Le morti opportune nella storia d’Italia.

La storia del nostro paese abbonda di morti improvvide quanto provvidenziali. Qualche anno fa il figlio di Vito Ciancimino espresse il sospetto che il padre fosse stato assassinato: il vecchio aveva detto “Parlerò se Andreotti sarà condannato” e, due giorni dopo la condanna in primo grado di Andreotti, moriva. Una morte tempestiva.

Di morti just in time è costellata tutta la nostra storia nazionale e tanto per cominciare, opportuna fu la morte del comandante generale dei Carabinieri Hazon (bombardamento) a due settimane dal 25 luglio 1943. Il 24 agosto, Ettore Muti era falciato da una raffica, durante un improbabile tentativo di fuga e, il 14 settembre, il generale Ugo Cavallero, si suicidava con un colpo alla tempia destra, pur essendo mancino (nella fretta…). Questo genere di decessi di solito avviene a grappoli, in due o tre per volta, come i cardinali, secondo il noto detto popolare.

Non sempre, però, le scomparse opportune avvengono a breve distanza. Si pensi al bandito Salvatore Giuliano (5 luglio 1950) preceduto da Salvatore Ferreri (26 giugno 1947) e seguito da Gaspare Pisciotta (9 febbraio 1954): tutti caduti -chi per piombo chi per “caffè corretto”- quando sembrava stessero diventando troppo loquaci sullo stesso tema.

E poi il colonnello Renzo Rocca, “suicidatosi” il 27 giugno 1968, a venti giorni dalla costituzione della Commissione di inchiesta sul caso Sifar, davanti alla quale morirà di infarto il generale Giorgio (25 giugno 1968), mentre stava deponendo.

In attesa di testimoniare (sulla cellula nera di Padova) era il portiere Alberto Muraro, ma due giorni prima (13 settembre 1969) cadde nella buca dell’ascensore e morì. E poi altri noti e meno noti: Armando Calzolari, Dante Baldari, Vittorio Ambrosini, Luigi Calabresi, Gianni Nardi, Bruno Rieffeser, Giancarlo Esposti per limitarci alla strategia della tensione. E poi, altri “gruppi collegati”: come Mino Pecorelli, Antonio Varisco e Giorgio Ambrosoli, o i fratelli Bisaglia e Ugo Niutta o, ancora Roberto Calvi e Graziella Corrocher; o, Giovanni Casillo e Vincenza Matarazzo: impossibile fare l’elenco completo.

Registriamo una preoccupante monotonia: infarti, fughe stroncate, incidenti d’auto e suicidi coprono circa il 75% dei casi. Rari i botti di fantasia, come quello che fece saltare in aria Vincenzo Casillo nei pressi della sede del Sismi. Almeno, una cosa un po’ originale.

C’è sempre una occasione vicina a rendere quella morte auspicabile: una deposizione in tribunale, la minaccia di una conferenza stampa (come non ricordare Luigi Tenco?), più raramente qualche  particolare scadenza politica.

Mi è capitato di lavorare su una morte tempestiva, quella di Junio Valerio Borghese: che delusione! C’era tutto per pensare al solito lutto provvidenziale: a luglio Andreotti aveva fatto predisporre dal Sid il “malloppo” per la riapertura dell’inchiesta sul tentato golpe dell’8 dicembre 1970, ma, occorrendo “alleggerirlo” prima di darlo alla magistratura, dispose un rinvio al 15 settembre. Borghese spirava il 24 agosto 1974; da tre settimane aveva iniziato a dettare un memoriale convocando, per settembre, gli ex capi della X Mas, per spiegare come era andata “la notte della Madonna”. Più tempestivo di così il suo decesso non poteva essere. C’erano anche i casi collegati: il 12 novembre il tenente colonnello Giuseppe Condò –che teneva i contatti fra Sid, Borghese e Sogno- moriva di infarto a 42 anni. “Esperti” della materia, come Ambrogio Viviani, Demetrio Cogliandro o Mino Pecorelli, parlarono di “felice coincidenza” o simili. Vi dico: c’era tutto. Poi, interpellando diversi medici (tossicologi compresi), scoprii che: i sintomi descritti dai testi (compresi gli amici convinti della tesi omicida) era perfettamente compatibile con una pancreatite acuta, all’epoca, difficilmente diagnosticabile,  per cui, spesso i medici pensavano a casi di suggestione ipocondriaca. E le pillole di acqua e zucchero, prescrittegli dal primo medico, che lo visitò ne sono una conferma indiretta.

Il decorso clinico era da manuale e compatibile con l’anamnesi del paziente. Per di più: difficilmente quei sintomi (come ad esempio l”addome a barca”) possono mascherare altre patologie ed è escluso che essa possa essere provocata tossicologicamente. La vita a volte è crudele: un cosi bel caso di morte ad horas sprecato! Una coincidenza vera. Un caso sfortunato.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, ambrogio viviani, Armando Calzolari, Bruno Rieffeser, Dante Baldari, demetrio cogliandro, Giancarlo Esposti, Gianni Nardi, giulio andreotti, Junio Valerio Borghese, luigi calabresi, mino pecorelli, morti opportune, strategia della tensione, ugo cavallaro, vito ciancimino, Vittorio Ambrosini, X mas


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (33)

  • La migliore definizione della medaglia d’oro al valore militare Principe Junio Valerio Borghese la dette Giorgio Almirante:”un ottimo militare un pessimo politico”. La farsa del presunto golpe militare fu un trappolone nel quale lo sprovveduto Borghese assieme ad altri al pari suo, caddero non rendendosi conto che con duecento guardie forestali non si conquista uno stato moderno.Fu una parodia del film di Ugo Tognazzi “vogliamo i colonnelli “. L’unico vero colpo di stato avvenuto in Italia fu quello antifascista monarchico-massonico del 25 luglio 1943.Borghese come il generalissimo Franco, Pinochet e i colonnelli greci, erano dei militari di carriera, affetti dalla tipica ottusità mentale dei militari, che mandavano presto a letto i giovani affinché non si occupassero di politica.Il dottor Joseph Goebbels insegnava che i popoli non si conquistano e non si governano con lo stato d’assedio e con la repressione, ma attraverso la mobilitazione delle masse, i miti, l’ egemonia delle piazze, una propaganda incessante, volta a conquistare prima i cuori poi i cervelli delle masse. La medaglia d’oro Borghese e la Decima MAS furono agli occhi del mondo intero coloro che salvarono l’onore degli italiani, dimostrando così che non tutti gli italiani erano dei traditori e dei rinnegati.Amen.

    • @Maffei
      Gentile sig. Maffei, alcune vicende non mi sono chiare. Quale medico ordinò a Lui di dichiarare guerra alla Francia e UK in assenza di piani d’attacco, per non dire della carenza di vettovagliamento?
      Perché Lui durante i nove mesi di neutralità vendette alla Francia un gran numero di aerei da guerra (c.a.160)? Perché quando non ottenne da Hitler i territori fino al Rodano, come avrebbe voluto, non chiuse con lui? E che dire della dimenticanza sulla conquista della Corsica lasciata ai tedeschi? Ebbe sul fronte occidentale molto più che un migliaio di morti, a fronte delle centinaia dei francesi, ma non ebbe il tavolo delle trattative. Certo, i patti con i tedeschi erano altri, prevedevano l’intervento italiano spostato nel tempo. Però Lui rese grandi servigi agli alleati. Il piano di invasione del Ticino del generale Vercellino lo mise nel cassetto. Spostò l’esercito in Albania per invadere la Grecia dalle montagne, dimenticandosi di chiudere l’Adriatico, cosa che fu impedita con il trattato di Londra. Impanatosi tra i monti della Grecia chiese aiuto a H. distogliendolo dalla veloce conquista di Mosca. Utilizzò la Folgore in Francia, Lombardia/Svizzera, Grecia e Africa, ma non per quel che era stata costosamente addestrata, cioè la conquista di Malta, persino quando era sguarnita e difesa solo da Fede, Speranza e Carità. Gibilterra, per chiudere il Mediterraneo, e Cipro furono altre due belle dimenticanze, come lo fu il Marocco. Il goffo tentativo italiano di raid aereo sull’Inghilterra fu neutralizzato dalla superiorità della RAF e ottenne la disapprovazione di H. . Che magnanimità dichiarare guerra a uno stato e non sparargli sul suo suolo neppure un colpo! Però Lui fu tanto generoso da portare la guerra in Libia e da lasciar cadere i tentativi Statunitensi di pace separata, fino all’attacco giapponese in Asia. E che dire della spedizione nei ghiacci della Russia, che nulla aveva fatto contro l’Italia, anzi avevano accolto Ciano come un alleato? Vogliamo dire delle basi della Regia Marina che si arrendono agli alleati senza combattere? Qualche parola sulle rotte da tenere celate per non essere affondati va spesa? E del tentativo di H. di trovare un sostituto di Lui durante Salò, che dire? La X Mas non era tutta dislocata a nord. Parte di essa collaborò con gli alleati. Per tutte queste benemerenze Lui ricevette una medaglia di piombo, pare non dagli italiani. Anche la Sua fu una morte opportuna. Sulla nascita, mi permetto di avere qualche dubbio. Questo è un blog troppo serio per poter scrivere del virtuale sacrificio di Rosa Maltoni, salvatrice della Patria. Borghese con la croce di ferro tedesca sul petto ….

        • La marcia su Roma tecnicamente non fu un vero colpo di stato. Infatti mancavano i militari di carriera, che non parteciparono, anche se gli squadristi in alcuni casi usufruirono della tolleranza delle truppe, che erano state fatte mobilitare dal governo Facta, per stroncare l’insurrezione armata. Gli squadristi occuparono prefetture, caserme, giornali, case del popolo, in taluni casi si scontrarono armi alle mani anche coi carabinieri e la guardia regia.Non ci furono carri armati o colonnelli o soldati, ma solo squadristi.

          • i colpi di stato non si fanno sempre con i militari, peraltro la tolleranza non fu dei singoli militari ma in esecuzione dii un ordine del re.

          • Ah ok, quindi se domani leggo di migliaia di uomini armati che si dirigono verso la capitale per imporre un cambio di governo la considererò una normale forma di dialettica democratica (certamente Vittorio non si fece pregare, su questo siamo d’accordo).

            Grazie come sempre per i momenti di buonumore, ancorché involontari, ma non per questo meno preziosi.

      • Gentile Gaz, mi sembra che stiamo andando fuori tema:le morti più o meno opportune al momento giusto. In risposta alle sue argomentazioni circa le cause dell’entrata in guerra dell’Italia, ci vorrebbe un intero volume.Da quello che deduco sembrerebbe che anche lei creda che Mussolini, sia stato un demente nel dichiarare guerra alle demoplutocrazie dell’occidente.Gli americani prelevarono un campione del cervello del duce e lo esaminarono negli USA per vedere se una sifilide giovanile, mal curata, lo aveva reso folle.Una leggenda metropolitana dovuta al questore milanese Guasti in epoca in cui era agli esordi politici. La regia marina con lo stato maggiore dell’esercito, era un covo di massoni antifascisti; in pratica la guerra non fu mai realmente combattuta, perché si intese liquidare l ‘Ordine Nuovo europeo che il nazifascismo voleva instaurare. Per quanto riguarda la Croce di guerra tedesca, veniva conferita solo per comprovati comportamenti valorosi. Oltre a Borghese se ne fregiava anche Hitler di una di essa, guadagnata in trincea durante il primo conflitto mondiale. I militari crociuncinati e i germanici furono e sono gente seria, non la conferivano a tutti facilmente. Concludo citando che nel 1939 il giornale britannico Manchester Guardian, intervistò l’addetto militare germanico a Londra. Gli fu chiesto chi avrebbe vinto l’imminente guerra europea che incombeva.Replicò che non lo sapeva, ma aggiunse che prevedeva che la guerra l’avrebbe persa chi sceglieva come alleato l’Italia. Borghese e la Decima Mas riscattarono l’onore dell’Italia.

        • A Gherardo Maffei
          Gaz sarà fuori tema però mette il dito nella piaga.
          Ti trovo (semi mi permetti di darti del tu) molto più convincente quando smascheri i vizi italiani che quando difendi il ventennio fascista.
          Se tutti sapevano come si evince dalla intervista dell’addetto militare germanico a Londra della imminente guerra, l’impreparazione militare italiana non è un imperdonabile errore la cui responsabilità va ascritta totalmente alla figura di Benito Mussolini?
          Il fatto che in vent’anni di dominio assoluto non sia stato in grado di rinnovare con persone capaci e fedeli i vertici militari non raddoppia forse la responsabilità di cui sopra?
          Le buone intenzioni, di cui per altro è lastricata la via dell’inferno e le attenuanti e aggiungerei anche le scusanti, non pensi che non possano bastare ad assolvere un periodo che, comunque lo si consideri, è finito in un disastro?
          E se tutto deve accadere affinché il ciclo si compia, ciò che è fallito non può essere riproposto.

          • @Maffei
            Ringrazio il sig. Maffei per il commento.
            Diciamo che mi sono attardato per dire che la morte di Mussolini come duce militare, potrebbe essere stata opportuna. Uso il condizionale, perché la vicenda merita di essere studiata ulteriormente. Sono d’accordo con lei quando sostiene che “in pratica la guerra non fu mai realmente combattuta” [dai vertici, il cui apice era Mussolini, senza dimenticare il re], salvo le migliaia e migliaia di morti e valorosi combattenti che meritano ogni rispetto. L’addetto militare tedesco a Londra aveva forse buoni motivi per rilasciare quella intervista. Però se, sia Churchill, sia l’addetto militare tedesco parlavano per sineddoche riferendosi all’Italia e agli italiani, l’opportunità della morte di Mussolini sarebbe stata inevitabile. I militari che accettano o meritano le decorazioni da stati esteri mi sembrano un controsenso.
            Sulle cause della dichiarazione di guerra, diciamo che l’Italia non poteva permettersela, come non poteva permettersela il Portogallo o la Svezia o l’Irlanda o la Svizzera o la Spagna, che se la cavò con la Divisione Azzurra, una virtuale estrazione dentaria plurima a Hitler e una vagonata di soldi ricevuti dagli inglesi a favore dei vertici, escluso il ministro degli esteri filo tedesco, pur di non avere problemi con Gibilterra, senza contare il no di Franco alle richieste di porti di Mussolini.
            Non vorrei averle distrutto un mito più grande di Borghese, che come altre figure, mi portano a chiedermi del perché l’Italia non abbia avuto un suo De Gaulle.
            Cordialmente
            Gaz

          • Paolo Federico, hai messo il dito nella piaga. Julius Evola il preteso ideologo nero del neofascismo, in realtà un pensatore singolare e contro corrente, era solito ripetere alle delegazioni di giovani missini che andavano a trovarlo nel dopo guerra a Roma a casa sua, che non fu il fascismo la rovina d’Italia, ma furono gli italiani a rovinare il regime.Mussolini governò con il consenso delle masse, ma troppi furono i compromessi che “obtorto collo” ebbe con la monarchia, con il vaticano, coi militari di carriera, vale a dire che non ebbe mai le mani libere come Hitler o Stalin. Fu troppo italiota e poco teutonico; se avesse spedito i propri nemici nei lager o nei gulag, invece che mandarli a svernare in salubri e amene isole turistiche, forse non avrebbe fatto la fine che ha fatto. Julius Evola ammoniva di fare agli altri ciò che gli altri vorrebbero fare a noi, ma prima degli altri!

          • 1 Evola era riconosciuto come punto di riferimento teorico da diverse organizzazioni di destra come On ed un suo libro fu prefato da Borghese per cui il titolo di “ideologo nero gli speta di pjeno diritto
            2 sai che bella pensata quella di fare agli altri quello che (si suppone) vogliano farci ma farlo prira! Così tutti possono dire di essere gli aggrediti che agiscono in anticipo. Quello che fece Israele nel 1967, Mi pare che lei abbia un modo di pensare molto israeliano!
            3 sulle amene località ecc, la cosa non merita una risposta
            4 Mussolini non fu poco teutonico come dice lei: dovette piegarsi al compromesso con re chiesa e ceti proprietari, un complesso di cui fu diligente (anche se a volte riottoso) esecutore

    • Chiedo scusa se mi intrometto da ignorante, ma nel leggere i vostri interventi ho un po’ di confusione.
      Colpa mia certamente, ma mi è venuto il dubbio che l’uno o l’altro di voi stia adombrando la possibilità che Mussolini abbia in realtà segretamente operato per gli Alleati, in funzione anti Hitler da cui era massimamente terrorizzato.
      Mi sbaglio?

      • Accipicchia, si potrebbe pensare che, memori della determinatezza dell’Italia durante la I guerra mondiale, nessuno la volesse tra i piedi durante la seconda. Sembra invece che si stia parlando di un esportatore clandestino di capitali verso un paese col quale l’Italia era in guerra nel 1942 attraverso lo Ior, giusto perché pensava che “governare l’Italia non é inutile, ma impossibile [per Lui?]”, al punto che se l’amministrazione militare era tale, tanto valeva dire all’Africa Orientale Italiana che se la vedesse da se, con buona pace della chiusura dello Stretto di Gibbuti con un naviglio obsoleto, idem per l’Admir, o per i soldati mantenuti a pane e pomodoro (salvo scoprire che il pane era assente e i pomodori già utilizzati). Nel segno della inutilità, all’atto della dichiarazione di guerra un terzo del naviglio italiano (212 navi) era in porti nemici o neutrali. In quest’ordine di idee persino i fucili potevano essere pressoché inutili: il Carcamo mod. 1891 aveva superato il mezzo secolo, era poco letale; bucava i corpi, li feriva, ma non uccideva. Altrettanto futili erano i trattori cingolati a benzina coperti di lamierino che esplodevano appena centrati … per non dire dei trasporti militari con mezzi “multimarca” requisiti. Nella inutilità della dichiarazione di guerra qualcuno dimenticò di avvertire le ambasciate, il principe ereditario, comandante del corpo d’armata nord orientale … L’inutilità era tale che sembra che Badoglio abbia saputo dell’imminenza della dichiarazione di guerra dopo l’ambasciatore americano, che corse dal re per dirgli che il Presidente si aspettava la neutralità dall’Italia. Ma un re che si tiene nel cassetto un decreto di stato d’assedio contro le camice nere, invece di sobbalzare, non ebbe di meglio che dire che non contava nulla, salvo poi fare arrestare Lui .. Altrettanto inutile fu giudicato l’uso di un avanzato radar messo a punto da Ugo Tiberi dell’accademia navale id Livorno. Per carità di patria non scrivo degli aerei biplani Fiat CR 40
        Forse è bene citare Lui a proposito di confessioni sull’inutilità rese spontaneamente nel 1945.
        “ La Germania aveva vinto. Dalla Germania non solo non avremmo avuto alcun compenso; ma saremmo stati certamente, in un periodo di tempo più o meno lontano, invasi e schiacciati.“E cosa fa Mussolini? Quello si è rammollito. Un’occasione d’oro così, non si sarebbe mai più ripresentata”: così dicevano tutti e specialmente coloro che adesso gridano che si doveva rimanere neutrali e che solo la mia megalomania e la mia libidine di potere, e la mia debolezza nei confronti di Hitler aveva portato alla guerra. La verità è una: non ebbi pressioni da Hitler. Lui aveva già vinta la partita continentale. Non aveva bisogno di noi. Ma non si poteva rimanere neutrali se volevamo mantenere quella posizione di parità con la Germania che fino allora avevamo avuto.”
        Chiudo con un quizzetto. A chi appartiene il seguente scritto apparso su Il Popolo d’Italia del 6 aprile 1915 (Tratte da un lavoro di Massimo Bucarelli)?
        <>
        A) Vittorio Emanuele III;
        B) Benito Mussolini;
        C) Woodrow Wilson;
        D) Georges Clemenceau.
        A me non pare di essere andato fuori tema.

        • Gaz guarda che con il fucile Carcano modello 1891 Lee Harvey Oswald, il killer ufficiale di Dallas nel 1963 mandò in mille pezzi la scatola cranica di John Frizgerald Kennedy presidente degli USA, bada bene a notevole distanza e dal sesto piano di un palazzo. Il Carcano l’enigmatico ex marines, disertore in URSS, marxista conclamato, ammiratore di Fidel Castro, lo acquistò per posta, faceva parte di un stock di migliaia di fucili italiani, prodotti nelle acciaierie di Terni negli anni quaranta e andati a ruba negli USA negli anni sessanta. Nella patria di Smith Wesson e di Colt. Recenti storici autorevoli hanno scritto che l’Italia aveva armi ed equipaggiamenti, ma soprattutto una marina militare di livello mondiale, che poteva (alleata con la Germania) stravincere il confronto con le due plutocratiche potenze (Francia Inghilterra) nostre nemiche storiche . Una marina militare che si consegnò praticamente incolume ai britannici, tra gli sberleffi e le sonore pernacchie degli abitanti di Malta, dopo il colpo di stato militare antifascista del 25 luglio 1943.L’impreparazione militare italiana nel 1940 è una leggenda metropolitana, liquidata da recenti e scientifici saggi storici.

    • E’ saltata la seguente citazione di Mussolini sul Popolo d’Italia, tratta da un lavoro di Massimo Buccarelli:
      ” E perché – se vale il principio che deve essere «politicamente» italiano tutto ciò che appartiene «geograficamente» all’Italia – non scendiamo in lotta anche contro l’Inghilterra e la Francia per Malta e la Corsica?”

  • Questi provvidenziali fatalità, raramente, eccezionalmente, avvengono anche in altre nazioni, mentre da noi vengono giustamente definite “stagioni” proprio come l’autunno in cui cadono le foglie.
    Premesso che chi cade vittima di tali fatalità è assai raramente colui che, ligio al dovere, a seguito di indagini sta per giungere a una qualche scomoda verità, ma più spesso si tratta di “compari” che non si sentono più tanto al sicuro per le più diverse ragioni e che cercano di salvarsi costruendo memoriali o consegnandosi alla giustizia, la domanda è: perché succede in modo così sistematico soltanto da noi?

  • L’intellettuale come bayesiano

    Che la morte di Valerio Borghese, pur simulando un caso di morte “opportuna”, sia stata invece una morte naturale non è un caso bizzarro. Mette in luce un aspetto costitutivo di una potente leva intellettuale, che, per interessi ideologici, viene svalutata. (Soprattutto in medicina, dove la sua applicazione alla ricerca è chiesta da un crescente numero di scienziati, preoccupati dalla degenerazione a fini di profitto della “evidence based medicine”). Il ragionamento bayesiano, che permette di risalire alla probabilità delle cause dalla probabilità degli effetti. La stranezza e la puntualità di tante, davvero tante morti “strane”, unita alla massa delle informazioni sui “misteri d’Italia”, ha portato all’inferenza inversa che fossero in realtà omicidi mascherati; parallela a quella che alcuni omicidi, come quello di Moro o di Borselllino, avessero mandanti e motivazioni diverse da quelle ufficiali, i terroristi e la mafia essendo manovrati.

    La capacità istintiva di ragionare per gli innaturali schemi bayesiani è un dono, proprio dell’intellettuale autentico. E’ descritta, in fondo, inconsapevolmente da Pasolini: “io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”.

    Il teorema di Bayes legittima questa abilità, e incoraggia lo sforzo e il coraggio che richiede; e la disciplina, ricordandoci che esistono però i falsi positivi (es. la morte di Borghese); che restano un trabocchetto anche quando si è metodologicamente sulla strada giusta, che è comunque stretta, ardua e incerta. Un errore facilitato dalla tendenza generale a commettere l’errore cognitivo (chiamato anche “prosecutor’s fallacy”, la “fallacia del PM”) di prendere la probabilità degli effetti date le cause (la probabilità del mal di testa dato un tumore cerebrale, elevata) per la probabilità corretta, quella delle cause dati gli effetti (la probabilità di un tumore cerebrale data una cefalea, bassa). Un errore al quale si viene inoltre esposti dalla debolezza, presente anche nei migliori, dell’essere sedotti dalle idee che riusciamo a raggiungere.

    Guareschi e Sciascia sono due casi di intellettuali veri, capaci di ragionare in modo bayesiano; che supportarono notevoli risultati bayesiani con esempi (test) errati: con brutti falsi positivi. Il concetto di Guareschi dei governanti che ci vendono a poteri esteri, e quello di Sciascia de “l’antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando.” sono autentici, e sarebbero stati preziosi, e lo sarebbero ancora di più oggi, in un Paese che non fosse così pervaso da viltà intellettuale a tutti i livelli, e quindi pronto a buttare il bambino con la scusa dell’acqua sporca. In un certo senso questi fondamentali concetti politici – collegati tra loro, come aspetti diversi di uno stesso potere – “sono stati suicidati” anch’essi. Col piattino fatto a Guareschi tramite le false lettere di De Gasperi e i coordinati interventi selettivi, omissivi e censori dei bravi magistrati (cfr. M. Franzinelli, Bombardate Roma!). E con i gradini perennemente insaponati degli ambienti “perimafiosi”, che portarono Sciascia a prendere come esempio proprio uno dei pochi magistrati fuori posto, uno dei pochi che non stava al gioco ma si batteva davvero, e che anche per questa sua superiore diversità fu poi eliminato.

  • Gentile Professor Giannuli,
    con il suo permesso, le allego un articolo dell’Europeo, risalente al 1975, in cui viene messa in dubbio la versione ufficiale della morte di Junio Valerio Borghese e in cui vengono rivelati diversi retroscena ad essa, direttamente o indirettamente, legati. Le sarei grato se lo leggesse e se esprimesse un suo punto di vista.
    Cordialità.
    http://www.misteriditalia.it/golpeborghese/Borgheseindigestioneoveleno(LEuropeo).pdf

  • Tenerone Dolcissimo

    Manca la provvidenziale morte del Duce, ma capisco che occorrerebbe un libro ad ho e non un post.
    Mancano anche le morti del caso Ustica, ma li’ servirebbe una biblioteca
    Saluti

    • Chiediamoci perchè la Germania ebbe il processo di Norimberga, il Giappone quello di Tokyo e l’Italia al più l’armadio della vergogna. A chi avrebbe nuociuto un processo di quel tipo in Italia? Ovviamente agli ipocriti, doppi moralmente, falsi, corruttori, adusi dar la cibanza.
      Credo di aver suffragato l’ipotesi sulla morte opportuna di M. con elementi che la reggono e la sorregono. Giriamo pagina.
      P.s. Il giorno in cui vedrò un post sul piccoletto, quella specie di capo di stato, figlio del kaiser, che di fronte al nemico se la squagliò, alto traditore, codardo -e mi fermo ai complimenti-, sarò censurato da Giannuli per la caterva di improperi …

  • Citando la morte della Medaglia d’Oro Borghese, non si può tacere di un suo fervente sostenitore Stefano Delle Chiaie.Al professore Giannuli la cosa non farà certo piacere, anzi sono certo che potrà nuocere, ma fu proprio lui a liquidare la calunnia che il Delle Chiaie fosse un agente degli Affari Riservati del Viminale. Calunnia messa in giro prima da Giorgio Almirante, poi rilanciata da Giorgio Pisanò nel suo settimanale Candido.Per bassi motivi di concorrenza, stante il carisma del leader e la militanza giovanile della sua organizzazione, che sottraeva consensi e reclutava militanti nell’area.Calunnia che gli asini e i somari di sinistra fecero propria acriticamente e come scimmie ammaestrate continuano a ripetere.Inutile aggiungere che la magistratura ha assolto Delle Chiaie da tutte le accuse di stragi e trame nere cui era imputato, ora è un libero cittadino, libero di tenere conferenze, dibatti, interviste e scrivere libri. Piuttosto gli oltranzisti di sinistra dovrebbero chiedere conto al leader di Lotta Continua Adriano Sofri, perché trascorreva a gozzovigliare nottate intere con Federico Umberto D’Amato capo degli Affari Riservati.Per la Marcia su Roma, ribadisco che tecnicamente non fu un colpo di stato militare, ma una insurrezione armata contro i poteri dello stato. Uno stato che poi si rese complice e sodale, ma sempre insurrezione armata fu e non golpe militare come quello antifascista del 25 luglio 1943.Concludo con con un quesito rivolto all’ex partecipante al G8 di Genova, compagno del martire Carlo Giuliani, nipote della zia Elena Angeloni, morta circa trenta anni fa nell’esplosione di una bomba collocata nei pressi dell’ambasciata USA ad Atene per protesta contro i colonnelli greci, il sangue non è acqua! Cosa c’entra la lercia putrida democrazia, con la rivoluzione delle camicie nere?

  • Gentile sig. Maffei, mi scuso se a volte non sono chiaro o non mi faccio comprendere. L’argomento di cui si discute in questo post sono le morti eccellenti .. e almeno a livello di ipotesi si può pensare che quella di Mussolini lo sia stata. IL Mussolini direttore del Giornale d’Italia del 1915 è un interventista, filo francese e filo inglese, anti italiano verso gli italiani della Dalmazia e filo slavo. Un buon numero di storici sostiene che sia stato messo a libro paga di si sicuro di uno stato estero. Quelle posizioni saranno poi quelle che saranno sancite nel Trattato di Londra, da cui scaturirà l’opposizione alla vittoria mutilata e al fascismo. Un personaggio politico con tali idee era quanto di più comodo/utile/da allevare/sostenere per Francia e Inghilterra, che non a caso promisero la roba d’altri e non mantennero neppure le promesse. Si interroghi sul silenzio del piccoletto in materia. Di certo Mussolini non è stato mai povero né ha condotto una vita francescana. Il Duce dal punto di vista bellico non era un pasticcione. Magari lo fosse stato, avrebbe avuto la probabilità di azzeccarne per caso la metà delle decisioni. Lui neppure questo. Pensi alla Grecia, paese filo italiano aggredito. Le si vendono prima partite di mortai che poi vengono usati contro gli italiani. Però i greci non comprano i proietti dagli italiani, ma dai francesi. I contratti per le forze armate erano ispirati al principio del massimo risparmio, con la conseguenza che il munizionamento era scarso e del livello più basso. Con lo stesso tipo di mortaio i tavolettisti greci mettevano a segno il bersagli, mentre gli italiani non centravano nulla. Allora l’amministrazione militare ubbidiva agli imput dei politici molto più di oggi. Mussolini non avrebbe potuto evitare Matapan – dove i proiettili navali erano scadenti- neppure se avesse ucciso tutti gli oppositori politici (pare che il suo regime ne abbia uccisi circa 250, che non sono proprio pochi). E che dire di un capo di governo che in un momento critico della guerra porta presso le banche del nemico un soma che è un frazione del PIL ? Diversi dittatori del sud America hanno fatto la stessa cosa, ma con cifre proporzionalmente inferiori. Qualifichi lei chi in tempo di guerra fa cose simili. Si chieda perché Karl Dönitz non ha subito la stessa sorte di Mussolini, forsel Dönitz era stato un nemico senza se e senza ma. Insomma, la roboante propaganda del regime, secondo me, non corrispondeva alle virtù private del Duce, il quale nel luglio del 43 durante la fuga a Ponza, si accorge che le strade non sono asfaltate, pur avendo inviato tre volte i relativi finanziamenti: questa si chiama connivenza con la corruzione pubblica dei colletti bianchi di partito. Se me lo posso permettere, il meno fascista di tutti era proprio Emme, al quale piaceva la bella vita, che come si sa costa e tanto e col senso dello stato non va molto d’accordo. L’idea stessa di fuga, travestito da tedesco tra i tedeschi … è poco confacente alla retorica roman imperiale.
    La strumentalizzazione, la manipolazione delle idee e delle persone per fini diversi da quelli che appaiono in superficie non sono strumenti da fantascienza.
    Pensi a quanti giornalisti, opinions maker si vendono o si offrono ..
    Quel che Borghese ha fatto durante la Repubblica era tutta farina del suo sacco?

    • Infatti non a caso Kennedy fu colpito al cervello, organo vitale, altrimenti sarebbe stato sforacchiato in altri parti del corpo, perché quel proiettile ha il baricentro nella parte posteriore, non muta traiettoria una volta centrato un corpo. Inoltre la canna va cambiata ogni mille colpi circa. La marina quantitativamente era ragguagliabile a quella dell’Urss, ma i sottomarini non erano adatti all’Atlantico e comunque non riuscì a chiudere Gibbuti. Le scorrazzate avevano i ponti in legno ed è tutto dire. Il radar per lungo tempo restò un progetto nei cassetti. L’aeronautica aveva dei caccia biplani lentissimi. Bombardieri non ne parliamo, idem aerei da trasporto. Portaerei zero. L’esercito era ancora quello della prima guerra mondiale, decurtato dalle successive imprese militari. L’idea di dichiarare guerra agli Stati Uniti, perché lo aveva in precedenza fatto H., speranzoso di aver fatto un favore ai giapponesi e di ricevere un aiuto da oriente nell’attaccare l’Urss fu una velleìtà .. che non teneva conto della potenza industriale degli Usa. NOn solo questo. Fu la condotta politica ad essere disastrosa. Nel gennaio – febbraio 1940, il blocco dei neutrali dei Balcani, dall’Ungheria alla Turchia, decisero di porre da parte i loro dissidi e incaricarono l’Italia (leggi Mussolini), quale potenza balcanica, per via della conquista dell’Albania, di farsi promotore di un’iniziativa politica tesa a preservare la loro neutralità. Mussolini si trovò a capo della diplomazia dei Balcani .. e cosa fece? Si disimpegnò .. perché voleva avere le mani libere. H. non aveva voluto aprire un fronte militare a sud, inglesi e francesi erano a parole favorevoli alla neutralità, ma sotto sotto avrebbero voluto che la Germania fosse impegnata nei Balcani, Mussolini ci pensò a risolvere il problema, invadendo rovinosamente da terra la Grecia. Salazar e Franco si guardarono bene dal farsi guerra, invece M. non si consultò neppure con H. prima di invadere la Grecia.
      Il punto è che quella guerra non è un video game condotto oggi da giovani di oggi con le forze armate di ieri.
      La certezza che durante gli anni precedenti la I guerra mondiale M. sia stato sia stato lautamente pagato da potenze estere c’è. Duranti gli anni del regime con quelle potenze M. ci andava a braccetto, almeno fino alle sanzioni delle Nazioni Unite, salvo scoprire che la Germania sotto sotto ha rifornito per un anno gli Etiopi e dimenticare la posizione filo italiana degli Stati Uniti. I nove mesi di neutralità sono stati dal punto di vista politico e militare un valido assist alla Gran Bretagna. Durante la guerra l’Italia è stato non l’alleato che tutti avrebbero voluto, ma il nemico che tutti avrebbero desiderato, non avendo sparato un solo colpo in UK, USA e grandissima parte della Francia e financo in Grecia.
      Non viene il dubbio che M. abbia preso in giro tutti ??? Se fosse sopravvissuto alla guerra e avesse aperto bocca, sarebbe stato imbarazzante …
      Capisco che credere in Dio sia un atto di fede, ma M. non è Dio. Tradimento è anche condurre in guerra una nazione , essendo stato avvertito che al massimo si avrebbero potuto sostenere le operazioni belliche per un paio di settimane. Qui si tratta di aprire gli occhi. Lasciamo da parte il confronto tra carri armati italiani e stranieri. Si faccia il raffronto tra i Pil dei paesi dell’Asse e quelli Alleati: non c’è storia. In tutto questo abbiamo M. che sicuramente non è un chiaro sconfitto in guerra, come lo stati H. e Doenitz. La sua storia giornalistica, politica e bellica é striata di bianco blu e rosso?

      • Tenerone Dolcissimo

        Caro Gaz. Sono un sostenitore della tesi che la IIGM sia un mistero indecifrabile, almeno sino a quando non avremo le prove di cosa effettivamente avvenne, in primis i diari del duce di cui non sappiamo che fine fecero e dove sono (recte: sappiamo bene che fine fecero e dove sono).
        In effetti, quanto da te riferito circa la campagna di Grecia sounds good. Mi sono sempre chiesto il perché il Duce del Fascismo attaccò una nazione fascista e retta da un altro duce fascista che perdippiù era suo ammiratore personale sfegatato (dicono che Metaxas avesse la foto di Mussolini sul comodino e la baciasse ripetutamente … scherzo ovviamente, ma non vado lontano dalla realtà)
        Una curiosità: ci sono opere storiche che si soffermano su quanto da te riferito?
        Grazie e ciao

  • Caro Professore,
    recentemente anche in Vaticano, abbiamo osservato una probabile morte utile quella del nunzio apostolico di Santo Domingo sotto processo per pedofilia.

  • Per favòre cercàte di evitàre narcisìsmi da “Neanderthalènsis Erèctus” tìpici di colòro che, spèrano sìano tutti scompàrsi i protagonìsti: non è ancòra giòrno della capitozzàta. Sfortunatamènte vìvono ancòra arzìlli ex-adolescènti (perché con la famìglia trasferìtì vicìno ai “Cedri Tassòni”) che, dopo una onoràta (per loro) militànza alla estrèma destra (currioso! Proprio con la fedèle Smith&Wesson) possòno dire qualcosina.
    Il telegràmma “la mamma ha abortìto” fu lanciàto sùbito dopo che il gruppo Borghèse era a pochi metri dagli ùffici di Saragàt al Quirinàle ed effèttua il dietrgrònt per ordìni interni. La RAI era già stata occùpata. Casèrme e gruppi scelti areonàutica già ok.
    Della Forestàle forse si ricòrda Corràdo Stajàno per le sue disàmine calabrèsi e lo scontro tra Mavìglia e Don Stìlo: per Borghèse chi vuole deve passàre a Viale Romanìa, ma troverà bocche ancora cucìte e soprattùtto archivi della Benemèrita CHE MAI potrànno essere apèrti, come da òrdini 1945 ancòra vàlidi.
    Almirànte che, ricordiàmo per i pingùini dello scudètto della promoziòne, è figlio del capocòmico cotitolàre della Compagnìa Almirànte-Rissòne-Tòfano tanto cara a Luigi Pirandèllo: questo “en passant” per parlare di collateralìsmo 1911 tuttòra ben vigènte.
    Con Michelìni, nel MSI prevàle la convinziòne che non sia più possìbile pensàre alla costitùzione di un sistema effettìvo di potère su base militàre (tipo Shogun): viène scèllto Almirànte come traghettàtore verso il potère fittìzio dell’ “Imperatòre” e sangue blu annesso per le règgie massmèdia e massòniche delle sorèlle materàssi (con nipotino RemoUHF incorporàto) di KosmographParty, che poi porta alle cavèrne odìerne.
    A titolo aneddòtico: all’ AlfaRomeo ricèrche e protòtipi (resp: Borghese) è in test un innovàtivo giroscòpio. Entra il marito di Edda con fogliètto del di lei papà (che ricordiàmo, tentò da acromegàlico un impossìbile recupero dalle scene di vita della Provìncia Grandet a quelle cittàdine Zola-Renoir… patetìco! Lì “i sòldi, le vettùre del nonno di Gambadilègno e le chiàppe di Olga servìrono solo a Olivièri Foni Rava…)
    da portàre a conosènza e viene gentìlmente preso per il bràccio e accòmpagnato in sordìna. Quìndi Borghèse e gli altri buoni milìtari e pessìmi polìtici …. della brùna règgia di Pippetto.
    Se vuòle un incontro chiàrificatòre, per amòre della relatìva verità e per discussiòni produttìve quindi non erìstiche, “a disposìzione via email (72h, sperèm, con la zootekne della biònda sirèna…) per il titòlare della pàgina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.