Movimento 5 stelle: è di Sinistra o di Destra?

Diversi interventi precedenti mi stimolano ad intervenire su temi quali l’esito delle rivoluzioni in Russia e Cina, la storicizzazione dei concetti di libertà ed eguaglianza ecc. Lo farò, ma intanto vorrei concludere il ragionamento sulla collocazione politica del M5s.

Di fronte alla nascita di un nuovo movimento politico ci sono due modi opposti di non capire nulla: c’è chi già “sa” come andrà a finire, perché tutto è già visto e tutto è già detto  (“Nihil sub sole novi!) e il nuovo movimento è solo la reincarnazione di qualcosa che c’è già stato; poi c’è chi, al contrario, parla di qualcosa di totalmente nuovo, incomparabile con qualsiasi esperienza passata, che non si sa bene cosa farà, ma sicuramente non ripeterà gli errori del passato ed è qualcosa di totalmente diverso da qualsiasi altro soggetto politico ed al quale, pertanto, non può essere applicata nessuna regola conosciuta.La cosa si sta ripetendo puntualmente per il movimento 5 stelle che alcuni vedono come la solita truffa dell’ennesimo Masaniello di passaggio e che, come la Lega, il Pr, l’Uomo qualunque, descriverà la solita parabola, una volta normalizzatosi con un po’ di scranni a Montecitorio. Ed altri propongono come una mirabolante novità che “giudica per idee (singole) e non per ideologie” e che sarebbe vano cercare di collocare  sinistra o a destra (categorie “arcaiche”, ça va sans dire).

Ed allora qualche precisazione preliminare non  guasta: le tanto deprecate ideologie non sono altro che sistemi di idee e anche l’”anti-ideologismo”, a suo modo, è una ideologia, cioè una serie di idee collegate fra loro che giungono al risultato di negare il valore delle “idee organizzate”. Ma di ideologie l’uomo non può fare a meno per comprendere la realtà e modificarla. E non ci riferiamo solo alle ideologie politiche. La filosofia è fatta di scuole di pensiero, cioè, in buona sostanza, dottrine che assumono forma di ideologie. Anche la fisica è attraversata da ideologie, perché costruisce il suo sapere progressivo sull’organizzazione delle conoscenze precedenti e dà luogo a scuole diverse e contrapposte: einsteiniani e quantisti continuano a non essere d’accordo sul principio di indeterminazione. E ci sono anche le ideologie politiche.

Ci sono ideologie “pure” ed “ideologie miste”.  Esse possono dar luogo a “mediazioni fra diverse ideologie” nelle quali si contemperano aspetti di diverse correnti per dar luogo a costruzioni ideologiche complesse (ad esempio le costituzioni sono prodotti di ingegneria giuridico-politica nelle quali confluiscono diverse ideologie sia giuridiche che politiche). Ci sono ideologie “aperte” ed ideologie “chiuse” come ad esempio i fondamentalismi; le ideologie “aperte” di solito producono nuove sintesi ideologiche con caratteristiche proprie, ibridando elementi di precedenti:  il keynesismo è stato una ideologia economica “aperta” mutuando la critica  marxista del capitalismo all’interno di una visione classica dell’economia, mentre il neo liberismo è una ideologia fondamentalista che non ammette deviazioni dal principio indefettibile della totale autoregolatività del mercato.

Ogni ideologia è per sua natura parziale, criticabile e destinata ad essere superata, ma non si può fare a meno dello strumento ideologia in quanto tale: gli stessi programmi, politici, quando non sono sommatorie eclettiche e casuali di idee, sono prodotti ideologici. E’ giusto evitare di trasformare una ideologia in un carcere mentale, che preclude ogni possibile dialogo ed ogni possibile evoluzione (difetto mortale di ogni fondamentalismo), ma pensare di risolvere il problema procedendo per “singole idee”, valutando volta per volta quale sia quella più giusta, senza porsi il problema della compatibilità reciproca di esse, come se si stesse facendo la spesa al supermercato, prendendo dagli scaffali il singolo prodotto che fa al caso proprio, è puerile e immeritevole di ogni altra risposta che una risata, come si fa di fronte ad ogni ingenuità infantile.
Della serie: “come abbiamo fatto a non pensarci sinora!?!”.

Questo non significa che non si possano riconoscere per valide anche idee provenienti da campi ideologici diversi ed a volte contrapposti: la laicità è un potente correttivo dei furori ideologici, ma anche la laicità ha una sua dimensione ideologica ed esser laici non significa essere anti ideologici.

Questo porta anche all’eterno mantra “Non siamo né di destra né di sinistra… stiamo sulla Luna”.

Capiamoci anche qui: scendendo nell’agone politico si entra in  un campo in cui ci sono amici (affini, alleati: chiamateli come volete) e nemici. E questo pone il problema di distinguere gli uni dagli altri scegliendo una posizione più vicina ad alcuni e più lontana da altri. Anche chi pensa di non avere nessun possibile alleato su quel campo di battaglia (brutto sintomo di fondamentalismo, direi) ha però l’obbligo di distinguere i nemici fra loro: c’è il nemico principale e quello secondario, c’è il nemico immediato da combattere subito e quello in prospettiva che può aspettare, quello più aggressivo e quello più disposto a trattare, quello assoluto che combatte per distruggerci e quello relativo ad una sola questione, quello più e quello meno pericoloso. Ed, in base al calcolo di convenienza, sceglieremo di combattere uno prima dell’altro o di dedicare più energie all’uno che all’altro, di concludere una tregua con qualcuno per dedicarci meglio all’altro. Anche fra gli eventuali alleati c’è da distinguere: c’è quello durevole e quello che è l’alleato di oggi ma anche il nemico di domani.

Di volta in volta, lo scontro sarà dettato dalle convinzioni ideologiche o dalla contrapposizione degli interessi, dai condizionamenti interni e dallo squilibrarsi del sistema in cui si è inseriti. Tutto questo cerchiamo di descriverlo con delle raffigurazioni spaziali di tipo lineare (destra-sinistra) o di altro tipo, ad esempio tridimensionale come nel “cubo” che proponevo in un articolo precedente. Ovviamente si tratta di raffigurazioni convenzionali. Dunque, nessuna offesa nel collocare anche il Movimento 5 stelle nel cubo (cosa che ha urtato la suscettibilità di qualche lettore) ma solo il tentativo di trattare quel movimento come tutti gli altri sullo spazio politico. “Ma noi stiamo sulla Luna, non c’entriamo nello spazio degli altri”. E invece no: se ti presenti alle elezioni sei sceso dalla luna e sei entrato nel campo di battaglia con gli altri. E, a ben vedere, non sei mai stato sulla luna, sul campo c’eri anche al tempo del referendum sull’acqua o del Vday: ovunque ci sia conflitto, si è sullo stesso piano perché le lame si incrociano solo con chi è alla stessa altezza. Piaccia o no.

Tutto ciò premesso, da che parte sta il M5s e come mai mi sono permesso di considerarlo a sinistra o, per lo meno, contiguo alla sinistra (suscitando l’irritazione di altro lettore)?

Come abbiamo detto (ma spiegheremo meglio in un pezzo prossimo) nel programma del M5s confluiscono tanto temi classici di sinistra quanto altri di tipo liberista, altri ancora che confinano con il più classico antiparlamentarismo, aspetti semi-anarchici e un marcato leaderismo, anche se di tipo particolare. Un mélange ancora in piena evoluzione e per questo abbiamo collocato il movimento nel “punto di confusione” (senza per questo voler offendere nessuno) in attesa di una sua più precisa decantazione. Da un punto di vista valoriale, il movimento rifiuta di collocarsi a destra o sinistra, ma non sempre la collocazione di un movimento nello spazio politico dipende da ragioni ideologiche, a volta fanno premio altri fattori, ad esempio le “polarità”: spesso a collocare un movimento in una posizione piuttosto che un’altra è la scelta del suo “polare” cioè dell’avversario di cui ci si colloca al polo opposto. Ad esempio, l’Idv di Di Pietro, che da un punto di vista strettamente ideologico sarebbe un movimento di centro –se non di destra moderata-,  viene percepito da molti come a sinistra del Pd (anche se per questo non ci vuole molto) per il suo radicale anti-berlusconismo che lo colloca al polo opposto ad esso. Ed a questo deve buona parte del suo successo elettorale dal 2008 al 2010, perché molti elettori imputavano al Pd troppa tiepidezza nell’opposizione al governo Berlusconi.

In altri casi a definire la collocazione è il quadro delle alleanze: i radicali, da un punto di vista valoriale –come partito libertario, anche se mai egualitario- dovrebbero essere considerati di sinistra, ma le infinite giravolte pannelliane e le ripetute alleanze con il polo berlusconiano hanno seriamente rimesso in discussione questa caratterizzazione, collocando lungamente a destra il Pr. In altri casi a decidere è la base sociale del movimento: anche la Lega aveva iniziato con il ritornello del “né di destra né di sinistra”, ma la sua base di elettori ed iscritti era composta da lavoratori autonomi della grande provincia lombarda e veneta, da sempre elettori della Dc o di partiti di destra e la collocazione successiva della Lega è stata stabilmente a destra, nonostante qualche infedeltà a Berlusconi (come nel 1994). Ed anche i Verdi si dichiaravano estranei a quel tipo di concettualizzazione, ma dopo trovarono una base di ex militanti ed elettori radicali e della sinistra estrema e si sono collocati sempre in alleanze di centro sinistra.

Veniamo al caso di Grillo e dei suoi: a giudicare da un sommario esame degli interventi nel blog e dai pochi studi disponibili, dal punto di vista della base militante (i 200.000 aderenti telematici) si tratta nella maggior parte dei casi di persone prive di una militanza politica precedente, spesso giovani e, probabilmente, di provenienza ideologica eterogenea o debole. Ma c’è anche una minoranza molto rilevante di persone provenienti da esperienze come la Sinistra Arcobaleno, l’Idv, il Popolo Viola, i movimenti no Global, lo stesso Pd e che, quindi, hanno una estrazione di sinistra. Va detto, però, che la sua base elettorale si sta arricchendo di un settore di destra costituito da elettori delusi soprattutto dalla Lega.

Dal punto di vista delle polarità, il movimento di Grillo, pur polemizzando con tutte le forze politiche, ha sempre avuto in Berlusconi il suo bersaglio preferito ed anche questo lo collocherebbe a sinistra –per lo meno nella percezione esterna-. Ma va anche detto che Berlusconi oggi sembra un cadavere politico e, dal governo Monti in poi, Grillo preferisce pestare la sua clava sulla lucida cervice bersaniana piuttosto che sul senile parrucchino berlusconiano.

Sulle alleanze sembra che Grillo voglia correre solo, ma, se è da escludersi una possibile intesa con il residuo polo berlusconiano, con Casini, con il Pd e –almeno per ora- con la Lega, non sembra del tutto impossibile una intesa con De Magistris, con Di Pietro ed, a determinate condizioni, persino con Vendola.
Sulla base di queste considerazioni, ho collocato il M5s in un’area contigua alla sinistra, ma sono pronto a registrare ogni evoluzione. Colgo l’occasione per una precisazione a quanti ritengono che mi sia accodato al coro di quanti saltano sul carro del vincitore. Come studioso di scienze politiche e sociali non ho simpatia o antipatia per il M5s più che per qualsiasi altro movimento o partito, fedele al programma spinoziano “humana actiones nec ridere nec lugere neque detestari sed intelligere”. Come militante di sinistra sono aperto al dialogo con un movimento nascente che deve ancora evolvere. Come cittadino di questo sventurato paese guardo  con cautissima (sottolineo tre volte cautissima) simpatia a questo movimento che oggi canalizza il disgusto sacrosanto dei cittadini verso questa parodia di politica offerta dai nostri politicanti.

Quanto al saltare sul carro del vincitore: sono negato per il salto in alto. Come dire? Non ne ho le “fisique du role”.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (65)

  • premesso che M5s esprime la ribellione e il disagio di fronte a molte ingiustizie dei partiti, 1) non mi sono mai piaciuti i partiti nel cui simbolo compare il nome di una persona, 2) non è un partito, ma un movimento, 3) per governare occorre anche una solida impostazione economicista. Però, se è il men peggio …

  • Mi dispiace molto che uno dei FATTI del m5s che sempre si dimentica di citare e che, a quanto ne so, ad oggi nessun altro “partito” ha messo in pratica, è la restituzione dei rimborsi elettorali allo stato e la definizione di tetti massimi di stipendio agli incaricati (arrivando a stipendi ben più normali del consueto).
    Questa ad oggi rimane una delle cose uniche fatte sin’ora dal movimento e che lo “allontanano” dal resto degli schieramenti.
    Per carità se sbaglio smentitemi.

  • “la restituzione dei rimborsi elettorali allo stato e la definizione di tetti massimi di stipendio agli incaricati” non è di per sé garanzia, in modo alcuno, di capacità di governare o di corrette scelte politiche. E’ solo una scelta demagogica di propaganda. La caratteristica principale di Grillo (non posso dire del M5S) è quella della ricerca della fasce di mercato elettorale più disponibile. All’inizio ha pescato tra gli scontenti di sinistra. Adesso quella fascia è quasi esaurita mentre si è aperto il grande magazzino dei voti di centrodestra, soprattutto leghisti, in libera uscita. E allora Bossi diventa “uno statista con due palle così”, e si attaccano gli immigrati e anche il nazionalismo da Olimpiadi

  • Ne destra ne sinistra .. è un nuovo movimento politico che vuole cambiare la politica in italia. Si chiede a chi ancora non è al governo di dire cosa farà per risolevvare l’economia…. sarebbe meglio chiedere prima la ” VERITA'” sullo stato dell’economia a chi ci ha portato a questo punto visto che tutti i giorni ci cambiano le carte in tavola per nascondere non solo la verità ma anche dove vanno a finire i nostri soldi ….

  • CogitoErgoNonRogito

    Dell’ impostazione dell’ M5S non si comprendono molti fattori:
    -Lavoro: puntano a eliminare il precariato in OGNI SUA FORMA?Se si come?Se no perchè?
    Come contano di far tornare la produzione industriale in Italia?

    Art.18- Son pronti a restaurarlo come prima?

    -Diritti Umani: sono per accogliere qualsiasi immigrato?Se no, con che modalità contano di farlo?

    -Legge elettorale: poichè si voterà ancora col Porcellum, come pensano di eleggere un Leader a presentare alle elezioni?

    Secondo me, da queste e da tante altre domande si può capire se siano di destra o di sinistra.

  • Nè di destra nè di sinistra. Io, secondo le vecchie ed obsolete categorie politiche sarei orgogliosamente nazifascista ma guardo con simpatia il M5S nonostante abbia notato che non sono pochi i PUNKABBESTIA di sinistra. Tra me e loro poi c’è un continuum di sfumature politichè. Insomma il M5S è il M5S e basta.

  • a me non interessa se siano destra o sinistra, interessa che facciano pulito di una classe politica che è 30 anni che parlono e non fanno niente se non far pagare i piu’ deboli, voglio gente pulita e credibile, ma è mai possibile che negli altri paesi politici di spicco si dimettino perchè copiono 3 pagine di una tesi universitaria, o perchè fanno levare i punti sulla patente per una multa alla moglie invece che per se, o che usono l’auto blu per andare a casa dall’ufficio il 1°giorno di ferie. io voglio gente pulitica ed eticamente intoccabile perchè oltre che ad amministrare i nostri soldi ci proiettono anche verso il futuro che per causa loro sara’ nero, per non dimenticare il presidente della repubblica tedesco che si è dimesso per qualche migliaio di euro pagategli per le vacanze e noi ne abbiamo uno che parla con un imputato di falsa testimonianza e per nascondere la verita scatena una guerra contro chi sta cercando la verita’ sulla morte di due eroi come falcone e borsellino

  • Bè, Berlusconi è un bersaglio facile…troppo e spesso lo usa chi non ha nulla da dire.

    Detto ciò il M5S non è nè di Destra nè di Sinitra ma è in toto un movimento spiccatamente Mondialista: Diritti Umani, anti-nazionalista, democrazia diretta, New Global (mi sfugge perchè li definisce ancora No Global…dato che tali movimenti non si sono mai opposti alla globalizzazione).

    Per paradosso è anche fortemente ideologizzato, con tratti “religiosi”…di quella “religione laica” che fabbrica preti laici, ma comunque preti.

    S

  • Le ideologie sia di destra che di sinistra rimangono parole vuote, prive di significato e il più delle volte anche forviandi, se non accompagnate da fatti che in qualche modo possono essere riconducibili all’area di appartenenza.
    In sostanza è inutile atteggiarsi di sinistra o spacciarsi per tale se puoi le scelte o le opere messe in atto fanno pensare il contrario.
    Nella fattispecie in itaglia abbiamo un partito di centrosinistra, a cui da ultimo si è unito anche lo svendola, che il mattino votano leggi di destra (neo liberiste) il pomeriggio scendono in piazza contro le stesse leggi che hanno votato e la sera parlano in televisione del governo come se loro fossero all’opposizione.
    Non ha caso, qualche mese dopo la venuta del mortis e poco prima delle elezioni in francesi, un giornalista francese chiese a bersani come fosse possibile, unico caso in europa, che la sinistra facesse parte di un governo di destra. Il nostro imbonitore andò in apnea, è giustifico il suo operato esclusivamente per il senso di responsabilità. Allora il giornalista lo incalzò affermando che la sinistra francese mai si sarebbe alleata con le destre per salvare il paese, la stessa cosa accadde anche in spagna e da ultimo anche in grecia ove si dovette ritornare alle urne e poi da ultimo il giornalista obbiettò perchè mai dovesse essere la sinistra a votare politiche di destra e non, ad esempio il contrario, cosa anche questa mai successa e da ultimo gli contestò il fatto che comunque in itaglia, al contrario degli altri stati, non erano state svolte le elezioni che avrebbero dovuto avvalorare e legittiminare questa posizione così ambigua. L’imbonitore andò in tilt e cambiò discorso affermando che il giornalista non conosceva la realtà politica nazionale. Sicuramente il giornalista conosceva molto bene la realtà itagliana e non a caso chiedeva spiegazioni sulle incongruenze palesi.
    Quindi appare chiaro che l’ostinazione di voler cercare la pagliuzza negli occhi altrui ingnorando il trave nei propri sia forviande. Non è il M5S a porsi al di fuori dagli schemi, ma sono tutti gli schieramenti politici nostrani a non aver più una identità che possa ricondurre a posizioni di destra oppure di sinistra.
    Il risultato nostrano è un’omogenità di comportamento che va dalla destra alla sinistra, senza la possibilità di intravedere i confini degli uni e degli altri. Una partitocrazia con consensi in picchiata che si nasconde dietro una propria creatura, un’invenzione che si chiama tecnocrazia.
    Quindi non è il M5S ad essere diverso, sono loro ad essere tutti uguali in un comune intento, un comune denominatore che consiste nel rimanere nel palazzo a tutti i costi.

    • Mi pare di aver detto chiaramente che sinistra e destra sono solo delle convenzioni utili a descrivere lo spazio politico… ma evidentemente l’artivolo non è stato letto attentamente. O no?!

  • aldo, prima dici che non si può considerare un partito riconducendolo a esperienze passate, e poi ricordi (giustamente) i radicali in quanto hanno proposto anch’essi la restituzione dei rimborsi come grillo? è chiaramente sbagliato fare le sovrapposizioni storiche come fa luttwak con i romani, ma non si può nemmeno prescindere dalla storia politica per trarne degli orientamenti e provare a tracciare delle linee di sviluppo a partire da questi, e in effetti guardarsi un pò la storia di lega e radicali (anche l’uomo qualunque, ma è un esempio troppo indietro nel tempo in confronto ai primi due) può essere utile anche per capire cosa farà il partito politico riunito attorno a gianroberto casaleggio e quel tizio con la barba.

    @kamtica. interessante il fatto che nel primo rigo ritieni destra e sinistra concetti fuorvianti e due righe più in basso li usi per spiegarti. come mai se sono tanto inutili li hai usati? bersani e veltroni sono in grado di cambiare la politica italiana, ma non il vocabolario, in cui i termini destra e sinistra, quando sono usati nel discorso per indicare i comportamenti individuali hanno un significato chiaro e comprensibile a tutti. la confusione l’ha creata la stampa, che si è sostituita al processo educativo: quando un veltroni rilascia la sua bella intervista a repubblica dove spaccia la sua ideologia catto-liberista per “spirito di sinistra”, il giornalista dovrebbe dirgli: waltere, stai dicendo sciocchezze. e invece no, nessuno ha mai corretto questi intelligentoni mentre si intrattenevano nel loro sport preferito, ovvero stuprare il vocabolario a loro uso politico, e oggi il risultato è che si tende a non capirci niente.

  • anche io mi sento di collocare il m5stelle a sinistra,ho militato nell’IDV avuto piu’ di qualche occasione di incontrare militanti del movimento le cui posizioni politiche si collocavano decisamente a sinistra dello spettro ideologico. Il problema, a mio avviso, e’ la grande mancanza di cultura politica di molti di questi militanti (grande peccato di tutti i partiti da quando sono state abolite le scuole di formazione politica) e il rischio e’ quello di trovarsi di fronte ad una grande eterogeneita’ di opinioni sulle materie piu’ disparate rendendo impossibile una qualche coerenza politica. Lo stesso Di Pietro ne e’ un esempio lampante quando un giorno vota con la Lega il federalismo per poi rinnegarlo subito dopo. Questo, secondo me, creera’ una tale confusione fra gli elettori che riceveranno messaggi contrastanti (un esempio fra tutti: che cosa dice effettivamente Grillo sul problema dell’immigrazione dopo la sua sparata relativamente alla cittadinanza da dare ai figli degli immigrati nati in Italia?) Come elettrice vorrei avere le idee chiare e come me molti altri che decideranno di andare a votare, altrimenti il rischio sara’ che il M5S si ritrovera’ completamente emarginato nell’agone politico per mancanza di argomenti e rimarra’ vittima del suo stesso successo

  • assolutamente d’accordo, ma il mio riguardava le tematiche da affrontare, siccome sono un po’ vecchiotta faccio affidamento alla mia bussola politica dello scorso secolo,per cui temi di diritti civili= sinistra, precariato/lavoro operario = sinistra, donne = sinistra e via dicendo. Quando pero’ vedo un Di pietro parlare in maniera disinvolta di lavoro e federalismo mi si incrociano gli occhi e non sono sicura dove lo devo piazzare nell’emiciclo…… a proposito professore come ‘legge’ la cacciata di Bo Xilao e la condanna di sua moglie nella grande successione nel PCC?

    • Qui sta diventando tutto molto confuso e soprattutto provvisorio, le categorie di sinistra e destra restano un buon modo per descrivere lo spazio politico, ma il guaio è che qui sembra il lungomare affollato di passeggiatrici che vanno su e giù.
      Su Bo Xilai ho scritto sia sul Venerdì che in questo blog, un po più indietrto (direi verso marzo aprile, troverà il pezzo

  • …”Le ideologie sia di destra che di sinistra rimangono parole vuote, prive di significato e il più delle volte anche forvianti, SE non accompagnate da fatti che in qualche modo possono essere riconducibili all’area di appartenenza”…Mi sembra scritto in itagliano e sufficientemente chiaro. Semplifico ulteriormente, tu nella vita puoi spacciarti per quello che vuoi o vuoi far credere, ma la gente ti giudica per quello che fai. Oppure santi si diventa non per quello che si predica ma bensì per quello che si è fatto. Oppure tu puoi considerarti di sinistra ma se poi i tuoi atti, le tue alleanze, le tue politiche economiche etc.. sono di destra oggettivamente sei di destra.
    La destra e/o la sinistra non sono chiacchiere, ma sono la storia. Non sono parole di cui bisogna cercarne il significato nel vocabolario, ma bensì sono concetti, idee, modi di intendere la società che hanno radici – anche nel sangue – della nostra cultura e più in generale di quella del mondo occidentale. Che il veltronno faccia affermazioni riconducibili a destra più che a sinistra – che qualsiasi persona, compreso tu, ti sei accorto – mi paiono normali per il partito di cui lui fa riferimento. Il pd prima si chiamava pds e volutamente tempo fa ha cancellato quella lettera “s” che stava proprio a significare sinistra, il tutto non a caso. A proposito dei giornalisti, per quale motivo dovrebbero mettere in difficoltà il primo partito attuale in itaglia e candidato a essere anche il primo alle prossime elezioni quando i giornalisti e i giornali itagliani sono (tutti compresi) finanziati dallo stato? Lo sai che l’ordine dei giornalisti esiste solo in itaglia ed è una legge del ventennio fascista voluta proprio per controllare l’informazione? E come mai quelli di sinistra dal dopoguerra ad oggi non hanno mai sentito il desiderio di abolire detto ordine in nome proprio di un ideale (quelli che loro sbandierano) ovvero della libertà di espressione? Ed anzi peggio ancora delle destre minacciano querele a chiunque osi insinuare un dubbio oppure avanzare delle critiche? Lo sai anche che solo in itaglia questi addetti dello studio “luce,” questi organi di disinformazione stanno in piedi solo per i soldi pubblici a loro versati?
    Per trovare qualcosa di sinistra in tutto ciò ci va molta fantasia e probabilmente i pochi voti che prenderanno alle prossime elezioni sanciranno la fine di un’epoca fatta di trasformismo e tatticismi finalizzati esclusivamente per rimanere al potere in tutti modi e con tutte le alleanze “impossibili”,
    perché sanno che i voti prossimi venturi caleranno e l’unico modo per rimanere a galla sarà unirsi tutti contro il vento del rinnovamento e del cambiamento, ideali da loro in uso e con tanto di copyright ma non suffragate dai fatti, come puoi ben vedere.

  • Conserverò questo articolo…ed i commenti, naturalmente…Vorrei solo dire che anch’io, quarantanovenne abitante di Palermo, provo la cautissima simpatia, tre volte sottolineata, per questo movimento.

    Ho visto all’opera alcuni di questi ragazzi, credo di aver capito il rapporto che Grillo ha istaurato con tutti loro. Sicuramente funzionano meglio di presenza, o in rete, piuttosto che alla tivvù.
    Credo bisogna aiutarli, perchè ci si è resi un pò tutti conto, sopratutto quanti stanno a tirare palle di merda che c’è ne è parecchia in giro, di gente, che pensa come quelli del movimento. Perchè ne condividono la deontologia, nell’amministrazione della cosa pubblica. Stato al servizio del cittadino, non il contrario.

    Guerra agli sprechi, implementazione del circuito dell’informazione, ecologia, vivibilità. Scrollarsi di dosso il parassitismo statale. Amministrare la cosa pubblica è un fatto di conti. Da troppo tempo non tornano. E questo, non è più sostenibile.

    Per quanto riguarda chi deve dare patacche a chi, lasciamo stare…piuttosto mi dicano cosa è successo a Bellolampo, sulla trattativa stato-mafia, sul semi-presidenzialismo approvato al senato, sulla legge elettorale. Su quando andremo a votare e perchè Monti ha dato sei miliardi di euro alla goldman. Perchè lo spread è allo stesso punto di nove mesi fa.

    Ditemi che ci fa cicchitto lì…e già che ci siamo, spiegatemi perchè lombardo annuncia per mesi le sue dimissioni e intanto continua nelle nomine, per sistemare tutti gli interim che aveva…Amministrare è un altra cosa…fin qui è solo medio evo, disastro sociale, bassa macelleria…
    opss!…mi stavo lasciando andare…
    Saluti
    Grazie
    and

  • Pietro Speroni di Fenizio

    Mi ha sempre dato molto fastidio la divisione in destra sinistra. Non tanto perchè a volte non sia utile, ma perchè temo che a usarla troppo si confonde la mappa con il territorio e i partiti di sinistra e i partiti di destra diventano incapaci di collaborare. Con il risultato di consegnare questo paese al potere di veto di un centro spesso di ideologia cristiana.

    Certo che il M5S ha un’ideologia. Ma mentre le ideologie degli altri partiti si rifanno a valori economici, o autoritari, questa si rifà all’idea che sia possibile governare il paese direttamente attraverso internet. Un’idea che era evidentemente inconcepibile qualche anno fa. E questa è la novità.

    È possibile? Forse (un attimo di pazienza, stiamo lavorando per voi 😉 ).

    È da notare anche che il M5S non è l’unico movimento con questa ideologia. Il Partito Pirata è un altro, e il neonato M6S (nato da una costola del M5S che mal digeriva la preponderanza di Grillo) è un terzo. E in giro per l’Europa ce ne sono altri. Nati, o nascenti.

    Ovviamente se questa è l’ideologia è più vicina ai partiti di sinistra. Ma non è di sinistra, nel senso che non è obbligatoriamente legata ai valori tradizionali della sinistra e non ha tabù verso allearsi con i partiti di destra (anche se un’alleanza con Berlusconi scatenerebbe una rivoluzione. Ma scommetto scatenerebbe meno una rivoluzione un’alleanza con i duri e puri della destra mussoliniana).

    In questo mal si colloca su un asse unidimensionale.

    In tutto questo c’è una serie di questioni aperte. Da che genere di software verrebbe usato per prendere le decisioni. E questo è un problema rilevante perchè il software determina il tipo di partecipazione della gente. A chi ha diritto di votare in questo software. E a cosa succede se i risultati della votazione non sono di gradimento a Grillo ( ne abbiamo visto un esempio con la domanda sul tipo di votazione preferito. Ha vinto il maggioritario, e Grillo ha postato sul suo blog un video a favore del proporzionale).

    Insomma, l’ideologia c’è. E scardina abbastanza la dicotomia tradizionale destra sinistra. Ma la dialettica interna di come questa ideologia si costituisce in azioni è ancora tutta da giocare.

  • Per me il movimento di grillo, pur nel caos che lo caratterizza, appare prevalentemente orientato destra.

    Ma Aldo qualche articolo fa scrivesti “Il risultato di questa uniformazione generale al verbo neo liberista (e guardate come l’attacco alle ideologie si è trasformato nella dittatura di una ideologia e della più fondamentalista, spacciata come scienza) ha avuto come unico risultato un ceto politico occidentale di sconfortante mediocrità: fra Obama, Monti, Sarkozy, Hollande, Bush, Blair, Cameron, Merkel, Berlusconi, Schroeder, Zapatero, Rajoy, ecc ecc. riuscite a trovare uno (solo uno) capace di reggere il confronto (non dico con Churchill, Roosevelt, Tito, De Gaulle, Togliatti, ed azzardo persino Stalin e Franco) con Mitterrandt, Brandt, Moro, Kennedy, Mc Millan, Johnsonn, Khol ecc.? Di fronte a questa compagnia di guitti diventa un personaggio di statura storica. De Gasperi diceva che la differenza fra un politicante ed uno statista sta nel fatto che il primo pensa alle prossime elezioni ed il secondo alla prossima generazione. Qui abbiamo personaggi che pensano al massimo al prossimo sondaggio d’opinione e le cui gesta più memorabili sono qualche confronto televisivo. Deprimente”.

    Se quelle parole sono ancora valide come fai a provare una seppur tre volte sottolineata cautissima simpatia per un movimento che nasce da un “vaffanculo”?

  • Carissimo Aldo, leggo con piacere i tuoi articoli – ho condiviso in più gruppi il tuo recente articolo sul PD – e rimango un pò stupito da questa tua “apertura” verso il M5S…. “Come cittadino di questo sventurato paese guardo con cautissima (sottolineo tre volte cautissima) simpatia a questo movimento che oggi canalizza il disgusto sacrosanto dei cittadini verso questa parodia di politica offerta dai nostri politicanti.”.
    La prima cosa che non mi va del M5S è il fatto che sia un movimento che esiste e si fonde sulla presenza al vertice di Peppe Grillo. Di fatto non è un movimento di base. Senza Grillo non esisterebbe il M5S. Un pò come SEL o il PdL se privati di Vendola o Berlusconi. Scomparirebbero.
    Inoltre ho letto più volte in rete i legami tra Grillo e Casaleggio e gli interessi della “Casaleggio e Associati” e, sinceramente, non mi piaccino.
    Al riguardo, che ne pensi ?
    Un caro saluto Paolo

    • Caro Paolo
      partiamo da un punto: siamo di fronte al crollo di credibilità del sistema politico esattamente peggio che nel 1993. Il bilancio è catastrofico. In fondo, la classe politica degli ultimi tempi della I repubblica, aveva accumulato una incredibile serie di ruberie, ma poteva dire di aver garantito sviluppo al paese. Erano gli anni in cui l’Italia si batteva con l’Inghilterra per il sesto o quinto posto fra i paesi Ocse, aveva ancora una industria manifatturiera di tutto rispetto ed una ricerca scientifica e tecnologica che, per quanto affetta da troppi ritardi, difetti e molto al di sotto delle sue potenzialità, aveva un peso a livello internazionale. Qui il bilancio è solo negativo. Certo, il debito pubblico lo hanno fatto quelli della I repubblica, ma questi hanno svenduto le Ppss per consegnarci un debito cresciuto, anche se di poco. Di fronte a questo disastro sta montando un movimento di protesta molto forte, anche se inevitabilmente confuso, contraddittorio, non privo di aspetti a dir poco discutibili. D’altra parte, quando cadono i partiti e con loro tutti i corpi intermedi e gli intellettuali non sono in grado di proporre nulla di alternativo ecc. è scontato che la protesta assuma toni populisti che trovano un punto di riferimento in qualche “leader carismaico” (o simile).
      Il movimento di Grillo è troppo incentrato su una sola persona? lo so, ma è quello che succede ed, anche se non va nel senso dei miei desideri, devo prendere atto che la sacrosanta protesta della gente contro questo ceto politico di miserabili si sta esprimendo in questa direzione. Io preferirei che ci fosse un forte partito di classe con una robustaa elaborazione culturale, proposte al livello dei problemi, una forte partecipazione democratica all’interno ecc. d’accordo. Ma non c’è. Che posso fare? Schierarmi per uno dei partiti contro cui si dirige quasta protesta? Neanche morto.
      Devo fare i conti con questa situazione e cercare il dialogo cn questo che è l’unico fenomeno di massa che c’è anche se con caratteristiche del tutto improprie (a cominciare dal sovradimensionamento del ruolo della rete con tutto quel che ne cosegue) . Dialogo peraltro non significa dare ragione all’altro, ma discutere, quindi anche contraddire, cosa che ho cercato di fare negli articoli precedenti. Di qui quella cautissima simpatia che ti allarma.
      Casaleggio: del perdsonaggio so quel che si legge, mi lascia molto perplesso il suo ruolo accanto a Grillo, ma, alla fine, al di là di accuse generiche, mi pare che non si vada e tutto quello che fa rientra nei limiti della sua attività professionale. Ho letto molte allusioni sui suoi rapporti con il mondo della City, ma niente di preciso e documentato. Ho letto del suo ruolo di consigliuere occulto di Grillo, anche qui nulla che dimostri che Grillo è un burattino nelle sue mani. Posso avere dubbi, ma i dubbi non sono neppure ipotesi per le quali occorre avere altre informazioni. E d’altra parte, per quanto giri nella rete, e noti che l’uomo è al centro di attenzioni molto ostili, devo prendere atto che queste antipatie non producono nulla di consistente, il che finisce per giocare a suo favore.
      Ripeto: il M5s è un fenomeno con molti aspetti da discutere, ma non possiamo ignorarlo anche perchè, in quel calderone, c’è anche molta gente di sinistra. Ex militanti delusi di Rifondazione, dell’Idv, del Pd, dei centri sociali, ed ora credo anche di Sel. Che facciamo, ci chiudiamo gli occhi in nome di una purezza democratica senza speranze?

  • pierluigi tarantini

    Caro Aldo,
    condivido appieno l’analisi che fai del momento politico.
    ConoscendoTi non posso che apprezzare lo sforzo di laicità fatto.
    Ma forse il merito non è tutto Tuo….
    Il pensiero và in particolare a Vendola che dichiara che fino a poco prima delle elezioni tutto resterà fluido a livello di alleanze e, quindi, di programmi.
    E’ veramente deludente che Niki elevi la tattica a propria stella polare.
    Evidentemente la nomenklatura della segreteria, che credo lo condizioni, è vulnerata da una visione sclerotica della politica che, forse, è giustificabile solo per l’ormai anziano lider maximo del PD.

  • Come spesso è accaduto in Italia, abbiamo anticipato delle tendenze che si sono poi verificate anche in altri luoghi del mondo occidentale. Basti vedere il fascismo, la stessa Lega e oggi il M5S. La caratteristica che accomuna questi movimenti però non è il proprio metodo, quanto la propria novità, il loro essere rivoluzionari. Il web giocherà un ruolo sempre più importante nella nostra vita e questo varrà anche per la politica anzi, per chi non se ne fosse accorto, la rivoluzione c’è già stata e ricordo che i referendum, le passate elezioni amministrative e la scomparsa di Berlusconi e della TV, sono legati strettamente al web ed alla possibilità delle persone di informarsi in modo più completo e consapevole. Quando ci sono state le ultime elezioni politiche in Italia, nel 2008, in pochi sapevano cosa fosse Facebook. Oggi invece l’Itala è una delle nazioni in cui i social network vengono usati maggiormente ed il futuro è ancora più promettente, visto l’altissimo tasso relativo di utenti mobili. Il futuro della politica non è quello di governare per il popolo o di governare in nome del popolo: il futuro della politica, o anzi dei politici è quello di essere degli hub per poter permettere al popolo di accedere al governo direttamente e quindi di governare per sè. Da questo punto di vista, il M5S è anticipatore di ciò che avverrà nel resto del mondo negli anni a venire. E’ vero comunque che c’è poca letteratura scientifica a riguardo, dovremmo infatti iniziare a produrla.

  • aldo, ma tanto per sapere, quali sono i limiti ai quali secondo te un’azienda di comunicazione deve sottostare quando gestisce l’immagine di un partito politico? può deciderne il programma? mi sta sembrando di vedere degli aspetti autoritari nella tua risposta, oltre ad un atteggiamento nei confronti della libertà di impresa che mi stupisce: perchè critichi il lobbysmo americano pubblicando martinelli e poi tolleri simili operazioni lobbistiche nel caso di grillo? anche nel caso americano le lobbies non fanno nulla di penalmente rilevante, ma la loro presenza in certi ambienti comporta anche un condizionamento della politica. perchè in un caso si tratta di un dato certo ed incontrovertibile e in un altro no? ovviamente mi sto riferendo alle accuse di pietro orsatti, che sono abbastanza circostanziate, e che attestano una certa vicinanza tra grillo ed elementi vicini all’ambito delle multinazionali (teconologiche e finanziarie). devo dire che in effetti sono poco convinto di queste ultime tue righe, mi sono sembrate scritte più con il sentimento che con lo spirito critico che ci si aspetterebbe da te.

    per il resto, se si tratta di un partito personale, penso che il concetto di dialogo presenti dei problemi ulteriori: chi rappresenta i grilli, se si tratta di un partito personale o di un partito-azienda? grillo e casaleggio, non certo la base elettorale, che di fatto non decide nulla e si deve accontentare di votazioni online finte, ovvero senza documenti in grado di verificare che a ogni voto corrisponda un votante. e gli unici con cui potrai dialogare saranno questi due, dato che si tratta di un partito che quando arriva un tavolazzi che si pone questioni come quelle da te sollevate scatta subito l’epurazione. insomma non capisco in che modo una struttura di stampo aziendale di questo tipo possa dare fiducia: non ha i meccanismi interni per essere trasparente ed ì troppo verticale per dimostrarsi aperta verso il basso. l’unica cosa che può dare fiducia è la simpatia dell’uomo con la barba, ma si tratta di un criterio approssimativo, per il resto io in grillo ci vedo un’altro veltroni. entrambi sono:
    1) nè di destra nè di sinistra
    2) con la vocazione maggioritaria
    3) non si vogliono alleare con nessuno
    4) entrambi hanno il pallino per la parola “movimento” (il gruppo veltroniano si chiama modem, movimento democratico)
    5) entrambi sono ambigui verso il neoliberismo
    6) entrambi promettevano cambiamenti epocali, ma in realtà puntano alla sconfitta del centrosinistra e alla vittoria del centrodestra, ovvero in questo caso di un proseguimento del governo monti, attraverso la divisione del dissenso nei confronti dell’impostazione autoritaria del governo.

    • Capiamoci:
      ho tutti i miei bravi dubbi sul modo con cui Casaleggio fa da consulente a Grillo e sono sicuramente ostile ad ogni operazione lobbystica, dico soltanmto che rispetto alle accuse molto vaghe che spesso capita di leggere, quel rapporto puà essere pienamente giustificato in termini professionali (anche se la cosa può non convincere e non convince ne me nè te). Casaleggio ha scritto il programma del M5s? Benissimo: è Grillo che, dopo una serie di discussioni, in cui ha esposto il suo pensiero, gli ha chiesto di mettere la cosa nella forma comunicativa che ritiene più adatta: cosa avremmo da dire? Il punto è un altro: che quel programma sia farina del sacco di Grillo o di Casaleggio o di Vattelappesca non è la cosa più rilevante, quel che importa è che esso non è stato sottoposto ad alcuna discussione collettiva e tantomeno votazione. Per cui in termini di partecipazione democratica la cosa mi lascia perplesso e scontento (per essere carini…).Da questo punto di vista devo dire che Grillo è un po’ più spicciativo dei miei compagni di Rifondazione (per non dire del Pd o di Sel: ad esempio, ti risulta che Vendola abbia consultato la sua base prima di andare da Bersani? Anzi mi pare che non lo faccia neppure dopo) con le loro liturgie congressuali di ratifica, ma insomma, siamo là. Grillo imposta le cose in termini di “contratto di adesione”: io metto in rete un programma ed un metodo di lavoro, chi ci sta venga con me, chi non ci sta resti fuori. In questo mi sembra assolutamente identico al Pannella anni settanta che risolveva il problema della democrazia interna con dei simpatici happening che non decidevano un’accidenti.
      Su questo vorrei non ci fossero equivoci: il mio modo di intendere la partecipazione politica non è questo e la cosa non mi piace.
      Però, il problema non è se Grillo ci convince o no, ma che intorno a lui -piaccia o no- si sta radunando un movimento di popolo con caratteristiche molto particolari e se vuoi discutibili (il primato della rete come toccasana, ad esempio) ma non possiamo ignorare questo dato di fatto. Per di più questo movimento ha alcune componenti dichiaratamente di sinistra (come ve ne sono di tutt’altro segno, lo so). Che facciamo, ci mettiamo in freezer a fare i puri e rinunciamo ad interloquire?
      Tutto lascia intendere che il M5s è un movimento trasnitorio verso altro. E’ ovvio che così come è ora non resterà. Forse si ossificherà in una sorta di Pr rivisto e corretto, forse se ne distaccheranno due o tre pezzi che daranno vita ad altrettante formazioni politiche magari molto distanti una dall’altrea, forse si trasformerà in un partito antisistema connotato in un senso o nell’altro o, forse ancora, esploderà in mille pezzi passando come una meteora. Tutto possibile, molto dipenderà anche da come ci saremo posti noi. Per ora è il punto di convergenza della protesta contro i partiti e -pur se molto grezzamente- contro le banche. Lo fa male? Forse ma i miei compagni di Rifondazione ed anche i compagni di Sel non sono riusciti a farlo per niente. Se Rifondazione o Sel avessero saputo fare il loro dovere oggi sarebbero loro a raccogliere questa ondata. Ma non hanno saputo farlo, e noi siamo qui a fare i conti con questa situazione,. Che si fa? Fra una manciata di mesi si vota e noi di sinistra avremo queste concrete possibilità (per quel che si prospetta ora):votare Pd o alleati (che fa lo stesso), votare Idv, votare M5s o astenerci. Io non so cosa farò, di sicuro posso escludere di votare Pd o liste collegate ad esso. Tu che fai? Alla fine il problema, nella sua crudezza si pone in questi termini.

  • Caro Aldo,
    condivido in toto la tua analisi, e i tuoi commenti in calce che l’hanno specificata e approfondita.
    Quello che non condivido affatto è la sensazione che dai di doverti giustificare difronte ai “compagni” per il tuo atteggiamento simpatizzante verso il M5s e l’aver usato il blog di Grillo come “tribuna”.
    Di cosa dovresti giustificarti? Scherziamo?! Allora dovrebbero giustificarsi -tra i tantissimi, compagni e non- anche Ascanio Celestini, Ovadia, Rizzo e Stella, Stiglitz e non ultimo Landini (benedetto!) che hanno fatto la tua stessa scelta accettando l’invito di parlare a quella sempre più numerosa parte di cittadinanza che si sente umiliata, offesa e sfruttata da classi dirigenti (economiche e politiche)predone e inette per cui Grillo rappresenta (nella morte dei partiti, di cui non si può incolparlo) l’unico megafono, fonte di controinformazione preziosa, speranza di cambiamento.
    Si sbagliano e inseguono un falso-profeta? Forse, intanto ci sono e un’istanza sociale non è mai giusta o sbagliata, chi si dice di sinistra deve farsene carico. Il rancore e la rabbia da soli non si trasformano in cambiamento, ma biasimarli o fare finta che non esistano è ottusità politica.
    Grillo ha molti limiti (non colpe) ma svetta se confrontato alla dirigenza politica della fu sinistra: sa fare appello al senso comune (da cui ogni forza politica di trasformazione deve partire)senza fermarsi lì, ha rapidità tattica, fa analisi crude ma realistiche, propone soluzioni radicali difficili ma senza alternative. Certo, può farlo perchè non ha il fardello di un’organizzazione strutturata alle spalle, nè l’onere(per il momento)di dimostrare la realizzabilità delle sue proposte ma sta imponendo ai politici professionisti di non bluffare più (inscenare l’opposizione invece di farla è un must secolare dei nostri cari compagni dirigenti).
    Dice bene LuigiG in un commento precedente, siamo di fronte ad un cambiamento epocale che Grillo ha saputo cogliere ma che gli sopravviverà e con cui la politica dovrà fare i conti:nella società della comunicazione orizzontale e istantanea le bugie hanno le gambe cortissime e non si potrà più governare sulla testa della gente.
    Le accuse che gli vengono mosse sono spuntate in partenza e sfiorerebbero il ridicolo anche se fossero vere, per il pulpito da cui partono.
    L’azienda Casaleggio-M5s è forse peggio di quella De Benedetti-Pd?
    I rapporti di Casaleggio con la City e Wall Street? Tra i punti del programma del M5s c’è l’uscita dalla Nato e la chiusura di tutte le sue basi italiane, Come se la spiegano questa incongruenza gli antigrillini militanti? Fumo negli occhi? Bene, allora sono ormai pronti a credere a qualsiasi cosa, complotto pluto-giudaico-massonico-rettiliano-grilliano compreso.
    La vetta l’ha raggiunta pannolone Scalfari accusando Grillo di aver aumentato gli incassi dei suoi spettacoli dopo la discesa in politica, poverino, non si accorge che è la stessa accusa che la Camorra dei Casalesi rinfaccia al suo editorialista Saviano.
    Detto questo vedo anch’io i mille limiti e rischi del M5s, principalmente nella sopravvalutazione della democrazia diretta via web che poi nasconde invece un verticismo decisionista pericoloso. Ma, dirò una bestemmia, io ci vedo del leninismo e da democratico e libertario mi fa paura, ma sembra ora l’unica strada per assaltare la partitocrazia asserragliata e viene dallo stesso “album di famiglia” di chi detesta Grillo.

    Ciao Aldo, spero di vederti quest’estate o almeno incrociarti.

  • ti sei spiegato e in effetti hai reso più chiare alcune cose. io penso che i problemi legati all’identificazione del programma si possono risolvere più facilmente se si dice chiaramente se si sta a destra o si sta a sinistra. in questo senso il partito di vendola è si un partito personale come tutti gli altri, ma perlomeno i dovrebbe rivolgere a una precisa fascia di elettori che hanno una certa idea di cosa significhi il termine sinistra. uso ovviamente il congiuntivo, dato che vendola non sta passando il suo perodo migliore, mentre glia altri soggetti politici sembrano lavorare perchè in italia non si formi una sinistra meno paragura. per il resto che ti devo dire: finchè non si conosce come va con la legge elettorale non saprei proprio che dire. se rimane questa io la foto di vasto la voterei, una coalizione senza idv con pd e sel e basta (e udc battitore libero non la voterei) e in tal caso mi aspetterei un’ulteriore coalizione rivale con grillo di pietro e ferrero. tra i tre voterei ferrero, e ho detto tutto, e se non si coalizzano posso solo costare la loro incapacità e preparare una fetta di mortadella. se cambia la legge elettorale voto chiunque si dimostri di essere chiaramente di sinistra e contrario all’impostazione neoliberista di questo governo. riguardo all’interlocuzione con gli aderenti sono ovviamente d’accordo, come sono anche d’accordo sul fatto che molte istanze siano di sinstra, ma un patchwork rimane un patchwork, in cui si possono sostituire le singole idee senza che nessuno si accorga di nulla, cosa che non è possibile se queste idee sono inserite in un contesto ideologico chiaro e che non è possibile modificare quando il leader di turno cambia idea. sono anche d’accordo sul fatto che si tratta di un movimento in evoluzione. ma si tratta di un’evoluzione controllabile? io ho i miei dubbi, ma non posso certo dire che fai male ad educare/informare i grilli con i tuoi inserti che sono comunque utili, e in effetti mi rendo conto che mancano proposte politiche di sinistra che abbiano raccolto la “sfida” lanciata da grillo alla politica, e sotto questo stanno perdendo un’occasione per migliorare. ma se continua così i miei dubbi principali sulle elezioni saranno: ma la fetta di mortadella col pistacchio o senza pistacchio?

  • Io ho l’impressione che il movimento 5 stelle (che non intendo votare) interpreti comunque il fastidio per una certa spocchia che il PD ha sempre mostrato verso i movimenti di cittadinanza civile (penso ai girotondi e ad altri movimenti spontanei, no TAV, movimento per l’acqua)lasciando intendere che la politica fosse una cosa un po’ più complicata e che sarebbe stato meglio lasciarla in mano ai professionisti. Con quali risultati poi? Candidati paracadutati dall’alto, messi insieme non in base ad una simpatia (almeno!) politica ma solo perchè appartenenti a settori che avrebbero potuto diventare utili al momento del bisogno (e qui mi vengono in mente Calearo, la bella Madìa, Colaninno).Programma politico non pervenuto, almeno non in modo chiaro, indefinitezza degli obiettivi, mancanza di coraggio (o intelligenza col nemico?) nel combattere i conflitti d’interesse. D’altronde alle primarie di coalizione i candidati del PD non hanno spesso ottenuto il consenso dei loro potenziali elettori. E adesso ci meravigliamo che il movimento 5 stelle ricambi cordialmente lo stesso spocchioso disprezzo (…l’antipolitica) con il quale viene trattato. Berlusconi è dall’altra parte, chi lo vota ama certe sensazioni che definirei “forti”. Qui parliamo di politica e i rivali si danno mazzate senza pietà in tutto il mondo.

  • ripeto, il M5S è solo un movimento, non un partito, quindi non ha senso chiedersi se è di destra o di sinistra. Diciamo che serve per canalizzare la rabbia contro questa politica invece che verso forme più violente. Fa parte del gioco. E’ la vampata di un falò, non il fuoco di una fucina dove si piega il ferro.

  • In Italia, cos’è la destra? cos’è la sinistra? (Gaber) non mi interessa più. La mission del M5stelle è cacciare via la casta che ci ha ficcato in un vicolo cieco. E per me, questo basta. Poi si vedrà.

  • Due post interessanti su M5S, in particolare sulle sue proposte di politica economica. Li ritengo particolarmente interessanti perchè provengono da una delle componenti principali di quella che potrebbe essere una nuova forza politica alle prossime elezioni , una forza che avrebbe a mio parere alcune caratteristiche che al momento ha solo il M5S, pur differenziandosi marcatamente da questo sotto altri aspetti.

    http://noisefromamerika.org/articolo/doctor-beppe-and-mr-grillo

    http://noisefromamerika.org/articolo/movimento-5-stelle-alcune-riflessioni-aggiuntive

  • Giusto analizzare dal punto di vista sociologico e politico il M5S, giusto apprezzarne quegli elementi positivi su cui si possono fare battaglie comuni, ma, come è stato detto, questo movimento è fatto di molte proposte, alcune apprezzabili, altre contraddittorie, altre ancora per me inaccettabili, quindi, senza per questo demonizzarlo, non mi rappresenta e di conseguenza non lo voterò. Sarò all’antica, ma per me il voto non è ancora un concetto “liquido”, che si adatta alle mode o al carro di chi “ha più probabilità di fare risultati”. Anche in questo caso …. non mi attengo al “voto utile”, voterò per chi ha una visione generale antiliberista, che analizza le cause della crisi e propone misure alternative alle politiche di Monti (e a chi lo sostiene) e coerenti con quell’analisi. Sono proporzionalista, perchè credo che la rappresentanza in democrazia abbia più valore della governabilità.

  • @Manuel: aldilà della simpatia o meno che io possa avere per Barnard, il giornalista per spiegare come il problema della libertà d’informazione non derivi dall’albo dei giornalisti, ma dalle cosiddette ‘parrocchie’, porta l’es. di come Peace Reporter non pubblicherebbe mai un articolo critico di Gino Strada, paventando una specie di autocensura riguardo a temi sacri. Ecco, io capisco fare il bastian contrario sempre, ma perchè diavolo mai uno dovrebbe mettersi a criticare Gino Strada??

  • @LuigiG
    Credo sia abbastanza chiaro:
    E´ soltanto un esempio volutamente “estremo” per descrivere un abito mentale che non risparmia, in una certa misura, nemmeno le testate piu´ ammirevoli. Un sorta di paradosso per amor di ragionamento. Solo un esempio Luigi! 🙂

  • @Manuel: capisco che è un esempio e va bene. Però, anche mettendo che ci siano “abiti mentali”, a me va bene che un giornale non voglia pubblicare critiche a Gino Strada poichè non si può essere sempre critici di tutto fino a quando poi non rimane più nulla da appoggiare (mi riferisco anche in questo caso ad un certo modo di fare all’interno della Sinistra, visto che siamo in tema). Se libertà di informazione significa anche libertà d’idiozia, ci deve essere però tolleranza nei confronti di chi idiota non vuol essere.

  • “Che facciamo, ci chiudiamo gli occhi in nome di una purezza democratica senza speranze?”
    NO. affatto.
    Il PdL così come il PD ci stanno portando verso la fossa.
    Ho visto il video dell’Avv Musu https://www.youtube.com/watch?v=JDUauFzROHk&feature=relmfu e lo condivido pienamente .
    Io, attivista del PD, nonchè ex consigliere di quartiere della Margherita, non voterò mai e poi mai questo PD e questa “sinistra” che sostiene questo governo, nè potrò mai aderire ad un movimento dove il leader grida e sbraita dicendo solo alcune verità, a mio avviso, con l’unico obbiettivo di contenere ed indirizzare il dissenso della gente ormai stufa, frustata e male informata.
    Beh, ed allora ? Premesso che la rete è utile ma è fondamentale il rapporto umano, il contatto con il tuo vicino, con chi dovrà rappresentare le tue istanze, in rete ho letto di un nuovo soggetto politico ove, i promotori sono persone di tutto rispetto, promotori del referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei movimenti no Tav, e non ex-comici che sbraitano da un palco. Ho chiesto di aderire alle prime riunioni. Cittadini provenienti da SEL, dall’ex. sinistra arcobaleno, da Rifondazione, da movimenti politici territoriali, tutti alla ricerca di una alternativa pacata e costruttiva.
    Che ne pensi di ALBA ? http://www.soggettopoliticonuovo.it

    • caro Paolo
      guardo con molta simpatia ad Alba a cui auguro il miglior successo possibile, ma temo che abbia ben scarse possibilità di affermazione dati gli scarsissimi mezzi di cui dispone, in ogni caso il mio blog è a disposizione -per il pochissimo a cui può servire- per far conoscere il movimento e le sue proposte.

  • Una battuta: per sapere se M5S è di destra o sinistra non basta guardare dove si sono disposti nel consigli comunali e regionali dove sono stati eletti?
    Per adesso vedo il M5S come una borghesia illuminata formata da ‘cittadini informati’ piccoli e medi borghesi che, per privilegio sociale, hanno la possibilità di trascorrere molto tempo al computer e sono dotati di strumenti informatici abbastanza efficienti e di connessioni sufficientemente rapide per non trasformare in un incubo la pratica della discussione in Rete. Il programma del Movimento, se letto attentamente, risente di questa influenza: il tema del lavoro non viene praticamente trattato, se non per quanto riguarda l’abolizione della Legge Biagi (del resto la precarietà è un fenomeno che coinvolge ampiamente la classe media); non si parla di povertà, questioni di genere e immigrazione.

  • Comunque è sempre interessante sentire toccare alcune tematiche come: la moneta, le banche, la sovranità…fino a temi come la Trilateral e il Gruppo Bilderberg. La cosa buffa è che ormai sono cavalli battaglia dei Barnard, Giulietto Chiesa, etc..ma anche di Grillo.

    Temi da sempre cari alla galassia della c.d “Destra Radicale” (i più informati ricorderanno il SIMEC o l’Antibancor delle Edizioni di Ar). Lasciando perdere tutte le tesi complottistiche (molto infantili)sicuramente su questi temi il M5S avrà il suo banco di prova e la grande occasione di scardinare alcuni tasselli attraverso la Democrazia Diretta e l’informazione. Sono molto pessimista sul tema.

    Ultimo tema: Casaleggio e Associati. Solo chi non lavora nel mondo dell’online può pensare che essi siano i “burattinai” di Grillo. Il loro supporto è “utile” per la “logistica”, per spiegargli la Rete e supportare l’attività…tutto qui. Che anche MircoMega sposi la tesi “burattinaia”..mi fa pensare che hanno paura.
    Parliamoci chiamo..la Casaleggio non conta una cippa..che lobbismo vuoi che faccia!

    S.

  • Caro Giannuli
    Anche se il suo blog non fa grandi numeri e´ altresi´ vero che noi “pochi” lettori lo consideriamo un punto di riferimento imprescindibile e di rara lucidita´ e qualita´.
    Sono sicuro che la visibilita´ di questa piattaforma non possa che accrescere con il tempo.
    Grazie

  • @ Stregatto

    Sono temi d´improvvisa attualita´ a causa delle circostanze economiche, e credo lo saranno sempre di piu´. La sovranita´nazionale e´ai minimi storici.

    Certamente chi voleva sapere sapeva anche prima, o credevamo che Berlusconi fosse il padrone del mondo?

    Riguardo Grillo, il mio timore e´ che come altri fenomeni in passato (mani pulite per fare un esempio) risulti funzionale a taluni poteri transnazionali.

    La Rai ad esempio va difesa con le unghie e con i denti, altro che “non pagare il canone”.
    A me pare che sul fronte dell´informazione Grillo possa finire per fare il gioco di Murdoch.

    Sarebbe auspicabile che egli faccia piu´ battaglie contro le privatizzazioni, contro le multinazionali “dell´informazione” (o propaganda), contro gli interventi bellici Nato, e meno discorsi da bar sugli stipendi dei parlamentari.

  • Caro Giannuli, apprezzo molto la lucidità delle sue considerazioni, dalla corruzione (per la quale mi ha dato anche una mano per la tesi triennale con qualche suo articolo) allo stesso movimento 5 stelle, di cui sono elettore e attivista. E’ una lucidità che non può esistere senza un consistente bagaglio informativo alle spalle. Proprio per questo mi stupisco di un dato, che purtroppo non la distingue dalla media dei critici del m5s: l’accusa al movimento stesso di assenza di una base attiva democratica e trasparente. La conseguenza di questa accusa ovviamente è quella di scaricare su Grillo l’immagine di leader (seppur anomalo) e sul movimento di ‘partito’ verticistico (nonostante i proclami). Ebbene, mi chiedo se abbia mai partecipato ad una riunione locale di un qualche gruppo a 5 stelle. Se non l’avesse fatto le consiglio vivamente di provvedere. Da attivista di Mantova partecipo da mesi all’evoluzione mantovana e lombarda del movimento 5 stelle e le assicuro che il confronto democratico che lei reputa inesistente è, se non quotidiano (a Mantova non siamo ancora così avanti da avere portato il m5s alle comunali), molto frequente. Le riunioni poi, seppur inizialmente caotiche e davvero populiste, stanno trovando col tempo una dimensione davvero partecipativa e imperniata sui problemi locali, con un occhio di riguardo all’evoluzione lombarda e nazionale della politica e del m5s. Pertanto da questa sua mancanza (che è tale per me, potrà naturalmente rimandare le ‘accuse’ al mittente con valide argomentazioni), deriva un errore ulteriore: considerare i ‘grillini’ come schiavi del sogno della ‘rete toccasana di ogni male’. Falso, almeno seguendo la mia esperienza mantovana e lombarda. Siamo consapevoli dell’importanza del faccia a faccia e del mondo reale, e consideriamo internet solo un mezzo inedito (forse decisivo, questo si) all’affermazione di un movimento popolare dal basso, che ne verdi, ne comunisti vari hanno mai avuto a disposizione. Chiudo ricordandole che questa critica è tanto sentita in quanto per il resto la sua analisi sul movimento è molto azzeccata, anche nei punti dolenti che io stesso ho riscontrato (una preoccupante mancanza di trasparenza a livello ‘centrale’, ossia nel blog e nella comunicazione dello staff di Grillo e di u portale nazionale realmente decisionale). Appurate queste problematiche, tuttavia, non posso che apprezzare la totale trasparenza a livello locale. La speranza è quindi che un percorso faticoso e radicato dal locale al nazionale possa contagiare in positivo questi punti dolenti. E’ ovviamente possibile anche il contrario, ma se ad analisi delle debolezze del movimento come le mie si affiancano quelle di voci più autorevoli come la sua, non sarà possibile mantenere questo movimento dal basso sulla retta via.

    Saluti,

    Simone Garilli

    • La ringrazio per gli apprezzamenti sin troppo generosi che mi rivolge. Tuttavia non mi pare di aver mai scritto le cose che mi attribuisce, anzi ho semre sostenuto che, nonostantei molti difetti dell’esperienza del M5s, l’aspetto positivo che li riscatta -almeno sin qui- è proprio la partecipazione militante di base. Ed è proprio per questo che dico ai molti che storcono il naso di fronte al M5s che non è possinbile non fare i conto con questo fenomeno che è un genuino movimento popolae. Il problema è un altro: come trasformare l’intensa partecipazione di base in un soggetto politico nazionale con regole democratiche. Per ora la poartecipazione democratica nel M5s ha un cattattere per così dire “orizzontale” che, però, non incide sulla dimensione “verticale” che, in politica è insopprimibile. Quanto poi all’idea che la partecipazione a livello locale di base sia sufficiente è un ritornello che ho sentito troppe volte ed è sempre stato smentito dai fatti: la dimensione nazionale e, dunque, verticale è sempre quella decisiva. Non che la cosa mi piaccia, ma le cose stanno così e non c’è niente da fare.
      Il punto debole del M5s è nell’assenza di regole certe e democratiche, di un gruppo dirigente nazionale eletto dalla base, di momenti di verifica della linea politica e di consultazione della base. Tutto questo viene disinvoltamente liquidato come “Ma questa è roba da partiti e noi siamo un movimento” che è una delle più solenni sciocchezze che si possano dire. Nei partiti i congressi o le primarie sono spesso liturgie vuote per legittimare gruppi dirigenti inamovibili, ma questo non vuol dire che non possano esserci forme di partecipazione democratica in cui si determini con regole certe sia la linea nazionale che il gruppo dirigente chiamato ad applicarla.
      A quanti mi dicono che basti la rete (dove pareltro una votazione vera e propria mi pare non ci sia mai stata e, comunque, sarebbe inutile perchè assolutamente manipolabile e poco trasparente- risponbdo che aspetto di vedere come il m5s sceglierà, entro qualche mese, i suoi parlamentari.
      Può darsi che io sbagli e che le mie siano preoccupazioni superate dalle magie della rete (ma non credo) in ogni caso sono cose ben diverse dall’appunto che mi rivolge di ignorare la partecipazione di migliaia di militanti ad una vivace esperienza politica di base.

  • Articolo lucido, laico e intelligente. Rispecchia esattamente le mie convinzioni sul movimento 5 stelle (peraltro più volte espresse anche su questo blog).

    L’ultimo commento del Prof. Giannuli, poi, centra proprio il punto che molti a sinistra sembrano (o fanno finta di) non cogliere. Ammettendo – ma non concedendo, in mancanza di evidenze – che il movimento sia manipolato da Grillo e Casaleggio (magari per conto terzi), il dato di fatto è che è stato mobilitato un popolo di elettori che non si può ignorare e che certamente si sentono coinvolti e motivati in buona fede. Cosa che la sinistra non riesce a fare da molti anni proprio perchè, secondo me, è – o almeno appare – più interessata ad imporre pedantemente la propria visione ideologica (che se non è superata, andrebbe sicuramente fatta oggetto di revisione critica, alla luce dei cambiamenti notevoli delle società negli ultimi decenni) piuttosto che a tendere l’orecchio e a cercare di capire cosa si muove sul campo (prendendo in considerazione anche soggetti che non rientrano necessariamente nel modello del “proletario” dell’ottocento/novecento,peraltro figura in via d’estinzione in Italia, a causa della deindustrializzazione delle economie occidentali, ne dell’intellettuale di sinistra, borghese transfuga).

    Cari compagni (reputandomi una persona di sinistra credo di poter utilizzare questa formula, anche se devo ammettere che mi fa un po impressione farlo), non perdiamo l’occasione per re-imparare ad ascoltare l’elettorato! Potremmo anche apprendere qualcosa, per una volta, anche per procedere ad una rinnovata, più aggiornata e credibile critica radicale dell’economia politica. Questo non vuol dire fidarsi ciecamente di Grillo e sentirsi subalterni, ma rispettare e provare ad interloquire con milioni di cittadini che sono stato invitati alla partecipazione ed hanno risposto con entusiasmo.

    • quello che mi lascia perplesso è l’idea che le forze di sinistra istituzionalizzate (partiti, sindacati…) abbiano una qualche ideologia cuio restano attaccati. Mi sembra una visione molto ottimistica, la realtà temo sia peggiore: che in testa non abbia assolutamente nulla.

  • Se la voce della candidatura a premier di Veltroni fosse vera (Il Foglio, Il Fatto) sarebbe l’ennesima conferma che il PD non solo non e’ capace di vincere, ma non vuole… non deve… vincere.

  • Caro Giannuli ho letto in uno dei suoi commenti a questo articolo che manca una partecipazione con regole democratiche (rispondeva ad un lettore) e ho evidentemente capito male, ovvero che lei accusasse il ms5 di non aver un radicamento locale e fatto di assemblee pubbliche e democratiche. Chiarito il misfatto. Per il resto vedo più o meno gli stessi punti critici. La rete è un ottimo strumento (anche decisionale se verranno utilizzati programmi poco manipolabili, e ci sono) ma non basta. L’evoluzione verticale ha un senso, solo se in una concezione totalmente diversa da quella tradizionale dei partiti. E’ per marcare questa differenza che Grillo insiste sul non avere una struttura. Certo lui come sempre estremizza ma il concetto è quello: guai a creare una piramide fossilizzata. I ‘vertici’ attivi sul nazionale dovranno provenire dai gruppi locali, persone non già coinvolte come sindaci o consiglieri regionali (di competenti ce ne sono tanti), revocabili ogni 6 mesi come già lo sono i consiglieri 5 stelle, con un massimo di 2 o anche 1 solo mandato da ‘segretario’ o ‘capogruppo’ e via così di regole rigorose indirizzate al continuo ricambio nei posti di potere. Un verticale diverso, da affiancare all’orizzontale. Certo se sull’orizzontale siamo molto avanti (gran merito) sul verticale siamo molto indietro e le politiche incombono. Questa incognita soprattutto temporale può essere l’ostacolo al salto di qualità.

    Di nuovo saluti!

  • Dire che il M5S sia costituito da una media borghesia, cioè di quelli che hanno tempo di stare davanti al computer, è a mio parere una sciocchezza. Chi ha tempo di stare davanti al computer sono i giovani laureati disoccupati. E sono molti.

  • @Aldo Gianulli

    ” Ed è proprio per questo che dico ai molti che storcono il naso di fronte al M5s che non è possinbile non fare il conto con questo fenomeno che è un genuino movimento popolare”.
    Anch’io ho avuto modo di parlare con simpatizzanti di Grillo.
    Concordo è così.

    @ Simone Garilli

    A livello locale puoi far aggiustare la buca, stare attento che non ci siano mazzette nell’appalto X. Proporre una delibera regionale ecc.
    Ma il vero problema grosso è un altro: la perdita di sovranità nazionale.
    E’ quello deve essere affrontato dalle rappresentanze nazionali del M5S che presto o tardi siederanno in parlamento.
    Questi rappresentanti chi saranno ? Chi li guiderà realmente? Ovvero chi sarà il “segretario” o la “segreteria”? Hanno esperienza ? Sapranno cosa proporre e come ? oppure il gesto più eclatante sarà devolvere in beneficienza parte della indennità parlamentare ?
    I grillini sono sinceri. Anche la gran parte degli elettori del PD o di SEL o di IDV credono e sperano in azioni pro-popolo da parte dei loro leader e giustificano le scelte dei propri leader perchè lo spread sale, perchè l’Europa ce lo impone, ecc.
    Ma Grillo è un bluff, è il nuovo Berlusconi che parla alla pancia.
    Anche la gran parte degli elettori del partito nazionalsocialista erano sinceri ed onesti e credevano di fare la cosa giusta. Ma il loro leader li aveva semplicemente turlupinati e portati verso un immane disastro. Grillo serve, a mio avviso, solo a canalizzare e tenere buono il dissenso.

    @Aldo Gianulli
    “quello che mi lascia perplesso è l’idea che le forze di sinistra istituzionalizzate (partiti, sindacati…) abbiano una qualche ideologia cuio restano attaccati. Mi sembra una visione molto ottimistica, la realtà temo sia peggiore: che in testa non abbia assolutamente nulla.”

    Hai colto nel segno.

    Vi è il nulla, un vero e proprio buco nero.

  • @ Paolo riguardo il M5s:

    Io sono altrettanto cauto riguardo Grillo però credo che allo stato attuale bisognerebbe dare una chance a questo ‘partito’ di esprimersi al livello politico prima di dare giudizi cosi’ certi.

    Se i vertici difenderanno gli interessi della base o meno non lo possiamo sapere ora, lo sappiamo invece per il PD.

    Concordo sul fatto che alcune campagne, per contenuti e soprattutto per linguaggio utilizzato, siano populiste.

    Dall’altra parte però bisogna dare atto del coraggio di altre battaglie, parecchio scomode, contro la privatizzazione dell’acqua, contro le basi Nato, contro le guerre per il petrolio, contro le trattative tra stati e mafie…

    Non mi sembrano temi ‘di comodo’.

    Riguardo la sovranità nazionale concordo, è il tema centrale di questo periodo credo anche se molto scivoloso perchè si può scadere in pericolosi nazionalismi.

  • @ Paolo

    Sono daccordo con la necessità di rappresentanti nazionali, selezionati con trasparenza. Dissento totalmente sulla conclusione ”base buona, leader cattivo…movimento inutile o dannoso”. Non ci siamo, ragionamento superficiale, per essere carini. Avventurarsi in paragoni storici poco documentati sulla base nazionalsocialista è fantapolitica. A parte che Grillo non ha scritto un libro sulla superiorità della razza e ha tutta un’altra credibilità democratica del sig.Hitler (già agli albori della sua carriera da comico era di indole portato alla critica degli abusi politici e negli anni si è costruito una carriera alternativa rischiosa quanto controcorrente) vorrei concentrarmi sulla base. Ebbene, la base 5 stelle è naturalmente eterogenea ma, lasciati da parte gli elementi estremi (complottisti, populisti, violenti, servi pronti a vedere in Grillo il padre-padrone) che a conti fatti nei vari gruppi locali stanno ai margini e non influiscono sull’indirizzo del movimento, la base 5 stelle è più informata, consapevole, quindi libera di quella non solo nazionalsocialista (il suo paragone, ripeto, è imbarazzante) ma anche pdellina, piddina ecc. abituata a vedere nel leader di partito e nei massimi vertici la verità. Quindi non scherziamo sulla massa di beoti che segue Grillo verso la catastrofe. Non è così. Conosca e parli con gli attivisti 5 stelle del suo paese o di altri paesi e se ne accorgerà. Detto questo il salto di qualità verticale è necessario e da regolamentare rigorosamente: questo aspetto ancora è deficitario e il tempo stringe, siamo daccordo.

  • @ Simone Garilli, non ho detto “movimento inutile e dannoso” e non l’ho pensato.
    Dico che come tutti i movimenti dove molti temi sono solo strumentali all’accrescimento del consenso e non nascono dal basso, ma sono “manovrati” a monte non esprimono vera democrazia.
    L’analogia con il nazionalsocialismo, volutamente forte, si limita a questo non alle idee che caratterizzarono il nazismo.
    Milioni di tedeschi nei primi anni ’30 prostrati dai debiti di guerra hanno seguito, sinceramente, – non posso pensare che milioni dei primi elettori del nazionalsocialismo fossero tutti delle SS – un leader che sbraitava prima nelle birrerie e poi dai palchi approntati con i fondi forniti dalla borghesia tedesca.
    E qui un’altra mia domanda: l’organizzazione e la gestione in particolar modo del blog di Grillo chi la paga ? e perchè ?
    Ho parlato con alcuni che simpatizzano con Grillo, sono persone per lo più scontente della attuale classe politica. Alcuni che prima votavano il Sig B. e quindi elettori che 20 anni fa si erano fatti imbonire da un venditore di promesse e sogni ed ora cercano e hanno trovato un altro imbonitore, alcuni che hanno votato centro-sinistra e che non si riconosco più in questa sinistra priva di identità.
    Non escludo che, come in tutte le comunità, vi sia anche una buona fetta di simpatizzanti attenti e critici ma questi, ripeto come in tutte le comunità sono solo un parte.
    Anche nel PD, o nel PDL vi sono elettori critici ed attenti che hanno le scatole piene ma che non riescono a staccarsi dal cordone ombelicale perché non vedono valide alternative e perché sanno che non votare non è una soluzione.
    Mi piacerebbe sbagliarmi ma Grillo è solo uno strumento, consapevole di esserlo, utile a illudere una gran parte di popolazione.
    Quando gli uomini hanno una pur minima speranza che il proprio futuro o almeno quello dei propri figli può essere meno nero di quello attuale non reagiscono, attendono. E nell’attesa molte cose cambiano, spesso di nascosto.

  • Paolo e’ legittimo vigilare e farsi domande.
    Chi paga la gestione del blog di Grillo: come tutti i siti internet all’aumentare del numero di visite aumentera’ l’introito legato agli sponsor no? Che nel caso di Grillo sono i suoi dvd libri ecc.
    Comunque stiamo parlando ci cifre irrisorie rispetto ad altri media, almeno un paio di zeri in meno.
    Anche io sono critico ripeto, ma posta in questi termini la questione e’ di basso profilo.

  • Io capisco la tua reticenza a fidarti di un urlatore. Capisco che l’immagine di Grillo, soprattutto se analizzata solo in superficie, può avvicinarsi a quella del primo Berlusconi (per fortuna hai specificato che il paragone con Hitler e con la base nazionalsocialista è volutamente forte) ma, a mio parere, il tuo giudizio è condizionato dalla paura di una nuova fregatura. Non basta notare qualche corrispondenza (crisi economica come negli anni ’30, fine di un regime come negli anni ’90 in Italia, uomo immagine esplosivo e capace di riempire le piazze come altri venditori di illusioni) per concludere che il m5s, causa Grillo e grillini di mentalità serva, è destinato a rappresentare la nuova grande delusione politica. E’, ripeto, un’analisi del tutto superficiale che vede addirittura in Grillo uno strumento al servizio della classe dirigente attuale. Conclusione suggestiva certo, quasi da grande complotto massone, ma come puoi sostenerla? e’ una semplice sensazione? Allora invece che affidarti solo alle sensazioni ti consiglio di riflettere sul peso elettorale del m5s e su come esso possa essere considerato uno strumento dei partiti per conservare il loro potere. Non credo che inserire in parlamento, o alla giuda di città come Parma, giovani slegati da ogni contatto passato con i manovratori della Seconda Repubblica sia vendere illusioni alla popolazione. Credo che sia sfruttare un’immagine costruita non con fondi illeciti (vedi Berlusconi), ma con una carriera perennemente controcorrente e aperta alle innovazioni (internet e il blog) a favore di un ricambio politico reale (non sbandierato), nelle persone e nelle idee al passo con i tempi. Le incognite sono molte, non potrebbe essere altrimenti, ma bollare un movimento di queste dimensioni per la sensazione di una nuova fregatura mi sembra onestamente troppo comodo.

  • Buongiorno,

    sono consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Torino e volevo dirle che le sue riflessioni corrispondono a quelle che noi facciamo ormai da molto tempo. Sono d’accordo in buona parte con lei, ma la mia conclusione però è diversa, ovvero che il quadro in cui si organizza l’azione politica all’interno della società sia cambiato radicalmente grazie alle nuove tecnologie di comunicazione e che questo permetta effettivamente, e non soltanto come slogan, di sganciarsi dal posizionamento destra-sinistra e di assumere una posizione non ideologica (anche se concordo che l’anti-ideologia, se applicata in maniera integralista, diventa facilmente una ideologia, e lo vedo spesso anche nel Movimento), spostando se mai l’insieme valoriale di riferimento dal livello della rappresentanza al livello della partecipazione diretta, ovvero dei cittadini che ti danno direttive.
    Vorrei dire di più ma sono di corsa e rimanderò la discussione a un futuro dibattito con molto piacere.

    Vittorio Bertola
    Movimento 5 Stelle, Torino

  • Articolo scritto ottimamente. Facendomi io le medesime domande, ho trovato quì le risposte più esaurienti. Non cercavo nè qualcuno che mi dicesse che il movimento è di sinistra nè qualcuno che mi dicesse che è di destra. Cercavo esattamente uno studio visto con occhio esterno ed osservatore, oggettivo e basato su ciò che ci insegna la storia, offrendo fatti ed esperienze passati. Una sola cosa mi sfugge dell’intero articolo. Non ho capito l’affermazione “spesso giovani e, probabilmente, di provenienza ideologica eterogenea o debole”. Cosa intendi per provenienza ideologica “debole”? Ti ringrazio per l’italiano in cui sai scrivere. *__* Mi emoziono e scorgo un bagliore di luce nel futuro quando vedo che ci sono persone che sanno ancora analizzare i fatti così bene e che sappiano anche scrivere nel modo più fluente e corretto possibile. 🙂 Grazie a questo articolo, credo che passerò altre volte dal tuo blog. Mi interessa molto l’argomento M5S & Company. Mi piacerebbe anche molto sapere, capire cosa ne pensi (e sapere anche quanto sei aggiornato o quanto sei riuscito a capire) dalla storia di Casaleggio. Mi spiego meglio: so da tempo che questo banchiere finanzia Grillo. Forse come tentativo di denigrare in tv (per sentito dire, io non la guardo) si è detto che non si capisce come mai Grillo abbia come sponsor un banchiere, visto che lui non fa che dare addosso alle banche e ai banchieri. Non ho potuto che farmi anche io questa domanda. Mi sono anche data delle risposte, forse ingenue, forse vaghe e poco azzeccate. Ma vorrei capire di più da te. Grazie ed attendo la tua gentile risposta.

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