la memoria della Shoa, la rivendicazione del valore dell’anti fascismo ecc non c’entrano assolutamente nulla. Questo è solo un omaggio alla lobby filo israeliana, che pensa (sbagliando, haimè quanto!) di rafforzare in questo modo le ragioni di Israele. Beninteso: da sempre sono un sostenitore del diritto di Israele ad esistere, ma questo, non solo non rafforza, ma indebolisce le sue ragioni: usare il massacro di milioni di ebrei così strumentalmente è una profanazione del loro sacrificio.

Dunque, anche sul piano morale non credo di poter condividere questa legge. Ed allora che ne pensa la Sissco di tornare a far sentire la sua voce? E non sto parlando solo della pur doverosa protesta formale del direttivo per non essere stata interpellata prima l’associazione prima di iniziare l’iter legislativo. O a un pur utile appello sottoscritto da quanti dei suoi soci vorranno farlo. Penso a forme di protesta più incisive come, ad esempio, la costituzione dell’omologo italiano di “Libertè pour l’Histoire”.

Per quanto mi riguarda, in caso di approvazione di questa legge ignobile, praticherò il metodo della disobbedienza civile: pubblicherò regolarmente sul mio blog i testi negazionisti (ovviamente seguiti dalla mia critica), ospiterò nel mio corso storici negazionisti che fossero disposti ad un confronto sulle rispettive tesi, ecc. e mi autodenuncerò per averlo fatto, al solo scopo di sollevare l’eccezione di incostituzionalità della norma.

Lo ritengo un mio dovere di storico anti fascista, nella convinzione che l’antifascismo è prima di tutto una battaglia di libertà. Rosa Luxemburg mi ha insegnato, quando ero giovane, che “La libertà è sempre la libertà di chi la pensa diversamente”. Difendere il proprio punto di vista non è battersi per il principio di libertà di pensiero ma, appunto, per il proprio punto di vista. E’ solo difendendo e garantendo il diritto degli altri a poter esprimere il proprio che si può dire di star facendo una battaglia di libertà.

Sarebbe bello che anche la Sissco ricorresse a forme di disobbedienza civile del genere… ma forse è chiedere troppo.

Cordialmente
Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (87)

  • io credo che sulla seconda guerra mondiale siano state raccontate un mucchio di balle;penso che senza il nazismo oggi non ci sarebbe l’obbrobrio dell’entità sionista; che gente come mattogno venga definita una bestia mi fa solo sorridere; detto ciò stimo la sua proposta e spero che molti si dimostrino coraggiosi. un saluto g.s.

  • Mi associo. In questo modo poi accade che “I vincitori sono padroni anche della verità” (Primo Levi). Segnalo il post “La UE come mostro adescatore. La proibizione agli stati nazionali di presentare argomenti scientifici”*, su un altro tentativo di imbavagliare ope legis la libertà di dissenso, addirittura a livello di sovranità nazionale. Ci sarebbe molto da dire anche sui metodi informali, o meglio coperti, già affidati sottobanco ai “questurini e magistrati” (e agli uffici affari riservati) coi quali le istituzioni dello Stato praticano a favore di potenti interessi privati la censura e la repressione del dissenso in campi come la medicina.

    Nel post osservo che proprio le “verità scientifiche” di Stato, col manifesto degli scienziati razzisti, facilitarono la persecuzione degli ebrei. Queste operazioni discriminatorie attraggono cialtroni e vili; ma risucchiano anche studiosi e intellettuali di valore. Ad aderire successivamente al manifesto vi furono persone come Piero Bargellini, Giovanni Gentile, Giovannino Guareschi, Giovanni Papini, Ardengo Soffici. Sarà quindi meritevole se gli storici riusciranno a tenere almeno il loro campo in carreggiata.

    Francesco Pansera

    *http://menici60d15.wordpress.com/2012/03/15/la-ue-come-mostro-adescatore-proibizione-agli-stati-nazionali-di-presentare-argomenti-scientifici/

  • Quello che mi manda in bestia è come a detto lei Prof.Giannuli l’ uso strumentale che Israele fa
    della tragedia in Generale dei campi di sterminio nazista durante la II Guerra Mondiale.
    Insopportabile !!!!

  • Non mi piace che i cretini e le persone in malafede vengano zittite dai carabinieri di uno stato che, in quanto a verità negate (vedi stragi) ha da insegnare a tutti

  • da come avevo capito io credevo che l’articolo si riferisse solo ad apologie non circostanziate, e quindi non avevo pensato ai libri e in generale alle analisi: pensavo più alla diffusione via internet di messaggi antisociali. d’altra parte una simile norma si potrebbe anche ritorcere contro le politiche dello stato israeliano, in quanto sarebbe innegabile la repressione nei confronti dei palestinesi. ma da come la descrive aldo sembra una legge fatta per fare processi sommari da staterello dittatoriale (sic). e dato che aldo conosce presumibilmente la legge italiana meglio di me, inizio a propendere per la sceonda ipotesi.
    a parte tutto mi rendo conto che una legge del genere creeerebbe un senso di fastidiosa disparità e tutto sommato potrebbe avere effetti controproducenti sull’opinone pubblica.
    ma credo anche che la democrazia può esistere solo se ha gli strumenti per difendersi dalle derive autoritarie. e al momento non mi sembra che l’italia abbia tali strumenti. non so se questa legge va in questa direzione, ma credo che sia (almeno teoricamente) possibile scrivere un testo di legge che ci permetta di superare la legge mancino. sotto questo aspetto troverei giusta anche una legislazione più leggera, ma che sia applicabile. in fondo il problema esiste, in europa come qua. solo che gli altri hanno leggi migliori delle nostre.
    ma riguardo alle reali intenzioni di grillo nei confronti del negazionismo mi sono fatto due idee, e ho il vago sospetto che il protofascio genovese non abbia le stesse preoccupazioni e motivazioni del giannuli…

  • Queste sue parole professore, è musica per le mie orecchie!Vorrei che fossero mandate a memoria, vorrei gridarle e urlarle a squarciagola dai tetti delle abitazioni,dalle piazze,dalle scuole,nei luoghi di lavoro e di svago e in ogni dove, vorrei che si sollevasse un grido di indignazione e di condanna per queste iene travestite da agnelli. Sono falsi e disonesti, consapevoli di esserlo,ebbri di odio e saturi di spirito di vendetta, i promotori di tale legge infame,già gongolano,cantando vittoria e sinceramente mi fanno temere il peggio.Ma male gliene incolse:questa è l’era di internet,l’era della rete, sarà vano per loro toglierci la libertà di studiare,documentarci, scrivere, anzi grazie alla rete, mai come in questo caso la repressione non piegherà ma moltiplicherà gli uomini liberi.Ai giovani possiamo solo raccomandare una cosa:non morite idioti!

  • https://www.youtube.com/watch?v=OKkE2sPAFK4&feature=player_embedded

    Si sta piddinizzando anche il M5S:

    1 – Grillo non scrive più post da un pezzo e ha la carriera e la vecchiaia rovinata (e la famiglia minacciata).

    2 – Gli attivisti che si sono occupati di cultura (e di economia!) sono costretti a lavorare in altre associazioni (tipo ARS).

    3 – A livello nazionale base e “portavoci” hanno diversi problemi di controllo (la piattaforma?).

    4 – Casaleggio? De summo rebus.

    5 – Hanno già scardinato e reso funzionale agli interessi reazionari il M5S come con #Occupy o come con gli Indiñados?

    Il Potere che ci opprime sembra proprio onnipotente.

  • Ineccepibile, condivido pienamente sia i contenuti che (forse ancora di più) i toni allarmati.
    Anche io diventerò negazionista nel momento stesso in cui la “Pacifici-Napolitano” entrerà in vigore.

  • Professore,le rammento le parole di Maria Antonietta, mentre saliva al patibolo: “libertà libertà, quanti crimini in tuo nome”. Vorrei richiamare l’attenzione di tutti, su un risvolto pericoloso; due dei più ostinati fautori dell’introduzione della legge repressiva sul revisionismo, sono due ex magistrati, dell’attuale partito comunista, camuffato in democratico.Intendo dire Felice Casson e Gerardo D’Ambrosio, il cui deretano poggia sugli scrani dell’aula sorda e grigia del parlamento,per meriti acquisiti durante le inchieste giudiziarie, in qualità di esperti in “trame nere”,con lo scontatissimo esito finale che lascio a voi immaginare. Sostiene D’Ambrosio che la legge in argomento,urge essere introdotta, perché nell’indagare su piazza Fontana, scoprì con indignazione mista sorpresa, che l’editore patavino Freda,acquistava non solo dei timer sospetti, ma osava pubblicare delle vere e proprie “bombe ideologiche” vale a dire testi revisionisti sull’olocausto.Un vero e proprio furore ideologico, che mosse e muove tuttora il solerte e zelante ex magistrato sceso (o salito) in campo anche lui, nei confronti di chi osa cantare fuori dal coro.I moderni reprobi,le streghe da bruciare nelle piazze, gli attuali non credenti nell’unica religione di stato vigente, con i suoi reduci e superstiti, che ogni anno regolarmente spuntano fuori come i funghi in alta stagione,ma sopratutto coi pellegrinaggi obbligatori nei lager tedeschi, ma solo in quelli ovviamente, di intere scolaresche di minori delle scuole medie, con in testa gli insegnanti, che vengono debitamente eruditi (uno dei quali reduce da Auschwitz si suicidò).Ma come non intuire la manipolazione, la intossicazione, la strumentalizzazione, da parte dei soliti noti, che con l’introduzione di tale obbrobrio giuridico paragonerà l’antisionismo all’antisemitismo.Termino ricordando che a Norimberga il famoso tribunale internazionale, attribuì la strage di ventimila ufficiali polacchi nelle fosse di Katyn ai nazisti;in realtà fu opera dell’armata rossa. Si potrà dire o si rischierà la galera, in quanto revisionisti della versione ufficiale della storia stabilita a Norimberga?

  • Scusate ma io andrei a monte del problema:lo sapete che nelle scuole a parte cio’ che è successo durante la 2a guerra mondiale non si parla di altri stermini se non solo marginalmente? Conoscono Lenin e Stalin perche’ tiranni ma non tutto cio’ che c’è dietro (e questo è solo un esempio).Se non costruiamo la libertà di opinione e di pensiero attraverso la conoscenza e la cultura dove pensiamo di andare?

    • Bregolis: giusto. Il problema è proprio questo, che si supplisce alle carenze formative con misure penali, mantre il problema deve esser restituikto alla sua dimensione naturale che è quella culturale

  • Sono d’accordo: perseguire penalmente “apologia, negazione, minimizzazione” di tali crimini, è da idioti e apre le porte a provvedimenti ben più preoccupanti.

    Vanno inoltre sottolineate alcune… anomalie?
    Nella presentazione della legge si fa effettivamente riferimento a più riprese al genocidio degli ebrei. Ma il testo della legge non lo cita neanche per sbaglio, e fa invece riferimento agli articoli 6, 7 e 8 dello statuto CPI. Articoli che non parlano degli ebrei, ma di discriminazioni e di crimini contro l’umanità, quindi si collocano su un piano decisamente più alto. La conseguenza è che l’applicazione può riguardare il genocidio degli ebrei, ma anche quello dei palestinesi, oppure degli armeni o dei pellerossa americani. Per non parlare di ciò che è successo in Yugoslavia o di ciò che succede ancora oggi in diverse parti dell’Africa.
    E’ chiaro quindi l’uso strumentale e ipocrita di questa proposta.

    Un’altra cosa che mi ha colpito è vedere la lista dei firmatari. Tra gli altri c’è l’intero gruppo dei senatori M5S.
    Ma il M5S non è difensore della libertà di opinione?

  • Vorrei replicare alla solita accusa che viene mossa, dai “sterminazionisti”, agli studiosi “negazionisti”, cioè quella di essere dei neonazisti, il cui recondito intendimento è quello di riabilitare il nazismo.Il revisionismo è nato in Francia, il primo fu un resistente decorato, reduce dai lager nazisti, Paul Rassinier. Poi il docente universitario Robert Faurisson,che sicuramente è tutto tranne che un neonazista.A seguito delle sue opinioni, è stato radiato dall’insegnamento, condannato innumerevoli volte, costretto a pagare pesanti pene pecuniarie.Venuto in Italia su invito del docente universitario di Teramo, professor Claudio Moffa, ha subito un’aggressione, capitanata dal vero sindaco di Roma, indovinate chi è? Inoltre è opportuno ricordare che revisionisti in Francia furono gli anarchici situazionisti della Vecchia Talpa.In Italia uno dei più autorevoli esponenti revisionisti, è il bordighiano Cesare Saletta, che pubblica libri dedicati all’olocausto.A tal proposito è bene ricordare che Amedeo Bordiga, scrisse che la peggior eredità lasciata dal fascismo, fu l’antifascismo.A suo dire si tratta di un fenomeno politico reazionario e borghese, un ibrido scaturito dalla fuoriuscita dall’ortodossia marxista,che vede in nome dell’antifascismo, un alleanza tra borghesi capitalisti e comunisti stalinisti,diagnosi semplicemente ineccepibile. Concludo ricordando il noto matematico anticlericale Odiffredi, che recentemente è stato radiato dalla scalfariana Repubblica, per il taglio antisionista delle sue opinioni.Speriamo nei franchi tiratori del M5 Stelle, altrimenti un epoca buia ci attende, un nuova inquisizione incombe, ebbra di spirito di vendetta, al motto di “non dimenticare non perdonare”, prepara la gogna sia mediatica,che fisica.Tutto all’insegna di processi inquisitori basati sulle idee.Ma una domanda dettata dal buon senso s’impone, si possono mettere le manette alle idee?

  • Un effetto collaterale di questa sciagurata decisione è anche quella di trovare nelle classi giovani sempre più persi in deliri cospirazionistici, che ne risulteranno inevitabilmente rafforzati. Insomma, insegnare Storia, indicare un metodo, perseguire il rigore potrebbe da domani diventare infinitamente più difficile

  • Caro professore, leggendo quanto sopra, e soprattutto conoscendo quanto ciò possa “costare” il mettersi di traverso a certe lobby, non posso che esprimerle la mia più sincera stima. Le confesso che temevo che lei, dietro qualche astrusa e peregrina, argomentazione, potesse avallare in qualche modo una legge orribilmente liberticida. Così non è stato e ne sono veramente contento. Personalmente, da modesto ricercatore storico, che ha condotto per più di 30 anni ricerche sul mistero della morte di Mussolini, sò bene quanto sia fallace, inesatta e spesso falsa la letteratura disponibile. Autori anche famosi, spesso, riprendono dati inesatti e se li tramandano a non finire. Molte testimonianze poi, che già di per è stesse sono problematiche, vengono anche “manipolate” in sede redazionale , vuoi per interessi editoriali o politici. E’ quindi doveroso e d’obbligo, verificare le documentazioni alla fonte. In un certo periodo avevo messo mano alla problematica questione sterminazionismo si, sterminazionismo no. Premetto che io non approvo nemmeno le deportazioni di civili durante il periodo bellico, perché questo significa condannare a morte sicura vecchi e malati e mettere a rischio donne e bambini. Figuriamoci se potevo approvare un orribile sterminio, a prescindere dalla entità numerica, con camere a gas e forni creatori. La escussione della letteratura in argomento, la visione di vari atti processuali e il confronto da quanto asserito dagli sterminazionisti e i negazionisti, mi hanno indotto a ritenere che, per tutta una serie di motivi, cause e condizioni, questo sterminio con camere a gas e forni crematori, non sia oggettivamente provabile. Non posso quindi condividere il suo appellativo di “bestie” ai negazionisti. Però mi sono anche reso conto che il mio giudizio era sulla base della letteratura in argomento e sua comparazione, mentre per dare un giudizio più concreto e reale, sarebbe stato necessario prendere visione di tutte le documentazioni in merito,. Ma questo comportava la conoscenza di almeno 4 lingue alla perfezione, oltre a tempo e mezzi che non ho a disposizione. Quindi ho lasciato perdere questa indagine e il mio giudizio resta così del tutto soggettivo. Per tornare alla legge in proposito, vorrei far notare che quando ero piccolo credevo, perché me lo aveva detto il maestro ed era scritto sui libri di storia che Nerone aveva incendiato Roma e poi si era goduto lo spettacolo suonando la Lira. Era una pacchiana menzogna messa in giro dai cristiani non so in che secolo, ma faceva parte dell’immaginario collettivo, sebbene qualsiasi professore universitario sapeva benissimo che erano balle. Nerone può aver commesso qualunque arbitrio e crimine, ma non certo questo e neppure lo sbranamento dei cristiani al Colosseo, che in quel luogo mai è avvenuto. Se molti anni addietro, una lobby diciamo Cristiana, avesse imposto una legge che proibiva il negare questo crimine di Nerone, studiarne la storia e pubblicarne i risultati, cosa sarebbe accaduto? L’esempio non è molto felice, ma è il primo che mi è venuto in mente. Tutto qui

  • Quando avremo il dibattito pubblico sul fondo di questo orrore sconosciuto, che certi vogliono vietare?

    Non si sa ancora che cos’è il revisionismo e già si vuole proibirlo: strano, no?

  • Non è vero, è felice eccome l’esempio di Nerone di Barozzi (tra l’altro: grazie per i complimenti del suo vecchio post!); gli vengo incontro citando un altro caso di celebre negazionista, quel Lorenzo Valla che, per aver negato la validità della Donazione di Costantino, oggi rischierebbe il carcere.
    Ma ne avremomo a migliaia e sarebbe inutile citarne altri, anche perché in base ai commenti che leggo, pare che siamo in buona parte quasi tutti d’accordo.
    Il problema è: come opporsi in maniera efficace ad una legge simile? Un appello da parte della comunità degli storici è prevedibilmente destinato ad essere ignorato.
    Un’iniziativa di massa è impensabile: il 99% della gente, se si escludono gli storici e i negazionisti stessi, è favorevole a questo obbrobrio.
    Il rischio è allora che i portavoce dell’opposizione alla legge in questione diventino i trinariciuti del Terzo millennio: i “neofascisti atlantici di servizio” che si mostreranno mentre con la bava alla bocca inneggiano a Menghele e allo Zyklon-B. Le telecamere del nostro circo mediatico, allora, li riprenderanno entusiaste, Vespa ospiterà in studio il neonazista di turno, da Gasparri a Vendola tutti urleranno allo scandalo e si uniranno intorno alle parole del capo dello Stato, mentre Mieli, Colombo e Lerner monopolizzeranno le trasmissioni televisive.
    Le ragioni espresse da Aldo (e condivise da chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la storia) resteranno inascoltate tra il grande pubblico.
    In molti come me, dopo essere stati dei “black bloc” e “sfascia-vetrine” perché contrari alla globalizzazione, dei “simpatizzanti di Bin Laden” perché contrari ai bombardamenti americani in Iraq, o dei “sostenitori delle nuove BR” perché contrari alla Tav, sono destinati a diventare tutto d’un colpo degli skinhead.
    Vabbè, mostri eravamo e mostri resteremo.

  • Dottor Giannuli, la penso come lei. È una battaglia di libertà e la condivido pienamente.
    Tuttavia è doloroso dover sostenere la libertà di espressione di certi elementi dei quali leggo qui i post rivoltanti.

  • A parte il fatto che lo ZyklonB di cui tanto si favoleggia, altro non era che un antiparassitario usato in agricoltura; si offende l’intelligenza dei scienziati tedeschi (del calibro di Werner Von Braun) e della loro poderosa industria bellica,senza dimenticare che fino agli anni 40 la Germania, ma anche l’Italia, erano all’avangurdia nella ricerca scientifica,non fossero stati in grado di produrre qualche sostanza più letale da usare nei lager. Capisco che certe battaglie comuni a fianco dei neofascisti, possano sconvolgere le “anime belle” svezzate fin dai primi vagiti, tra una poppata e l’altra, a base di diari apocrifici di Anna Frank scritti con la penna biro,in anni quando non era stata inventata e immessa in commercio,del sapone fatto con il grasso ebraico, dei paralumi fatti con la pelle delle vittime, dei primi filmati girati stranamente nei lager, dal famoso regista britannico dell’horror Alfred Hitchock, ecc.ecc.Ma la verità si sa fin dalle notte dei tempi è la prima vittima in guerra. Noto egregio Giannuli che tutti scivolano sul fatto, da me riportato, che Rosario Bencivegna era amico di famiglia e frequentatore della casa di Guido Leto e che il capo dell’OVRA lo riceveva al Viminale, esortandolo alla prudenza. Ma non era Stefano delle Chiaie e i neofascisti, che frequentavano il Viminale in pianta stabile?Dannati neofascisti atlantici di servizio!

    • Germani: a parte il fatto che non ho il tempo di rispondere a tutte le osservazioni più o meno giuste che lei fa:
      A- anche il Ddt è un antiparassitario, ma se glielo spruzzo in gola credo che le faccia male
      B- si informi un po’ meglio sui documenti esistenti a proposito di camere a gas, saponificazione, paralumi ecc
      C- Che Leto (poi se no sbaglio finito in un campo di convìcentramento cui pwraltro sopravvisse) non aggiunge nulla. I Rosselli erano cugini di De Marsanich: e allora?

  • Professore spero di non abusare della sua pazienza e cortesia, vorrei replicarle corregendola: non fu Leto a finire prigioniero dei tedeschi, ma Carmine Senise il successore di Bocchini, come capo della polizia. Quello di Guido Leto è l’esemplare (non unica figura tra gli ex dell’OVRA) di funzionario di polizia carrierista,oppurtunista, scaltrissimo, che giocò su due sponde,finendo brillantemente la sua carriera nella repubblica nata dalla resistenza.Intanto la sua protezione accordata all’amico di famiglia, Rosario Bencivegna, gli risparmiò la vita. Infatti era in programma la sua liquidazione da parte dei GAP romani, ma alla quale si oppose Bencivegna e grazie alla quale fu risparmiato. Ma era uno scambio di favori dovuto da entrambe le parti reciprocamente. Poi lo zelante Leto aderì alla RSI e si trasferì a Valdagno,con al seguito tutto l’archivio dell’OVRA.Qui conobbe il conte Marzotto, che dopo il suo pensionamento dalla polizia, lo nominò direttore della sua catena di alberghi Jolly Hotel.Leto tornato a Roma,nel 1945, fu arrestato e ristretto in carcere a Regina Coeli e sottoposto alla comissione di epurazione.Durante il soggiorno romano a Regina Coeli, fu prelevato e portato a casa di Togliatti (non alle Botteghe Oscure)ove si trattenne per tutto il giorno;stesso trattamento lo ebbe da Pietro Nenni,del PSI, qualche giorno dopo.Ebbene fu prosciolto da ogni accusa e non epurato, riprendendo la sua carriera in polizia dove raggiunse l’apice della carriera.E’del tutto pacifico che Leto abbia mercanteggiato con Togliatti prima e con Nenni dopo, gli scottanti dossier a carico di numerosi antifascisti, pagati dall’OVRA come spie. Dossier che egli ebbe l’accortezza di occultare e quindi esibire al momento opportuno. Ecco spiegato perché i vertici della polizia,si definivano “afascisti”, nè antifascisti, né fascisti.Leto il tipico italiano furbo e scaltro, quello che diceva e tuttora dice: “Francia Spagna purchè se magna”.

  • No, per carità non mettiamoci qui a fare gli sterminazionisti contro i negazionisti, oltretutto una problematica molto specistica che non si può affrontare con faciloneria, ma solo da persone molto informate e preparate. Se spariamo particolari, tipo Ziklon B, ecc., si generano reazione emotive e tutto finisce in caciara, viene criminalizzato e si aggira il vero problema che è quello di consentire una semplice ricerca e contestazione storica, oppure no. Niente a che vedere con apologia, odio raziale, ecc.
    Azzeccati gli esempi di Massimo Copetti. Un giorno, per ragioni di ricerca storica, visitavo il sito dell’istituto di Storia Contemporanea di Como, e mi imbattei con tante lettere di ebrei e non che protestavano perché in un sito nazista e razzista vi era un forum dove si rimpallavano canzoncine sulle camere a gas. Andai in quel sito e già le svastiche, croci celtiche, White power, ecc. mi misero in sospetto, e vi trovai canzoncine che esaltavano Anna Frank che veniva portata nella camera a gas. Allora mi chiesi: odio demenziale da stadio?, Provocazioni? o che altro. Chi organizza questo? Chi paga? Si tratta solo di dementi? Non ci si rende conto che esaltando e decantando questo crimine, indirettamente lo si avalla, lo si attesta e si agevola il varo di leggi liberticide?
    Da ultimo per Germani: Senti Germani, io posso convenire che ci sono stati pentiti che hanno fatto nomi ed episodi per convenienza o per ricatto, posso convenire che ci sono stati magistrati che hanno elaborato teoremi puoi risultati risibili, ed altri che si sono mossi su presupposti politici, atti a sbattere il mostro in prima pagina. Ma se tu hai la pazienza di leggere inchieste, atti processuali, testimonianze ed incrociarle con altre, sentenze, ecc., ti renderai conto che una vasta area di destra, cosiddetta neofascista erano informatori di Caserme e Commissariati, attigui, se non in forza di Servizi, nella migliore delle ipotesi manipolati dallo Stato maggiore o dagli AA.RR.
    Ci sono risultanze, prove e persino reo confessi di “neofascisti” che hanno deposto bombe e tanti altri fatti di questo genere, tutti confacenti alla prassi degli opposti estremismi e alle strategie stay behind atlantiche. Ma se anche non ci fosse tutto questo, basterebbe osservare la politica di questi gruppi e partiti per capire che gioco facevano. Questo da un punto di vista generale e ciò non toglie che sul piano personale puoi assolvere o difendere chi vuoi. Io per esempio, in tutti i miei scritti e saggi, pur evidenziando queste collusioni e crimini del neofascismo, evito di fare nomi, di personalizzare, anche se personalmente so benissimo come stanno le cose, perché trattasi di accuse troppo gravi e non essendo io un magistrato, non mi sento di elevarle pubblicamente ad personam. Però se tu fossi, come posso intuire, ma mi posso sbagliare, un fascista in buona fede, non minimizzeresti e negheresti tutto questo, che oltretutto non serve a niente, ma lo denunceresti a tutta voce al fine di dimostrare che, nonostante orpelli, saluti romani e ciondolini del Duce, quelli NON ERANO fascisti. Non si può difendere l’indifendibile, credimi.

  • comunque prendo lo spunto da questa risposta di aldo:

    “Olivetti: la libertà è sempre la libertà di sbagliare senza per questo essere puniti. Difendere la libertà spesso obbliga a viaggiare in compagnie non sempre affini.”

    fino a che punto si spinge questa libertà di sbagliare? solo dal fatto che chi sbaglia abbia lo status di accademico? la qualità del testo di cui si parla c’entra qualcosa con questo reato, oppure tutti i testi sono equivalenti, dalla canzone su anna frank citata dal barozzi ai testi di gramsci? anche qua credo che dei paletti servano, oppure si arriva a un relativismo in cui gli unici fessi sono quelli che non falsificano i dati.

    e devo dire che trovo anche un pò insoddisfacente questa definizione di libertà proposta da aldo, per cui non c’è niente al di sopra delle posizioni individuali. certo, viene usato il termine “sbaglia” ma sembra che a questo punto l’errore non possa essere altro che una constatazione soggettiva. non trovo molto libertario questo atteggiamento, dato che credo che così si annientino le posizioni individuali rendendo impossibile ad esse rappresentare qualcosa di più di un enunciato di un signolo, e che si arrivi a ritenere giusto a livello sociale un principio che non si accetterebbe mai a livello intellettuale (non credo che aldo si sia formato ritenendo equivalente il valore informativo di tutti i testi da lui fruiti, e non credo che aldo ritenga un’insulto un’enunciato che sta allo stesso livello di un’argomentazione).

  • dicevo intellettuale ma intendevo individuale. per il resto rimango uno di quelli per cui la coerenza interna di un testo è l’elemento più importante per stabilire il suo valore (a meno che non si tratti di poesia)

  • Egregio Giandavide, il suo discorso un poco contorto è alquanto sibillino, ma si capisce dove vuole arrivare: per qualche astruso motivo lei vorrebbe impedire la ricerca storica, con possibile revisione dei testi canonici e relativa pubblicazione delle risultanze. Eh, no , non si può spingere fin qui questa repressione. Sarebbe un abominio.
    Le concedo tutto il concedibile, ma le tolgo la terra (ovvero i suoi pretesti) da sotto i piedi: uno Stato può proibire l’odio razziale, l’apologia di reato, e le aggiungo anche, vero o presunto che sia, perché a prescindere dalla sua vera esistenza e dimensione, vi è un attestato storico ufficiale, una credenza popolare, un immaginario collettivo che vi crede: ergo esaltare questo sterminio può essere offensivo. Fin qui posso essere d’accordo.
    Ma mai e poi MAI, deve essere impedita la ricerca storica finalizzata alla verifica di quanto ufficialmente o meno viene asserito, se quanto attestato da chicchesia, sia veritiero o falso o in che modo sia realmente avvenuto. Sono diritti sacrosanti, sanciti dalla nostra costituzione e dalla carta dell’Onu.
    Non si inventi niente: ha ragione il prof. Giannuli, qui si sta cedendo alla richiesta di una lobby. Ma oltretutto questa imposizione liberticida, è un autogol, perché fa anche pensare che chi la richiede abbia paura che gli storici possano ribaltare totalmente quanto comunemente fino ad oggi asserito, perché la verità di certi fatti non dovrebbe temere nessuna contestazione o verifica.
    Varata questa legge gli storici revisionisti, potranno dire che fino ad oggi avevano dimostrato, ricerche, inchieste e documentazioni alla mano, che la Shoah così come tramandata non è veritiera, ma gli hanno dovuto tappare la bocca. Ma la storia non finisce qui, tra qualche secolo queste imposizioni potrebbero essere solo un brutto ricordo, e la storiografia futura le bollerà senza mezzi termini.
    Senza contare che si finisce nel ridicolo, in quanto ci sono molti stermini e massacri, e ci sarà da vedere cosa accadrà se qualcuno volesse indagare storicamente e metterli in dubbio. Per esempio 6 milioni di contadini eliminati da Stalin è vero o falso? 3 milioni di civili e militari tedeschi arresisi ed eliminati all’est alla fine della guerra sono veri o falsi? Sabra e Shatila è un genocidio vero o falso? Ergo: si può indagare, mettere in dubbio, affermare, rigettare, contabilizzare, verificare, o che altro, o no?
    SE NO, COME QUESTA LEGGE VORREBBE, buttiamo tutti i libri di Storia, perché non varrebbero più niente, in quanto la Storiografia, come ricordava De Felice, è revisione continua , rielaborazione, messa in dubbio, o non è.

  • @barozzi: tu parli di verifica storica, ma in un contesto in cui tutti hanno ragione non c’è bisogno di verifica alcuna. e d’altra parte, in base a cosa si potrebbe effetuare tale verifica? forse chi avrà più televisioni e ingenerale chi controllerà più mass media avrà sempre ragione a questo punto, dato che chi lo critica rimarrà sempre solo e pazzo.
    e a questo punto a cosa serviranno gli storici? non per fare quello che rigira la frittata, ma per riflettere un poco sulle implicazioni di quello che dite. per il resto ho già detto che non ritengo condannabile chi fa ricerca, ma sarebbe anche opportuno distinguerlo da chi fa bassa demagogia e da chi promuove atti odiosi.

  • e comunque foucault si definiva uno storico, e spiegava in modo abbastanza chiaro (specie criticando i sessantottini) come questo tipo di istanze liberatorie portino in se grosse contraddizioni e che non bastino in se a fuggire all’istituzionalizzazione e quindi alla riproposizione delle meccaniche del potere da cui ci vorrebbe liberare.

  • Scusa, Giandavide, per verifica storica si intende il normale lavoro dello storico che rende in considerazione qualsiasi evento storico, vuoi che sia sconosciuto, vuoi che sia noto, vuoi che sia da tutti ritenuto avvenuto come viene presentanto o vuoi che sia negato o vuoi che sia in parte contestato. Lo storico quindi (ma non fa solo questo) indaga, consulta le documentazioni disponibili, verifica se sono attendibili, ne cerca altre, prende in esame, verifica le testimonianze e le incrocia con altre, ecc. Spesso si improvvisa detective storico, perché ci sono fatti e particolari che vanno indagati, e così via. Le sue risultanze vengono poi, vanno ad arricchire la letteratura in argomento e vengono prese in esame da altri storici: si concorda, in tutto o in parte o si negano e si deve specificare perché, ecc. Questo, in sintesi, molto, ma molto semplificato è il metodo che forma, corregge e arricchisce la Storia. A questo si aggiunge il passare del tempo, che attenua lutti e passioni, stende un velo e consente di vedere le cose con animo sereno e senza interferenze di altri interessati. Non è raro il caso che si sono dovute correggere tante versioni storiche, per esempio del tempo dell’antica Roma, alla luce di nuove inchieste o scoperte. Ma se su una determinata questione, su un determinato periodo, mi fai una legge che criminalizza la ricerca e la eventuale revisione storica, andiamocene tutti qui da Fassi a Roma a prenderci un gelato.

  • Sono uno studente dell’Università della Tuscia, ho trovato per caso questo articolo su google e volevo farle i complimenti per l’onestà con cui è stato scritto.. Come idee sono vicino al fascismo e pur non essendo mai stato antisemita ho letto spesso e con interesse articoli negazionisti, a volte per curiosità altre volte chiedendomi quanto ci fosse di vero nelle storie sui “nazisti che facevano le saponette con gli ebrei” e via dicendo. Un anno fa trovai quest’articolo del Corriere http://archiviostorico.corriere.it/2005/marzo/25/Storici_ebrei_sapone_con_deportati_co_9_050325082.shtml e adesso mi chiedo: con una legge del genere avrebbero potuto pubblicarlo? Provvedimenti bavaglio come questo CREANO odio e antisemitismo, perchè di fatto creano disparità!

    Cordiali saluti

    Luca R

    • Luca: rispetto le idee di tutti, ma innito sempre, e soprattutto un giovane, a valutare con molta attenzione le proprie scelte ideologiche. Magari ne riparleremo nel merito. Intanto capisco il suo interesse per le teorie negazioniste, proprio per quell’aspetto di “eresia” rispetto ad una visione “ortodossa” consilidata, che hanno. E molti sostemnitori in buona fede (anche se non mancano quelli in mala fede) non si rendono conto che in questo modo accentuano il fascino di quelle idee che però, mi coglie l’obbligo di dirle, sono del tutto infondate. Guardi che a sostegno della verità storica dell’Olocausto, Shoa o come vuol chiamarla, ci sono decine di migliaia di testimonianze, una quantità impressionante di reperti (anche umani), conferme documentali. Pochi processi storici sono altrettanto documentati. Peraltro si chieda che ci stavano a fare milioni di ebrei nei campi di concentramento senza che avessero fatto alcun reato.
      Le consiglio la lettura di un agile volumetto: Till BASTIAN auschwitz e la “menzogna” su Auschwitz Bollati Boringhieri Torino 1995.
      Se poi volesse un’opera più solida ed ampia Le segnalo M CATTARUZZA, M FLORES L. SULLAM E TRAVERSO “Toria della Shoa tet Torino 2006.
      detto questo io mi schererò sempre perchè non esistano reati d’opinione (Le faccio presente che erano compresi nel codice penale fascista); nello specifico credo che i negazionisti abbiano il merito di corroborare costantemente, attravwerso il confronto sui documenti, la verità storica della Shoa.

  • Dunque lei gentile Giannulli usa impropriamente
    i vocaboli negazionisti e bestie,il secondo anche incivile.
    Visto che si permette tali inesatte attribuzioni vorrei che lei mi citasse autori da lei consultati pro e contro gli avvenimenti riguardanti guerra e campi di concentramento.
    A proposito di massacri di mln.di ebrei sappia che le statistiche degli istituti ebraici hanno censito prima e dopo la guerra circa 15 mln.di vivi. Dunque si documenti e quando tratta argomenti di tale rilevanza si rifaccia sempre ai documenti e non ai punti di vista come lei accenna a fine articolo.
    I più cordiali saluti.
    Pirto Deola

    • fdeola: ne invierò una bibliografia dalla quale potrà trarre la conferma di quello che dico
      Quanto poi al “bestia” è una espressione corrente in ambito scientifico per indicare una persona che non sa quello che dice ed usa male il metodo della sua disciplina. Appun to il caso dei negazionistyi

  • a parte lamia opinione personale, trovo poco credibile una legga fatta per impedire la ricerca storica di destra, dato che prevedo grosse levate di scudi da destra, e la destra ancora comanda in italia. ma forse ho visto un film diverso, e in realtà c’è un gombloddo di ebrei comunisti.

    ma se tutti i discorsi sulla storia sono allo stesso livello, nel quale la verifica dei fatti non è comunicabile intersoggettivamente, anche le affermazioni di priebke sull’inesistenza dei campi di concentramento starebbero allo stesso livello di un testo storico dotato di un metodo. insomma se l’utilizzo di un metodo storico che comporta la verificabilità delle fonti è comunque un metro insufficiente per valutare queste ultime, a cosa dovrebbe servire la storia, di grazia?
    o si distingue un giudizio storico da un’affermazione assertiva, oppure la scienza storica non è in grado di elevarsi al di sopra delle affermazioni assertive, e quindi i lavori degli storici sono equivalenti a dei romanzi. mi sembra di avere un concetto della pratica storica più elevato rispetto a quello che emerge in questa pagina, in cui la storia sembra esser vista come un’accumulazione di giudizi di valore inverificabili, e in cui non è possibile imputare a priebke, ma anche a boccacci, fiore e iannone alcunchè, dato che anche loro sarebbero “liberi di sbagliare”, e in fondo i loro critici starebbero solo esprimendo pareri soggettivi che stanno al pari di quelli degli storici di parte avversa: e ricordo che l’abitudine di dare di comunista a chi non è d’accordo è uno sport che in italia va sempre di moda.
    non per rigirare la frittata, ma la questione è piuttosto spinosa e semplificare tutto in un relativismo pseudolibertario non è la soluzione più adatta in società complesse come nel caso di quella italiana, peraltro abbondantemente influenzata dalle forme di comunicazione della società dello spettacolo.
    d’altra parte in germania se mostri una svastica o fai un saluto romano tenderebbero ad arrestarti; immagino che per il vostro ragionamento anche la germania, essendosi dotata di leggi del genere, sia una dittatura come la corea del nord,mentre noi, con 20 anni e rotti di berlusconi che comanda tutto siamo la migliore democrazia occidentale. dai che ce la facciamo a salvare la patria

    • Giandavide: forse non ci siamo capiti, comunque pubblicherò il testo completo della legge appena si capisce su che testo si va a parare virsto che la rimaneggiano ogni giorno con emendamenti e sotto emendamenti. Comunque, guarda che quello che sta bollendo in pentola non riguarda la Shoa soltanto ma qualsiasi genocidio o crimile di guerra di cui è proibita non solo la negazione ma anche la “minimizzazione” o la giustificazione.E qualcuno correbbe metterci dentro anche il terrorismo.
      I libri di stoia potremmo scriverli direttamente in camera di consigliuo alla fine delle pubbbliche udienze dibattimentali.

  • Caro prof. Giannuli,
    discutere con lei è un piacere. Da come scrive, pur salvaguardando i diritti di tutti alla ricerca e contestazione storica, la vedo attestato su le certezze “sterminazioniste”. In un mio precedente intervento ho specificato che essendomi interessato di questo argomento in passato, ma avendo riscontrato che esigeva delle conoscenze e specificità elevate e professionali, oltre a mezzi e possibilità di ricerca e verifica che non ho (le indagini storiche mi hanno insegnato ad essere diffidente e pignolo), avevo preferito poi desistere per non dovermi fare una opinione solo dalla letteratura in argomento.
    La mio opinione però, seppur limitata alla conoscenza letteraria, a differenza della sua, è esattamente opposta, ovvero che non ho trovato le prove che attestano lo sterminio tramite le camere a gas e uso dei forni crematori. Anzi ho trovato delle contraddizioni enormi che inficiano un po’ tutta la versione sterminazionista. E badi che io ho affrontato questo problema con animo sereno, perché considero, di per sé, già un crimine aver tradotto, durante il periodo bellico, dei civili in campi di concentramento, a lavoro coatto, esponendo malati, vecchi e bambini a fare una brutta fine. Questo per rispondere alla sua osservazione “che ci stavano a fare nei campi di concentramento?”. Però sorgono poi contestazioni sul numero, (in milioni?) di coloro che vi trovarono la morte, nel modo come morirono, ecc. E non dimentichiamo, pur senza assolvere nessuno, che non furono solo i tedeschi a deportare civili in campi di concentramento. Per fornire un’altra mia considerazione, devo dire che nella letteratura negazionista (termine errato e furbescamente inventato per criminalizzare il revisionismo storico, ma inesatto, perché eccetto qualche autore superficiale i revisionisti non negano niente, semplicemente affermano e cercano di dimostralo, che le prove che attestano uno sterminio del genere, con mezzi del genere, non convincono) ho riscontrato molte superficialità, molti errori, ecc., ma anche in quella sterminazionista non si scherza, soprattutto nella raccolta di testimonianze molte delle quali sono letteralmente assurde se non ridicole. Per la qualità e le qualifiche professionali degli storici revisionisti, la invito a rivedere il suo giudizio, perché ce ne sono moltissimi (e non sono né nazisti, né fascisti) di alta caratura e di alto livello scientifico. Purtroppo sempre più costretti alla macchia o a rifugiarsi in nazioni ancora libere.
    Comunque, e qui è il dramma di tutto il discorso: è utile e apprezzabile che per esempio si possa dibattere, sia pure da posizioni diverse, su questo argomento, perché vede, prof. Giannuli, tra poco, con la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, non potremo più farlo, o almeno non potrei più farlo io perché non potrei contestare, sia pure tramite la letteratura in merito, le sue affermazioni sterminazioniste. Con buona pace della libertà, della Costituzione, della Carta dell’Onu e del comune buon senso.
    En passant: stanno contorcendosi il cervello con continui emendamenti e modifiche perchè non potendo fare una Legge esclusivamente sullo sterminio ebraico, devono giocoforza estendere il principio a massacri e genocidi in genere. Ma sanno benissimo che in questo modo si espongono a situazioni ridicole dove qualcuno potrebbe autodenunciarsi o essere denunciato per la negazione un certo massacro, non di ebrei, con conseguenze esilaranti. Come giustamente ha osservato lei, ci scrivano direttamente in Camera di consiglio la Storia, magari ci indichino massacri e stermini da includere o escludere dalla legge e quindi da contestare, metterli in dubbio, ecc.

  • Buona la terza.

    Un bell’esempio di liberalismo questo ddl, strano che non sia una direttiva comunitaria (“i nostri valori che noi difendiamo, eccetera eccetera…”). Oggi il negazionismo, domani magari il “populismo anti-europeista”, dopodomani la “sinistra estrema” (che nel frattempo ha già provveduto a farsi fuori da sola). Poche balle, la democrazia o è o non è.

    E’ ovvio che non c’è alcun valore o attento ragionamento dietro questa legge ma solo un cinico calcolo opportunistico sull’onda di un evento mediatico, “solo un omaggio alla lobby filo israeliana” come ha giustamente notato il prof Giannuli.

    Dei veri geni. Se dovesse passare si darebbe solo un ottimo argomento a negazionisti e fascisti: “Vedete? Noi sappiamo la verità ma ci vogliono impedire di raccontarla! Ci temono perché sanno di mentire e non avendo argomenti validi gli resta solo la minaccia del carcere. E’ questa la democrazia liberale che dovrebbe difendervi da noi?”.

    Ci metterebbero un niente a infrangere la legge, portare il caso alla Consulta e sbriciolare questa porcheria, passando anche per custodi della Costituzione (sic). Oppure accetterebbero la pena comminata e passerebbero per martiri.

    Trovo quindi giusto questo appello, vuoi perché la libertà di esprimere il proprio pensiero è un diritto proprio di ogni democrazia costituzionale e va difeso a garanzia di tutti, vuoi per non lasciare al campo negazionista una parte che non meriterebbe.

    PS_Israele pratica da decenni l’apartheid sul popolo palestinese e Riccardo Pacifici è un fascista. E’ il mio pensiero ma tra quanto sarà vietato scriverlo?

    • Riccardo: io spero e mi batto perhè che Lei possa sempre scrivere quello che pensa e con Lei tutti gli altri. Però, onestamente, Pacifici non è un fascista, anche se temo che nella sua posizione ci sia un “eccesso di legittima difesa”. Così come nella prassi di Israele verso i palestinesi c’è il timore di essere spazzati via, senza però rendersi conto che tutto questo è, oltre che terribilmente ingiusto verso i palestinesi, del tutto controproducente per gli interessi dello stesso stato di Israele e della comunità ebraica mondiale.

  • No, dott. Giannuli: quella che Israele debba in qualche modo difendersi è una frottola, un “immaginario collettivo”, dato a bere per nascondere guerre di aggressione e ritorsioni bestiali. In realtà Israele ha progetti e una manifesta “volontà di potenza” finalizzata a realizzare una specie di suo “regno”, sopra tutto e tutti. Non a torto molti lo hanno definito il IV* Reich.
    Israele, qualsiasi esperto di problemi militari e strategie geopolitiche, può attestare, non può temere alcunchè sul piano militare. Neppure se tutti i suoi oramai scompaginati vicini, dall’Egitto, alla Siria, alla Giordania, al Libano, ai quei poveri disgraziati di Palestinesi ivi soggiogati, lo attaccassero improvvisamente (cosa ovviamente assurda e impossibile a verificarsi) avrebbero la benchè minima possibiltà di prevalere. Senza contare poi che Israele è abusivamente diventato una potenza nucleare, che sfrontatamente rifiuta qualsiasi proposta di “controllo sul nucleare”, ed è in possesso degli armamenti e delle tecnologie più moderne e sofisticate: altro che armi chimiche di distruzione di masse.
    Anche la situazione strategica complessiva, con il controllo del mediterraneo da parte occidentale, complici le basi installate in Italia, assicurano ad Israele ogni appoggio e garanzia.
    E non dimentichiamo lo scudo statunitense, sempre pronto a vigilare e ad appoggiare con ogni mezzo le situazioni belliche in cui viene a trovarsi Israele.
    Non scherziamo: quella di Israele che “deve difendersi” è una fola che nasconde l’espansionismo abnorme di questo stato che chiunque può verificare prendendo una cartina geografica del 1948 ed una odierna.

  • a parte che continuo ad essere scettico, dato che visto che in italia le legge mancino non viene applicata per cose molto più gravi, trovo poco credibile che venga applicata una legge in cui sono scritti termini poco chiari come “minimizzazione”, che significano tutto e niente e che sono scavallabilissimi dagli avvocati.
    poi devo dire che una volta che leggo commenti razzisti come quelli qua sopra, mi rendo conto che della ricerca storica e della libertà a questi non gliene frega proprio un cazzo: il fatto è che ce l’hanno con gli ebrei perchè sono razzisti.
    anche barozzi, che poveretto non riesce a convincersi dei campi di concentramento, duimostrando che le ricerche storiche serie per lui non contano un cazzo, di cosa sta a parlare? a questo punto non certo della libertà di fare ricerca, dato che comunque per lui sono tutti romanzi e crede a quello che gli piace di più dove ci sono gli ebrei cattivi.
    e, ribadisco, non è un caso che si leggano tanti commenti antisemiti: anche le nostre forze dell’ordine condividono in buona parte questi atteggiamenti, che sono largamente tollerati. e francamente credo che ce ne voglia per vedere lo statoi taliano che processa se stesso, altro che storia scritta nelle aule dei tribunali

  • 22 ottobre 2013 alle 12:51
    deola: ne invierò una bibliografia dalla quale potrà trarre la conferma di quello che dico
    Quanto poi al “bestia” è una espressione corrente in ambito scientifico per indicare una persona che non sa quello che dice ed usa male il metodo della sua disciplina. Appun to il caso dei negazionistyi.

    A.Giannuli

    Grazie per l’invio che potrà inoltrare a
    Piero Deola
    Via e.montale,12
    09032 assemini (ca)

    e volentieri anche a pagamento.

    Quanto a me posso incominciare a suggerirle “la menzogna di Ulisse” di Rassinier e di seguito qualche articolo che troverà quì sotto

    Tutti gli articoli di : Mattogno…. Faurisson ..Graf…..Cliccare sui nomi per accedere agli articoli.

    E non troverà la conferma di quello che dice. Dopo potrò suggerirle anche qualcosa di più incisivo e qualche ottimo libro.
    Si raccomanda agli intelligenti di non parlare mai di ciò che non si conosce.

    Cordialmente.
    Piero Deola

  • Sig. Giandavide, non le permetto di affermare che i miei commenti sono razzisti. Io ho analizzato la situazione geopolitica e militare di Israele, come analizzerei quella della Russia o della Cina, ovvero di uno stato, di una nazione, impegnata in operazioni militari. Che cosa centra il razzismo? Direi la stessa cosa se la popolazione di Israele fosse per il 100 percento di esquimesi. Peggio ancora parlare di antisemitismo, che nel 2013 non avrebbe alcun significato, solo uno scemo o un provocatore potrebbe mettersi a fare l’antisemita. Se qualcuno ha sogni di dominio mondiale per qualche Razza Eletta, e quindi di fatto fa il razzista non è il mio caso.
    Per il revisionismo io ho detto di avere un mio parere – è ancora possibile averlo? – che sono un ricercatore storico e come tale essendo pignolo ed esigente, il mio parere resta del tutto soggettivo perché quella è una materia che per affrontarla occorre almeno la conoscenza più che perfetta di 4 lingue, conoscenze scientifiche particolari e tempo e mezzi per andare a verificare documentazioni in giro per il mondo. Tutte cose che io non ho.
    Se vuol contestarmi pareri e commenti, d’accordissimo, ma per favore mi legga bene e non mi metta in bocca cose che non ho mai detto, come per esempio che non mi convinco dei campi di concentramento (se oltretutto ho anche detto che il solo deportare civili in campi di concentramento in periodo bellico è un crimine)o che le ricerche serie non contano un cazzo. Oltretutto le ricerche storiche possono essere giusto, in tutto o in parte o sbagliate, in tutto o in parte, non che non contano niente.

  • scrive barozzi:
    “il mio parere resta del tutto soggettivo perché quella è una materia che per affrontarla occorre almeno la conoscenza più che perfetta di 4 lingue, conoscenze scientifiche particolari e tempo e mezzi per andare a verificare documentazioni in giro per il mondo. Tutte cose che io non ho.”

    questo paradigma conoscitivo risale all’ottocento,ed è quello proprio agli eruditi, siccome si dice che l’ultimo erudito del ‘900 sia stato thornstein veblen, credo che siamo un pò fuori tempo massimo. nel 900 il paradigma scientifico è quello della specializzazione, per cui non è necessario sapere tutto, ma solo la propria materia di riferimento, giovandosi sulla possibilità di una comunicazione intersoggettiva basata su metodi scientifici dotati dell’onestà intellettuale sufficiente da rendere verificabili i contenuti dei propri scritti.
    per il resto in effetti non mi stavo riferendo a maurizio per quanto riguarda il razzismo, mi riferivo in particolare a quelli che avallano un’ipotesi cospirazionista della famigerata “lobby ebraica”. non ho un buon concetto di israele, ma alcune generalizzazioni mi fanno incazzare, dato che intravvedo degli orizzonti valoriali tristemente scontati.

  • Siamo in due allora. Anche se di questi tempi è sempre più difficile difendere la massima di Voltaire, specie se la montagna di balle che ci sommerge quotidianamente danneggia direttamente l’esistenza materiale di gran parte della collettività italiana (me compreso).

    Fascista: “2.(est. spreg.) Chi tende con ogni mezzo a sopraffare l’avversario, a negare i diritti altrui, e sim. | (est.) Persona dispotica e prepotente”. (Zanichelli 2008)

    Confermo la mia opinione su Pacifici, e ovviamente rispetto la sua.

    Sulle politiche criminali di Israele (secondo il diritto internazionale, si intende) mi è invece più difficile rispettarla. Ho smesso da tempo di manifestare una falsa equidistanza, o ragionare in termini di riduzione del danno, perché sono stanco di confondere le ragioni degli oppressi con quelle degli oppressori (e non è uno slogan, sono decenni di fatti inanellati uno dopo l’altro).

    Le dirò che non mi aspettavo da parte sua una retorica che mi è parsa cerchiobottista, ma può darsi che suoi scritti sul tema abbiano approfondito la questione più di quanto possano fare due righe di commento.

    • Riccardo: il mio non è cerchio bottismo, il punto è che soggettivamente i due contendenti hanno ragioni inoppugnabili, ma non rieswcono a ttrovare un piano oggettivo su sui intendersi. Israele, non dimentichiamolo, è stato attaccato un minuto dopoo la sua proclamazione, e nel 1956 e 1967 è andato vicino ad una sconfitta militare che ne avrebbe provocato l’annientamento. Anche nel 1973 subì un attacco che ne a vrebbe messo in causa l’esistenza. Tutto questo ha provocato und evastante “complesso dell’accerchiamento” che si scarica sui palestinesi, vittime di trattamenti lesivi dei più elementari diritti umnani. Ma da questa situazione si esce solo con il reale reciproco riconoscimento senza del quale nessuna pace è possibile. Credo che compito degli europei (e degli intellettuali europei in particolare) sia spingere all’intesa non aizzare uno dei due contendenti, come se fossero gladiatori che debbono soddisfare il nostro desiderio frustrato di conflitto.

  • Le conosce di nome oppure le ha lette?
    Perchè se le ha lette e non ha capito qualcosa la sua potrebbe essere ostinazione oppure durezza di comprendonio.
    Comunque se cortesemente mi invia quanto promesso sono sufficientemente modesto da riconoscere che quancosa da imparare c’è sempre ma non nomini noti ballisti di una storia che non è esistita.
    Cordialmente.
    Piero Deola

    • Deola: a differenza di Lei che è un dilettante, io sono un professionista e le cose che cito le ho lette (come può verificare dal mio libro l’Abuso pubblkico della stoiria
      quanto alla sua insolenza sulla durezza comprendonio le faccio presente che lei dà prova di grande sordità. E visto che già parla di noti ballisti, mi rispaqrmio la fatica di mandarle la bibliografia
      NON cordialmente
      Aldo Giannuli

  • E no, professore, a parte il fatto che TUTTE le guerre israelo – arabe finirono SEMPRE con l’abnorme espansione territoriale di Israele e conseguenti migliaia di profughi, le sue ricostruzioni su chi ha “cominciato” sono fallaci in due importanti guerre.
    Nel 1956, era da alcuni anni che i contendenti si offendevano: Israele dava sfoggio di potenza militare intraprendendo quelle che venivano definite “operazioni di rappresaglia” promesse dal “falco” David Ben Gurion e gli egiziani soprattutto si cimentavano in diverse incursioni. Ma fu dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez a luglio, e la crisi provocata dall’intervento franco – inglese, che a ottobre Israele invase la striscia di Gaza e la penisola del Sinai verso l’Egitto.
    Ergo, in questa guerra, che solo grazie alla presa di posizione dei sovietici, evitò la distruzione completa dell’Egitto di Nasser, non si può di certo parlare di “aggressione ad israele”.
    Per la guerra dei “sei giorni”, ancora peggio. Anche qui abbiamo uno stato di semi belligeranza precedente, con cannoneggiamenti e attacchi aerei da entrambe le parti, fino a quando a giugno del 1967, Israele mise in atto un piano militare da tempo predisposto e coordinato con gli Stati Uniti (questi ultimi in previsione delle conseguenze di questa guerra si erano premuniti ad aprile con il colpo di Stato in Grecia, mentre in Italia avevano dato il via alla girandola delle violenze diffuse e alla fase bombarola della strategia della tensione onde destabilizzare il quadro politico e sociale per evitare eventuali spinte centrifughe governative dall’Alleanza: il fine era di premunirsi a che gli inquadramenti atlantici del sud Europa non subissero alterazioni, specialmente dopo che la Francia di De Gaulle aveva abbandonato il comando militare della Nato. I primi di giugno del 1967, l’Egitto, nonostante che fosse da tempo stato avvertito dai sovietici dei preparativi di guerra israeliani e all’uopo aveva predisposto anche le sue divisioni in posizione strategica di attacco, si fece sorprendere, tanto che la sua aviazione venne letteralmente distrutta a terra. Furono quindi gli israeliani che aprirono le ostilità con una operazione improvvisa a largo raggio (operazione focus) che in pochi giorni gli consenti di occupare il Sinai, arrivare sulle alture di Golan, occupare la Cisgiordania, Hebron, Gerusalemme, la striscia di Gaza. La maggior parte di queti luoghi furono inglobati nello stato israeliano, alcuni restarono occupati e pochi altri furono restituiti. Mai, neppure per un momento, Israele andò vicino all’annientamento, anzi furono egiziani e siriani che ci andarono vicino.
    Comunque sia, oggi come oggi Israele, sul piano militare, non ha nulla da temere, neppure un ipotetico e improvviso attacco, del resto assurdo e impossibile, contemporaneo di tutti i suoi malridotti vicini.
    Il diritto a difendersi, semmai lo può avanzare rispetto al terrorismo interno ovvero ad eventuali attacchi kamicaze o attentati nelle sue città o lanci di missili (di scarsa portata alla dove coglio coglio). Ma è evidente che questi atti, per quanto cruenti e odiosi, non hanno la benchè minima rilevanza militare, e comunque dopo l’erezione de muro, lo scompaginamento e rastrellamento dei residui palestinesi sul suo territorio, anche questi atti di terrorismo sono stati resi quasi impossibili.

  • Giandavide, il mio “paradigma conoscitivo” non era riferito al metodo storiografico in generale, ma al buon senso sulla interpretazione della letteratura in argomento.
    Vede, per 35 anni ho condotto indagini sul mistero della morte di Mussolini. Iniziai leggendo tutta la letteratura inerente e notai che presentava discrasie e contradizioni notevoli. Ma il bello è che quando passai alla verifica delle fonti, mi accorsi che, non solo erano stati omessi o mal riportati vari documenti, ma soprattutto le testimonianze e i memoriali erano sovente inattendibili. Si riscontrava infatti che molte testimonianze erano state rilasciate dietro lauti pagamenti, alcune erano state poi ritrattate dagli autori, ma la cosa non era stata segnalata, altre addirittura manipolate in sede redazionale per esigenze editoriali o politiche. Ma proprio su questo materiale taroccato, autori, scrittori storici, anche importanti avevano costruito le loro interpretazioni, scoop giornalsitici, libri famosi, riprendendo e reiterando clamorosi errori.
    Non mi fu difficile, tra Istituti storici, archivi di vario tipo, contatti personali e case editrici, correggere e precisare molti aspetti.
    Ma su una delicata e complessa questione come l’Olocausto, questo lavoro, almeno a me, non è possibile fare, visto che molti archivi sono nell’ex Unione sovietica o in America, che tutti i documenti vanno letti e interpretati con una eccellente conoscenza della lingua, soprattutto tedesca, in tutte le sue sfumature, che abbisogna di cognizioni fisiche, scientifiche e conoscenze di ingegneristica per dirimere aspetti tecnici relativi alo sterminio e i mezzi impiegati, ecc. Senza queste qualifiche possiamo solo farci un idea soggettiva in base alla letteratura in argomento, con tutte le carenze che ho segnalato. Ecco perché, pur avendo un mio parere, rifiuto di infilarmi in diatribe e discussioni “negazionismo” – “sterminazionismo”.

  • Gentile Signor Barozzi,

    leggo con molto interesse i suoi commenti e la ringrazio per avermi permesso di imparare qualcosa. Se possibile mi tolga una curiosità: Lei è lo stesso Maurizio Barozzi che scrive su Rinascita o per la Fncrsi?

    In merito a Via Rasella e alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine, da ignorante e sperando di non tediarla, avrei due domande da farle:

    1) È stato detto che Priebke non poteva rifiutarsi dal compiere l’ordine di esecuzione. Perché però poterono esimersi dall’eseguirlo sia i componenti del reggimento altoatesino attaccato che lo stesso esercito tedesco?

    2) Dal punto di vista di Kappler, quali risultati strategici si prefiggeva di ottenere dalla rappresaglia? Quali risultati ottenne invece la resistenza anti fascista?

    Grazie della disponibilità.
    Lumumba

  • Per Lumbumba: si, sono io che scrivo su Rinascita e per la Fncrsi.
    Priebke era un alto ufficiale ed era alquanto difficile sottrarsi a quell’ordine, però a mio parere, volendolo veramente, avrebbe anche potuto farlo, certo rischiando alquanto, ma probabilmente la rappresaglia, magari non gradita era un po’ condivisa tra gli ufficiali tedeschi. Non dimentichi che lo spirito che informa le spietate convenzioni di guerra è quello di proteggere i propri soldati in terre straniere, a prescindere dai tedeschi, tutti gli Alti comandi sentono queste responsabilità e agiscono di conseguenza quando subiscono attentati. Noi di certo non potremmo mai approvarle.
    Kappler, in verità, applico gli ordini di Hitler (che in un primo momento aveva chiesto 60 italiani per ogni tedesco), via Kesserling. Come tanti tedeschi, però, essendo su questo piano, ottusi, agirono spietatamente con il risultato di attirarsi l’odio popolare.
    La Resistenza non conseguì alcun vantaggio militare, ma di certo, a caro prezzo, il vantaggio psicologico di staccare la popolazione da ogni simpatia verso i tedeschi e radicalizzando la lotta, anche verso la RSI. Nella guerra rivoluzionaria, anche questo aspetto, seppur aberrante, si traduce sempre in vantaggio anche militare.
    Posso supporre e ci sono varie ricerche in merito, ma prove schiaccianti non ci sono, che la dirigenza comunista, prevedendo la rappresaglia, che del resto poi fu annunciata con tanto di termine, mise anche in cantiere l’occasione di liberarsi del gruppo trozkista di Bandiera Rossa, che stava tenendo una folta riunione a due passi da Via Rasella e di alcuni ufficiali badogliani che stavano a Regina Coeli. Ma ripeto, ci sono sospetti, indizi, ma non prove.
    Ora per piacere, chi mi legge, prenda queste mie considerazioni con disincanto, e non mi metta in bocca cose che non intendevo dire. Io ho ragionato da modesto storico, personalmente altre opinioni soggettive le tengo per me.

  • @ barozzi:
    ilparagone con mussolini non regge proprio, dato che l’abito è quasi cronachistico ed è comunque enormenente ristretto rispetto a quello relativo all’olocausto: i testimoni sono molti di più e l’arco di tempo considerato è maggiore: ritenere che siano tutti pagati per fare falsa testimonianza è un pò ridicolo. poi sarà un caso, ma sospetto che i pagati e i paganti dovrebbero essere -guarda un pò- ebrei. ma vabbene…
    e comunque sembra che la tua posizione in merito all’olocausto sia che non è possibile ottenere una verità storica, dato che essa sarebbe raggiungibile solo da chi conosce tutte le lingue come gli apostoli toccati dallo spirito santo, e comunque anche in quel caso non c’è da fidarsi. veramente un bel concetto della disciplina storica: se ragionassimo così anche per le scienze positive anche l’acqua che bolle sarebbe un’arcano inspiegabile ai profani. complimenti per la modernità.
    per il resto io trovo cerchiobottisti quelli che danno di cerchiobottista al giannuli, dato che perpetuano la solita logica amico-nemico utilizzata nel corso del secolo per prendere per il culo la gente, da schmidt a huntington.

  • Egregio Lumumba, Priebke non era né un gerarca né un alto ufficiale;era solo un capitano delle SS vale a dire un ufficiale subalterno.Non credo che si possa qualificarlo, in buona o in male fede (non è il caso di Barozzi) per quello che non è mai stato. Sicuramente era già stato prosciolto in primo giudizio dal tribunale militare, che aveva condannato solo il tenente colonello Herbert Kappler, suo diretto superiore e responsabile del servizio segreto germanico a Roma. Con Kappler, Priebke mantenne regolare corrispondenza, per tutti gli anni di reclusione di Kappler.Inoltre Priebke venne tranquillamente in Italia due volte da turista.Successivamente a corto di “mostri nazisti” reperibili sulla piazza, venne estradato in Italia e condannato ma stante gli anni trascorsi dai fatti a lui attribuiti, il reato venne considerato prescritto.Fu arrestato nuovamente e riprocessato e condannato definitivamente. Il reparto di sud tirolesi inquadrato nel reggimento di polizia “Bozen” che fu vittima dell’agguato, non venne impiegato nella rappresaglia, perché composto prevalentemente da anziani e miti credenti non volontari, che alla domenica andavano alla messa e facevano la comunione,quindi giudicati inaffidabili e malvisti sia dalla Ghestapo che dalle SS.Lumumba è stato un celebre leader congolese e ai tempi dell’URSS;ricordo che vi era una università moscovita intitolata a Lumbumba, nella quale si formarono vari e futuri leader della lotta armata internazionale, tra cui il celeberrimo Illich Ramirer Sanchez detto anche Carlos.Secondo la ricostruzione di alcuni storici e giornalisti l’attentato di via Rasella, fu materia di studio da parte dei vari e futuri militanti della lotta armata internazionale. Complimenti per il nick name.

  • Invece io trovo manipolatori quelli che manipolano le parole altrui solo per miserabile protagonismo dialettico, nella migliore delle ipotesi. A proposito dei punti di vista (e delle prese per il culo).

  • Giandavide: ma no, guarda, non si tratta di testimonianze false o pagate, si tratta di una materia complessa, difficile. Non ho detto che non è possibile arrivare alla verità, ho detto che è estremamente complicato. Io non sono in grado di esprimere un giudizio netto e categorico, ho le mie convinzioni, ma sono relative, e comunque trovo stupido discuterne senza avere basi salde. Una volta ho assistito in una Tv privata ad una specie di dibattito ridicolo, dal punto di vista storico, su questo argomento. C’erano quelli che sostenevano le tesi sterminazioniste, tra l’altro ripetendo molti luoghi comuni, e c’era un gruppetto di negazionisti, che le contestava, tirando fuori i libri di Mattogno, Faurrison, ecc. Praticamente l’ignoranza più totale, il basarsi fideisticamente su studi altrui. A meno che io non buttassi il mio tempo nello studio di questa materia, pur con qualche carenza, diciamo “professionale”, mi spiace, ma non me la sento di sostenere un contraddittorio. Dovrei ripetere tesi altrui. No, grazie. E poi ora con la imminente Legge democratica dovrebbe anche essere proibito contraddire, o no?

  • @ barozzi:
    grazie per le spiegazioni. Apprezzo la sua pacatezza e lo spessore delle sue argomentazioni. Ho trovato qualche suo articolo sulla rete, mi piacerebbe porle qualche altra domandina ma abuserei troppo dello spazio del prof Giannuli. Ho visto un indirizzo e-mail a nome daf. a Lei riconducibile, posso in caso contattarla lì?

    P.S: su quanto detto sopra in merito alle guerre arabo-israeliane, quali autori consiglierebbe? A quali anni andrebbe poi fatta risalire la stretta alleanza USA-Israele? Non vorrei sbagliare, ma mi sembra che nell’immediato dopoguerra Israele godeva più del sostegno dell’URSS che degli USA, che dice? Grazie della disponibilità.

    @ Germani:
    la sua “entrata a gamba tesa” non mi impedisce comunque di porgerle cordiali saluti, ringraziarla per le sue precisazioni ed esprimerle apprezzamento per alcuni (non tutti) suoi passati interventi. Ma cosa dovrei dedurre dalla parte finale della sua risposta? Dobbiamo imputare a Lumumba l’attentato di Via Rasella? È colpa del leader congolese se il suo nome fu strumentalizzato dall’URSS? O è forse la causa dell’antimperialismo e dell’indipendenza nazionale (di cui Lumumba fu a mio avviso interprete esemplare) a far sorgere in Lei un moto di ripulsa? Oltretutto la vicenda di Lumumba poteva fungerle da pretesto per richiamare l’attenzione sulle ripetute manovre di destabilizzazione degli USA…ed invece niente, Lumumba come precursore addirittura della “lotta armata internazionale”….a mio avviso il furore ideologico fa brutti scherzi, io suggerirei di prendere esempio dalla pacatezza del Barozzi, che ad una superficiale impressione (mi scuso fin da subito se sbaglio) non mi sembra “ideologicamente” distante dalle sue posizioni ma riesce ad esprimere le sue ragioni mantenendo un contegno esemplare. Saluti

  • Per Lumumba. Può contattarmi quanto vuole, ma lei mi pone domande complicate di analisi storico e geopolitica a cui non è possibile rispondere con pochi paragrafi. Sui conflitti arabo israeliani non è possibile farsi un concetto seguendo autori particolari, ma verificando le cronache storiche dei fatti ed avendo ben presente i presupposti geopolitici che li determinano. Ma attenzione: la Storia ha anche una sua dimensione, per così dire “occulta”, ovvero uomini e avvenimenti che si svolgono dietro le quinte e non facilmente percepibili e documentabili.
    Purtroppo tutta una area, cosiddetta “neofascista”, in realtà l’area del destrismo controllato e funzionale al colonialismo americano in Europa, ha una visione degli avvenimenti storici degli anni ’50 e ‘60 del tutto approssimata e falsata. Quest’area parte dal presupposto in Europa, divisa dagli accordi di Jalta, tra l’Orso Sovietico e il cosiddetto Mondo libero, occorreva difendere quest’ultimo quale “male minore”. Una assurdità, intanto perchè sovietici e americani erano divisi sul piano tattico, e si controllavano reciprocamente dispiegando una cruenta guerra di spie, ma sostanzialmente erano concordi sul piano strategico (Coesistenza pacifica). Questa divisione determinò in Europa governi, partiti, circoli culturali e militari, divisi tra partigiani della Nato e partigiani del Patto di Varsavia, di fatto scemi & più scemi, in modo che il dominio dei due grandi blocchi fosse irremovibile. Si tenga presente che, per esempio, le strategie stay behind che determinarono cronache anche stragiste, erano si finalizzate al contenimento, o meglio al controllo, delle reciproche aree di influenza in Europa, verso i Sovietici, ma di fatto avevano lo scopo di tenere soggiogati , attraverso accordi e protocolli segreti, gli Stati Maggiori alla politica e gli interessi statunitensi. Solo degli illusi (ipotesi migliore) o dei deficienti o dei traditori della Patria potevano entrare nelle Gladio. Scellerata prassi dell’anticomunismo viscerale che ha prodotti questi a altri misfatti.
    Visto che le destre in Italia erano gli ascari degli Atlantici, non solo costoro tradirono di fatto tutti gli interessi geopolitici ed energetici della nazione (vedi il boicottaggio di tutti i tentativi di indipendenza petrolifera e nucleare), ogni minima scelta diplomatica di terzomondismo (confacente alla natura geografica del paese e al suo ruolo mediterraneo), equidistanza nel conflitto Arabo – Israeliano, ecc, ogni qual volta che queste iniziative ledevano gli interessi Occidentali, impedendo così che ci si sottraesse alla egemonia americana (Mattei e Moro docet), ma espressero anche una politica infame che si sostanziava nel ridicolo presupposto che tutti gli Stati o gli statisti che erano “alleati” dei sovietici, dovevano per forza essere nostri nemici. Un servilismo demenziale e paradossale che ha contribuito alla totale perdita di ogni minima sovranità nazionale e alla istallazione oggi di 113 basi militari sul nostro territorio, tutte sotto controllo straniero! tanto che, a mio parere, si sarebbe dovuto fucilare, per tradimento degli interessi nazionali, quasi tutti i dirigenti del MSI!
    Ma cosa si pretendeva da un ambiente che si cullava demenzialmente con le canzoni dei mercenari? Una attitudine quella del mercenario, che al più poteva valere come romantica scelta avventurosa a livello personale, ma che era la quintessenza della criminalità al servizio dell’Occidente e delle Multinazionali. E si dimenticavano anche, questi imbecilli, che i mercenari della Legione Straniera erano stati nostri nemici in guerra! Si pensi un po’.
    UN PREGHIERA, PERÒ. QUI STIAMO USANDO GENTILMENTE LO SPAZIO CONCESSO DAL PROF. GIANNULI, PONETE A LUI LE DOMANDE, NON A ME.

  • AVVISO AI NAVIGANTI – A COLORO CHE CHIEDONO CONSIGLI SU COSA LEGGERE.
    Applicate sempre la massima che non c’è più stupido di colui che legge SOLO i giornali, le riviste e i libri del proprio partito!

  • Lumumba, chiedo venia per il mio “intervento a gamba tesa”; sono prevenuto lo so, vedo sempre dei reconditi fini, in certi interventi un pò provocatori.Repetita iuvant! L’agguato di via Rasella, fu un successo voluto e studiato a tavolino, dalla dirigenza del PCI-GAP.Fece fuori l’antifascismo di stampo monarchico badogliano e in contemporanea anche quello dei concorrenti trozkisti di Bandiera Rossa.Inoltre suscitarono l’odio, che non c’era, contro i nazifascisti da parte dei romani.Kappler fu un mero esecutore di ordini superiori, ma unitamente a Priebke, vittime entrambe delle cave Aredeatine.Mi sembra di averlo già letto e scritto, non solo di mio, in questo interessante blog.Lumumba fu un campione per l’indipendenza del Congo dal colonialismo belga;ma non era un pacifista tipo Ghandi o M.L. King.Stimo Barozzi, che seguo anche nel blog della FNCRSI, anche se non condivido il suo latente, ma non pacato “cupio dissolvi” di tutto il neofascismo del dopo guerra.In pratica Barozzi con il suo interlocutore di riferimento, butta via il bambino con l’acqua sporca.Ma non abbiamo detto che far politica vuol dire anche sporcarsi le mani!Lo fecero a suo tempo Rosario Bencivena con Guido Leto; senza che tale frequentazione vantaggiosa reciprocamente, valga l’anatema su tutta la resistenza, mentre questo vale per il neofascismo a prescindere.Un modo contorto di riscrivere la storia, e poi ognuno sveli le proprie miserie umane.Lo fanno già di suo egregiamente tutti gli specialisti in “trame nere” unitamente agli storici di regime.Ossequi.

  • @Germani: In parte la tua osservazione, quella di non buttare il bambino con l’acqua sporca, è accettabile e del resto sono proprio io che ho sostenuto che fare politica significa muoversi, relazionarsi, avere e prendere contatti e tutto questo traffico assume sperso una dimensione “sporca”. Oltretutto noi non siamo magistrati per cui le accuse che possiamo elevare sono politiche e di correttezza verso certe “idee”. E’ per questo che io pur sparando a zero verso il neofascismo, e a ragion veduta, perché non ho potuto non prendere atto di tante documentazioni di collusione, non ho mai personalizzato le accuse, ritendo queste accuse talmente gravi che prima di fare nomi e cognomi ci vorrebbe una assoluta sicurezza. In un solo caso, con il mio articolo che fece scalpore: “Ma quale Rauti fascista?” personalizzai la cosa, ma questo perché il ruolo di Rauti, confacente allo Stato Maggiore, e quello di ON, non per qualche episodio, ma per decenni, era talmente evidente che non se ne poteva fare a meno, nonostante questo mantenni le accuse sul piano politico. Che poi Rauti dentro di sé si sentisse “fascista” fatti suoi, anche lo spione del Sid Giannettini, che lavorava per un servizio di questo Stato antifascista e indirettamente per quelli dei nostri colonizzatori, a cui questo Servizio è subordinato, si definiva fascista, anzi nazionalsocialista. E così pure Licio Gelli che ci teneva a rammentare una sua partecipazione giovanissimo alla guerra di Spagna e poi alla RSI, dimentico che negli ultimi anni di guerra passò con la Resistenza e gli Alleati. Un fascismo tutto loro, fatto di treni che arrivano in orario, ordine e disciplina, operai che non scioperano e gerarchie chissà come idelizzate, magari imposte da un colpo di stato militare. In pratica proprio quel fascismo conservatore per esigenze nazionali, naufragò miseramente il 25 luglio e di cui la RSI ne fu una rottura definitiva ed epocale. Non parliamo poi di certe infatuazioni esoteriche e superomistiche, che unite a un pò di razzismo darwinista (selezione naturale del più forte) e tanto anticomunismo viscerale, hanno prodotto veri e autentici mostri. Le hai lette alcune note che si trovano anche in pubblicazioni di Ordine Nuove, in cui si teorizza (modello Oas), l’uso del terrore e delle stragi come tecnica rivoluzionaria?
    Scrive il giudice Guido Salvini, forte di sentenze, rei confessi e prove indiscutibili: “Ordine Nuovo ha compiuto molti attentati prima e dopo il 12 dicembre”” e aggiunge anche: ”<>. Ebbene di tutto questo qualcuno deve rendere conto e occorre fare chiarezza, perché altrimenti nel lontano futuro la storiografia attesterà proprio “questo” come fascismo.
    Io non sono comunista, ma se lo fossi stato avrei chiesto conto a tanti dirigenti comunisti o ex comunisti, di tanti fatti, vicende e loro ruoli, a cominciare da Gad Lerner, Paolo Mieli, Luigi Manconi, la dirigenza di Lotta Continua, Adriano Sofri, Franco Piperno, i compagni del Superclan di Parigi, Mario Moretti, il clan dei Berlinguer, e tanti, tanti altri, la cui attività politica più che per il comunismo, mi sembra sia stata funzionale alle Intelligence Occidentali, compreso il Mossad. Casuale? A quando un giudice Salvini, un Aldo Giannuli, una Stefania Limiti, un Ferdinando Imposimato, per citare i più competenti e stimati “indagatori storici”, scandaglieranno questo mondo? Abbiamo in questo sito accennato ai rapporti di Delle Chiaie con U. Federico D’Amato, ma nessuno ha chiesto spiegazioni dei rapporti del dirigente degli AA.RR. con Adriano Sofri leader di Lotta Continua il cui giornale lo stampava una tipografia di proprietà della Cia. Eppure è stato proprio Sofri a raccontare che D’Amato venne a casa sua a proporgli l’eliminazione di certi comunisti combattenti. Certo, Sofri potrebbe aver usato questa mezza specie di “chiamata di correità” per motivi legati alla sua situazione penale e quindi resta da vedere fin dove è veritiera e sembra anche strano che un dirigente, spregiudicato, ma accorto come D’Amato, vada a fare certe proposte. Ma una parte di verità deve esserci per forza e quindi la conclusione da tirare è una sola: se D’Amato intratteneva questi rapporti, vuol dire che ben sapeva con chi aveva a che fare, altro che comunisti!
    A ciascuno il suo: si chieda qualche comunista in buona fede, la ragione di tante carriere di successo, arricchimenti, morti ammazzati, di come abbia potuto letteralmente dissolversi il marxismo leninismo, fagogitato dalla dimensione “liberal”, finito in tasca all’Alta finanza rappresentata dalla La Repubblica di De Benedetti e letteralmente stravolto dalle ideologie neardicali.

  • Scusate, è saltato un pezzo, questo dopo: (il giudice Salvini) aggiunge ancora: “Nei discorsi che si tenevano nella libreria padovana di Freda e nel sentire dei suoi militanti, si parlava infatti dell’uomo “indifferenziato” e quindi dei comuni civili, come semplici bipedi che potevano essere sacrificati per realizzare il “Nuovo Ordine europeo” appunto”, Ebbene…. ecc ecc.

  • TORNIAMO IN ARGOMENTO: IL REATO DI NEGAZIONISMO.
    A quanto sembra, da notizie di stampa (http://www.lastampa.it/2013/10/26/italia/politica/cade-il-reato-di-negazionismo-prevale-la-libert-di-opinione-rIDCuR7lRmF3pPlQQv6QHI/pagina.html) ci sono dei ripensamenti su questo reato, non sanno come comprovarlo, come adeguarlo ad un solo genocidio per non scatenare il caos, come aggirare la repressione libertaria che si produce, ecc. Molti storici si sono ribellati. Soprattutto la Sissco. Dobbiamo di questa battaglia libertaria dare atto anche al prof. Giannuli. Non si creda, per pronunciarsi in merito ci voleva un certo coraggio. Ora staremo a vedere il nuovo parto, non vorrei che siamo alle COMICHE. Tanto varrebbe che istituiscono il reato di AFFERMAZIONISMO.

  • Interessante disquisizione egregio Barozzi,io la esorto invece ad approfondire lo studio dell’antifascismo,ne scoprirà delle belle, stante che le miserie umane del fascismo e del neofascismo vengono sviscerate ampiamente, già di troppo dagli esperti in “trame nere”.Allora cito Carlo Rosselli,una icona sacra dell’antifascismo, che in una sorta di decalogo per i militanti di Giustizia e Libertà, non esitava a scrivere “che l’uomo vero è colui il quale uccide il proprio simile”.Ci fosse un fottuto storico,un esperto di “trame nere” che lo ricordi.Carlo Rosselli che possiamo definire il Giangiacomo Feltrinelli degli anni trenta,finanziava, armava, spediva dal suo comodo esilio parigino, degli esaltati, reclutati in maggioranza nell’ambiente anarchico, con l’incarico specifico di uccidere Mussolini, convinto che ammazzando il duce, il regime sarebbe crollato.Guardi Barozzi che i “liberogiustizieri” erano anche dei gran maneggioni di esplosivo; implicati i numerosi attentati dinamitardi. Caro Barozzi lasci perdere i deliri dei neofascisti,si dedichi con il suo acume e la passione di storico, a narrare le malefatte dell’antifascismo, quello dei neofascisti lo fanno già di mestire, storici professionali, giornalisti,commentatori televisivi,editori,preti,comici, guitti,premi nobel ex repubblichini con le realtive consorti femministe,reduci,testimoni,sopravvisuti, magistrati,insegnanti di ogni ordine e grado,cantanti,attori,romanzieri e “fontanologhi” vari.Sul versante delle “trame nere”, mi creda, abbiamo raggiunto un punto di saturazione tale, da far venire i conati di vomito.Ossequi e mi scusi per l’esortazione.

  • Caro Germani, ma conosco benissimo la ferocia di certo antifascismo, compresi i Rosselli e il loro familia Pertini. E all’oggi, crediamo davvero che tutte le bombe che esplosero in Italia dal 1967 circa, in avanti, erano tutte opera di neofascisti? Che tutti gli extraparlamentari e tutti gli anarchici erano dei bravi lavoratori idealisti come Pinelli? E si pensa davvero che nulla sappiamo delle centrali massoniche di Praga e di Parigi che controllavano la sinistra europea antagonista o meno? Che “fregarono” anche Feltrinelli, il quale non era quel “guerrigliero pazzo” come è stato descritto (aveva si messo su un embrione di struttura militare perché credeva ad un colpo di Stato in Italia, ma aveva ben capito cosa c’era dietro le cellule armate della sinistra, e la sua morte è strettamente legata a quella di Calabresi che era arrivato alle stese conclusioni). E il famigerato Superclan che mandò a morire in Grecia una ragazza, per un attentato dinamitardo contro strutture americane Nato (avrebbe fatto danni e vittime, ma sostanzialmente, per gli americani sarebbe stato irrisorio e anzi gli avrebbe fatto gioco) che prese il posto di Mara Cagol che si era rifiutata. Quasi tutto hanno tirato fuori sul grande burattinaio del neofascismo, l’americano J. J. Angleton, ma si tace sul grande burattinaio del comunismo, quel “colonnello britannico” Ralph Merril, alias Renato Mieli, padre di Paolo.
    Per andare indietro nel tempo invece, ci si chieda perché venne fatto sparire il fascicolo inchiesta (il socialista Carlo Silvestri ebbe modo di vederlo), messo su nel ’44 /’45 per incarico di Mussolini dal prefetto Luigi Gatti e da Nicola Bombacci, circa i veri responsabili del delitto Matteotti. E a proposito di Bombacci, fucilato a Dongo, assieme a Gatti, anche per tacitarlo (di certo non erano gerarchi, né passibili di pena di morte) c’è per caso stato qualche storico (tranne accenni di Bandini e pochi altri) che ha indagato sul perché doveva essere tacitato e perché oltre ai fascicoli dei rapporti tra Mussolini e Churchill non si trovò neppure un fascicolo su Stalin, segno che venne fatto sparire? Gliele dò io le tracce agli storici: del delitto Matteotti, abbiamo detto, poi ci sono i rapporti socio economici con la Russia Sovietica che dal 1924, per incarico di Mussolini, nei loro aspetti “delicati”, li seguiva proprio Bombacci. Ma c’è di più: qualcuno si chieda perchè per tutto il ventennio in Italia gli unici attentati furono di marca massonica, di ambienti giustizialisti? Non gli è venuto in mente che Mussolini, proprio attraverso Bombacci, aveva conseguito un accordo segreto con Stalin, affinchè l’Italia fosse preservata dagli attentati e sabotaggi delle numerose cellule comuniste, che infatti mai ci furono? E nel primo semestre del 1943 chi curò sottobanco la diplomazia sotterranea con i Sovietici per arrivare ad un armistizio tra la Russia e l’Asse? Armistizio a cui anche Stalin, soprattutto dopo la vittoria di Stalingrado, dove però seguì una gravissima crisi negli effettivi dissanguati dei sovietici, era interessato. Una specie di pace che però Hitler caparbiamente rifiutò sempre. Purtroppo per fare luce su queste importanti questioni dovranno passare dei secoli.
    E se uno dei celebri scrittori, autori, indagatori storici, facesse delle ricerche e poi pubblicasse un libro, su tutto il marcio e le collusioni a sinistra, come potrebbe presentarlo in quei bei salottini pregni di “liberal” ed esponenti delle Istituzioni e di aree di potere? Con quale Importante casa editrice lo pubblicherebbe? Quali mass media gli darebbero risalto? Ricordiamoci Franco Bandini, come venne boicottato quando pubblicò il libro “Il cono d’ombra” che presentava anni di ricerche anche in Francia a dimostrazione che nella morte dei Fratelli Rosselli, non tutto era come la storiografia embedded voleva? Ci sono cani da caccia ammaestrati, nella editoria, nei circoli storiografici e nella politica, scrisse Bandini, che fiutano subito il “pericolo”, e ti saltano addosso a richiamo. Ma per rispondere all’ultimo suo invito, caro Germani, io non sono uno storico, sono un dilettante, un modestissimo ricercatore e quello che a me preme è dimostrare, alle generazioni e alla storiografia futura, che fascismo e “neofascismo” sono due cose profondamente diverse, anche se vengono dallo stesso albo di famiglia, e che i terroristi, i bombaroli, i provocatori, i reazionari, nonostante la camicia nera e gli “A noi!”, erano, o dei confidenti o in Servizio permanente effettivo di “chi di dovere”, lo attestano le collusioni venute alla luce e la loro “politica”, se così si può chiamare, praticata per decenni. Questa è la mia missione. Lo devo agli ex combattenti della RSI, che dopo aver versato il sangue in guerra, rimasero inascoltati e isolati, ma queste cose le denunciavano già dagli anni ’50., non a caso espulsero per indegnità dalla FNCRSI Valerio Borghese.

  • Caro Barozzi, sfondi una porta aperta, quando citi il compianto Franco Bandini e la sua magistrale opera sul delitto dei fratelli Rosselli.Purtroppo anche per lui e per il suo libro contro corrente, si scagliarono i “cecchini” del quotidiano Repubblica, con tutto il culturame di sinistra, egemone da sempre in Italia in campo storiografico,contro chi osava uscire dal seminato.Ho citato i percorsi paralleli sia di Feltrinelli che di Rosselli in quanto sul primo vige una damnatio memoriae perenne, mentre sul secondo vi è stata una sorta di beatificazione è inserito nel pantheon dei padri nobili della repubblica.In realtà entrambi finirono tragicamente, entrambi possono essere eletti come “deus ex machina” per una storia alternativa tutta da riscrivere.Quando nel 1930 l’OVRA arrestò il “liberogiustiziere” Ernesto Rossi, che insegnava al vitellume bene della Bergamo benestante, il locale quotidiano pubblicò la notizia con un breve nota in cronaca dal titolo: “Una carogna al laccio”.Anche tale cospiratore è stato inserito nel pantheon dei padri nobili,ma meriterebbe un altro trattamento. Ma quando qualche storico si deciderà a prendere in mano l’elenco delle stragi,degli attentati,dei complotti orditi dai “liberogiustizieri” scoprirà una dimensione occulta della storiografia recente, già evocata da Julius Evola, che riconosceva alla storiografia di sinistra (nel suo più ampio raggio d’azione)una coerenza e una direzione univoca, che la storia alternativa non possiedeva. Purtroppo, storici professionali,case editrici,fondazioni culturali,premi letterali,giornalisti,ricercatori, docenti universitari,sono tutti riconducibili al culturame di sinistra imperante,una sorta di setta intollerante, una mafia, una loggia massonica,una cellula rivoluzionaria,che mira ad esercitare una tirannia e una censura preventiva, tale da togliere ogni possibilità di ricerca per chi canta fuori del coro.

  • mirisponde barozzi: Giandavide: ma no, guarda, non si tratta di testimonianze false o pagate, si tratta di una materia complessa, difficile. Non ho detto che non è possibile arrivare alla verità, ho detto che è estremamente complicato. Io non sono in grado di esprimere un giudizio netto e categorico, ho le mie convinzioni, ma sono relative, e comunque trovo stupido discuterne senza avere basi salde. Una volta ho assistito in una Tv privata ad una specie di dibattito ridicolo, dal punto di vista storico, su questo argomento. C’erano quelli che sostenevano le tesi sterminazioniste, tra l’altro ripetendo molti luoghi comuni, e c’era un gruppetto di negazionisti, che le contestava, tirando fuori i libri di Mattogno, Faurrison, ecc. Praticamente l’ignoranza più totale, il basarsi fideisticamente su studi altrui. A meno che io non buttassi il mio tempo nello studio di questa materia, pur con qualche carenza, diciamo “professionale”, mi spiace, ma non me la sento di sostenere un contraddittorio. Dovrei ripetere tesi altrui. No, grazie. E poi ora con la imminente Legge democratica dovrebbe anche essere proibito contraddire, o no?

    innanzitutto trovo singolare l’esempio del talk show: lo trovi equiparabile a un testo storico? in caso contrario che lo hai citato a fare?
    e poi questa cosa del “basarsi fideisticamente” su testi altrui: mi sembra che l’unica alternativa che proponi per non basarsi fideisticamente su un libro sia quella di non leggerlo e di non parlarne (e casomai bruciamolo a questo punto).
    io trovo un grosso disprezzo per le opinioni altrui in queste tue parole, trovo disprezzo anche per il nostro ospite, che per te quindi dovrebbe essere un povero stupido che accetta fideisticamente verità inculcategli da altri. non sono delle basi sensate per intavolare la benchè minima discussione. sull’annedotica complottista non commento nemmeno, dato che sennò mi rispondereste che sono un agente segreto del mossad, ma noto che la storia non dovrebbe ridursi a cronachette da quattro soldi con interpretazione annessa, ma dovrebbe anche pensare a inserire in una narrazione coerente anche eventi più grandi e collocati diacronicamente, sennò diventa una pratica innocua per scribacchini frustrati.

    ah e riguardo la legge, a me sembra che non sia passata perchè era fatta così male da non potere passare. giusto l’allarmismo degli storici, ma da un lato sono state energie sprecate per fremare una cosa che non sarebbe partita, dall’altro credo che ilgoverno non aspettava altro per sotterrare la questione “neofascismo” ed occuparsi di altri temi, dato che così si rafforzano le larghe intese.

  • @ Barozzi e Germani:

    grazie per le risposte e gli stimolanti interventi. Per riprendere l’indicazione di sopra di Barozzi, sarebbe interessante conoscere in merito il pensiero di Giannuli. Sareste comunque in grado di fare un elenco quantomeno dei forti indizi per cui, secondo voi, ci sarebbero state collusioni negli anni Sessanta e Settanta tra l’estrema sinistra e i servizi segreti USA? Che ne pensate delle tesi di Fasanella secondo cui invece Brigate Rosse, Hyperion, Autonomia Operaia, ecc., sarebbero state strumentalizzate dalla Stasi? Non fu grazie a Togliatti che Renato Mieli assunse incarichi di rilievo nel PCI, circostanza che comunque non gli impedì di scrivere un libro dettagliato (Togliatti 1937) sulle “sparizioni” anche di intere dirigenze di comunisti europei?

  • Lumumba è impresa ardua e difficoltosa poter replicare con una serie di prove tangibili al tuo quesito,ingenuo e provocatorio.Stiamo parlando di servizi segreti, ergo di affari sporchi e occulti per ragioni di stato.Barozzi ha già ricordato che il quotidiano Lotta Continua si stampava in una tipografia di proprietà della CIA.Posso aggiungere che l’OSS (antenato dell’attuale CIA) durante il secondo conflitto mondiale, usò ad esempio alcuni reduci della celebre brigata Lincoln, che aveva combattuto in Spagna durante la guerra civile coi rossi, tutti militanti e iscritti al partito comunista statunitense, contro i nazifascisti.Per quanto riguarda la DDR e la Stasi, non c’è dubbio alcuno, che del blocco sovietico, entrambe furono il fiore all’occhiello, l’asso nella manica, stante gli indiscutibili successi vantati in campo economico,industriale,spionistico,sportivo della DDR. Ricordo che la DDR per contrastare la letale e velenosa propaganda occidentale, non esitò a riscoprire le antiche radici prussiane della nazione, ricollocando ad esempio il monumento al re di Prussia, Federico il grande,nel viale centrale Untern den linden, che era stato raso al suolo dai sovietici.Ma che la Stasi fosse la regia occulta di tutto il terrorismo rosso, mi sembra improbabile, stante il fatto che la DDR era comunque uno stato vassallo dell’URSS e non poteva prevaricare il suo ruolo subordinato alla casa madre,specie in ambito internazionale.Il fatto è che la DDR riuscì a far funzionare anche il comunismo, non tanto per merito del comunismo stesso,che fu un fallimento planetario, ma per merito principale ed esclusivo del popolo tedesco.Per quanto riguarda le purghe staliniane, è storicamente comprovato che di comunisti italiani, rifugiati in URSS durante il bieco ventennio, ne liquidò più Stalin che Mussolini.Stalin eliminò la dissidenza trozkista, che rappresentava la tendenza alla rivoluzione permanente, ad una sorta di comunismo cosmopolita globale, per privileggiare una sorta di nazionalcomunismo, che non era in linea coi principi marxisti.Smetto per non abusare della generosità del professore.

  • @ Germani:

    non pretendevo certo prove tangibili, ci mancherebbe, ma quantomeno degli indizi, come quello della tipografia di Lotta Continua di proprietà della CIA. Comunque grazie

  • @Giandavide, vedo che la tua specialità è quella di mettermi in bocca cose che non penso, di descrivermi come ti farebbe comodo per poi attaccarmi. Te la suoni e te la canti da solo. Rinuncio al dialogo, mi arrendo.
    @Lumumba.
    La tipografia di Lotta continua. Qui entriamo in quel campo di ricerche storiche che da anni invitiamo i ricercatori a scandagliare. Non essendoci reati, quindi niente processi o inchieste, tutto deve essere ancora attentamente indagato. Ma al sottoscritto, prima che certe “prove”, interessano le attività, la politica, praticata negli anni e Lotta Continua, a parte la buona fede dei tanti militanti, a mio parere fu un movimento sul territorio di tipica funzione da strategie Chaos di marca statunitense, quindi ci fu per forza chi manovrò, chi influenzò, questa realtà in quel senso. La tipografia che stampava “Lotta continua” era la “Tipografia Art-Press”, ubicata nei locali della stessa redazione in via Dandolo 10. In quella via si stampavano anche “Notizie Radicali”, e “Nuova Repubblica” di Randolfo Pacciardi, la cui puzza di Servizi massonici e americani si sente da lontano.
    Ma allo stesso indirizzo, per “coincidenza” vi era la Dapco, editrice del “Daily American” edizione italiana. La proprietà era di una società il cui amministratore unico era l’americano Robert Hugh Cunningham, originario, del 1920, dell’Ohio. Costui risultava collaboratore principale di Richard Helm, quando questi era capo della Cia. Fin qui coincidenze.
    Si da il caso che questo Cunningham, arrivato a Roma, nel 1968, era anche socio di un anziano americano: Samuel Meek, ex amministratore del “Daily American” (1968) e attiguo con la Cia anche se come fiduciario, non come vero e proprio agente. Ma a quel che risulta il vero agente era Robert Hugh Cunningham. Comunque siamo ancora nel campo dei sospetti e coincidenze.
    Il primo dicembre 1971 la Dapco si costituì a Roma (presso il notaio D. Zecca) e ne verrà fuori, ma che strane coincidenze, che i soci della Art-Press (tipografia di Lotta Continua) risultano tre: Cunningham padre, madre e figlio. Amministratore della Dapco: Cunningham senior. Amministratore della Art-Press: Cunningham junior, stesso nome del padre: Robert Hugh Cunningham.
    In quel 1971 inoltre presso la cancelleria delle società commerciali (tribunale civile e penale di Roma), due soggetti accettano di diventare “amministratori della Spa Rome Daily American con deliberazione dell’assemblea ordinaria del 27 settembre 1971”. Si tratta di Matteo Macciocco, nato a Olbia nel 1929 e domiciliato a Milano, e di Michele Sindona, avvocato, nato a Patti (Messina) nel 1920, domiciliato a Milano. Ergo, nel ’71, Sindona succede a Cunningham senior, nella gestione del “Daily American” che fallisce dopo il fallimento di Sindona. Ma subentrerò altro quotidiano per cittadini Usa in Italia: il “Daily News”, proprietari: Robert Hugh Cunningham senior e Robert Hugh Cunningham junior.
    Ora, altra coincidenza, mentre fallisce il “Daily American”, “Lotta continua” cambia tipografia, lascia la Art-Press. Nasce la “Tipografia 15 giugno” con soci A. Brambilla Pisoni, Pio Baldelli, M. Boato, L. Massobrio. Tutti cittadini italiani, tranne un altro che si chiama, guarda un pò: Robert Hugh Cunningham junior. E a quanto sembra questo rampollo supera il padre perché si dice che non solo ha le mani nella stampa di Lotta continua, ma sembra che traffichi anche con la stampa delle frange di “Autonomia”.
    Approssimandosi gli anni Ottanta, mentre in Italia declina “Lotta continua”, il nuovo Presidente Usa Reagan nomina Cunningham junior responsabile del partito repubblicano in Europa. Per l’informazione, ovviamente. Ora tutto questo, merita o no, approfondimenti? Tante cose si sono scandagliate, per esempio, su Pino Rauti, fino a rivelare che, come agente “del grado 2” in servizio per la Cia, sarebbe stato stipendiato con 4.000 dollari al mese, e su le collusioni a sinistra niente?
    Eppure, se guardiamo bene, sia Ordine Nuovo che Lotta Continua, se non ci fossero stati, gli americani avrebbero dovuto inventarli! MA PERCHE’ CREDETE CHE L’ITALIA HA PERSO OGNI MINIMA SOVRNITA’ NAZIONALE, IN VIRTU’ DELLO SPIRITO SANTO?

  • Barozzi è stato semplicemente superbo, una risorsa per tutti noi.Tale resa dei conti finali con Lotta Continua, dovrebbe essere mandata a memoria da tutti gli oltranzisti di sinistra, specie per i capi e capetti di Lotta Continua, che fu uno dei gruppi più violenti,più settari, di tutta l’area extraparlamentare.Senza dimenticare della benevolenza, delle complicità,della indulgenza di cui hanno goduto i suoi dirigenti e i suoi gregari.Lotta Continua come Avanguardia Operaia si erano specializzati, in agguati letali contro i neofascisti,in gruppi formati da decine di militanti, armati di chiavi inglesi, con le quali aprivano i crani dei giovani malcapitati. Purtroppo i vertici di tali organizzazioni, che avvelenarono i cuori e le menti, di intere generazioni di giovani in buona fede,non sono mai finite alla sbarra, per rispondere dei loro crimini.Molti sono finiti per trasbordare armi e bagagli nelle fila dei berlusconiani.Cialtroni e pusillanimi che meriterebbero la gogna mediatica perenne, che invece è stata riservata ai neofascisti.E’ maturo il tempo in cui si smascherino di quali complicità si sono avvalsi costoro, è giunto il tempo in cui si inchiodano complici,protettori,finanziatori,dei personaggi occulti che hanno tirato le fila.Ma soprattutto è giunta l’ora di denunciare la truffa storica giocata sulla pelle degli europei tutti, vale a dire che non fu il nazifascismo o solo la Germania a perdere la guerra, ma l’Europa intera.

  • @ Barozzi:

    Grazie dell’accurata ricostruzione sulla tipografia di Lotta Continua. Premesso a scanso di equivoci che domando come persona all’oscuro di certe vicende, mi piacerebbe sapere se ha altri esempi nel campo dell’estrema sinistra di “fatti meritevoli di approfondimento” come la succitata tipografia. Proprio però perché, come detto sopra, più che le prove interessa l’attività politica, sarebbe graditissima anche una sintetica spiegazione sul come “Lotta Continua, a parte la buona fede dei tanti militanti, a mio parere fu un movimento sul territorio di tipica funzione da strategie Chaos di marca statunitense”. Sarebbe bello se anche il professore Giannuli dicesse la sua su queste vicende, un dibattito benvenuto ai fini di una ricostruzione della memoria storica che metta in evidenza quella “perdita della sovranità nazionale” menzionata sopra e della strumentalizzazione di estrema sinistra ed estrema destra per la realizzazione di strategie politiche “atlantiche”. Un’ultima domanda, sperando di non abusare troppo della vostra disponibilità: tra quei movimenti che “se non ci fossero stati, gli americani avrebbero dovuto inventarli”, possiamo far rientrare a pieno titolo anche il NAR di Fioravanti (a prescindere dalla supposta responsabilità di questi nella strage di Bologna)? Grazie dell’attenzione!

  • A mio modesto avviso i NAR non furono manovrati da nessun regista occulto, furono una forma di spontaneismo armato,in risposta non tanto agli avversari politici di sinistra, ma soprattutto alla feroce repressione da parte del sistema. Dobbiamo tenere presente che quando parliamo di NAR, parliamo in gran parte di adolescenti, che militavano nelle sezioni giovanili e periferiche del defunto MSI.Mandati allo sbaraglio dai vertici del movimento, usati solo come manovalanza per dare un pò di agibilità politica ai parlamentari del MSI durante le campagne elettorali, venivano regolarmente scaricati e dati in pasto, prima ai forcaioli e benpensanti di sinistra,che reclamavano galera e repressione senza ritegno per dei minori esuberanti, come lo possono essere solo degli adolescenti, poi subivano la gogna mediatica e venivano dipinti come dei mostri dai mass media, rovinandoli assieme alle loro famiglie, infine messi al gabbio come terroristi.Il loro modus operandi era il seguente: rapinare le armi per strada ai poliziotti isolati,rapinare le banche per finanziarsi, infine perpetrare la vendetta contro inquirenti ultra zelanti che si erano distinti nella repressione.Tutto qui e nulla di più. Pensare che la loggia massonica “P2” che annoverava tra le proprie fila, fior fiore di generali,questori,ammiragli,ecc.ecc.fosse costretta per compiere un eccidio come quello di Bologna, a servirsi di dilettanti allo sbaraglio, come i minori dei NAR è semplicemente ridicolo.Tesi confermata anche autorevolmente da Illich Ramirez Sanchez detto anche “Carlos”, formatosi alla celebre università moscovita Lumumba, esperto come il noto leader rivoluzionario congolese, di lotta armata, alla cui autorevolezza in materia, noi tutti dobbiamo pendere dalle sue labbra. Lumumba toglimi una curiosità, perché tale nick name?

  • @Lumumba. Sulla sinistra, come sulla destra, ci sarebbero tante cose da evidenziare, ma è necessario che qualcuno si prenda l’onere di procedere ad inchieste. Altrimenti rimangono poco più di illazioni. In ogni caso, se amate la Storia vi renderete conto che la politica è una attività sporca, fatta di azioni e reazioni, relazioni, contatti e che le iniziative, vuoi quali stampa, apertura di sedi, materiali, costano, esigono denari, come li esigono le rivoluzioni. Da qualche parte devono pur uscir fuori. I cosiddetti poteri forti, le forze interessate al potere, sono sempre pronte a interagire, condizionare, finanziare, per i loro scopi. Perché il Mossad voleva aiutare le BR? Ma è ovvio: nell’Italia di allora, diversa da quella di oggi, il fatto che ci fossero attentati, agitazioni, guerriglia, destabilizzava l’ordine pubblico, il quadro sociale, in definitiva i governi, impediva che il paese potesse prendere o tenere forti linee di condotta internazionale non gradite agli israeliani, come potevano venire da Moro, ma non solo. Anche gli americani, in vari momenti avevano questa esigenza, ecco quindi che li ritroviamo dietro alla strategia della tensione. Lotta continua, con la sua impostazione movimentista, come ben si vide per Reggio Calabria, con la sua accentuazione degli opposti estremismi, che spingeva fortemente verso lo scontro con le destre, era una manna per le strategie Chaos. Se non ci fossero state “interferenze” ce ne dovremmo meravigliare.
    Ma attenzione: non è possibile fare la storia con il solo “complottismo”. Questo per dire che poi, in sostanza, dimostrare la presenza della Cia nelle vicende editoriali di Lotta Continua, potrebbe voler dire tutto e niente.
    I NAR sono un fenomeno ancora tutto da studiare, un prodotto della degenerazione, anche esistenziale, della politica durante gli anni di piombo. Li troviamo incrociarsi con la criminalità, con le cellule ordinoviste (Cia e Mossad dipendenti) del Veneto, alcuni finire in Libano a parteggiare per i Cristiano Maroniti, ecc. Ha pienamente ragione Vinciguerra: non hanno fatto alcuna lotta al sistema, perché se si soppesano tutte le loro azioni, sono tutte contro le sinistre, ritorsioni o meno alle violenze di costoro. Le azioni contro le forze dell’ordine, sono derivate da scontri occasionali o tentativi di sottrarre armi. Anche qui, se non c’è stato “qualcuno” interessato alle loro “gesta”, ce ne dovremmo meravigliare
    Però terminiamo qui, non mi piace approfittare dello spazio della bacheca del sito del prof. Giannuli.

  • Egregio Barozzi io sarei cauto citare ad ogni piè sospinto Vinciguerra; prima stabiliamo se ciò che dice corrisponde a verità, poi caso mai troviamo dei tangibili riscontri,dei legami operativi ad esempio della consorte del responsabile di ON per il Veneto con il Mossad o con la comunità ebraica veneziana, come sostiene l’ oracolo della verità.Altrimenti siamo in piena deriva complottista, siamo a livello dei noti Protocolli dei Savi anziani di Sion,che sostenevano, che sono loro a tirare le fila, che manovrano il mondo occidentale.In caso contrario, facciamo nostra l’interpretazione del tanto vituperato Evola (dal Vinciguerra e credo anche da lei, mi corregga se sbaglio)il quale nella sua introduzione ai famigerati Protocolli negli anni trenta,scriveva che non è questione di “autenticità” (questione di secondaria importanza secondo il barone nero) ma di “veridicità” dei protocolli, in quanto gli eventi storici, dimostrano ampiamente, che sono loro i veri registi occulti, dei tempi remoti e attuali.Mi rendo conto di aver toccato un nervo scoperto,ma mi creda Barozzi, il suo “cupio dissolvi” di tutto il neofascismo italiano cozza, contro un ostacolo insormontabile: tutti i movimenti rivoluzionari anche marxisti, si sono sporcati le mani,strada facendo.Dal famoso vagone ferroviario tedesco che trasportò Lenin in Russia per fare la rivoluzione, alle rapine in banca di Stalin per finanaziare il partito,ai finanziamenti ai bolscevichi tramite Leon Bronstein (alias Lev Trotsky) da parte dei banchieri ebrei di New York in odio agli zar e per vendetta dei ricorrenti progrom …per finire in Italia alle frequentazioni di Rosario Bencivegna in casa del dirigente dell’OVRA Guido Leto, per non dire delle visite in Ufficio al Viminale, ove veniva paternamente esortato a non esporsi. Con stima.

  • Caro Germani, in parte ha ragione, ma solo in parte.
    Cominciamo con il dire che io stesso ho pubblicato un paio di articoli dove evidenzio il fatto che le generalizzazioni di Vinciguerra, circa i cosiddetti “collusi”, non possono essere pienamente accettate, proprio per i motivi che abbiamo più volte evidenziato: chi fa politica si muove, magari sbaglia, commette tragici errori, si fa fregare e strumentalizzare, ma non per questo possiamo sempre bollarlo come “traditore” o infame.
    Questo in generale, però mi creda Germani, per quel che conosco, per la mia esperienze e quel poco che ho potuto apprendere, Vinciguerra in tanti e tanti altri casi ha pienamente ragione. Non dimentichi che io negli anni ’60 militavo nella Fncrsi, e queste cose che oggi dice Vinciguerra le dicevano i gli ex fascisti repubblicani, avversi alle destre e al Msi. Quindi per me quelle di Vinciguerra non sono accuse nuove. Non a caso avevano sbattuto fuori della Fncrsi per indegnità Borgese, non ha caso denunciarono nel 1968, data non sospetta, il tentativo semi massonico e dagli oscuri, ma balordi fini del Fronte Nazionale, che definirono un,a lazzaronata, il ruolo dello Stato Maggiore in ON, e tante altre situazioni del genere.
    Qui non si tratta tanto della versione di Evola sui Protocolli (che se non sono veri, sono veritieri), ma già da allora si capiva chi c’era dietro certi gruppi e movimenti, cosa stavano facendo e dove sarebbero arrivati. Quello che è accaduto dopo, strategia della tensione, stragismo, Golpe Borghese, anni di piombo, non fa altro che confermare certe situazioni. La domanda, semmai oggi è: all’interno di quell’area del neofascismo, già abbondantemente inquinata dell’Oss di Angleton nel primo dopoguerra, strumentalizzata per le strategie stay behind (e questo è dimostrato), dove molti personaggi erano nelle tasche del Sid o degli AA.RR, chi fu che si fece fregare in buona fede, chi fu che pensava di usare certe “occasioni” per fare la “rivoluzione” e invece faceva solo “reazione”? E chi fu invece che, da subito, o strada facendo era in mala fede?
    Bella domanda, di difficile risposta, ma non tema, con il tempo e la desecretazione dei documenti, prima o poi verrà fuori tutto. Nel frattempo io non posso credere alla favolette, a chi scrive biografie cambiando le carte in tavola, perché certe politiche, certe attività che certi gruppi facevano negli anni ’60 e ’70 io, ma non solo io, le ricordo perfettamente e quindi oggi si possono ingannare gli sprovveduti, gli illusi o gli immemori, ma non il sottoscritto e, mi creda, tanti altri come me. Vinciguerra non è un oracolo, può anche esagerare o sbagliare, ma facendo la soppesata, analizzando le sue denunce, non possiamo che riscontrare che ha ragione, fatto salvo poi quello che abbiamo appena detto sulla prassi sporca della politica, ma per sciogliere questi dubbi ci vuole tempo, molto tempo ancora, per ora dobbiamo accontentarci della osservazione di certe attività, delle cause e degli effetti, delle versioni dei reo confessi, del riscontro di certe sentenze, del vaglio di certi documenti, poi si vedrà, ma per carità non mettiamo la testa sotto la sabbia.

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